Domenica, 28 febbraio 2010 @08:37
Sì, lo so che non si dovrebbe, che è un brutto vizio delle giornaliste di moda o presunte tali. Però mi perdonate lo stesso se vi piazzo qui una parola in inglese, anzi due? Eccole: "utility jacket". Il punto è che non riesco a trovare un altro modo per definire la giacca che tutte, forse, vorremmo questa primavera. La giacca rubata al guardaroba di lui, così come i "boyfriend jeans" (aiuto! Altre due parole in inglese!), quelli un po’ largotti e stracciati, di cui già l’anno scorso ci siamo innamorate (io, almeno, che la scorsa primavera mi sono comprata i primi jeans della mia vita e ci ho scritto sopra un pezzo, ricordate?), e che non vediamo l’ora di tirar fuori dall’armadio, appena metteremo via il guardaroba artico. Ma sì, sto parlando di quella giacca multi-tasche e multi-uso, di ispirazione a metà tra il militare e il meccanico. Meccanico, nel senso dell’uomo aggiustatutto così prezioso nelle nostre vite, quella figura ibrida tra tecnico del computer e idraulico che tutte vorremmo aver sposato. (Io ne ho sposato uno, ma non mi presta la sua giacca, in questo è irremovibile). Adesso, che meraviglia, la maschia "utility jacket" è stata sdoganata anche per le ragazze di tutte le età, e in vari modelli fashionisti, come è giusto.
E adesso arriva la domanda fatale: con che cosa si porta? In questo siamo molto, molto più fortunate degli uomini aggiustatutto a cui la rubiamo: perché noi, certo, la possiamo mettere sopra un paio di jeans, come loro; ma funziona perfettamente anche con leggings e ballerine; oppure, a contrasto, sopra un microabito.
Ma soprattutto, e questo è il vero segreto, il giaccone multiuso ha quello che Vogue ha definito "practical magic" (sì, lo so, altre due parole in inglese, però tanto l’articolo è quasi finito e prometto di non usarne più). Ovvero? Quella "magia pratica" (vero che in italiano non suona così bene?), che ci permette di uscire… senza borsa. Finalmente! Già, perché il giaccone multiuso abbonda ovviamente di maschie e pratiche tasche, dove potremo infilare cellulare, chiavi della macchina, portafoglio, occhiali da sole e rossetto, e sentirci finalmente libere di girare per la città felici e leggere. Senza la nostra amatissima, ma ahimé pesantissima borsa. (Stavo per scrivere it-bag, ma come vedete mi sono trattenuta proprio all’ultimissimo minuto).
(Questo è un articolo che ho scritto per Grazia. Io sono a Milano glam cheap, catapultata nella moda, e oltretutto senza utility jacket)
scritto | Giovedì, 4 marzo 2010 @14:19
con i piu' sinceri complimenti e con ammirazione.Grazie di esistere
Lei e il suo caffè al ginseng | Domenica, 28 febbraio 2010 @22:39
Carissima Lisa, sei a Milano!
Per quanto ti tratterrai? Parteciperai a qualche evento?
Lila | Domenica, 28 febbraio 2010 @18:59
Grazie per i tuoi consigli modaioli Lisa e salutami Milano, una città cui sono rimasta affezionata. Attendo cronache fashion (o mamma: una parola in inglese).
Venerdì, 26 febbraio 2010 @07:27
"Si rese conto che il silenzio era fatto di bisbigli: pioveva dietro la finestra, ma non era una rumorosa pioggia invernale, era una pioggia frusciante, felpata, quasi primaverile. Mormorava, sospirava, raccontava qualcosa scivolando sul vetro, gocciando dai cornicioni, fondendosi col vento. Era come uno sfregamento, come il rumore di una foglia che venga accartocciata…"
(Nina Berberova)
Quel che sussurra la pioggia.
(La frase è della scrittrice russa Nina Berberova, di cui continuo a regalare e consigliare un piccolo libro-gioiello, "Il giunco mormorante", Adelphi. Quella di oggi è tratta invece dal romanzo "Il Capo delle Tempeste", Guanda: storia di tre sorelle, di tre madri diverse, in fuga a Parigi dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Storie d’amore e d’esilio)
Mi sono svegliata, stamattina, con la pioggia che batteva sui vetri. Nel buio del letto ancora caldo ascoltavo, cercavo di capire che cosa mi sussurra, la pioggia.
baramba@hotmail.it | Domenica, 25 aprile 2010 @15:47
Mi chiamo Chiara,leggo ogni giorno quello che scrive nel Buongiorno,ed ho maturato un pensiero,nei mesi.
Dovremmo scrivere qualcosa insieme,sì.
speranza | Lunedì, 1 marzo 2010 @21:20
marina, che bello ritrovarti qui come ai vecchi tempi, ma finalmente con COSE NUOVE e BELLE. Un saluto a te e allo splendido nucleo familiare che si e' formato, come sai io sto qua ancora "in attesa", ma nell'attesa ( in questi anni che mi hanno appena portato ai 40) HO VISSUTO e questo e' gia' bellissimo.
per lisa, sono stata in kenia, il safari e' stata un'esperienza nuova e sorprendente, peccato non avere provato prima.
e, per ultima cosa, suggerisco un film (per chi non l'avesse gia' visto) MERAVIGLIOSO, "IL CONCERTO". Se si ama la musica, e' imperdibile, ridi e piangi mentre lo vedi e neanche te ne rendi conto.
un caro saluto a tutte/tutti, AMANTI di questa vita, comunque sia...
Cam | Lunedì, 1 marzo 2010 @15:51
Dai Lila non essere triste, buttati nella pioggia e nel vento cercando nuove energie. Al tuo D'Annunzio rispondio coi più leggeri Eurythmics (per qualcuno sarà un po' una bestemmia, ma ...).
Here comes the rain again,
falling on my head like a memory,
falling on my head like a new emotion.
I want to walk in the open wind.
I want to talk like lovers do.
....
Ciao
Lila | Domenica, 28 febbraio 2010 @19:05
Piove
una goccia sul mio viso
Piove
i nostri respiri che non sono più
Piove
ascolto il vento
ascolto il mare
tutto mi porta lontano da te.
LISA | Domenica, 28 febbraio 2010 @08:35
Per CLARA MADRE ADOTTIVA: ma quale intrusione? Il blog non è più solo rosa, è di tutti i colori. Ed è stato bello rileggerti. Torna! Per CAM: la pioggia sussurra, il giunco mormora, e noi "ci riempiamo di speranza come nuovo sangue"). Proprio ieri ho comprato due copie del meraviglioso "Il giunco mormorante" della Berberova, regalo per due amici. In libreria, tra le luci al neon, ho riletto l'inizio: ancora una volta stregata, quasi un incantesimo. Per ROMANA: libri e fiori. Ma sai che una mia amica, prima di comprare un libro, lo apre e lo annusa?
SARA STAGISTA | Sabato, 27 febbraio 2010 @15:46
...solo per dirti che la mia pioggia racconta della mia laurea, della fine dei miei studi e dell'avvio di un fortunato (spero) nuovo inizio..:) un abbraccio Sara
Marina (sempre in Marocco) | Sabato, 27 febbraio 2010 @02:05
Clara che bello quanto ho pensato a te in questi giorni! Provo a mandarti stasera una mail con le foto di jadino, ma se non ti arriva mandami una mail tu e ti rispondo. Scusate la comunicazione 'di servizio' ! E' una gioia che cresce ogni gionro, perche' ogni giorno si ha la consapevolezza che qs esserino (che comunque mangia come un matto!) restera' sempre con me, lo vedro' parlare e crescere, lo vedro' sorridere e nuotare. Per ora lo vedo camminare ogni giorno piu' rapido, stupirsi del mondo che non aveva visto e gioire della sua voglia di vivere. Non sento nessuna fatica, non sentiamo le ore di sonno mancanti, magari piu' in la', per ora pensiamo solo al sorriso con il quale ci premia tutte le mattine al suo risveglio. Abbiamo conosciuto qui delle persone meravigliose, coppie e single con storie piene di dolore con tantissimo ancora da dare. Insieme a noi stanno facendo chilometri ed ore di fila tutti i giorni per mettere insieme tutti i documenti e rientrare finalmente a casa. Molti si stanno caricando di bambini con storie e problemi enormi, li invidio e li aiuto finche' posso. Tra poco ognuno tornera' nel suo paese, ma saremo lontani e vicini per sempre, qs giorni e qs bambini ci legheranno. Vorrei ringraziarli tutti, ognuno di loro ci ha insegnato cose preziose, che il nostro dolore non era ne' unico, ne' il piu' forte e tutti con pazienza e tenacia abbiamo trovato questo cammino. Ringrazio Micheline per le belle parole per essere sempre accanto, cosi' come Speranza, so che ce la farete anche voi e presto porverete tutto questo, e poi Silvia che mi segue, presto vi presentero' Jad. E ringrazio tutte voi e Lisa ancora ed ancora. Ma soprattutto ringrazio il Marocco paese MERAVIGLIOSO e la sua popolazione cosi' gentile e disponibile, non dimentichero' mai questo viaggio. E si Lisa alla fine abbiamo adottato qui perche' in Sri Lanka i tempi erano molto lunghi... a presto
Lila (a proposito di pioggia) | Venerdì, 26 febbraio 2010 @23:06
Della vita di Gabriele D'Annunzio, della sua morale, non approvo niente ma c'è una poesia che mi è sempre piaciuta molto.
LA PIOGGIA NEL PINETO
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
Bella vero?
Piove | Venerdì, 26 febbraio 2010 @22:54
Che bella la pioggia quando si è dentro casa sotto le pezze (coperte) e sai che puoi permetterti di riposare un pò di più il sabato e la domenica, che bella la pioggia quando si colora (Lisa capisci vero?), che bella la pioggia quando, appena finita, ci regala quelle bellissime gocce di rugiada. Devo dire, Lisa, che io preferisco il sole ma anche la pioggia ci fa dei bellissimi regali e forse ci fa apprezzare ancora di più una nitida giornata di sole. Un soffio a Marina e a Clara. p.s. la canzone naturalmente è del mitico Lorenzo Cherubini. Lila
micheline | Venerdì, 26 febbraio 2010 @17:38
Grazie Marina,sei la mia forza.In un'attesa dove la pazienza si perde facilmente,dove pensi di non farcela perchè trovi degli ostacoli,perchè forse non ti senti pronto,perchè hai paura di una cosa così grande :IL DONO DELLA VITA,che non cresce dentro te ma in un'altra donna,che un giorno inconsapevolmente ti farà felice e ti farà piangere di gioia...io guardo te,Nazim e Jad nelle bellissime foto e mi dico DAI ce la farai.Grazie mia meravigliosa amica per tutte le belle cose che mi hai insegnato:pazienza,tenacia e amore.Un bacio a Jad mio nipotino virtuale
Romana | Venerdì, 26 febbraio 2010 @16:35
apprezzo il tuo modo di invitarci alla lettura. Per quanto mi riguarda, i regali piu'graditi sono i libri e i fiori, specialmente se profumati (i fiori).A proposito di pioggia, ricordo che uno dei miei figli, da piccolo, correva in giardino ad accogliere la pioggia a braccia aperte e con le palme delle mani rivolte verso il cielo.Credo continui ancora a farlo. Non usa quasi mai l'ombrello. Io preferisco la leggerezza e il silenzio della neve.
Clara aspirante madre adottiva-il ritorno | Venerdì, 26 febbraio 2010 @16:06
Ciao Lisa leggo sempre il blog e leggo sempre i commenti.Ho poco tempo da quando è arrivato il mio bimbo dallo Sri Lanka, ma la notizia di Marina, della quale non avevo più notizie, mi ha veramente riportata al vecchio blog.Sono molto felice per lei e suo marito, auguro loro la felicità e la gioia che mio figlio sta regalando a noi.
Noi ora siamo in attesa della seconda adozione.Scusate l'intrusione.
Cam | Venerdì, 26 febbraio 2010 @15:38
Cara Lisa, cosa sussurra quel silenzio fatto di bisbigli che intercorre tra suoni di gocce che battono sui vetri? Un silenzio che passa quasi sempre inosservato, cui quasi mai si presta attenzione e che invece probabilmente parla, incompreso. Intervalli silenziosi, spazio immateriali in cui immergerci per esplorare i territori sconosciuti di quella nostra identità di cui nessuno sa nulla, forse nemmeno noii. Qualcosa di simile o che forse sta ancora più in là di quella terra di nessuno (la "no mann's land" di Nina) in cui rifugiarci per "incontrare noi stessi".
Hai lanciato un sasso nello stagno, cara Lisa. Hai smosso quel velo opaco che si forma in superficie e che troppo spesso ci impedisce di guardare l'universo che sta sotto il pelo dell'acqua. Io, incuriosito, mi sono tuffato in questo nuovo mondo per cercare di conoscerlo un po' meglio e quel "Giunco mormorante" (pianta che solitamente cresce in prossimità degli stagni e che oscillando sembra emettere suoni simili a mormorii di persone) è già nella lista dei miei prossimi acquisti.
La mia speranza è che, respirando un po' l'ossigeno che tu e gli affezionati del blog riuscite a farmi arrivare, si avveri - almeno in parte - quella che Nina, con parole profetiche, racconta all'inizio del suo libricino: «Nella vita di ognuno esistono momenti quando la porta sbattuta all’improvviso e senza alcun visibile motivo di colpo si riapre, quando lo spioncino chiuso un attimo fa viene di nuovo aperto, quando un brusco "no" che sembrava irrevocabile si muta in "si", momenti in cui il mondo intorno a noi si trasfigura, e noi stessi ci rempiamo di speranza come di nuovo sangue.»
marlene | Venerdì, 26 febbraio 2010 @13:35
mi somigli
Andrea Rényi | Venerdì, 26 febbraio 2010 @09:46
Stupenda citazione, mia ha fatto venire la voglia di leggere il libro. Grazie Lisa, mi fai cominciare sempre bene le giornate.
Giovedì, 25 febbraio 2010 @07:42
"Avevo comprato a Villa San Giovanni qualcosa da mangiare, pane e formaggio, e mangiavo sul ponte, pane, aria cruda, formaggio, con gusto e appetito perché riconoscevo antichi sapori delle mie montagne e persino odori, mandrie di capre, fumo di assenzio, in quel formaggio".
(Elio Vittorini)
Tutto quello che c’è, nel cibo della nostra terra, della nostra infanzia: paesaggi interi, notti, colori; un mondo di cui sentiamo ancora intero, in bocca, il sapore.
(La frase dello scrittore siciliano Vittorini, che ho scelto per la mia rubrica di City oggi, è sfilata da "Conversazione in Sicilia". Ma io l’ho presa da un’antologia che mi ha regalato un’amica innamorata di quella terra: "Cento Sicilie", Bompiani, a cura di Gesualdo Bufalino e Nunzio Zago)
Cibi dell'infanzia, cibi del passato: qual è il vostro?
Lei e il suo caffè al ginseng | Venerdì, 26 febbraio 2010 @00:56
Infanzia: mi sa di acqua e zucchero quando non dormivo e di pasta e fagioli! Ma più di tutti il vietatissio Estathè! Ero spesso inappetente e mia mamma mi vietava di berlo perchè a suo dire toglieva l'appetito, allora lo bevevo rubando un sorso dalla cannuccia di qualche bambino. Adesso lo posso bere dalla bottiglia e a grandi sorsi. Mia madre con quel divieto non poteva farmi regalo piu' grande, oggi ad ogni sorso sento ancora il sapore della conquista!
Rafaledevent.splinder.com | Giovedì, 25 febbraio 2010 @22:46
Il cibo della mia infanzia non esiste praticamente più ed è come se mi mancasse oggi quel pezzo di vita , così come si sono perduti nel tempo quei giochi col cerchio della bicicletta, le frecce con le stecche degli ombrelli , con le piastrelle e il sussi ecc. ecc. Del resto tutto muta e cambia velocemente e se si vuole sopravvivere in un mondo di adulti in cui gli adulti non esistono più dobbiamo reinventarci il mondo. Buona serata .R
Lila | Giovedì, 25 febbraio 2010 @22:13
Ci sono vari cibi che ricordo dell'infanzia. Il primo è la classica fetta di pane bagnata con sopra lo zucchero, poi c'è la pannocchia abbrustolita che, se ci penso, ancora adesso mi viene l'acquolina in bocca. Ed infine il basilico, un'erba il cui profumo mi fa impazzire. E tu Lisa hai un cibo che ti ricorda l'infanzia?
Viv | Giovedì, 25 febbraio 2010 @20:12
Ciao Lisa, il mio cibo dell'infanzia è purè di patate e carote! Magari non è appetitoso come altri, ma dentro c'era tutto l'amore della donna che mi ha cresciuto: la mia tata Angela... Ancora posso sentirne l'odore quando ci penso. E' il mio cibo dell'amore! E non l'ho preparato mai per nessuno...Che strano!
carla | Giovedì, 25 febbraio 2010 @18:46
Il mio cibo dell'infanzia è il ricordo della conserva di pomodoro che la mia nonna faceva tutte le estati. Era coinvolta tutta la famiglia e noi bambini sapevamo di essere cresciuti perchè ogni anno lei ci assegnava un compito: lavare i pomodori, travasare la salsa nelle bottiglie, sigillare i tappi... ecc.
Mi piace questo ricordo perchè ricorda quel film "Come l'acqua per il cioccolato" dove la cucina è quella trasmessa dalla famiglia e dove tutti partecipano con il loro contributo.
Non se sia capitato solo a me, ma la giornata di oggi mi ha messo una strana euforia: il sole tiepido, il cielo azzurro Milano è splendida in giornate come queste!
Possiamo tirare fuori le nostre camice bianche?!
Aria | Giovedì, 25 febbraio 2010 @14:53
Odore di origano in estate, di vincotto a Natale, di erba fresca in primavera e di caldarroste in autunno.
Cam | Giovedì, 25 febbraio 2010 @14:40
I cibi della mia infanzia hanno ora un retrogusto amaro. Il loro ricordo è acido per il mio stomaco. Vorrei esplorare nuovi sapori con le mie papille, sapori di terre fresche e lontane: spezie d'oriente e mari del sud. Nuovi profumi vorrei invadessero quei locali, ventate d'aria fresca a rimuovere odori stantii. Nuova luce per dar risalto a colori pieni di vita ed energia: oro, rosso rubino, giallo zafferano, ocra, arancio, verdi dalle mille sfumature in terraglie color del cielo disposte su condide tele . Vorrei esplorare novi mondi perchè al passato proprio non voglio pensare.
Marina | Giovedì, 25 febbraio 2010 @14:08
l' odore del pomodoro sul pane un po' inumidito con olio e sale, odore di panzanella, di casa di merende al sole capitolino, con mamma e fratello, sono sempre stati con me anche nel freddo nord. E che odori e sapori si portera' mio figlio? Quelli della sua terra o della mia? Ma forse non sono poi cosi' diversi, e' sempre lo stesso sole, del sud, di gente calda, di olio, limone e miele, lo stesso ceppo del meridione. Si portera' con se' questi primi giorni fantastici che passiamo insieme, con lui che sta appiccicato come se avesse paura di perdersi questa nuova mamma. Non sa che non mi perdera' mai, e cosi' lo guardo e gli canto la pappa col pomodoro, perche' nella sua testolina rimangano le prime parole in italiano della sua vita che cambia!
Sabrina | Giovedì, 25 febbraio 2010 @09:26
Anche a me è sempre piaciuto il viaggio sul traghetto, mangiare gli arancini sul ponte e piano piano guardare l'avvicinarsi dei monti..Che bella la Sicilia, anche il paesaggio sembra emanare il calore della sua gente!
Arcangela | Giovedì, 25 febbraio 2010 @08:54
Sento odore di salsedine, di distese infinite di fiori selvatici, e di melanzane fritte a prima mattina! Ops, sto sognando la mia Puglia. Buongiorno Lisa
Mercoledì, 24 febbraio 2010 @08:10
"E ora sono
così uguale a te, madre,
che non mi riconosco dentro il vetro
di quel ritratto tuo così presente.
Se sapessi che tutto
quello che ho odiato di te e maledicevo
adesso in me lo scopro
così esatto e recente come il cerchio
d’una pietra nell’acqua, ripetuta".
(Juana Castro)
Quanti anni, anni di distanza e litigi e cancellazioni; quanti anni ci sono voluti, per guardarmi allo specchio e vedere te. E provare solo una scintilla di fredda, serena meraviglia.
(Ancora poesia spagnola: i versi di oggi, di Juana Castro, sono tratti dall’antologia "Io sempre a te ritorno – Poesie per la madre", Crocetti)
vanessa | Venerdì, 26 febbraio 2010 @18:06
qst poesia mi fa pensare tanto a mia madre perche parlavo qualche volta male su di lei e allora nn credo k sia bll parlare male delle prsn mi piace tanto
LISA | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @20:28
Resta, GIUSY, un frammento di vetro nel cuore.
Lila | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @18:41
A me risulta difficile dire "Ti voglio bene" a mia madre. Magari glielo faccio vedere a modo mio. Varie persone mi dicono che assomiglio a lei mentre altre mi dicono che nei modi assomiglio a mia sorella (ma io dove sono?). Naturalmente scherzo, so di avere una mia personalità diversa da quella di mia madre. Per Cam: mi farà piacere scrivere per VOI ogni volta che ne sarò in vena. Ma non sempre riesco ad essere così poetica e poi ho paura di essere mazziata dall'Autrice che non vuole che qui si parli solo di poesia. Un soffio
Sabrina | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @17:56
Mio padre, secondo me, da un po' di tempo a questa parte soffe di depressione e non riesco a farlo capire a mia madre, che non vede la situazione come la vedo io. E'strano a volte come tutto cambi; mentre prima pensavo al modo per andare via, ora sento invece che la vicinanza è indispensabile.
Anna dalla stalla di Versailles | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @17:32
A me è successo diversamente, invece che dallo specchio me lo sono sentita dire da mio fratello, assomigli tanto alla mamma ...... Che guizzo nel cuore ..... Grazie Lisa.
Anna
Cam | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @16:54
A volte riesci a vedere quei cerchi concentrici quando quella MADRE ti è ancora - per poco pochissimo tempo - di fronte e allora fai corse disperate perchè anche lei riesca a vederli standoti ancora - anche solo per un attimo - di fronte.
Come condensare tanta intensità in un solo attimo?
Gabriella | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @16:02
Purtroppo in vita non si riesce ad apprezzare i genitori.Solo quando se ne sono andati li si rimpiange e si rimane con lo strazio nel cuore per non aver fatto di più, per non aver loro detto parole dolci, per non averli fatti felici con poco.
Giusy | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @14:37
Come mi ritrovo in questa poesia! Mi ha ricordato i conflitti tra figlia e madre, comuni a tante di noi, poi, quando tutto tace perchè i genitori se ne sono andati, resta una spina nel cuore. Siamo in tanti ad averla. Sei d'accordo Lisa?
Martedì, 23 febbraio 2010 @07:15
"Credevo di sapere un tuo nome per farti ritornare. Non lo so o non lo trovo forse. Sono io quello che è morto o che ha dimenticato, mi dico, il tuo segreto".
(José Angel Valente)
Credevo di sapere il tuo nome. Credevo bastasse chiamarti, pensarti, amarti. Credevo bastasse la forza del mio desiderio. Credevo. Ma forse devo aspettare: aspettare che sia tu, a pronunciare il mio nome. Solo così – con un piccolo incantesimo - potrò di nuovo esistere, per te, con te.
(José Angel Valente è un poeta spagnolo scomparso nel 2000: il Buongiorno di oggi è tratto da "Poesie 1953-2000", Metauro Edizioni)
annael | Domenica, 28 febbraio 2010 @09:05
L'uomo che amo mi chiamava per cognome,ed io a lui.Per nome solo quando qualcosa non funzionava tra noi due.Da quando non è più con me,detesto chi mi chiama per nome.Lo detesto.
scintilla | Giovedì, 25 febbraio 2010 @09:17
questa poesia mi ha accompagnato per parecchio tempo... le tue riflessioni poi sono uniche.
Complimenti.
Cam | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @16:46
Cara Lila, se "La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve" (il Postino) allora la poesia non è della persona per cui la si scrive ma per coloro che la sentono propria.
Regalaci altre "Poesie lampo per" ... NOI
E v a | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @12:05
ti adoro...sei la mia fonte continua di riflessioni e conoscenza,ogni mio giorno si arricchisce visitandoti e appropriandomi del tuo sapere e delle tue parole.
grazie*★♥´*♥♪♫*¨*•.¸¸
LISA | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @08:08
Per LILA: poesie lampo per Lisa, certo che mi piace! Per PAOLA e per GLISS (a proposito, bello il tuo nickname, come mai l'hai scelto?), grazie. E' bello sapere che le schegge di poesia vengono raccolte con un sorriso. (E raccontatemi in che città le raccogliete, raccontatemi quanti anni avete, chi siete... L'Autrice è molto curiosa e ci tiene a conoscervi).
Lei e il suo caffè al ginseng | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @02:09
Che lama affilata queste parole.
- Credevo bastasse la forza dl mio desiderio - no, non è bastata, nemmeno la forza dell'amore.
Perchè il mio dolore peggiora giorno dopo giorno anche dopo settimane?? Quando finirà questo incubo?
Lila | Martedì, 23 febbraio 2010 @21:59
Questa piccola poesia scritta al volo rientrerà nella cartella Poesie lampo per Lisa, ti piace l'idea? Soffi per tutti
p.s. poetessa, dove sei?
Lila | Martedì, 23 febbraio 2010 @21:56
Il tuo nome è in una foglia, in quella goccia di rugiada che,
lentamente, scende,
è in una nuvola,
in una stella
nel mio angolo blu di cielo.--
Spero ti piaccia Lisa questa mia piccola poesia. Il tuo buongiorno ed il tuo commento oggi sono strabelli. Grazie, Lisa
paola | Martedì, 23 febbraio 2010 @21:15
E' ormai un anno che conservo i ritagli del tuo" Buongiorno". Mi piace rileggerli e condividerli con le persone più care.. E stasera ti rivolgo il mio Grazie: per le poesie, gli spaccati di vita, le fotografie e le emozioni vissute e trasferite in poche parole a noi lettori frettolosi che cerchiamo in pochi minuti, sull'autobus, al semaforo, in coda, di trovare un angolo unico, intimo e personale: l'incontro con il tuo pensiero ed il tuo sentire.
Gliss | Martedì, 23 febbraio 2010 @18:30
ciao Lisa ! è bello leggere tutte le mattine quelle 14 righe in alto a sinistra su City... grazie per il dolce buongiorno che riesci a darmi ogni volta ! A volte rimango senza fiato perchè è come se stessi leggendo dentro la mia anima. Buona continuazione.
Viv | Martedì, 23 febbraio 2010 @16:25
L'uomo che amavo era l'unico che mi chiamava con il mio nome per intero ed io altrettanto...Non volevo usare diminutivi perchè volevo che lui sapesse che era proprio lui che amavo, non un "tesoro" o un "cucciolotto", ma un uomo tutto intero con tutta la sua storia che cominciava proprio con quel nome e lui ha restituito interezza a me facendo lo stesso. Pronunciava il mio nome ed io esistevo per lui, con lui...
Pablo | Martedì, 23 febbraio 2010 @14:52
Ciao Lisa, complimenti per le scelte di questa settimana.
Un suo nome, tra tutti quelli che usiamo con la persona che amiamo. A volte si rinnovano per farci guardarla con occhi puliti dalla quotidianeità. Un nome, come un mantra, che riesca a far tornare la sensazione amata.
Ma a volte non resta che rassegnarsi, razionalizzare e dire che forse siamo noi che abbiamo dimenticato il codice segreto che ci legava, che ci rendeva unici e diversi tra tutte le persone che ci circondano.
baci
Ermione | Martedì, 23 febbraio 2010 @10:48
All'inizio è stata lei a dimenticare il mio nome e a lasciarmi andare.. Ora siamo io e tutto il dolore che ho provato e che provo ad aver dimenticato il suo di nome.. Non credo più negli incantesimi ma grazie, Lisa, per l'ennesimo tuo buongiorno che ha saputo arrivare dritto al mio cuore..
INCANTESIMO | Martedì, 23 febbraio 2010 @09:49
CIAO ,SONO MAURO ,UNA RIFLESSIONE :NON POTEVI INVENTARLO IL SUO NOME?
V.I | Martedì, 23 febbraio 2010 @08:36
più forte lo chiamerò
perché non voli
via dalla mia mente.
IL TUO NOME
Lo scriverò su tutte le pagine del mio cuore…
ancora mille volte e poi ancora.
Così rimarrà in eterno … come l’amore … unico sigillo più caro.
Lunedì, 22 febbraio 2010 @07:17
"Non c’è sonno che basti per il tuo vuoto".
(Ada Salas)
Non ci sei. Sei altrove, lontano da me. Mi rimane solo la tua ombra: il desiderio che provo per te. Ma come mi graffia, ogni giorno, la tua assenza. Come sono lunghe le notti, che scavano nella voglia di te.
Il verso che ho scelto per City oggi, lunedì 22 febbraio, della poetessa spagnola Ada Salas, è un regalo di Pablo, lettore del blog. La poesia per intero è:
"In quale paese andrò a cercarti
adesso che riposi accanto a me
in forma di desiderio
uomo
la cui bellezza conoscevo
appena. Ogni giorno mi cinge
il suo cilicio di assenza.
Mi hai ferita di vita attraverso la tua morte
e non c’è sonno che basti per il tuo vuoto".
V.I | Lunedì, 22 febbraio 2010 @19:16
VERRO’ A CERCARTI
Sull’arduo colle ti ho lasciata
da cent’anni.
Sussulta il rigagnolo a notte,
lungo i rialzi nel giunco
ricurvo.
Come allora è quieto
il borgo,
verrò a cercarti lungo quei viali
di ricordi!
Torno vivo come allora
nel giorno,
dove tu ancora aspetti … che io ritorni.
Adele | Lunedì, 22 febbraio 2010 @16:09
Non sono così sicura che questa poesia, intrisa di sofferenza così carnale sia dedicata a un soggetto maschile. "..in forma di desiderio uomo.." Questo dubbio la rende, almeno per me, molto intrigante.
Lila | Lunedì, 22 febbraio 2010 @16:03
Questa poesia da quanto è bella mi fa commuovere. Questo vuoto l'ho percepito in alcuni momenti. Ringrazio te, Lisa, e Pablo che ci ha permesso di conoscere un'interprete così profonda. E' vero, non occorre la morte fisica per sentire tanto l'assenza di una persona che abbiamo amato.
Giusy | Lunedì, 22 febbraio 2010 @12:14
Intensa, la poesia di oggi.
Cambio argomento per rispondere alle tue domande. ho 67 anni, i piedi a Roma, la testa a Milano e il cuore a Trieste.Sai, Lisa, leggerti giova al mio umore: Una specie di effetto lifting, in senso figurato, s'intende!
Ultima cosa: l'anonimato è stato involontario perchè sono alquanto maldestra con questo aggeggio.
LISA | Lunedì, 22 febbraio 2010 @09:07
Grazie davvero, Pablo, per avermi/averci regalato i versi di Ana Salas, e anche per le tue parole di commento. Sai, pensavo alla morte come morte; e invece è bellissimo, e struggente, interpretare quella morte come assenza di chi amiamo.
Pablo | Lunedì, 22 febbraio 2010 @07:19
Io penso che la poesia parli dell’assenza di quest’uomo, non del dramma della sua morte. Si parla di riposo accanto alla donna, di desiderio, di bellezza, non sono sensazioni da associare alla morte fisica. Il cilicio d’assenza la cinge, cioè è sensuale, è ferita di vita…. dalla morte di questo rapporto, che per lei è la morte stessa dell’uomo, e quasi di se stessa in questo acuto di dolore … sempre sensuale.
Non c’è sonno che basti al suo vuoto, è sempre il letto il luogo dal quale si pensa l’uomo, il letto dove hanno fatto l’amore. Sono i baci, gli abbracci, la passione che le mancano. Non è un funerale, è sesso, così bello.
Sabato, 20 febbraio 2010 @10:17
Ci sono poche cose certe nella vita. Una di queste è che una camicia bianca salva (quasi) tutto. Le altre fashion-verità incontrovertibili sono che a vestirsi solo di nero non si sbaglia mai, che con i tacchi si cambia faccia, che bisogna scegliere tra mostrare le gambe o la scollatura, e… quando sarò arrivata al decalogo perfetto penso che proporrò un pezzo. Per ora limitiamoci alla camicia bianca. Anzi, le camicie bianche , al plurale: quelle che potremo comprare questa primavera. Le guardo e penso: ma com’è possibile averne fatto a meno per così tanto tempo?
Già. La camicia bianca ci salva, ma d’inverno ce la dimentichiamo sempre nell’armadio. Non è un caso: è che per farla sfolgorare non bisogna mortificarla sotto giacche, doppi e tripli maglioni, soprabiti e cappotti. Risplende soprattutto quando è da sola, semplice e abbagliante, portata sopra un paio di jeans, e con il vento nei capelli. (Il vento nei capelli l’ho aggiunto io, ma insomma, rendo l’idea?).
Uno dei segreti della camicia bianca è che possiamo esagerare, e nessuno se ne accorge. E’ uno chic quasi sempre sottovoce. Funziona sia abbottonatissima, sia portata aperta con nonchalance sulla scollatura. Può essere a blusa con citazioni etno-folk, con le ruches, a maniche corte, a kimono, o smanicata, con scollo all’americana e legata in vita da un fiocco…
L’importante è come portarla: visibile, decisa, scenografica. Senza compromessi. Per questo non mi piace abbinata a sciarpe o collane ingombranti: deve avere spazio, non bisogna smorzarne l’effetto. E quindi sopra i pantaloni, se possibile non infilata nella cintura; perfetta sopra i jeans. E sopra gli shorts, come propongono gli stilisti questa primavera? Mah, se avete il coraggio… E la gamba, s’intende.
Posso riassumere con un solo aggettivo? La camicia bianca è democratica. Perché si trova sia firmatissima sia low cost, ed è bella comunque. Perché sta bene in qualunque occasione. E perché, soprattutto, sta bene a tutte, a prescindere dalla taglia: anzi, dona particolarmente alle più curvose. E adesso speriamo che il termometro si decida a salire, per tirarla fuori dall’armadio.
(Questo è un articolo che ho scritto per Grazia. Le mie camicie bianche sono ancora nell'armadio)
LISA | Lunedì, 22 febbraio 2010 @07:21
Per l'ANONIMA CON CAMICIA BIANCA: se ho fatto bene i conti dovresti avere 65 anni, giusto? Benvenuta! Ora che hai vinto la timidezza, mi racconti anche da che città scrivi? Per ANTO CONFUSIONARIA: la stella brilla... E spero che brilli presto anche sul bambino - i bambini - che arriveranno nella tua vita. Per MICHELA GOLOSA DI CATALOGHI: mi sa che nel guardaroba di Alba de Céspedes c'erano solo abitini, tailleur e fili di perle. Ma sono contenta che la camicia bianca ti abbia finalmente convinto a scrivere!
Viv | Sabato, 20 febbraio 2010 @20:17
Che bello!!! La camicia bianca, i jeans e il vento nei capelli...Per anni non ne ho portata una convinta che non si addicesse a me perchè il bianco mi fa sentire sempre un po' a disagio con le mie curve, ma mi sentivo in perenne vacanza l'estate scorsa e in vacanza si può tutto...L'ho tolta dall'armadio e me la sono messa, persino con un bottone in più slacciato e mi sono sentita felice guardandomi riflessa nel suo sguardo: voleva dire sei semplice e ancora più bella.
Adesso riposa sulla gruccia e attende: toglierla dall'armadio di nuovo vorrà dire tante cose...
Anonimo | Sabato, 20 febbraio 2010 @15:31
anch'io ho vinto la timidezza e ho deciso di invadere questo spazio. il motivo è il seguente: le camicie bianche fanno parte del mio guardaroba dagli anni dell'adolescenza, parlo di cinquant'anni fa. Intanto sono indice di pulizia: guai indossarne una che non sia immacolata. le camicie bianche devono essere impeccabili e abbinate con gusto. Il bianc o da solo non basta: ci vole qualche ricamino, un nonnulla di fantasia. In primavera inoltrata avranno sul mio esile corpo il giusto riconoscimento. Grazie per avermelo ricordato.
antoconfusionaria | Sabato, 20 febbraio 2010 @12:42
E' tanto che non scrivo e non mi siedo in questo salotto . Un anno fuori casa , poco tempo e "varie " non mi hanno lasciato molto tempo per "me" , per le mie amiche , per la mia vita . Ho persino trascurato il blog Castellano di Versailles. Oggi mi sono presa una "vacanza " , ho deciso di non fare nulla e di sedermi davanti al pc . Ho già espresso e condiviso in privato la mia felicità per la notizia di Marina . Non potevo avere occasione migliore per ri-fare capolino sul tuo blog , Lisa . Non potevo proprio esimermi dal farlo . Perchè le parole di Marina mi toccano molto da vicino . Sono esattamente le stesse emozioni che mi aspetto di provare quando sarà "il mio turno " . La mia "gravidanza" , da aspirante madre adottiva , dura ormai da 4 anni . La cosa meravigliosa che sta capitando a Marina mi allarga il cuore , mi riempie di gioia e di speranza . Mi scoppia il cuore al pensiero che un giorno potrò essere io a piangere guardando il mio bambino/bambina(bambini , perchè no ?) dormire nel nostro letto . Tanti auguri a Marina e consorte per il "resto" della sua nuova vita . Un bacio a tutte le amiche del blog . Anzi "dei blog " .
Ps. Camicia bianca : sono perfettamente d'accordo con te Lisa .
Ps. 2 hai sempre la mia stella ?
Ciao !!!
Michela | Sabato, 20 febbraio 2010 @12:04
Cara Lisa,
come sempre interpreti perfettamente il mio pensiero ! Anch'io sono convinta che la camicia bianca sia un passepartout ottimo per tutte le occasioni. Da quando l'ho scoperto i dilemmi mattutini davanti all'armadio, quando non c'è niente che mi ispira e tutto quello che possiedo mi annoia e mi sembra vecchio e stravisto, mi risolvo ad afferrarne una e mi sento a posto, addirittura chic (cosa che mi capita di rado).
Bisognerebbe analizzare il perché di questo fascino intramontabile, ci sarà una motivazione storica, o forse psico-sociologica ?
Posso azzardare che Alba portasse camicie bianche ? Sicuramente ne era una fedelissima la mia amata Mila Schon !
p.s. Vedi che ho vinto la timidezza e ho scritto sul blog ?
Venerdì, 19 febbraio 2010 @07:36
"Avevi l’abitudine di andare ogni mattina a spiare l’arrivo della luce in
giardino. Con in mano la prima tazza di caffè, coglievi la fortuna di esistere, di risvegliarti con la natura qui, in questo angolo del pianeta, di rianimarti e di toccare terra, prima di affrontare lo sforzo di vivere… Respiri avidamente il giorno nuovo, inedito, e capisci che questo, niente più di questo rappresenta ancora la felicità: bere l’aria scura".
(Colette Nys-Mazure)
In un’alba nuova.
(Colette Nys-Mazure è una poetessa belga, e vive in Francia. I versi mi sono stati "regalati" da un’amica: da lei imparo che felicità è davvero anche questo, bere l’aria scura)
Cam | Mercoledì, 24 febbraio 2010 @16:39
Grazie Lisa e grazie Lila (solo una sillaba distingue i vostri nomi).
Grazie per aver esaudito la mia richiesta d’aiuto e per aver pensato che qualcosa potesse essermi d’aiuto. Qualcuno parla di affinità elettive: è bello scoprirle quasi per caso, scovandole a volte là dove mai si sarebbe pensato poter trovare qualcosa, forse perché troppo a lungo si è stati dietro un vetro blindato ad osservare i fiocchi di neve cadere senza avere il coraggio di uscire e gustarne sensazioni e brividi quando questi ci sfiorano le guance .
La poesia, quelle emozioni che voi trasmettete e volete condividere con altri sono per me una ciambella di salvataggio in questi giorni in cui la sofferenza di una persona a me molto vicina sta consumando tutte le mie energie. La sofferenza (del corpo e dell’anima) è un buco nero che fagocita e distrugge tutto quanto ricade nel suo nefasto raggio d’azione.
Spero di resistere come quel giacinto d’inverno, spero che il sole riesca a sciogliere questo prato di dolore e … che la poesia mi sia compagna verso quello che ora sembra un impossibile lieto fine, but sometimes …
PS: un grazie a tutte quelle persone che, sedute in attesa dietro quella porta che hanno disegnato, non hanno chiuso il loro cuore a ciò che accade oltre quella porta e a tutti noi che stiamo fuori regalano i loro pensieri, le loro emozioni cogliendo e facendoci cogliere la bellezza di ogni attimo presente che è l’unico che ci è concesso vivere perché il passato - che abbiamo sempre di fronte - è qualcosa che più lo si fissa più si allontana mentre del futuro - che ci assale alle spalle - nulla ci è dato sapere.
LISA | Lunedì, 22 febbraio 2010 @20:52
CAM, "Sometimes" è una poesia dell'inglese Sheenagh Pugh che avevo usato per un Buongiorno di primavera. Purtroppo l'archivio non è in rete (mi dicono che mi costerebbe troppo caricare gli anni passati!, così l'Autrice autofinanziata ha dovuto rinunciare), ma ho riscritto i versi, su richiesta di Lila, tra i commenti del post dell'11 febbraio, quello intitolato "Il miele delle cinque". Buona lettura. Spero che ti portino luce e non aria troppo scura...
Cam | Lunedì, 22 febbraio 2010 @17:24
Cara Lila (o chiunque altro possa aiutarmi) , ho cercato "Sometimes" con poco fortuna. Riuscite a recuperare quei versi. Da poco vi seguo e in questi flash di poesia ricerco qualcosa che mi possa aiutare a superare questi giorni in cui l'aria scura è amara come il fiele.
MALU 63 | Domenica, 21 febbraio 2010 @19:47
Per Marina, le lacrime di gioia sono sempre quelle più belle, dal profondo del cuore ti auguro una nuova vita piena di felicità da scoprire ogni giorno nuova con il tuo piccolo Jad e il tuo consorte, una nuova vita inizia per la vostra famiglia, auguri da una vecchia pinks, hai ragione a dire che questo blog e Lisa con il suo libro ha aperto la strada ad ognuna di noi.
Aria | Sabato, 20 febbraio 2010 @10:27
Un lungo abbraccio per Marina, che ora sa che cosa voglia dire essere fertili veramente.
LISA | Sabato, 20 febbraio 2010 @10:14
Per MARINA A BRUXELLES MA ORA IN MAROCCO: scrivici ancora, le tue parole brillano. Io (ed Emma) siamo così felici per te. (Ma sai che ero convinta che il tuo bimbo dovesse arrivare da Sri Lanka?).
LISA | Sabato, 20 febbraio 2010 @10:12
Per LILA: grazie della cronaca bookclub. Sono molto orgogliosa che la mia amica Chicca Gagliardo vi sia piaciuta. Lei, e il suo libro: "Lo sguardo dell'ombra" (Ponte alle Grazie), storia di un'ombra che si è staccata da un corpo e che incontra, nel centro di Milano, Agnese, una donna che profuma di riccio di castagna chiuso, il profumo di passione spenta...
Lei e il suo caffè al ginseng | Sabato, 20 febbraio 2010 @06:35
In queste ultime settimane vivo tutto il giorno da sveglia e l'alba è il momento che mi fa piu' paura perchè so che sta cominciando un nuovo giorno senza di lui e più passeranno le ore di quella giornata piu' sarà lontano da me. Al mattino presto ho sempre bevuto aria color pastello, adesso è scura.
@MARINA: nelle tue parole si legge davvero la gioia della tua nuova vita! Buon viaggio.
Marina a Bruxelles (ora in Marocco) | Venerdì, 19 febbraio 2010 @23:47
Si sono io, qui nella splendida citta' di Meknes, con mio marito e il mio bambino Jad ed e' la prima volta che riesco a scriverlo, perche' oggi voleva stare sempre con me e ha detto ma ma, un abbozzo di un amore infinito...grazie a tutte, lo ripeto, anche attraverso voi ho spauto che qs era la mia strada!
V.I | Venerdì, 19 febbraio 2010 @19:51
Nessuna abitudine se non quella di andare al lavoro, ogni mattina spio tutte le albe quelle buie e quelle più chiare in quel tragitto che mi porta a Milano, anche quelle che incontro all'angolo del bar dove gusto il mio caffè caldo. Poi torno quando giunge sera!
Lila | Venerdì, 19 febbraio 2010 @18:50
Ieri il gruppo di lettura Amarganta ha avuto la fortuna di incontrrare Chicca Gagliardo la scrittrice dello "Lo sguardo dell'ombra". Abbiamo parlato di come l'ombra si sia impossessata del racconto e abbia voluto raccontarsi e poi Chicca ci ha fatto vedere un bellissimo filmato in cui lei partecipava ed erano fatti una serie di scatti ma a venire fotografata non era Chicca ma le sue ombre e le ombre intorno a lei. E' stato bellissimo e soprattutto è stato bello il clima che c'era proprio perché tra noi si è ormai instaurato un bel feeling.
Lila | Venerdì, 19 febbraio 2010 @18:43
Strano no? Ieri hai parlato della morte, oggi dello sforzo di vivere. Voglio bere anche io l'aria scura e respirare quanto più ossigeno possibile. Voglio anche io sperare in un'alba nuova dove, in ogni alba, possa sentire la fortuna di essere viva. Per Cam: forse dovresti rileggerti una poesia che Lisa propose diverso tempo fa e che si intitola Sometimes. Un abbraccio forte a Marina e al suo bambino.
Ely | Venerdì, 19 febbraio 2010 @17:21
Marina, sono talmente felice per te, abbraccio forte te e il tuo piccolino. Evviva!
LISA | Venerdì, 19 febbraio 2010 @14:51
MARINA A BRUXELLES? Sei tu, vero? Che commozione!
Marina | Venerdì, 19 febbraio 2010 @14:33
In questi giorni sento e vedo la vita e sento la felicita' di esserci quando guardo il bambino di un anno che sereno dorme sul nostro letto di un Hotel in Marocco che ci ospita oramai da piu di due settimane. Ieri ce l' hanno dato, messo nelle braccia dopo 14 giorni di visite giornaliere, le donne che si occupavano di lui all' istituto piangevano, io piu' di loro, erano lacrime di gioia e per me di gratitudine per queste persone che si sono prese cosi' bene cura di lui in questo primo anno della sua vita. Saro' perennemente grata a questo splendido paese di avermi regalato questo bambino meraviglioso. Lo guardo dormire e non posso smettere di versare lacrime, tutte quelle che servono a passare dall' altra parte del mio fiume, che ho navigato contro tutte le correnti, perche' era qui che dovevo arrivare. Ed e' anche grazie a te lLsa, al tuo libro, alle persone che ho conosciuto nel blog che sono qui, davanti al primo giorno del resto della mia vita!
Cam | Venerdì, 19 febbraio 2010 @14:05
Cara Lisa, ieri ho provato a rispondere alle tue domande ma qualcosa deve essere andato storto.
Pensiamo oggi a questa nuova alba, alla sua bellezza che troppo spesso riusciamo ad apprezzare solo dopo essere stati prigionieri della notte buia e profonda. Quale fortuna riuscire a spiare ogni mattina l'arrivo della luce ... prima di affrontare lo sforzo di vivere. Ormai ho perso il conto degli anni in cui ogni giorno - alzandomi prima dell'alba - riesco a bere quell'aria scura che comincia a mostrare striature di luce. Aria scura che ogni giorno ha un sapore diverso: alcune volte dolcissimo, altre più amaro del fiele.
Pablo | Venerdì, 19 febbraio 2010 @10:14
Ciao Lisa, durante questi giorno ho letto Juan Carlos Onetti che scrive "svegliarsi è accettare la sconfitta dopo aver lottato brevemente per meritarsi il nulla, quindi rassegnarsi a sentirsi esattamente conforme alla concavità della propria disgrazia".
Voglio bere l'aria scura, ed spero che questa voglia non si esaurisca, al posto di accettare la sconfitta di non riuscire nemmeno a meritarsi il nulla.
E' bellissimo.
Annalisa farmacista | Venerdì, 19 febbraio 2010 @10:01
E' vero le scarpe blu non esistono. O meglio esistono delle imitazioni di blu, che però devo dire sono alquanto scialbe. In compenso mi sono comprata due e dico due paia di ballerine comodissime da Bata (si può dire?) dove il secondo paio l'ho pagato solo 50 cent. La vita mi sorride. I versi di oggi mi fanno venire in mente me stessa in vacanza: ho l'abitudine di svegliarmi sempre presto per godermi tutti gli attimi a disposizione della giornata e "spiare" appunto l'arrivo della giornata con il cappuccino o il tè fumante. E si respira proprio la felicità del nuovo giorno, quando il sole sembra lottare per vincere le tenebre. Bere l'aria scura. Che bella immagine.
Giovedì, 18 febbraio 2010 @07:09
"Nulla ho scritto di te quando sei andata
e poco ho scritto dopo, il lungo dopo.
Ritorni solo nei sogni di ogni notte
o, il giorno, a caso, nell’aria di via B.
dopo che è nevicato e si respira;
o in una luce pomeridiana di persiane socchiuse
o vi è un fruscìo di giornale di grande formato;
o in qualche nome di luogo che mi si ferma in gola.
Tutto qui? Non accetto la morte, mi si dice."
(Luciano Erba)
Ma la morte anche questo mi insegna: non a capire. Ad accettare.
(I versi di oggi, che Luciano Erba scrisse dopo la morte della madre, sono tratti dall’antologia "Io sempre a te ritorno – Poesie per la madre", Crocetti)
LISA | Venerdì, 19 febbraio 2010 @07:34
PATRIZIA FIORISTA, grazie delle primule. Non ci sono parole per la morte di un figlio, forse c'è solo la neve.
Patrizia pinki fiorista | Giovedì, 18 febbraio 2010 @18:03
Ciao Lisa e tutte/i.
é tanto che non scrivo ma leggo sempre,oggi questa poesia mi ha toccato.Io ancora non la capisco e ancora meno la accetto.Poche settimane prima che la Marta se ne andasse c'è stata una magnifica nevicata,da allora quando nevica penso che sia lei che mi avvolge nel candore delle sue piume da angelo.Vi mando tante primule colorate Patri
LISA | Giovedì, 18 febbraio 2010 @13:32
CAM, perché ti stai preparando? Cosa succede?
LISA | Giovedì, 18 febbraio 2010 @13:31
Uh, ANNALISA FARMACISTA: le scarpe blu? Ma non hai notato che le scarpe blu - quelle che un tempo affollavano le vetrine in primavera - non esistono più, più o meno come le rondini? Sparite nell'archeologia del guardaroba, insieme alla sottoveste, al reggicalze, al foulard di seta anni Sessanta, ai guanti da giorno... (Ma ci vuole eccome, un Regalo Consolatorio per la Missione Suicida! Spiegazione per i nuovi arrivati: è una citazione dal mio primo libro, ovvero la visita in ospedale a neomamma e nuovo nato, che per le aspiranti madri equivale, appunto, a una missione kamikaze).
Annalisa farmacista | Giovedì, 18 febbraio 2010 @12:28
Oggi non voglio parlare della morte. Vorrei parlare della vita: di tutta quella vita che ho visto ieri sera nella Missione Suicida. Mi sono fatta accompagnare dal Consorte. Il giorno prima sono stata intrattabile, ieri insomma e oggi ho deciso che mi merito un Regalo Consolatorio. Che significa un paio di scarpe. Blu per l'esattezza. Magari belle come quelle della mia mamma che portava quando ero piccola.
Portami a ballare | Giovedì, 18 febbraio 2010 @12:15
Con questa vecchia canzone dedicata da Luca Barbarossa alla madre voglio iniziare il mio post. Certo la morte, come diceva Totò, è come una livella, ci rende tutti uguali. Ma per noi le persone morte che ci erano care rimangono in un piccolo angolo di cuore e ci tornano in mente magari in un giorno di primavera.
p.s. Mi sono scordata di dire che Martedì, Claudia, la mamma del gladiatore mi ha portoto lo speciale City dedicato a San Valentino. Non potrò mai finire di ringraziarla per tutto l'amore che mi dona anche solo con un sorriso. Lila
danielle | Giovedì, 18 febbraio 2010 @12:13
contro la morte non si può far nulla.....
Cam | Giovedì, 18 febbraio 2010 @09:07
Da tempo mi sto preparando a questo momento inevitabile e dilaniante. Mai parole, le tue, sono così vicine ai miei pensieri. Che fatica l'accettare - per noi occidentali - abituati come siamo ad imporre, ma di fronte a quella Nera Signora nulla ci è permesso imporre.
A domani, speriamo accompagnati dal sole.
Mercoledì, 17 febbraio 2010 @07:46
"Quante volte si è chiesta cosa sarebbe potuto accadere se avesse provato a rimanere con lui, se avesse ricambiato il bacio di Richard all’angolo tra Bleecker e MacDougal, se fosse andata via in qualche posto (dove?) con lui, se non avesse mai comprato l’incenso e la giacca di alpaca con i bottoni a forma di rosa. Non avrebbero potuto scoprire qualcosa… qualcosa di più grande e più strano di quello che hanno avuto?"
(Michael Cunningham)
L’altro futuro: il futuro rifiutato.
Conoscete "Le ore", vero? Il bestseller di dieci anni fa che diventò anche un film. Tre storie di donne intrecciate: Virginia Woolf (nel film Nicole Kidman) e la sua Mrs Dalloway; una casalinga degli anni Quaranta (Julianne Moore); e un’editor newyorchese negli anni Novanta (la grande Meryl Streep), a cui è riferita la frase del romanzo. Se non avete mai letto il libro, compratelo subito: è Bompiani.
Ah, e qui vorrei fare un pubblico ringraziamento a Meryl Streep. Solo lei poteva convincerci (io, perlomeno, dopo aver visto "It's complicated" - che qui nel mio altrove è già uscito ma in Italia uscirà solo a marzo - ne sono assolutamente convinta) che l’amore può essere buffo, languido, struggente e vertiginoso anche dopo i 60 anni. Anche con le rughe (grazie, Meryl, per essere stata alla larga dai chirurghi plastici!); anche quando gli unici vestiti che stanno bene sono quelli molto, molto morbidi; anche quando ci si vergogna a farsi vedere nude e quando è tutto un togliere e mettere gli occhialini da presbite… Ma se lo fa Meryl è meravigliosamente sexy. "E’ complicato", storia di una donna divorziata che diventa l'amante del suo ex marito, è Hollywood al suo meglio: fa ridere e sognare, è romantico ed esilarante insieme. Come vorremmo fosse la vita. Ma ci si prova, vero Meryl?
elenuccia | Mercoledì, 12 ottobre 2011 @20:54
il film "the hours" è stato una rivelazione per me... ero in un periodo buio e la storia di virginia woolf mi ha così toccata che ho iniziato a leggere i suoi libri e ora non posso farne a meno :)
Poetessa | Venerdì, 19 febbraio 2010 @01:25
E se...
Sono due giorni che ci penso.
Se avessi preso l'altra strada?
Se avessi rischiato di più?
Se non mi fossi tirata indietro?
Se, se, se...
Se avessi fatto il passo che mi avrebbe fatto stare bene invece di quello che mi ha portato avanti?
Oggi un passo l'ho fatto, forse mi sono fermata. Ma mi sento meglio.
E Lisa, non voglio prendermi meriti che non ho, c'è ancora molta strada prima che io arrivi in un laboratorio, sto studiando ancora ed è impegnativo, più di quanto possa sembrare. Forse per questo a volte mi attacco alle parole, perché ti entrano dentro e ti fanno riscoprire la forza che c'è dentro di te.
LISA | Giovedì, 18 febbraio 2010 @07:07
SABRINA: "Julia & Julie" l'avevo visto a New York, a settembre, quando sono andata per le sfilate: trovi il commento nel post del 16 settembre, dal titolo "Il silenzio dell'orchidea". Con grande disgusto dell'amica newyorchese che sedeva accanto a me, non ho fatto altro che piangere! Non ho gli anticorpi per Hollywood. Per LILABELLA e le partecipanti al gruppo di lettura Amarganta: buon pomeriggio con le ombre.
Lilabella | Mercoledì, 17 febbraio 2010 @16:57
E già Lisa. Come sarebbe andata se...E' capitato anche a me alcune volte di chiedermelo ossia di chiedermi se la mia vita avesse preso un'altra piega prendendo altre decisioni. Mi ritrovo, ora, a quarant'anni a non rimpiangere nulla di quello che ho fatto, anche quello che mi ha fatto soffrire. Ieri ho festeggiato in ritardo S. Faustino (il santo dei single) e mi sono goduta un bellissimo concerto di Angelo Branduardi a Piazza del Popolo in compagnia di Claudia la mamma del gladiatore. Per gli amici del blog che si trovano a Roma vorrei dire invece che domani presso la libreria Flexi in via Clementina, 9 metro B uscita Cavour il gruppo di lettura Amarganta incontrerà Chicca Gagliardo autrice del libro Lo sguardo dell'ombra. L'incontro avrà luogo alle 19.30. L'autrice cercherà di rispondere alle mille domande che le faremo. Grazie Lisa per aver riportato i tuoi Buongiorno riguardanti la giornata degli innamorati. In fondo anche io sono innamorata...
woland | Mercoledì, 17 febbraio 2010 @16:26
Colgo l'occasione per segnalarvi l'ultimo libro della mia amica Barbara Alberti, con cui ho condiviso un corso di russo qualche anno fa.
Sono stato invitato ieri pomeriggio alla Feltrinelli di Galleria Colonna a Roma per la presentazione.
Il titolo è "Riprendetevi la faccia"... uso le sue parole: il libro "è un foglio di resistenza contro la dittatura dell'eterna giovinezza, contro la pressione sociale del botulino, la sistematica ridicolizzazione della donna che invecchia".
Ne ho letto metà stanotte e lo sto trovando davvero bello.
Un saluto!
stelladifollia | Mercoledì, 17 febbraio 2010 @12:02
anche io ho amato molto the hours forse perché adoro la woolf... Riguardo all'amore adulto provo sulla mia pelle di ventenne quanto possa essere struggente. Attualmente ho una relazione con un uomo più grande di trenta anni ovviamente sposato con figli ma non mi sento per nulla in colpa... Ci sono tipi d'amore che non si può far altro che assecondare
Zilito | Mercoledì, 17 febbraio 2010 @10:26
Ciao a tutti.
Niente, volevo dire che la cosa piu' difficile per me e' stata accettare la perdita del futuro rifiutato.
Tutti quei mondi possibili che sono morti ancora prima di nascere.
E del dolore che provo ad immaginarne ancora una volta i profumi, i colori...
Baci.
Sabrina | Mercoledì, 17 febbraio 2010 @10:20
Che bello "Le Ore", romanzo geniale e bellissimo film.. Meryl Streep in effetti è grandiosa, con lei ho visto anche Julia & Julie, poco tempo fa.. L'avete visto? E' divertente e fa venire una gran voglia di cucinare!
Martedì, 16 febbraio 2010 @07:59
"Sembrava una drogata, anzi, era una drogata. Pensava a lui in continuazione, oppure pensava che non ci doveva pensare. Sentiva l’odore di lui sui vestiti, l’effluvio un po’ biscottato delle sigarette che ora impregnava il monolocale non più immacolato e tutto ciò che conteneva. Fremeva al suono, o al pensiero, della sua voce. Lei, che aveva sempre riso del cellulare, ora non faceva un passo senza portarlo con sé…"
(Claire Messud)
Ma non voglio, non posso disintossicarmi da te.
(Claire Messud è una scrittrice americana. Questa frase è tratta dal suo romanzo "I figli dell’imperatore", Mondadori, tutto ambientato a Manhattan: l'ho letto qualche anno fa e mi è piaciuto molto, storie intrecciate come in un film di Altman. E un dubbio: ma davvero il detox sentimentale è impossibile?)
LISA | Sabato, 20 febbraio 2010 @20:48
Per COME SE FOSSI UNA TUA AMICA: per favore, non usare il congiuntivo. Quando scrivi qui, quando leggi qui, SEI UNA MIA AMICA. Semplicemente. E spero che questo blog riesca a tenerti un po' compagnia. A letto, due operazioni... cosa ti è successo? Scrivi, scrivi ancora, ti aspetto.
fossi una tua amica | Sabato, 20 febbraio 2010 @20:41
ho letto questi meravigliosi scritti su uno di quei giornali che in città regalano nei punti d'incontro. Ho trovato particolarmente toccante il lungo dopo forse xkè ho perso ambedue i genitori ed ho pensato subito a loro.sono relegata in un letto ed in attesa di 2 operazioni. mi iace molto scrivere ed adoro leggere. vorrei fare un blog in questi lunghi mesi che mi attendono e che saranno lunghi dolorosi e forse non risolutivi. spero tu mi risponda, io sono di roma, mi scuso per la punteggiatura ed refusi sicuramente trascritti ma scrivo con una sola mano. grazie per averci donato un tocco della tua sensibilità. laura.baccari@gmail
come fossi un'amica di vecchia data | Sabato, 20 febbraio 2010 @19:59
grazie per averci regalato una piccola stilla della tua sensibilità.
laura.baccari@gmail.com
LISA | Mercoledì, 17 febbraio 2010 @07:32
Per GIORGIA: mmmh, hai letto troppa Louisa May Alcott ultimamente? ELENA: il cuore è inesperto, a volte. Ma soprattutto il cuore è indomito (titolo meraviglioso di un vecchio romanzo di Pearl S. Buck che ho ritrovato nella mia libreria. Il libro non so più neppure di cosa parli, ma il titolo ci piace, vero?).
Lei e il suo caffè al ginseng | Mercoledì, 17 febbraio 2010 @02:42
Si proprio così, è qualcosa di cui hai bisogno, come hai bisogno di respirare.
Quando dice "Fremeva al suone, o al pensiero, della sua voce. Lei, che aveva sempre riso del cellulare, ora non faceva un passo senza portarlo con sé…" mi ritornano in mente le paole di Krauss di un Buongiorno dell'anno scorso
"C'era una volta un ragazzo che amava una ragazza e la sua risata era una domada a cui lui avrebbe voluto rispondere per il resto della sua vita."
A volte è così. Perchè una risata ci strega, ci fa innamorare; vogliamo risentirla e sentirla ancora. Speriamo ci accarezzi, lieve; che ci accompagni. Vogliamo che quell risata - quella voce - diventi la colonna sonora della nostra vita.
Lisa non sono solo i versi che pubblichi ma anche le stesse tue parole ad essere la nostra voce e, non di rado, il nostro conforto.
giorgia | Martedì, 16 febbraio 2010 @21:39
Stanotte ho fatto un sogno stranissimo, ero un po' la protagonista di uno di quei romanzi d'appendice di fine 'Ottocento... Ricevevo l'invito di un giovane ufficiale, dovevo uscire con lui, era lo sposo scelto dalla mia famiglia, un matrimonio combinato, di interesse. Mi preparavo e accanto a me c'era mio marito, che vedevo come un ragazzino (anch'io ero giovanssima), come un compagno di scuola. Era triste. E io gli dicevo: "Non temere, ci esco stasera ma solo per mandare tutto all'aria, nessuno potrà mai accettarmi come fai tu, amarmi come tu mi ami, darmi ciò che tu mi dai (e lì vedevo le mie gemelle)".
Elena | Martedì, 16 febbraio 2010 @20:20
Ho vssuto esattamente quello che descrivi. Ed è finita. E ho giurato che non mi sarebbe più successo. Naturalmente mi è successo di nuovo e ancora e di nuovo. Evidentemente l'esperienza è nella testa e nelle mani. Il cuore è inesperto.
Paoli | Martedì, 16 febbraio 2010 @17:59
A dir poco stupenda..
malu63 | Martedì, 16 febbraio 2010 @15:00
Non voglio disintossicatrmi da te, l'amore che mi regala il consorte da 24 anni di matrimonio ha alimentato la nostra vita tutti i giorni è cresciuto pian piano giorno dopo giorno con tutti i dolori della vita, dai dolori si da quelli voglio disintossicarmi, il più grande quello di non poter essere genitori un sogno rinconcorso per 20 anni; non dall'amore di questo voglio goderne perchè mi rende felice.
trex | Martedì, 16 febbraio 2010 @14:10
Il tuo dubbio si trasforma in certezza quando lo provi sulla pelle,quando tutto e tutti ti dicono che devi andare avanti,uscire,ridere,non pensare,dimenticare,addirittura sorvolare..ma quando capita a te le mura di casa sembrano essere la fortezza migliore per sbarrare il dolore,per chiudere la tua vita alla realtà,per stare ferma in questo mondo che continua a girare e non sai più coglierne il senso. Non vorrei ma devo farlo,quando metto il naso fuori dal portone e comincio a macinare passi verso la metro lo sento..quel vuoto impalpabile,che mi investe come aria gelida,taglia il viso,offusca i pensieri,si prende me stessa e lascia sull'asfalto il mio involucro di carne..è panico improvviso,sento le lacrime in bilico nei miei occhi e capisco che dimenticare è impossibile. A volte mi chiedo come sia possibile che la mia mente sia entrata in un tale labirinto,da quale angolo malato del mio io si è insinuato questo amore tossico e insano,cosi profondo da mettere radici.
Lisa,sapere che ruberai le mie parole è un grande onore per me! Leggo i tuoi Buongiorno da molto tempo,come molte persone li faccio miei e mi aiutano ad affrontare la giornata,non ero mai intervenuta prima anche per quel piccolo timore reverenziale che si ha verso le grandi cose,come questo blog...ma in questi due giorni hai scavato dentro me come mai prima e ho sentito il bisogno di condividere i miei pensieri insieme a tutti gli altri. Le tue poesie scolpiscono il cuore.
Ps: ti devo segnalare un'altra dipendenza,molto diffusa,quella che creano il tuo Buongiorno e il tuo blog!! quando sono a casa appena apro gli occhi mi collego al blog,quando esco presto,appena varcata la soglia della metro mi trasformo in un segugio compulsivo-ossessivo: datemi un City!!!
Cherie | Martedì, 16 febbraio 2010 @13:57
...il suo odore sulla mia pelle...ed il suo sguardo negli occhi della gente...
piccola gabry | Martedì, 16 febbraio 2010 @12:54
Drogata di lui, dei suoi occhi, della sua voce, della sua mano che intreccia la mia... dovrei disintossicarmi ma è come una calamita, ogni pensiero, ogni istante è rivolto a lui. Nel nuovo capitolo del mio romanzo mi limiterò a cercare/sperare in un nuovo lavoro, forse così riuscirò a tenere la mente occupata, è pur sempre un inizio...
LISA | Martedì, 16 febbraio 2010 @12:35
Grazie, GIUSY (a proposito: che bel film era "Le fate ignoranti" di Ozpetek!). E sai, in Glam Cheap le scene più incredibili sono quelle copiate direttamente dalla realtà...
Giusy - fata ignorante | Martedì, 16 febbraio 2010 @11:27
Il tuo Glam Cheap mi ha regalato qualche ora di piacevole lettura e molti sorrisi: un intreccio di situazioni divertenti, forse improbabili, forse no, costruito comunque su una base concreta e ahinoi oggi più che mai attuale.
Mi è piaciuto il tuo stile di scrittura; penna leggera e ricca di humor venato di ironia, mentre i monologhi interiori del consorte "slicenziato" fanno da opportuno contrappunto e stendono sul romanzo un sottile velo di amarezza.
A quando il prossimo? Un caro saluto.
Sabrina | Martedì, 16 febbraio 2010 @10:57
Il detox sentimentale è possibile finchè si mantiene un certo distacco, che poi è l'unica cosa che permette un rapporto sereno..Ma il coinvolgimento totale è diverso..Personalmente odio guardare il telefono che non suona e pensare di non doverci pensare,ogni volta penso che piuttosto che stare così sia meglio non avere nessuno a cui pensare. Vorrei solo sapere se agli uomini capita mai, o vivono sempre con quel beato distacco, come lasciano credere. Buona giornata a tutti voi
danielle | Martedì, 16 febbraio 2010 @10:51
quando ci manca tanto una persona la cerchiamo come maniaci ossessivi, ma non ci rendiamo conto che non siamo innamorati ma solo malati d'amore...l'altra sera ero sul terrazzo e il vento mi ha portato il suo profumo mescolato all'odore delle sigarette...sono matta o semplicemente "innamorata"?
Stellina | Martedì, 16 febbraio 2010 @09:45
Drogata, sì, è proprio così che mi sento: drogata di lui, ebbra del suo odore che è ovunque e riaffiora anche solo se è il mio pensiero a condurmi a lui. Perchè intorno a me ogni cosa respira di lui.
Resto nel buio, assuefatta e non voglio, non posso disintossicarmi da lui.
Anche oggi, Lisa il tuo "Buongiorno" colpisce al cuore.
Lunedì, 15 febbraio 2010 @07:35
"E’ spaventoso
che non abbia
una tua foto
ho cercato di tracciare
tuoi ritratti
a memoria
ma non me ne piace
nessuno.
La verità è
che non voglio
un disegno
o una foto.
Voglio te.
Ho bisogno di sentire
le tue mani
su di me
e la tua
bocca
tropicale."
(Barry Gifford)
Cosa facciamo così lontani? Ti prego: torna.
(I versi del poeta americano Barry Gifford sono tratti dal numero di febbraio 1999, dedicato ad "Amore in versi", della rivista letteraria Panta, Bompiani)
voglio te.. | Martedì, 27 dicembre 2011 @22:22
Una bellafrase che ha mille significati.. anche io voglio lui ma lui ormai non mi vuole piu. fa male a sapere che non sono piu io la donna nel suo cuore.
I ricordi sono quelli con ti lasciano andare.. quei baci.. quelle sue carezze
maogni giorno ci provo ma non riesco a dimenticare le sue labbra-
Dina | Giovedì, 8 luglio 2010 @13:39
Ti seguo sempre e mi pia cciono tutto ciò che scrivi.
Mi è rimasta impressa una tua poesia che parlava di contatti virtuali.......di far sentire la presenza nel computer........avevo riscritta ma l'ho perduta.
Era dello scrorso anno......Grazie
LISA | Venerdì, 11 giugno 2010 @01:02
Eccomi qui, GIULIO, e scusa se non ti ho risposto prima, ma in genere leggo solo i commenti agli ultimi post.
Ho controllato sulla rivista Panta, "Amore in versi", del 1999, da cui ho tratto la poesia, ma non c'è la specifica del libro da cui sono tratti. Tra l'altro Barry Gifford, l'autore, più che un poeta è uno scrittore e sceneggiatore: un suo soggetto è diventato il film di David Lynch "Cuore selvaggio". Belli, però, i versi, li ho appena riletti...
Giulio | Venerdì, 4 giugno 2010 @13:35
Lisa... non si sa proprio nulla su quel libro di Gifford ? possibile ? Attendo info. Grazie mille.
Giulio | Domenica, 16 maggio 2010 @02:44
Ciao Lisa! Potrei avere maggiori informazioni sulla poesia? Sto cercando le poesie di Barry Gifford, ma non trovo nulla... sai se ha pubblicato un libro di poesie? Nella rivista non dice da dove è ricavata quella poesia?
LISA | Martedì, 16 febbraio 2010 @07:57
PICCOLA GABRY: non ci posso credere, hai perso il lavoro e hai perso lui? Sei un personaggio da romanzo, anche tu. Presto presto bisogna passare al prossimo capitolo... GIULIA, 23 ANNI A TORINO: grazie, l'Autrice curiosa ha un sacco di altre domande, ma per ora ti chiedo solo: torna presto, è bello consigliare libri, ma è ancora più bello sapere che effetto hanno fatto!
LISA | Martedì, 16 febbraio 2010 @07:52
TREX: "Ho ricordi di noi che forse tu non avrai, perché sei ovunque anche quando non ci sei". Ruberò le tue parole.
Lila | Lunedì, 15 febbraio 2010 @22:08
Senza parole. Questa poesia, Lisa, è bellissima. Grazie di questa grande emozione. Soffi romani a tutte/i le/i Pinks
p.s. per chi non lo sapesse prima questo blog era tutto rosa e i soffi sono messaggi d'affetto
Giulia | Lunedì, 15 febbraio 2010 @21:17
Grazie mille per i titoli!Per saziare la tua curiosità ho 23 anni.
Cristina | Lunedì, 15 febbraio 2010 @21:10
E' vero, anche io leggendo questi versi ho ripensato al mio grande amore di quando ero ancora piccola... 19 anni, una grande passioe e tanti ( almeno a quel tempo per me) chilometri a rendere difficile un amore che sarebbe stato impossibile. Ci avevo scritto anche un racconto e una delle mie poesie più acerbe...
però, nonostante i quasi undici anni, è sempre un ricordo emozionante...
narcisista | Lunedì, 15 febbraio 2010 @19:40
Cosa facciamo così lontani? Ti prego: torna.
trex | Lunedì, 15 febbraio 2010 @19:20
Ho delle foto di te che sorridi,che guardi con quegli occhi da bambino su un viso di uomo...ho delle immagini impresse nella mente delle tue mani grandi e forti che mi accarezzano il viso..ho la tua voce registrata in un video di anni fa...riesco a sentire il tuo profumo che riempie la mia stanza,i tuoi passi che vengono verso di me e il rumore dei tuoi vestiti che scivolano piano...ho ricordi di noi che forse tu non avrai,perchè sei ovunque anche quando non ci sei. Ho messaggi buffi,teneri e messaggi brevi e duri..quei messaggi che non arrivano più da un mese,che sembra un'eternità. Ho gridato in silenzio di volere solo te,grido la sofferenza di non averti più,arranco alla ricerca di un motivo che non vuoi darmi,tu che da un giorno all'altro sei diventato sordo e cieco al mio dolore..cammini senza me e non ti curi delle lacrime che lascio sulle impronte dei tuoi passi. Voglio solo te,lo sai bene,ma ormai non c'è più niente che possa fare per averti ancora con me,per camminare insieme..devo imparare a camminare con le mani in tasca,per non avere l'impulso di tenderle verso un vuoto in cui non troverò le tue...devo imparare a capire cosa facciamo..cosi lontani...è come stare sotto a un sole troppo distante per sentire calore.
roberto metropolitana/ROMA | Lunedì, 15 febbraio 2010 @17:03
questi versi mi fanno tornare idietro nel tempo, ad u grande amore vissuto in lontannza , e che ora da 4 anni invece vive con me ... cosa facciamo così lontani ?..me lo sono chiesto anch'io tante volte... a presto Lisa
Anonimo | Lunedì, 15 febbraio 2010 @15:43
sei grande! grazie per le stupende emozioni giornaliere che ci doni.
aferdita | Lunedì, 15 febbraio 2010 @15:35
Viv, ma e struggente il tuo post! Non ho mai sentito una frase cosi significativa: Mi manchi anche mentre sei qui! Ti sono vicina nel tuo dolore, e ti auguro che quel posto rimasto vuoto, la riempi pian piano e torni a essere felice di nuovo!
Viv | Lunedì, 15 febbraio 2010 @13:23
Coccolo i ricordi di lui felice, di lui che sorride, che canta per me e poi molla la chitarra per baciarmi e mi dice "Mi manchi anche mentre sei qui"...Vorrei non dire che nel giorno di San Valentino l'unico modo per ritrovare i suoi occhi sorridenti è stato davanti ad una lapide...Succede anche questo, succede di battere i pugni contro il vetro dell'obitorio e gridare "Apri gli occhi!", succede di sussurrare "Torna" nel buio della tua stanza vuota. Ho ancora bisogno di sentire le sue mani su di me perchè sono ancora viva...Ecco cosa facciamo così lontani: io qui a coccolare i ricordi e tu?
robbi | Lunedì, 15 febbraio 2010 @12:22
la verità è che voglio TE!!! quante volte gli ripeto questa frase al giorno, alla settimana, al mese? ... io sono l'altra e quindi sempre in sala d'attesa. Questo buongiorno è da pelle d'oca.
danielle | Lunedì, 15 febbraio 2010 @10:59
quante volte ho pensato che volevo lui, ma bisogna pensare anche che ci possa essere la possibilità che lui non voglia me...
comunque questo buongiorno è proprio azzeccato...l'amore, che sia bello o brutto, felice o doloroso, colpisce sempre....
piccola gabry | Lunedì, 15 febbraio 2010 @10:40
La verità è che voglio te...come è vera questa frase, peccato che la verità è anche un'altra, lui non vuole me o almeno non mi vuole più...
Ho sempre letto il Buongiorno su City quando andavo a lavoro ed era un modo per sentire lui più vicino a me perchè ogni frase, ogni parola sembrava riferita a lui...e adesso? adesso il lavoro non c'è più, lui neanche ed io leggo il buongiorno su internet ripensando a quando tutto era diverso, tutto più semplice...vorrei che la mia vita non si fosse allontanata così tanto da me, vorrei riuscire a riprenderla in mano e andare avanti...
Domenica, 14 febbraio 2010 @12:16
Si intitola così la pagina speciale di City dedicata a San Valentino , con una selezione dei miei Buongiorno più... love. Eccoli. Li riconoscete? Attenzione all'overdose. E buon San Valentino, zuccherosissima festa!
"Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa".
(Pedro Salinas)
Non ho bisogno di tempo: perché quando ti ho incontrato è stata luce, luce improvvisa, la luce timida e ancora grigia di un’alba fredda, la luce del camino quando fuori nevica, la luce che si accende sul telefonino quando arriva un tuo messaggio. Alzo il viso verso di te, bevo la tua luce.
"Comincia con la neve, la storia che parla di te. Ho provato a farla cominciare in tanti altri modi. L’ho fatta cominciare con il caldo, con la luce, in un altro paese – più selvatico, più sporco, più povero – in un altro letto, non in questo. Ma ogni volta uno zoom mi riporta a quella casa…"
(Julie Myerson)
Un ricordo legato per sempre a una nevicata. Alla pioggia. Allo scirocco… Meteorologia dei sentimenti.
"Ti propongo di costruire
un nuovo canale
senza chiuse
né scuse
che comunichi finalmente
il tuo sguardo
atlantico
col mio naturale
pacifico"
(Mario Benedetti)
Perché sì, a volte l’amore diventa geografia. Le curve del corpo diventano valli, boschi, pianure; lo sguardo è acqua viva, una corrente che collega finalmente due oceani, due mondi.
"Quella sera ero bellissima. Lo so, perché lo vidi nei suoi occhi"
(Nuala O’ Faolain)
E’ così. Così facile, così magico, così incomprensibile: lo sguardo carezzevole di chi ci ama ogni volta ci trasforma, ci fa risplendere. Un laser degli affetti, un photoshop del cuore, un lifting emozionale: chiamatelo come volete, è semplicemente amore.
"Falin aprì le mani verso di lei come una domanda; e senza pensarci, Kit lo abbracciò. Sapeva, ormai sapeva, che esistono persone – una, perlomeno – che si possono abbracciare con facilità e abbandono, come fossero una cosa sola con noi, una cosa che una volta è andata in pezzi e adesso è tornata integra. Con lei, Falin fu per un momento integro; furono un tutto: come un uovo, e altrettanto fragili".
(John Crowley)
Così mi sento nel tuo abbraccio: intera.
"Quella notte fecero l’amore, amandosi in quel modo che è un altro paese, un paese a se stante, né mio né tuo"
(Nadine Gordimer)
E’ questo dunque l’amore: quello che ci fa attraversare il confine, ed entrare – magari da clandestini – in un altro Paese. Di cui magari non conosciamo neppure la lingua. Per cui non abbiamo né visto, né passaporto. Un Paese sconosciuto: quello dove si vive in due.
"Questo gesto dove si era nascosto,
questo abbraccio rotondo?
Scuro e morbido, come la notte d'estate,
in cui le stelle pulsano tutte...
Chi mi ha lasciato in eredità questo ponte sensibile,
che dalla solitudine mi conduce a te?
Un suo pilastro è il mio palmo,
l'altro pilastro è la tua mano".
(Amy Károlyi)
L’abbraccio è il ponte che va da me a te. Così, per favore, abbracciami. Forte. Ancora.
"Quando uscimmo dal ristorante, ci incamminammo nella direzione che prese lei, ben distanti, con l’incedere degli uomini e delle donne che camminano sulla frontiera della loro prima volta".
(Almudena Grandes)
E’ un confine che si oltrepassa insieme, con il cuore in gola: forse non abbiamo il passaporto, forse siamo e rimarremo clandestini, forse quella terra straniera diventerà la nostra. Chissà. Intanto, dammi la mano, varchiamo il confine.
"Siedo sull’erba e guardo il cielo,
e sogno l’improvviso splendore
del tuo arrivo".
(Rabinandrath Tagore)
Questo, solo questo voglio fare, in questi limpidi giorni di primavera: sdraiarmi sull’erba a occhi chiusi; stare alla finestra, guardare fuori ma vedere solo dentro il mio cuore. E sognare, sognare la magia del tuo arrivo. Perché arriverai, vero?
"Di che scrivere! Tutta la mia vita è una lettera a te"
(Viktor Šklovskij)
Tutto, tutto quello che faccio: la metropolitana dove mi infilo al mattino, le lunghe ore al lavoro, il pranzo con qualcuno che non sei tu, le vetrine dove vedo solo la mia ombra. Attese, incroci, incontri, desideri: tutto ha senso, perché ho voglia di raccontarlo a te; perché alla fine della giornata, alla fine della strada, ci sei tu.
"Non esiste una vita trasparente, Ana. Ogni donna ha un segreto, per piccolo che sia. Tutte ne hanno almeno uno".
(Marcela Serrano)
Quel segreto è una piccola scheggia di luce conficcata nel mio cuore. Quel segreto è qualcosa che non sussurro neppure a me stessa. Quel segreto lo leggo ovunque, in un cellulare che vibra, nel fondo della mia tazzina di caffè. Quel segreto, sei tu.
"E ti bacio la bocca bagnata di crepuscolo".
(Neruda)
No, non voglio baciarti in una giornata di sole. Non voglio che sia estate. Non voglio che sia in mezzo alla folla. Vorrei baciarti in una di queste sere d’inverno, quando il sole scolora nel grigio e nel freddo; quando sarà più facile trovare, insieme, l’alba dentro l’imbrunire.
"Ma lascia almeno
ch’io lastrichi con un’ultima tenerezza
il tuo passo che s’allontana"
(Vladimir Majakovskij)
Poter seguirti, mentre cammini, mentre te ne vai. Poter rendere il tuo passo più lieve, la tua strada semplice e senza ostacoli. Poter, soprattutto, riportarti indietro. Perché non c’è niente di più struggente di un addio.
"Ho disegnato una porta
e mi sono seduta dietro di lei
pronta ad aprirla
non appena arrivi".
(Dunya Mikhail)
So che devo aspettare. Non posso fare nient’altro, adesso. So che verrai, so che tornerai; so che entrerai da quella porta, quella porta che ho disegnato nella mia vita; alzerai lo sguardo e io ci sarò, e tu ci sarai. Devo solo imparare, imparare ad aspettare.
"Sei ovunque, dovunque una volta
ti abbia potuto sapere, vedere, amare:
strada, cima, foresta con te mi salutano
paese e città, giorno e notte
ti evocano sempre montagna d'autunno e neve dell'inverno
riva, e fischio di treni, e tremano lì in ogni cosa
venticinque ardenti primavere e estati
del primo desiderio e di una follia che ancora dura".
(Lörinc Szabó)
Sei ovunque. Da quando ti amo sei. Ovunque.
"Le mie voglie di baci e di parole
sono una stanza molto grande dove
siede assurdamente il cuore. Vale a dire, sopravvive.
Nel taglio delle sue strane correnti".
(Juan Gelman)
Il mio cuore. Cuore indomito, cuore pulsante. In questo mio tumulto del cuore, mentre aspetto, mentre ti aspetto, tutte le finestre sono aperte: entra la luce, entra il vento e sbatte gli scuri. In lontananza, il mare.
Molly | Martedì, 30 marzo 2010 @21:40
Scusa.. se ho letto ora la domanda.. mi sembra doveroso darti comunque una risposta..
"Siedo sull’erba e guardo il cielo,
e sogno l’improvviso splendore
del tuo arrivo".
(Rabinandrath Tagore)
Questo, solo questo voglio fare, in questi limpidi giorni di primavera: sdraiarmi sull’erba a occhi chiusi; stare alla finestra, guardare fuori ma vedere solo dentro il mio cuore. E sognare, sognare la magia del tuo arrivo. Perché arriverai, vero?
Grazie per i tuoi post che mi fanno compagnia..
Andrea Rényi | Venerdì, 26 febbraio 2010 @11:15
Ben due poesie ungheresi, che gioia!
LISA | Mercoledì, 17 febbraio 2010 @08:18
Quale, MOLLI?
Molli | Martedì, 16 febbraio 2010 @22:06
Mi ha fatto piacere ritrovare in queste pagine una tra le mie poesie preferite!! :)
malu63 | Martedì, 16 febbraio 2010 @14:44
scusami Lisa ho letto in ritardo il tuo commento, non mi sono smentita come lettrice però, senza saperlo ho scelto la frase di una romantica scrittrice, segno evidente che la mia passione sono i libri e sopratutto i romanzi, troppo romantica? si lo ametto. Grazie per le notizie "lsola nel cuore" sarà il prossimo libro che leggerò.
xoan | Lunedì, 15 febbraio 2010 @16:41
immenso Benedetti! così poco consciuto in Italia...
LISA | Lunedì, 15 febbraio 2010 @07:34
Per MALU 63: Nuala O' Faolain, sai, non era una poetessa, ma una scrittrice irlandese. La frase è tratta da "L'isola nel cuore", Guanda: un libro semi-autobiografico, tristissimo e bello, che sa di pioggia come l'Irlanda che attraversa. La storia di una cinquantenne sola che torna sulla sua isola: per trovare se stessa e, forse, un tardivo amore. (A rileggerle, anche le frasi Love sembrano un romanzo, vero? L'incontro, l'innamoramento, l'assenza, l'attesa, il ritrovarsi...Per tutti gli affamati di baci e parole).
LISA | Lunedì, 15 febbraio 2010 @07:27
Per LEI E IL SUO CAFFE' AL GINSENG: vedi? La fatina ti strizza l'occhio. Sarebbe davvero un peccato non indossarla...
Lei e il suo caffè al ginseng | Lunedì, 15 febbraio 2010 @00:29
Cara Lisa,
i versi che pubblichi e i tuoi commenti mi fanno quasi tornare a credere che l'amore esiste, ma poi ci si mette come ieri il sendo dell'umorismo dl destino e mi crolla il mondo addosso!
Ti spiego:... lui mi chiama fatina, nella sua testa ho questo soprannome da piu' di 15 anni. Ieri sono andata in profumeria e la commessa mi ha detto di pescare in un cesto fatto a cuore pieno di sacchettini. Era un pensiero per san valentino per le clienti, mi ha detto che nei sacchettini c'erano campioncini di profumi, anellini, creme, saponi, collanine, ciondoli, spille e bracciali. Fede saranno stati un centinaio... cosa ho pescato??? La collanina con un ciondolo a fatina e quando lo ho aperto la commessa mi ha detto "sei stata fortunata in argento c'era solo questo!" - il mio stupore non era dato dal fatto che era argento ma perchè l'unica FATINA l'ho pescata io!
Vorrei indossare quella collana ma ho paura: il ciondolo sarebbe proprio vicino al cuore e non vorrei facesse piu' male.
LISA | Domenica, 14 febbraio 2010 @20:39
Pensa, PABLO, ho scoperto Salinas, grande poeta spagnolo degli anni Trenta, grazie a un prestito mai restituito:"La voce a te dovuta" in Italia è un piccolo volume bianco Einaudi. L'uruguaiano Mario Benedetti l'ho scoperto grazie a un lettore del blog, un venezuelano che per caso, a Milano, in metropolitana, aveva raccolto City e aveva cominciato a segnalarmi poeti dell'America Latina. (Chissà dov'è finito. I versi, invece, sono tratti da "Difesa dell'allegria, Pagliai). Il film non l'ho mai visto. Il titolo è bellissimo, come oscure sono le vie che ci portano certi libri, certe poesie, certe parole.
malu63 | Domenica, 14 febbraio 2010 @19:59
unico e bellissimo augurare buon San Valentino, con tutte queste poesie d'amore, anche per me che come sai Lisa amo poco la poesia ma la apprezzo moltissimo... la più bella per una romantica come me quella di Nuela O' faolin
Pablo | Domenica, 14 febbraio 2010 @16:24
Oggi hai inserito nel blog alcuni dei miei poeti preferiti: per un periodo ho vissuto a base di acqua e Pedro Salinas, "La voz a tí debida" non finisce mai. Anche il grande Pablo e Juan Gelman, che però e molto più complicato. E Mario Benedetti! Hai visto il film "El lado oscuro del corazón"?, credo che sia uscito anche in Italia. E’ meraviglioso.
Venerdì, 12 febbraio 2010 @08:27
"Nella neve vedi case che non ci sono
città inesistenti.
Indossi un cappotto di fiocchi di neve
(dentro, l’inverno è molto caldo)
e vuoi bene al mondo.
In realtà ami il passato della tua infanzia
con le scarpe bagnate,
la meraviglia dei colori di Natale e Capodanno.
Hai una folle nostalgia di qualcosa che poteva accadere.
Era così vicino.
Sbirciavi dalla finestra, in punta di piedi".
(Slavko Mihalić)
Ma è ancora così vicino, tutto quel che può ancora accadere…
(I versi di oggi sono tratti da: "Antologia della poesia croata contemporanea", Hefti. Mi piace quell'apparente contraddizione: abbiamo sempre nostalgia del passato, e dunque come si può avere nostalgia del futuro? Si può, si può...)
LISA | Sabato, 13 febbraio 2010 @17:10
Per POETESSA & BIOTECNOLOGA: che incredibile coincidenza. Tu, nel tuo laboratorio, e i bambini che vengono dal freddo. Io ed Emma (la protagonista del Libro Rosa, l'aspirante madre che scopre su di sé cosa vuole dire la misteriosa sigla Fivet) siamo molto, molto onorate di conoscerti!
LISA | Sabato, 13 febbraio 2010 @17:06
E' vero, AFERDITA: la poesia di oggi la indossi perfettamente, come un cappotto di fiocchi di neve nel tuo altrove lontano. Per GIULIA A TORINO: quando sono triste leggo Vivian Lamarque, che nonostante il nome è italianissima, una poetessa milanese; trovi una sua antologia negli Oscar Mondadori. Ma anche la polacca Wislawa Szymborska, Nobel per la Letteratura nel 1966: è bella la raccolta "Vista con granello di sabbia" (Adelphi), e i piccoli volumi azzurri Scheiweiller. Poesie d'amore: due nomi indelebili, Nazim Hikmet (Mondadori) e Ghiannis Ritsos (Crocetti). E poi, last but not least, il primo poeta le cui parole mi si sono scolpite nel cuore: Neruda. E, visto che ci sei, perché non ordini anche i miei romanzi? Così conoscerai Emma e Stella! (Intanto una domanda da Autrice curiosa: quanti anni hai?)
Giulia | Venerdì, 12 febbraio 2010 @21:59
Ciao,sono Giulia da Torino. Mi piacciono moltissimo i versi che scegli e vorrei chiederti se potresti consigliarmi dei libri di poesia.grazie:)
aferdita | Venerdì, 12 febbraio 2010 @19:55
La poesia di oggi l'ha scelta a posta per me? Vero,Lisa?Grazie
Poetessa | Venerdì, 12 febbraio 2010 @19:53
C'è Lisa, c'è!
L'ho vista solo ora!!! La poesia che adoro sulle pagine "Love" di oggi!
Lì, grande, in mezzo alle altre, così grande che ti viene voglia di alzare lo sguardo per vedere se quella porta si sta aprendo.
P.s.: un saluto a Lila che ha letto qualcosa di me nelle righe che ho lasciato in questi giorni.
Lila | Venerdì, 12 febbraio 2010 @19:06
Lisa eccola eccola. La neve qui a Roma, è fantastica da vedere (anche se sta portando un pò di problemi di traffico). E sì, ci voglio credere che così come è stupenda la neve , sarà più sereno anche il mio domani (che è bello proprio perché sconosciuto). Lisa hai indovinato la poesia a cui mi riferivo. Per Simona Pasionaria: un discorso sui bambini lo so fare anche io ma non mi intendo di nessuna tecnica riproduttiva aldilà di quella tradizionale. Posso solo dire che anche secondo me è fuori luogo concepire un figlio a 50 anni e magari non avere la forza di essergli accanto nel periodo della sua maturità. Soffi innevati per tutte p.s. sono contenta che Poetessa sia entrata a far parte di questo blog e sia andata oltre la sbirciata dalla finestra.
Rosagialla | Venerdì, 12 febbraio 2010 @17:41
Ancora una volta, Lisa, poche, semplici, grandi parole:
il futuro è lì, fuori.
Grazie ancora!
Poetessa | Venerdì, 12 febbraio 2010 @14:01
Milano. Milano e il caos, Milano e il sole che in questo inverno fatica ad illuminare le strade trafficate, Milano e le luci e i suoni di una città sempre in movimento. Questa è la mia città. Una città che fatichi a sentire completamente tua, perché è in continua evoluzione.
Io sono qui, tra queste strade. In quei vagoni pieni della metropolitana e ti ascolto. Mi perdo, in tutto ciò che le parole custodiscono. Adoro le parole, aprono vie che non puoi percorrere, ti trascinano in posti in cui non puoi essere. Parole del cuore, parole dei desideri.
La mia vita in realtà ha poco a che fare con le parole. Studio. Sono una ragazza come tante che ha scelto la strada della scienza. Ho sentito più parlare di Fivet ed eterologa che di poesie. Sono una biotecnologa, o comunque lo diventerò. Sono una ragazza a metà tra ciò che è razionale e ciò che non lo è.
Non riesco a rinunciare a ciò che ho dentro, a queste parole. Scrivo, per me, per stare bene. Nessuna poesia però, solo racconti, solo pensieri. Solo dopo qualcuno ha iniziato a leggermi E ho capito che a volte quello che hai dentro può scaldare il cuore di qualcun altro.
Ci pensi mai? A quanti cuori scalda il tuo Buongiorno? A quante persone scorrono quelle righe con lo sguardo?
Io continuo a farlo. Anche quando sono a casa. Vengo qui, nella pausa tra una cellula e l'altra, un microscopio o un pathway biochimico, e mi perdo. In tutto ciò che di bello le parole possono dare. Un conforto, uno spunto, una riflessione. E' molto che ti seguo, ma sono stata sempre in silenzio. Perchè le tue parole sono così belle che è un peccato spezzarle.
Sono felice di essere incosapevolmente riuscita a dirti: Buongiorno Lisa. Non sai quanto abbia apprezzato questo tuo pensiero.
LISA | Venerdì, 12 febbraio 2010 @12:19
Per VELIA: ma oltre a sbirciare dalla finestra, poi, mi raccomando, bisogna uscire, anche se fa freddo. Il futuro è lì. Fuori.
LISA | Venerdì, 12 febbraio 2010 @12:18
Per ARIA e SIMONA: la sentimentale che è in me (perché, c'è per caso una parte di me che non è ipersentimentale? uh, saltiamo la risposta) vede non Alexander McQueen lo stilista. Ma il quarantenne solo, gay, sfidanzato, con una grande amica, la fashionista Isabella Blow, morta suicida qualche anno fa (vogliamo parlare delle struggenti amicizie lui gay-lei donna sola, vedi il film di Tom Ford con Colin Firth e Julianne Moore?); e una madre amatissima scomparsa da pochi giorni... Vedo un uomo che forse non aveva nessuno che lo abbracciasse la sera. Forse. Ma forse è solo l'ipersentimentale che è in me. Di McQueen però mi piace ricordare una cosa: che anni fa, cucì nella fodera di una giacca per il principe Charles l'irriverente "I am a cunt" (non lo traduco, è un insulto!); e quando lavorava per Romeo Gigli cucì invece "Fuck you" dentro una giacca che lo stilista italiano gli aveva fatto rifare... A Trieste i morti li ricordiamo (anche) così, con un sorriso.
Annalisa farmacista | Venerdì, 12 febbraio 2010 @11:41
Con le parole possiamo ferire più che con mille gesti. Me ne sono resta conto ieri sera quando abbiamo cercato di fare pace io e il Consorte. Lui dice che ha sbagliato, che io ho ragione (frase che dicono sia quella che più desideriamo sentirci dire, altro che "ti amo") e un brivido di piacere sento che scorre dentro di me. Ma dice anche che io mi arrabbio in maniera che non aveva mai visto, che faccio paura e soprattutto dico cose veramente dolorose. Uffa allora proposito per il nouvo anno (vale lo stesso se lo faccio adesso? direi di si anche perchè il 13 ricorre 8 anni che ho incotrato la prima volta lui, il Consorte. Quindi è come un capodanno privato, della mia nuova vita) essere più garbata, meno irruenta e soprattutto con il Consorte meno violenta (con le parole s'intende). Me l'avevano già detto che con le parole io so ferire molto bene, ma sentirlo dire da Lui, dal mio Lui fa un altro effetto. Quindi devo cambiare. Ce la posso fare. Intanto mi godo quest'ultima nevicata...che bella. Ormai ci sto facendo l'abitudine. Forse mi mancherà anche la neve. Ed è vero con la neve vedi cose che prima non vedevi. Nel mezzo della campagna dove vivo poi ci sono mille dettagli che con la neve risaltano, però in modo tutto così ordinato, elegante. Ecco la neve mi sembra elegante. tutto bianco. total white. molto chic.
Velia | Venerdì, 12 febbraio 2010 @11:05
ciao Lisa è da tutta la settimana che leggo, rifletto e faccio miei i pensieri e parole lette su City e sul blog. Anche oggi le tue parole si mescolano ai miei pensieri.
E' proprio così per me: Nostalgia del futuro, ho una folle nostalgia di tutti quei qualcosa che potevano - che potrebbero - accadere; cose che avrebbero reso tutto questo una meraviglia. E invece...
Allora tu oggi, Lisa mi dai motivo di sperare che c'è ancora possibilità che accada. Proprio come faccio io ogni giorno.
Aria | Venerdì, 12 febbraio 2010 @11:03
Vedo che Simona ha già riportato la notizia che stamattina mi ha lasciata sbigottita. Alexander Mcqueen era lo stilista della nuova generazione che ho amato di più. Sue erano le sfilate che facevo vedere ai miei alunni e ancora, ogni volta, guardandole, mi emozionavo. Condividevo molti tratti della sua estetica e non mi erano estranei neanche alcuni suoi estremismi. La bellezza delle sue visioni era per me un puro godimento. Piango per il dolore che deve averlo portato a dire no alla vita, e per tutta la bellezza che ancora avrebbe potuto creare e che non vedrò mai.
Simona | Venerdì, 12 febbraio 2010 @10:12
Lisa, avrai letto che lo stilista Alexander Mc Queen è morto suicida. Da giornalista finto glam cosa pensi dei suoi abiti e del personaggio? E' stato lui a "inventare" le scarpe armadillo (terribili) indossate da Lady Gaga nel suo video? Per il w.e. carnevalesco e valentiniano cvorrei augurare a tutte/i di guardare alla vita con occhi ironici cogliendo il lato buffo di ciò che ci accade. Qualche volta l'autoironia è miracolosa.
Alessandra | Venerdì, 12 febbraio 2010 @09:23
Che bello leggere la tua poesia Lisa, mentre dalla finestra vedo cadere su Roma i ficchi di neve (uno spettacolo raro, quasi unico). Sbircio dalla finestra del mio ufficio e il paesaggio di ogni giorno mi sembra diventare magico.
Alessandra (al di là del fiume)
Giovedì, 11 febbraio 2010 @07:48
"A quest’ora tutto sembra nuovo, tutto
sembra appassionato, immerso nel miele delle cinque
e la notte
non ha ancora acceso le sue torce, e a New York è buio,
e sto seduto a piazza Navona
davanti a una tazzina di caffè che si sfredda e col cuore in tumulto traccio
qualche altro freddo geroglifico vano".
(Natan Zach)
La notte si avvicina e io sento solo il tumulto del mio cuore.
(Natan Zach è un poeta israeliano che vive a Tel Aviv. Ha ottant’anni ormai e scrive ancora poesie ai tavolini di un caffè. I versi di oggi sono tratti da "Sento cadere qualcosa", Einaudi)
Quasi dimenticavo: domani, nel numero di City che troverete in metropolitana, agli incroci, per strada, sugli autobus, dovrebbero esserci ben 2 pagine "love": un distillato dei Buongiorno degli ultimi anni, scelti da me, per San Valentino. Fatene buon uso!
Ely | Venerdì, 12 febbraio 2010 @08:27
Scusa Lisa, il tuo suggerimento è GENIALE - è che sono in ufficio e non posso ridere come vorrei! Ti prego, mi puoi mettere qualcosa da declamare nei prossimi giorni? Lo faccio, lo faccio davvero (e poi non mi sentirere più perchè verrò definitivamente internata). Ciao e buon weekend a tutti!
PS: carissima Simo, la scena del gatto che ti aspetta sulle scale per giocare, ben sapendo che non lo fai bene... anche quella mi ha fatto troppo ridere! Vai che è venerdì!
LISA | Venerdì, 12 febbraio 2010 @08:24
Per POETESSA: grazie. Quello che hai scritto mi è arrivato come un inaspettato Buongiorno, il tuo Buongiorno per me. (E quei versi, potenti: ogni volta che li rileggo, vedo quella porta sulla parete, quasi fosforescente). Raccontami qualcosa su di te, cara Poetessa; vorrei sapere in quale città passa la metropolitana dove mi leggi, vorrei sapere di più del tumulto del tuo cuore.
LISA | Venerdì, 12 febbraio 2010 @08:14
Per ANNALISA FARMACISTA, ELY e SIMONA: scusate, ma la scenetta di Annalisa che chiama la polizia, gli ospedali ed esce dopo mezzanotte per cercare il marito desaparecido mi ha fatto davvero ridere (anche perché è finita bene, sia chiaro; io l'avrei assalito non molto poeticamente, forse con addosso i pantaloni tigrati della Plath). Morale? A volte in un matrimonio la poesia proprio non serve. Oppure... Pensate come sarebbe fantasticamente surreale se, invece di fare una sana scenata o caricare immusonite la lavastoviglie, salissimo sul tavolo e declamassimo una poesia? Mmmh. Dovrei cercarne una adatta. Woody Allen, sono sicura, apprezzerebbe, e forse mi ruberebbe l'idea per il suo prossimo film.
LISA | Venerdì, 12 febbraio 2010 @08:03
Per GABRIELLA: la poesia della Plath da cui ho tratto quei versi si intitola "Lesbos". Trovi i suoi scritti nel Meridiano Mondadori.
Per LILA: credo tu ti riferisca ai versi della poetessa inglese Sheenagh Pugh. La traduzione, imperfetta, è mia. Era il Buongiorno del 4 aprile:
"A volte le cose non vanno – nonostante tutto –
di male in peggio. A volte, i giacinti resistono all’inverno;
il verde trionfa; i raccolti sono abbondanti;
a volte un uomo punta in alto, e raggiunge il traguardo.
E il sole a volte scioglie un prato di dolore
che sembrava ghiaccio puro:
possa succedere anche a te".
(Sheenagh Pugh)
E a volte la poesia ci accompagna: verso quello che sembrava un impossibile lieto fine.
Senti che bel ritmo ha la poesia in inglese:
Sometimes
Sometimes things don't go, after all,
from bad to worse. Some years, muscadel
faces down frost; green thrives; the crops don't fail,
sometimes a man aims high, and all goes well.
A people sometimes will step back from war;
elect an honest man; decide they care
enough, that they can't leave some stranger poor.
Some men become what they were born for.
Sometimes our best efforts do not go
amiss; sometimes we do as we meant to.
The sun will sometimes melt a field of sorrow
that seemed hard frozen: may it happen for you.
(E una comunicazione di servizio: purtroppo non riuscirò a caricare sul blog l'archivio degli anni passati, perché il preventivo è altissimo. E visto che ahimé il blog è autofinanziato, non me lo posso permettere! Eurostress poetico. Per quanto riguarda San Valentino, spero di riuscire a mettere tutto on line io).
LISA | Venerdì, 12 febbraio 2010 @07:49
Per PATRIZIA STAZIONE ROGERS: Dorothea attuale? Davvero? Interessante, ma perché? A me sembra poco lucida, poco indipendente, così testarda... L'anti-femminista per eccellenza. E le manca l'ironia Austeniana.
patrizia rogers | Giovedì, 11 febbraio 2010 @23:30
Al momento sto leggendo di Dorothea che va a visitare quella che sarà la sua nuova casa da sposata, dove non vuole cambiare assolutamente nulla. Sai Lisa, lei mi sembra tremendamente attuale. Mentre leggo continuo a sottolineare le tante frasi che mi colpiscono, e le cito a mia figlia (17enne), traendone parecchi spunti di riflessione su amori e dintorni: diciamo che potrebbe andare bene come base per un'educazione sentimentale? Fatto sta che non vede l'ora anche lei di leggerlo (quest'estate ha letto Orgoglio e pregiudizio e le Affinità elettive). Comunque sì, è una grande narratrice, e spiega tutto in maniera chiara e diretta. Dopo una giornata intensa, è un piacere ritrovarlo ad aspettarmi.
Gabriella | Giovedì, 11 febbraio 2010 @18:13
Ah, Lisa ti volevo chiedere un piacere ;giorni fa hai pubblicato versi di S. Plath, in cui lei scriveva che voleva stare in Cornovaglia, con pantaloni tigrati, etc.Volevo sapere da che poesia erano tratti i versi.Grazie!
Gabriella | Giovedì, 11 febbraio 2010 @18:03
anch'io, come Lila scrive, non sento il desideri di un figlio - troppo occupata a prendermi cura di me, finalmente!- ma mi ha colpito la vicenda della Parisi e sono d'accordo con la cara Lisa che questa della showgirl gravida a 50 anni è una situazione troppo onnipotenziale per essere "sana"...come si fa ad essere cos' egoiste da crescere un bimbo -anzi due - che quando avranno 10 anni vorranno giocare con la loro mamma e si troveranno sì una sessantenne sprint, ma pur sempre una sessantenne!
Pasionaria | Giovedì, 11 febbraio 2010 @16:55
Dunque, dunque ....la Parisi, ma anche la Clericiona nazionale. Oggi- ero da mia madre a pranzo - ho letto su "Gente" che l'Antonella ha scritto un libro sulla sua maternità e sul settimanale c'erano alcuni stralci. 1) dopo due mesi di relazione col suo bello è rimasta incinta, ma l'ha perso (non c'era battito) 2) si faceva le iniezioni in camerino e sperava che nessuno la beccasse 2) la coppia ha rischiato la crisi 3) nei testi riportati dal settimanale non vi è traccia delle sigle "pma" o "fivet" . Mah, tra le due, la Clerici mi sembra più "normale", più vicina a noi però non comprendo tutta questa retorica nel raccontarsi. Io spererei che in futuro le VIP facciano outing, ma che lo facciano fino in fondo e invece c'è sempre questo dire e non dire. So bene che sono cose private, ma se mettono in piazza di peggio .... Quando avevo intervistato Rossella di SOS Infertilità mi aveva raccontato che per sostenere la sua ONLUS era difficilissimo trovare sponsor e testimonial. Mi hanno detto che in Spagna le cliniche per l'infertilità sono pubblicizzate. Possibile che non esista una Pubblicità Progresso sull'infertilità? Una fiction seria? Un film serio? E invece abbiamo il detto e il non detto, i miracoli e le macchiette. Sto leggendo il libro di Crepet "Sfamiglia". Nel capitolo dedicato all'onnipotenza lui dice "il diritto di una donna selezionare lo sperma del maschio che più l'aggrada per essere inseminata artificialmente" Io nel mio percorso d'infertilità mi sono data dei limiti, ma leggendo le parole di Crepet mi sono sentita vagamente offesa. Finchè non ci sarà più serietà nel trattare l'argomento ci saranno sempre donne e coppie che sofriranno. Lila, capisco che sia difficile provare empatia per qualcosa che non abbiamo vissuto però penso che gli argomenti possano essere dibattuti sia in chiave personale sia in chiave sociale. Ad esempio, io non sono divorziata o separata però un'idea sulla questione posso averla e così su tanti altri argomenti.
Simona | Giovedì, 11 febbraio 2010 @16:37
Dài Ely, non disperare: il mio consorte parte per Bologna il lunedì all'alba e rientra nella terda serata di giovedì e sarà così fino alla fine dell'anno, poi si vedrà. La cosa è un po' pesante e in quelle tre sere mi abbruttisco: mangio quello che voglio, carico la lavastoviglie alle 23, sto in pigiama, mi strucco a letto, leggo a letto e spengo tardi.... poi se devo uscire alla sera per il volontariato della "cronista di campagna" lo posso fare senza sensi di colpa, correggo i quaderni alle 22.00 e mi tengo il mercoledì sera per le amiche o il cinema. Poi quando ci si rivede è più bello: nel w.e. si cerca di non litigare e lui mi chiama la sua morosa. Per fortuna che gli ormoni in calo dei 44 anni fanno sì che certe voglie siano sopite.... Unico vero "problema": dover far giocare il gatto che, piazzandosi davanti alla scala, ti fa venire i sensi di colpa: il consorte infatti è più bravo di me nel farlo giocare perchè ha più pazienza. Ma questa del gatto, ovviamente, è una stupidata, non prendetemi sul serio.
Annalisa farmacista | Giovedì, 11 febbraio 2010 @15:59
Bè direi che siamo messe proprio bene...io però il primo passo non lo faccio. Non questa volta. Tanto la risposta è sempre "Eh ma mi sono dimenticato? Cosa potevo farci?" Bene io può darsi che mi dimentichi di fare da mangiare? di fare la spesa? di fare le pulizie di casa? Facendo due lavori fuori casa dal lunedì al sabato. Che stronza che sono.
Ely | Giovedì, 11 febbraio 2010 @15:41
Cara Annalisa, il mio consorte invece sembra abbia scambiato la casa per un albergo, nel senso che è via dalla mattina alla sera (tardi) e quando arriva è assente, ancora preso dal lavoro e le uniche cose di cui parla con me sono i problemi che (sul lavoro). Anch'io stamattina ero arrabbiatissima, ho anche provato a dirgli qualcosa ma la cosa davvero brutta è che non mi ha nemmeno sentito, da quanto era stanco. E sai un'altra cosa brutta? La settimana scorsa era in USA e io ero sola a casa con bimba, cane e gatto, e sebbene mi mancasse la vita era più facile, senza doverlo aspettare fino a che ora non si sa per la cena e riassettare velocissima perchè devo mettere a letto la Bea (e il consorte no si sogna nemmeno di, che so, passare qualche piatto da mettere in lavastoviglie? Eh no, è in poltrona perchè tanto stanco). Eh già Lisa, San Valentino, ma. L'unico accenno a San Valentino che si è fatto a casa mia è stato "non ti aspetterai un regalo spero". Scusate lo sfogo, anch'io oggi sono proprio seccata e leggere le peripezie della povera Annalisa ha gettato benzina sul fuoco. E Annalisa, per la cronaca, la mail per dirgli che mi dispiaceva che la giornata fosse iniziata male e per sapere se aveva percorso sano e salvo i 90 km che lo separano dal lavoro gliel'ho mandata io. In risposta ho ricevuto 2 parole 2, e mi sono pentita anche di aver fatto il primo passo. Speriamo stasera sia migliore!
Annalisa farmacista | Giovedì, 11 febbraio 2010 @14:13
altro che S.Valentino. Ieri sera il consorte si è dimenticato di dirmi che usciva a cena. Io l'ho aspettato fino ad un orario umano e poi ho provato a chiamarlo. Tel spento. Ovviamente. E così fino alle 24. Ho chiamato la polizia, i carabinieri, tutti i pronto soccorso della città, i vigili urbani. Niente (per fortuna). All'una e mezzo decido di andarlo a cercare. Si, ma dove? Vado al lavoro, in palestra. Niente. Mente sto per rientrare mi squilla il cellulare. E' lui. E' a casa e si chiede dove sia. Cazzo. Tra l'altro non si era nemmeno accorto che non c'era la mia macchina, che a casa era tutto buio. Pensava dormissi. Così quando non mi ha trovato a letto ha acceso il telefonino e mi ha chiamata. Ma la tristezza di tutto è che alla fine sono io l'esagerata. Ecco. Gli uomini sono veramente crudeli quando vogliono. E allora ieri sera in preda al panico pensavo a come era più facile quando ero single. E provavo nostalgia per la me stessa single, felice, piena di amici, di voglia di fare. Mi facevo pena da sola, e pensavo a quanto mi stessero compatendo tutti quelli con cui ho parlato al telefono l'altra notte, che dicessero "Ecco un'altra moglie rompicoglioni che solo perchè il marito tarda 5 minuti scomoda tutta la città". Ma io non sono una rompiballe. Se io avessi saputo che era fuori non mi sarei mai sognata di rovinarmi così una serata da sola...Ma tant'è. E oggi mi sento tanto triste. Perchè ci siamo salutati male, ancora non mi chiama per chiedermi se sono ancora arrabbiata...
Lila | Giovedì, 11 febbraio 2010 @14:09
Non sono Lisa ma tu poetessa di che città sei? Anche io scrivo poesie e le parole che hai detto mi hanno fatto pensare a me, a quando ritagliavo i buongiorno di Lisa e li trascrivevo nel mio quaderno personale. La poesia che mi aveva catturato non me la ricordo tutta e la sua traduzione in italiano si intitolava "A volte". Me la puoi ritrovare per favore Lisa? I tuoi buongiorno di domani non potrò prenderli ma verranno trascritti anche nel blog? Io anche quest'anno non festeggerò S.Valentino ma festeggerò il 15 la giornata dei single. Bah, il mio cuore spera sempre.
Poetessa | Giovedì, 11 febbraio 2010 @13:28
Seduta ad un tavolino, in piedi in metropolitana, sdraiata sul mio letto, ascolto le tue parole Lisa. Quelle che da anni seguo silenziosamente, che cerco la mattina quando mi sveglio, che rincorro sulle pagine dei giornali altrui quando non riesco a trovarne uno per me. Parole che parlano di te, ma a volte anche di me. Parole che ti scaldano il cuore. Non so quanto tempo è passato, ma c'è un Buongiorno che non ho mai dimenticato, che ho voluto riscrivere per sentirlo più vicino:
"Ho disegnato una porta
e mi sono seduta dietro di lei
pronta ad aprirla
non appena arrivi".
(Dunya Mikhail)
So che devo aspettare. Non posso fare nient’altro, adesso. So che verrai, so che tornerai; so che entrerai da quella porta, quella porta che ho disegnato nella mia vita; alzerai lo sguardo e io ci sarò, e tu ci sarai. Devo solo imparare, imparare ad aspettare.
E' bellissimo. Complimenti per il meraviglioso modo che hai di trasmettere le tue sensazioni.
Ho un sogno: un giorno, di poter fare altrettanto, liberando quelle parole che non sono altro che il tumulto del cuore.
Mercoledì, 10 febbraio 2010 @07:22
Lo so, dovrei commentare Heather Parisi incinta di due gemelli a cinquant’anni. Dovrei farlo, per Emma e per tutte le aspiranti madri che cercano un figlio che non arriva, per tutte quelle che tentano la strada della Fivet, per tutte quelle che, avendo soldi - perché a quanto pare cercare la cicogna in laboratorio è cosa da ricchi che possono espatriare - vanno all’estero (chissà Heather dov’è andata…). Però non commento: lascio spazio a voi, aspiranti madri, madri in provetta e non. Scrivete!
Oggi, invece, voglio invece parlarvi di Kamila Shamsie. Perché è sua la frase che ho scelto per il mio Buongiorno di City:
"Rimasero lì per un tempo che parve loro molto lungo, con le dita immobili nella stretta dell’altro. Poi lei prese il fiato, come per prepararsi a un’immersione in un mondo sottomarino".
(Kamila Shamsie)
Non pesci né rocce. Respiro e mi immergo: ho un po’ paura, di questo mondo nuovo e subacqueo che sei tu. Sarà più facile, se mi tieni per mano.
La frase è tratta dall’ultimo romanzo di Kamila Shamsie, la giovane scrittrice pakistana che ho incontrato per Grazia. Ecco l’intervista.
Non vedevo l’ora di incontrare Kamila Shamsie per chiedere, anzi protestare: ma perché il libro finisce così? Arriverà presto un seguito, vero? Già: "Ombre bruciate" (Ponte alle Grazie), il quinto e più bel romanzo della giovane scrittrice pakistana, un vero salto di voce narrativa, è uno di quei libri che chiudi a malincuore. E con una speranza: rivedere presto i protagonisti. Kamila, che ha 36 anni, è nata a Karachi ma vive a Londra, di fronte alla mia domanda accorata ride e dice: "Anch’io non sapevo che il libro sarebbe finito così…". Ma, per non rivelare niente, partiamo dall’inizio. "Ombre bruciate" comincia con la bomba atomica di Nagasaki, passa per Delhi in mano agli inglesi, Karachi e l’Afghanistan, e finisce a New York subito dopo l’11 settembre. Ma soprattutto inizia con un’immagine potente: Hiroko, giovane giapponese, che in pochi secondi di "luce bianca" vede disintegrarsi il suo amore, il suo futuro, i suoi sogni. Sopravviverà: ma porterà per tutta la vita delle cicatrici sulla schiena a forma di uccelli, marchio della bomba che le ha bruciato addosso il kimono con le gru che indossava. Una metafora?
"Semplicemente un’immagine. Violenta ma vera. Avevo letto, in un libro di storia, che l’atomica aveva incenerito la stoffa e lasciato sulla pelle, per sempre, delle ustioni, alcune a forma di fiori. Poi l’immagine è diventata un simbolo: Hiroko porterà per tutta la vita, sulle sue spalle, la Storia".
Tu ce l’hai, un kimono?
"No. Ma ho un vestito importante per me: un sari blu, di seta, che mia madre mi regalò per il lancio a Londra del mio primo libro. E che conserva ancora, nella stoffa, il ricordo di quel giorno".
Il sari: sarebbe bello che anche noi occidentali potessimo indossarlo, senza essere ridicole.
"Ma potete: è solo un problema di fiducia. Basta crederci!"
A proposito di donne e fiducia in sé. Proprio in questi giorni i giornali italiani hanno raccontato la storia della diciassettenne pakistana, che vive nelle Marche, che il padre aveva rapito dal centro di accoglienza dov’era rifugiata. Uno scontro Islam e Occidente?
"No. Non è un problema di Islam, ma di violenza e arroganza del patriarcato".
Hiroko, la tua audace protagonista, apre il suo cuore prima a un tedesco, poi a un indiano musulmano. Innamorarsi di chi parla un’altra lingua, viene da un altro mondo. Potrebbe capitare anche a te?
"Certo: è nel mio Dna. Mia nonna, la madre di mio padre, era tedesca. Mio nonno, nato a Delhi, era andato a studiare a Berlino negli anni Trenta, e tornò con la giovanissima Gretel".
Sei nata a Karachi, ma scrivi in inglese. Perché?
"E’ la lingua che parlo in famiglia, quella in cui ho studiato. L’unica in cui posso scrivere".
E l’urdu? Regalaci la tua parola preferita.
"Forse "pilpilla": il modo in cui la buccia di certa frutta e certe verdure, le zucchine ad esempio, si disfa quando è troppo matura…"
Con le zucchine italiane non succede.
"Ma alle zucchine pakistane, al caldo afoso di Karachi, sì!"
Karachi, che descrivi così amorevolmente nel libro.
"Lì c’è il posto dove sono più felice al mondo: una spiaggia di sabbia fine e scura, sul Mar Arabico, lontano dal rumore e dall’afa. Lì vado a nuotare e aspettare il tramonto. C’è qualcosa di speciale nelle città che si affacciano sul mare: qualcosa che ti porti dietro per sempre".
LISA | Domenica, 20 giugno 2010 @21:18
HUBO, L'Autrice è d'accordo! E spera che il Libro Rosa, ovvero la storia di Emma, ovvero "Confessioni di un'aspirante madre", sia nelle mani tue e di tua moglie.
hubo | Giovedì, 3 giugno 2010 @17:23
io sono un aspirante padre e devo dire che sono molto incavolato per il fatto che clerici, bellucci, parisi, etc., etc, facciano tanto baccano per il fatto di essere neo-madri. per completezza di informazione dovrebbero dire come lo sono diventate, se naturalmente o no. non si rendono conto di quanto fanno soffrire donne che non ci riescono?!? e magari riescono solo perchè possono permettersi medici e interventi che per altri sono impossibili, visti i costi. per me facciano quello che vogliono, ma ostentarlo è immorale e cattivo.
LISA | Giovedì, 11 febbraio 2010 @07:46
Per SIMONA PASIONARIA, e non solo: sono d'accordo con te sull'iprocrisia di dare così tanto spazio a una maternità in provetta, sicuramente eterologa (qualcosa mi dice che due gemelli a 50 anni non sono naturali, ma per carità, tutto è possibile), in un Paese che l'eterologa non la permette, e che continua a mantenere una legge ingiusta e vergognosa per chi cerca di avere un figlio con l'aiuto della scienza. Quanto a volerlo, disperatamente volerlo, a 50 anni, è un desiderio che ha dentro di sé troppa onnipotenza, troppa inconsapevolezza del limite, per piacermi. (Ma mi chiedo: la mia Emma, la nostra Emma del Libro Rosa, cosa ne penserebbe? Forse non sarebbe d'accordo con me...)
LISA | Giovedì, 11 febbraio 2010 @07:39
Per PATRIZIA STAZIONE ROGERS: anfibi gialli di vernice: te li invidio eccome! Almeno ti avrei riconosciuta all'incontro su Mila Schön: ti aspettavo, come mai non sei venuta? Quanto a Middlemarch... dimmi, dimmi, cosa pensi di Dorothea?
patrizia rogers | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @21:51
Scrivo da una Trieste flagellata dalla bora: oggi ha nevicato, piovuto, di tutto un po'. Cara Lisa, oggi ti ho pensata mentre passeggiando (si, nonostante il tempo) e prendendo un caffè con un'amica ho visto un paio di anfibi in supersaldi (i classici Dr. Marten's, ma giallo lucido). L'amica non aveva tempo, riprendeva a lavorare, così li ho provati più tardi da sola: titubavo molto, non sapevo che fare, mi piacevano, ma insomma, alla mia età... Poi ti ho pensata, e mi son decisa, suvvia! Ora ammiro i miei anfibi giallo/fluo/vernice, bellissimi, anche se non ho ancora avuto il coraggio di mostrarli a mia figlia (ops). Quindi, grazie per l'inconsapevole assistenza (magari tu non li avresti comprati). Sto leggendo Middlemarch, meraviglioso, non faccio altro che citare frasi a destra e a manca, non l'avrei mai letto senza di te! Un abbraccio tardo-sera, speriamo che domani nevichi, magari si va sul "nostro" molo.
Lila | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @19:21
Bellissima la poesia di oggi. Pensa, Lisa, che "Ombre bruciate" è il libro che vorrei proporre io per i prossimi incontri delle Pinks romane. Il gruppo ormai, ma questo credo tu lo sappia, ha un suo nome; si chiama Amarganta dal nome della biblioteca di Fantasia nel libro "La storia infinita" (libro che abbiamo già letto e commentato). Riguardo alla situazione di Heather Parisi, è chiaro che con i soldi è possibile ottenere certe cose ma io non credo bisogna essere invidiosi di lei. Forse io parlo così perché non ho, in questo momento, il desiderio di avere un figlio non riesco a capire ciò che dice la cara zia Pasionaria.
Pasionaria | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @18:35
Ah Corva, Corva...ma allora tu mi provochi? Guarda bene il nick. Che dire? da ex aspirante madre per sfiga e per raggiunti limiti di età ed ex Pasionaria del tuo primo blog, non posso dirmi che inc.....a! Primo: la signora ha già due figlie, ma non commentiamo le scelte altrui. Secondo: ed è qui l'nc., 50 anni&due gemelli mi fa pensare che di natura non si tratti, ma di laboratorio. E mettere la signora in prima pagina su "CHI", il settimanale del gossip patinato foraggiato dagli amici del premier, in un Paese che non vuole l'eterologa, mi fa pensare al cattivo gusto e soprattutto a quanto siamo un Paese di ipocriti 3) Certe signore illudono le comuni mortali che si possano fare figli "naturali" fino a 60 anni. Però bisognerebbe foraggiare il settimanale per scoprire se veramente i gemelli siano frutto di madre natura. E qui non ci casco, non compro il settimanale in questione anche se, of course, muoio dalla voglia ;-)
Sabrina | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @17:14
Che bella l'intervista che hai riportato! La trovo molto interessante, sarà che sono una sostenitrice dell'internazionalismo ma queste cose mi fanno sempre un certo effetto. Il libro di questa autrice mi ricorda"Il gran sole di Hiroshima", qualcuno di voi l'ha letto? Io l'ho letto da ragazzina e se ci penso mi vengono i brividi ancora adesso; è un libro molto toccante, che fa riflettere. Per quanto riguarda Heather Parisi.. Io non sono ancora nella fase di voler diventare madre, sia perchè non ho un fidanzato (basilare, direi!), sia perchè non ho un lavoro sicuro (o comunque un contratto decente). Mi piacerebbe diventarlo in futuro, ma non credo che vorrei mai un figlio a 50 anni.. Adesso c'è un divario enorme con le nuove generazioni, io ho quasi 28 anni e vedo che già, tra me e le ragazzine di oggi, ci sono molte differenze..Non è più come una volta, quando si era tutti più simili o forse la frenesia non allontanava le persone come succede oggi.. Non sarà facile, per una donna di 50 anni, capire e seguire il figlio negli anni..Mi fermerei entro i 40 o poco più, anche se magari con la tristezza nel cuore. Tanti auguri a Heather comunque, è da sempre la mia ballerina preferita..
Magari anche lei legge questo blog!
Annalisa farmacista | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @10:54
questo scorcio di storia mi ha fatto voglia di leggere questo libro. Mi affascinano tanto le storie di persone, di donne, soprattutto quando sono vere, anche se tristi.
Fuori dalla finestra del mio laboratorio vedo la neve che cade copiosa. Speriamo sia l'utlima di quest'anno che proprio non se ne può più.
Pè | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @10:45
Un mondo subaqueo,un nuovo elemento..."l'Acqua"...un nuovo scenario...e pensare che esistono le "Stelle" anche lì...e anche lì ti cercherei.
RosaGialla | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @10:23
Ciao, Lisa,
che dire di Heather Parisi: sono contenta che ce l'abbia fatta, almeno lei! Inoltre, sono anche convinta che quello che dice sulla sua età biologica, diversa e molto più bassa di quella reale, sia vero.
Spero che questa storia dia il coraggio e la forza a tante per continuare a lottare, perchè non sono solo i soldi che fanno la differenza, purtroppo.
Tanti petali gialli a tutte, in primis a te, Lisa, che ami le rose come me.
Martedì, 9 febbraio 2010 @07:14
"Sedevo al buio sotto al portico di casa tua.
Tutto mi era chiaro:
se tua moglie non voleva lasciarti andare
era la prova che non ti amava.
Se ti avesse amato
non avrebbe voluto che tu fossi felice?"
(Louise Glück)
E’ insensato e tragico e meraviglioso, sai, essere l’altra donna. Non lo scegli. Ti capita. Un giorno ti svegli e ti scopri così: quella che aspetta nel buio.
(I versi della poetessa Louise Glück sono tratti "West of your cities", antologia di poesia americana, edita da Minimum Fax)
Joker | Lunedì, 8 marzo 2010 @01:03
In ritardo... ma quella volta Lisa che tanto mi fa compagnia dalla prima pagina di City mi aveva fatto raggelare, e ho ricercato il post sul blog. Io quoto Sabrina. E aggiungo: se lui avesse amato davvero la persona che sta nel buio avrebbe fatto chiarezza
33giri | Sabato, 13 febbraio 2010 @00:59
Dio mio com'è vero..è tanto difficile da capire per gli altri...
LISA | Venerdì, 12 febbraio 2010 @07:45
Per ALESSANDRA, che un tempo si firmava "che attraversa il fiume", e adesso, chissà. Alessandra che una volta era l'altra, quella che aspetta nel buio. Che bella lettera hai scritto. Mi piace l'idea del matrimonio come una casa, una casa da amare e arredare, finestre da aprire per cambiare l'aria, una nuova poltrona o nuovi colori alle pareti quando ci vuole, e il saper riconoscere in tempo gli scricchiolii dell'amore, saper ascoltare quel che sussurrano le case...
Alessandra | Giovedì, 11 febbraio 2010 @16:04
La poesia della Gluck è bella e chi si sia trovato, ameno una volta, in quella condizione di buio e di attesa sa che si provano sensazioni non troppo diverse. Poi, come dici tu, Lisa, l'amore è la luce alla fine del buio e a volte succede che il buio si riesca ad attraversarlo verso la luce (per tutti) di sentimenti più autentici. Non credo che in amore ci siano partiti (le mogli contro le altre) né, purtroppo, diritti. A ognuna/o può capitare, nella vita, di finire da una parte o dall'altra e i sentimenti - quando di sentimento si tratti -a volte sono troppo impetuosi per lasciarsi ingabbiare negli schemi. Certo possiamo controllarli, negarli, sopprimerli. Ma siamo sicuri che sia questa la strada per la felicità? Poi, nessuno diventa nostro "di diritto", mai, con certificato di matrimonio o meno. Lo dico, adesso dall'altra "parte", quella legittima, gli amori vanno anche mantenuti, curati, coltivati, le persone non si allontanano da un giorno all'altro, sta anche a noi accorgerci per tempo degli scricchiolii, e correre ai ripari, se si può. L'altra (o l'altro, perché no?) in genere arriva quando già le crepe stanno facendo vacillare la nostra casa. Sui figli non mi voglio addentrare, ma tante volte sono un alibi. Ne ho visti felici e infelici in tutte le situazioni. I figli hanno bisogno di amore, verso di loro e intorno a loro, non mi sentirei di dire altro. Alcune storie finiscono bene, alcune no. O forse la fine di ogni storia è soltanto l'inizio di un altra, che a volte si svolge in modo molto diverso da come ci eravamo aspettati. E che continua a sorprenderci ogni giorno.
Un abbraccio
giulia la studentessa fiorentina | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @22:38
ho dimenticato di mettere il nome al post sotto!sono sempre io!
Anonimo | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @22:37
Lei e il suo caffè non volevo certo farti piangere :) la mia storia è particolare, magari non ti ritroveresti però mi farebbe piacere, contattami a giulia.iemma@live.it..a presto
Cherie | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @17:32
queste storie hanno sempre alle spalle la necessità di non turbare l'equilibrio dei figli...altrimenti sarebbe felice la donna dell'ombra e sarebbe felice la donna alla luce del sole ma con un altro uomo
amica di paola e vale | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @17:20
scusate, parlate tanto di amori al buio e al sole...ma se ci sono i bambini? è molto più difficile tutto: lasciare il marito che non ti ama, lasciare il marito che non ami, perdonare la donna che ha portato via l'amore della tua vita (o che tu pensavi, probabilmente a torto, che fosse il tuo grande amore)
Scricciolo | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @13:52
Non è giusto vivere all'ombra così come non è giusto tenere legato un uomo che non ci ama più...è ora di ricominciare per tutti.Non ci si può accontentare delle briciole..sia al buio che alla luce del sole.Si perde la propria dignità
xoan | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @13:40
io sto con Sabrina.
Viv | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @09:25
Scusate ma a me il "diritto" fà un po' venire i brividi...Ho comprensione per il dolore di chi sente finire una storia d'amore e sono certa sia giusto lottare per non lasciarla finire se si ama davvero, ma il diritto di prelazione, ecco...quello proprio mi dà i brividi...Siamo sicure che c'entra con l'amore?
Cherie | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @09:00
le donne che stanno alla luce del sole purtroppo hanno il buio nel cuore
LISA | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @07:55
Amore: raggiungere la luce, attraversare il buio.
LISA | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @07:14
MIRIAM: che bello avere anche tua mamma come fan. Informati sulla Bagonghi (o una qualsiasi altra Roberta di Camerino di velluto, magari le sue amiche l'hanno dimenticata in fondo all'armadio...). Andavano nella boutique di Venezia?
Lei e il suo caffè al ginseng | Martedì, 9 febbraio 2010 @23:41
Giulia sto piangendo come una fontana da un paio d'ore.
Le tue parole sono state il miglior fazzoletto della serata.
Possiamo scambiarci i contatti, magari per raccontarci un po le nostre storie se ti va. Grazie
giulia la studentessa fiorentina | Martedì, 9 febbraio 2010 @22:44
Sono stata anch'io dall'altra parte, nell'ombra..ho sempre lottato però perchè credevo nell'amore, nel mio amore e sapevo che l'avrebbe potuto travolgere. Ce l'ho fatta, stiamo insieme da un anno e mezzo e tuttora mi ringrazia di essere stata ostinata e di aver creduto in noi; tante volte avevo pensato di mollare, ma alla fine ne è valsa la pena!(un piccolo conforto a chi è ancora dall'altra parte)
Sabrina | Martedì, 9 febbraio 2010 @22:02
Ma quale diritto! Il diritto ce l'hanno le donne che alla luce del sole ci sono già e che hanno cercato di costruire una relazione e una vita insieme a una persona.. Perchè nessuno parla di quanto è brutto, invece, essere quella donna e non quella che aspetta nel buio? Quella che forse sente che qualcosa si sta incrinando e che muore solo al pensiero che ci sia un'altra donna ad aspettare il suo uomo? So che le cose possono capitare, ma a volte dall'occasione ci si deve togliere prima di annegarci dentro, altrimenti poi si soffre e basta, ma soprattutto si fa soffrire. Se le mogli foste voi, forse ci pensereste un attimo in più.
Carla | Martedì, 9 febbraio 2010 @18:24
ma allora perchè starci al buio? Urlate e sbattete le porte, avete il diritto di avere un amore al sole!
Cherie | Martedì, 9 febbraio 2010 @16:43
...non scegli di stare al buio..è il destino che ti ci conduce...accetti di rimanerci se è un grande amore..solo per te,purtroppo
Simona | Martedì, 9 febbraio 2010 @13:49
Lisa, non mi sono "ancora" comprata niente, purtroppo. Ho solo l'angioletto da mettere al collo con un un laccetto di cuoio. Forse mi attende un piccolo regalo, oppure uno sconticino (il bello di avere un'amica stilista), ma non sarei una buona testimonial: le colleghe maestre non so se capirebbero la filosofia che c'è in secskin (conoscono bene quella dei centri commerciali , ;-) e poi devo capire quale capo si adatterebbe meglio alle curve di una 44. Cmq. alla fine del mese andrò ancora in fiera a trovarla: sono curiosa di vedere la collezione dedicata ai segni zodiacali.
Lei e il suo caffè al ginseng | Martedì, 9 febbraio 2010 @13:27
I versi di oggi piu' che calzarmi mi vestono proprio. E fa male, tanto.
Da un lato sai che lui ha sacrificato la purezza del loro amore per stare anche con te e dall'altro sai che non sei tu al primo posto nelle sue intenzioni.
Non smetti mai di sperare e disperare allo stesso tempo.
Ti chiedi "Perchè non posso essere io quella felice al suo fianco??", sì perchè possiamo nasconderci dietro a tutti i sipari che vogliamo ma non possiamo nascondere a noi stesse che non siamo felici. Non così.
Viv | Martedì, 9 febbraio 2010 @12:52
Io lo sono stata: ho anche pensato di riuscire a "gestirla" questa condizione, ma mi faceva male dover aspettare nel buio, dovermi guardare le spalle...Non lo scegli sicuramente: t'innamori di chi non doversti nemmeno guardare, ma un giorno lui occupa tutto il tuo campo visivo e come puoi guardare altro? Il mio sipario, come ho detto spesso su questo blog, non si è mai aperto: lui è morto a fianco di sua moglie e non accanto a me. Non so se lei lo amava e non me lo voglio nemmeno chiedere, certo non l'avrebbe lasciato andare anche se lo sapeva infelice, ma non posso giudicare quello che sta nel cuore di un'altra donna, nemmeno se sono stata l'altra. Nel buio ho avuto tutta la luce di un amore speciale...
Naomi | Martedì, 9 febbraio 2010 @11:47
Già è proprio così.....
Stellina | Martedì, 9 febbraio 2010 @10:49
...WOW LISA.... sono stata letteralmente investita dalla forza delle parole che ho letto qui oggi... parole disperatamente lucide che confondono chi non può capire cosa c'è dentro quel buio, attorno a quell'attesa "insensata" che ti consuma e ti annulla . E a che serve dir loro quanto sia tragicamente meraviglioso nutrirsi delle ombre che, come dietro un sipario, proprio in quel buio, due anime disegnano...? ...Io sono l'altra donna , non l'ho scelto, è capitato e tutto mi è chiaro; aspetto solo che si apra il sipario...
Miriam | Martedì, 9 febbraio 2010 @10:20
Cara Lisa,
se mi permetti un post al post di ieri: Roberta di Camerino, me ne ha parlato la mia mamma, andava con le sue sorelle ed amiche, apposta, in un'latra città, dove c'era la boutique della loro amata stilista...purtroppo credo non abbia tenuto niente, ma mi riprometto di cercare ancora, dai suoi armadi sono usciti come per magia oggetti stupendi, come ad esempio due meravigliose pochettes da sera, una nera ed una marron, perfetto vintage anni '60. Approposito: anche la mia mamma è una tua fan, legge il blog attraverso me che glielo racconto.
Lunedì, 8 febbraio 2010 @15:50
"Mi ama tanto la città quando è deserta e bianca
e i luoghi amati dormono sotto la neve come se non ci fossero
mi baciano e basta, morbidamente, col silenzio e col silenzio
come lei ed io quando eravamo i più soli
la città mi ama quando è deserta"
(Milivoj Slaviček)
E quando la città è deserta, nel silenzio, ripenso a te.
(I versi di oggi sono tratti da: "Antologia della poesia croata contemporanea", Hefti Editore)
Dunque, a Trieste... A Trieste c'erano i bellissimi abiti da sera di Mila Schön (in mostra ancora fino al 18 aprile all'ex Pescheria, sulle Rive, se per caso passate di lì!). C'erano signore e ragazze che avevano voglia di parlare con me degli abiti del cuore (ben 3 avevano un Mila Schön nell'armadio, nessuna ha accettato di vendermelo). E c'era una delle simpatiche organizzatrici della mostra, seduta poi a cena accanto a me, che ho scoperto essere una lettrice silente del blog; non solo, anche una fan di Alba de Céspedes che ha trovato tra i vecchi libri della mamma! (Ora però, oltre ad Alba, devi leggere i libri di una certa Lisa Corva, mi raccomando...).
Inoltre. Inoltre parlando di Mila Schön, ci siamo ritrovate a parlare di un'altra stilista dimenticata, Roberta di Camerino: in piazza della Borsa, a Trieste, c'era una boutique amatissima dove andavano tutte le ragazze negli anni Sessanta. Mia zia aveva una sua borsa di velluto (ho scoperto solo poi, da giornalista fintoglam, che si chiama Bagonghi, l'antenata della it-bags), e purtroppo la buttò. Voi - mi rivolgo ovviamente alle ragazze di tutte le età che mi leggono - ve la ricordate? Qualcuna di voi ce l'ha a casa?
LISA | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @07:09
Grazie, SAK. Bella la foto. E' il Parco di Porta Venezia a Milano?
Vivi | Martedì, 9 febbraio 2010 @12:42
Grazie. Mi avete riempito di commozione, come solo l'abbraccio di care amiche..
Aria | Martedì, 9 febbraio 2010 @09:54
Avercela una Bagonghi originale di quel periodo!! Le hanno rieditate, ma è un'altra storia.
Una carezza a Viv, con un dolore ancora troppo recente.
per viv | Martedì, 9 febbraio 2010 @08:51
cara viv, ti auguro presto il sole
la rinascita è lenta ma c'è...ci deve essere, come mi dicono le mie amiche di stayinme.com. Altre donne che hanno perso il loro amore, o un figlio e che anche grazie a questa community stanno imparando a sorridere nuovamente.
LISA | Martedì, 9 febbraio 2010 @07:12
Per SIMONA: mi piace l'idea degli abiti con dentro dei talismani! Ne abbiamo bisogno... Ma tu ti sei comprata qualcosa?
Lei e il suo caffè al ginseng | Lunedì, 8 febbraio 2010 @20:08
Cara VIV, anni e anni fa ho perso una persona a me molto cara. C'è stato il rifiuto per questa perdita e tanto dolore come è giusto che sia. Il dolore è l'anello della catena che come un salvagente ci fa attraversare questa fase di "abbandono". Adesso che il suo ricordo è fatto solo di gioia e sorrisi mi capita di incontrarlo ancora. Una giornata di sole, il profumo delle caldarroste, la neve sul viso o una doccia calda. Vedrai che anche per te il dolore si trasformerà in conforto, conforto che lui abbia fatto parte della tua vita. Te lo auguro. Un abbraccio.
Simona | Lunedì, 8 febbraio 2010 @18:56
Visto che qui si scrive e si discute di abiti&poesia, l'Autrice mi permetta di fare un po' di pubblicità ad una cara amica stilista, mia ex compagna di classe di quando studiavamo insieme allo IED di Milano: esattamente 22 anni di vita fa. Lei si chiama Rosemarie Bresciani e dopo tanti anni di stage presso alcuni stilisti e aver cresciuto una magnifica figlia, ora si è lanciata con una collezione tutta sua, prima al White nel quadrilatero design di Via Savona con la P/E 2010, a fine febbraio a Fiera Milano City con l'A/I 2010-2011 dedicata ai segni zodiacali. La caratteristica dei suoi abiti sono l'alta sartorialità dei tagli, linee semplici e, per la collezione di questa primavera, "Think Positive", dei piccoli talismani che sbucano dagli abiti e dagli accessori. Una collezione positiva&poetica in tre colori pensata e prodotta in tempi grami come augurio per anni più sereni. Se volete un po' di soft fashion andate senza impegno sul sito www.secskin.net. Grazie Lisa per lo "spazio pubblicitario" offertomi.
Pè | Lunedì, 8 febbraio 2010 @18:28
Io Amo la mia città,è il mio teatro...
mutevole capricciosa,ma è la mia
città,il Nostro palco...ispirami Stellina,guidami incoraggiami...e che si apra il sipario.
LISA | Lunedì, 8 febbraio 2010 @17:03
VIV, ripeto: sei una donna coraggiosa. E oggi, tornata nel mio altrove straniero che è tutto bianco di neve, mi ritornavano in mente i versi del poeta norvegese Hauge che vorrei fossero un viatico anche per te: "E le pietre dormono sotto la neve con sogni verdi nel cuore".
Viv | Lunedì, 8 febbraio 2010 @16:39
Oddio Lisa, oddio...Come puoi parlare sempre esprimendo quello che ho nel cuore? Non solo nel mio, sicuramente, ma oggi, dopo sei mesi e un giorno da quando il mio amore è morto, la città mi sembra silenziosa e deserta come non mai...Non sono coraggiosa: lo sento ridere accanto a me, dirmi che mi ama e mi cedono le ginocchia...La mia rinascita è lenta come una primavera che stenta a sbocciare: troppo freddo, troppa nebbia, troppa neve, forse solo, ancora, troppo dolore...
Venerdì, 5 febbraio 2010 @08:35
"In cielo si raccoglie il vento,
il vento purpureo di domani,
e di nuovo l’amore,
di nuovo da tempo immemorabile
da lontano impedisce la morte".
(Jan Skácel)
Il vento. E’ il vento di stasera che mi dà speranza. Che mi accarezza i capelli, mi scivola addosso, mi sussurra, dolce e tagliente: domani, domani, succederà domani.
(I versi di oggi sono di Jan Skácel, nato negli anni Venti in quella che al tempo era ancora Cecoslovacchia. Sono tratti da "Il colore del silenzio", Metauro edizioni)
LISA | Giovedì, 11 febbraio 2010 @14:05
Mi è piaciuta, SARA STAGISTA, "la pazienza delle onde"...
SARA STAGISTA | Lunedì, 8 febbraio 2010 @16:25
è "impare dal vento" dei Tiromancino..:)
LISA | Lunedì, 8 febbraio 2010 @16:08
Per SARA STAGISTA: sai che non riesco ad aprire il link? Mi scrivi titolo della canzone, la cerco su YouTube? Per CARLA: mi piace quello che hai scritto. Sai qual è il problema? Che a volte mi sembra, rileggendomi, di andare in crisi iper-glicemica... Troppo, troppo zucchero! :-) E, a proposito, il "Diario di cuoio rosso" di Lily Koppel (Cairo) non mi era molto piaciuto; ma la storia è bella. Bello quel ritrovare, tra la spazzatura di una cantina oggi a Manhattan, il diario di una ragazzina del secolo scorso, bello cercarla e trovarla... Ancora più bello sapere che è successo davvero.
LISA | Lunedì, 8 febbraio 2010 @15:56
Per MAMMAPAPERA: credo tu ti riferisca a Monika Varga, di cui ho meravigliosi abiti in jersey a stampe e fiori, perfetti per donne curvose. Prova a guardare: http://www.monikavarga.com/about.html
(Ps: sì, gli amici ci sono e si moltiplicano, è l'amico telematico che cura il blog che non si vuole applicare...).
LISA | Lunedì, 8 febbraio 2010 @15:54
Per VALERIA E IL SUO CAFFE' AL GINSENG: sì, una storia da romanzo. Ma a volte i romanzi finiscono bene, lasciaci sperare...
Lei e il suo caffè al ginseng | Lunedì, 8 febbraio 2010 @00:39
Cara Lisa, si domani. Sperare sempre nel domani per non perdere la fiducia nelle azioni di oggi.
Il mio amore non corrisposto è un tipico clichè. Sono diventata l'amica/amante di un ragazzo che è fidanzato da qualche anno, la loro storia sembra essere in crisi, si lasciano e si riprendono....
Il particolare che rende nella mia vita questo rapporto "speciale" è che lui è stato il mio primo fidanzatino dell’asilo e a partire dal momento in cui ho avuto dei gusti in fatto di ragazzini lui mi è sempre piaciuto. È almeno 15 anni che lo sto aspettando e adesso che è qui al mio fianco non puo’ prendermi e portarmi via.
Ci troviamo molto bene insieme ma una storia di quasi 6 anni non è facile da far terminare a causa di un’altra persona o perlomeno, grazie al cielo, lui questo scrupolo se lo pone. Se la sua storia con Lei dovesse finire dovrà essere perché tra loro non va’ piu’ e non perché lui ha trovato un’altra.
Le mie amiche dicono che la loro storia è agli sgoccioli si stanno lasciando e riprendendo troppe volte, e dopo anni e anni la noia si fa sentire, sono cresciuti assieme ma non allo stesso modo e adesso sono due persone differenti dai due ragazzini che si sono messi insieme anni fa.
Dopo anni di delusioni lui è la prima persona che considero essere ideale per me, ma non posso averlo. Non sono abbastanza egoista da tifare per la loro definitiva separazione, ma non posso nemmeno auspicare di partecipare al loro matrimonio. Non voglio essere cattiva perché già essere "l’altra" non è moralmente congeniale, pero’ a questo punto non so davvero piu’ a cosa attaccarmi.
C’è tanto dialogo tra noi, è molto chiaro con me e io lo sono con lui. Questo ci permette di essere un minimo più sereni nella nostra clandestinità.
Ma io soffro. E non so se seguire il cuore questa volta mi porterà alla felicità.
P.S. troverai questo intervento anche nel post di giovedì, avevo sbagliato ad inserirlo.
mammapapera | Domenica, 7 febbraio 2010 @15:29
Cara Lisa, ti chiedo un piccolo aiuto: ricordo che qualche tempo fa avevi messo qua sul blog (ma era ancora tutto rosa) un link ad una stilista che produceva anche gioielli.
Nel suo sito c'erano deliziosi vestitini a fiori e anche, se non ricordo malissimo, meravigliose collane di pietre semipreziose. Nella pagina iniziale c'erano fiori di diverse dimensioni da cliccare, mi sembra.
Ma in questo tuo nuovo blog glicine non ci sono più 'gli amici di Lisa', e non mi ricordo proprio il nome.
Mi potresti aiutare?
Grazie,
Lucia
PS: Però mi auguro che di amici te ne siano rimasti eh?
vincenzo | Sabato, 6 febbraio 2010 @17:01
IL VENTO
Solleva le mie angosce
che sono legate
alla sorte crudele.
Lento,
identifica le linee del
giorno
travolto dalla bufera.
Tu fiore di fucsia
non temere il vento,
la stagione
muterà l’oscillante dominio.
Qui ho raccolto fiori per lei,
per ricordarla
nell’ora del tramonto.
Poi ho visto quel vento
andar via
prima che arrivasse … primavera.
A volte il vento ci può far compagnia...
quando siamo soli
Un nuovo amore | Sabato, 6 febbraio 2010 @15:15
Tante volte non avessi capito sono io, Lila.
Un nuovo amore | Sabato, 6 febbraio 2010 @15:14
E' una canzone di Eros Ramazzotti di moltissimo tempo fa. --Sognare un nuovo amore e lasciarsi andare a un libero abbandono...--Anche io credo che succederà domani quando il vento con i suoi profumi, il vento che spettina i pensieri, porterà l'odore di un nuovo amore anche per me.
Andrea Rényi | Venerdì, 5 febbraio 2010 @20:56
Molto bello, non conoscevo neppure il poeta. Grazie Lisa!
carla | Venerdì, 5 febbraio 2010 @19:13
ho appena letto una frase di Carlo levi " esistono scrittori "allergici" ed esistono scrittori "diabetici". I primi prendono le distanze dal mondo, i secondi accettano , inglobano, metabolizzano e trasformano l'universo nel loro zucchero.
Mi sei venuta in mente tu , generosa nei tuoi buongiorno, e mentre mangiavi i dolci a Madrid!
ho finito di leggere il Diario di cuoio rosso: mi è piaciuto e l'ho proposto alle mie "ragazze". Il tuo progetto come procede?
roberto metro roma | Venerdì, 5 febbraio 2010 @18:48
il titolo della canzone non me lo ricordo m è famosissima: "mare mare mare voglio annegare....via via via da queste sponde...portami lobtano sulle onde..." te la ricordi?Un saluto alla tua Trieste
MALU63 | Venerdì, 5 febbraio 2010 @16:30
il mare...il vento.... mettere insieme i due elementi e sprigionare sensazioni, ognuna diversa sulla pelle, una con il suo odore, L'altra solo sensazioni, il vento è freddo o caldissimo, porta gli odori buoni o cattivi, è una leggera brezza oppure ci travolge, ma cosa c'e di più bello che stare seduti su uno scoglio ed avere il vento che ci piene compagnia.
Roberto EAM | Venerdì, 5 febbraio 2010 @12:17
Il "mio"vento del Sud che anela a te, attraverso corsie preferenziali corre e tutto travolge per portarti i miei vivi ricordi, il mio indelebile amore, la mia intramontabile passione; ma nel "tuo" Nord trova una barriera di infissi anodizzati di volontario, autoimposto ma incosciente oblìo..Il "tuo" vento del Nord freddo e secco si oppone al "mio" vento del Sud caldo ed umido di lacrime, amalgama alchemico di acqua santa e sale superstizioso, che pazientemente sanno che nonostante tutto "attendere" è l'infinito del verbo amare.
danielle | Venerdì, 5 febbraio 2010 @12:16
domani, domani, mi ripeto che domani tornerai... ci spero con tutta me stessa... ma ogni mattina mi sveglio e mi accorgo che non sei tornato...
Pè | Venerdì, 5 febbraio 2010 @11:37
"...un vento che trasporta...e mi porta un po' di te'...sò che non ami il vento ti infastidisce e pure c'è un momento che mi appaga quando ti sposta i capelli e il tuo volto si disegna completo a me..."
...anche oggi una emozione da condividere con lei,grazie Lisa :-)
Annalisa farmacista | Venerdì, 5 febbraio 2010 @11:19
Ma sai Lisa che proprio l'altra sera mentre correvo (si ultimamente sono droga di corsa, almeno 2-3 volte la settimana, lo raccomando per scaricarsi è il massimo) sentivo proprio il vento diverso della primavera. Si sente no quando l'aria cambia e annuncia che sta per arrivare la primavera. E' stata una bella sensazione. Quasi che quell'odore diverso mi portasse una bella notizia.
Giovedì, 4 febbraio 2010 @07:26
"La luna rossa, il vento, il tuo colore
di donna del Nord, la distesa di neve…
Il mio cuore è ormai su queste praterie
in queste acque annuvolate dalle nebbie.
Ho dimenticato il mare…"
(Salvatore Quasimodo)
No, il mare non si dimentica. Chi viene dal mare, chi è nato sul mare, lo porterà sempre dentro di sé; lo sentirà sempre. Basta chiudere gli occhi. Anche adesso, dentro un vagone della metropolitana.
(I versi del poeta siciliano Quasimodo, che ho scelto per la mia rubrica di City di oggi, sono tratti da un’antologia che mi ha regalato un’amica innamorata di quella terra: "Cento Sicilie", Bompiani, a cura di Gesualdo Bufalino e Nunzio Zago)
A proposito di mare. Domani, venerdì 5 febbraio, sarò a Trieste: mi hanno invitato a parlare di moda. Più glam che cheap: è la presentazione del catalogo della bella mostra di Mila Schön, nata in Dalmazia, cresciuta a Trieste e poi a Milano, una delle grandi stiliste del secolo scorso. Sarò lì, in Pescheria, la sede della mostra, alle 17.30; ma ahimé non vestita Mila Schön, a differenza di un’amica che ha trovato un suo abito vintage a soli 60 euro su e-Bay…
LISA | Giovedì, 11 febbraio 2010 @07:28
Anch'io mi porto dentro il mare di Sistiana...
marina | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @13:21
adriano, io mi porto dentro, oltre a quello tirestino di fronte al molo audace, quello di grado. e una mia carissima amica di monfalcone, che è cresciuta d'estate a sistiana, magari giocava a palla con te!
adriano | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @12:06
il mio mare...quello del porto di Monfalcone quando, da bambino, andavo a pescare con mio padre.
quello affollato di Sistiana nel caldo estivo, bello come d'inverno agitato ma rilassante, meditante.
questi mari mi porto ora dentro il vagone.
LISA | Mercoledì, 10 febbraio 2010 @07:17
PABLO, solo una parola: benvenuto.
Pablo | Martedì, 9 febbraio 2010 @18:37
Ciao Lisa, noi ci siamo incontrati brevemente un giorno a pranzo nella la sede di Grazia, tramite la stessa amica che ti ha regalato questo libro e che mi ha segnalato nuovamente il tuo bellissimo blog. Nel occasione precedente ci siamo scambiati appena due mail, stavolta ho il proposito di essere più fedele, spero di meritarlo.
Alla poesia di domani.
Lei e il suo caffè al ginseng | Lunedì, 8 febbraio 2010 @00:37
Cara Lisa, si domani. Sperare sempre nel domani per non perdere la fiducia nelle azioni di oggi.
Il mio amore non corrisposto è un tipico clichè. Sono diventata l'amica/amante di un ragazzo che è fidanzato da qualche anno, la loro storia sembra essere in crisi, si lasciano e si riprendono....
Il particolare che rende nella mia vita questo rapporto "speciale" è che lui è stato il mio primo fidanzatino dell’asilo e a partire dal momento in cui ho avuto interesse nei ragazzi lui mi è sempre piaciuto. È almeno 15 anni che lo stavo aspettando e adesso che è qui al mio fianco non puo’ prendermi e portarmi via.
Ci troviamo molto bene insieme ma una storia di quasi 6 anni non è facile da far terminare a causa di un’altra persona o perlomeno, grazie al cielo, lui questo scrupolo se lo pone. Se la sua storia con Lei dovesse finire dovrà essere perché tra loro non va’ piu’ e non perché lui ha trovato un’altra.
Le mie amiche dicono che la loro storia è agli sgoccioli si stanno lasciando e riprendendo troppe volte, e dopo anni e anni la noia si fa sentire, sono cresciuti assieme ma non allo stesso modo e adesso sono due persone differenti dai due ragazzini che si erano sono messi insieme anni fa.
Dopo anni di delusioni lui è la prima persona che considero essere ideale per me, ma non posso averlo. Non sono abbastanza egoista da tifare per la loro definitiva separazione, ma non posso nemmeno auspicare di partecipare al loro matrimonio. Non voglio essere cattiva perché già essere "l’altra" non mi è moralmente congeniale, pero’ a questo punto non so davvero piu’ a cosa attaccarmi.
C’è tanto dialogo tra noi, è molto chiaro con me e io lo sono con lui. Questo ci permette di essere un minimo più sereni nella nostra clandestinità.
Ma io soffro. E non so se seguire il cuore questa volta mi porterà al lieto fine.
ROBERTO METRO ROMA | Venerdì, 5 febbraio 2010 @19:22
il titolo non me lo ricordo ma la canzone è famosissima, il ritornello è: " mare mare mare voglio annegare, portami lontano a naufragare, via via via da queste sponde, portami lontano sulle onde" te la ricordi?. Il libro invece ti raccomando di leggerlo, ne vale proprio a pena. Buona serata , un saluto a te e alla tua Trieste.
LISA | Venerdì, 5 febbraio 2010 @15:34
Per ROBERTOinmetroaRoma: "Vi perdono", libro Einaudi sull'eutanasia, storia di una ragazza che aiuta a morire... Non l'ho letto, però. E la canzone di Battiato, quale?
LISA | Venerdì, 5 febbraio 2010 @15:32
Per SANTIN: ciao, come stai? Sempre in tv?
roberto metropolitana di roma! | Venerdì, 5 febbraio 2010 @14:07
scusami il libro è"Vi perdono" di Angela del Fabbro (pseudonimo) . Ciao un saluto a te e a Trieste!.
roberto metropolitana di roma! | Venerdì, 5 febbraio 2010 @14:01
Il mare è ovunque, è dentro ognuno di noi, dentro di me, è uno stato d'animo che si realizza quando stai a guardarlo per ore in pieno relax. e si materializza nella magia delle sue onde e nella linea dell'orizzonte. E' anche qualcosa di pù solo se ci metti una piccola "a" davanti.... Al'esterno miei mari sono due, antitetici: da bambino, quello di Ladispoli, più avanti quello delle isole della Grecia- Dodecanneso. Mare è anche aria, sole, abissi, blu, avventura, bruciarsi la pelle al sole, acqua, nuotare per ore , perdersi, ritrovare la strada del ritorno, snorkeling, ammirazione per le sue creature e per la sua vita. Mentre ti scrivo penso ad una bellissima vecchia canzone di Battiato e ad alcune pagine di un libto bello e sconvolgente "Io vi perdono". Ciao mi sono allungato troppo. a presto e continua sempre così.
LISA | Venerdì, 5 febbraio 2010 @08:30
Che bello sapere che così tanti di voi hanno il mare dentro! E poi, per ROBERTO CHE MI LEGGE NELLA METROPOLITANA DI ROMA: in barca a vela sul mare. Bellissimo. Ma quale mare? Sicilia? Sardegna? Ponza? Quale golfo? L'Autrice è curiosa e aspetta indicazioni geografiche. Per VALERIA E IL SUO CAFFE' AL GINSENG: un amore non corrisposto e da romanzo insieme? Mmhh. La romanziera che è in me vuole saperne di più. Per AURELIA: mi piace essere ritagliata! Per MIRTHA: ops, che dichiarazione. Ma non sei italiana, allora?
Mirtha | Giovedì, 4 febbraio 2010 @23:18
cara Lisa;=)per me 6 un MITO!
GRAZIE MILLE !
ho imparato amare l'italia grazie al BUON GIORNO del CITY:=)
Lila | Giovedì, 4 febbraio 2010 @22:56
Hai ragione, Lisa, il mare non si può scordare. E' bello guardarlo e seguire le sue onde. A volte sembra come se ci voglia lasciare un messaggio. Non mi stanco mai di ascoltare il mare come non mi stancherei mai di vedere quel blu davanti ai miei occhi. Grazie Lisa
claudia mdg | Giovedì, 4 febbraio 2010 @21:55
Grazie
Aurelia | Giovedì, 4 febbraio 2010 @18:05
semplicemente favoloso.. Il buongiorno del city, il tuo buongiorno del city é ció che fà essere unico questo giornale. Frasi semplici, dolci, morbide e allo stesso tempo forti, concise e significative. É da piú di due anni che ormai quando torno a casa con il giornale prendo le forbici e mi ritaglio i tuoi BUONGIORNO. Ogni giorno ció che scrivi mi accompagna nella giornata, mi strappa un sorriso, mi anima. Tutto grazie a delle frasi, citazioni o piccole poesie?? Si, perché dietro a ció che scrivi si nascondono mille significati. Grazie mille!!
santin | Giovedì, 4 febbraio 2010 @14:08
Anch'io tutte le mattine prendo city per leggere le tue citazioni..sei unica
Valeria e il su caffè al ginseng | Giovedì, 4 febbraio 2010 @13:35
Hai davvero ragione Lisa, anche io sono nata al mare (Liguria) e il ricordo di quel blu è difficilmente descrivibile. E' come se ci fosse un'intesa. Soprattutto d'inverno. Il mare d'inverno è uno spettacolo emotivo unico. In questo periodo che sto soffrendo per un amore non corrisposto ("da libro" come dicono entusiaste le mie amiche, ma rimane sempre non corrisposto) ci vorrebbe una capatina sulle spiaggie di quel mio mare che sa non farci sentire incompresi, mai.
roberto di roma | Giovedì, 4 febbraio 2010 @12:43
il mio mare dentro è importante e rappresenta tutto per me, tutto quello che finora ho imparato dalla vita: libertà, viaggio, amore, solitudine, felicità, pace, malinconia, contemplazione, meditazione con un buon bicchiere di vino in mano e un bel libro, dolore, stupore e amore per la natura, per quelle onde che si susseguono infinite, stare solo in mezzo al mare dentro una piccola barca a vela, dentro al mio cuore e lontano dalla mente e i suoi pensieri Soprattutto il mare d'inverno è dentro di me e lo amo sempre di più. Adoro il silenzio , adoro il "rumore" del mare, che mi illumina gli occhi e li vela di lacrime di gioia per essere vivo. Ciao Lisa a presto. Roberto di Roma che ti legge con felicità in metropolitana, ormai quasi tutti i giorni da un pò di tempo
LISA | Giovedì, 4 febbraio 2010 @12:01
E quale è, ROBERTO CHE MI LEGGE IN METROPOLITANA A ROMA, il tuo mare dentro?
leggendo sulla metropolitana | Giovedì, 4 febbraio 2010 @11:03
tutti i giorni prendo questi giornaletti e leggo subito, ancora prima di scendere nella metro, i suoi buongiorno: il commento alla poesia di Quasimodo mi ha commosso, l'ho trovata bellisimo e "mio".
Complimenti. Roberto di Roma
Giusy Baffi | Giovedì, 4 febbraio 2010 @10:05
Splendida, splendida Lisa, la poetessa sei tu e scaldi il cuore. Grazie!!!!!
Mercoledì, 3 febbraio 2010 @07:55
"Sono costretto a strappare
le foto di me bambino".
(Ozaki Hosai)
Che tentazione, strappare le foto del passato. Strappare e buttare i ricordi, tutte quelle spiagge, quei Natali, quei compleanni. Le persone che abbiamo amato; e il vestito che indossavano, che non ricordiamo più. Buttare tutto. Le amarezze, le lacrime, i rimpianti. Tornare indietro… Quando eravamo ancora sull’orlo di tutto. Ma voglio davvero strappare anche quel sorriso, il sorriso di me bambina?
(I versi della mia rubrica City di oggi sono tratti da "Il grande libro degli haiku", Castelvecchi)
Non capita anche a voi di guardare, con malinconia, nei mercatini delle pulci, foto di famiglia abbandonate, foto di bambini di cent'anni fa, di matrimoni, di gite in campagna, visi che ci sorridono - e non sappiamo, non sapremo mai chi sono?
LISA | Giovedì, 4 febbraio 2010 @07:35
VIV: sei una donna coraggiosa, sai? ELENA: quello che accade è ciò che ci rende quello che siamo. Per questo anche il dolore non può essere inutile. Il dolore, e il fatto di averlo attraversato.
Lila | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @22:25
Non ho mai strappato una foto, forse le uniche foto che ho buttato sono quelle di me adolescente ancora più cicciotella di come sono (a mia madre è sempre piaciuto vederci mangiare). Io, poi, sono golosa di mio ed è difficile rimanere in linea. Le foto prova del mio matrimonio alcune le ho buttate altre no. Il mio ex marito è stato una parte di me e della mia vita e non potrò mai dimenticarlo. Io non ho rimpianti ed ho fiducia che da questo mio errore possa essere più accorta in futuro nella scelta del mio cavaliere. Non voglio tornare indietro ma le mie foto da piccolina mi piacciono ancora molto perché avevo proprio le guanciotte e le cosciotte ed ero riccia e sorridevo...In bocca al lupo ad Annalisa e alla sua sorellina. Lisa grazie di cuore per questo commento che è strepitoso. Per Elena: i dolori ed i percorsi che ci hanno fatto soffrire non sono inutili, ci aprono la mente a diverse e nuove prospettive proprio perché abbiamo capito cosa c'è che non andava.
MALU63 | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @20:10
Stappare le foto!!! credo che sia stata e sarà l'unica cosa che nn farò mai vita mia, le foto sono la nostra vita, l'unico rapporto visivo che abbiamo con il nostro passato, momenti felici in cui siamo sempre sorridenti, insieme alle persone che abbiamo amato e non sono più con noi, io amo le foto amo rivedere i miei album fotografici. E amo poco il digitale si lo confesso perchè da quando ho la macchina fotografica digitale fai 200 foto che poi nn ho il coraggio di cancellare ( tranne propio le foto orrende) e di conseguenza non stampi e rimangono in un dischetto che non è come girare pian piano le pagine e gustarsi le foto.
Annlisa sono felice che tua sorella torni a casa, auguri di pronta guarigione da parte mia.
Simona | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @18:18
Io penso ancora alle persone del passato che mi hanno fatto del male. I miei pensieri però sono di curiosità: come sarà la sua vita, avrà degli affetti, un lavoro ecc. Ogni tanto penso che mi piacerebbe rivedere queste persone, ma credo che se mi si presenterebbe l'occasione me ne scapperei a gambe levate. Però ci sono persone e persone. Io qui mi riferisco a quelle che nel bene e nel male hanno condiviso un pezzo di vita con me - breve o lungo che sia - un'amica, un ragazzo. Quelle che invece mi hanno fatto soffire, che so, sul lavoro, bè a quelle non ci penso perchè sono state delle meteore, ma a quelle importanti sì, ci penso. Di loro ho le foto che non guardo, ovvio. Di foto in generale ne ho tante, ho anche quelle della mia famiglia che mia madre mi lascerà in eredità e che io, senza figli, non saprò a chi darle. Magari finiranno nei mercatini o in una discarica, chi lo sa? Intanto ho promesso alla suocera generalessa di riordinare tutte le foto di mia nipote, Lisuska (Elisa per noi Italiani). Per Annalisa: sono contenta che la sorellina sia tornata tra le pareti domestiche
aferdita | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @16:40
Ho tutto il giorno che cerco di imagginare ce cosa puo spingere una persona a strapare la foto da bambino,che dolore smuove in lui vedendola da adulto,ma non so dare une risposta.Io penso che non ha senso strapare una foto per scordare quel che rapresenta.Sono molto dacordo con Viv,e il percorso della vita che seleziona i nostri ricordi,conserva i belli e smuove i brutti,o semplicemente li perde.Io credo che non le cose materiale che tengono vivo un ricordo,forse aiutano,perche tutto sta dentro di noi, ed é indelibile.Proprio oggi legendo,Neve D'aprile di Pilcher ho trovato questa frase che la condivido:"Vendere Cairney e ritornare a Londra." "Non e triste?""E triste,ma non è la fine del mondo.Cairneiy,per come la ricordo,é nella mia testa,indistruttibile.Non è tanto la casa quante le cose che vi sono svolte.I punteli di una vita molto felice.Non ne perderò nessuno,anche se vivrò fino a tarda età,avrò i capelli bianchi e sarò senza denti."
A proposito di libro di Pilcher,sono molto d'acordo con la tua difinizione Lisa,non sono ne di piu e ne di meno.
Un abraccio caloroso ad Annalisa,perche sia forte di dare a sua volta ,forza e coragio a sua sorella e tutta la famiglia.
Manue | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @15:59
Viv fosse stato il mio uomo paradossalmente sarebbe stato più facile lasciarlo andare....ma quando lui è quel qualcosa in più è molto molto più difficile. La verità è che non è mai stato mio, non ha mai voluto esserlo!
Viv | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @11:54
Credo di non avere mai strappato una fotografia in vita mia...Le ho semplicemente perse! Credo che forse il senso stia lì, quando di una cosa non hai più bisogno semplicemente la perdi per strada, per continuare il viaggio un po' più leggera...Gli oggetti, le fotografie, anche le persone a volte: hanno esaurito il loro compito nella tua vita e semplicemente vanno via...Dentro il tuo cuore hanno lasciato a volte un sasso, altre una piuma, altre solo una risata: tutto è utile per fare un cuore vivo! Io non vorrei tornare indietro: ho fatto tanta fatica a fare tutta questa strada e sono ancora curiosa di vedere dove mi porta. Ho perso tanto, tantissimo, ma l'uomo che amavo mi ha convinto che non può essere tutto, nemmeno perdere lui che era il mio respiro...
Manu | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @11:31
Il tempo certo aiuta, impossibile non pensarci più, quello che succede è che ci si pensa OGNI TANTO ed il ricordo non è poi così doloroso come all'inizio. Tutto qua.
L'ho pensato per 10 anni, non sapevo cosa facesse, dove fosse.
Di colpo riappare ed è tutto come 10 anni fa, più bello se possibile. Ora di nuovo una separazione. Dolorosissima. E' sparito ancora una volta senza spiegazione, senza un reale motivo. O forse semplicemente perchè NON GLI PIACCIO ABBASTANZA. Se vorrei tornare indietro? Si tornereri volentieri a "quando eravamo ancora sull'orlo di tutto..."
Per Lisa: anche oggi hai scritto qualcosa che parla del mio stato d'animo odierno. Grazie!
Elena | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @11:28
Ma il dolore straziante è veramente sempre utile? lo so che si dice che faccia crescere, che ci rende forti, che non saremmo oggi le persone che siamo, ma è davvero sempre così? Io oggi penso che alcuni dolori che ho provato siano stati effettivamente inutili.
LISA | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @10:54
Per ELENA: se fosse così, sarebbe stato inutile.
Annalisa farmacista | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @10:02
Per Elena: si, si dimentica, non ci si pensa più. E quando ci si pensa si prova solo rabbia ad aver sprecato tempo, o forse no. Non saremmo le persone che siamo oggi se non avessimo dovuto attraversa tutte le vicende della vita. Nel bene e nel male. Adesso ti sembra impossibile, ma tutto passa. A proposito di questo direi che ero tanto arrabbiata con qualcuno che mi faceva soffrire ho strappato tutte le foto relative a quel periodo. Adesso mi dispiace perchè manca un pezzo della mia storia, ma tant'è si vive di emozioni e quelle non sono facili da governare. Mia sorella forse torna a casa. Che bello.
Elena | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @09:45
Secondo voi, se qualcuno ci ha fatto soffrire molto e si riesce, col tempo, a non pensarci più - intendo veramente a non pensarci mai - è come se non fosse accaduto?
Martedì, 2 febbraio 2010 @07:13
"Iniziai a capire che su di lei avevo dei diritti solo lì dove era sempre stata: sulle mie pagine, negli scritti dei miei sogni".
(Peter Manseau)
Ma in sogno ti posso stringere, ti posso abbracciare; posso immaginare la vita che avremmo potuto fare, che potremmo fare. Se solo, amore mio, tu sognassi lo stesso sogno…
(Trovate la mia intervista a Peter Manseau, che ha scritto "Ballata per la figlia del macellaio", Fazi, da cui è tratta questa frase, nel post del 25 gennaio).
Livio Romano | Sabato, 6 febbraio 2010 @10:06
Ehi Lisa! Che piacere ritrovarti! Metto subito questo blog fra i preferiti. Mi piacciono queste pillole quotidiane di poesia -mi piace la poesia in generale! Dunque vivi ancora laggiù. Non so, io a volte ho proprio BISOGNO di scappare un paio di giorni a Milano o Londra, andare a sentire una città vera che pulsa, come si dice. Per poi ritornare al Sud e ricominciare ad apprezzarne odori ritmi luce.
Ti abbraccio fortissimo! E salutami Piero.
livio
Pas | Giovedì, 4 febbraio 2010 @16:43
Belle parole..
LISA | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @14:07
Stavolta sono io ad essere arrossita!!! Sai cosa mi è piaciuto di più? Essere paragonata a H&M durante i saldi. Così... glam cheap. E dunque, cara SARA STAGISTA, spero conoscerai presto Stella, la mia eroina glam cheap. Buon inizio di vita romana. Io, nel mio altrove coperto di neve, leggendoti, mi sono sentita commossa e felice. Grazie.
SARA | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @13:06
Questo è il mio primo "buongiorno" romano. Ieri mattina esco dalla metro e vedo un ragazzo con la casacca blu e la scritta enorme "CITY": devo ammetterlo, mi sono sentita a casa. Sono arrivata nella capitale domenica e ci resterò per almeno sei mesi. In questo momento condivido il mio nuovissimo ufficio piccolo piccolo con Ornella, che è molto carina e gentile. Mi ci voleva uno stage per trovare il coraggio di scrivere nel tuo blog.Come ti ha annunciato lei, divertita dal rossore delle mie guancie non pronte a saperti dall'altro capo del telefono, adoro i tuoi pezzi di poesia. A volte li leggo così lentamente, per gustarmi il momento, che mi sembra di star imparando a leggere per la prima volta. Molto spesso li ho postati sul mio space (citandoti naturalmente), e poco per volta ho attaccato questa passione alle mie amiche, che hanno cominciato a saccheggiare il tuo blog come fosse H&M durante i saldi. Tutto questo solo per dirti che sono una tua ammiratrice (ma probabilmente lo avevi già intuito).
Sognare le persone che amiamo è sentirne il calore nonostante molti chilometri di distanza. Quale magia scalda di più il cuore? :)
Buona giornata e buon lavoro. Sara
LISA | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @08:12
Per ANONIMO: grazie, ma tu chi sei? Almeno un nickname! Per SIMONA PASIONARIA: sono d'accordo, ci vorrebbe una lunga coda blu. Altro che it-bag. (L'Autrice, nel frattempo, non è più a Madrid: è già tornata tra le nevi del suo altrove, e senza coda blu...)
Sognami | Martedì, 2 febbraio 2010 @21:06
Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono vento e nostalgia
Sono dove vai…..
Queste sono le parole di una bellissiima canzone di Biagio Antonacci. I miei sogni inoltre vengono anche interpretati e quindi nel sogno ossia nell'incosciente noi riportiamo tutto quello che il cosciente ha già visto e ha trasformato in immagini o in situazioni. Naturalmente si deve considerare il periodo di vita ossia cosa sta vivendo in quel momento la persona che fa un certo sogno. Spero di non avervi annoiato. Io, purtroppo, da vera romanticona certe volte sogno ad occhi aperti ma ho imparato che nei rapporti, specie nei rapporti uomo/donna, è meglio andarci con i piedi di piombo. Lisa grazie per questa bellissima poesia. Ad Annalisa e a sua sorella mando un abbraccio virtuale. Spero che la consapevolezza che siete in due e unite vi aiuti a combattere questo male di tua sorella e a superare questo brutto periodo. Per Xoan: vivi la vita, vivi l'amore, anche quando ti può far male altrimenti che vita è? Io non voglio mai diventare astemia sentimentale piuttosto un'ubriacona. Soffi a tutte/i. Lila
Anonimo | Martedì, 2 febbraio 2010 @18:47
Volevo farle i complimenti per la scelta e l'analisi delle poesie.
Sono fantastiche e riescono sempre a colpire! Grazie :)
Simona | Martedì, 2 febbraio 2010 @14:11
Ciao a tutti. Ho latitato a causa delle incombenze scolastiche di fine quadrimestre che si chiuderanno definitivamente il 16 febbraio. Grazie Lisa per gli auguri, i miei anni ormai sono come i gatti della canzoncina, e non posso nemmeno invertire le cifre pensando di averne 23, 24 ecc. Annalisa, per fortuna che non è stato ciò che tu temevi: coraggio, sarà lunga, ma sono sicura che da "donna erica" ce la farai e poi lei è ancora qui con te e con la tua famiglia ed è questo che conta. Anch'io ho visto "Avatar" e mi è piaciuto moltissimo: un fumettone, ma grazie al 3D mi sono lasciata coinvolgere (durante la battaglia finale ero in pieno fermento ecologista e stritolavo le mani al consorte) e anche a me è arrivata definitivamentei la passione per la coda che avevo già da un po'. Ma ve l'immaginate come sarebbe se avessimo la coda? Potremmo inserirla nel nostro modo di parlare, usarla come strumento di seduzione, farebbe parte del linguaggio non verbale, i parrucchieri si divertirebbero e gli stilisti farebbero nuovi accessori "pro coda": sarebbe bellissimo e divertente. E sempre a proposito di "code": ho visto anche "Cats". Bello, ma niente da fare: ho preferito le versioni in francese (Parigi 1989) e in inglese (Milano, alla fine dei '90). Qui Rocky Tam Tam era un po' bolso e meno pelvico, la gatta che metteva sull'attenti topi&scarafaggi anoressica, e la cantante di Memory era truccata e vestita più da yeti che da gatto. Su musica e testi nulla da dire. Scusate se sono eccessivamente critica, ma Cats è l mio musical preferito. Ultima cosa: consiglio di vedere "La prima cosa bella" di Virzì. Buon proseguimento ispanico all'Autrice.
danielle | Martedì, 2 febbraio 2010 @12:08
se tu facessi i miei stessi sogni allora la vita sarebbe una favola...
se tu leggessi i miei pensieri ti renderesti conto del male che mi hai fatto...
Manu su (H)onda | Martedì, 2 febbraio 2010 @11:37
I sogni ci regalano la speranza di un futuro migliore .
Per Annalisa : il percorso sarà lungo e faticoso, ma unite arriverete alla meta sane e salve . Intanto io tiro un sospiro di sollievo per poi ricominciare a soffiare. Un abbraccio per te e un altro per tua sorella.
Un saluto speciale a Lisa.
LISA | Martedì, 2 febbraio 2010 @11:13
Grazie di averci scritto, ANNALISA FARMACISTA, e con buone notizie! E com'è bella la strada che porta lontano dal "paese dove piove di continuo"...
Anna dalla stalla di Versailles | Martedì, 2 febbraio 2010 @10:14
Anche se sarà lunga è una strada che porterà al paese della gioia ..... prendo fiato e continuo a soffiare, un abbraccio Annalisa.
Annalisa farmacista | Martedì, 2 febbraio 2010 @09:26
Che bello quando da immaginazione l'amore diventa realtà. E allora posso vivere quello che avevo immaginato. Ancora più bello rendersi conto che anche lui/lei sognava lo stesso sogno. Eccoci dunque ad incontrarci nella vita e non più in sogno.
Aggiornamento familiare personale: l'esito che si aspettava è stato per fortuna positivo. La diagnosi è comunque di qualcosa di serio e lungo da guarire ma per fortuna è stato scongiurato il pericolo di cose veramente brutte. Per farla molto breve c'è una osteomielite (che sarebbe una infezione ossea) provocata da un'artrite settica al ginocchio che ha provocato una serie di cose (trombosi venosa, embolia polmonare) che hanno costretto mia sorella ad un ricovero molto lungo (è in ospedale dal 26 dicembre scorso e forse dovrà rimanerci ancora per un altro mese). Speriamo di prendere la strada del ritorno e lasciare questo paese. Grazie a tutti.
Lunedì, 1 febbraio 2010 @09:17
"Ho continuato a camminare, a fare gli occhi dolci alle statue e a chiamarle con nomi di amici e amanti una per una, come un ubriacone sentimentale".
(Simon Van Booy)
Cammino per la città. Ma oggi non guardo vetrine, non faccio slalom tra i passanti, spingo lo sguardo più in su: donne, uomini, militari a cavallo, dee alate, mi strizzano l’occhio e mi sorridono. Oggi sono felice.
(La frase che ho scelto per la mia rubrica su City oggi è tratta dal libro di racconti "L’amore arriva d’inverno" di Simon Van Booy, Ponte alle Grazie)
Anche a Madrid c’erano un sacco di statue: mi guardavano dai palazzi, molto in alto, contro un cielo, come dire?, mediterraneo. Solo il cielo però era mediterraneo, perché c’era un freddo incredibile. Perfetto dunque per la mia missione numero uno: ovvero, mangiare finalmente i "churros y chocolate". Un delirio iper-calorico, delle frittelle lunghe, sottili e zigrinate da intingere calde nella cioccolata bollente. Li sognavo da quando ho letto "Atlante di geografia umana" di Almudena Grandes (un grande romanzo per chi è sull’orlo dei quarant’anni, lo trovate in Tea). Per la protagonista, anzi le protagoniste, che vivono a Madrid, è l’equivalente di brioche e cappuccino. Certo che poi è difficile infilarsi dentro una 42, o anche una 44; ma come ci insegna la Grandes, non è questo l’importante per essere amate e felici. E io sono stata molto felice all’antichissima Chocolateria San Ginés, dove ho mangiato i mitici churros (per darvi un’idea degli orari indigeni, vi dico solo che era aperto tutta la notte).
Ah. Ecco quello che NON ho fatto a Madrid. Non ho tirato l’alba per i locali di Chueca (alle due del mattino ero già passata all’ennesimo bicchiere di acqua minerale e nonostante quello cascavo dal sonno). Non ho fatto shopping. Non sono neppure andata al Prado: ne avevo tutte le intenzioni, ma poi per strada sono stata acchiappata da un cartello che diceva "Lágrimas de Eros". Potevo resistere? Certamente no. E così, invece di Velasquez, ho visto una mostra meravigliosa al Museo Thyssen, tutta intorno ai miti dell'amore, con Andromede incatenate, San Sebastiano feriti dalle frecce, e video di Bill Viola.
In compenso mi sono goduta le arcate di Plaza Mayor; i merletti di rame di uno degli edifici più belli di architettura contemporanea, la Caixa, un nuovissimo spazio espositivo, firmato dagli architetti svizzeri Herzog & de Meuron; le tapas in piedi nel vecchio mercato liberty San Miguel, ora tutto un aperitivo (anche questo aperto, e notare che è un mercato, fino alle due di notte; ma come fanno?); e ho litigato ogni giorno con gli indecifrabili rubinetti del bagno design dell’hotel design dov’ero invitata, il Me, su una delle più belle piazze di Madrid, Plaza Santa Ana (per non parlare degli altrettanto indecifrabili dispositivi luci: ci sono architetti che dovrebbero essere condannati a vivere nei posti che progettano!).
Ah, giusto, e che ci facevo a Madrid? Sono stata invitata a incontrare la nuova testimonial, la giovanissima attrice spagnola Maria Valverde, di un brand di moda che mi piace molto, Hoss Intropia: http://hossintropia.com/ Che dire? Ci sono momenti in cui vale proprio la pena di fare la giornalista fintoglam.
Cristina | Domenica, 7 febbraio 2010 @18:27
L'avevo scoperta per caso in una di quelle guide che danno all'aeroporto appena arrivi... mi aveva incuriosito, e mi è piaciuta moltissimo, la Plaza d'Oriente... con quel sole che tramontava attraverso gli alberi e che ho cercato di fotografare al meglio! Bellissima Madrid!
LISA | Venerdì, 5 febbraio 2010 @11:10
CRISTINA, la Caixa è davvero bellissima, un capolavoro di architettura contemporanea, con quel bar in alto e le finestre che sembrano ricamate... Anche il Museo Reina Sofia, con l'astronave-rossa, ovvero l'Auditorium, di Jean Nouvel, mi è piaciuto. Invece ho saltato la Plaza d'Oriente... dovrò tornare!
Cristina | Giovedì, 4 febbraio 2010 @12:57
PS:
Il tempio di Debot, col suo tramonto, e la Plaza d'Oriente, da sole valevano tutto il viaggio...almeno per me!
Cristina | Giovedì, 4 febbraio 2010 @12:55
La Caixa l'ho adorata pure io, nel mio viaggio madrileno a Dicembre scorso... ancora adesso, a volte, sogno la mia fantastica Madrid... l'ho adorata!
Viv | Lunedì, 1 febbraio 2010 @20:59
Che bello! Mi ricorda una sera d'estate in una Milano torrida: passeggiavo mano nella mano con l'uomo che amavo e gli facevo notare i balconi e le facciate dei palazzi che più mi piacevano...Ci inventavamo storie dietro alle finestre illuminate...Adesso devo inventare da sola, ma ricomincio a sorridere e lo penso con dolcezza: non è più qui, a passeggiare per le strade del mondo, ma tenendolo nel mio cuore lo porterò ovunque, anche nella mia vita che ricomincia ogni giorno con un dono. Il suo regalo per me è forse questo? Aiutarmi a rinascere...
P.S: scusa xoan se mi permetto: non avere paura, semplicemente non è possibile diventare astemi sentimentali! Ubriacati di vita! E' un augurio, non un consiglio.
xoan | Lunedì, 1 febbraio 2010 @18:42
Lisa, la mia è una paura.
susanna | Lunedì, 1 febbraio 2010 @18:21
ma che bello sentirti così carica!
peccato per il freddo; ma anche chissenefrega quando si sta bene, no?
un po' mi mancano i viaggi da giornalista; ma anche no. diciamo che mi manca essere in eterno viaggio. come una piccola nomade. un po' quello che sono.
e brava liiiiiiiiiiiiisaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
susanna
LISA | Lunedì, 1 febbraio 2010 @14:55
Visto che ci si può ubriacare d'amore, XOAN, immagino si possa anche diventare astemi. Triste, però. Ma la tua è una domanda o una constatazione?
xoan | Lunedì, 1 febbraio 2010 @13:05
i cartelli alle vetrine dei bar "hay chocolate y churros", las tapas, i pranzi alle 15, le cene alle 22 e altri vari orari sballati... quanti bei ricordi erasmusiani!
ti consiglio di visitare la cattedrale e di fare una passeggiata nel Parque del Buen Retiro.
ps: si può diventare astemi sentimentali?