Martedì, 30 novembre 2010 @08:32
"Questa tavola apparecchiata è come una mappa cifrata in cui chiunque abbia occhio può leggere la toponomastica del carattere di mamma: una donna per la quale il mondo è qualcosa di rassicurante, in cui tutte le cose sono al loro posto, e con uno scopo."
(Enrico Remmert)
Forse per questo mi piace apparecchiare. Bicchieri, piatti, posate; e colori. Un mondo ordinato, almeno per cena.
La tavola apparecchiata come una mappa cifrata (pensate al lapsus: mentre digitavo il titolo, ho scritto per sbaglio "mamma cifrata", e in effetti a volte le mamme sono cifrate, come noi), viene da un romanzo che ho appena finito di leggere, del torinese Enrico Remmert: "Strade bianche", Marsilio. Storia di un viaggio on the road, ma finalmente in Italia: da Torino alla Puglia a bordo di una vecchia Punto. Sono in tre, anzi quattro: lei, che deve dire a lui che non lo ama più; la migliore amica di lei… E un violoncello.
LISA | Mercoledì, 1 dicembre 2010 @08:13
LAURA, SEX AND THE CITY DIPENDENTE: troppo presto!
carla | Martedì, 30 novembre 2010 @18:22
e' tanto che non scrivo, ma oggi vorrei farti un piccolo regalo (almeno, spero regalo! )ho finito di corregger i temi dei alunni -dodicenni_ il tema era la poesia...
un mio alunno mi ha scritto questo:" stava insegnando come si poteva esprimere la poesia, la libertà di potersi esprimere come si voleva e come si poteva...perchè la poesia è nella sensibilità libera da ogni regola"
sono pensieri semplici, ma con il tuo blog ci porti sempre dentro questa sensibilità libera...
Giusy | Martedì, 30 novembre 2010 @14:02
Aggiungo: non solo per la tavola, anche per "apparecchiare" il letto!
Giusy | Martedì, 30 novembre 2010 @14:00
Sì, Lisa, proprio "mamma cifrata" impressa in modo indelebile nella memoria (come potrebbe essere altrimenti?) e ricamata su tovaglioli di fiandra, angoli di lenzuola di lino e federe.Ho perso tante cose per strada, ma il gusto di apparecchiare la tavola "comme il faut" mi è rimasto, anche per i pasti quotidiani. Bella l'idea della Mamma Cifrata!Niente complimenti da parte mia, Lisa, niente overdose...
Marina | Martedì, 30 novembre 2010 @11:56
Lisa mi leggi nei pensieri? Proprio ieri sera dicevo a mio marito che sto tentando di essere per jad quello che mia madre é sempre stata per me : presente, rassicurante. Per me, per noi figli é stato fondamentale, ci permette di essere sicuri di essere amati, e non é poco in questo mondo. Ripeto, percio', a mio figlio , le frasi ascoltate da sempre: "tu non ti precoccupare, ci pensa mamma" e "chi ha la mamma non piange". A me, tuttora, che ho la fortuna di avere ancora mia madre, mi danno serenità!
Claudietta | Martedì, 30 novembre 2010 @11:53
la mamma...una mappa cifrata che ancora adesso sento dentro di me!
Enrico | Martedì, 30 novembre 2010 @10:22
Grazie!
Andrada | Martedì, 30 novembre 2010 @09:51
La mamma: la persona più rassicurante del mondo.
Laura, la Sex & the City dipendente | Martedì, 30 novembre 2010 @09:26
Lisa, solo una piccola anticipazione sulla nova protagonista dle tuo libro ... ti preeeeeego.
Lunedì, 29 novembre 2010 @08:06
"Per l’amor che rimane
e a la vita resiste
nulla è più dolce e triste
de le cose lontane"
(Gabriele d’Annunzio)
L’amore, che sbriciola stelle nelle pozzanghere. L’amore, che ci fa passare frontiere di notte, da clandestini. Che ci fa vedere l’alba, sempre, dentro l’imbrunire.
(I versi di d’Annunzio sono tratti da "Poema paradisiaco")
Chissà cosa penserebbe d’Annunzio, scrittore, esteta, dandy di inizio Novecento, se sapesse che è stato trasformato in un tavolino design. E' successo da Rossana Orlandi: lo "store", come si dice ahimé a Milano, specializzato in design (lo stesso che compare, ops, negli ultimi capitoli di "Glam Cheap"). Sono appena andata al vernissage della mostra-installazione di una giovane coppia inglese, che ha trasformato vecchi libri (tra cui quelli di d’Annunzio) in tavolini e portacandelabri, vecchie valigie in nuove cassettiere, e che negli ultimi giorni prima dell’apertura era così concentrata e ispirata da dormire direttamente lì, in negozio (su un letto che è esposto). Si chiamano Jamesplumb – il sito è http://www.jamesplumb.co.uk/site/index.html - e la mostra è aperta fino al 24 dicembre, in via Matteo Bandello 14-16.
Ogni volta che torno a Milano mi sembra di finire dentro le pagine di un mio romanzo. E Stella? Non era nella lunga fila fuori dal negozio per l’apertura di Gap, ma è venuta con me il giorno dopo, a curiosare la nuova "capsule collection" di Valentino e, come me, non ha comprato niente (del resto, la chiamano moda democratica, ma forse è solo moda per eurostressati: giacche e felpe disegnate dalla grande maison, ma in vendita nel negozio low cost). C’era Stella anche al press sale (traduzione: svendita per la stampa) di cachemire, dove le diavolesse non vestono Prada ma si strappano di mano le sciarpe scontate. E c’era anche Emma: perché è lì che avevo ambientato una delle scene del libro rosa. Tanta fatica per entrare (ora ci vuole l’invito persino per una svendita, un prezioso cartoncino che permette l'ingresso a una sola persona; neanche fosse una festa da ballo a corte!); ma, anche lì, non abbiamo comprato niente.
E poi, nella Milano glam cheap, mi sono commossa. No, non davanti a una vetrina o un vestito. Ma quando, a una visita medica, l’assistente del dottore mi ha fissato e mi ha detto: "Ma è lei Lisa Corva di City, vero? Io la leggo sempre. E quando non trovo il giornale, vado sul blog". Ci siamo messe a chiacchierare come vecchie amiche di fronte al medico allibito (l’avremo convertito anche lui? Speriamo). Dunque, se mi incontrate per strada, fermatemi, mi raccomando! Forse sono con Stella. Forse con Emma. Ma sono io. E, mi raccomando, datemi del tu.
LISA | Mercoledì, 1 dicembre 2010 @08:12
CLAUDIETTA: molto interessante! Un bell'esperimento di democrazia. E - funziona?
Claudietta | Martedì, 30 novembre 2010 @21:20
sono andata per fare una testi di laurea di sociologia, sulle empresas recuperadas. E' un fenomeno molto interessante se visto da vicino, sono lavoratori che a seguito della crisi del 2001 si sono ritrovati senza lavoro ed hanno reagito occupando l'impresa e cercando di farla tornare a produrre. Ho intervistato loro, ho visto i loro occhi, condiviso pasti nelle loro mense ed è stato semplicemente stupendo. Davvero.Se vuoi te ne posso parlare per ora, ma non voglio occupare tutto il tuo blog ;)
LISA | Martedì, 30 novembre 2010 @19:19
CLAUDIETTA, e che ci facevi in Argentina? Io ho visto da poco "El secreto de sus ojos": ovvero "Il segreto dei suoi occhi", il film argentino che vinse l'Oscar quest'anno. Bellissimo.
Claudietta | Martedì, 30 novembre 2010 @09:30
Lisa! scrivo pensieri e poesie...ho tenuto un blog per tutti i giorni che sono stata in Argentina, scrivendo un pensiero ogni giorno che passava.
Ora tornata a Torino al solito tram tram scrivo poesie/pensieri su questa vita che mi sta mettendo a dura prova...
Ho 25 anni ma la vita mi ha messo davanti già tante prove che sto cercando di superare crescendo e imparando. IL tuo pensiero ogni mattino è una carezza e una forza ad alzarmi dal letto e andare avanti! grazie
LISA | Martedì, 30 novembre 2010 @08:51
MARI e ADELE: chiacchierata "serotina" e, hmmm, spero anche un po' "serotonina"! L'ormone del buonumore...
LISA | Martedì, 30 novembre 2010 @08:46
Ma è "davvero" l'ASSISTENTE DEL DOTTORE! Huh.
assistente del dottore | Lunedì, 29 novembre 2010 @23:07
Sono io l'assistente del dottore.... Non sbagliavo: la cara Lisa e' davvero una persona speciale, se la incontrate fermatela, ne sarete davvero contenti.... Io lo sono stata davvero...troppi davvero... Ciao Lisa e spero "davvero" a presto!!! N. b. Ovviamente fuori dallo studio....
Adele | Lunedì, 29 novembre 2010 @22:16
Vedi Mari? Non solo blog rosa, oggetto di acuto rimpianto, ora anche rosso come la tua capigliatura, suppongo.. Forse Lisa sta sorridendo di noi e per noi nuove arrivate. Buona serata a tutte.
mari | Lunedì, 29 novembre 2010 @20:53
non chatto e non bloggo, ma del tuo blog cara lisa parlo sempre, seisiete le sole amiche virtuali della mia vita, perché questa chiacchierata per me serotina leggendo versi in compagnia ( io li leggo in solitaria, d'abitudine...), chiacchierando di abiti e d'amore, è la mia pausa del cuore.
Ciao a tutti dalla sedanona rossa
LISA | Lunedì, 29 novembre 2010 @19:08
CLAUDIETTA, e cosa scrivi? Poesie, racconti, impressioni? E quanti anni hai? Scrivimi, intanto, di te. GIUSY: quel medico però, pur allibito, è molto molto simpatico. Avercene!
Claudietta | Lunedì, 29 novembre 2010 @14:43
Lisa,
anche io se non trovo city corro a leggere il tuo Buongiorno sul blog... Vorrei condividere con te cosa scrivo anche io, ma chissà se ne hai il tempo..TI ammiro molto!
Giusy | Lunedì, 29 novembre 2010 @14:14
Sì, il Grande Istrione mi cattura sempre, con le dovute cautele...Mi ha divertito il racconto del medico allibito: categoria che apprezzo e disprezzo contemporaneamente. Con i curricula miei e del Consorte ne ho ben donde... Ciao Lisa!
Elena | Lunedì, 29 novembre 2010 @09:20
accidenti! sarei venuta a sentirti (e conoscerti di persona) molto volentieri! Avvertici per tempo, quando torni a Milano! Buona settimana, Lisa cara.
Sabato, 27 novembre 2010 @16:10
Ma voi state già ordinando, vero, nella vostra libreria di fiducia, o su ibs (ci arrivate anche cliccando qui a sinistra, sopra le copertine) dei libri della vostra Autrice preferita (sono io, spero! se non altro sono l'unica che profuma di rosa), da regalare per Natale?
L'invito sfacciato è rivolto soprattutto alle nuove sintonizzate del blog. Ma anche ai nuovi sintonizzati, che se non vogliono mettermi sul comodino avranno, immagino, qualche fidanzata, amica, sorella, moglie, mamma a cui regalarmi...
(A chi invece è già amica di Emma e Stella, sussurro una cosa all'orecchio: sto finalmente scrivendo. Il terzo libro, ovviamente!).
LISA | Mercoledì, 1 dicembre 2010 @08:07
ANTONIA: i libri sono diversi dai miei Buongiorno. Sono più - come dire? - Buonanotte formato romanzo! Mi dirai.
Anonimo | Mercoledì, 1 dicembre 2010 @00:19
non vedo l'ora di leggere il nuovo, resto in attesa cara lisa...
Antonia | Martedì, 30 novembre 2010 @16:29
eccomi qui..una nuova sintonizzata del blog!ho già scritto i tuoi libri sulla mia lista x Babbo Natale!!:) e se sono belli come i Buongiorno con cui rallegri le nostre mattine, cosa di cui sono sicura, allora saranno i regali + belli!!!
Simona in ritardo | Domenica, 28 novembre 2010 @18:57
Grazie Lisa per il post del 23 novembre e un abbraccio a tutte le ragazze del vecchio blog.
LISA | Domenica, 28 novembre 2010 @16:38
MALU63: ci vorrà ancora un po' di tempo. Ma ora, finalmente, mi si è presentata la protagonista; e mi sta raccontando, pian piano, la sua storia.
malu63 | Domenica, 28 novembre 2010 @15:30
3 libro?? finalmente lo aspettavamo ci anticipi nell'orecchio a quando Lisa?
LISA | Domenica, 28 novembre 2010 @10:44
GRAZIE a chi mi trasformerà in un pacchetto di Natale. Mi piace l'idea che Stella, ed Emma, entrino in nuove case... Anch'io, da Autrice sfacciata, mi auto-regalo, a nuove amiche che non mi avevano ancora letto. Così Emma e Stella arrivano, per Natale, a Roma, Venezia, Milano. Regalo persino Emma in tedesco, a un'amica straniera, un'aspirante madre che vive a Nord: il Libro Rosa, tradotto in Germania qualche anno fa, è rosa anche lì, ma si intitola "Hormone zum Frühstück", ormoni a colazione. Invece del cappuccino.
LISA | Domenica, 28 novembre 2010 @10:19
LELE: prendi "Glam Cheap". Da leggere avvolta nella tua coperta rossa, quella che stai lavorando all'uncinetto, per il tuo Natale da sola. Spero che Stella ti distragga, almeno un pochino.
Lele | Sabato, 27 novembre 2010 @23:10
Mi faccio un regalo da sola. Per questo primo Xmas da single. Quale devo comprare? Dimmelo tu. Buonanotte
Adele | Sabato, 27 novembre 2010 @20:59
Ci sto ripensando, il tuo "Glam Cheap" potrebbe essere perfetto, sempre attuale: Sai cosa faccio? Con poca spesa e molto affetto, un bel regalo natalizio: e grazie!
Adele | Sabato, 27 novembre 2010 @20:50
Io ci sto pensando... Tu non puoi essere semplicemente "regalata"..Non si regalano emozioni, le emozioni devono essere condivise. Attendo il tuo prossimo romanzo e, ne sono sicura, sarà una bella, coinvolgente sorpresa.
mari | Sabato, 27 novembre 2010 @19:18
si!!!
Hermione | Sabato, 27 novembre 2010 @18:45
Già fatto . . .:-)
Venerdì, 26 novembre 2010 @09:05
"Raduni tutte le spezie necessarie: i chiodi di garofano, lo zenzero ma poco, la cannella e il cardamomo. Li mescoli e in qualche modo li macini. Poi metti tutto il profumo del mondo nell’acqua, la porti a ebollizione e, quando la stanza sa di cardamomo, spegni il fuoco e aggiungi all’acqua un pizzico di tè nero, copri la teiera e lasci un po’ le spezie a rimuginare nel tè".
(Kaha Mohamed Aden)
Il potere delle spezie: si sciolgono in bocca, e ci portano oltre confine.
(Mi piacciono le spezie che "rimuginano" e poi ci portano altrove. Mi piace il caffé con dentro, macinato, del cardamono, come l’avevo assaggiato a Petra, in Giordania. Mi piacciono gli stranieri che diventano nuovi italiani, e scrivono in un nuovo, reinventato italiano: come Kaha Mohamed Aden, somala che vive a Pavia. La frase di oggi è tratta dai suoi racconti: "Fra-intendimenti", Nottetempo)
LISA | Sabato, 27 novembre 2010 @16:04
La dedica del mio primo libro, il libro rosa, era "a mio marito, e grazie per gli strudel". E non a caso: sforna strudel di cui sono ghiottissima; in quello di mele c'è poca cannella ma molte noci; il mio preferito è quello di ciliegie. Ma la dedica era per strudel reali e metaforici: le dolcezze che consolano i momenti amari della vita.
Ely | Venerdì, 26 novembre 2010 @17:11
Grazie Lisa, grazie a te sono finalmente riuscita a farmi un chai decente. E oggi che nevicava e io non avevo le gomme da neve, che ho deluso mio padre perchè non riuscirò a procurare il regalo che voleva per Natale, che ho 37,5 e non posso mettermi sotto il piumino, oggi ne avevo proprio bisogno. Ciao Malu, anche per me lo strudel non é strudel senza la cannella!
pierpalla | Venerdì, 26 novembre 2010 @15:43
un tè col cardamomo, bollente... lo vorrei ora, mentre fuori, nel giardino, si scioglie la neve :-)
Giusy | Venerdì, 26 novembre 2010 @15:33
Eh, Malu, sto aspettando che si scaldi il forno. Indovini? proprio per uno "struccolo" speziato con cannella. io aggiungo buccia di limone grattugiata finissima, oltre ai noti ingredienti. E' per il figlio fuoricasa che lo adora. Guarda che è vero!! Aggiungo: apprezzato anche dalla sua deliziosa compagna. (spero non solo per compiacermi).
Farfalla | Venerdì, 26 novembre 2010 @15:25
Bello il tuo commento,Lisa. Non dobbiamo avere chiusure, la nostra piccola Italia sta diventando multietnica e, se questa nuova realtà non è fonte di ansia e di paure, allora è bella e ci arricchisce. Anche a me piacciono i cibi multietnici, sono stufa di mozzarella e pomodoro, di risotti,(buonissimi se fatti a casa) e mi piacciono coloro che ci offrono nuove prospettive, altri modi di pensare e affrontare la vita.
malu63 | Venerdì, 26 novembre 2010 @15:18
Quella che preferisco è la cannella con il suo dolce profumo e sapore, eppoi soppratutto perchè si usa in molti dolci, che io adoro fare e mangiare, come sarebbe il famoso strudel senza di lei? buono ma mancherebbe quel pizzico di sapore in più. Delle spezie poi mi piace che ognuna ha il suo forte sapore, sono un pò come la vita bisogna ricercare il gusto di scoprire quale ci piace di più ....;)
Giovedì, 25 novembre 2010 @08:31
"La memoria è un remoto quando
(quando ti conobbi, quando te ne andasti)
o imperfetto (quando eravamo piccoli,
quando eri con me). Nel desiderio siamo ancora più quando (quando tornerai,
quando sarà il momento, quando arriverà),
siamo subordinati e senza protezione...
Soltanto quando dormo il quando s’addormenta".
(Juan Vicente Piqueras)
E soltanto quando mi abbracci il quando affonda, finalmente, nell’adesso.
(Juan Vicente Piqueras è un poeta spagnolo che vive a Roma. I versi di oggi sono tratti dalla sua raccolta "Mele di mare", Le Lettere)
Oggi è Thanksgiving. Mi piace questa festa americana: il giorno in cui, semplicemente, rendiamo grazie. Per quello che abbiamo, che è tantissimo anche quando ci sembra poco. Questo ho imparato, strada facendo: la gratitudine. Del Thanksgiving mi piace questo, e la "pumpkin pie": la speziatissima e golosa torta di zucca che ho assaggiato per la prima volta nel mio primo Thanksgiving americano, tre anni fa, a Boston. Da vera golosa sono grata per tutte le dolcezze della vita, anche sotto forma di torta.
spruzzettodisole | Giovedì, 25 novembre 2010 @18:54
quando passerà la pioggia...quanto sole servirà per asciugare le ossa e le lacrime?
Lele | Giovedì, 25 novembre 2010 @17:36
E quando tornerà? E quando mi richiamerà? (ma lo farà mai?) Ma ci pensa mai a quando era con me? Lui, il mio contrabbassista. Il mio quando non si addormenta mai...
Un abbraccio
LISA | Giovedì, 25 novembre 2010 @11:14
IVE54: ritrovarsi dopo 30 anni? Per una telefonata? Sembra il trailer di un film: devo assolutamente sapere tutta la storia. Sei clandestina anche nel nome, non mettere i luoghi e nessuno saprà niente. Ma ti prego racconta...
Ive54 | Giovedì, 25 novembre 2010 @11:09
Anche questa è appropriata a me/noi "clandestini" il "quando".
Il quando sarà possibile trovarci per un caffè e un abbraccio.
ciao
Lila | Giovedì, 25 novembre 2010 @09:56
Ah e naturalmente ringrazio tutti quelli che mi vogliono bene.
Lila | Giovedì, 25 novembre 2010 @09:55
Ancora mi manca la possibilità di un abbraccio che mi faccia sentire il tutto e mi faccia abbandonare il quando. Ma spero che arrivi presto chiaramente! Se si deve dire grazie cara Lisa io scelgo di ringraziare te. Entrare nel tuo salotto mi ha portato bene. Un abbraccio, Lila
Laura, la Sex & the City dipendente | Giovedì, 25 novembre 2010 @09:40
Buon giorno Lisa.
Per rispondere alle tua domanda, sono riuscita solo a vedere il primo Sex & the City, ma conto di vedere presto il secondo, anche se solo in DVD.
Ed a proposito di manicure ... oggi pomeriggio scappo a farne una. Già, il potere perapeutico della manicure.
E tu, invece, quando ci regalerai un nuovo libro?
Guarda che ti stiamo aspettando.
Mercoledì, 24 novembre 2010 @11:53
"Poi a letto penso a te,
la tua lingua metà oceano, metà cioccolata,
penso alle case dove entri scivolando,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate e
come rosicchiamo la barriera perché siamo in due.
Come vieni e afferri la mia coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi. Ci siamo spogliati
e insieme nuotando risaliamo il fiume, l’identico fiume chiamato Possesso
e sprofondiamo insieme. Nessuno è solo".
(Anne Sexton)
Io, e te.
Anne Sexton, poetessa americana, icona degli anni Sessanta e Settanta; amica di Sylvia Plath, morta purtroppo suicida come lei, dopo di lei. I versi di oggi sono tratti da "Poesie d’amore", Le Lettere; con testo a fronte.
Thomas | Mercoledì, 1 dicembre 2010 @17:46
Uh, sono un italianissimo studente universitario piemontese che ha deciso di studiare a Milano per mancanza di atenei e di corsi di laurea adeguati dalle sue parti.
Peccato che al "tran-tran" milanese non mi ci sono ancora abituato, evviva!
mari | Giovedì, 25 novembre 2010 @20:11
grazie Adele, buona serata anche a te!
Adele | Giovedì, 25 novembre 2010 @18:35
Intuito, cara Mari, semplice intuito. A volte mi capita, solo per chi mi incuriosisce e mi è simpatico: Buona serata. Ti auguro tutto il bene possibile!
mari | Giovedì, 25 novembre 2010 @16:47
amo molto la plath, che rileggo apena posso, ma La sexton l'avevo domenticata...domani corro in libreria.
Grazie dei versi sempre diversi.
p. s.
la collana rossa a peperoncini è stata molto ammirata.
Adele, come facevi a saper che l'anonimo ero io? è buon segno?
LISA | Giovedì, 25 novembre 2010 @08:17
ARTEMISIA: nella raccolta da cui ho tratto i versi, c'è anche il testo a fronte, in inglese. Scivola, bellissimo, come quel verso finale:
"We are stripped to the bone
and we swim in tandem and go up and up
the river, the identical river called Mine
and we enter together. No one’s alone.".
LISA | Giovedì, 25 novembre 2010 @08:13
THOMAS, dunque. Inglese o americano, nella metropolitana milanese?
Thomas | Mercoledì, 24 novembre 2010 @22:19
Cara Lisa,
cominciare la giornata con le "tue" poesie e le TUE parole su City mi dona la giusta dose di autostima, di carica e di ottimismo per spezzare la pallosissima routine milanese (e milanese non sono).
Giovi alla mente, al cuore, ai sorrisi. E di questo ti ringrazio infinitamente.
Con affetto e, perchè no, anche con un abbraccio
Thomas
"ArTeMiSiA" | Mercoledì, 24 novembre 2010 @15:58
Ecco chi mi ricordava il tuo Buongiorno di oggi, la prima cosa che ho letto nella giornata, mentre ero seduta a fare colazione...Sylvia Plath. Così ricca di immagini fortissime, dai significati assolutamente reconditi, difficili da sciogliere. Ho come l'impressione che questa poesia della Sexton riveli il legame d'amicizia con la Plath...proprio nell'uso delle immagini, così vivide, come un dipinto. Eppure sono parole...
Martedì, 23 novembre 2010 @07:56
"Si era verso il finire dell’anno
il cielo era stato basso e scuro per giorni e giorni
e io bevevo un tè in una stanza con grandi vetrate
insieme a una donna che non aveva figli,
una porta da cui nessuno era entrato nel mondo".
(Billy Collins)
Donne e uomini senza figli. Porte chiuse, ma finestre spalancate sulla vita.
(I versi di oggi, del poeta americano Billy Collins, sono tratti da "Ballistics", Random House. La traduzione è mia. Emma, la mia protagonista di "Confessioni di un'aspirante madre", forse avrebbe pianto su questa poesia. Forse si sarebbe arrabbiata. Io, che sono stata Emma, oggi penso alle finestre aperte sulla vita)
Giusy | Venerdì, 26 novembre 2010 @14:22
sono rimasta molto colpita dalle parole di Hermione. Ho pensato all'immaturità di certi uomini e alla loro fragilità di sentimenti, indipendenti dall'età. Non voglio generalizzare, però mi è capitato di conoscerne tante di persone così... fluttuanti. per fortuna, non nella mia sfera personale, o quasi. Voglio solo dire questo: Il mio primogenito è arrivato dopo 9 anni di matrimonio, per nostra scelta: Cosa mi ha detto il consorte dopo la sua nascita? Testuale: " non penserai che rinuncerò ai concerti e al teatro. Ci daremo il turno" Morale: abbonamenti (solo per lui). In tutta la stagione ci sarà andato una volta o due. Se Lisa mi leggerà, la ringrazierò per la pazienza, anzi la ringrazio comunque.
Hermione | Giovedì, 25 novembre 2010 @15:50
Spero tanto che tu abbia ragione Lisa e che, prima o poi, io riesca a vedere, a trovare una porta . . . anche piccola, come quella del Bianconiglio di Alice!
LISA | Giovedì, 25 novembre 2010 @15:12
Che storia crudele, HERMIONE. C'è qualcosa di davvero crudele nelle adozioni che falliscono, in questi doppi abbandoni. In queste porte sbattute. Ma spero, per te, anche porte che si riaprono. O nuove porte che prima non avevi visto. E succede, sai, quando meno ce l'aspettiamo. Hai fatto bene a scrivere, anche se ti è costato, e mi piacerebbe che tu scrivessi ancora. Ti abbraccio.
Hermione | Giovedì, 25 novembre 2010 @09:20
Cara Lisa; ci ho messo tre giorni per trovare il coraggio di scrivere queste poche righe . . . io, una ex Emma, che, tanto tempo fa, ha scelto la strada dell'adozione, strada lunga e difficile, d'accordo con il marito . . . pensavo! Invece, quando, finalmente, siamo stati in tre, il consorte ha rifiutato me e nostro figlio. Un'altra porta chiusa, oltre quelle del corpo, anche quelle dell'anima . . .Ti ringrazio per le parole che mi fai leggere ogni giorno.
LISA | Giovedì, 25 novembre 2010 @08:12
OLGA, palma, e portafinestra. Solo una cosa. Ogni volta che leggo la Szymborska, se ne rubo qualche verso per i miei Buongiorno, so che lì, in qualche modo, ci sei anche tu. Anche questi sono gli incroci incredibili della vita e del blog.
LISA | Giovedì, 25 novembre 2010 @08:10
LAURA, SEX AND THE CITY DIPENDENTE. Sai cosa ricordo, dei tuoi racconti da aspirante madre? La manicure terapeutica, che mi faceva ridere: unghie dipinte per scacciare le lacrime. Sono contenta di saperti con un bimbo in braccio. (Ma dimmi, hai visto Sex and the City versione film, uno e due? Che ne pensi? Con Carrie in versione non-aspirante, tra l'altro: "just the two of us", e io lì sì che mi sono commossa).
LISA | Giovedì, 25 novembre 2010 @08:06
Cara amica di Emma DE BARCELONA, sbaglio o sei l'expat triestina? Bello risentirti. Come stai? Ti penso tra le tapas e il vento di mare in una città dove non torno da troppo tempo.
LISA | Giovedì, 25 novembre 2010 @08:03
Cara PI, ex aspirante paziente, ora mamma di due gemellini... Ho raccontato a Piersandro Pallavicini del vostro incontro non incontro: era molto divertito. Sai come ci siamo conosciuti, io e lui? Quando è uscito "Glam Cheap", aveva scritto una super-recensione del libro su Tuttolibri della Stampa (oltre ad essere uno scrittore, per Feltrinelli come sai, è un avido lettore). La recensione era tale che non ho potuto trattenermi e ho fatto lisacorva (così mi prendono in giro i miei amici). Ovvero: mi sono fatta dare la sua mail, gli ho scritto, ci siamo scritti, ci siamo stati simpatici, e in uno dei miei blitz milanesi mi ha invitato a cena (è anche un appassionato gourmet, infatti è con lui, e con Olivia Chierighini, che scrive di cibo, che siamo andati a testare i macarons di La Durée: era il post del 22 maggio). Incroci: incredibili incroci. Ma la prossima volta fai lisacorva anche tu e avvicinati al suo tavolo... Ti abbraccio.
Giusy | Mercoledì, 24 novembre 2010 @13:49
Sì!! "con" maledetta abitudine di andare a rivedere.
de Barcelona | Mercoledì, 24 novembre 2010 @13:46
carissima amica virtuale,
ho riconosciuto nel post PI che abbraccio forte, la mia amica virtuale del tuo blog rosa. Ho visto il link a queste belle parole da un'altra amica del blog rosa. E quindi approfitto finalmente a ringraziare te, la simpatica creatrice di Emma per averci accompagnato dolcemente nella nostra disperata ricerca della serenità. Sai che ci sentiamo ancora con le fedelissime di quei tempi? amicizie speciali che hanno aperto la porta dei nostri cuori .
grazie Lisa!
Giusy | Mercoledì, 24 novembre 2010 @13:46
Oggi ho letto con attenzione il tuo Blog tutto rosa. Io, madre tardiva per scelta, "pluripara-non-convinta-del tutto" mi sono intenerita. Le parole, i pensieri delle varie compagne di avventura di Emma mi hanno introdotto in un mondo diverso dal mio.Ho letto, anni fa, Le tue "Confessioni" (niente a che vedere da quelle di Ippolito Nievo) Dai! solo per scherzare un po'...e mi era piaciuto. Forse ha ragione Simona, questo blog deve restare tutto Rosa. E io sono Grigia!
studentessa | Mercoledì, 24 novembre 2010 @11:28
raccontare... è lunga. ti lascio qualche scheggia di vita, così almeno puoi farti un disegno abbozzato.
studentessa, lettere per la precisione, mi piace leggere - scrivere - pensare - e trovare sempre nuove cose che mi facciano fare un balzello al cuore. non è sempre facile, non è qualcosa che aspetto, se succede ne sono felice... e quando scopro nuove prospettive di vita fra le pagine di libri e giornali, ecco, il più delle volte succede.
da buona studentessa torno sui libri. buona giornata a tutti!
MiriamRosaGialla | Mercoledì, 24 novembre 2010 @10:21
Cara Lisa,
che dirti ? Grazie non basta, ma forse non esiste altra parola.
Le finestre mie e del consorte sono ora spalancate sulla vita, ed anche se da quella porta non è entrato nessun bimbo nostro, abbiamo trovato una giovane teen- ager sul nostro cammino: ha le lentiggini e gli occhioni azzurri curiosi e spalancati sulla vita che avevo io alla sua età...nemmeno se l'avessi fatta io sarebbe stata così simile a me!
No. Non è una storia di adozione, ma una storia d'amore.
Tanti petali gialli e profumati a tutte voi!
Laura, la Sex & the City dipendente | Mercoledì, 24 novembre 2010 @09:37
E' il dolore assordante che non ci fa vedere le porte spalancate.
E, anche se oggi ho il mio piccolo, nato proprio la vigilia di Natale di quasi un anno fa, quando lo guardo il dolore ogni tanto fa di nuovo capolino , sotto forma di silenziosa stretta al cuore.
Perchè, in fondo, Emma sarà sempre parte di me.
... vi leggo sempre.
Pi | Mercoledì, 24 novembre 2010 @09:18
Sono stata anche io una porta chiusa per tanti anni ed ora, che i miei meravigliosi bambini hanno fatto irruzione nella mia vita, mi sono resa conto che, in realtà, ero anche una finestra spalancata – come dici tu, cara Lisa.
Solo che non lo sapevo.
Vedevo solo quella maledetta porta, chiusa a doppia mandata, con il sigillo della legge 40 sopra – e mi disperavo.
La porta si è aperta e mi sono resa conto che questo ha cambiato tutto e niente: sono ancora quella di prima, anche se con una vita completamente diversa.
La nostra essenza non cambia – da aspiranti madri, da madri, da donne che hanno faticosamente e coraggiosamente rinunciato a esserlo, madri.
Siamo noi – siamo porte e siamo finestre.
Un abbraccio.
PS: Cara Lisa, Venerdì scorso ti ho pensato. Ero a cena con l’adorato consorte e, nel tavolo accanto al mio, era seduto il tuo amico Sandro Pallavicini. Lui non mi ha visto ed io non l’ho disturbato. Ma ti ho pensato.
LISA | Mercoledì, 24 novembre 2010 @08:42
Grazie alle ex ASPIRANTI MADRI che hanno scritto, amiche di Emma, e hanno raccontato la loro storia. Il cammino, spero, è stato più facile per tutte (anche per me), con il libro rosa. Grazie a tutte le nuove sintonizzate che conosceranno Emma e prenderanno in mano il libro rosa per la prima volta. (Va ordinato, lo so, nelle librerie in genere è esaurito...Ma che bello pensare che entrerà in nuove vite e nuove case!).
LISA | Mercoledì, 24 novembre 2010 @08:42
STUDENTESSA che legge i Buongiorno come se bevesse a un bicchiere: da dove scrivi? Racconta di te!
Lei e il suo caffè al ginseng | Mercoledì, 24 novembre 2010 @00:14
Ho una coppia di zii con la loro finestra spalancata sulla vita e da quella finestra adesso, dopo tanto tempo, entra il sole.
studentessa | Martedì, 23 novembre 2010 @21:46
non mi stanco mai di leggere.
piccoli ritagli quotidiani che ti donano una spinta in più.
che ti buttano nella testa un pensiero, e lo macini tutto il giorno.
che ti rendono critica e piena, come un bicchiere riempito fino all'orlo.
e così, se succede, disseti anche chi ti sta vicino.
ciò è necessario.
(complimenti a te, Lisa)
Andrada | Martedì, 23 novembre 2010 @17:56
Sapete, ieri sono diventata zia! Di una bellissima e coccolosissima bimba di nome Alexia! Il padre è mio fratello, l'unico fratello che ho e con cui ho un rapporto a dir poco speciale.
Non sono madre, ma spero e voglio diventarlo (fra un po' d'anni, magari quando troverò un padre adatto:-) ). Intuisco sia una delle cose più fantastiche, miracolose e piacevolmente sconvolgenti nella vita di ognuno di noi (donna o uomo che sia).
Viva il dono della vita!
Marina | Martedì, 23 novembre 2010 @17:32
Sono stata una porta da cui non entrava nesuno, mi sono disperata, ho pianto e sofferto, soprattutto sul finire dell' anno, soprattutto quando il cielo era basso e scuro, soprattutto quando le lucette di natale mi ricordavano che non avevo un bimbo con cui accenderle, per la sua e la mia gioia. Sono stata insieme a voi, quando sono caduta e quando mi sono rialzata, ho messo il vestito nuovo che mamma mi consigliava ed ho affrontato tutto. E adesso una vita é entrata non dalla mia porta ma insieme a me nella porta della nostra vita. Quasi due anni di amore ed allegria, la gioia infinuta di un amore imemnso, la porta restava aperta per lui, adesso lo so...e grazie a emma e a tutte voi
Principessa | Martedì, 23 novembre 2010 @17:10
Grazie Patrizia per la stella di natale rossa, anche a me piacciono così.
Buona serata.
patrizia fiorista | Martedì, 23 novembre 2010 @16:56
Aggiungo una postilla: che tenerezza Aung San Suu Kyi che ha riabbracciato il figlio dopo 10 anni, e poi così delicata. Patri
Antonella | Martedì, 23 novembre 2010 @16:34
La poesia è bellissima e commoventissima: stamattina c'era proprio un bel raggio di sole che illuminava la bacheca nel mio ufficio e quando ho appeso la poesia per un attimo siamo stati senza parole.
Nessuno di noi colleghe ha letto il libro "Confessioni di un'aspirante madre" stasera una di noi corre a prenderlo.
Lisa ci fai ridere, ci fai sognare e ci fai commuovere.
Grazie di essitere.
Antonella e tutte le sue colleghe
patrizia fiorista | Martedì, 23 novembre 2010 @16:25
Credo che rimarro Emma per sempre.
La mia porta si era aperta,come per miracolo,la Marta si è affacciata
sulla soglia,ha bussato le ho aperto e poi è tornata da dove era venuta.Per questo non potrò mai smettere di aspettare che qualcuno torni ancora a bussare.Grazie Lisa,non potevi scegliere versi migliori.
Vi mando tante stelle di natale rosse (a me piacciono così) Patri
malu63 | Martedì, 23 novembre 2010 @15:45
Ho riletto e riletto questa poesia, quasi avessi voluto entrarci dentro ,quelle parole in quella stanza, me la immaggino propio cosi la mia vita, una grande stanza con le vetrate luminose da cui entra tanta luce, chiuse per 20 anni da tende pesanti da cui nn passavano raggi di sole che lo volevono essere aperte e riempire la stanza con tanti giochi e ore serene da trascorrere con un figlio tanto desiderato. Incontrare Emma, te Lisa, il blog rosa, e tutte voi aspiranti ed ex in un momento particolare della mia vita in cui ho deciso di spalancare quelle tende alla mia vita e quella del mio consorte vivere finalmente senza sentirmi in colpa, sorridere liberamente, assaporare la gioia che si è una famiglia a due, mi ha fatto star bene, ma lo ammetto una tenda di quella finestra rimarra sempre semi-chiusa perchè al cuore nn si può comandare di smettere di desiderare un figlio voluto con tutte le tue forze. Usando una nostra vecchie frase: ho attraversato il fiume, sono sull'altra sponda ma non sarò mai capace di non guardarmi dietro le spalle.
Olga | Martedì, 23 novembre 2010 @09:37
Ciao, Lisa, io che sono stata una palma (senza rami, ma con tanti frutti), oggi penso alla mia personale portafinestra - quelle che danno sul giardino oppure sulla terrazza dove si gioca, si diverte, si arrabbia, si emoziona. é vero, non sono stata una porta da cui mio figlio era entrato nel mondo, ma immaginarmi una portafinestra è ancora più emozionante. C’è più luce, più spazio, più movimento.
Tu e il vecchio blog mi hanno aiutato e mi hanno permesso di tenere queste portefinestre sempre puliti, da poter osservare anche le gocce delle piogge abbondanti. Tu e il vecchio blog mi hanno ridato la mia dignità di donna leggermente in bilico perchè non avevo figli. Ma mi hanno insegnato a camminare a testa alta, paragonandomi alla palma. La poesia è toccante, come lo è anche il tuo commento. Un abbraccio.
Annalisa farmacista | Martedì, 23 novembre 2010 @09:13
Sono indietrissimo con il tuo blog, Lisa. E oggi guarda guarda che bella poesia. E' vero, un po' sconcertante pensare che da noi nullipare nessuno è entrato nel mondo, però possiamo essere come dici tu delle finestre spalancate. Anch'io sono stata Emma, anzi lo sono ancora, perchè quell'antica sofferenza c'è sempre, soprattutto quando guardo il consorte che anche se non lo vuole ammettere è più aspirante di me. Però, però anche e forse soprattutto grazie ad Emma posso definirmi guarita, o almeno portatrice sana. Ho avuto il virus, mi sono ammalata, ma adesso guarita sono cambiata. Gli anticorpi che ho sviluppato mi hanno reso profondamente diversa. E mi piaccio di più.
Lunedì, 22 novembre 2010 @08:25
"Quando cammino, triste e abbattuto,
e ogni speranza, penso, ho perduto,
quando cammino e stanca è la mente
io penso a te, con indosso niente".
(Adrian Mitchell)
E non posso fare a meno di sorridere. Perché il mio sorriso, sei tu.
(I versi di oggi sono tratti da "Nuove poesie d’amore", un’antologia di Crocetti Editore. Un pensiero leggero leggero per il lunedì)
Ive54 | Giovedì, 25 novembre 2010 @10:56
Cara Lisa, Autrice curiosa, per la data si. E' stato un week end clandestino, ma noi ci conosciamo da una vita. Ci siamo persi per 30 anni. Strade che sembravano diverse, ma comunque inconsapevolmente e terribilmente parallele per date, ricorrenze, luoghi, eventi, il tutto senza mai incontrarci. Poi, casualmente una telefonata....... Ti racconterei com'è andata...... e come và, ma non mi sembra il caso, e qui il sito adatto.
LISA | Giovedì, 25 novembre 2010 @07:54
IVE54: eh, ma non basta per l'Autrice troppo curiosa... E la data? Di nascita?
Ive54 | Mercoledì, 24 novembre 2010 @22:59
Rispondo alla tua curiosità: un pezzo di nome e una data. Ti leggevo al mattino sulla metropolitana milanese andando in ufficio, ora, da casa, ti leggo dal sito. L'evento era avvenuto in un week-end fantastico di qualche anno fà. E come scrive Lady Chatterley: Avanti con la vita! Ciao
LISA | Mercoledì, 24 novembre 2010 @08:28
IVE 54: i Buongiorno sono fatti per questo. Per diventare vostri. Per rendere, se possibile, più leggera la giornata, e la strada. (E l'Autrice curiosa si chiede: Ive 54 perché, da dove viene il tuo nickname?)
Ive54 | Martedì, 23 novembre 2010 @11:30
Non ci crederai, ma ritaglio i tuoi "buongiorno" che poi incollo in un diario. Li faccio miei, perchè mi ricordano eventi vissuti. Mi ritrovo in luighi, situazioni, rivivo emozioni. Come quella di oggi. Lui mi manca. Non posso averlo per me, e il buongiono di oggi è azzeccato per ricordare una situazione che ci ha fatto ridere insieme. Grazie
LISA | Martedì, 23 novembre 2010 @07:52
CHIARA: che bello leggerti, che bello sapere chi siete e dove mi leggete, su quali treni, su quali autobus, davanti a quale computer. Che bello sapere che sono una piccola dose di coraggio. Grazie.
Lady Chatterley | Lunedì, 22 novembre 2010 @20:40
Bello come il pensiero di Patrizia. Addobba la casa ma si sente spoglia: le auguro di rivestirsi di bei pensieri e di bei ricordi. Avanti con la vita!!
Lady Chatterley | Lunedì, 22 novembre 2010 @20:37
Sì! un pensiero davvero leggero, disarmante e bello
patrizia fiorista | Lunedì, 22 novembre 2010 @18:20
So bene come puo essere triste il Natale,ma ho imparato che è solo un giorno sul calendario.Io addobbo la casa perchè piaceva tanto alla mia mamma, e so che la Marta avrebbe apprezzato. Vi abbraccio Patrizia
fd | Lunedì, 22 novembre 2010 @16:39
Io penso che sia una bellissima coincidenza il fatto che, ogni volta che vedo la mia ragazza (sono incontri così rari dato che la nostra è una relazione a distanza!) o il giorno stesso o il giorno successivo, nel tuo "Buongiorno" trovo una citazione che mi fa vibrare la mente perchè mi ricorda alcuni momenti passati assieme! E anche oggi la frase è azzeccata!
CHIARA | Lunedì, 22 novembre 2010 @16:22
ciao. ho pensato tanto a cosa scriverti, a quale fosse il modo migliore per confidarti quello che provo.inanzitutto ho pensato che era buona educazione presentarmi! mi chiamo chiara e frequento l'università di lettere a bologna. la prima settimana di corso ero spaventata e persa nella enorme bologna, e il tuo buongiorno , scorso su un giornale volante e mezzo strappato è stato allora e nei tre anni successivi la ia piccola dose di coraggio. si perchè le tue piccole citazioni, i tuoi commenti, la tua poesia riassumo tutto ciò in cui credo. si sono una ragazza all antica che crede nella poesia e nel potere delle parole. credo che la poesia sia esperienza trasmessa, siano emozioni trasmesse, emozioni condivise, respiri nella vita caotica. queste poche righe, forse non-sense per chiunque, spero valgano qualcosa per te. qualcosa che non è niente di più che un grazie. si ti dono il mio grazie personale. tu mia ispirazione, io tua lettrice.. per sempre!
Lei e il suo caffè al ginseng | Lunedì, 22 novembre 2010 @12:25
Cara Sabrina non sei l'unica a temere un Natale di tristezza.
E l'eco continua a vibrare un "perchè?".
Un soffio.
Sabrina | Lunedì, 22 novembre 2010 @11:52
Bella la citazione di oggi. Anch'io ho perso la speranza, anche se pensare al suo corpo non mi aiuta anzi, mi rattrìsta, perchè credo di essere arrivata al capolinea un'altra volta... E' passato il weekend e non ci siamo visti, ci siamo sentiti, ma neanche un appuntamento...Uscire con una persona e vederla una volta alla settimana non ha davvero senso, dopo più di un mese... Anche stavolta andrà male e mi dispiace, sono così stanca che non ci crederete e il Natale imminente mi mette una tristezza addosso incredibile. Buona settimana
Sabato, 20 novembre 2010 @17:19
E quando finalmente, a pagina 628, la bella Sira indossa un abito scarlatto di crêpe di seta, lungo fino ai piedi, con i capelli scuri raccolti in uno chignon, sappiamo che è la sera più importante della sua vita. E che quell’abito rosso non lo indossa per farsi coraggio (o almeno, non solo per quello), bensì per dire: "guardatemi". Dove siamo? Siamo nel bestseller che ha conquistato le spagnole, e che ora è arrivato in Italia, pubblicato da Mondadori: "La notte ha cambiato rumore" è la storia di Sira, una sarta-spia, una specie di Coco Chanel incrociata con James Bond, tra Madrid, il Marocco e la Lisbona degli anni Trenta. Ma siamo anche in certi momenti cruciali nella vita di una donna, quando quel che ci vuole è un abito rosso: magari lungo fino ai piedi, magari corto; comunque, spericolato.
Con un abito così non serve nient’altro, solo un paio di scarpe adeguate; basta non sbagliare la tinta del rossetto (piccolo scivoloso particolare); e poi, certo, bisogna avere la sera giusta, quella in cui vogliamo e dobbiamo dire: "guardatemi". Troppo spericolato? Troppo assertivo? Per fortuna il rosso è una dichiarazione così decisa che, per farsi sentire, basta un accessorio. Una borsa, certo. Un paio di scarpe. O una sciarpa rossa come quella della poesia di Louise Glück, ricordate? Era il Buongiorno del 9 novembre. "C’è sempre qualcosa che si può fare con il dolore"…
E un gioiello? Sì alla collana o agli orecchini di corallo, magari rubati dal portagioie della nonna o della mamma. Un ripasso sarà possibile con la mostra che apre il 12 dicembre a Palazzo Villalonga, Torre del Greco: a Napoli, certo, patria del corallo nazionale. Lì vedremo collier, anelli, ma anche amuleti e manici di vezzosi ombrellini, tutti oggetti antichi provenienti da Genova, Livorno e Napoli, quelli che facevano sognare le fashioniste dell’Ottocento. Qualcosa di più contemporaneo? La maison francese Baccarat ci crede così tanto che ha presentato una collezione autunno/inverno di cristalli scarlatti. Bicchieri, caraffe, ma anche gioielli: anelli, e ciondoli in cristallo che si chiamano "Pampilles" come i pendenti dei lampadari. Scintillano pericolosamente di rosso. Come voi, del resto, con quell’abito che, immagino, non vedete l’ora di appendere nel guardaroba, per quella sera fatale in cui avrete solo una cosa da dire: "guardatemi".
Io non ho una sciarpa rossa, ma una collana di coralli della mamma, anzi della nonna. I grani di corallo, che, quando si è rotta la collana, ho fatto lucidare e reinfilare da un gioielliere, sono lisci sotto le mie dita. Mi piace perché mi ricorda le collane "apotropaiche" che portano al collo certi misteriosi bambini dei quadri del Rinascimento, come nella Madonna di Senigallia di Piero della Francesca. Mi piace il potere dentro della parola: apotropaico viene dal greco αποτρέπειν, apotrepein: allontanare. Qualcosa che allontani tutti i mali. Lo sapete che è per questo che anche le balie indossavano dei monili di corallo? (E quello che avete letto, è un articolo che ho scritto per Grazia).
Elena | Lunedì, 22 novembre 2010 @14:55
io quest'anno mi sono concessa, con un po' di sana incoscienza, un cappottino rosso. E devo dire che la cromoterapia è efficacissima! Indossarlo tiene alto l'umore anche in queste piovose giornate milanesi.
Sharon | Lunedì, 22 novembre 2010 @02:18
...completamente d' accordo con Andrada, io ho già un vestito rosso e un fantastico cuore rosso di Baccarat (entrambi regalati dalla mia mamma, e quindi ancor piùmpreziosi...) che non aspettano altro che essere indossati (magari insieme).
Manca l'occasione, l'occasione giusta!!! uff :(
Buon inizio settimana a tutti!!!! (grazie al cielo questa è finita)
Adele | Domenica, 21 novembre 2010 @23:02
ci avrei scommesso che eri tu, Mari!! anonimi o anonime, tanto, a parte i nick name, lo siamo tutte. E buon risveglio per un buon lunedì. I miei genitori mi chiamavano "Alba tragica" .
mari | Domenica, 21 novembre 2010 @22:43
sono mari, non anonimo, mai anonimo! w il rosso (sono rossa di capelli, anche)
Anonimo | Domenica, 21 novembre 2010 @22:41
prima di leggere il tuo buongiorno di sera. cme sempre, ho preparato i vestiti per domani - lo faccio tutte le sere perché la mattina sono un ente inutile : Gonna di lana, lupetto, stivaletti rosso fragola con collana di lana rossa mimante (?) peperoncini (Rossi!). Non so sia voglia di farmi guardare, o se abbiano un valore apotropaico, ma con tutta questa pioggia a me viene voglia di colori per impregnare l'aria e l'acqua di vitalità.
Andrada | Domenica, 21 novembre 2010 @20:59
Rosso: il mio colore preferito. Il colore che mi fa ricevere tanti complimenti, che mi da energia, che attira i miei sguardi. Il colore che mi piace associare alla passione, alla forza, all'amore in generale.
Gran bell'articolo Lisa, mi è piaciuto particolarmente.
Farfalla | Domenica, 21 novembre 2010 @16:27
...e oggi ho imparato qualcosa di più! Sono andata a rivedere la Madonna di Senigallia,(sono come S.Tomaso ma non diffidente, semplicemente curiosa) così ho rivisitato La Madonna del Parto, Piero della Francesca è tra i miei preferiti. Domenica piovosa ma non noiosa.
Lady Chatterley | Sabato, 20 novembre 2010 @20:37
Non ho abiti scarlatti né sciarpe rosse, non mi si addicono: ma il corallo sì! Non è molto english style, lo so, tuttavia porto volentieri la parure di corallo rosa che mi fa sentire molto vicina al mare. Non sapevo che avesse le proprietà che descrivi. Spero non valgano solo per il bellissimo corallo rosso. Che non possiedo.
Venerdì, 19 novembre 2010 @09:15
"Primo per bellezza è sempre il cielo,
poi viene il mare, dopo ancora i baci,
il glicine e il suo viola, l’amor fati ,
poi l’onda conclusiva del pensiero.
Ultravioletta monta la marea
sopra la sabbia rimane una medusa,
ributtala nel mare dell’Idea
permetti all’onda di portarti via.
Cogli conchiglie e fanne poesia"
(Francesca Genti)
Mare d’inverno.
Ricordate Francesca Genti, la giovane bravissima poetessa che vuole "pattinare sulla Via Lattea"? I versi di oggi sono tratti dalla sua raccolta "Sotto botta".
Pensieri | Martedì, 23 novembre 2010 @18:54
stupenda!
Anonima per prudenza | Domenica, 21 novembre 2010 @14:33
Grazie della spiegazione, Lisa e..."Chapeau" anche per tuo fratello. Mi piacciono anche gli arabeschi che concludono la tua pagina. Sono una curiosona ma non sempre vado al di là del mio naso. Ciao!
arianna | Sabato, 20 novembre 2010 @22:55
l'acquerello è una tecnica pittorica che richiede molta abilità. non consente correzioni, al contrario della pittura a olio che invece si presta agevolmente a ogni ripensamento. Anche a me piace il "cappello" di LIsa! Belli anche i bordi.
Fiorenza | Sabato, 20 novembre 2010 @21:34
e sbaglio anche a digitare gli accenti. A volte rileggo quando ho tempo. Oggi raffreddore, quindi al calduccio. A casa!!!
Fiorenza | Sabato, 20 novembre 2010 @21:28
Arrivo anch'io trafelata. Solo ora ho guardato i margini. Parlano di foglie e di fogli o, meglio, di pagine. assolutamente perfetti. Fiorenzaccia che farebbe meglio a tenere per sè quello che pensa. Una Savonarola in versione femminile. Niente saio: leggings.
LISA | Sabato, 20 novembre 2010 @16:20
PER ANONIMA CHE GUARDA IN ALTO: a destra, un acquarello - opera del Consorte! - del tempio di Angkor Wat, in Cambogia, dove siamo stati due anni fa; a sinistra, i grattacieli di una skyline computerizzata. Mi piaceva l'idea di Oriente e Occidente che si confondono... Sulla cornice, foglie appena tratteggiate, disegnate da mio fratello, che è un illustratore. Mi piacevano perché sembravano poesie, parole; le foglie sui viali d'autunno, che mi piace calpestare, per il loro fruscìo. Sussurrano e ci rimangono dentro, come, spero, le parole del blog.
Anonima per prudenza | Sabato, 20 novembre 2010 @14:37
A proposito di indaco e violetto, è da tanto che vorrei chiedertelo...ma quell'immagine che presenta il tuo blog me la vorresti spiegare? Prima delle tue parole, guardo incuriosita c iò che rappresenta il misterioso (solo per me) acquerello. (sarà un acquerello? bello, per giunta) Mi sono fatta un'idea ma non vorrei sbilanciarmi. Non rispondere se vuoi, non me ne avrò a male! Io ho solo tentato...
Farfalla | Venerdì, 19 novembre 2010 @18:56
Poesia mozzafiato. "l'amor fati" mi riporta a un filosofo che ho fatto fatica, molta fatica a digerire. Andrò a spulciare qualche testo scolastico sepolto ma non dimenticato del tutto. Svolazzerò sulle onde e sulla sabbia
claudia mdg | Venerdì, 19 novembre 2010 @16:47
Di questi versi strardinari mi colpisce soprattutto l'immagine della medusa spinta sulla spiaggia dalla marea ultrvioletta. A volte può fare bene guardarla, quella medusa, prima di ributtarla "nel mare dell'idea". Grazie
patrizia fiorista | Venerdì, 19 novembre 2010 @13:56
Grazie Adele, il bucaneve è uno dei miei fiori preferiti.
Vi abbraccio Patri
Francesca | Venerdì, 19 novembre 2010 @10:32
Il viola... Il mio colore preferito, come la mia giacca e le mie scarpe, una specie di autoterapia cromatica... E sia il viola del glicine e arrivino maree ultraviolette e ammantino il mondo di viola quando mi piace di meno per farmelo amare di più! Buon venerdì a tutti!
Giovedì, 18 novembre 2010 @09:09
"Nemmeno un po’ di luce, da queste parti.
Se almeno il freddo si facesse bianco
e si potesse toccare, seguendo le regole
dei grandi sistemi invernali, e le foglie
con qualche ruga più ruvida
ti assomigliassero"
(Roberto Sanesi)
Sotto questo cielo basso, questo cielo grigio, questo cielo freddo, chiudo gli occhi e penso alla luce. In fondo, lo sai, penso a te.
(Ricordate "E così ora ti senti/ piovigginoso, malato, pieno di avverbi autunnali", che era il Buongiorno del primo ottobre? E’ dello stesso autore, Roberto Sanesi. E anche i versi di oggi sono tratti dalla sua raccolta, "Poesie 1957-2000", di Roberto Sanesi, Oscar Mondadori)
LISA | Venerdì, 19 novembre 2010 @09:16
Belli i bucaneve. E bella la pioggia di quando si è al "prima", vero?
Lila | Venerdì, 19 novembre 2010 @09:08
Questa poesia è davvero bella. Grazie Lisa e auguri di buon onomastico! Con affetto, Lila
Sara | Giovedì, 18 novembre 2010 @18:09
Lisa, mi hai fatto ricordare un dei tuoi primi Buongiorno:
Piovendo, nelle sue sicure braccia l'abbracciava
E la pioggia?
La pioggia fuori piano
Pioggerellava.
E dopo?
Dopo non si sa, erano al prima
(Vivian Lamarque)
ADELE | Giovedì, 18 novembre 2010 @18:08
e un bucaneve,quando spunterà dalle mie parti, lo regalo già da ora alla mamma dii Marta. Io seguo di tanto in tanto il blog di Lisa.
aDELE | Giovedì, 18 novembre 2010 @17:56
arrivo in ritardo per S Elisabetta (Austro-Ungarica, suppongo), quindi niente auguri.Ma te li faccio ugualmente, un sussurro, direi. Anche a me piace il freddo-bianco, quello che scricchiola sotto i piedi e scintilla nelle notti serene, ovvero, la neve.
Mercoledì, 17 novembre 2010 @07:53
"Dal momento della tua partenza fino a ieri sera ho camminato staccata da terra. E’ un esercizio alquanto piacevole, come forse già sai. Non solo si cammina in aria, ma lo si fa in una sorta di tramonto sospeso, in un avvolgente bagno di oro liquido che si può toccare e respirare…" (Elizabeth von Arnim)
Così mi sento. In un tramonto sospeso. Dimmi solo una cosa: ci sei anche tu?
E del resto, cos’altro potevo scegliere per oggi, che è il mio onomastico, Sant’Elisabetta d’Ungheria? Una frase di Elizabeth von Arnim, con cui, così volentieri, prenderei un caffè e un marron glacé… O anche un gelato al caco e marron glacé, i miei gusti preferiti in questo momento (nella mia gelateria preferita: Grom). Elizabeth apprezzerebbe. La frase è tratta da "Lettere di una donna indipendente", Bollati Boringhieri.
LISA | Giovedì, 18 novembre 2010 @09:07
Grazie a tutti per i marrons glacés. E per le violette candite! Così vintage. Perfette anche per Elizabeth.
francesca | Mercoledì, 17 novembre 2010 @18:59
leggerti è meraviglioso. Auguri di buon onomastico
Giusy... d'antan | Mercoledì, 17 novembre 2010 @13:28
ELISABETTA, dopo tante belle parole cosa mai potrò dirti? Però non voglio rinunciare agli auguri di Buon Onomastico. Lo faccio con un virtuale piccolo cestino di marrons glacés cosparsi di vere viole mammole rivestite di zucchero: così si usava (o si usa ancora) nella mia città natale. Deliziosi.
REDSimone | Mercoledì, 17 novembre 2010 @12:17
Eh cara Lisa, io mi son sentito sospeso..ma la risposta alla tua domanda è stata..no,non ci sono!
Bella poesia quella di oggi,piacevole per studiare in parco San Paolo.
Annalisa farmacista | Mercoledì, 17 novembre 2010 @11:57
Buono onomastico!! E grazie per l'immagine del tramonto sospeso e del bagno di oro liquido. Mmh che belli!
Claudia | Mercoledì, 17 novembre 2010 @11:11
Ti auguro Buon Onomastico e la possibilità di gustare un irripetibile marron glacé . . . ( io li adoro ! )
Francesca | Mercoledì, 17 novembre 2010 @10:54
"La mia vittoria più grande è stata quella di essere capace di convivere con me stessa, di accettare i miei difetti... Sono molto lontana dall'essere umano che vorrei essere. Ma ho deciso che non sono tanto male, dopo tutto! Audrey Hepburn (e se lo diceva lei...)
Visto che è il tuo onomastico, ti regalo una frase io!!!
Sabrina | Mercoledì, 17 novembre 2010 @10:39
Tanti auguri Lisa!!
Sabrina | Mercoledì, 17 novembre 2010 @10:28
Meravigliose le citazioni di oggi, mi danno una bellissima sensazione di serenità. Vi auguro una buona giornata!
Cristina | Mercoledì, 17 novembre 2010 @09:06
"Ma la cosa che in questo momento, per me, ti rassomiglia di più, è una cassetta della posta.
Le cassette della posta sono dappertutto, ma quando le cerchi è difficile vederne una. Le trovi invece all'improvviso in certi angoli di strada solitari.
Nei giorni di sereno, nei giorni di pioggia, di notte, le cassette della posta sono su tutta la terra, come la luna che dal cielo notturno si riflette su qualunque specchio d'acqua."
(Banana Yoshimoto - N. P.)
... allora, semplicemente, buon onomastico Lisa!
E, aspettando un tramonto sospeso, che sia una fantastica giornata...
Martedì, 16 novembre 2010 @08:50
"Piove da due giorni…
La ragazza stringe una tazza bianca, da cui sale
un fumo chiaro. Sorseggia lentamente,
tiene il sorso nella bocca prima di spingerlo
in gola. Si chiede se la pioggia
rappresenti un nuovo stato, se tirando
le radici di un luogo le scopriamo
infinite. Si abita così, credendosi per sempre.
Lei beve a sorsi brevi, nel pensiero raccoglie
i frammenti dei volti, si domanda
perché mai con la pioggia
rifioriscano i ricordi".
(Massimo Gezzi)
Quando piove.
Allora, la storia è questa. Anni fa una mia amica ascoltò per radio, mentre guidava, una poesia che parlava di semi di tiglio, portati dal vento: che piovono sull’asfalto, dopo le piogge di settembre. Scrisse il nome, il poeta. Googlò la poesia e me la mandò via mail. E io cercai, nel web, il poeta. Così ho conosciuto Massimo: grazie alla vita segreta delle poesie, nell’aria, nel web. Semi di tiglio portati dal vento. I versi che ho scelto oggi per la mia rubrica di City sono tratti dalla sua nuova raccolta, "L’attimo dopo", Luca Sossella Editore, che è già alla seconda edizione. Per conoscerlo meglio, il suo blog: http://ilmareadestra.wordpress.com/
A lui, grazie, per la vita segreta dei poeti.
la poesia è molto invitante avolte è vero ciò che si scrive perche avolte rispecchiano i nostri lati ma anche il nostri momenti belli. | Giovedì, 9 dicembre 2010 @14:11
la luce della luna è come un amore che cresce,oppure un amore che aspettava con un desiderio sin da piccola da quando havevo 14 anni
ora si è esaudito tutto. tu cosa pensi ? sai la vita è come una piccola linea non muore mai ma vive sempre.
Anonimo | Venerdì, 3 dicembre 2010 @17:23
è vero ... cn la pioggia vengono a galla mille ricordi ... come vorrei k arrivasse subito qst estate portandosi via qst orribile inverno ...
mari | Giovedì, 18 novembre 2010 @19:05
cara Annalisafarmacista, condivido appieno, sono versi meravigliosi, e le tue parole sono anche le mie.
REDSimone | Mercoledì, 17 novembre 2010 @12:18
Consiglio di rileggere questa poesia con un accompagnamento musicale che secondo me prepara proprio all'atmosfera.
Just Breathe dei Pearl Jam.
Una bel contest vedere che immagini suscita.=)
Pasionaria | Martedì, 16 novembre 2010 @14:22
Fiorenza, fortunatamente qualcuno c'era ad accarezzarle la fronte ed era mia madre. Volevo solo condividere un momento e portare una riflessione ma credo di avere sbagliato indirizzo. Pur apprezzando questa nuova veste telematica talvolta rimpiango il vecchio blog. Lisa, scusami.
Lele | Martedì, 16 novembre 2010 @14:00
Quando pioveva lui veniva sempre a prendermi al lavoro per non farmi bagnare. Qui piove da giorni...ho comprato un maxi ombrello colorato per cercare di sdrammatizzare questo piovoso periodo per me, dentro e fuori. Ho ancora la sua tazza appesa vicino alla mia. Stasera torno a casa e la butto via...e torno a vivere! Un abbraccio.
Camilla | Martedì, 16 novembre 2010 @12:29
E' bellissima e un po' mi ci rivedo, con la tazza in mano a guardare fuori dalla finestra. Sorrido.
Grazie Lisa :)
Annalisa farmacista | Martedì, 16 novembre 2010 @12:02
Bellissimi questi versi. Soprattutto "se tirando le radici di un luogo le scopriamo infinite". Già: le radici sembra ci intrappolino ma sono poi quelle che ci sostengono e ci impediscono di cadere, come per gli alberi. La pioggia mette tristezza o calma. Dipende dall'umore che già abbiamo. E' come un amplificatore delle emozioni. Invitano al silenzio e nella quiete ascoltiamo meglio i nostri pensieri. Dio come sono poetica oggi. Sarà per questo che piove. Ah ah ah
rodolfo | Martedì, 16 novembre 2010 @09:11
bella davvero. complimenti a massimo e a lisa che l'ha scelta
mammanarchica | Martedì, 16 novembre 2010 @09:01
Io con la poesia vorrei fare mattoni. M.G.
grazie lisa
Lunedì, 15 novembre 2010 @07:45
"Il coraggio può essere un dono. Ma forse ancora più prezioso è il coraggio che non viene naturale, bensì nasce dallo sforzo e dalla fatica; il coraggio che viene dal rifiutare che la paura detti le proprie azioni. Un coraggio che può essere definito: grazia sotto pressione". (Aung San Suu Kyi)
Non abbassare la testa, guardare avanti: anche, dritto negli occhi, la propria paura.
Aung: la piccola grande donna birmana, Nobel per la Pace nel 1991, finalmente libera dagli arresti domiciliari. La frase di oggi è tratta da un discorso che tenne alla Pagoda di Shwedagon, a Rangoon, in Birmania, nel 1988. E, a proposito di grazia, avete notato che belli, quei fiori nei capelli, quando ha finalmente parlato al suo popolo?
Giusy | Martedì, 16 novembre 2010 @14:20
Dài, Fiorenza! sai che bastano una o due ore di ritardo, un giorno o due quando si è lontani per non arrivare in tempo al''ultima carezza? Poi subentra il raziocinio ma in fondo in fondo, riemerge il cruccio. Per quanto riguarda la mia opinione sul coraggio, non mi muovo di un centimetro: Con un sorriso,of course!
LISA | Martedì, 16 novembre 2010 @08:41
FIORENZA, perché tanta inutile, graffiante amarezza? Ci vuole grazia, e coraggio, anche per ascoltare gli altri. Anche per fare una, magari tardiva, carezza.
Fiorenza | Lunedì, 15 novembre 2010 @22:10
Pasionaria, immagino che la tua vecchia zia morta così, senza alcuno che le accarezzasse la fronte. storie di ordinaria solitudine. Che poi, sotto il diluvio siate andati a raccogliere se sue cose, poc o importa.
Pasionaria | Lunedì, 15 novembre 2010 @19:24
Oggi la mia zia 90enne senza marito nè figli è venuta a mancare nella clinica dove nascono i bambini e noi siamo andati lì tra le pance e sotto il diluvio, che faceva ancora più tristezza, a portar via gli effetti personali di chi invece è mancato. So che non c'entra nulla con il coraggio (sono d'accordo con Lisa con il coraggio quotidiano) però volevo comunicarlo per la solita storia, già trattata qui, di quando vita&morte si intrecciano. Stavolta anche nei luoghi.
LISA | Lunedì, 15 novembre 2010 @18:25
A me invece piace l'idea che il coraggio con grazia - la "grace under pressure" di cui parla Aung - sia qualcosa che possiamo applicare alla vita di tutti i giorni. Perché no? Ognuno ha le sue barricate e i suoi arresti domiciliari.
Giusy | Lunedì, 15 novembre 2010 @14:17
Scusate se mi intrometto Carrie e Annalisa. Non l'ho mai fatto e forse mi pentirò di questo intervento, forse no e non dipenderà dalle vostre reazioni. Qui, nel caso di AUNG si sta parlando di coraggio vero, quello che mette in discussione la nostra vita e quella delle persone che amiamo. Non scherziamo con suocere o parenti-serpenti,andiamo! mI sembra così riduttivo! Ahi, arriveranno anatemi su di me? Ebbene, li accetterò con un sorriso.
Carrie | Lunedì, 15 novembre 2010 @11:31
Cara Annalisa farmacista,
mi aggrego a te, anche se non ho ho una suocera così insensibile...ma altri "parenti-serpenti", SI'!
Ed hai ragione: l'unica soluzione è starci alla larga, da loro e da tutte le persone negative: io all'aura negativa ci credo e negli ultimi anni sto meglio perchè ho imparato a dire no e talvolta a rispondere a tono, seppure con grazia.
Ma ciò che mi lascia sempre "basita" dei genitor apparenetemente contenti di esserlo è che si aspettano che tu invece, povera nullipara, debba essere infelice ed invidiosa: beh, io ho scoperto che la maggior parte delle volte gli invidiosi sono LORO: invidiano la nostra forza, la nostra capcità di esserci costruite una vita bella ed appagante, nonostante tutto.
E poi, come diceva uno dei miei maestri: non crucciamoci troppo, non sappiamo se il figlio che non abbiamo avuto ci avrebbe portato la felicità, anzi, e cito testualmente: "Ci sono figli nati per dare la felicità.
Altri, no".
Annalisa farmacista | Lunedì, 15 novembre 2010 @11:13
Bè Lisa questa citazione di oggi mi calza super a pennello!. Ho trovato il coraggio (non che mi manchi - anzi a volte potrei essere un po' più diplomatica!) di dire a mio marito che a me andare continuamente in visita dai miei suoceri mi pesa molto. Non tanto per loro, ma quanto per i discorsi inutile e vagamente offensivi che mi devo sorbire ogni volta. Tipo mia sorella che ha il diabete ma si ormai hanno una vita normale e poi hanno quasi trovato la cura (cito testualmente la suocera). La cognata che ha una piccolissima forma di psoriasi eh lei si che soffre, sai quando si hanno dei problemi (cito sempre testualmente). E ancora "sai quando vediamo i parenti ci sono gli altri nonni che sono tanto orgogliosi dei nipotini per noi è un po' imbarazzante dare delle spiegazioni, sai è un po' pesante". Come diceva Emma il fatto che io non avrò mai un figlio invece non è niente in confronto al fatto che tu non avrai mai un nipote. Mah! io davvero non la capisco. E sinceramente dopo tanti anni ho proprio rinunciato a capirla. Tengo delle debite distanze e basta.
Sabato, 13 novembre 2010 @11:04
Cosa penso del maculato? Vi dico solo che Stella, l’eroina del mio "Glam Cheap", soffre di Allergia Animalier. Cos’è? Mmmh, per scoprirlo le nuove sintonizzate dovranno leggere il libro! Ma è tutto inutile, il maculato avanza, e anche quest’anno Grazia mi ha chiesto di scrivere un articolo fintoglam sull’argomento…
Mi sono sempre chiesta se Sylvia Plath, proprio lei, la poetessa-icona degli anni Cinquanta, parlasse sul serio quando scriveva: "Dovrei pettinarmi i capelli seduta su uno scoglio in Cornovaglia./ Dovrei portare calzoni tigrati, avere un amante./ Dovremmo incontrarci in un’altra vita/ incontrarci nell’aria/ io e te". Possibile? Lei, mamma giovane, straziata e malinconica, ma sufficientemente glam per scrivere, in quegli anni, articoli per "Mademoiselle". Anni in cui il maculato era vero: cappottini e cappellini leopardati, quello che oggi chiamiamo rétro-glam. Di certo non poteva immaginare, la Plath, evocando quei misteriosi "tiger pants", che il maculato avrebbe conquistato milioni di donne. Donne che oggi, incuranti dei diktat della moda, reclamano, ad ogni stagione, qualcosa di maculato. Borse, scarpe, cinture, abiti, giacche… E, ovviamente, tutto "finto": non vere pellicce di leopardo o ghepardo, ma tessuti stampati, disegnati, reinventati. Ultimamente abbiamo visto (confessate, avete qualcosa nell’armadio?) persino il "maculato pop": virato in blu, verde, e rosso.
Ma la domanda vera è: perché? Io, che al maculato continuo a resistere, me lo domando a ogni stagione, davanti alle scarpe e agli abiti che fanno groarr dalle vetrine. E mi chiedo se alla Plath sarebbe piaciuta, ad esempio, una it-bag in versione ghepardata; o un micro-abito da panterina low cost; o ancora dei sandali altissimi maculati. Ci avrebbe scritto sopra una poesia?
In ogni caso, quest’anno il maculato che ruggisce è quello classico, nei toni del marrone per intenderci: ghepardi e leopardi che escono dalla savana per farsi indossare in città. E quindi giacchini da portare con tutto e su tutto; maglie super-attillate; e persino un inedito piumino. E poi, ovvio, ci sono scarpe di tutte le forme e dimensioni: decolleté, zeppe, basse, ballerine. E se cercate bene, sono sicura che troverete anche pantofole e galosce anti-pioggia. E poi borse, borse; secchielli e bauletti e tracolle…
Inimmaginabile, negli anni Cinquanta, quando Sylvia Plath scriveva, amava, sognava, soffriva. Allora i must del guardaroba chic erano un filo o due di perle intorno al collo e il twin-set di cachemire; non si usciva mai senza guanti, e con le scarpe (meglio a mezzo tacco) sempre abbinate alla borsa. Di quegli anni è rimasto solo il "little black dress", il piccolo abito nero, nel nostro guardaroba. Ora, i capi irrinunciabili nell’armadio di (quasi) tutte le donne, che amino la poesia o no, che sognino un amante o uno scoglio in Cornovaglia oppure no, sono tre: il piccolo abito nero che ci salva sempre; un paio di jeans che ci stia bene, anche se con strappi o glitter; e, ahimé, anche qualcosa di animalier. Forse questo voleva dirci la Plath: tiriamo fuori la tigre che è in noi? Se era questo, direi che l’appello è stato ampiamente recepito. Detto in altre parole: groarr!
Aung San Suu Kyi , la birmana Premio Nobel per la Pace nel 1991, da anni agli arresti domiciliari, mi perdonerà se la metto insieme alle donne animalier, ma qui un groarr ci vuole: è libera!
Lady Chatterley | Domenica, 14 novembre 2010 @21:45
Sì, Lei e il suo caffè... non ruggire. Agli uomini piace "pio-pio" e penso che tu abbia molte frecce al tuo arco. Solo tu sai come stanno veramente le cose: Abbraccio, e fammi sapere. Non per curiosità, si tratta solo di partecipazione.
Lei e il suo caffè al ginseng | Domenica, 14 novembre 2010 @21:23
Cara Mari,
sono io che ho paura di spaventarlo ruggendo.
sono io che pur di averlo ho accettato di tacere i miei sentimenti, ma basta.
Ormai penso di averlo perso quindi tantovale dirgli quello che provo e non avere rimpianti.
Qualsiasi sarà la sua risposta sarà un punto di partenza per reagire e liberarmi da questo amore.
Vi ringrazio tutte per il sostegno.
mari | Domenica, 14 novembre 2010 @20:45
oddio, il messaggio per Lei e il ginseng e la valeriana mi è partito anonimo, sono mari
Anonimo | Domenica, 14 novembre 2010 @20:44
Ciao Lei! Una domanda mentre sorseggi la valeriana: ma che razza d'uomo o cosa ti sei scelta? Si spaventa per un roar? Invere di scendere nell'arena? Scusa la franchezza e spero che la bibita nn sia andata per traverso.
Fiorenza | Domenica, 14 novembre 2010 @20:29
Aung San Suu Kyi, mi fa piacere che tu l'abbia ricordata . E' un sollievo che le siano stati tolti gli arresti domiciliari ma c'è sempre un " ma": e gli altri birmani dissidenti che fine avranno fatto? Anche loro, Esseri umani. spero tanto che la coraggiosa signora abbia la possibilità di occuparsi anche di coloro che sono ancora vivi.
punk | Domenica, 14 novembre 2010 @16:22
groarr!
Anna Stella | Domenica, 14 novembre 2010 @10:01
Cercavo un commento di "Diario di una Lady di provincia", lo leggerò senz'altro. Balzac non è tra i miei prediletti, Trollope è molto più lieve e arguto. Buona domenica, con o senza maculato (io senza, mi fa sentire una babbiona).
Lady C. | Sabato, 13 novembre 2010 @21:16
LEI e... sai cosa ha fatto Lady chatterley? si è commossa davanti a una chioccia e ai suoi pulcini, poi le sue mani hanno sfiorato quelle del guardiacaccia, si sono guardati negli occhi e ... (i puntini sono un dispetto per la nostra Autrice che apprezzo molto) Segui solo il tuo intuito- Ma non dare peso più di tanto alle parole di una saggia sconosciuta. Buona notte e buon riposo fisico e mentale,
Lei e il suo caffè al ginseng | Sabato, 13 novembre 2010 @20:56
Carissme,
fare roar purtroppo non mi è consentito a meno che io voglia spaventarlo. E' in una situazione sua delicata e non posso permettermi di essere irruenta e aggressiva.
Cara Lady Chatterley hai ragione e mi sto convincendo a farlo.
E' un anno che dovrei vuotare il sacco, e almeno un paio di decenni che aspetto questo momento.
Sono dell'idea che "così non va" perchè non si costruisce nulla quindi male che vada finisce tutto.
Abbandono il mio ginseng e sorseggio una melissa e valeriana in attesa di poterlo presto incontrare e parlargli di quello che sento.
Lisa approfitto per ricordare le parole di Nadia Fusini e il tuo commento che mi hanno sostenuto spesso in questa (solo) mia storia:
"Mi sento sola e penso che lo sono perchè tu non mi tieni, e questa libertà non è che il vuoto della tua presenza, un fatto negativo in fondo, un'assenza in cui tu mi spingi."
Com'è difficile, com'è sottile il confine tra libertà e solitudine. Ma a volte l'assenza di chi amiamo ci spinge davvero in una nuova, inedita e sorprendente libertà.
Ma ragazze, quanto è forte l'amore!?!?
Lady Chatterley | Sabato, 13 novembre 2010 @20:14
Lei e il suo caffè al ginseng. molto orientale il tuo nick
name, sei simpatica... voglio contraddire la nostra Autrice: lascia da parte le pantofole, i se e i ma, se ti nascondi non riuscirai mai a capire i sentimenti dell'oggetto di desiderio. Non vorrai sederti sulla riva del fiume e attendere, attendere? Affrontalo, solo così capirai e potrai rivolgere i tuoi begli occhi altrove: Good Luck!
il mio nick name è buffo oi può dar adito a equivoci, ma sono seria, anzi, serissima.
Aria | Sabato, 13 novembre 2010 @20:13
Pensa, Lisa, ho un tessuto maculato di Dolce&Gabbana che una committente mi diede anni fa per realizzare qualcosa per uno show-room e non sono mai riuscita nemmeno a cominciare. Lo tengo da parte, seminascosto, non solo non mi ispira, direi quasi che mi irrita. Mi ricorda anche che a quella committente non ho mai dato risposta e di questo mi vergogno un pò..
LISA | Sabato, 13 novembre 2010 @18:48
LEI E IL SUO CAFFE' AL GINSENG: che ne dici di metterti le tue pantofole maculate e fargli Groarrr? Non si può?
LISA | Sabato, 13 novembre 2010 @18:47
Che buffo, ANNA STELLA, e di che libro cercavi la recensione? Benson lo adoro, purtroppo la saga di Lucia - un piccolo gioiello anni Trenta - in italiano non rende. Trollope non lo conosco, me lo immagino come una specie di Balzac inglese.
Anna Stella | Sabato, 13 novembre 2010 @18:34
Che piacevole sorpresa questo blog! Ci sono capitata per caso cercando la recensione di un libro. E' sempre piacevole incappare in chi ha tuoi stessi gusti: Elisabeth Von Arnim e Jane Austen sono le mie autrici preferite. Adoro anche E. F. Benson, peccato che siano stati tradotti solo tre romanzi del fantastico ciclo di Lucia. Di recente ho scoperto Anthony Trollope, e cara Lisa, anche se non ci conosciamo, mi permetto di consigliartelo vivamente. Il ciclo del Barsetshire è davvero delizioso...se ami la Austen, sono certa che piacerà anche a te (sempre che tu non lo conosca già!) Un caro saluto.
Lei e il suo caffè al ginseng | Sabato, 13 novembre 2010 @18:32
Andrada anche io ho un paio di pantofole maculate e con disegnata una Betty Boop che strizza l'occhiolino! Sono innocentemente sfiziose!
Chiedo scusa a Lisa e a tutte le persone che hanno risposto alla mia domanda di qualche giorno fa in merito ad un'amore non corrisposto.
Purtroppo è arrivata l'ennesima batosta e io non so più a cosa agrapparmi per andare avanti ma non riesco a a gettare la spugna perchè c'è sempre qualcosa che mi spinge a lottare.
"Il" mio problema è che lui non sa nulla dei miei sentimenti nei suoi confronti e io vivo avvolta nel tormento dei "se" e dei "ma".
Un soffio a tutte voi.
Ursenna | Sabato, 13 novembre 2010 @15:03
grOOOOaaaRRRRR per Aung San Suu Kyi!
(e per quando l'attualità è più fashion che victim)
Andrada | Sabato, 13 novembre 2010 @13:03
I tuoi articoli sono sempre un mix di umorismo, informazione e parere personale. Mi piace molto leggerli. Per tornare al tema dell'aricolo, devo dire che l''unica cosa che fa groarr per quanto mi riguarda è un paio di pantofole. Le presi l'anno scorso senza minimamente accorgermene che il leopardato - sono così - va (sempre) di moda. Apparte le pantofole, non penso però che metterò mai qualcosa di maculato.
Venerdì, 12 novembre 2010 @08:40
"Lei rise. E lui pensò che non c’era lavoro più importante, e più gratificante, del riuscire a farla ridere ancora".
(Helen Simonson)
Forse, allora, questo è l’amore: avere qualcuno che ti faccia ridere e sorridere, una nuvola di leggerezza al tuo fianco, per sempre.
La frase di oggi è tratta da "Major Pettigrew’s Last Stand" (Bloomsbury), un’improbabile, ironica storia d’amore tra un ufficiale vedovo, in pensione in un piccolo paesino inglese e la vedova pakistana che gestisce il negozio all’angolo… Un libro super-elogiato dal New York Times, che non vedo l’ora venga tradotto in italiano, per poterlo regalare e consigliare. Già, perché ogni tanto – così raramente! - incontriamo dei libri che ci fanno sentire bene. Che ci fanno sorridere, guardare la vita con gratitudine e leggerezza. Che ci fanno – posso usare questa parola? – sentire più buoni, più allegri; un piccolo incantesimo, come una sciarpa rossa. Mi succede con Jane Austen, con tutti i libri di Elizabeth von Arnim, i gialli di Alexander McCall Smith, e con un meraviglioso romanzo inglese che finalmente è stato tradotto in italiano: "Diario di una lady di provincia", scritto da una vera Lady, ovvero Lady Delafield, negli anni Trenta (appena uscito per Neri Pozza). Nuvole di leggerezza. L'unica cosa che in genere mi stupisce è che mentre noi, ragazze di tutte le età, siamo perse dentro pagine romantiche e ironiche e nuvole alla Hollywood, gli uomini cosa leggono? In genere, libri truculenti di spionaggio e detective. O guardano sparatorie in tv. A ognuno la sua nuvola di relax. In quella dei maschi, a quanto pare, ci sono sempre delle pallottole.
Giusy | Sabato, 13 novembre 2010 @14:00
Io Glam Cheap l'ho fatto prendere in mano ieri a una quasi-amica, buona lettrice che preferisce farsi prestare i libri. Ha una virtù: li restituisce sempre puntualmente e in ottime condizioni. Sono curiosa di conoscere la sua opinione.
LISA | Sabato, 13 novembre 2010 @11:00
LIBRI CHE FANNO RIDERE O SORRIDERE? Quelli di cui ho parlato fanno, sicuramente, sorridere: il potere della leggerezza. I libri che fanno ridere sono pochissimi: metto anch'io la prima Kinsella; "Zia Mame" di Dennis Patrick, piccolo capolavoro anni 50 che è stato il bestseller Adelphi dell'estate 2009; e "In un paese bruciato dal sole", di Bill Bryson (Tea), viaggio esilarante in Australia di un viaggiatore per caso. L'ho letto proprio lì, tra i canguri, ma è fantastico anche per chi non ha mai messo piede "down under".
LISA | Sabato, 13 novembre 2010 @10:55
GIUSY: grazie! Spero che "Glam Cheap" faccia sorridere anche le nuove lettrici, e le nuove sintonizzate sul blog, che lo prenderanno in mano...
carla | Sabato, 13 novembre 2010 @10:07
Il mio consorte è addituritura stagionale: in l'estate "facciamo la spesa" in libreria e lui sceglie sempre libri in cui si parla misteriosi delitti irrisolti, tanto che temo che decidesse di farmi fuori nessuno lo scoprirebbe!!
(però ad essere sincereanche ame piaccano tanto le sparatorie e i gialli in tv, la mia serie preferita di questi due ultimi anni è stata Dexter!)
Farfalla | Venerdì, 12 novembre 2010 @20:25
Mari!!! ma non sta bene ridere con ellekappa. Lesa Maetà.
mari | Venerdì, 12 novembre 2010 @20:17
Sono una lettrice pressoché onnivora, ho tanto riso con la kinsella, col vecchio benni e altri, ma rido tanto con le vignette di ellekappa e i racconti di elasti nonsolomamma. Però ai libri di solito chiedo di 'lasciarmi il segno'. lo fa Delitto e castigo, ma anche Simenon.
Ciao a tutti e buona lettura
valentina | Venerdì, 12 novembre 2010 @19:56
ps. molto meglio il commento della poesia!.... quelle nuvole di leggerezza mi sembra di assaggiarle!
valentina | Venerdì, 12 novembre 2010 @19:51
Un dolcez inizio di giornata!
Giusy | Venerdì, 12 novembre 2010 @15:21
e dagli con un'acca sbagliata.... scusate. perché avrò sempre tanta fretta? poi mi dilungo in altro modo.
Giusy | Venerdì, 12 novembre 2010 @15:19
Ha dimenticavo. last but nion least : anche la lettura del tuo Glam Cheap mi ha fatto sorridere, dolce-amarognolo ma pur sempre sorriso è stato.
Giusy | Venerdì, 12 novembre 2010 @15:11
Beh, Lisa, altra generazione la mia e certamente non fa testo. letture del consorte, giusto per farti sorridere: Storia del conflitto arabo-palestinese, Hans Kung (manca la dieresi) - saggi vari, di tutto un po' - ... altro che pallottole, da spararsi direttamente senza sì né ma e ti risparmio il resto. Io no! da giovane passavo dai Fratelli Karamazov a Jerome Jerome, attraverso "i silenzi del colonnello bramble" (non ricordo l'autore. Oggi lo costringo a ridere con Carpinteri e Faraguna riesumati dalla sottoscritta. Cosa voglio di più dalla vita che mi resta? Voglio sorridere, finché posso... Anche tu rassereni le mie giornate con l'aiuto della von Arnim. Ciao!
Anna dalla stalla di Versailles | Venerdì, 12 novembre 2010 @13:58
Ciao Lisa, ogni tanto passo di qua e trovo sempre spunti interessanti .... il libro che mi ha fatto più ridere è stato Margherita Dolcevita di Stefano Benni, anche se, come tutti i suoi libri, fa anche riflettere; del resto Bar Sport e tutti gli altri sono spassosissimi pur fornendo continui riferimenti a personaggi che noi tutti possiamo avere incontrato.
Un saluto ad Annalisa, è proprio vero che le sorelle ce le ritroviamo così come sono mentre le amiche, per fortuna, le scegliamo.
Un sacco di soffi.
Anna
Sharon | Venerdì, 12 novembre 2010 @11:28
ridere e sorridere, leggeri come una nuvola...
che fantastico inizio di giornata (so busy).
Marina | Venerdì, 12 novembre 2010 @11:22
Io rido molto, e spesso faccio ridere. Ho un marito con un sottile senso dell' umorismo che mi dà un sacco di soddisfazioni, da sempre, ridendo molto alle mie battute e alle mie sciocchezze. Il bimbo rpende le nostre sembianze e sembra già avere una discreta ironia. Tuttavia non mi reputo affatto una persona felice, anzi, come dico semrpe di me sono allega ma mai felice. Per quanto riguarda i libri che mi hanno fatto ridere direi "Non avevo capito niente" di Diego Da Silva, finalista premio strega, un romanzo di rara intelligenza ed ironia, ora aspetto di leggere il seguito da poco uscito in Italia.
LISA | Venerdì, 12 novembre 2010 @10:04
ELENA: nuvole soffici per te. Perché dietro c'è (sempre? diciamo spesso) un cielo azzurro. Bisogna crederci. Ti abbraccio.
Elena | Venerdì, 12 novembre 2010 @09:47
Senza nulla togliere a Helen Simonson, il tuo commento sotto è pura poesia. nel giorno in cui la persona per cui ero la nuvola di leggerezza mi ha lasciato, il tuo blog mi culla nella malinconia. Grazie Lisa.
Giovedì, 11 novembre 2010 @07:52
"ll corpo si ricorda? Quando la mente ha dimenticato?"
(Joseph O’ Connor)
Si ricorda, il corpo? Si ricorda, la mia pelle, dell’impronta dei tuoi baci; si ricorda, la mia mano, di quando l’hai sfiorata; si ricorda il corpo del tuo odore, tra le lenzuola? Il corpo sa, il corpo ricorda: se ha bruciato, a contatto con un altro corpo. Il corpo si ricorda, anche quando noi sembriamo aver dimenticato.
(Ricordate "quella stanza dove mi nascondo quando penso a te"? Era il Buongiorno del 14 ottobre, tratto, come quello di oggi, da "Una canzone che ti strappa il cuore", di Joseph O’ Connor, Guanda).
patrizia fiorista | Giovedì, 11 novembre 2010 @21:46
Per anonima: grazie dei fiori e dell'abbraccio.
Il mio corpo come la mia mente non dimenticheranno mai la Marta, di notte quando la mente può vagare lei è con Me. Buona notte a tutte/i
Patrizia
Farfalla | Giovedì, 11 novembre 2010 @21:17
magnico Blog, fonte inesauribile di interrogativi e di ricerca. ricerca di sé stessi? ricerca per tentare di capire personalità che sfuggono alla nostra comprensione? Poi ci tuffiamo nella poesia e nella prosa, quelle proposte dalla nostra Autrice che ci portano oltre i nostri problemi quotidiani e ci regalano così momenti di spensieratezza....pensierosa e qualche sana risata.
Sofia | Giovedì, 11 novembre 2010 @18:42
...ecco perché oggi mi sento così! Così come?! Ho continui capogiri, mal di testa, mal di gambe, una strana fiacchezza. E' mal d'Amore, ne sono sicura. E' il mio corpo che me lo dice, che ti ricorda, a cui manchi. Profondamente.
Anonima | Giovedì, 11 novembre 2010 @15:40
Per Patrizia: il nostro corpo ricorda unito alla mente. Tu e la Marta, io e.....Non ho fiori da regalarti, mi prendo i tuoi. Un abbraccio
Marina | Giovedì, 11 novembre 2010 @15:15
Il corpo ricorda? non lo so, a volte me lo chiedo, cerco di ripercorrere i momenti d'infelicità, di sofferenza fisica dei lunghi anni fivet, eppure non ci riesco, tutto sembra lontanissimo. Poi mi chiedo che cosa ricorderà il corpo di mio figlio di quell' anno che ha trascorso lontano dalla sua famiglia, da noi. Vorrei che anche il suo corpo non ricordasse nulla come sicuramente farà la sua mente, visto che era ed é troppo piccolo. Purtroppo credo che le sue cellule ricorderanno sempre di essere stato abbandonato, io sarei pronta a buttarmi nel fuoco per sottrarlo a questo dolore, ma non lo potro' fare mai, e la ferita resterà sempre aperta, e magari é giusto cosi', perché é la nostra storia. E poi, come annalisa, non ricordo nemmeno i momenti belli, quelli piu' belli ed emozionanti: la laurea, il matrimonio, l' incontro con mio figlio. Mi ricordo il prima ed il dopo, ma i minuti degli avvenimenti piu' forti della mia vita mi sfuggono, troppa emozione credo, ed è un peccato...Annalisa vai di terme perché qs di tua sorella non si puo' sentire!
Follia | Giovedì, 11 novembre 2010 @14:56
il corpo ricorda il tuo corpo contro il mio, ricorda il tuo profumo, che cerco nell'aria. il corpo ricorda e sa. E' per questo che nei miei sogni ogni tanto arrivi tu, che spero di dimenticare, e nei miei sogni non mi lasci andare.
rodolfo | Giovedì, 11 novembre 2010 @14:53
mi fa venire in mente due versi di ritsos
Le mie mani ti ricordano
più profondamente della memoria.
patrizia fiorista | Giovedì, 11 novembre 2010 @13:37
Oh Lisa,grazie del sommaco rosso di Trieste, e grazie per ricordare Me e la Marta. Un abbraccio grandissimo Patrizia
Annalisa farmacista | Giovedì, 11 novembre 2010 @10:04
Il corpo ricorda, certo, ma col tempo penso, spero possa dimenticare. O quantomeno ricordare con sempre meno dolore i momenti brutti, le grandi sofferenze. La cosa che mi dispiace è che io nella mia natura tenda a dimenticare anche le cose belle. Tipo non ricordo quando il consorte mi ha chiesto di sposarlo (o meglio me lo ricordo ma i particolari mi sfuggono, Lui invece se lo ricorda molto bene e me lo rinfaccia). Cuore di pietra? Non credo, penso solo ad un eccesso di spirito pratico. Imparato dalla nonna prima e dalla mamma poi, che non si soffermavano mai troppo a rimembrare, forse per non dover ricordare la guerra, la fame, la perdita di un figlio. E si andava avanti così, a testa bassa. Per curare le ferite del corpo (e della mente) di un'amica ci stiamo buttando a capofitto nello sport (io già lo facevo lei si è aggregata con pasisone) e nei trattamenti benessere: una sera alla settimana andiamo in un centro benessere dove con pochi euri (10 per la precisione) facciamo ore di idromassaggi, saune, bagni turchi, vasche salate, percorsi vascolari. Che benessere! Servono anche a me che non ho particolari angustie in questo momento, così anche solo per dimenticare le frasi infelici della sorella che solo perchè ha dovuto patire qualche mese di "infertilità" prima di rimanere incinta del TERZO figlio è arrivata a dire che lei sa cosa vuol dire non riuscire ad avere un figlio. A me lo dice? E allora vai di terme per dimenticare. E cancellare le smagliature. Tie! Io che non ho figli me lo posso permettere. Invidiatemi.
Cristina | Giovedì, 11 novembre 2010 @09:29
"Nel mio corpo vivo ho le rovine dell'amore."
(Paul Eluard)
Forse siamo tutti geografie di nostalgie.
Cicatrici. Orme di qualcosa che è passato, indimenticato... ma fatalmente perduto.
Ombre di lacrime e momenti d'estasi.
Mercoledì, 10 novembre 2010 @09:03
"Il parco sprofondato nel sogno verde-nero di se stesso"
(Michael Cunningham)
Ma che cosa sognano i parchi? Sognano colori: di notte, verde scuro e nero petrolio, illuminato dalle luci pallide dei lampioni o dalla scia brillante della luna. Di giorno, sognano soffici sogni d’autunno, ascoltano il fruscìo delle foglie che cadono nei viali, sotto alberi carichi di rosso e giallo, così giallo che sembra oro.
Ci sono libri che non ci convincono, anche se una frase, magari soltanto una, ci rimane appiccicata addosso. E’ quello che mi è successo con il deludente "Al limite della notte" (Bompiani), l’ultimo romanzo di Michael Cunningham: la storia di un uomo che si scopre (forse) innamorato del fratello più giovane della moglie… Niente a che vedere con il suo indimenticabile "Le ore", da cui è stato tratto il film con Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore, ricordate? Ma in ogni caso è bello ascoltare i sogni dei parchi: soprattutto se, come nel libro di Cunningham, siamo a Manhattan, e il parco è Central Park.
LISA | Giovedì, 11 novembre 2010 @08:00
CARRIE: uh, grazie! Io invece ogni volta che torno da Princi e sento il profumo di pane rivedo Stella, e la scena iniziale di "Glam Cheap". Chissà cosa le è successo, nel frattempo, chissà se anche a lei, quando passa davanti alla vetrina, viene un po' da ridere.
LISA | Giovedì, 11 novembre 2010 @07:50
PATRIZIA FIORISTA, sai che ti penso sempre un po' quando scelgo dei versi che parlano, ricordano chi non c'è più? Penso a te e alla tua bimba perduta. Ti mando il sommaco rosso del Carso, il sommaco rosso dell'autunno a Trieste.
"ArTeMiSiA" | Mercoledì, 10 novembre 2010 @20:17
Ciao Lisa, io durante settimana da folle universitaria vedo dalla mia finestra un pezzettino del milanese Parco Lambro. E l'autunno è meravigliosamente colorato nella grigia città!
mari | Mercoledì, 10 novembre 2010 @17:55
GIUSI vai al post del 4 novembre, il pezzo sui tacchi, e forse sorriderai...è autobiografico!
Carrie | Mercoledì, 10 novembre 2010 @17:07
Ciao, Lisa, sabato scorso sono stata a Milano e OVVIAMENTE ho fatto la mia pausa da PRINCI e...ti ho pensato! Ti ho mandato virtualmente un pò del magnifico profumo che c'è in quel luogo...ma chissà se nel tuo altrove ti manca...e quali incredibili alternative avrai...
Pensando ai parchi, una città molto verde nella quale ho vissuto un pò è Torino: e con l'occasione saluto anche Aria.
Giusy | Mercoledì, 10 novembre 2010 @14:30
e vergognati almeno un poco, Mari! Ci sbatti in faccia il tuo 1,75!!! Pietà. Ma sto scherzando. Vai ai post di ieri e sorriderai. Sto "smanettando" in attesa del risveglio del consorte. Oggi, dentista e voglio accompagnarlo. Non si sa mai.
patrizia fiorista | Mercoledì, 10 novembre 2010 @14:15
Ciao Lisa, e ciao a tutte/i, è tanto che non scrivo ma leggo sempre.
Ricordo con stupore la lucentezza delle stelle viste di notte al parco dell'uccellina in maremma 2 anni fa, e non dimentichero mai i sogni del parco Keukhenof ad Amsterdam,credo di aver visto ogni colore dell'arcobaleno.....Vi mando tanti tulipani colorati Patri
Mari | Mercoledì, 10 novembre 2010 @13:49
sì, certo i parchi sognano a colori, se sognano. Il quesito lo proporrò ai miei alunni. Vi faccio sapere.
p.s. LISA, sai che dall'alto del mio metro e settacinque ti immaginavo come sei? Lisacorva, piccolo uccello che vola sui nostri giorni seminando versi e pensieri, e che dai fili su cui staziona non disdegna graziose conversazioni frivole.
ps 2 Oggi ho i leggins: che comodi!
SimoneRED | Mercoledì, 10 novembre 2010 @13:33
Anche oggi l'autunno e i colori che ritornano.
il mio buongiorno è stato questo.
Sono seduto in autobus vicino alla signora stabilo.In un giorno di grigio sono seduto vicino ad una signora verde,blu e rosa.sorrido.
la mia era una sciarpa rosso bordeaux, avvolta durante il tragitto da treno a facoltà.
Ho 22 anni, mi sono laureato in luglio al dams di roma tre.Scrivere, questo mi piacerebbe fare, ci ho provato come sceneggiatore e ci provo ancora come pubblicitario nella magistrale in editoria e giornalismo.
ma questi momenti, questi buongiorni sono quelli che sento di più.perchè non scrivo per informare, ma per parlare.
Antonella | Mercoledì, 10 novembre 2010 @10:57
I parchi sono pieni di segreti: sentono le confidenze che si fanno gli innamorati, gli amici e le persone che si incontrano lì per caso magari sulla panchina a leggere il giornale.
Quando arriva la sera e il parco si svuota gli alberi ascoltano il silenzio che la sera ha portato e ripensano a quello che hanno udito e fantasticano un po' sognando di poter fare quello che fanno le persone che l'hanno popolato di giorno.
Per il parco le stagioni sono tutte belle:
la primavera, perché sgorga la vita
l’estate, perché esplode la vita
l’autunno, perché si spegne la vita.
l’inverno, perché lievita la vita.
Antonella
Lele | Mercoledì, 10 novembre 2010 @09:39
Meraviglioso e indimenticabile Central Park. Dove ho passeggiato e sognato di poter restare per sempre a New York.
Buongiorno, Lisa.
Martedì, 9 novembre 2010 @07:48
"C’è sempre qualcosa che si può fare con il dolore.
Tua madre lavora a maglia.
Fa sciarpe in tutte le tinte di rosso.
Erano per Natale, e ti hanno tenuto al caldo
mentre lei si risposava
e poi divorziava
e si risposava
e ti portava con sé."
(Louise Glück)
Una sciarpa, certo: per avvolgersi nella consolazione. O almeno, provarci.
(Questi versi sono tratti da "Love poem" della poetessa americana Louise Glück. La traduzione è mia. E c'era davvero qualcosa di consolatorio nel lavorare a maglia, vero?)
Cristina | Giovedì, 11 novembre 2010 @08:36
Arrivo tardi...
ma ci sono. A volte i miei passi sono silenziosi. Mi piace smarrirmi dentro un paesaggio, disperdere i confini. Sentire ... con l'anima più che con le orecchie.
Ogni volta che passo di qui mi sembra di entrare in un quadro mai del tutto finito.
Cambiano di posto, s'intrecciano e si confondono i colori, le sfumature.
Scandiscono le ore.
Bagnano le parole.
E' una sensazione avvolgente. Come trovare un riparo di fortuna, nel bel mezzo di un temporale.
Mi chiedevi di me Lisa...
34 anni tra pochi giorni. Una cittadina della provincia di Venezia, il luogo dal quale ti leggo.
A proposito, mi mancano ancora le parole di oggi...
Un sorriso e buona giornata a tutti!
LISA | Giovedì, 11 novembre 2010 @07:55
CIGNORIFLESSIVO: sì, "il coraggio di abbandonarsi all'amore". Tre parole bellissime: il coraggio, l'abbandono, l'amore. Quasi una poesia, invece è la vita.
cignoriflessivo | Mercoledì, 10 novembre 2010 @15:55
E' la storia dell'amore della mia vita, incontrato appena 18enne. Di anni trascorsi insieme a scambiarci l'anima, nella piena libertà di diventare ognuno ciò che è. Di un viaggio per scappare lontano da un qualcosa tanto grande da riempirti la vita e da non farti desiderare altro, tanto grande e importante da far paura, troppo presto, troppo piccola, da far venire il panico e scappare, per dimostrare a se stessi che la vita è anche senza di lui...una storia in cui improvvisamente si è introdotto il fascino di un altro uomo...e del ritorno da lui, incontrato di nuovo, sempre uguale eppur così diverso... E' la storia della scoperta di una nuova me, consapevole che abbandonarsi all'amore è il più grande atto di coraggio, che rende maledettamente vulnerabili.
Giusy | Mercoledì, 10 novembre 2010 @14:41
Ottima idea, Lisa, ma tanto non misuro più la mia " altezza serenissima"...Tra l'ernia discale e l'età, preferisco pensare al mio 1,6o d'antan e alla statura di Elizabeth Taylor e adesso devo scappare...
LISA | Mercoledì, 10 novembre 2010 @14:28
Io, GIUSY, preferisco dire che sono alta come Sarah Jessica Parker. (Non tutti sanno che è 1.60 preciso preciso, ma sembra più alta, vero? E' la magia glam cheap di Hollywood).
Giusy | Mercoledì, 10 novembre 2010 @13:36
Oddio, perché non rileggo subito ciò che ho scritto? eviterei strafalcioni. Approfitto dell'occasione per dirti: W le 1,60enni anche quelle d'antan, come la scrivente. Le parole consolatorie della mia mamma, dall'alto del suo 1,70 e passa erano queste: "la piccola botte contiene buon vino" Era famosa per il suo tatto!
Giusy | Mercoledì, 10 novembre 2010 @13:30
Lisa, mi è piaciuto il profilo che ti ha disegnato Cristina. ho provato un'emozione strana, ho pesnsato alla tua città natale dai tanti colori, sfumature e contrasti nella quale i triestini sembrano specchiarsi.
Questa è la stagione del sommaco che prende fuoco tra le pietre del Carso, a due passi dal mare.
Penso che questa tua lettrice sia davvero speciale.
LISA | Mercoledì, 10 novembre 2010 @12:00
Uh, CIGNORIFLESSIVO, ti prego raccontami la storia di quel biglietto aereo! Qui nel mio altrove piove e ho proprio bisogno di una storia.
cignoriflessivo | Mercoledì, 10 novembre 2010 @10:52
Ingegneria gestionale a Napoli. I tuoi ritagli erano anche nel mio libretto universitario...insieme ad un biglietto del concerto di Lorenzo Jovanotti e ad un biglietto aereo di sola andata...a cui è seguito un ritorno. :) Buona giornata!
LISA | Mercoledì, 10 novembre 2010 @08:58
Infine, FRANCESCA, ieri sera ho detto al Consorte che quantomeno mi dovrebbe chiamare anche lui "piccola fata". Penso che si sia convinto soprattutto del "piccola", essendo io alta, anzi bassa, 1,60.
LISA | Mercoledì, 10 novembre 2010 @08:55
ANTONELLA: mi piace tantissimo essere sulla tua bacheca in ufficio! Ed essere lì con voi a bere un caffè. CIGNORIFLESSIVO: e mi piace essere anche sparsa tra i tuoi libri... Cosa studiavi all'università?
LISA | Mercoledì, 10 novembre 2010 @08:52
Mi hai fatto ridere, o forse rabbrividire, FIORENZA, con le "tricoteuses": le francesi rivoluzionarie che sferruzzavano aspettando che calasse la ghigliottina sugli aristocratici! Penso invece a quanto lavorare a maglia può essere antidepressivo: le struggenti presine all'uncinetto di una donna rimasta sola, CLAUDIA MDG; la tua coperta lavorata all'uncinetto, LELE. Perché "c'è sempre qualcosa che si può fare con il dolore". E spero che la coperta ti sappia abbracciare e scaldare.
LISA | Mercoledì, 10 novembre 2010 @08:43
Mi è piaciuto tantissimo vedere come si sono intrecciati i fili delle poesie e delle nostre vite, ieri. Mi piace molto, SIMONE RED, pensare che per qualche magica coincidenza anche il tuo status di Fb fosse una sciarpa: "Giri di sciarpa protettrice. Il mio autunno". Il tuo autunno, il nostro autunno, avvolto in una sciarpa. (Ma hai voglia di raccontarmi qualcosa in più di te? Ad esempio, quanti anni hai e di che colore è la tua sciarpa?). Mi piace, CRISTINA, pensare che il blog sia "un tappeto di silenzi e stagioni", come scrivi tu (e vorrei tanto sapere qualcosa in più di te, almeno i tuoi anni, e la città in cui mi leggi e tessi il tuo tappeto di vita).
Simona | Martedì, 9 novembre 2010 @23:58
Mia madre mi ha insegnato che quando hai un dolore devi fare, fare, fare per non pensare. Sciarpa rossa? Sciarpa Pasionaria (ne ho tre!). Ciao.
Anonimo | Martedì, 9 novembre 2010 @21:22
Inciampare in emozioni ed attimi
dopo giorni silenziosi, sulla riva delle tue parole, e sentire il desiderio di abitare la sfumatura di un brivido, fermandola.
Lasci tracce nei miei giorni.
La fuggevolezza del tuo passaggio, parte del tuo mistero.
Catturi il mio sguardo.
Ora ruvida, ora dolce, ora malinconica, ora ironica e frizzante.
Sei di mille colori...
Non si trovano ad ogni angolo così tanti colori racchiusi sotto uno stesso cielo!
So che queste righe ti potranno sembrare completamente insensate... ed infatti una ragione per questo messaggio non c'è.
Di fatto non ti conosco... non posso nemmeno inventarmi una bugia e dirti che volevo lasciarti un saluto.
Però, non lo so, in ciò che lasci scritto mi ritrovo... come un filo sperduto nell'ordito di una tappeto di silenzi e di stagioni.
Così, non ho saputo resistere ... e semplicemente volevo dirti grazie. Di tutte quelle sfumature che parlano di vita. Di tutte le emozioni condivise.
Con un sorriso,
Cristina.
fiorenza | Martedì, 9 novembre 2010 @20:32
E brava Mari! forse siamo solo in due a ricordare. D'ora in poi non dimenticherò il tuo felice anniversario.
mari | Martedì, 9 novembre 2010 @20:26
Io mi son sposata il 14 luglio nn a caso...chi se la dimentica la Rivoluzione!!! Belli i versi di oggi, li ho giùà condivisi via facebook.
Fiorenza | Martedì, 9 novembre 2010 @20:15
ebbene, sono una tricoteuse, per carità, non si pensi che abbia sferruzzato sotto la Bastiglia in attesa delle decapitazioni.Eppure la Rivoluzione francese è servita al mondo al di là dei suoi orrori: Liberté Egalité Fraternité. Ce li siamo dimenticati.
Simone RED | Martedì, 9 novembre 2010 @19:33
trovo strabiliante il modo in cui stamattina leggendo il city abbia trovato una poesia che parlava di ciò che invece ho scritto io nel mio status su facebook.
scrissi..Giri di sciarpa protettrice.Il mio autunno.
è così meraviglioso ritrovare ancora pensieri intimi che qualcuno capisce.
buona serata. a domani.
claudia mdg | Martedì, 9 novembre 2010 @18:26
La madre di un amico di mio fratello superò i primi anni di solitudine dopo la morte del marito facendo presine all'uncinetto, presine di tutti i colori, migliaia di presine.
Antonella | Martedì, 9 novembre 2010 @16:53
Ti leggo ogni giorno o su City o sul tuo blog.
Ritaglio le poesie più belle e le appendo sulla bacheca in ufficio: c'è sempre qualcuno che si ferma a leggerle e le commentiamo insieme mentre beviamo il primo caffè della giornata.
Qualcuna rimane lì per tantissimo tempo: es. Alda Merini, P.Neruda e altre meno conosciute ma che esprimono sentimenti.
Grazie dolce Lisa.
Antonella
Correreoltre | Martedì, 9 novembre 2010 @16:19
'C’è sempre qualcosa che si può fare con il dolore.'
Sì, nella vita così è o dovrebbe essere
Francesca | Martedì, 9 novembre 2010 @15:33
Come cignoriflessivo (splendido nickname come quello di artemisia) ti cerco dall'università quando ancora non c'era il tuo nome ed io che cercavo la piccola fata che sceglieva quelle piccole perle su City. Adesso so dove leggerti e sei una miniera di spunti e di emozioni!
Grazie Lisa
Lele | Martedì, 9 novembre 2010 @12:26
Lavoro ad uncinetto una coperta di lana rossa e verde per il natale che si avvicina, tutta a quadri, per avvolgermi dentro e cercare di starci il più possibile e sperando che davvero riesca a consolarmi visto che lui mi ha lasciata per un'altra. Buonagiornata, Lisa.
Sabrina | Martedì, 9 novembre 2010 @11:29
Anch'io mi metto a riordinare, mi taglio i capelli, cerco di trovare ordine in tutto... E' come diceva Susanna Tamaro in "Va' dove ti porta il cuore": la necessità di trovare un centro, quando ci si sente dispersi. Buongiorno a tutti!
cignoriflessivo | Martedì, 9 novembre 2010 @09:39
Lisa, complimenti per il blog. Seguivo la tua rubrica sul city quando andavo all'università, era il primo raggio di sole e di poesia della giornata tra metro, pullman e banchi universitari. Quanti ritagli delle tue riflessioni e stralci di poesie sparsi tra i miei libri! E ora continuo a seguirti qui. Grazie. :) buongiorno a tutti!
cignoriflessivo | Martedì, 9 novembre 2010 @09:35
Quando il dolore mi stringe il cuore e la tristezza mi prende....non so per quale meccanismo mi metto a cucinare. Ricette nuove, buone, che mi diano gusto.
"ArTeMiSiA" | Martedì, 9 novembre 2010 @09:23
Mah, io quando ho bisogno di consolazione mi metto a riordinare...riordinare la camera per riordinare la mente e canalizzare le energie. e tu?Buongiorno!
Lunedì, 8 novembre 2010 @08:12
"A me pare uguale agli dei
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente".
(Saffo)
La tua voce, sulla mia pelle.
I versi che ho scelto oggi per City sono di Saffo (davvero! stavolta niente errori) e sono stati tradotti da un poeta: Salvatore Quasimodo, nei "Lirici greci" (Mondadori).
viviana | Lunedì, 15 novembre 2010 @20:25
Avvolgiamo le cose più care in un morbido mantello di nomi. Più numerosi e insoliti i nomi, più grande e morbido è il mantello.
Col nome cerchiamo di appropriarci dell'anima di una cosa amata e ripetendone il suono del nome, di avvolgerci con lei nel mantello.
Cosa ne dici Lisa? Adoro queste parole... Non c'enta col post di oggi ma ho capito dal tuo commento che ti ricordi ancora di me... A presto
"ArTeMiSiA" | Martedì, 9 novembre 2010 @09:20
Ehi Lisa, è il mio nickname, magari mi chiamassi davvero così :) e comunque hai centrato in pieno, citando la Gentileschi. L'Arte è il mio pane quotidiano e costei è stata davvero una grande donna pittrice!Grazie del benvenuto :D
Lady Chatterley | Lunedì, 8 novembre 2010 @18:43
e quanti articoli inutili... Non dovrei rileggere quello che ho scritto. Punto e basta.
Lady Chatterley | Lunedì, 8 novembre 2010 @18:04
Misteriosa Saffo! chi le avrà ispirato questi bellissimi versi?l'Infatuazione per una fanciulla o l' innamoramento per un bellissimo giovane? Quanti punti di domanda forse giustificati.
Lady Chatterley | Lunedì, 8 novembre 2010 @18:04
Misteriosa Saffo! chi le avrà ispirato questi bellissimi versi?l'Infatuazione per una fanciulla o l' innamoramento per un bellissimo giovane? Quanti punti di domanda forse giustificati.
Grazia | Lunedì, 8 novembre 2010 @17:58
Lisa, che ricordi!
Come ho letto le prime due righe sono tornata sui banchi del liceo. Leggere il tuo blog è uno tra i più piacevoli momenti della mattina.
LISA | Lunedì, 8 novembre 2010 @14:50
E ARTEMISIA, ovvero la seicentesca Artemisia Gentileschi, è una delle mie pittrici preferite. Ti chiami davvero così o è il tuo nickname? In ogni caso, benvenuta!
"ArTeMiSiA" | Lunedì, 8 novembre 2010 @14:46
Ciao Lisa, ho 22 anni e ti seguo su City da quando ho iniziato l'università. Prima a Brescia e poi a Milano, il tuo Buongiorno dà un pensiero colorato nelle grigie mattine metropolitane!
E Saffo...beh...è Saffo.
E scrivere è meraviglioso!
Venerdì, 5 novembre 2010 @08:02
"L’amore sorprende come pioggia
nel buio – e siamo fradici, senza
riparo, ancora lontani dall’alba."
(Giovanna Rosadini)
Ma mi voglio abbandonare, stavolta. Abbandonare all’amore. Alla pioggia. A te.
I versi di oggi sono tratti da un piccolo libro di poesie: "Unità di risveglio", Einaudi. Unità di risveglio, perché? Perché una donna come tante, una donna come noi, sposata, due figli, per un banalissimo intervento all’orecchio finisce in coma. In coma, per un anno. Queste sono le poesie che ha scritto "dopo": risvegliandosi alla pioggia e alla vita.
Fiorenza | Domenica, 7 novembre 2010 @16:49
sono belli questi versi. C'è la bravura di una poetessa ma non mi sta bene che l'amore ci renda anche fradici. Mi abbandonerei all'amore senza riparo, ma al sole.quello che stordisce senza renderci fradici.
Lila | Domenica, 7 novembre 2010 @11:56
Credo che dopo un'esperienza come il coma l'Amore e la Vita soprattutto devono sembrare una cosa meravigliosa. Grazie Lisa!
mari | Sabato, 6 novembre 2010 @20:49
L'amore che, antico, sorprende, e non ci si abitua, è vero, anche all'idea di trovarsi per questo fradici, e senza riparo, e a chi va di ripararsi! w la poesia
Giusy | Sabato, 6 novembre 2010 @14:29
Ma guarda un po', Lisa: io pensavo che lo sfondo fosse frutto di un abile e originale fotomontaggio o collage, non saprei...inoltre la foto è piccolina, comunque la pendola di papier maché (qui manca l'accento circonflesso) continua ad assomigliare alla mia. Per quanto riguarda il tuo sorriso, forse avrei dovuto definirlo in altro modo: lungi da me l'intenzione di considerarlo malinconico.non ti si addice, a parer mio! buona domenica a un'Autrice che sempre mi sorprende.
Andrada | Sabato, 6 novembre 2010 @11:50
Bellissima poesia!
LISA | Sabato, 6 novembre 2010 @09:44
GIUSY: e siccome a volte niente è come sembra, il sorriso forse un po' malinconico è in realtà divertito; e la pendola antica è in realtà di papier-mâché - un oggetto design di buffo cartone. La parete è invece di vero viola, il colore preferito del Consorte.
LISA | Sabato, 6 novembre 2010 @08:56
CARLA: carino, ma biglietti augurali dagli sposi o per gli sposi?
Giusy | Venerdì, 5 novembre 2010 @18:40
Mi piace la cascata dei folti capelli di Lisa che lasciano intravedere un sorriso appena accennato. E mi piace il suo abito vivace. sullo sfondo, vedo un orologio a pendolo abbastanza simile a quello appeso nel mio salotto. Bella immagine. (oddio! intravedere o intravvedere? Membri dell'Accademia della Crusca: aiutatemi)
Carla | Venerdì, 5 novembre 2010 @17:29
il Mio Consorte, l'ultimo dei sognatori, ha la strana idea di voler creare atelier per stampare biglietti di nozze augurali... mi sa che questo libro me lo compro
A proposito la mi piace molto e trova che la parete lilla dia una luce davvero poetica a tutto il blog
Linda | Venerdì, 5 novembre 2010 @16:29
Anna ha visto una foto triste e io ho visto una foto nella quale Lisa sorride. La stessa foto. E' proprio vero che ci sono sempre tre punti di vista: quello mio, quello tuo e quello giusto.
buon we a tutti
LISA | Venerdì, 5 novembre 2010 @11:44
In realtà, ANNA, non ero triste: anzi, mi veniva un po' da ridere, come sempre quando devo fare l'Autrice e mi fotografano!
anna | Venerdì, 5 novembre 2010 @11:33
che bello risvegliarsi alla pioggia e alla vita...grazie per le poesie che mi regali ogni giorno! La tua nuova foto però è troppo triste e non ci sono gli occhi...perchè?
Giovedì, 4 novembre 2010 @09:09
"Perché nessuno sospettasse i miei timori, li nascosi con un’andatura risoluta in equilibrio su un paio di tacchi alti e un’aria determinata. Perché nessuno intuisse l’immenso sforzo che dovevo fare ogni giorno, per vincere a poco a poco la mia tristezza".
(Maria Dueñas)
Allora a questo servono, a volte, i tacchi. A camminare veloci, calpestando paure e tristezze.
La frase di oggi, come quella che ho scelto per il 28 ottobre, è tratta da "La notte ha cambiato rumore" (Mondadori). E se abbinassimo i tacchi a un vestito di pelle? Lo so, lo so: un po’ risqué. E poi, chi se lo può permettere? Un’amica se l’è appena comprato, ma non vale, perché è alta, magra e come se non bastasse bionda. Io non ce l’ho, un abito tutto leather (mi sono comprata ilprimo chiodo appena l’anno scorso!). Ma dopo aver scritto questo pezzo per Grazia, sto cominciando a pensare che forse potrei osare… Se non di pelle, almeno scamosciato. Intanto ecco il mio articolo fintoglam:
Lo so, state per dire di no. Che proprio non se ne parla. Come vi capisco. Non solo è un abito di pelle, ma è anche un tubino. Come dire: pericolo al cubo. Del resto, ci sono pericoli che non sappiamo evitare. Li guardiamo dritti in faccia e invece di girare l’angolo o attraversare la strada, ci fermiamo: ipnotizzate. Sì, sto parlando d’amore e altre catastrofi. Per la precisione, sto parlando di quell’uomo che ha scritto sulla fronte "pericoloso" a caratteri lampeggianti, proprio quello che ci intestardiamo a tempestare di sms, che dice "richiamo io" e poi scompare; ma quando ci invita finalmente fuori, noi cancelliamo tutti gli impegni per precipitarci all’appuntamento. Un uomo da evitare? Ovvio. Così come dovremmo evitare quell’abito di pelle nera, troppo attillato; un abito che non perdona. Ma a volte, nella vita, non si riesce proprio a dire di no. Quindi, tanto vale dire un doppio sì: all’uomo e al tubino. E in effetti, dove mai potremmo indossarlo, un abito talmente rischioso, se non a un appuntamento intenzionalmente sexy? Soprattutto se ha una scollatura a cuore, se invece di essere nero è a squame di pesce, da sirena metropolitana, o è scamosciato con la gonna corta a balze. Certo, potremmo scegliere qualcosa di più accollato, e abbinare un golfino rétro-glam, ma vogliamo davvero?
In fondo un abito così lo si indossa sperando di toglierselo abbastanza velocemente; o di farselo togliere, abbastanza velocemente. Questo almeno è il meta-messaggio che mandano le dive, anche sul red carpet. Un consiglio? Fate come loro: accessori, zero. Ovvero: solo scarpe altissime e magari un po’ fetish, sandali con fibbie e lacci, o classici stiletto. O anche, come propone Dior in sfilata, un paio di stivali: cuissardes che arrivano fino alla coscia. Se proprio è indispensabile, una borsa: una clutch, ovviamente, da brandire come un’arma. Però niente gioielli, niente giacche, niente cappotto (se proprio nevica, lo lascerete all’ingresso). L’abito leather va portato così: pelle su pelle.
Vuitton lo declina con la gonna a ruota rétro-glam che va tanto di moda quest’autunno, e che sembra uscita da una puntata del serial televisivo "Mad Men"; aggiunge persino un paio di guanti lunghi. Aigner lo propone color terra bruciata, con stivali alti e una sciarpona tricottata; scamosciato per Hoss Intropia. Ma in fondo, sempre lì vogliamo arrivare: a quell’uomo che ci ha fatto perdere la testa. Sì, dovremmo solo cancellarlo, da Skype, dai nostri FB-amici e dalla memoria del cellulare. Ma il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce: anche in epoca Facebook. Per questo, del resto, esistono gli abitini di pelle nera.
A proposito di Facebook: ho appena visto "The Social Network", il film dark, veloce, molto Balzac ispirato alla storia vera del giovane fondatore di Fb, appunto: Mark Zuckerberg. Il più giovane miliardario al mondo. Ma anche l'uomo-slogan del film: "Non arrivi a 500 milioni di amici senza farti qualche nemico". Eppure, alla fine, quando clicca insistentemente su "add as a friend", mi sono quasi commossa. (Lo so: sono l'ultima romantica).
Menzione a parte per Don Draper, ovvero lui, il bellissimo pericoloso protagonista di "Mad Men" (il serial americano ambientato negli anni '50 a Manhattan di cui, con il solito ritardo - sono allergica alla tv - ho appena visto la prima puntata). Solo una puntata: ma adesso mi è chiaro perché ho tante amiche Mad Men-dipendenti. Lui è, come dire, l'uomo per cui vale la pena di indossare un abito di pelle nera, cuissardes compresi.
mari | Giovedì, 4 novembre 2010 @20:52
Ciao amiche, 'incollo' a seguire un pezzetto di un 'racconto sui tacchi':
A portare tacchi altissimi ci si deve abituare, soprattutto se sei alta quasi un metro e ottanta senza i tacchi.
Se invece lo fai insieme ad una spilungona come te le cose cambiano, sai che tutti ti guardano ma quegli sguardi invece di imbarazzarti ti galvanizzano perché non sei più tu, sola, troppo lunga per essere "normale", più simile ad un fenicottero vista vicino a tua sorella, così piccola e sexy nelle sue misure da italiana media. No, in due costituisci un fenomeno al rovescio, fai sembrare penosamente basse le altre.
E non serve neppure guardarti intorno per specchiarti negli sguardi ammirati, e goderne, basta guardare la donna che ti è accanto, altissima e sorridente, per carpire dal suo sorriso la tua soddisfazione, lei è lì come prova vivente e il suo appagamento diventa il tuo.
A pensarci sembra sbiadito il passato visto da queste nuove altezze. Il futuro invece appare roseo e a due passi, come certi tramonti. '
eli | Giovedì, 4 novembre 2010 @16:47
ho letto tutto il post ma sono ancora rapita dall'incipit. mi sa che mi vado a comprare il libro! GRAZIE!
Sabrina | Giovedì, 4 novembre 2010 @14:25
La citazione di oggi mi piace molto, è vero che vestirsi in modo particolarmente curato, con le scarpe con i tacchi, o anche semplicemente con un po' di trucco in più e qualche accessorio particolare, fa bene al cuore e nasconde la propria insicurezza. Cara Lisa, mi hai letto nel pensiero perchè oggi ho fatto proprio questo: jeans stretti e stivali con il tacco alto... Dentro mi sento a pezzi, ma almeno apparentemente sembra il contrario!
Pensieri | Giovedì, 4 novembre 2010 @09:37
come idea mi piace! pratica, comoda ed efficace! ;)
LISA | Giovedì, 4 novembre 2010 @09:25
PENSIERI: scarponcini chiodati, o più sobriamente anfibi di pelle nera, che dici? Funziona lo stesso!
Pensieri | Giovedì, 4 novembre 2010 @09:17
e io che sui tacchi alti mi ammazzo, cosa devo usare per calpestare paure e tristezze??
PS buon giorno Lisa!
Mercoledì, 3 novembre 2010 @08:04
"Il primo sorriso della vita non viene appreso per imitazione: è un bagliore. Le statue ci pensano bene, prima di mostrarlo. Se una statua inizia a sorridere, continua a farlo per tutta la sua esistenza".
(Chicca Gagliardo)
Ma non è così facile trovare, sopra i portoni, nel centro delle piazze, in giro per le città, delle statue che ci sorridano davvero…
Ricordate "Lo sguardo dell’ombra", la storia di un’ombra che si è staccata da un corpo, e si aggira per il centro di Milano, finché incontra una donna che profuma di riccio di castagna chiuso, il profumo della passione spenta? Sì: so che molti di voi (di sicuro il gruppo di lettura Amarganta a Roma), l’hanno letto. E adesso è uscito il nuovo libro di Chicca Gagliardo, sempre per Ponte alle Grazie: ma stavolta non è un romanzo, è una "passeggiata metafisica". Si intitola "Gli occhi degli alberi", ed è un libro di foto e micro-storie, a occhi aperti per leggere "attraverso".
Sharon | Giovedì, 4 novembre 2010 @00:57
Non recupererò più tutti i libri che hai consigliato, sono troppo indietro.
Magari con la prossima estate....
Fantastica citazione, come sempre!
Farfalla | Mercoledì, 3 novembre 2010 @20:21
a questo punto mi viene da pensare che i volti seri, ieratici,scolpiti nel marmo appartengono alla nostra cultura partendo dall'arte ellenica ai giorni nostri. Il sarcofago di Vetulonia (sarà quello citato?) non pi piace affatto. Hanno un sorrisetto i due sposi.. come dire? ambiguo.. Scusa Lisa i troppi puntini.
Anonima per prudenza | Mercoledì, 3 novembre 2010 @17:48
Ma è vero. Claudia!! non pensavo né all'arte orientale né a quella etrusca. e nemmeno alle statuette votive: però nemmeno la Venere di Prassitele è sorridente. Grazie per avermi ricordato il sarcofago degli sposi.
claudia mdg | Mercoledì, 3 novembre 2010 @16:25
Anonima, non sono un'esperta, ma mi sembra che in oriente le statue sorridenti siano frequenti (mi vengono in mente le statue di Buddha); da noi ci sono statue dai sorrisi lontani e misteriosi, i kouroi e le korai, statuette votive di fanciulli e fanciulle della Grecia arcaica http://www.diavlos.gr/samos/kuros.html . Un altro bellissimo sorriso è quello dei due sposi etruschi del sarcofago degli sposi.
Anonima per prudenza | Mercoledì, 3 novembre 2010 @14:44
E' vero, le statue, per antonomasia, sono solenni, maestose, serie.Lo sguardo perso nel vuoto. Mai v isto una col sorriso stampato sulla faccia. anche Paolina Buonaparte, scolpita da chi tutti sanno, non sorrideva: Le Tre Grazie? questo non lo so. So per certo che tutti, dico tutti i personaggi che ho potuto ammirarei Immortalati nel marmo, sono seri, anzi, serissimi. Forse tra le lettrici di Lisa ci sarà un'esperta in materia: Sarebbe bello leggere un suo commento.
Martedì, 2 novembre 2010 @08:28
"Adesso fa notte – fa preghiera.
Apre le serrature del silenzio
fa apparire la mappa siderale
e ci inginocchia per quello spazio immenso
fra qui e l’orlo
del cominciamento
quando le spine dorsali
saranno tutte stese"
(Mariangela Gualtieri)
Ascolto le stelle, le costellazioni nascoste, le voci perdute: in silenzio.
(La poesia di oggi è tratta dalla raccolta "Senza polvere senza peso", di Mariangela Gualtieri, Einaudi. Mi è piaciuta leggerla adesso, che fa notte così presto. Forse troppo presto. Ma per fortuna adesso è anche il momento delle candele, delle luci basse che ci aspettano a casa, e del fuoco vero. Già: qui nel mio altrove sono diventata, oltre che Donna Felice con Asciugatrice, anche l'Autrice con Fuoco nel Camino!)
mari | Giovedì, 4 novembre 2010 @20:44
Lisa, Adele, non avevo letto le vostre risposte, come mi fa piacere trovarvi. Grazie. E' stata una giornata faticosa...
LISA | Mercoledì, 3 novembre 2010 @08:00
ADELE: arruffo le piume davanti al camino. Non è meraviglioso farvi sorridere anche quando non ne avete voglia? Quasi un po' magico, grigio e turchino. Grazie.
LISA | Mercoledì, 3 novembre 2010 @07:59
MARI: ma è bello, a novembre, sentirsi come una striscia di luce grigio turchina.
Adele | Martedì, 2 novembre 2010 @20:51
Forse abbiamo gli stessi orari, mari! e ci intrecciamo anche sulla laicità. Altro motivo per sorridere: anche a me entra acqua se non tampono bene alcune alcune finestre...Che invidia tutta benevola, sai scrivere veramente bene. non è da tutti.
mari | Martedì, 2 novembre 2010 @20:33
ciao adele, abbiamo scritto nel medesimo istante!
mari | Martedì, 2 novembre 2010 @20:32
non sapevo bene come collocarmi a livello umorale: i giorni di festa son stati troppo bagnati per esser fortunati, e dalle finestre mi entrava l'acqua, poi i 'tuoi' versi'. Se una notte fa preghiera anche una laica come me s'inchina.
Domani accenderò il fuoco e leggerò questi versi a Paolo. E l'umore è una striscia di luce grigio turchina,
Adele | Martedì, 2 novembre 2010 @20:32
Autrice con Fuoco nel Camino! Oggi ho sorriso, e pensare che non ne avevo voglia. Ti leggo ogni tanto e non quanto vorrei.
Anonima per prudenza | Martedì, 2 novembre 2010 @14:51
Lisa, anch'io sono diventata "fuochista", ci vuole un minimo di abilità perché il fumo è sempre in agguato. poi guardo la mia opera con soddisfazione e calore. Le fiamme sono così mutevoli., non ce n'è una uguale all'altra: Come le onde del mare. Ciao!