Venerdì, 30 luglio 2010 @08:31
No, non sono a New York. Ma visto che qualcuna di voi sta partendo per Manhattan, ecco un articolo che ho scritto tempo fa per Grazia: su uno dei miei posti del cuore, la High Line (anche se continuo a preferire Piazza Unità a Trieste, sarà perché c’è il mare?).
Dimenticate la Quinta Avenue. E Central Park. Il nuovo cuore di New York – il cuore più trendy, più design, ma anche più poetico – batte sulla High Line. Un cuore aereo: è la nuovissima "passeggiata sopraelevata" di cui i newyorkesi si sono subito innamorati. Un progetto ambizioso e semplice insieme: ridare vita alla vecchia ferrovia industriale costruita negli anni Trenta, a 10 metri da terra. E trasformarla, appunto, in una passeggiata: con tanto di sdraio in teak, fiori e piante apparentemente selvagge (ma in realtà curatissime) sui vecchi binari, e vista sull’Hudson… Non un parco, ma un lungo rettilineo dove darsi appuntamento, sedersi a leggere un libro, scrivere, ascoltare musica con l’iPod, organizzare un pic-nic, e dedicarsi al people-watching. O, ancora meglio, fare tutte queste cose insieme.
Non a caso, subito dopo il grande opening (a giugno di un anno fa) è arrivato l’imprimatur di Bill Cunningham. Il mitico fotoreporter fashion, che ogni domenica racconta sul New York Times i nuovi look della città, ha dedicato alla High Line un’intera puntata del suo "On the street". Perché, in fondo, è una passerella di moda metropolitana: e anch’io, quando ci sono stata, non ho potuto fare a meno di ammirare le ragazze con vertiginose scarpe architettoniche, proprio quelle che di solito non si incontrano al parco.
Ma la High Line non è (solo) una passeggiata aerea o un osservatorio fashion. Sotto le arcate, la città cambia forma e ritmo; si aprono boutique, ristoranti, caffè. Qui c’è il quartier generale di Diane von Furstenberg, con una galleria d’arte (e qui la vostra giornalista glam cheap è stata invitata a una festa, per la Fashion Week newyorchese!). Qui ci sono le vetrine di Stella McCartney, Louboutin… E il Chelsea Market, il vecchio mercato di frutta e verdura, che ora accoglie ristorantini e micro-negozi, compresa una libreria in cui rifugiarsi quando piove. Qui Balasz, re degli hotel trendy americani (è suo Chateau Marmont a Los Angeles), ha aperto The Standard, 337 stanze e un piccolo scandalo: perché i clienti "dimenticavano" di tirare le tende, offrendo inaspettati spettacoli osé a chi passeggiava sotto. Vero? Falso? Per non sbagliare limitatevi ad andarci a pranzo: lo Standard è uno dei migliori ristoranti in zona.
Dietro questo progetto visionario, chi c’è? Il comune di New York, certo. Un gruppo di mecenati privati, tra cui Diane von Furstenberg. Ma soprattutto una donna: l’architetto Elizabeth Diller, dello studio Diller Scofidio+Renfro. Fu lei a firmare, per l’Expo.02 in Svizzera, lo straordinario "Le nuage": una struttura di metallo sul lago di Neuchâtel, a cui si arrivava con una passerella, con più di 30mila augelli che spruzzavano e vaporizzavano l’acqua lacustre, creando una specie di effetto nebbia. Per cui l’impressione era proprio quella di entrare dentro una "nuvola mobile"… In cima, l’Angel Bar, con acque minerali da tutto il mondo. La nuvola-capolavoro era purtroppo solo un’installazione, non esiste più: ma io ricordo ancora l’emozione che ho provato entrandoci. E in fondo, che cos’è la High Line se non il sogno di una nuvola a New York?
Per le fortunate che stanno andando a NYC adesso:
La High Line è nel West Side; attraversa il Meatpacking District, West Chelsea e Clinton/Hell’s Kitchen. Si sale grazie a scale o ascensori, per ora in cinque punti. A fine lavori, sarà lunga 2 chilometri e mezzo. Il sito è: www.thehighline.org/ e raccoglie anche foto degli entusiasti frequentatori.
Pensieri | Sabato, 7 agosto 2010 @10:29
quanto vorrei andare a NY... prima o poi ci devo andare!
Lila | Venerdì, 30 luglio 2010 @13:39
Non ho ancora guardato il link anche perché non so in che anno potrò andare a visitare la Grande Mela ma intanto cara Lisa voglio augurarti buone ferie e naturalmente auguro a tutte/i i lettori del salotto che possano godersi questo periodo di riposo.
Andy | Venerdì, 30 luglio 2010 @12:03
Da quando leggo il tuo blog si è risvegliata in me la voglia di scrivere. Sì, perché da "piccola" scrivevo tanto: poesie, racconti, avevo cominciato anche una sorta di libro. Poi ho mollato...un po' per mancanza di tempo, un po' perché mi sono distratta con altre cose. Però voglio ricominciare. Voglio provarci, partecipare a dei concorsi (anni fa mi avevano pubblicato delle poesie e dei racconti, certo su riviste e giornalini locali), scrivere su tutto e su tutti. Tanto cosa mi costa?
Quindi devo ringraziare anche te per aver ridato voce alla mia passione.
FORTUNATISSIMA LELE | Venerdì, 30 luglio 2010 @10:45
Ricevuto! Non vedo l'ora! Grazie di tutto. Bacissimissimi e buone vacanze.
Lunedì, 26 luglio 2010 @08:26
Oggi niente Buongiorno, e sapete perché? Perché City, il giornale free-press della Rizzoli, va in vacanza; e con il giornale, va in vacanza anche la mia rubrica. Fino ai primi di settembre.
Anch'io tra poco vado in vacanza, ma il blog rimane comunque aperto per voi, "aperto per ferie"!
LISA | Venerdì, 30 luglio 2010 @08:33
Mi piace il tuo titolo-incipit, RAFALEDEVENT: "L'amore è una pietra tenace".
Rafaledevent | Giovedì, 29 luglio 2010 @10:41
Vorrei che tu venissi a leggermi visto che la poesia è uno dei tuoi punti forti. Colgo l'occasione per augurarti buone vacanze.
Rafaledevent.splinder.com
aferdita | Mercoledì, 28 luglio 2010 @21:46
Buone vacanze al autrice e tutti i frequentatori di questo bellissimo blog che giorno dopo giorno ci tiene compagnia, ci fa sognare ,pensare, riflettere, discutere e colora un po i nostri giorni quando sono grigi.Un abbraccio affetuoso a Lila
Giusy | Mercoledì, 28 luglio 2010 @14:41
Che bella la Dalmazia Lisa! Noi ci siamo fermati a Veglia e Cherso; 40 anni fa erano un incanto. Eravamo a Veglia,con una coppia di amici, loro in albergo, noi in campeggio. Allora, gli anziani conoscevano il dialetto triestino e alla nostra domanda rivolta al proprietario del piccolo camping,( molto, molto "alla buona"): "e le docce dove sono?" Docce ?... Sbrufador! . nasce tra il consorte e l'amico una disquisizione sugli arcaismi del dialetto. Beh, in un apposito luogo invece delle docce troneggiava un enorme annaffiatoio, gestito da un campeggiatore (forse insolvente). Quando apparivamo,giusto per sciacquarci dopo il bagno di mare, strappava lo sbrufador dalle mani del coniuge, al grido: Ich, ich! e si batteva il petto, casomai non avessimo capito. Morale: mi voleva fare la doccia a tutti i costi. Questo raccontino è solo per te, Lisa, Ma è vero, verissimo, realmente accaduto e scusatemi ragazze del blog, ma non potevo farne a meno... E scusate i vari errori o orrori, ma non posso dedicare più di tanto ai post (che strana parola)
LISA | Mercoledì, 28 luglio 2010 @09:06
PER LE CURIOSE: la "mia" isoletta davanti a Dubrovnik. Alberi di carrube, ulivi, mare! PER LELE: mi raccomando, a New York vai a camminare (e fare peoplewatching) sulla High Line. Come già sapete, uno dei miei posti preferiti al mondo, insieme a Piazza Unità a Trieste. GIUSY: sì, "Tutto da capo" dovrebbe proprio piacerti. Ipazia forse non era contenta di stare sotto l'ombrellone, Cathleen Schine è perfetta.
Lele | Mercoledì, 28 luglio 2010 @08:36
Anch'io sono curiosaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Lila | Mercoledì, 28 luglio 2010 @08:27
Buone vacanze cara Lisa ma anche io, come Simona, sono curiosa.
giuseppe | Martedì, 27 luglio 2010 @15:26
avrei voluto andare a Capri per rendere omaggio ad evtuscenko
buone vacanze ai poeti
Simona | Martedì, 27 luglio 2010 @14:09
Buone vacanze, cara Autrice .... ma non ci sveli la tua meta?
Pensieri | Martedì, 27 luglio 2010 @11:07
Buone vacanze Lisa! e anche a tutti i tuoi lettori :)
Giusy | Lunedì, 26 luglio 2010 @14:12
PS ( che non significa Polizia di Stato) Sono andata al 29 giugno, giusto il giorno del doppio onomastico del consorte e ho trovato il tuo articolo per il Piccolo. >Subito stampato per il coniuge che legge solo il cartaceo: molto, molto apprezzato. Come saprai, i triestini sono avari quando si tratta di complimenti. Proprio un bel pezzo, interessante.
Manu | Lunedì, 26 luglio 2010 @14:06
Noooooooooooo ....come farò senza i tuoi BUONGIORNO fino a Settembre.....dai continua a stare con noi...magari con i tuoi articoli :-)
Giusy | Lunedì, 26 luglio 2010 @13:55
Buone vacanze anche da parte mia, Lisa , augurio esteso a tutti i partecipanti di questo blog, così vitale e interessante.Io sono reduce dalle mie. In spiaggia ho portato Ipazia, decisamente poco adatto all'ombra circoscritta che mi era stata concessa dall'ombrellone. Comunque passeremo agosto nel posto straverde dove abitiamo: nuoto e pedalate. Farò una scappata dal libraio prima della chiusura, dove spero di trovare "tutto da capo". E se per caso il coniuge dovesse incontrare una bella gerontofila capace di risvegliare ardori e interessi sopiti?? Meglio non trovarsi impreparate. Beh, sto scherzando, o quasi. di nuovo, buon Ferragosto, il mio sarà accompagnato dalle cicale. qui sta spirando un leggero venticello.
Lila | Lunedì, 26 luglio 2010 @13:43
Buone vacanze Lele!
Lele | Lunedì, 26 luglio 2010 @11:01
Buone vacanze a tutti! Mi tocca lavorare solo questa settimana e dalla prossima sono in volo verso LA GRANDE MELA. SONO STRAEMOZIONATISSIMA. Buone vacanze, Lisa, sei una persona davvero speciale. :-)
Andy | Lunedì, 26 luglio 2010 @10:20
Buone vacanze! Ricaricati e torna più brava di prima (per quanto fosse possibile... :) )
Domenica, 25 luglio 2010 @11:03
Ma quali?
Sapete che consiglio sempre Jane Austen ed Elizabeth von Arnim, non c’è bisogno di ripeterlo. Sapete anche che mi sono molto divertita a leggere "Tutto da capo" di Cathleen Schine (Mondadori), da cui ho rubato molte frasi per i miei Buongiorno. Il libro è lieve, divertito, divertente: storia di un matrimonio che finisce dopo 48 anni, di una madre divorzianda che si dichiara vedova, e di due figlie quasi cinquantenni che si sentono teenager dentro.
Però vi consiglio anche, tra i titoli usciti in questi mesi:
"Innocente" (Mondadori), il sequel che l’avvocato americano Scott Turow ha scritto dopo il suo bestseller "Presunto innocente". Molto più di un legal thriller: un grande romanzo. In fondo è un thriller sul matrimonio, sulla passione che scompagina tutto, sul desiderio, sui segreti.
"Purga" (Guanda), di Sofi Oksanen. Lei ha solo 33 anni, è finlandese, e ha scritto un libro potente dal titolo scomodo, che tiene inchiodati come Millennium di Stieg Larsson. E comincia quasi come Larsson, con una giovane prostituta vittima di "human trafficking" che arriva tramortita sulla soglia di una fattoria in Estonia (la madre della scrittrice è estone). E poi sterza bruscamente, e fa un salto all’indietro: racconta di un odio/amore tra due sorelle prima e dopo la seconda guerra mondiale, di una ragazza che desidera così tanto il marito della sorella da perderla e perdersi, di stalinismo e deportazioni (le purghe del titolo)… Scritto benissimo, quasi poetico anche se parla di stupro, e selvaggio.
"Il ponte del Corno d’oro" (Ponte alle Grazie), di Emine Sevgi Özdamar. E' la sua storia, la storia di una novella Alice nel paese delle meraviglie: quando, alla fine degli anni Sessanta, è arrivata in Germania, lasciando Istambul, il sogno di una scuola di teatro, e la sua lingua. Per ritrovarsi a Berlino, a fare l’operaia, a cercare di capire e addomesticare una Germania dura e grigia, pezzo per pezzo, partendo dal puzzle della lingua, stavolta quella straniera. Risultato? Un libro straordinario, "Il ponte del Corno d’oro" appunto: un libro che parla di migrazioni e di libertà, del ’68 e di politica, di Germania e Turchia, ma soprattutto di una ragazza che impara il tedesco, l'indipendenza e l'amore.
Mi sono piaciuti anche:
"Il ristorante dell’amore ritrovato" (Neri Pozza), di Ito Ogawa. Sarebbe bello che esistesse davvero, un ristorante così: quello che apre la protagonista, una ragazza di Tokyo, dopo una delusione d’amore, dopo che il fidanzato se n'è andato senza una parola, portandosi via tutto, pentole e spezie comprese... Ma non la voglia di ricominciare: con un ristorante nel paesino dell'infanzia, dove la protagonista decide di cucinare solo per una coppia alla volta. E ad ogni cena, un piccolo incantesimo dei sentimenti.
"Africa Social Club" (Newton Compton), di Gaile Parkin. La storia di Angel, che cucina e vende torte. Con disegni a tema, e glasse coloratissime. Ogni torta, una storia: ma attenzione, le storie sono quelle dell’Africa di oggi, storie di Aids, massacri, sopravvivenza, ricostruzione. Perché Angel vive a Kigali, in un Ruanda che sta rinascendo dopo la guerra civile. E l’Africa che scopriamo in queste pagine è lieve, illuminata dalla speranza. Mi ha ricordato molto il tono affettuoso e leggero, che mi piace molto, dei gialli di McCallSmith ambientati in Botswana, con la fantastica detective oversize Precious Ramotswe.
"Un giorno" (Neri Pozza), di David Nicholls. Ne abbiamo parlato, ricordate? Un bestseller inglese che sta per diventare un film con Anne Hathaway: e per forza, "Un giorno" è una perfetta commedia sentimentale. Protagonisti, Dexter ed Emma: li seguiamo per vent’anni e quasi 500 pagine. E sempre lo stesso giorno: il 15 luglio, il giorno fatidico della laurea nel 1988, giorno in cui si conoscono ad una festa, si annusano, finiscono a letto insieme... E poi? Si lasciano, si ritrovano, si rivedono, per vent'anni, e noi li seguiamo e spiamo, sempre il 15 luglio...
"Le ho mai raccontato del vento del Nord" (Feltrinelli), di Daniel Glattauer. Ne abbiamo parlato, anzi me ne avete parlato, proprio qui sul blog, e mi avete incuriosito: quindi, l'ho letto. Piaciuto, ma non troppo: diciamo che non lo regalerei mai. E' una specie di "Che tu sia per me il coltello" versione pop, un romanzo epistolare reloaded 2010: ovvero e-mail sempre più travolgenti tra due perfetti sconosciuti. Lei sposata, lui single e deluso; cominciano a scriversi per un messaggio all’indirizzo mail sbagliato e non smettono più. Perché dentro le loro mail c’è il vento del Nord, che inquieta e scompiglia... 750mila copie in Germania, già passaparola romantico in Italia. Ma è una specie di Moccia per adulti.
E gialli, thriller?
Ne parlo il 24 giugno, con una lista di quelli che mi piacciono di più. Nel frattempo ho letto "Hotel Bosforo" (Sellerio), di Esmahan Ayhol. Con una nuova detective per caso: Kati, turco-tedesca come l’autrice. Che vive a Istanbul, dove ha aperto una libreria di soli gialli. E rimane coinvolta in un omicidio. Arma del delitto: un asciugacapelli. Il personaggio è molto simpatico, ma il libro ha qualcosa che non funziona, o è scritto male o è tradotto male, chissà. Peccato.
E - posso ripeterlo, vero? - per le nuove e i nuovi sintonizzati che non hanno ancora conosciuto Emma e Stella, le protagoniste dei miei libri: bè, non vedono l'ora di finire in nuove mani, nuove case, nuove valigie per l'estate.
LISA | Martedì, 3 agosto 2010 @15:01
Per TAMINY: ho appena visto, da brava giornalista fintoglam, le foto di Anne Hathaway e Jim Sturgess a Edinburgo, sul set del film che stanno girando da "Un giorno". Primo ciak: il 15 luglio del 1988, giorno della laurea. Lei, l'aspirante giornalista glam del "Diavolo veste Prada", qui ha gli occhiali tondi per fare l'aspirante intellettuale (Emma, nel libro), una giacca corta di jeans su un abito corto e i capelli spettinati... La regista, Lone Scherfig, ha firmato prima di questo un film stupendo, "An education", con Carey Mulligan. La storia vera di una ragazza negli anni Sessanta a Londra e della sua disastrosa, magnifica educazione sentimentale. Quindi possiamo ben sperare che ne esca un ottimo film, nonostante gli improbabili occhiali tondi di Anne Hathaway.
taminy | Sabato, 31 luglio 2010 @17:18
ho letto "un giorno" è a dir poco stupendo....all'inizio ero un po reticente...troppa pubblicità...ma poi mi ha travolta,non riuscivo a smettere di leggere....lo consiglio a tutte...
LISA | Mercoledì, 28 luglio 2010 @08:38
Ben arrivata, 'POVNA: pensa che buffo, avevo letto, secoli fa, "Dietro le quinte al museo", il caleidoscopico romanzo di Kate Atkinson, e mi era piaciuto, anche se non mi ricordo assolutamente nulla (ho controllato: ormai è un Frassinelli fuori catalogo). Però non sapevo che avesse scritto anche dei gialli! Grazie del consiglio.
'povna (http://nemoinslumberland.splinder.com/) | Martedì, 27 luglio 2010 @20:38
Sono passata a dare un'occhiata dopo l'invito, alcune delle cose che consigli le ho già lette (specie tra i gialli), con molto gusto, altre mi piacciono un po' meno (per esempio Larson, bello, sì, ma...). Non conosco Turow, che prenderò alla prossima tornata, perché i legal thrillers hanno sempre un solo perché. Grazie! E, a proposito del genere (e scusandomi se per caso ne hai già parlato, purtroppo sono in partenza e non ho tempo di andare in giro a modo in questo posto, dove tornerò al ritorno), mi chiedevo se hai già letto/consigliato Kate Atkinson, sia la saga dell'ispettore Brodie, i cui due primi episodi sono stati pubblicati in Italia da Einaudi (ma in realtà sono già tre e il terzo, "Will The Be Good News" è probabilmente il più bello - e il 5 o 6 agosto esce il quarto), sia i libri pre-saga (tra tutti, direi "Emotionally Weired" and "Behind the Scenes at the Museum").
Ma soprattutto: que vivan Jane Austen e Elisabeth von Arnim. Siempre! :-)
Marina | Lunedì, 26 luglio 2010 @11:26
Grazie per i consigli! Li trovo proprio oggi, giorno in cui sto meditando un salto in libreria per acquistare le letture estive! E poichè a giudicare dai commenti lasciati dai lettori non sbagli mai, ho fatto la lista della spesa e vado....
LISA | Lunedì, 26 luglio 2010 @08:21
SIMONA PASIONARIA ora lavata e stirata: interessante il libro di cui parli. Ed è vero, i genitori anziani sono un altro tema tabù. ROBBIX: grazie, mi fa piacere che tu abbia conosciuto Emma e Stella... in cima alla lista! "Purga" è molto crudo, ma rimane dentro. Un libro che è quasi uno schiaffo. Ogni tanto ci vuole. MAMMA LETTRICE: ho riconosciuto la mamma (ex) lettrice! Un'ex aspirante madre (e amica di Emma), ex ragazza-che-scade (e amica di Stella), ora miracolata assunta. La vita davvero a volte cambia in frettissima, e in bene... PAPERINA TENERA: spero che "Un incantevole aprile" ti incanti, dunque... E ti porti un'incantevole estate.
Simona | Domenica, 25 luglio 2010 @14:41
Sono appena tornata da una settimana in Tirolo dove dopo essermi lavata, stirata e centrifugata ovvero "rilassata", ho letto un bel libro che consiglio a chi si deve occupare dei genitori anziani, tema assai scottante e poco poetico da affrontare: l'accudimento degli anziani per molti è davvero una strada in salita. "Questa casa nn è un ospizio" narra le vicende di due anziani coniugi in seconde nozze, uno con l'Alzhaimer, l'altra alle prese con la cecità e un po' di demenza senile, accuditi da uno stuolo di badanti e dalla figlia di lei, Meg, la quale trascurando la propria famiglia, cane e lavoro, vola spesso dalla Nuova Scozia per controllare che tutto sia ok. I due vecchietti non amano farsi curare nè da lei nè dai litigiosi badanti e così, complice la demenza senile, regrediscono allo stato adolescenziale combinandone di ogni alle quali la figlia deve mettere una pezza. Ovviamente il romanzo, composto da flash-back e da riflessioni sul rapporto tumultuoso tra questa madre e questa figlia, si snoda sul filo dell'ironia e della tenerezza. Trovo che narrare l'accudimento degli anziani sia un tabù letterario, un po' come scrivere di aspirantato materno, bè, spero che questo libro rappresenti un buon viatico per l'argomento. "Questa casa nn è un ospizio", Meg Federico, Sperling.
Grazie Autrice dei consigli letterari sempre graditi. PS Nella valigia provenzale metterò invece "Tutto da capo", chissà che non m'ispiri qualcosa per un cambio vita?!
robbix | Domenica, 25 luglio 2010 @14:16
cara Lisa, commento poco anche se ti leggo tutti i giorni. Grazie per la lista dei libri per l'estate. Tutti quelli che hai finora consigliato li ho letti e hanno sempre trovato il mio gradimento. Spesso leggo anche quelli da cui estrapoli le frasi. Ho già comprato e iniziato 'Purga' bello ma crudo.l tuois osno stati i rpimi che ho letto. BUONE VACANZE.
mamma lettrice | Domenica, 25 luglio 2010 @13:46
La mamma ex lettrice, opta per il libro jap. Mi ha incuriosita la trama. Domani lo compro. Poi vedremo quando riuscirò a leggerlo...
PaperinaTenera | Domenica, 25 luglio 2010 @13:35
Grazie Lisa per i tuoi consigli..anche se già avevo anticipato il tutto prendendomi il libro di Elisabeth von arnim "un incantevole aprile"..quindi auguro a te e a tutte le tue ammiratrici come me un incantevole estate!!
Sabato, 24 luglio 2010 @09:14
Questo è l’attacco di un pezzo moda che ho scritto per Grazia. Mi sono così auto-convinta che dopo averlo scritto ho ceduto: e ho comprato un capo glitter ai saldi.
E se i saldi servissero ad osare? Osare, e presentarsi al mondo luccicanti di strass? Proprio così. Tutto quel che brilla è una tentazione, ma è anche un capriccio, al limite del kitsch. A questo però servono le svendite, ad essere audaci, e comprare quel bikini sfacciatamente glitterato che continuiamo a vedere in spiaggia. E quanto brillano quest’anno, al mare, gli strass, il luccichìo moltiplicato dal sole: sui bikini, sulle T-shirt, sui fermagli per capelli, sulle infradito di gomma… Magari persino una passata di glitter sopra lo smalto colorato delle unghie dei piedi. Dunque, coraggio. In fondo, le svendite servono anche a questo. A toglierci dei capricci modaioli, e osare quello che magari, a prezzo pieno, non abbiamo il coraggio di portare a casa. Poi, casomai, pentite fashion, potremo sempre regalare il capo troppo luccicoso a un’amica, o meglio ancora fare "swap": barattarlo, tutto molto glam cheap…
E dunque, siete curiose come me? Volete sapere quale strass in saldo mi sono portata a casa? Attenzione: un paio di jeans. Per la precisione, il mio secondo paio di jeans (per la storia dei miei primi jeans, giuro, non li avevo mai posseduti prima, leggete il racconto, postato il 25 luglio 2009). Jeans morbidi, con strappi da cui occhieggiano delle paillettes dorate. Ma il meglio è stato l’acquisto. Li vedo in vetrina (ero a Trieste, in questi giorni). Passo e ripasso davanti, finché oso ed entro dentro: non solo c’erano loro, i jeans glitterati d’oro, ma erano anche in saldo… E’ rimasta solo una taglia: 42. Me li provo, mi stanno un po’ largotti. Chiedo alla commessa, sentendomi la donna più "skinny" del mondo: scusi, non avrebbe una taglia in meno? (Pronta poi a comunicare alle amiche che ormai sono magrissima). E la commessa: mi dispiace, qui teniamo solo dalla 42 in avanti… Alzo gli occhi e vedo solo in quel momento il nome del negozio: "Oltre". Sottinteso: per taglie oltre. Va da sé che li ho presi lo stesso!
LISA | Venerdì, 30 luglio 2010 @08:29
Che buffo, ANTO: ma perché poi non li metti, quei tesori glitter?
Francesca | Giovedì, 29 luglio 2010 @14:53
Gilet tutto tempestato, sfoggiato su maglia a trapezio con foto di una donna misteriosa in blu e bianco e jeans morbidi, tutto Fiorella Rubino! Sfoggiato per una cena a Paris, è o non è la ville lumiere? Volevo splendere anche io! :-)
anto | Mercoledì, 28 luglio 2010 @15:08
Ciao Lisa,
ho una scatola dove tengo tutto ciò che brilla e che non metterò mai.
top,gonne, abitini che occhieggiando da bancarelle,scaffali,vetrine,da sotto cartelli "sconti " come sirene irresistibili mi hanno convinta al loro possesso.
Ma che meraviglia quando apro lo scatolone,che scintillio...e come dici tu presa da un moto di generosità regalo un po di luccichio alla amica di turno che vedo un po spenta...
saluti sparkling
anto
✿ܓ✿ܓ✿ܓ
LISA | Domenica, 25 luglio 2010 @10:40
LADYLINDY: in realtà sospetto che la 42 di "Oltre" sia in realtà una 44. Piccoli trucchi per clienti curvose.
Lila | Sabato, 24 luglio 2010 @17:30
Che bello, Lisa, un paio di jeans con paillets dorate. Fantastico. Io, come tu credo abbia capito, non amo tanto i capi glitter ma dall'estetista mi sono fatta mettere un tocco glitter sulle unghie (mi ha disegnato con lo smalto un bellissimo fiore). Mi stuzzica l'eyeliner glitterato in blu ma anche con i trucchi agli occhi sono una mezza frana. Per fortuna che ho sempre il mio sorriso che è il modo più glam cheap per essere carini. Lisa volevo anche farti i complimenti per il brano che hai scelto per il Buongiono del 21 luglio:
"Sento soltanto che lei ha bisogno di avvicinarsi a me il più possibile, dato che qualunque cosa sia quello che sta cercando, lo può assorbire soltanto pelle contro pelle."
(Scott Turow)
Stammi vicino. Più. Vicino.
Veramente molto sensuale.
Venerdì, 23 luglio 2010 @08:56
"Baia sperduta: non più di venti barche a vela.
Reti, parenti dei lenzuoli, stese ad asciugare.
Tramonto. I vecchi guardano la partita al bar,
la cala azzurra prova a farsi turchina.
Un gabbiano artiglia l’orizzonte prima
che si rapprenda. Dopo le otto è deserto
il lungomare. Il blu irrompe nel confine
Oltre il quale prende fuoco la stella".
(Iosif Brodskij)
Finalmente: io e un tramonto sul mare.
(Una poesia con il nome di un’isola: si intitola, infatti, "Procida". E’ del poeta russo Iosif Brodskij ed è tratta dall’antologia "Poesie di viaggio", Edt. E, posso dirlo?, che voglia di baie sperdute...)
Farfalla | Lunedì, 26 luglio 2010 @20:33
si, Renata, in effetti il tramonto è magico, hai trasmesso quella sensazione unica, quasi segreta, quella che emoziona e da speranza
LISA | Lunedì, 26 luglio 2010 @08:06
Grazie, RENATA. Che bello pensare di essere un cioccolatino!
Renata | Lunedì, 26 luglio 2010 @02:25
L'aspetto di queste baie mi è familiare...ad esse sono legati ricordi infinitamente magici della mia vita. Quando attendevi con impaziente calma la lentissima palla rosso-fuoco, che proprio negli ultimi istanti accelerava, come se non potesse più aspettare di tuffarsi, e ti lasciava sempre con la sensazione di avere un tesoro prezioso fra le mani, di cui non avevi saputo, nonostante tutto, godere appieno.
P.S.Il tuo "Buongiorno" è una delle cose che attendo con più gioia, come una piccola coccola, un cioccolatino che assapori dopo una giornata in cui ti sei chiesta mille volte "Io che ci faccio qui?".
LISA | Sabato, 24 luglio 2010 @09:28
Che bella, MARINA, la famiglia dei tre continenti: ma tutti e tre, come dici, "meridionali dentro". Roma (tu), Sri Lanka (tuo marito), Marocco (il bambino): buon viaggio alla nuova mamma e nuova blogger.
micheline | Sabato, 24 luglio 2010 @00:58
grande Marina....
Marina | Sabato, 24 luglio 2010 @00:14
Anche io avrei voglia di una baia sperduta invece ci aspetta il mare del nord...il piccolo non ha ancora i documenti definitivi quindi non possiamo varcare il confine, ma che fa? sara' per la prossima estate, alla fine la pace e' dentro di noi, baia sperduta o no, dicono...eppure avrei davvero bisogno di una baia sperduta, intanto mi cimento con un blog dedicato a questo nostro lungo viaggio che e' partito da Emma. Certo l' allieva non superera' mai la professoressa ma se vi va di dare un' occhiata http://trecontinenti.blogspot.com/
Buone vacanze!
Lila | Venerdì, 23 luglio 2010 @22:09
E scusate la ripetizione degli auguri.
Lila | Venerdì, 23 luglio 2010 @22:07
Grazie Lisa io partirò i primi di agosto ma la prossima so già che sarà una settimana di fuoco. Speriamo che poi possa trovare una baia sperduta o anche popolata ma con la gente che piace a me, eh eh. un bacio. Auguro buon viaggio a tutti quelli che partono ed auguro a tutte/i i lettori del blog che la forza sia con loro. Scusate la grammatica da poetessa.
LISA | Venerdì, 23 luglio 2010 @18:23
Buone vacanze a te, CARLA, e a tutti quelli che partono. Con o senza baie sperdute.
carla | Venerdì, 23 luglio 2010 @14:51
sono in partenza per il mare... anche se so che non sarà una baia sperduta, spero di trovarla dentro di me...
buone vacanze a tutti e in particolare a Lisa
Giovedì, 22 luglio 2010 @08:12
"Le ciambelle erano state fritte dolcemente in olio di sesamo ed erano grandi quanto bastava per farne un unico boccone. Ogni volta che ne mettevo una in bocca, mi tornavano in mente le giornate trascorse in compagnia della nonna, dalla consistenza soffice come schiuma e piacevoli come il crogiolarsi al sole."
(Ito Ogawa)
Cibo, quando è il sapore della memoria.
(Ito Ogawa è una giovane scrittrice giapponese. La frase che ho usato per il Buongiorno di oggi è tratta dal suo romanzo "Il ristorante dell’amore ritrovato", Neri Pozza. Storia di un amore che finisce e di una ragazza che rinasce; storia di tutto quello che ci racconta, ci ispira, ci ricorda il cibo)
Lila | Venerdì, 23 luglio 2010 @12:27
Buone vacanze anche a te Aferdita e un bacio.
aferdita | Giovedì, 22 luglio 2010 @19:35
A me mancano solo 8 giorni per assaggiare le ciambelline fritte fate al momento e vendute lungo mare. A me piacciono spruzzati con zucchero un po di ciotolata sciolta. Tropo dolci dite? Ma che vacanze sono se non si fano un po di follie ?Buone vacanze a tutti!
micheline | Giovedì, 22 luglio 2010 @14:49
mi ricorda i momenti passati con mia nonna ad impastare la pizza e poi mangiarla..che gusto unico.Diceva che l'impasto lo devono lavorare le mani calde e non gli apparecchi moderni (vedi robot)..che sapore.E non ritorneranno più.
Giusy | Giovedì, 22 luglio 2010 @13:36
mi è subito venuta in mente la Recherche. " Et tout d'un coup le souvenir m'est apparu. Ce gout (accento circonflesso) c'ètait celui du petit morceau de madeleine..." perdonate l'exploit in francese, non mi azzardo a tradurre, del resto credo che sia più che comprensibile. Ricordi legati al gusto di un cibo e viceversa. Ne abbiamo tutti, non è vero? P.s. : stavolta sono stata attenta e spero non mi sia sfuggita una consonante di troppo, messa nel posto sbagliato...
Mercoledì, 21 luglio 2010 @08:28
"Sento soltanto che lei ha bisogno di avvicinarsi a me il più possibile, dato che qualunque cosa sia quello che sta cercando, lo può assorbire soltanto pelle contro pelle."
(Scott Turow)
Stammi vicino. Più. Vicino.
(Altro che legal thriller: "Innocente", il sequel che l’avvocato americano Scott Turow ha scritto dopo il suo bestseller "Presunto innocente" - e se non l’avevate letto vent’anni fa avete, immagino, visto il film con Harrison Ford – è un grande romanzo, un thriller sul matrimonio. L’ho appena letto, ho rubato il Buongiorno di oggi, e lo straconsiglio. L’editore è Mondadori)
Pensieri | Sabato, 24 luglio 2010 @14:24
vedrò di farci un pensierino ;)
magari mi ispira!
LISA | Sabato, 24 luglio 2010 @11:23
E magari, PENSIERI, nello shopping in libreria mettici anche il mio "Glam Cheap"! Così conoscerai Stella...
Pensieri | Venerdì, 23 luglio 2010 @15:27
un tentativo di ricerca l'ho fatto ma non li hanno.. la biblioteca dove mi "rifornisco" non è molto grande e l'ultima volta che sono andata non riuscivano a trovarmi nemmeno la coscienza di zeno o orgoglio e pregiudizio.. :((
dovrò metter da parte i soldi e "far spesa" di libri!
ora vado a leggermi l'intervista :D
LISA | Venerdì, 23 luglio 2010 @14:59
Mi piace così tanto che, oltre ad averla usata per un Buongiorno di City, del 28 maggio 2009, l'ho anche infilata in un pezzo di moda, sulle righe, per Grazia (un po' tagliuzzato, l'avevo postato l'8 maggio). E dire che la geometria non mi è mai piaciuta; tranne, ovviamente, quella sentimentale!
Lila | Venerdì, 23 luglio 2010 @14:24
Lisa quella frase piace anche a me.
LISA | Venerdì, 23 luglio 2010 @13:13
PENSIERI: prova in biblioteca, il libro dovrebbero averlo, è uscito questa primavera e l'editore è Mondadori. Hai già letto l'intervista che le ho fatto? L'ho postata il 2 giugno (per accedere all'archivio, clicca qui a sinistra).
Però la mia frase preferita di Delphine de Vigan è del suo primo romanzo tradotto in italiano, "Gli effetti secondari dei sogni", sempre Mondadori. Titolo stupendo, ed ecco la frase:
"Se ammettiamo che per due punti passa una e una sola retta, un giorno traccerò quella che va da lui verso di me o da me verso di lui".
Pensieri | Venerdì, 23 luglio 2010 @10:32
allora la frase o meglio il pezzetto è "Mentre la porta si richiude alle spalle, rovista nella borsa finchè non sente il contatto con il metallo. Ha sempre paura di aver dimenticato qualcosa: le chiavi, il cellulare, il portafogli, l'abbonamento alla metropolitana. Prima no. Prima non aveva paura. Prima, si sentiva leggera, non aveva bisogno di controllare.
Prima, gli oggetti non cadevano dai mobili, non si rovesciavano, non la ostacolavano."
tratto da "Le ore sotterranee" :)
Come libro mi ha incuriosito ma son sicura che in biblioteca non ce l'hanno.. uffi..
LISA | Venerdì, 23 luglio 2010 @08:54
PENSIERI: che bella google-coincidenza ti ha portato qui! Ma quale frase, di quale libro? (L'Autrice è sempre più curiosa).
Pensieri | Giovedì, 22 luglio 2010 @22:41
Cercavo il libro di Delphine de Vigan da cui era tratta una frase e attraverso google ho avuto la risposta che cercavo leggendo il tuo blog :)
a Trieste studiavo giurisprudenza, una faticaccia!
LISA | Giovedì, 22 luglio 2010 @08:10
ANDY: ah, saperlo! Io, da vera leonessa (sono nata ad agosto), mi avvicino sempre con grandi zampate. Certo non è una grande strategia; la strategia gattesca, miagola, fai le fusa e scappa, direi che funziona meglio. Ma per fortuna il Consorte è un segno di fuoco, un domatore di leoni. MICHELINE: ah, ma ci vuoi proprio far incuriosire! Guarda che l'Autrice è già troppo curiosa di suo... PENSIERI: e a proposito di curiosità, come sei finita qui sul blog? Mi hai incontrato su City? E cosa studiavi a Trieste? Ah, Piazza Unità...
Pensieri | Mercoledì, 21 luglio 2010 @22:02
interessante blog! è proprio quello che mi ci vuole per trovare libri interessanti :)
PS
ho studiato fino ad aprile all'università della tua Trieste e sì, piazza Unità mi toglie il fiato ogni volta che la vedo :)
micheline | Mercoledì, 21 luglio 2010 @16:42
Sai Lisa se io scrivo qui del mio rammendo poi non leggerai il libro che scriverò,perchè un giorno lo scriverò stanne certa..anzi la vuoi scrivere tu la mia storia?credimi è da film,Marina lo può confermare.:-)))
Andy | Mercoledì, 21 luglio 2010 @09:58
Solo che a volte per avvicinarsi ad una persona ci vogliono sforzi enormi, anche se "l'aria è piena di noi", come avevi scritto in un post più vecchio... Chissà come ci dovremmo comportare, se dovremmo agire o aspettare e lasciare che le cose si sviluppino da sole...
Chissà.
Martedì, 20 luglio 2010 @09:43
"Oggi rammendo
l’affetto verso il mondo
il nido
il maglione bucato.
il manto dell’edera
le parole rosso sangue
il futuro il presente il passato.
voglio provare a fare la pace.
voglio provare a intenerire il creato".
(Francesca Genti)
Proprio io, che non so cucire? Ma sono capace di rammendare la mia vita: con fili morbidi ma forti, quelli della speranza e della tenerezza.
(Mi piace molto questa giovane poetessa italiana: altri suoi versi li trovate il 29 aprile, 15 aprile, 2 aprile e 24 marzo. Tutti tratte da "Poesie d’amore per ragazze kamikaze", Purple Press)
Lila | Giovedì, 22 luglio 2010 @14:35
Brava Micheline. Un abbraccio a Marina, Micheline e Aferdita.
Fiorenza | Martedì, 20 luglio 2010 @19:18
Aferdita, sei saggia. Anch'io non mi fiderei
LISA | Martedì, 20 luglio 2010 @18:10
MICHELINE, hai voglia di raccontarla, la storia del tuo rammendo coniugale?
micheline | Martedì, 20 luglio 2010 @17:02
grazie amiche...sono riuscita anche a raccontarlo a mio marito,lui ha ascoltato quanto io gli raccontavo e tutta la serenità che avevo nell'animo.Ci riuscirai Annetta,prima si diceva in questo blog che noi donne siamo come le piante dell'erica che resistiamo alle intemperie della vita,benvenuta tra le donne erica.Sabrina già 6 anni fa andai dal farmacista,mandata dalla dietista,per comprare la somatoline,siccome il farmacista è un amico, non mi diede il prodotto perchè disse faceva male ai reni.Un abbraccio a Jad.
annetta | Martedì, 20 luglio 2010 @16:28
grazie lisa per questo pensiero, è proprio quello che ci vuole per me in questo periodo. devo rammendare la mia anima sdrucita da un affetto sbagliato... il rammendo è un lavoro di precisione e pazienza ... e per bene che tu lo faccia la traccia dello strappo resta sempre. Spero solamente che qualcuno mi aiuti presto a ricoprirla con un bel ricamo :-))
aferdita | Martedì, 20 luglio 2010 @15:27
E bello il mestiere di cucire e rammendare anche se ci vuole tanta pazienza che ormai non ce lo piu. Ma usarla nella vita e tutto un altra cosa. Sono dolce e accomodante e trovo sempre le parole giuste, ma purtroppo divento una belva quando vengo accusata ingiustamente. Non riesco facilmente fare pace, e come se diventassi impermeabile e mi chiudo in me stesa. Soffro perché fa male ,molto male quando si tratta delle persone care, ma e più forte di me.
Per Michelin. Io al posto tuo non mi fiderei piu di tanto, anche se il tuo è un bel gran gesto.
Sabrina | Martedì, 20 luglio 2010 @14:50
Scrivo per dire una cosa che non c'entra niente ma che potrebbe interessare le donne sul blog: non usate la somatoline, contiene ormoni tiroidei e ci sono persone che si sono ammalate dopo sole tre settimane di trattamento. Io l'ho usata per una settimana, poi l'estetista mi ha detto di lasciar perdere per questa ragione e ho trovato anche riscontro sul web(leggete le testimonianze in fondo alla pagina): http://www.vivialmeglio.it/vivere-sani/14-somatoline-funziona-davvero Bacioni!
lele | Martedì, 20 luglio 2010 @14:09
io ho mangiato una T! No worry...be happy!!!!
giusy | Martedì, 20 luglio 2010 @14:06
E va bene, mi sono mangiata una "c" perdonate? forse non ve ne siete accorte!
giusy | Martedì, 20 luglio 2010 @14:00
Rammendo e cucito, lavori di filo e ago. Conta solo l'abilità nell'eseguirli..però il rattoppo lo riconosciamo solo noi che abbiamo saputo farlo e lo vediamo dal rovescio della stoffa o del maglione. Ha ragione chi ha ringraziato Lisa per gli spunti di riflessione : i ciotoli scelti con cura e lanciati nell'acqua dello stagno formano tanti cerchi concentrici. Uffa, che caldo qui a Roma!
Marina | Martedì, 20 luglio 2010 @13:48
Hai rammendato bene Micheline, con intelligenza e sensibilita' e sarai ripagata dalla vita, intanto questa visita gia' e' un anticipo, il filo che hai usato e' forte, ma soprattutto la tela e' di quelle che reggono anni e anni...
hope | Martedì, 20 luglio 2010 @13:38
sei una grande donna micheline! Brava! E' un segno di grande intelligenza e civiltà! :-)
micheline | Martedì, 20 luglio 2010 @12:53
io me la cavo nel cucito,nel rammendo,sia con le stoffe che con la vita..purtroppo il rammendo se non è fatto bene si lacera in più punti,il cucito se non è fatto con un filo forte si scuce.Passato e presente rammendo,toppa?oggi si è presentata la donna per la quale mio marito 6 anni fa voleva lasciarmi e che è stata la causa dei miei dolori in tutti questi anni...voleva salutarmi e sapere come stavo.Sembravamo due amiche che non si vedono da tanti anni..forse ho rattoppato per bene?
Lila | Martedì, 20 luglio 2010 @11:38
Anche io non sono al massimo come cucitrice ma devo dire di essere contenta per come sono riuscita a cucire il mio angolo di libertà, la mia vita e tutte le cose belle che giorno dopo giorno mi vengono proposte. Mi piace l'idea di cucire l'affetto, l'amore verso il mondo.
angelo r | Martedì, 20 luglio 2010 @11:01
è una bella immagine questa che ci dai ;-) anche se penso che ci sono alcuni "strappi" tra presente e passato che è meglio non cucire.
(grazie x questi spunti di riflessioni che ci proponi)
Lele | Martedì, 20 luglio 2010 @10:18
Ho rammendato la mia vita faticosamente perchè anch'io non so cucire! Adesso mi sembra un pachwork, mille colori, mille sfumature, mille incertezze, ma è la Mia vita e fare un pachwork non è cosa da poco. Bacini e buona giornata a tutti
Lunedì, 19 luglio 2010 @08:07
"Quando si era messa alla ricerca di un nuovo appartamento, la sua prima domanda all’agente immobiliare, prima di sapere il prezzo, l’esposizione al sole, il piano, il quartiere, la fermata del metrò, lo stato del tetto e delle grondaie, era sempre: c’è un balcone? Un vero balcone dove potersi sedere, allungare le gambe e guardare le stelle".
(Katherine Pancol)
Un balcone, un terrazzo, una finestra sui tetti: per non dimenticarmi delle stelle.
(La frase usata per il mio Buongiorno di oggi è tratta da "Il valzer lento delle tartarughe" di Katherine Pancol, di Baldini Castoldi Dalai: un romanzone al femminile che in Francia è stato un bestseller, e che sto leggendo adesso)
Loretaby | Martedì, 20 luglio 2010 @17:37
da neanche un mese sono entrata nella mia nuova , sudatissima, casetta.La seconda casa che ho visto, amore a prima vista!
ho lottato senza tregua per averla e ora, la sera , mi allungo sul divanetto che ho sistemato sulla mia amata terrazzina e quello che faccio è proprio osservare le stelle! con la mia fedele "dalmatessa" a fianco .felicità pura!
Lila | Lunedì, 19 luglio 2010 @16:25
Nel mio racconto scritto per il concorso letterario dell'atac c'era Serena a cui piaceva la sera guardare le stelle. Beh, chiaramente ero io, io che amo le stelle ed il cielo stellato, io che riesco a vedere il cielo così limpido solo quando vado a trovare i miei genitori in campagna ad agosto. Il 10 agosto poi, la mitica notte di San Lorenzo, sto quasi inchiodata fissa per vedere cascare le stelle (anche se poi in realtà dicono che cadono i giorni successivi al 10). E' bello saper vedere le immagini che le stelle riproducono, l'Orsa, il piccolo ed il grande Carro ecc...In fondo le stelle mi sembrano anche un modo di comunicare un amore ed io credo anche gli amici sono come le stelle, più sono chiari, trasparenti e meglio è. Buon inizio di settimana a tutte/i e un benvenuto a Marquis e a LadyLindy.
Giusy | Lunedì, 19 luglio 2010 @13:37
vaghe stelle dell'Orsa.. mi spiace, non mi è mai piaciuta. Invece mi piace moltissimo guardare il cielo stellato nelle notti limpide e senza luna. da ignorante: so riconoscere solo la costellazione dell'orsa, orione in alcuni mesi dell'anno e Sirio e la via Lattea ma finisce qui. non finisce però quella sensazione di leggerezza, di incanto e di pace che il cielo stellato mi regala. E' vero: non dimentichiamoci delle stelle e delle comete.
Sabrina | Lunedì, 19 luglio 2010 @12:27
Anche per me il balcone è fondamentale, la casa senza balcone mi dà uno strano senso di soffocamento... Cara Lisa il tuo pezzo sugli occhiali da sole mi è piaciuto molto, anch'io li porto graduati e vorrei comprarne un altro paio per cambiare un po', ma per il momento non posso permettermelo, quindi soprassiedo! Per LadyLindy: il tuo blog è molto interessante, complimenti!
Sabato, 17 luglio 2010 @09:58
Scrivere questo pezzo è stato un tormento. No, non perché la caporedattrice continuasse a dirmi: quando è pronto?, sbattendo la sua borsa sulla scrivania, con preziosi occhiali da sole dentro. Per carità, certe scene esistono solo nel "Diavolo veste Prada". (Lo so, non ci credete e fate bene). Il tormento è dovuto al fatto che da anni voglio comprarmi un nuovo paio di occhiali da sole, e non mi sono ancora decisa. C’è un perché, e ve lo dico subito così potete ridere alle mie spalle. Sono miope, e i miei occhiali (anche quelli da sole) sono "graduati". Quindi, quando vado a provarmi una nuova montatura, mi guardo e non vedo… niente. Mi devo avvicinare così tanto allo specchio, che l’effetto glam è rovinato, e la voglia shopping è passata. Certo, potrei farmi accompagnare da un appropriato consulente, direte voi. Ma provate a trascinarvi dietro un consorte recalcitrante, soprattutto d’estate, quando i marciapiedi bollono dal caldo. Anche le amiche indietreggiano. Lenti a contatto? Non le porto. Ma per fortuna, scrivendo questo pezzo qualcosa ho deciso.
Diciamo subito che scarto gli occhiali neri e vintage. Certo, sono belli. Ma non mi convincono. Troppo seri. E mi trasformerebbero istantaneamente in una prof anni Cinquanta, altro che giornalista aspirante glam. Vintage, ma decisamente più soft, gli occhiali effetto tartaruga.
E puntare sul colore? Tinte pastello, ad esempio, che ci permettono l’abbinamento con i vestiti flower power che ci piace indossare d’estate, e con il "little white dress", il piccolo abito bianco che al mare sostituisce quello nero. Poi ci sono gli occhiali a righe, a zig zag, a grafismi. Oppure, più audaci, quelli dalle montature pop o retrò: grandi e bicolori, quasi a forma di cuore… Ah, ne ho visto un paio tartaruga e affilati, con la montatura quasi a farfalla. Sono firmati dallo stilista Tom Ford, in perfetto stile anni Sessanta come il suo primo lodatissimo film, "Un uomo solo", uscito quest’inverno, e tratto da un romanzo di Christopher Isherwood. Ricordate il protagonista? Colin Firth, gay, tormentato, elegantissimo nei suoi abiti di sartoria, nella sua casa-capolavoro di architettura californiana. Portava, per l’appunto, un paio di occhiali dalla montatura nera e vintage. Poi c’era lei, l’amica disperatamente e inutilmente innamorata di lui, occhi bistrati con il kajal: la meravigliosa Julianne Moore. Avrebbe avuto bisogno anche lei di un paio di occhiali, graduati però; perché l’amore è cieco e a volte miope, ma in certi casi bisogna saperci vedere bene. Anche e soprattutto quando abbiamo il sole in faccia.
L'articolo l'ho scritto per Grazia. I nuovi occhiali da sole però non li ho ancora comprati.
LadyLindy | Lunedì, 19 luglio 2010 @09:59
Leggerò presto anche il tuo Glam Cheap, che mi ispira molto già da libro e copertina. Grazie per la visita :)
http://vitainpillole.wordpress.com/
LISA | Domenica, 18 luglio 2010 @15:23
Buongiorno LADYLINDY, teenager-con-blog. (E spero che tra i tuoi libri preferiti, oltre a "L'eleganza del riccio", ci sia presto anche il mio "Glam Cheap"!). Sono passata, sì, sul tuo blog, e ho ritrovato le parole della Cvetaeva, un mio vecchio Buongiorno del 14 ottobre, perfetto per oggi, finalmente giornata di vento dopo un temporale:
"Qualsiasi vento è vento di mare, e qualsiasi città, anche la più continentale, nelle ore di vento – è marittima. C’è odor di mare, no, ma: c’è aria di mare, l’odore lo aggiungiamo noi. Anche il vento del deserto è di mare, anche quello della steppa è di mare. Giacché al di là di ogni steppa e di ogni deserto – c’è il mare, l’oltredeserto, l’oltresteppa… Ogni viuzza in cui tira vento è la viuzza di un porto".
(Marina Cvetaeva)
Fermati. Chiudi gli occhi: sei altrove.
Io oggi non sono altrove, sono proprio qui, nel vento.
LadyLindy | Domenica, 18 luglio 2010 @14:35
gli occhiali... un mio tormento. Non sto bene con nessunissimo modello. E'incredibile. Faccio di tutto per non metterli! :)
P.S. Passa da me se vuoi
http://vitainpillole.wordpress.com/
Lila | Domenica, 18 luglio 2010 @11:36
Cara Lisa ti devo dire che anche io sono un pò cecata. E siccome che so ciecata (per la precisione miope) anche io ho lo stesso tuo problema. Le lenti non le metto perché non ho tanta pazienza e ti devo dire che per me la scelta dell'occhiale da sole è molto difficile (ed è per questo che la rimando di anno in anno!). Spero che questo sia l'anno giusto e che anche io riesca a trovare gli occhiali adatti alla mia faccetta a volte dispettosetta. Buona domenica a tutte/i
micheline | Sabato, 17 luglio 2010 @11:44
Lisa il caro e intramontabile modello rayban e non sbagli,sempre di moda e sta bene a tutte.Io uso quelli e non mi hanno mai tradito,le lenti sono tra le migliori in assoluto e basta sceglierne il colore...a specchio solo per la montagna però! io amo quelle grigie,ma le più riposanti sono senza dubbio le marroni.Buon acquisto e, ricordiamoci che gli occhiali da sole vanno sempre portati anche quando è nuvolo, se vogliamo proteggere i nostri occhi. Buon w.e.
Venerdì, 16 luglio 2010 @09:25
"Ti allunghi sulla spiaggia come
una stella marina, il tuo tocco calma
lo scompiglio delle onde,
i capelli, alghe di gesso.
Io vengo dai labirinti:
i semafori mi parcheggiano negli occhi
prima di attraversare, le autostrade si biforcano e
finiscono come vene nella mia mano."
(Manohar Shetty)
Vengo dai labirinti della città e vado verso il mare. Finalmente, verso di te.
(La poesia di oggi è tratta da "Amore in versi", della rivista letteraria Panta, 1999, Bompiani)
LISA | Domenica, 18 luglio 2010 @15:17
Grazie, MARQUIS. E una Domanda Curiosa, come al solito, dall'Autrice Curiosa: da dove viene il tuo nickname? Qualche libro, qualche storia da romanzo?
Marquis | Domenica, 18 luglio 2010 @00:43
Sempre molto delicate le tue postille in calce alle poesie che proponi ogni giorno in City. Volevo scriverlo da tempo :)
Starfish and coffee | Venerdì, 16 luglio 2010 @19:05
sono Lila.
Starfish and coffee | Venerdì, 16 luglio 2010 @19:05
E' il titolo di una canzone di Prince, un cantante che sta iniziando a conoscere grazie ai consigli di Alex. Mi ha colpito l'immagine di questo corpo che si allunga come una stella marina. Riguardo agli altri argomenti diciamo che concordo con Sabrina; a volte per vedere la vita in modo diverso basta mettere in circolo il proprio amore, la propria sensibilità (per la cronaca anche io sono ancora in cerca dell'altra metà).
Errata corrige | Venerdì, 16 luglio 2010 @15:31
Dopo l'haiku di Kobayashi Issa non ci va Simona ma Sabrina; scusate
cam | Venerdì, 16 luglio 2010 @14:41
Cara Sabrina forse la strada giusta è proprio quella che ti suggerisce il buon Ligabue, tutto il resto mi lascia molto perplesso perchè frutto di una visione del Modo propria di un Occidente malato vittima di una sindrome da onnipotenza che l'esperienza dolorosa che ha segnato la mia vita in questi ultimi anni ha messo fortemente in crisi (sul concetto di malattia di cura e di combattere qualcosa ci sarebbe molto da dire perchè il dietro le quinte di molte realtà nasconde sorprese inaspettate).
Simona hai perfettamente ragione un padre settantenne fa proprio ridere (perchè per essere padri non basta avere ancora spermatozoi in circolo) forse anche gli uomini hanno un "orologio biologico", anche se non così legato ad aspetti prettamente organici, e un loro "sentire" che magari fanno di tutto per mettere a tacere.
"Calma, Lumaca:
tu scalalo il Fuji,ma
senza affrettarti"
(Kobayashi Issa)
Simona quando meno te lo aspetti quel che deve succedere succede, non forzare la mano di qualcuno, o qualcosa, che ne sa molto più di te; c'è un tempo per ogni cosa si legge nel Qoelet ... non ti preoccupare arriverà il momento giusto anche per te (come spero arrivi anche per me ... basta che si sbrighi!!!)
Un abbraccio a tutti
Sabrina | Venerdì, 16 luglio 2010 @12:31
Oggi non mi rifarò ai discorsi di questi giorni, mentre si respira aria di vacanze io mi preparo al concerto di Ligabue :-) Per questo vorrei solo inviarvi il link ad una canzone che parla di approccio agli altri e ai sentimenti... Bacioni a tutti! http://www.youtube.com/watch?v=LzQdci_CV_w
Annalisa farmacista purtroppo tornata in Italiai | Venerdì, 16 luglio 2010 @12:13
Ciao Lisa! sono rientrata adesso dalle ferie e non ho nessuna voglia di pensare a niente. Anzi si. Voglio solo ricordare queste due bellissime settimane di ferie con il consorte che più belle non potevano essere. Ieri proprio di tornare al lavoro, al caldo, alla vita di tutti i giorni proprio non volevo tornare. Voglio continuare ad assaporare i profumi che ho respirato, le sensazioni che ho provato, le parole che ho letto, quelle che ho ascoltato. Il tempo è davvero poco in questa vita per fare tuttto quelle che vorremmo. Ma forse è anche giusto così. Il tran tran quotidiano, la fatica, lo stress, le persone noiose che ci rovinano la vita servono proprio per apprezzare poi le cose belle, che lo sono ancora di più quando le viviamo dopo tanto penare. Per un bel po' vorrei assaporare solo questo: dopo tanti labirinti ed autostrade ecco la calma, il riposo, l'arrivo sulla vetta. E allora solo respirare e sentirsi vivi e felici. Ciao!
Simona | Venerdì, 16 luglio 2010 @09:42
Per Cam. Io non sono per l'accanimento scientifico riguardo le questioni riproduttive però dopo quanto ho vissuto e quanto ho ascoltato da altre donne ho capito che non bisogna giudicare, ma soprattutto non schierarsi sul fatto se sia più giusto lasciar fare alla vita e alla natura o alla scienza medica. E poi ci sono casi e casi.Trovo che il congelamento degli ovociti offra una speranza a quelle donne che non possono diventare madri naturalmente per menopausa precoce o tumori. Diverso è il discorso per chi sente il ticchettio dell'orologio biologico, ma in questo caso non ho imparato a biasimare chi fa questa scelta che per noi Italiani Cattolici può sembrare una forzatura della natura mentre per chi appartiene ad una cultura anglosassone l'opportunità di congelamento è dettata daun approccio pargmatico e dalla razionalità. In mezzo ci sta "il sentire" di ciascuna donna. Per voii uomini questi discorsi sono lontanissimi anni luce: voi potete generare figli anche a 70 anni con compagne più giovani (sempre che poi riusciate a tenerli in braccio - Harry ti presento Sally ;-), noi purtroppo abbiamo una scadenza. Ciao.
Giovedì, 15 luglio 2010 @07:28
"Insegnami, Iddio, a pregare
sul mistero di una foglia appassita,
sulla luce che manda un frutto maturo
su questa libertà: vedere, sentire, respirare
sapere desiderare e fallire".
(Leah Goldberg)
Sbagliare, inciampare. E andare avanti.
I versi che ho scelto per la rubrica di City di oggi - come quelli del 1° luglio, sulle memorie d'amore e i capelli grigi, ricordate? - sono di Leah Goldberg, una poetessa ebrea-lituana, nata all’inizio del Novecento, morta a Gerusalemme. E sono tratti da "L’altro sguardo – Antologia delle poetesse del ‘900", Mondadori. Bellissimi i versi finali:
"Insegna alle mie labbra a ringraziarti e darti lode
nell’eternità del tuo tempo, il mattino e poi la sera
affinché il mio giorno non sia mai come quello di ieri
una pigra abitudine."
LISA | Venerdì, 16 luglio 2010 @09:23
Per CAM, e quindi anche per SABRINA: sono in parte d'accordo con te, Cam, perché la sola idea di poter congelare degli ovociti è vertiginosa. Questo in teoria. Ma in pratica la scienza è andata avanti, sta andando avanti, e se usiamo le nuove tecnologie, e biotecnologie, per curarci, guarire, combattere malattie mortali; perché non usarle per vivere, e vivere meglio? Questo è il senso della provocazione di Daria Bignardi. Per questo "Se Emma avesse congelato gli ovociti". La scienza ci porta avanti con il pensiero. E' interessante, per noi e per le Emme (e le Sabrine) che verranno.
Lele | Venerdì, 16 luglio 2010 @08:53
Giovanissima Sabrina, che cos'è questo AVVILIMENTO??? Coraggio io ho moooooolti anni più di te ed ho combattuto tante battaglie, alcune perse ma tante vinte. Troverai la persona giusta per te, vedrai, non ti accontentare di un uomo qualunque solo per mettere su famiglia. Combatti e come disse Muhammad Ali' :Vola come una farfalla e pungi come un'ape". Un bacino
Sabrina | Giovedì, 15 luglio 2010 @23:17
Caro Cam, che belle le tue parole... Ti ringrazio per la dedica che mi hai fatto e per aver riflettuto sulla mia domanda. Sai, io la penso esattamente come te, penso che la vita debba fare il suo corso e che in qualche modo il destino guidi gli eventi, ma sono capitate molte cose, a me e a persone che conosco, per le quali adesso penso al futuro in maniera diversa. Per fare un esempio, proprio in questi giorni ad una mia amica trentunenne hanno trovato un fibroma, con il consiglio di avere un bambino il prima possibile (detto in parole povere) perché devono operarla... Lei ha un fidanzato stupido che probabilmente la tradisce e che la segrega in casa, che fare? Lasciare perdere? Certo, è l'unico consiglio saggio da dare, ma sai, una donna lascia anche perdere, ma con il magone... Io di anni ne ho 28, nessuno accanto né all'orizzonte, ne passerà di acqua sotto i ponti prima di avere un bambino e al momento nemmeno mi sentirei pronta. Non vorrei però in futuro ritrovarmi a dover rinunciare, ma soprattutto, ad accontentarmi di quello che troverò... Lo so che molti di voi mi criticheranno per quello che sto dicendo perchè mi giudicherete debole, ma io credo che ad una certa età molte donne inizino a cambiare mentalità e a volersi "accasare" per il sogno di una famiglia, se non è la salute che porta a pensare a queste cose per ragioni più gravi... Come mi ha detto una volta una persona, "le donne ad un certo punto non cercano più l'uomo giusto, ma cercano un uomo". Io per ora non faccio parte di quelle donne, ma magari tenersi aperta una possibilità non è poi tanto male. Ad ogni modo non sono mai stata molto favorevole a certe cose, ci penserò molto bene e soprattutto mi informerò. Grazie infinite davvero.
Per Lele: hai tutta la mia solidarietà!
Buonanotte a tutti
Lele | Giovedì, 15 luglio 2010 @12:16
e ti prego mio Dio aiutami a sopportare le persone moleste in quest'ufficio del cavolo e fa che il mio Direttore di tanto in tanto si ricordi che esiste una cosa bellissima che si chiama doccia! Aiutatemi!
Cam | Giovedì, 15 luglio 2010 @11:40
Non so se le dediche sono qualcosa di banale e di fuori moda (a volte si usano per dire qualcosa a qualcuno quando non si trovano parole proprie per farlo) ma, infischiandomene un po' del giudizio degli altri, vorrei dedicare questi versi che cantano il gioioso mistero della vita, a SABRINA cui non sapevo come rispondere in merito alla sua domanda sul congelamento degli ovociti. Io ritengo che la vita vada vissuta seguendo i tempi che lei ci propone; tempi misteriosi a mille velocità e mille lentezze. Tempi che la scienza vorrebbe manipolare e gestire pensando che tutto sia possibile; pensando che un essere umano sia costituito da tanti mattoncini Lego che si possono togliere mettere accantonare e poi riprendere senza porsi il problema su ciò che ogni atto, anche il più piccolo e apparentemente insignificante, può comportare (ritengo che di un essere umano la scienza conosca ancora molto poco, troppo poco rispetto alla stupenda complessità di quell'essere).
Non sono una donna e quindi non so cosa sia per lei quell' "orologio biologico" (non che non sappia cosa voglia dire ma non so le sensazioni profonde che quello trillio di sveglia porta con se). Sicuramente è qualcosa di molto più complesso e misterioso di ciò che potrebbe far sembrare l'atto di "prendere un fiore quando sia nelle condizioni perfette per essere impollinato e metterlo in freezer per tirarlo poi fuori quando ..." e come sarà allora la pianta? Troppe sono le variabili in gioco, variabili che non si possono ridurre a un mero problema tecnico-biologico: esistono anche anima e psiche, possiamo congelare e reimpiantare anche quelle facendo tornare giovane una donna come oggi si pensa di potere fare con i cosiddetti "miracoli" della chirurgia estetica?
L'ape sa esattamente quando va impollinato un fiore e la vita è una partita in cui non esistono replay, rewind e fermo immagine: tutto va vissuto in presa diretta sapendo cogliere la bellezza fuggente di ogni singolo attimo. Forse davvero anziché pensare alla "fredda scienza" dovremmo fermarci e riflettere su baci non dati, lettere non spedite, parole non dette.
Questi sono solo miei pensieri e non vorrei venissero letti come parte di una ennesimo crociata pro o contro, anche se ormai è chiaro che io sono sempre "pro" il misterioso e inconoscibile fascino di una sempre sorprendente vita in cui i verbi con cui terminano i versi di Leah Goldberg sono sempre più assenti.
Penso che "One Day di David Nicholls sarà presto sulla mia libreria, lettura di questa estate che magari finirà in chissà quale giorno di chissà quale anno (sono molto asistematico nel leggere per cui i libri sono sempre parte di una antologia da cui pesco ogni tanto qua e la) magari in compagnia di una raccolta di Leah Goldberg (qualche suggerimento Lisa?)
Buona giornata
Lila | Giovedì, 15 luglio 2010 @08:47
Signore Iddio aiutami affinché la mia vita non sia solo abitudine, perché sia piena di sbagli,di cadute e poi di nuova vita, aiutami ad essere libera e a rispettare gli altri, aiutami a sapere usare il mio tempo affinché possa lodarti il mattino e la sera e affinché possa impiantare forti radici.
Mercoledì, 14 luglio 2010 @07:37
"Con che intensità desiderava di nuovo essere importante per qualcuno! Per una persona soltanto, nell’intimità, senza che nessuno lo sapesse o vi badasse. In un mondo così affollato, non sembrava pretendere troppo: chiedeva solo una persona, una tra tutti quei milioni, tutta per sé. Qualcuno che avesse bisogno di te, che ti pensasse, che fosse ansioso di vederti… Oh, com’era forte il desiderio di sentirsi preziosi!"
(Elizabeth von Arnim)
E il bisogno di un abbraccio.
(La frase di oggi, di Elizabeth von Arnim, è tratta dal suo romanzo "Un incantevole aprile", Bollati Boringhieri)
Ludovico | Giovedì, 15 luglio 2010 @15:16
Caro X.
a maggior ragione..non sei d'accotrdo con quanto ho scritto?
x. | Giovedì, 15 luglio 2010 @15:02
ludovico, tanto per capirci, x. e' un maschietto...
Ludovico | Mercoledì, 14 luglio 2010 @18:36
Cara X...
Indubbiamente l'articolo di Repubblica di oggi sfonda una porta aperta.
Ma perchè non parlare della violenza psicologica e morale che lucidamente le donne perpetrano sugli uomini?
E una morte morale è molto più dolorosa di una morte fisica.
Cara X , perchè non cerchi di trovare qualche articolo, qualche ricerca, qualche studio anche su questa problematica?
Anonimo | Mercoledì, 14 luglio 2010 @17:04
Che ti è capitato Nauseata Rifaro?
NAUSEATA RIFARO | Mercoledì, 14 luglio 2010 @15:37
PER LELE: Io sto veramente in pace con me stesso.Ho la coscienza serena.Non devo far pace con niente e con nessuno. Ma mi rendo conto che quelle persone di cui parlate tu e Sabrina non esistono....
L'ho sperimentato , a mie spese, sulla mia pelle....
Lele | Mercoledì, 14 luglio 2010 @13:30
Accidenti; Nauseata Rifaro! questo nik ti si addice proprio! Stai "scompa" con la vita? Peccato. Dico peccato perchè esistono persone di cui ci si può fidare e che si fidano ciecamente di te, persone che ti fanno sentire che sei la "cosa" più preziosa che gli sia mai capitata. Prova a far pace con la vita e soprattutto con te stessa.
PS: Sabrina for President!
NAUSEATA RIFARO | Mercoledì, 14 luglio 2010 @11:03
PER SABRINA: Ma cosa dici???? E' bello tutto questo???? Sono eresie quelle che dici...Ci sono DONNE che le cose che tu consideri belle, le DISPREZZANO, LE ODIANO, LE OFFENDONO, LE CALPESTANO, LE OLTRAGGIANO, LE SPREGIANO, LE DISDEGNANO,LE UMILIANO, LE DENIGRANO, LE SVILISCONO, LE SNOBBANO,LE DERIDONO,LE SCHERNISCONO,LE OLTRAGGIANO...
Per cosa? Per una FALSA, INTERESSATA; SUBDOLA, IPOCRITA, SIMULATRICE, FRAUDOLENTA,APPARENTE, MENDACE, ARTIFICIOSA, INGANNEVOLE, BUGIARDA, FASULLA, SLEALE, VISCIDA, INFIDA .......... AMICIZIA
Lilabella | Mercoledì, 14 luglio 2010 @09:59
E' bellissimo stare abbracciati con la persona che amiamo, essere una cosa sola, sentirsi in armonia ed in sintonia (non solo fisica) con quella persona. E ora, poesia mia.
Ossigeno
Abbracciami
forte
ancora
più forte
tienimi dentro
fammi aria
indispensabile
per te.
Sabrina | Mercoledì, 14 luglio 2010 @09:44
Che bello, com'è bello sentirsi importanti per qualcuno, sapere che si fida di te e che puoi fidarti di lui, che puoi telefonargli con la consapevolezza che sarà contento di sentirti... E' tutto ciò che si può desiderare da un rapporto, la stabilità dei sentimenti, ma è anche la cosa più difficile da trovare...
Martedì, 13 luglio 2010 @09:33
"In quel preciso istante ebbi la sensazione d’imbattermi nel mio vecchio io. Durò solo per un breve attimo, eppure era lì, la ragazzina che dieci anni prima teneva il naso appiccicato al finestrino per ammirare le mille luci della città, come fosse un sogno. Sì, era lì, dietro il finestrino dell’autobus notturno che sfrecciava nella direzione opposta".
(Ito Ogawa)
E io cosa direi, alla me stessa di dieci, venti, trent’anni fa?
(La frase di oggi è tratta dal romanzo di una giovane scrittrice giapponese, Ito Ogawa: "Il ristorante dell’amore ritrovato", Neri Pozza. Storia: la protagonista, una ragazza che fa l'aspirante cuoca e vive a Tokyo, innamoratissima di un cuoco indiano, torna a casa una sera e trova la casa vuota. Lui si è portato via tutto, e non solo i mobili: persino le pentole, persino le spezie. Ha lasciato solo il prezioso recipiente, ben nascosto, con il "nukadoko" speziato della nonna (non avevo idea neppure io di cosa fosse, e dire che adoro il sushi!). Insomma, cosa fa l'intraprendente ragazza con il cuore spezzato? Torna nel villaggio da cui se n'era andata, anni prima: da lì aveva preso l'autobus notturno "nella direzione opposta" di cui parla la frase che ho citato. E apre un minuscolo ristorante, dove decide di cucinare solo per una coppia, o un cliente, alla volta. Ma ecco: ogni cena una storia, e a ogni cena, per i suoi clienti, si sprigiona un piccolo incantesimo dei sentimenti. Magie del cibo)
Lila | Martedì, 13 luglio 2010 @14:36
Un forte abbraccio a Claudia (giusto Claudia meglio non disturbarle quelle due bambine).
claudia mdg | Martedì, 13 luglio 2010 @14:29
Se torno indietro di trent'anni di bambine ne vedo due: hanno i capelli lunghi sciolti sulle spalle, una li ha scuri, l'altra color miele. Indossano l'uniforme di scuola, gonna blu a pieghe, camicetta bianca e golfino blu, con i calzettoni e le scarpe da ginnastica. Stanno facendo, come tutti i giorni, la strada da scuola alla fermata dell'autobus, una strada tutta salite e scale. I libri pesano, fa caldo, ma loro non si accorgono di niente. Parlano, prese nel loro mondo immaginario di dei e eroi, costruiscono un posto solo per loro due, una bolla magica dove le cose brutte della vita non possono entrare, e non importa se nelle loro famiglie nessuno sembra accorgersi di loro, se i loro genitori litigano, se i compagni le vedono come due tipe strane. Se le potessi incontrare oggi preferirei non dire niente a quelle due bambine, mi fermerei a guardarle senza disturbarle.
Lila | Martedì, 13 luglio 2010 @14:08
Se incontrassi me una ventina di anni fa vorrei dirgli di vivere appieno la bellezza dei trenta anni e della vita in generale. Cercherei di spazzare via quelle botte di tristezza che a volte ho e proverei a sorridermi guardandomi allo specchio.
Lele | Martedì, 13 luglio 2010 @10:11
E cosa potrei mai dire a quella ragazzina tutta riccioli e con tanti sogni? Che i riccioli sono scomparsi, che i sogni non si sono avverati, che non ho sposato Piero? L'unica cosa che potrei dirle è che continuo a sognare perchè questo mi permette tutti i giorni di andare avanti e affrontare quotidianamente la cinquantenne che sono oggi! Ah Lisa, Lisa, come sempre i tuoi versi vanno direttamente in fondo al cuore. (Per dirla alla Buzz "Verso l'infinito e oltre!!!"
Lunedì, 12 luglio 2010 @10:04
"Ma cosa ci importa del resto del giorno
il languore del pomeriggio,
l’improvviso balzo nella sera,
la notte con i suoi conosciuti profumi,
le sue stelle a punta?
Questo è il meglio: scostare le lenzuola
i piedi sul pavimento freddo,
e svegliarsi per la casa a ritmo di espresso".
(Billy Collins)
Estate, luce e caffè.
(I versi del poeta americano Billy Collins sono tratti da "Picnic, lightning", University of Pittsburgh Press. Traduzione purtroppo mia. Purtroppo perché mi sono arrovellata per settimane sull'ultimo verso, "buzzing around the house on espresso", ma "ronzare" per la casa mi sembrava così fastidioso, che mi sono presa una licenza poetica e ho preferito un più fresco svegliarsi. E mi piace l'idea di mettere i piedi sul pavimento freddo, adesso che fa così caldo... Mi vengono in mente certi pavimenti di terracotta in Toscana, un piacere camminarci scalzi)
woland | Martedì, 13 luglio 2010 @10:36
Licenza poetica, lo hai detto anche tu traducendo il tutto con "svegliarsi".
E se un insetto ronza, un uomo (o una donna) potrebbero saltellare, per analogia.
Neanche io lo faccio quando bevo il caffè, ma potrei saltellare aspettando che sia pronto. Per la contentezza.
Comunque come non detto. La traduzione è tua e va benissimo così.
Ciao.
LISA | Martedì, 13 luglio 2010 @09:38
WOLAND: però "buzzing around" non è saltellare, è proprio ronzare, e tu quando bevi il caffè al mattino saltelli? Io, ehm, no.
LISA | Martedì, 13 luglio 2010 @09:22
Allora, congelamento degli ovociti. Ho finito il libro, "Un giorno" di David Nicholls (che in effetti è un filmone formato romanzo), e ho capito di cosa parlava la Bignardi nella sua rubrica "Se Emma avesse congelato gli ovuli". (A proposito: con il romanzo non c'entra molto, è una di quelle domande che ci facciamo alla fine di un libro che ci è piaciuto, tipo: ma perché il/la protagonista non ha fatto, non ha detto... La Bignardi si pone un problema di ovociti, io un problema di baci non dati e lettere non spedite, chi lo legge capirà perché). Ma torniamo agli ovociti e al congelamento: per ora - vista anche la legge italiana che lo prevede per chi è single, soprattutto se ha problemi di salute, come ha ricordato Simona - è solo una possibilità, un'idea, che la Bignardi porta ai suoi estremi, pensando forse a quel che si fa e si discute in America. Ovvero: perché non congelare gli ovociti quando sono ancora "freschi", "giovani", quando l'età biologica per diventare madri è quella giusta, ma l'età biologica non ci ha portato invece il compagno e possibile padre giusto? Una specie di assicurazione maternità per il futuro. (Nei limiti, Sabrina, delle possibilità di successo della fecondazione degli ovociti crioconservati: successo in percentuale non altissimo). E dunque, che cosa ne penso? Ritorno a quel che scrive la Bignardi: e se Emma, la protagonista del romanzo inglese, avesse congelato gli ovuli, la sua vita sarebbe stata diversa? Forse no, probabilmente no, Sabrina. Ma il tuo romanzo, il romanzo della tua vita, lo devi scrivere tu. Informati, ma ricordati che sono possibilità per ora abbastanza sperimentali.
woland | Martedì, 13 luglio 2010 @07:31
proposta per l'ultimo verso:
"e saltellare per casa a suon di caffè"
ciao!
Sabrina | Lunedì, 12 luglio 2010 @22:30
Per Simona: grazie mille per le informazioni che mi hai dato. Nella mia famiglia ci sono stati casi sia di tumori in giovane età che di menopausa precoce, anche per questo vorrei considerare l'ipotesi del congelamento. Ad ogni modo mii informerò bene prima di fare qualsiasi cosa, grazie mille!
Simona | Lunedì, 12 luglio 2010 @17:58
Per Sabrina: il congelamento degli ovuli è una pratica che viene fatta con l'obiettivo di preservare la fertilità in caso di menopausa precoce o di chemioterapia per debellare un tumore alle ovaie; gli ovociti vengono prelevati PRIMA di effettuare una chemio o nel caso la donna abbia gli esami che "minacciano" una menopausa precoce. Ovviamente nessuno obbliga, ma sono delle possibilità che la scienza offre nel caso la donna lo voglia. Per quanto riguarda l'orologio biologico penso che si possa fare anche in questo caso anche se in Italia non è pratica diffusa ed è il motivo che più ingolosisce i media: tumori e menopausa precoce per qualche giornalista non sono argomenti che "tirano", meglio l'orologio biologico, ma questo è un mio parere. Cmq dovresti andare da una brava gine e farti prescrivere l'esame dell'FSH l'ormone che stabilisce "a che punto sei" e ricordati che ogni donna ha una propria età ovulare che talvolta nn corrisponde a quella anagrafica. Se vuoi avere informazioni più precise raccontando la tua storia e i motivi che ti spingono a questa scelta contatta www.sosinfertilita.it, il centro della Provincia di Milano che fornisce gratuitamente informazioni su queste tematiche. La presidente è la bravissima Rossella Bartolucci, amica del sito di Lisa. In bocca al lupo e stai serena, ciao!
Sabrina | Lunedì, 12 luglio 2010 @17:23
Oggi scrivo perchè vorrei chiedere una cosa a voi che scrivete sul blog, in seguito all'articolo scritto dalla Bignardi su Vanity Fair di questa settimana. Io non sono ancora un'aspirante madre, principalmente perchè non sono fidanzata, ma aspetterei comunque ancora un po' per avere un bambino. Ho sempre seguito poco i discorsi tra le aspiranti madri proprio perchè non mi ci ritrovo (almeno non ancora), ma la Bignardi ha parlato della possibilità di congelamento degli ovuli possibilmente prima dei 30 anni e in effetti mi iinteressa, perchè per ora l'orologio biologico non lo sento, ma un occhio al futuro preferisco buttarlo per varie ragioni, anche in seguito alle esperienze di persone che conosco. Qualcuna di voi l'ha fatto? Cosa ne pensate? Lisa, cosa ne pensi?
Lila | Lunedì, 12 luglio 2010 @13:39
Cosa ci importa del resto del giorno se ora ciò che sentiamo è un buonissimo profumo di caffè che ci invita a vivere? A svegliarci nell'attesa di un presente migliore...sì, Lisa, mi piace l'idea.
Venerdì, 9 luglio 2010 @08:07
Oggi i giornali, come sapete, non escono, per protesta contro la legge sul bavaglio dell'informazione. (E qui se potessi metterei un post-it giallo di protesta anch'io). Quindi non esce neppure il mio Buongiorno di City. Vi parlerò invece di petali, posso?
Brutti scherzi fa l’amore. Ad esempio, fa comprare a un uomo una tovaglia, solo perché gli ricorda un nostro abito a fiori. Certo, l’uomo in questione è un poeta, ma insomma, non lamentiamoci che i maschi non si accorgono di cosa ci mettiamo addosso:
"Ci terrei a precisare che ho comprato questa tovaglia
con il suo semplice disegno ripetitivo
di fiori verde scuro non menzionati da alcun botanico
perché mi ricorda quel vestito stampato che indossavi
l’estate che ci siamo conosciuti (un vestito, hai sempre sostenuto-
che non ti ho mai detto che mi piaceva). Bè, mi piaceva, sai, mi piaceva…".
Così dichiara Andrew Motion: i versi sono tratti da "Nuove poesie d’amore", Crocetti Editore. (E avete riconosciuto il Buongiorno del 31 maggio, vero?) Chissà se il poeta innamorato oserebbe comprare, oltre alla tovaglia tutto petali, anche una versione a righe, o addirittura animalier. Sul maculato ho i miei dubbi (soprattutto ce li ha Stella, la protagonista del mio "Glam Cheap", che soffre, e come la capisco, di Allergia Animalier); ma quando ci si innamora, come ben sappiamo, tutto è possibile.
Di sicuro, però, l’abito dell’estate, l’abito di certi primi appuntamenti e dei primi baci, è bello così: frusciante, lungo fino ai piedi. Anche di giorno: perché la moda rovescia le regole, e decreta che i vestiti maxi vanno portati non di sera, ma quando splende il sole. Gli accessori? Pochissimi: un paio di infradito, una it-bag dove infilare il cellulare in attesa di un sms romantico, e un paio di occhiali da sole.
Comunque vada, l’importante è che quell’abito attiri sguardi e pensieri. Rubiamo ancora le parole ad Andrew Motion:
"E’ passato tanto tempo ormai, amore mio, tanto tempo,
ma stanotte proprio come la nostra prima notte sono qua,
la testa leggera fra le mani e il bicchiere pieno,
che fisso i grossi petali sonnolenti fino a quando si mettono in moto,
amandoli ma con il desiderio di sollevarli, di schiuderli,
persino di farli a pezzi, se questo è quanto ci vuole per arrivare
alla tua bellissima pelle, desiderosa, calda, candida come la luna".
Solo che, essendo noi mediterranee, la pelle sarà ambrata come il sole, ma insomma non facciamo troppo le difficili: un uomo innamorato avrà pur diritto a una licenza poetica.
Questo (molto, molto accorciato) è un pezzo moda che ho scritto per Grazia. Gli abiti-petalo mi piacciono molto, ma, a quanto mi risulta, nessun mio ex ne ha mai ricavato né una poesia, né una tovaglia.
LISA | Lunedì, 12 luglio 2010 @14:33
Nel mio altrove straniero le donne non sono delle patite dell'abbronzatura, ci sono moltissime ragazze con la pelle bianca di luna, e porcellana, e vi dirò che sta cominciando a piacermi. Molto.
micheline | Domenica, 11 luglio 2010 @11:09
e no ti sbagli Lisa,io ho la pelle candida che non vede il sole,metto la protezione 50 e rimane sempre candida,anzi come mi è stato detto pelle di porcellana.
Francesca | Venerdì, 9 luglio 2010 @13:11
La mia pelle è candida come la luna ma la tovaglia mi manca... Posso barare comprandomi un vestito come la tovaglia? ;-)
carla | Venerdì, 9 luglio 2010 @09:53
La legge sul bavaglio dell'informazione...
Sto leggendo il libro di Benedetta Tobagi: l'amore del padre verso un lavoro fatto con senso civico è commovvente, mi sorprende pensare come l'Italia abbia potuto creare un classe politica tanto abbietta e con così poca considerazione dei suoi cittadini.
Nel libro traspare una società che partecipa, pur nell'errore, un giornalista che viveva appiena il suo ruolo che prima di essere una firma era una persona che pensava, ragionava e cercava di capire.
Ecco credo che la legge sul bavaglio impedisca a me cittadina di avere la possibilità che qualcuno mi spieghi cosa succede.
Ps ma ti svegli prestissimo sempre, i tuoi post hanno sempre un orario così mattiniero!
bello il pezzo sui petali e anche quello sugli occhiali... ho il tuo stesso problema e ho risolto comprando dei classici occhiali tartaruga ed è gia il secondo che voglio cambiarli, ma poi sono sempre sulla copertina di Grazia!
Giovedì, 8 luglio 2010 @08:23
"Avesse corpo la nostalgia per poterla spingere fuori dalla finestra".
(Odisseas Elitis)
Avesse corpo la nostalgia, per potersene liberare. Vorrei, anzi voglio, togliere la polvere dalla mia vita, buttare e regalare quello che non mi serve, smettere di guardare dentro l’armadio del passato, aprire le finestre: il mondo è fuori.
(La frase del poeta greco Elitis è tratta da "Odisseas Elitis, "Un europeo per metà", Donzelli)
Marta | Venerdì, 9 luglio 2010 @13:39
Nel blog del 2009 qualcuno ha lasciato un post molto bello sulla nostalgia e sul ritorno. Diceva più o meno che le che cose che ci accadono rimangono dentro di noi per sempre ma che nella nostra memoria possiamo decidere se riprendere in mano un ricordo di tanto iin tanto o archiviarlo definitivamente. E ciò veniva paragonato ad uno spartiacque tra un vita e un'altra. Mi ricordo che mi colpì.
Lila | Venerdì, 9 luglio 2010 @08:56
Grazie, Lisa, per avermi riportato alla mente la poesia del 2 settembre.
Lila | Venerdì, 9 luglio 2010 @08:55
Un abbraccio anche a te Simona.
LISA | Venerdì, 9 luglio 2010 @08:00
Per SIMONA PASIONARIA: Daria Bignardi è molto sensibile a tutto quello che riguarda Fivet e Aspiranti Madri, tanto che aveva invitato L'autrice al debutto e il Libro Rosa (con Emma al debutto!) in trasmissione... Ricordi, tu che sei la Fan N° 1? E, coincidenza, ho appena cominciato a leggere "Un giorno" di David Nicholls (Neri Pozza): besteller romantico contemporaneo, pare, tanto che sta per diventare un film com Anne Hathaway. La storia comincia il 15 luglio del 1988: il giorno in cui i protagonisti si incontrano, appena finita l'università, e passano una notte insieme. E poi? Poi si lasciano, si ritrovano, si rivedono, e noi li seguiamo per vent’anni e quasi 500 pagine, dal 1988 ad oggi, spiandoli sempre lo stesso giorno, il 15 luglio. Ed Emma, l'altra Emma, per ora mi è molto simpatica.
LISA | Venerdì, 9 luglio 2010 @07:50
Per LEI E IL SUO CAFFE' AL GINSENG: bellissima la frase della Berberova, speranza come nuovo sangue.
Ho letto i vostri messaggi. E mi è risuonato dentro un altro Buongiorno, quello del 2 settembre: la nostalgia è un terreno su cui si può camminare.
"La tua nostalgia è un mare che puoi navigare,
la tua nostalgia è un terreno su cui puoi camminare,
perché te ne stai allora inerte e scorata
fissando il vuoto?
Verrà un mattino con un orizzonte più rosso
di tutti gli altri,
verrà un vento a porgerti la mano:
mettiti in cammino!"
(Edith Södergran)
Sì, la nostalgia ci spinge indietro. Ma è anche la bellezza di ciò che siamo stati, di ciò che abbiamo amato: ora, possiamo guardare avanti.
Lei e il suo caffè al ginseng | Giovedì, 8 luglio 2010 @23:45
Solo tu Lisa sai come fai ogni giorno a calzare le mie emozioni con le tue parole e ogni giorno è il colore, il modello e lo stile giusto.
E' finita tra me e lui, proprio in questi giorni, e oggi ho deciso di non chiudermi tra le mura dei ricordi, ma di aprire porte e finestre, fare corrente e lasciare che l'aria porti via la polvere ("momenti in cui il mondo intorno a noi si trasfigura e noi stessi ci riempiamo di speranza come di nuovo sangue").
Simona/Anonimo | Giovedì, 8 luglio 2010 @20:03
Ops, non avevo inserito il mio nome.
Lele | Giovedì, 8 luglio 2010 @19:14
Una canzone di speranza va bene? IL SOLE VERRA DOMANI
CI SCOMMETTO UN DOLLARO DOMANI, BRILLERA'...
Anonimo | Giovedì, 8 luglio 2010 @12:29
Nella rubrica "barbarica" tenuta da Daria Bignardi su Vanity Fair, ho letto le sue considerazioni sul romanzo "Un giorno" di David Nicholls in cui si racconta di ovuli in freezer. Un altro tassello letterario al tema aspirantato. Autrice, ne sai qualcosa? PS La protagonista si chiama Emma, o tò, coincidenza! Un pensiero e un abbraccio forte a Lila per la perdita della persona a lei cara.
Lila | Giovedì, 8 luglio 2010 @11:41
Questo argomento mi coglie in contropiede. Sì perchè la nostalgia ci ricorda che siamo vivi, che abbiamo avuto e abbiamo ancora emozioni, uno sguardo al passato forse a volte è necessario per capire dove abbiamo sbagliato e quindi costruirci un nuovo futuro.
Cam | Giovedì, 8 luglio 2010 @09:55
@WOLAND concordo con te.
Tutti, io per primo, e soprattutto in questi giorni, abbiamo bisogno di aria fresca di ossigeno di luce e colori caldi e forti ma il profumo del passato, quel profumo che abbiamo amato e di cui è intrisa la pelle di tutto il nostro corpo, non lo possiamo proprio eliminare.
E poi cosa sarebbe il Portogallo senza FADO NOSTALGIA SAUDADE:
« Tutto a Lisbona trasmette saudade, e ancor di più questa spianata di fronte al vuoto, e stando qui, aspirando la brezza che increspa il Tago, cioè il Tejo, si intuisce vagamente cosa sia questa inesplicabile sensazione di rimpianto, di mancanza, e al tempo stesso desiderio di raggiungere l'inaccessibile, malinconico bisogno di utopia che è poi l'orizzonte stesso» (Pino Cacucci)
Vinicius de Moraes recita cantando:
« Chega de saudade
a realidade é que sem ela
não há paz, não há beleza
É só tristeza e a melancolia
[...]
Mas se ela voltar
se ela voltar, que coisa linda,
que coisa louca
[...] »
« Basta nostalgia
la realtà è che senza di lei
non c'è pace, non c'è bellezza
tutto è tristezza e malinconia
[...]
Ma se lei ritornasse
se lei ritornasse, che cosa bella
che cosa folle
[...] »
E Chico Barque scrive:
« Saudade é arrumar o quarto
do filho que já morreu »
« La saudade è mettere in ordine la camera
del figlio già morto »
Il mondo è fuori, è vero, ma il mondo non è mai un foglio completamente bianco su cui poter annotare nuovi versi che ci accompagnano nei nostri nuovi viaggi ...
... e se la nostalgia avesse corpo vorremmo sfiorare teneramente ogni centimetro della sua pelle ... perché combattere ciò che abbiamo dentro vorrebbe dire uccidere una parte di noi stessi e forse non solo una parte.
Fatti amico ciò che pensi sia nemico e vivrai ...
woland | Giovedì, 8 luglio 2010 @08:32
Oppure ci possiamo convivere.
E' fonte inesauribile di ispirazione, felicità nella tristezza.
Pur aprendo le finestre, l'armadio del passato resta sempre pregno degli odori del mio mondo.
Mercoledì, 7 luglio 2010 @08:10
"Era l’ora in cui lo stomaco di chi è stato in piedi tutta la notte esige qualcosa di caldo, l’ora in cui le mani si cercano sotto le lenzuola mentre i sogni si fanno più vividi, l’ora in cui i giornali profumano di inchiostro e il giorno manda avanti le staffette dei primi rumori. Era l’alba e tutto ciò che restava della notte erano due ombre sotto gli occhi di quella strana ragazza al mio fianco".
(Giorgio Calligarich)
Era l’alba, forse anche l’alba del mio amore per te.
La frase è tratta da un romanzo che racconta un amore e un’estate alla fine degli anni Sessanta a Roma: "L’ultima estate in città", Nino Aragno Editore. Potete leggere la mia intervista all’autore, Calligarich, se tornate indietro al 9 marzo. Ve la consiglio! Non solo l’intervista, ovviamente, ma anche il libro, uno dei più interessanti che io abbia letto quest’anno. Il sito di Calligarich invece è http://www.calligarichgianfranco.com/
Lila | Mercoledì, 7 luglio 2010 @21:49
Sono tornata da poco da Orte. L'altroieri è morta una persona cara, che neanche posso definire solo ex collega, era qualcosa di più. Era un sorriso, ancora presente nella mia mente, era una presenza forte, era coraggiosa. Era da tempo malata ed io volevo andare a trovarla con mia sorella ma il suo male non me ne ha dato il tempo. Oggi quindi al funerale mi sono augurata che, dopo tanta sofferenza, possa vedere un'alba nuova priva di dolore e di cattiveria. Scusate lo sfogo.
Simona | Mercoledì, 7 luglio 2010 @15:17
Lisa, dato i prezzi dei libri nuovi, "Tutto da capo" è l'unico che ho comprato e nn vedo l'ora di iniziarlo, ma prima voglio finire "La biblioetca dei morti", thriller rubato dal comparto libri del consorte.
Lila | Mercoledì, 7 luglio 2010 @09:39
Belle, Lisa, quelle mani che si cercano sotto le lenzuola mentre i sogni si fanno più vividi. Che bello svegliarsi e trovare al proprio fianco l'anima e il corpo che cercavi. L'alba di un nuovo amore poi è stupenda, quel senso di nuovo e di grande che è dentro di te e che è solo tuo.
ANONIMO | Mercoledì, 7 luglio 2010 @08:53
Magari una pizza a quattro..di sera..fuori...in terrazza...per un piacevole arrivederci....
Camilla | Mercoledì, 7 luglio 2010 @08:43
Ho letto il libro, dopo il suggerimento del 9 marzo, mi ha davvero stregata, è un turbinio di intense sensazioni, profumi, luoghi..u viaggio..bellissimo..
Grazie Lisa
ANONIMO | Mercoledì, 7 luglio 2010 @08:26
Più che lo stomaco a volte è il desiderio intimo che esige qualcosa..E allora si cerca qualsiasi modo pur di accontentare e soddisfare questo desiderio.Specie con l'avvento delle ferie che segna un allontanamento pur se temporaneo. E quindi si cerca qualsiasi espediente pur di stare una serata insieme. Magari in compagnia.Accade sempre...Ogni anno...Una volta all'anno....
Martedì, 6 luglio 2010 @09:03
"Stava diventando l’estate delle mille fragranze – una forma perversa di aromaterapia. Anche oggi, se a una festa in giardino mi metto a occhi chiusi in mezzo a uno stuolo di ragazze, riesco a distinguere il profumo di ciascuna con la stessa facilità con cui dico l’alfabeto: l’Air du Temps, Chanel N° 5, Trésor, Youth Dew, Shalimar..."
(Elizabeth Kelly)
Riconoscerti: basta il tuo profumo.
(La frase di oggi è tratta dal romanzo di Elizabeth Kelly, "Chiedi scusa! Chiedi scusa!", Adelphi).
L’Autrice che usa solo profumi alla rosa ne ha uno preferito, molto vintage: Elizabethan Rose di Penhaligon’s, un vecchio brand inglese.
Buffo pensare a noi e i profumi. C'è chi ne usa solo uno, solo quello: ed è terribile quando - a volte capita - esce di produzione. C'è chi ha il profumo dell'inverno e quello dell'estate. Chi continua a sperimentare: tante boccette ancora mezze piene, come le fasi della vita, capitoli chiusi. Chi non l'ha ancora trovato... Forse di un profumo bisogna innamorarsi, riconoscerlo come proprio, sentire che la pelle lo riconosce. Del resto, non annusiamo i neonati, con quel loro sapere di "nuovo"? E quando amiamo qualcuno, non è forse vero che lo riconosciamo, ci innamoriamo, ci avviciniamo, perché sa di buono?
Lila | Mercoledì, 7 luglio 2010 @08:28
Bella, vero, la storia di Aferdita alla quale anche io mando un abbraccio forte, un abbraccio da stritolo.
LISA | Mercoledì, 7 luglio 2010 @08:08
Per SIMONA: posso commentarti, nella tua lista, solo il romanzo di Elizabeth Kelly, da cui come hai visto ho tratto la frase "profumata" di oggi, perché è l'unico che ho letto. E' uno strano libro, "Chiedi scusa! Chiedi scusa!": una casa di famiglia tra le dune di sabbia dell’isola di Martha’s Vineyard, una madre ricchissima e marxista che chiama i due figli con nomi di cani, un nonno snob che controlla tutto da lontano, una rivalità fra fratelli… La frase che hai letto è quella del protagonista, che cresce un po' disorientato, in un caos scoppiettante. Litigi, amarezza e ironia: come in tutte le famiglie. Finché, bruscamente, succede qualcosa di irreparabile. (Ma nella lista della biblioteca non hai messo Cathleen Schine, "Tutto da capo", Mondadori? E altri due libri che sono tra i migliori che ho letto quest'anno: "Innocente", l'ultimo di Scott Turow, sempre Mondadori, apparentemente un legal thriller ma in realtà un grande romanzo sul matrimonio; e "La purga" di Sofi Oksanen, Guanda, un incredibile romanzo sull'Estonia prima e dopo Stalin, e su due sorelle divise da un uomo. Ve ne parlerò presto).
LISA | Mercoledì, 7 luglio 2010 @07:57
Belle le storie di profumi: mi hanno colpito soprattutto quelle di AFERDITA e di CARLA, l'ex amore e l'ex alunno, che raccontano una sola cosa: quanto sia potente il "nostro" profumo, il mix di pelle, sapone, profumo, deodorante... E feromoni, ovviamente!
aferdita | Martedì, 6 luglio 2010 @21:03
Ammeto che mi piace di piu il profumo della pele, quel profumo talmente personale e talmente intenso che ti sveglia i sensi. Pero mi piace anche il muschio bianco, cosi delicato e cosi fresco. Quando ero studentessa avevo un sapone Camai con un profumo molto delicato (che nei quei tempi era un tesoro)che la mettevo mezzo i vestiti per profumarli un po. Nelle aule delle lezioni trovavo sempre il posto riservato, da un ragazzo simpatico che li piaceva tanto sentire quel profumo. Ero innamorata, e non ho mai pensato che a lui non li piaceva solo i profumo. L'ho saputo solo pochi giorni fà. Ritrovarsi dopo tanti anni su Fb, mi ha confessato quando ha sofferto starmi vicino e non poter dichiararsi mai per il rispetto del mio fidanzato. Mi ha fato molto tenerezza questa dichiarazione d'amore dopo tanti anni, e mi ha fatto pensare come sono cambiato i tempi.Però ha detto che li piaceva tanto anche il profumo. Vi auguro serata profumata per tutti!A Lila un Forte abbraccio!
Andy | Martedì, 6 luglio 2010 @19:48
Hai ragione, i profumi hanno un grande potere... A volte mi capita di camminare per strada e sentire un profumo conosciuto, magari di un ex, o di una persona che non vedo da tanto...e mi fermo in mezzo alla strada, a cercare di capire di chi mi ricorda... E' un po' come quando ascolto una canzone che collego ad un determinato momento o periodo, e mi ritorna tutto davanti agli occhi come un flashback. Siamo circondati da profumi; alcuni gli scegliamo noi, altri entrano nella nostra vita e basta. Ma non c'è vita senza profumo.
Cristina Ostanel CX | Martedì, 6 luglio 2010 @19:37
Grazie per ogni tua pubblicazione su city...se ne perdo qualche copia ti raggiungo qui, nella poesia dò pace alla mia solitudine e alle mie speranze.Leggi il testo all'amata immortale di Ludwig Van Beethoven incantevole immersione d'amore :)
Simona | Martedì, 6 luglio 2010 @19:20
ma quanto sono IMBECILLE: il mio post precedente denota che NON leggo con attenzione i post dell'Autrice. Chiedo pietà, ;-)
Simona | Martedì, 6 luglio 2010 @19:19
Anche se il tema è sui profumi, volevo invece accennare ai libri. Autrice, ti lascio un breve elenco, me li commenti? Grazie! "Questa casa non è un ospizio" (Meg Federico, Sperling), "Shopping con Jane Austen" (Laurie Viera Riegler, Sperling), "Il club delle ricette segrete", "La madre che vorrei" (Garzanti), "Beautiful malice" (rebecca James), "Chiedi scusa! Chiedi scusa!" (Elizabeth Kelly, Adelphi). Ho ricavato l'elenco dopo un raid fatto in libreria, ma li ho ordinati in biblioteca, così fino a Natale sono tamponata. PS Per il profumo: ho riscoperto la colonia 4711,che usava la mia bisnonna, peccato evapori subito. Mia essenza preferita muschio bianco. Miriam, la nostra non quella che si spaccia per Lina, me l'aveva regalato per il Capodanno ebraico quando ci siamo incontrate lo scorso inverno a Milano: è stata troppo gentile.
Lila | Martedì, 6 luglio 2010 @17:47
Anche io uso un profumo di Dior, mi piace molto e piace. Ma in vacanza ho portato un profumo leggero, al the bianco, fresco fresco. Per quanto riguarda il profumo della pelle dei neonati, che dire. E' veramente fantastico.
micheline | Martedì, 6 luglio 2010 @17:43
ed io che sono allergica ai profumi! nel vero senso della parola uso tutto senza parfum e anche chi mi sta vicino deve usare tutto senza parfum..qualcuno dirà si sente il profumo della pelle!!!
Sabrina | Martedì, 6 luglio 2010 @17:04
Io mi chiedo sempre se cambiare profumo possa fare qualche "danno", soprattutto se il profumo che sto usando è molto buono... A me piace sperimentare, ma adesso sto usando un profumo di Dior davvero buono, spero tanto che agli altri piaccia quanto piace a me e nel dubbio non riesco nemmeno a fare altri tentativi!
Carla | Martedì, 6 luglio 2010 @16:52
E' già arrivato il tempo delle vacanze sul tuo blog... vedo che si sono ridotti gli interventi, ma io resisto ancora qui in città al caldo.
A proposito di profumo, un'ultimo anedetto da prof: lo scorso triennio avevo in classe un ragazzo bellissimo, ma purtroppo autistico e non parlava, che tutti i giorni quando entrava mi annusava e mi dava un bacio. Una mattina ho cambiato profumo, passando da un Gucci a Musk, non mi ha più riconosciuto; mi annusava e scappava, solo dopo qualche settimana si è abituato al nuovo profumo.
I cambi di profumo per certe persone possono essere fatali...
XXXXXXX | Martedì, 6 luglio 2010 @14:41
IO RICORDO E MI PIACE SOLO IL PROFUMO DELLA TUA PELLE....
PaperinaTenera | Martedì, 6 luglio 2010 @13:32
I profumi? a me fanno ricordare attimi di vita.
Poetessa | Martedì, 6 luglio 2010 @10:49
Il profumo è qualcosa che ti si cuce addosso, come un vestito. Una seconda pelle che ti dà sicurezza e ti protegge. E' una scia che si espande sfiorando chi ti sta accanto prima che lo possano fare le tue mani. E' per questo che è così difficile sceglierlo, è un anticipo di quello che sei, in quel momento. E' per questo che puoi averne uno o dieci, venti, quante siano le tue personalità nascoste. E' per questo che se uno non ti conosce sbaglierà sempre a regalartelo. Un giorno anche io l'ho trovato, il profumo che sa di me. E mi stupisco sempre quando qualcuno mi si avvicina e annusando l'aria riesce a dirmene il nome.
Lunedì, 5 luglio 2010 @08:10
"Ai raggi del tramonto
una farfalla
vola sulla città"
(Takarai Kikaku)
Ma dimmi, se io fossi una farfalla, mi seguiresti con lo sguardo? Mi lasceresti avvicinare di più? Apriresti la mano, sperando di sentire, leggerissimo, il mio palpito, la mia carezza iridescente?
(I versi che ho scelto oggi, lunedì 5 luglio, per il Buongiorno di City, sono tratti da "Il grande libro degli haiku", Castelvecchi).
Lila | Martedì, 6 luglio 2010 @08:27
Sono tornata. E' andato tutto bene e mi sono riposata e divertita tantissimo sia con mia sorella sia con persone che conoscevo già. Le farfalle in Sardegna mi giravano intorno, credo proprio per far notare la loro bellezza. Mi sono mancati i tuoi Buongiorno, Lisa, ma ho ammirato nel cielo, nel mare, nell'orizzonte tutto ciò che è poesia. Il mio cuore ha palpitato per la bellezza della natura e della vita.
daria | Lunedì, 5 luglio 2010 @18:20
...tutte le mattine leggo i tuoi pensieri... e riesco, stranamente, sentirli miei.... stamattina come sempre....
Cam | Lunedì, 5 luglio 2010 @17:54
Cara Lisa che domanda!!!
Ogni sera vado scrutando i raggi del tramonto, la mano aperta percepisce anche la brezza più lieve ... ma le farfalle sembrano volare altrove (che vadano davvero tutte da Bloomingdales a comprar cappellini non sapendo più riconoscere colori e profumi di erbe alte e fiori selvaggi che ricoprono la High Line, quella che attraversa il mio Mondo Interiore?).
Questa sera ti cercherò tenendo lo sguardo fisso verso Occidente, accarezzando gli ultimi raggi di sole e aspettando il palpito di quella farfalla dalla carezza iridescente ...
LISA | Lunedì, 5 luglio 2010 @15:11
Oppure andrà tra le erbe e i fiori quasi selvaggi della High Line, a fare un po' di peoplewatching, nella passeggiata sopraelevata e più chic della città.
Lele | Lunedì, 5 luglio 2010 @14:08
e se la città è New York si fermerà da Bloomingdales a comprarsi un cappellino!
Sabato, 3 luglio 2010 @09:58
La T-shirt va di moda? Ma no, certo: la T-shirt non è mai passata di moda. Da quando ha fatto la sua apparizione (dobbiamo ringraziare, pare, la marina militare americana, che la incorporò nella divisa dei marinai), non è mai scomparsa dal guardaroba. Scollo tondo o a V, larga o super-attillata, con qualche scritta più o meno spiritosa o con il logo di uno stilista in un angolo più o meno nascosto: sempre lei, sempre con noi. E chi non ha, almeno una volta nella vita, comprato una "T-shirt cartolina", per dire a tutti: lì (in quella spiaggia, quella città, quella mostra, quel concerto) ci sono stato anch'io?
La T-shirt è sfacciata e democratica, e si è conquistata sgomitando un posto nel guardaroba, accanto ai classici: eccola lì, insieme al "little black dress", il piccolo abito nero che si porta ovunque… Soprattutto se è bianca, su un paio di jeans, è l’easy chic alla sua massima potenza. E anche le più tradizionaliste (o le più fashioniste, che a volte è la stessa cosa), ne hanno una. Quantomeno, avranno una T-shirt rovinata ma ammorbidita dai troppi lavaggi, magari la vecchia maglietta di un fidanzato un tempo (e forse tuttora) molto amato, che diventa la coperta di Snoopy con cui dormire in notti particolarmente piovose, tristi e solitarie.
D’accordo, non dilunghiamoci sulle T-shirt troppo sentimentali. E neppure su quelle che diventano pigiami. (Queste le lasciamo alla vostra discrezione o ai vostri tumulti del cuore). Concentriamoci invece sulle T-shirt più modaiole e, soprattutto, su come portarle. Passiamo direttamente all’opposto di una notte solitaria, ovvero una notte glitter: già, perché la T-shirt è stata sdoganata anche come look da sera. Ci sono dive che la sfoggiano con un cuore glitter insieme ad un mini-blazer tutto lustrini d’argento… Perfetta per far finta di essere Cenerentola, a qualsiasi party.
Non solo cuori ma anche teschi: non c’è niente da fare, ossa e tibie continuano a piacere. Io, che sono una donna-cuore, non posso che disapprovare; ma se voi avete un lato più dark potete copiare le solite celebrities, e indossare le immancabili magliette-teschio. (Skull fashion: ricordate la Pierre Non Pierre, l’amica di Stella in "Glam Cheap"?)
Ma il bello delle T-shirt è che a volte non c’è proprio niente da decifrare. Sono segni grafici o paesaggi urbani... Con che cosa abbinarle? Con tutto: con i jeans, i leggings, una minigonna, i pantaloni larghi e "baggy" perfetti per il weekend. E con una morbida consapevolezza: mal che vada, dopo qualche lavatrice e qualche candeggio di troppo, la T-shirt in disuso diventerà un perfetto, anche se poco romantico, pigiama.
Questo, rivisto e corretto, è un articolo che ho scritto per Grazia. (Le T-shirt, quando occorre, le rubo a mio marito. Consorte-fashion).
Annalisa farmacista ora in Austria | Domenica, 4 luglio 2010 @14:55
Mi viene in mente una canzone della mia cantate preferita, Mary Chapin Carpenter, "This shirt is old and faded, all the colors washed away, I'v had it now for more damn years that I can't count anyway. I wear beneath my jacket with the collar turned up high, so old I should replace it but I'm not about to try". Quanti ricordi legati ad un capo d'abbigliamento. Belli o brutti. Gli unici capi che conservo sono il vestito della laurea e quello da sposa. Bei ricordi.
Bè adesso sono in ferie e sono molto relaxed e "poetica". Dovrebbe essere sempre così. Poter pensare solo alle cose piacevoli. Ma forse serve il tran tran di tutti i giorni per poter apprezzare il relax delle ferie. Buona domenica.
patrizia rogers | Sabato, 3 luglio 2010 @13:48
accidenti. mi è venuta in mente una mia vecchia t-shirt, con la frase "ho passato una bellissima serata, ma non era questa" di Groucho Marx, regalo di una cara amica di tanti anni fa (il regalo, non l'amica). l'uomo di allora, com'è logico, non ha capito. l'amica si. ergo, meno male che ci sono le amiche. Buona t-shirt a tutti. Regalatele e interpretatele.
Venerdì, 2 luglio 2010 @08:10
"Che strano, ti scrivo improvvisamente come se già da vent’anni mi fossi abituata a stare in cucina, di notte, a chiacchierare con te".
(David Grossman)
Quanta voglia, davvero, di chiacchierare con te. Ti vorrei qui, stasera, insieme a me, con la tazza in mano, intorno al tavolo, mentre fuori fa buio. Quante cose da raccontare, su quante cose ho bisogno che si posi la tua amicizia, il tuo sguardo.
(La frase di oggi è tratta da "Che tu sia per me il coltello", di David Grossman, Mondadori. Potete leggere l’intervista allo scrittore israeliano, dove abbiamo parlato anche – soprattutto - di questo "longseller", nel post del 19 maggio)
Cybernella | Sabato, 3 luglio 2010 @10:37
E' un regalo del destino quando accade, quante emozioni, sensazioni a volte erotismo racchiuse, a volte , nel messaggio della buona notte...
LISA | Venerdì, 2 luglio 2010 @18:26
Cara LETTRICE IN LA' CON GLI ANNI, non ti è piaciuta la mia cronaca glam cheap da Vienna? Non ti ha strappato un sorriso? Un'alternativa di 238 pagine: che ne dici di leggere il mio secondo romanzo e conoscere Stella, la protagonista? Lo vedi qui a sinistra: si intitola "Glam Cheap", e lo puoi ordinare qui, con un clic via Internet, o in qualsiasi libreria...
lettrice in là con glia nni | Venerdì, 2 luglio 2010 @15:43
mi piacerebbe leggere, ogni tanto, qcosa di allegro, vivace, che alla mattina alle 7 mi faccia sorridere
Sabrina | Venerdì, 2 luglio 2010 @14:36
Io vivo queste belle sensazioni con i miei genitori, com'è bello starsene a chiaccherare la sera, con la tv spenta... A volte mi chiedo cosa sarà della mia vita quando loro non ci saranno più e io sarò sola, mi sentirò sola da morire. C'è anche un'altra persona che mi manca e che non voglio cercare perchè so che è felice, lontano da me. Mi manca perchè è stato, anche se per poco, un punto di riferimento molto importante per me e ogni giorno lo penso... Immagino di parlargli e mi immagino cosa mi risponderebbe, cosa mi consiglierebbe, si preoccuperebbe per me. Basterebbe poco, a volte, per sentirsi meglio.
aferdita | Venerdì, 2 luglio 2010 @14:13
Quando mi mancano le lunghe chiacchierate fino alle ore piccole....Prima si sistemavano i bambini al letto ,e poi toccava a noi .Si parlava di tutto, della famiglia, parenti amici, vicini di casa. Ero assetata di notizie perché mi mancava tutto del mio mondo passato. E papa e mamma che con piacere sodisfacevano tutta la mia curiosita. E poi il sogno se ne andava, ed era un altre scusa per continuare la nostra chiacchierata. poi papa cominciava a chiedermi di che cosa di buono voleva mangiare a quei giorni. Era inutile chiedermelo, perche lui sapeva già le mie voglie. Aveva già provveduto tutto. Che bei tempi, che bel piacere abbandonarsi nel grembo della tua famiglia ed essere coccolata e amata. E da anni, quando viene l'estate e devo partire per le vacanze, parto con la tristezza al cuore perché il mio nido non ce più, e mi manca da morire.
danielle4ì | Venerdì, 2 luglio 2010 @11:18
stasera vorrei stringerti a me, perchè mi manchi, perchè un anno senza di te è infinito.
stasera vorrei gettarti le braccia al collo e lasciarmi andare ad un sospiro di sollievo.
M | Venerdì, 2 luglio 2010 @09:48
.. e che gioia diffusa, nell'intimità della notte, parlare e ascoltare seduti ovunque e in nessun posto..
SICARESALOS | Venerdì, 2 luglio 2010 @08:43
Sarebbe stato bello ANCHE di notte chiacchierare con te, seduti al quel tavolo.....
Ma io ti ho parlato in quelle notti anche se non c'eri...
E tu mi ascoltavi......
Giovedì, 1 luglio 2010 @07:55
"Di memorie d’amore
gli anni hanno adornato il mio viso
segnandomi i capelli di lievi filigrane grigie:
son diventata così bella".
(Leah Goldberg)
Le rughe, sono solo le carezze di chi ti ha guardato e lungamente amato.
Leah Goldberg fu una poetessa ebrea-lituana, nata all’inizio del Novecento a Königsberg, che un tempo era Germania, ora è Kaliningrad - a proposito di migrazioni e confini che si spostano... Morì a Gerusalemme. I versi di oggi sono tratti da "L’altro sguardo - Antologia delle poetesse del ‘900", Mondadori.
Mi piacciono questi versi, in tempi di Botox ad ogni costo, di Carle Bruni e Nicole Kidman che mostrano facce plastificate, irrigidite, deformate. Mi piacciono le rughe sensuali di Meryl Streep e Julianne Moore. Mi piacciono questi versi che dichiarano la possibile bellezza dell'età e della memoria, contro la plastificazione imperante. Mi piacciono le donne del Nord che si lasciano i capelli grigi, aggiungono delle méches viola, si mettono leggings e gioielli d'argento. E sono belle.
SICARESALOS | Venerdì, 2 luglio 2010 @08:39
PER BIRICHINA...
Magari..e di sicuro le avrei meritate...e anche tante..
Birichina | Giovedì, 1 luglio 2010 @22:24
Te lo sei fatto prendere a sberle?
SICARESALOS | Giovedì, 1 luglio 2010 @14:26
Ho commesso il peggiore dei peccati
che possa commettere un uomo.
Ho permesso che il mio viso, pieno di rughe, cominciasse a privarsene....
POTRO' MAI PERDONARMELO?
Sabrina | Giovedì, 1 luglio 2010 @09:32
Che belli questi versi, è proprio vero, si dovrebbe pensare che si può invecchiare e non appassire. Come dice Diego Della Palma, spesso il viso delle donne diventa più interessante proprio grazie a qualche ruga! Io trovavo donne come Nicole Kidman e Demi Moore molto più belle quando non erano così artificiali.