Lunedì, 31 agosto 2009 @07:57
Il mare in città: rieccolo, almeno sulla prima pagina di City. Dove da oggi riprende la mia micro-rubrica poetica:
"Siedo al ristorante, ho terminato il pranzo, vedo il mare.
Mi nascondo col giornale, lo sollevo in alto:
non mi sento bene davanti a questo grande occhio.
Mi volto dall’altra parte, mi agito, mi rannicchio,
ma il mare è sempre davanti a me, fuoriesce dalla stampa
inonda la carta del giornale, sommerge le fotografie;
anziché l’odore della stampa, sento l’odore della salvia."
(Antun Soljan)
E io ti ascolto, mare.
(Mi piace l’idea del mare che travolge, che preme, che ci distrae dal ritorno in città. Mi piace l’odore della salvia: la salvia selvatica, che fiorisce, profumata e viola, in certe isole del Mediterraneo, in tarda primavera. I versi di oggi sono tratti dall’Antologia di poesia croata contemporanea di Hefti editore).
Anonimo | Domenica, 6 settembre 2009 @12:02
ciao Lisa, sono Francesca da milano.
Tanti complimenti per gli assaggi poetici che mi fanno sognare, la nostalgia che vi è dentro mi rispecchia molto.
LISA | Martedì, 1 settembre 2009 @08:05
DOOLALLY: che bello, allora tra poco conoscerai Stella, la mie eroina glam cheap? Aspetto commenti! (e anche qualcosa su di te, sbaglio o è la prima volta che scrivi?). LILA: dunque, alla prossima onda poetica.
Doolally | Lunedì, 31 agosto 2009 @13:58
E io ripenso al mare che ho vissuto qualche settimana fa; quel mare che mi ha lasciato a bocca aperta; quel mare che mi ha regalato un'energia immensa. E' da quel mare che riparto per fare tante cose nuove, tra cui leggere il tuo Glam Cheap... e qui, che ogni giorno trovi nuovi stimoli, nuove riflessioni. Buona ri-partenza (e spero ancora per un pò senza scarpe)
Lila | Lunedì, 31 agosto 2009 @11:06
Ben tornata a te e ai tuoi buongiorno cara Lisa. Quello di oggi mi piace particolarmente perché io adoro il mare e a volte, quando mi fermo a guardarlo, penso che forse per ognuno di noi ha un messaggio da lasciare. Io avrei anche una poesia mia che parla anche del mare ma siccome oggi è il primo dei tuoi giorni non credo sia opportuno riportarla. Magari, chissà, alla prossima onda...Un abbraccio a Heidi66 e a tutte le mitiche Pink (sigh non più) di Roma.
Sabato, 29 agosto 2009 @11:08
Sì, vi volevo presentare Dorothea. No, non è una mia nuova amica. A dirla tutta, non so neppure se, conoscendola, stringendole la mano, ci saremmo state simpatiche. Ma per le quasi 900 pagine in cui l’ho seguita – quelle di "Middlemarch", che ho letto quest’estate – mi ha conquistato. Ed è da quando ho chiuso il libro che continuo a pensarci.
Non è successo anche a voi, nella vita, di avere un libro – anzi più libri, se siamo fortunati – che vi aspettavano? Quest’estate è successo con "Middlemarch", di cui Dorothea è la protagonista. Ci sono inciampata per la prima volta a gennaio, durante il mio viaggio in Asia, leggendo "Amori e pregiudizio" di Jin Lee Min: un bel romanzo pubblicato da Einaudi, di una scrittrice coreana/americana, una specie di "Jane Austen meets Sex and the City". Protagonista, una ventenne di famiglia coreana che fa di tutto per sfondare nella finanza a Manhattan (quando in realtà il suo sogno è disegnare cappelli); i suoi amori, i suoi litigi con la famiglia, i suoi debiti e disastri economici… e il libro che tiene in borsa e che continua a rileggere: "Middlemarch". Ma perché, mi sono chiesta? E soprattutto, cos’è? Non sapevo neppure chi l’avesse scritto. Nelle poche librerie di lingua inglese che ho trovato nel mio viaggio in Asia, non c’era; anche se – ho scoperto poi- è un classico della letteratura inglese, scritto da George Eliot nel 1871.
Poi me ne sono dimenticata. Finché, qualche mese dopo, l’amica indonesiana che mi aveva ospitato nell’ultima tappa del mio viaggio e che mi aveva accompagnato pazientemente nella ricerca infruttuosa del libro, me l’ha regalato. Una bella edizione, con una foglia d’autunno in copertina; e un’altra coincidenza: la collana Vintage Classics ha la particolarità di abbinare i classici due a due, e "Middlemarch" era abbinato a un mio libro cult di tanti anni fa, "Possessione" di Antonia Byatt (anche questo, pubblicato in Italia da Einaudi). Un segno? Sì. Ma comunque, quasi 900 pagine… e in inglese. Si potevano affrontare tranquillamente solo sull’isoletta.
Così è stato. Poi, un’altra coincidenza. Sull’isoletta sfoglio una copia del Financial Times del Weekend, giornale che adoro. Una delle mie "columnist" preferite scrive, raccontando del divano che vorrebbe comprarsi: "Cerco un divano che mi faccia sentire come quando avevo 14 anni e ho letto Middlemarch per la prima volta"…
Ancora Dorothea. Ma cos’ha Dorothea, perché continua ad affascinare, perché anch’io continuo a girarci intorno, a pensarci; come una persona che abbiamo conosciuto, che ci intriga, ma non sappiamo se vogliamo invitare a cena? Dorothea ha vent’anni. Sogna l’amore. Fa un matrimonio sbagliato. Se ne accorge. Si reinnamora. Potrebbe essere una coetanea delle eroine di Jane Austen, ma anche no. Perché non ne ha la leggerezza, l’ironia, neppure la sfrontatezza. Dorothea è ardente: passatemi questo aggettivo, un po’ demodè. Dorothea è testarda. Non ha paura di indagare nel suo cuore; non ha paura di seguirlo. E’ la forza dei sentimenti, la sua forza dei sentimenti, che mi piace; la voglia di cercare un proprio posto del mondo, al di là delle convenzioni, dei pregiudizi, di "quel che dirà la gente". E non solo in amore. Dorothea ha degli ideali. E delle idee. Dorothea vuole fare del bene: vuole fare quello che è giusto. Quasi anacronistico, oggi. Quasi fuori moda, oggi.
George Eliot, pseudonimo di Mary Anne Evans, l’autrice, lo fece. Si innamorò, andò a vivere con un uomo già sposato quando questo era ancora uno scandalo; lavorava, scriveva, aveva successo; aveva delle idee scomode, anticonformiste, progressiste. Scandalose. Anche e non solo in amore. Quando il compagno di una vita morì, con grande sorpresa di tutti si mise con un uomo di vent’anni più giovane. Non era bella. Era intelligente. Ardente.
Tutto sommato, avrei un sacco di cose di cui parlare con George Eliot, e anche con Dorothea. E adesso, le ho presentate anche a voi. (Per ora è tutto. Ma altre puntate arriveranno, spero. Perché un’amica inglese, anche lei vecchia amica di Dorothea, mi ha mandato il dvd dello sceneggiato che girò la BBC; e ho scoperto che Sam Mendes, il regista di American Beauty e Revolutionary Road, ne farà un film…).
Marilia cinquantenne incredula | Lunedì, 31 agosto 2009 @12:23
Grazie Lisa perchè ci proponi sempre libri da leggere.
I libri ci arricchiscono la vita e ci migliorano.
Sono tanto contenta di aver ritrovato te e il tuo blog e ti auguro un buon anno. (Per me l'anno comincia a settembre non a gennaio).
Ciao
LISA | Lunedì, 31 agosto 2009 @07:52
Troppo impegnativo consigliare un libro di più di 800 pagine. Però, mettiamola così: mi piacerebbe sapere che impressione fa, a voi, Dorothea. Come se andassimo insieme a prendere un caffè, anzi, per l'esattezza, un tè... (Intanto, spero che Sam Mendes scelga come protagonista, per il film, sua moglie: ovvero Kate Winslet. Ardente è un buon aggettivo anche per lei).
heidi66 | Domenica, 30 agosto 2009 @15:16
Strana coincidenza. Anche io ho letto il libro all'università, per un esame di letteratura inglese. So che non mi piacque, ma non riesco a ricordarmi perché. Poco tempo fa ho deciso di donarlo a una raccolta di libri per i terremotati dell'Abruzzo e ho conservato solo l'edizione originale in inglese. Mi faccio coraggio e lo rileggo in lingua originale?
ljiuba | Domenica, 30 agosto 2009 @11:07
bello sentir parlare di un romanzo che solo pochi conoscono. In realtà il mio professore di Letteratura Inlgese dell 'Università ci organizzò un corso di cui quel testo era il pilastro e che verteva sul romanzo storico inglese. Solo a leggere i titoli mi ricordo che ci sentimmo asfittiche. Però mi piacque. Sicuramente non ci vidi tutto quello che tu adesso racconti. Ma sono passati ben 17 anni.....Forse è il caso di rileggerlo, che dici?
Lunedì, 24 agosto 2009 @18:02
Per ora, dover rimettersi le scarpe.
LISA | Sabato, 29 agosto 2009 @11:00
Che ne dico, CARLA? Che mi sa che è meglio concentrarsi sulle scarpe.
carla | Giovedì, 27 agosto 2009 @23:34
il peggio del ritorno dalle vacanze, per ora, è : una casa demolita (perchè sto ristrutturando) e le amiche che hanno iniziato già a lavorare che stanno contando i giorni per il ponte di vacanze!
Che ne dici?
LISA | Giovedì, 27 agosto 2009 @18:13
Per PINGUINO: sì, da lunedì riprendono le schegge di poesia con City! E sul blog. Per ADRIANO: in effetti... Per TUTTE LE RAGAZZE IN INFRADITO: é vero, è vero, anch'io nel paese delle consonanti non ho rimesso le scarpe vere e proprie, intendiamoci. Però sull'isoletta andavo in giro scalza, che libertà...
Pinguino | Mercoledì, 26 agosto 2009 @21:06
Che bello ritrovarti!
Torno al lavoro lunedì e spero tanto che ci sia City...
Intanto ho pezzetti sbilenchi di tanti Buongiorno sparsi in tutte le mie borse che quando saltano fuori rileggo sempre come la prima volta.
Kiss Lisa
adriano | Mercoledì, 26 agosto 2009 @08:17
anche rivestirsi! dopo una splendida vacanza naturista....
Elena | Martedì, 25 agosto 2009 @16:43
è da maggio che ero sconfortata perchè non riuscivo più a veder il tuo blog. Ti ho ritrovata solo oggi ed è stato il più bel regalo per il mio demotivante rientro in ufficio.
Welcome back!
Lilabella | Martedì, 25 agosto 2009 @12:15
Lisa non mi far venire i nervi. Io ho dovuto portare le scarpe chiuse (con plantare) anche d'estate e quindi quando posso far respirare i miei piedini non mi pare vero. Comunque, BEN TORNATA e cerca di non pensare al rientro ma a quante parole belle e sentimenti riesci a donare agli altri.
ljuba | Martedì, 25 agosto 2009 @11:41
e chi dice che dobbiamo rimetterci le scarpe?????
RosaGialla | Martedì, 25 agosto 2009 @11:26
Ciao, Lisa, che piacere ritrovarti in questo nuovo sito così elegante...sono anch'io al lavoro, am sempre in sandali.
Tanti petali gialli a tutte!
viola | Lunedì, 24 agosto 2009 @18:10
Io, anche in città, continuo imperterrita con le infradito e conto di toglierle solo quando mi geleranno i piedi.
Un saluto, sono passata per caso ma ritornerò volentieri.
Sabato, 15 agosto 2009 @12:17
Quando Peter Høeg, nel suo mitico thriller "Il senso di Smilla per la neve", scrisse che in Groenlandia ci sono non una, ma decine di parole per definirla (c’è chi azzarda quasi un centinaio), è ovvio che non aveva mai incontrato una fashionista. Che potrebbe dimostrargli – semplicemente indossandoli – che per il bianco modaiolo vale la stessa regola. Abiti, calzoni, accessori, in tutte le declinazioni glam: bianco glitter, bianco sporco, bianco abbagliante, bianco Dash, bianco panna montata, bianco perla, bianco avorio…
Da dove cominciare? Hadley Freeman, la giornalista di moda più cattiva d’Inghilterra (che scrive, anzi critica spietatamente, dalle pagine del Guardian), comincerebbe dai jeans bianchi: che secondo lei, però, vanno totalmente eliminati dal guardaroba. E si scaglia in modo particolare contro quelli di Liz Hurley: stretti, skinny, da sempre sono la divisa della diva inglese, tanto che ha ammesso di averne almeno 30 paia. E dunque, da che parte stare? Per aggirare il fashion-problema, la soluzione è semplice: pantaloni bianchi sì, ma di lino, e magari larghi e freschi, più intelligenti quando l’afa aumenta. Una cosa però è sicura. I pantaloni bianchi gridano: è estate! E se portati in ufficio, equivalgono a una richiesta di vacanze. Illuminazione che ho avuto quando, chiusa nelle segrete di Segrate, sognavo di scappare dai diavoli che vestono Zara: e scrivevo articoli sui pantaloni bianchi sinonimo di ferie, meditando in realtà la fuga.
Subito dopo i calzoni, l’upgrading modaiolo è lui, il meraviglioso, perfetto abito bianco. Ovvero, il "little white dress" che, nella sua semplicità, d’estate è il sostituto ideale dell’iconico "little black dress". I vestiti bianchi sono così belli nella loro, ehm, bianchezza, che è impossibile sbagliare. A che cosa abbinarli? Ovvio, alla pelle abbronzata. E’ quello, che fa davvero risaltare il little white dress. Non avrete bisogno di altro. Ma, volendo, potete accessoriarli: white on white, ovviamente, con una delle decine di gradazioni di bianco che la moda ci offre (borse, scarpe, cache-coeur da infilare sopra l’abito…). Il vero tocco chic, però, forse sono i gioielli: una collana etnica d’avorio, o un anello di madreperla. Bianco su bianco.
Mi considero fortunata, perché ho incontrato molti little white dress. Da ragazza, camicie e sottovesti di cotone della nonna e della bisnonna, con il bordo o dei ricami di pizzo bianco, da portare sopra il costume, comprate quando ancora il vintage si chiamava "seconda mano" e costava cifre non eurostressanti. Poi, un abito corto a trapezio, di lino, morbidamente foderato così da non essere troppo trasparente, con una fila di grandi bottoni ricoperti di lino bianco, che correvano lungo la schiena: lo portavo con le mie prime Superga bianche. Infine, il little white dress che mi accompagna sull’isola ormai da anni, regalo di compleanno di un’amica anglo-indiana. E’ di organza leggerissima, indiana appunto, corto, ma con le maniche lunghe a pipistrello, perfetto quando l’estate passa la boa di Ferragosto e porta, di sera, il vento dal mare. Lo indosso solo sull’isola, sa di cicale e di stelle e di ulivi. E stasera, so che l’amica anglo-indiana, che con il marito e i tre bambini ha venduto la casa di Londra per trasferirsi qui sull’isola (a proposito di bivi, e s/licenziamenti, e nuovi orizzonti), lo riconoscerà subito, l’abito testimone delle nostre estati, mentre brinderemo – un po' incoscienti, ma felici - alle nostre nuove vite.
novella senza caovilla | Martedì, 25 agosto 2009 @12:15
Sono prorpio contenta di leggere della nostra ritrovata Giorgia!
Anche io mi ricordo bene di te e delle chiacchiere dei primi tempi, è bello sapere che sei tornata sopprattutto fra una poppata e l'altra!
Un caro benvenuto alle tue piccole gioie.
LISA | Lunedì, 24 agosto 2009 @17:55
GIORGIA, grazie per la Brno-cronaca: però, mi raccomando, scrivi! Non di poesie nè di scarpe, o almeno non necessariamente; però, come ricorda MARINA A BRUXELLES (credo ancora a Palma, in questo momento), i tuoi racconti erano talmente ironici... Scrivi: di quello che vuoi. CARLA: chissà se anche Zia Mame sarebbe stata d'accordo sul little white dress?
carla | Lunedì, 24 agosto 2009 @16:57
sonoappena tornata dalle vacanze e mi sono concessa un "giro" nel web. E' bello sapere che ci sono amicizie initerrote e attese... che il mio piccolo little white dress (dell'anno scorso) è di moda anche quest'anno...che anche se sul finire dell'estate sto leggendo anch'io zia mame (rido tanto ) e suggerirei Gioconda Belli "L'infinito nel palmo della mano" per chi vuole sapere come sono andate veramente le cose nel paradiso terrestre...
baci a tutte
Melissa aspirante dottoressa | Giovedì, 20 agosto 2009 @00:51
Ciao Lisa...ma cosa è successo, il blog è davvero rivoluzionato...non basterà un mese per aggiornarmi su tutto e per aggiornare te.
Domani con calma scrivero qualcosina di piu'. baci
Annalisa farmacista | Lunedì, 17 agosto 2009 @09:26
Bè ma che novità ritrovare Giorgia..davvero incredibile come la tenacia e la forza di volontà possano ottenere quello che si vuole. Tutte siamo cambiate direi nel corso di questi 4 anni. Chi in una direzione chi in un'altra. Come mi sembrano però lontani i tempi in cui anchì'io speravo soffrivo...Visite sentenze speranze. Ora invece mi dedico al lavoro (tanto) al marito e ai nipoti. Rivesto il ruolo di "cool ant" ovvero quella che gli fa fare quello che vogliono, che li porta al mare, al cinema...e alla lettura in inglese. Allo shopping e ai viaggi. La vita tutto sommato non è davvero male.
Marina | Domenica, 16 agosto 2009 @01:23
Giorgia io mi ricordo bene di te, soprattutto il tuo senso dell' umorismo talvolta sarcastico, alcune delle tue sono state le migliori battutte del periodo rosa, se cosi lo vogliamo definire! Sono molto felice per il bel finale della tua storia, ricordo, oltre le battute, anche i tuoi momenti si scoramento soprattutto dopo la botta spagnola.Come si chiamano le angiolette? Spero che tu ti ricordi di me...se no sembro matta! Io pure vado avanti diciamo che vediamo la luce in fondo alla via, anche l' adozione non e' un cammino facile pero' mollare proprio no, passo dopo passo verso la meta. Per adesso sono in vacanza e spero presto di avere la tue stessa sensazione d' incredulita'! Baci e a presto a tutte
Giorgia | Sabato, 15 agosto 2009 @22:37
Cara Lisa e care Pinkgirls (questo nomigliolo ve lo avevo affibbiato io!) certo che sono io! Ma spero che oltre alla commozione per la mia storia vi ricordiate anche dei sorrisi che talvolta poi vi ho strappato.
E' presto detto: mi sono un po' allontanata dal salotto rosa quando questo ha cambiato rotta, la poesia, malgrado per "mestiere" io ne parli ogni giorno, non è che mi piaccia tanto e modaiola... beh, diciamo che dello stipendio d'insegnante se devi pagarti le fivet oltre confine resta ben poco... ma soprattutto io avevo un pensiero fisso, non mi potevo distrarre e temevo che mi sarei lasciata influenzare e avrei cambiato rotta
Comunque... dopo il fallimento (con annesso salasso) spagnolo mi son messa buona buona, ho superato l'anno di prova a scuola per l'immissione in ruolo, ma nel frattempo gli ormoni sintetici avevano ben nutrito i miei fibromi, così ho dovuto affronatre l'intervento in laparotomia per rimuoverli. La mia fortuna è stata trovare un ginecologo con i fiocchi che mi ha seguita scrupolosamente e che mi ha consigliato l'intervento. L'intervento è stato fatto da suo figlio, anch'egli ginecologo con i controfiocchi. Mi sono ripresa prestissimo e dopo pochi mesi ho potuto ritentare l'avventura straniera, stavolta molto più consapevole e preparata. Ho scelto Brno, sia per ragioni economiche sia perchè il centro è all'avanguardia e utilizza ottimi terreni di coltura, trasferendo pertanto blastocisti.
Lo scorso agosto siamo volati a Brno, una ragazza dagli occhi azzurri mi ha regalato 15 ovociti, di cui 13 maturi, 12 si sono fecondati e dopo 5 gg., il 12 agosto 2008, due piccole goccioline sono state trasferite nel mio pancino e hanno deciso che ci stavano bene e che sarebbero rimaste.
Il ginecologo con i controfiocchi mi ha seguita scrupolosamente per tutta la gravidanza, che non è stata facile per l'innescarsi delle contrazioni già alla 27a settimana, ma grazie a lui e alla mia testaccia dura le bimbe si sono convinte a stare dentro ancora un po', fino alla 36a settimana quando lo spazio era ormai troppo poco per due bamboline di due chili e mezzo ciascuna.
E sono nate, con TC, le ho baciate incredula e da allora non mi sono mai separata da loro per più di un'ora, e ancora adesso devo stropicciarmi gli occhi, quando le guardo, per convincermi che non sto sognando.
Ti abbraccio, Lisa, e spero che la mia esperienza possa dar coraggio e fiducia a chi si sente stanco e vorrebbe mollare. E adesso, la poppata!
Sabato, 8 agosto 2009 @16:14
Allora. Sono qui nell’isoletta no wi-fi, dove ho ritrovato tutto: gli ulivi, gli alberi di carrube, l’amaca da cui si sente il mare e si vedono le stelle… Qui ho trovato anche una (temporanea) connessione a Internet di cui approfitto subito. Per cronache di lettura in diretta.
Ho infatti finito "Zia Mame" di Patrick Dennis: un bestseller americano anni Cinquanta, pubblicato ora per la prima volta in Italia da Adelphi (arguisco quindi che "Mame" vada pronunciato "meim", all’americana), una specie di Wodehouse in una Manhattan sofisticata e fané, che ho letto ridendo e che, assolutamente, vi consiglio. Non mi capitava tra le mani un romanzo così divertente da… Cielo, da così tanto tempo? Ritmo fantastico, che regge (quasi) fino alla fine. Insomma: siete ancora in tempo a precipitarvi in libreria.
Il che mi ha fatto pensare: ma quali sono i libri che mi hanno fatto più ridere, nella vita? O, quantomeno, sorridere? Ho provato a stilare una piccola lista:
" In un paese bruciato dal sole" di Bill Bryson, Guanda: lui è un travel writer americano, e il suo spassosissimo resoconto del suo viaggio in Australia, tra birra calda, animali velenosi, orari sbagliati e musei chiusi, mi risolleva ancora adesso durante le mie disavventure di viaggio.
" Sei una bestia, Viskovitz" di Alessandro Boffa (Garzanti). Lui vede lei e si innamora… Conoscete la storia, vero? Ma non se Viskovitz è di volta in volta un leone innamorato di una gazzella, un cane antidroga buddista, un topo da laboratorio che tenta la fuga… Esilarante. E costa solo 8 euro!
"I love shopping" e in genere i primi libri della Kinsella (Mondadori).
"Il padre" di Elizabeth von Arnim e alcuni dei suoi altri romanzi, ad esempio "Cristoforo Colombo" (Bollati Boringhieri).
"Diary of a provincial Lady", di Lady Delafield.
"Lucia in London" e gli altri romanzi del geniale E. F. Benson.
E qui confesso una mia grande debolezza: da ragazzina, prima di scoprire Jane Austen, credo di aver divorato quasi tutto Wodehouse…
Quanto alle cronache modaiole, fortunatamente qui riesco a sopravvivere anche scalza, non ho portato neppure un paio di tacchi, e il dubbio fashionista è solo: caftani o parei? Parei, of course. Detto questo, torno all’amaca e ai miei libri .
LISA | Sabato, 15 agosto 2009 @12:14
GIORGIA, bentornata! Sei proprio tu, vero? Tu che – nei primi tempi del salotto rosa – ci hai commosso con la tua storia; tu, neosposa, che torni dal viaggio di nozze per inciampare nella POF, che ahimé non è un fumetto, ma la sigla di una condanna: menopausa precoce. E adesso, non più aspirante col cuore spezzato, ma mamma! Dunque, Giorgia, raccontaci tutto: raccontaci quale cicogna ha portato le gemelline. E congratulazioni, neomamma.
Giorgia | Giovedì, 13 agosto 2009 @23:06
Sì, tutt'ad un fiato... Lisa, che bello ritrovarti! Simona mi ha avvisata che il tuo blog, di nuovo on line, ci aspetta perchè ne facciamo il nostro salotto rosa... che nostalga, quanto tempo è passato, come siamo cambiate!
Almeno io lo sono. Sulla cassettiera della mia camera da letto ci sono due paia di infradito. Minuscole, appena n° 16. Deliziose. Un paio è a quadrettini bianchi e blu con fiocchetti fiorellini per decorazione, l'altro è di pelle bianca con tanti fiorellini e perline bianchi, rosa, fucsia. E i piedini che le calzano sono altrettanto piccini, quelli delle mie piccoline di appena quattro mesi, il sogno della mia vita fattosi realtà. Prima la ricerca, poi la gravidanza sono state molto faticose, ma è vero, un loro sorriso ripaga di tutto, e loro sorridono sempre!
Con affetto
Giorgia
Ursenna | Martedì, 11 agosto 2009 @11:54
Grazie per i consigli del buonumore. Ne approfitterò, in attesa che giunga agosto anche per me. Un agosto qualunque, basta che non sia solo nostalgia.
ljiuba | Lunedì, 10 agosto 2009 @11:21
Na che bello il nuovo blog! Molto, molto raffinato: brava!
Iniziavo a preoccuparmi dell'inaccessibilità di quello vecchio.
Piacere vero ritrovarti in questo caldo agosto- per me- lavorativo.
Buone vacanze!
Marina | Domenica, 9 agosto 2009 @11:42
Allora anche io sono nell' isola, una sicuramente piu' grande e rumorosa della tua. Ma non mi disturba. Sono sempre collegata in Wi fi. Anche io ho ritrovato tutto, anzi diciamo che ho trovato, stavolta, piu' cose belle delle altre volte. Palma de Malllorca e' una citta' bellissima con i suoi palazzi modernisti che fanno infidia anche a Barcellona e la sua cattedrale sul mare eretta dove sorgeva un minareto, che esiste ancora in ricordo del periodo arabo. Ho trovato una scuola di spagnolo al centro storico, ci vado tutte le mattine con un bus e provo una sensazione piacevole. Mi chiedo come sarebbe vivere in questa citta' anche l'inverno, credo che mi piacerebbe. Intanto mi preparo per l' esame finale della settimana prossima: diploma di conoscenza avanzata dello spagnolo, da mettere nei miei trofei. Poi il pomeriggio vado in una piccola spiaggia vicino casa, non ci sono stranieri solo mare verde e famiglie spagnolo-mallorchine che urlano con i loro bambini tanto quanto noi. Sto prendendo il loro accento, mi dicono, forse, il catalano di mallorca assomiglia nell' intonazione all' italiano. Leggo. Ho finito il terzo tomo di millennium, mi ha lasciata perplessa. Ora sto leggendo i tre libri del premio letterario della cui giuria faccio parte. Sembrano interessanti. E per finire un libro che mi ha fatto morire dalle risate: Non avevo capito niente Diego da Silva, finalista l' anno scorso del premio strega, un gioiellino!

Mi chiamo Lisa Corva, e questo lo sapete. Sapete anche, se siete qui, che credo nel potere delle parole. E della poesia.
Qui troverete i miei Buongiorno: da trasformare in sms, ricopiare sull’agenda, far viaggiare via web… Talismano, oroscopo, cioccolatino, schegge di luce o di consolazione: usateli come volete. Troverete anche le mie interviste, i miei articoli di moda, i miei colpi di fulmine in giro per il mondo. E, ovviamente, i miei libri.
Mi potete anche trovare (a volte) in Piazza Unità a Trieste: la città dove sono nata, dove non ho mai vissuto, ma che continuo testardamente a considerare mia. Se vi avvicinate abbastanza, mi riconoscerete. Se non altro, dal profumo di rose.