Mercoledì, 30 novembre 2011 @08:05
"Io, ovviamente, non conosco nessuno, ma sono già felice di stare a guardare. Tutte le volte che qualcuno nota che sono da sola e fa per avvicinarsi, tiro fuori il telefono per controllare i messaggi, così la persona di turno si gira e se ne va. Questo è il bello del cellulare. E’ come un accompagnatore."
(Sophie Kinsella)
Gli ottimi usi impropri del cellulare.
(Chi è stata, come me, una fan dell’esilarante "I love shopping" - e anche del film, inspiegabilmente ambientato a New York – ed è rimasta poi delusa dagli altri libri della Kinsella, stavolta può andare a colpo sicuro con l'ultimo, "Ho il tuo numero", Mondadori, da cui è tratta questa frase. Un chick-lit lieve e leggero. Forse anche un ottimo uso improprio della letteratura! La protagonista è Poppy, adorabile pasticciona come tutte le eroine della Kinsella, che riesce in una sola serata a perdere l’anello di fidanzamento di smeraldi e farsi rubare il telefonino… Ne troverà uno - di cellulare - nel cestino della spazzatura, ed è l’inizio di una buffa commedia romantica e degli equivoci. Morale: mai dividere il telefonino con nessuno; o forse sì, se è un uomo fascinoso che può rapirti il cuore).
Cristina | Venerdì, 2 dicembre 2011 @10:13
Mmmmm non so Lisa. Non sono convinta sia così. La realtà s'insinua sempre tra le parole. Non mi convice il paesaggio riveduto e corretto che raccontano. A me, sembra, più che altro che facciano da specchio deformante e che quello che ne esce, alla fine, è un pregiduzio, un cliché, la solita trama banale e ripetitiva che inquadra le donne e il loro mondo sempre dallo stesso punto di vista.
Sono storie che non mi dicono niente. Dove le eroine mi sembrano fatte di carta velina e l'happy ending non è che il prevedibile finale... magra consolazione di una bolla di sapone che alla fine non lascia nulla. E la realtà continua ad essere quella che è... molto più complessa e spesso senza alcun happy ending.
Almeno in un thriller c'è la presenza dell'ombra, del dubbio. Anche in questo caso si potrà sfiorare la fantascienza con le scene d'azione, ma se non altro non vi ho mai trovato tutta quella serie di stereotipi che riempiono le pagine dei chick-lit.
Poi nulla da obiettare sui gusti che sono, appunto, personali. La mia era una riflessione sulla sostanza. Su quella strana sensazione che mi prende quando mi ritrovo davanti un libro chick-lit, una specie di moto di stizza misto a noia.
LISA | Venerdì, 2 dicembre 2011 @08:26
CRISTINA: ma i chick lit non parlano della realtà. Sono una versione riveduta e corretta della realtà; come, appunto, un film a happy ending di Hollywood. Una favola reloaded. E' per questo che - a volte - mi piacciono!
Aminta | Giovedì, 1 dicembre 2011 @18:17
MA SI, Cristina, in fondo, in fondo, non hai torto
Cristina | Giovedì, 1 dicembre 2011 @17:33
P.s.: vi siete mai chieste perché non vi è un corrispettivo al maschile dei chick-lit?
E non sto parlando di autori maschili, ma di protagonisti di storie simili, tutti al maschile.
Io ricordo soltanto un titolo. Uno, in confronto alle migliaia di libri tutti al femminile.
Cristina | Giovedì, 1 dicembre 2011 @17:29
Io invece li trovo riduttivi quei libri da chick-lit. A partire da questa loro definizione e dall'immagine che danno della donna che li compra, ma spesso anche delle donne racchiuse in quelle pagine... tutte molto simili tra loro, tutte un po' così, di poco spessore, imbrigliate nei loro mondi fatti di equivoci e di amori... come se la realtà fosse tutta qui, nei piccoli disastri quotidiani, nelle manie - amplificate dall'inchiostro - delle donne.
Va bene l'autoironia, ma non una fabbrica di eroine in serie, tutte un po' così, a compiacere l'uomo di turno, a cercare il principe azzurro, ad aderire ai più scontati cliché.
A questo punto preferisco davvero il calcio e i thrilleroni tutto spionaggio, per lo meno tra le pagine vi è ancora la possibilità di incappare in una donna, co-protagonista o meno, a più dimensioni anziché ad una sola.
LISA | Giovedì, 1 dicembre 2011 @11:07
Io in fondo chick-lit non lo trovo un termine insultante; letteratura da gallinelle, e allora? I maschi, per l'appunto, hanno il calcio e certi thrilleroni tutto spionaggio; noi i film kleenex (per piangere senza vergogna) e i libri chick-lit o post chick-lit, va bene così. Viva la differenza di genere! Quanto alla Kinsella, "La regina della casa" mi aveva annoiato; forse perché, in quanto "casalinga telematica" (come l'eroina del mio primo libro), trovo che la casa, lo spazio domestico, sia molto, molto interessante per le donne di oggi. Ed è un terreno sconosciuto, molto diverso da quello che era la casa negli anni 50. Invece il nuovo libro della Kinsella - e l'idea geniale di partire dal cellulare perso e poi condiviso, cosa siamo noi senza cellulare? - mi ha davvero divertito.
una a caso | Giovedì, 1 dicembre 2011 @10:02
annetta che la kinsella ci aiuti a passare un natale sereno e chiuder gli occhi davanti alla miseria che ci circonda !!!!
annetta | Giovedì, 1 dicembre 2011 @09:34
Sono d'accordo con Carla; i libri della Kinsella sono un piacevole passatempo e raccontano le donne con una lievità che a volte ci vuole proprio per alleggerire la giornata. Io mi sono divertita molto con "La regina della casa", dove una giovane manager urbana pentita si improvvisa governante in una ricca dimora di campagna, ovviamente senza aver mai saputo cucinare nemmeno un uovo al tegamino. Un disastro dietro l'altro, con lieto fine, ovviamente. Molto spassoso, quasi come una commedia americana degli anni '50. Ve lo consiglio come lettura per le feste, che portano talvolta con sè anche un pò di cupezza, non trovate?
carla | Mercoledì, 30 novembre 2011 @20:19
L'altro giorno leggevo un articolo di Guia Soncino sui divertimenti degli uomini , perchè parlare di calcio è da intellettuali e invece i libri della Kinsella sono chick -lit? A me divertono tantissimo e insegnano qualcosa delle donne! pettegolezzo due libri della Kinsella li ha letti anche mio martito divertendosi un mondo...
Forza alle eroine pasticcione!
Cristina | Mercoledì, 30 novembre 2011 @08:28
Pur non essendo una fan della Kinsella, condivido questa riflessione e il riflesso di questo buongiorno che, come l'improvviso ronzio di un telefonino in seguito all'arrivo di un messaggio, mi viene in contro, specchiandosi nella prime luci del mattino.
Ma il cellulare è anche una piccola valigia tascabile. Il luogo di una distrazione, un ricordo. Immagini e parole fatte scivolare sul fondo che le mani possono tornare a raccogliere e poi fingere di perdere ancora una volta, per ritrovarle in seguito, una mattina d'inverno, mentre la scena circostante a poco a poco scompare.
Martedì, 29 novembre 2011 @08:56
"Se il cuore è innamorato
il fracasso che fa.
Io non capisco come mai la gente
non se ne avveda mentre quello va
tambureggiando sospeso nel petto
e non sosti interdetta a domandarsi
qual che si sia e chi fa"
(Daria Menicanti)
L’assordante silenzio del cuore.
(I versi di oggi sono tratti dall'antologia "Poesia d’amore del Novecento", Crocetti, e sono di Daria Menicanti: nacque nel 1914 a Piacenza, ma visse sempre a Milano, dove diventò amica di Lalla Romano e Vittorio Sereni. Due nomi, forse oggi dimenticati, della letteratura del Novecento italiano)
LISA | Mercoledì, 30 novembre 2011 @07:49
UNA A CASO, mitica.
ilaquarteron | Mercoledì, 30 novembre 2011 @05:40
...."ma certo, il cuore batte anche di notte, l'ho sentito io!" Due bambini, che oggi hanno 27 anni, chiaccheravano di ciò, già a 5 anni! Noi siamo a volte presi dal " tram tram quotidiano!!!!" e andiamo troppo veloci anche con i pensieri. per fortuna che a volte camminfacendo riusciamo anche ad innamorarci e ci riscopriamo ! pensieri del trenta novembre prima di riprendere il viaggio in quel di Bergamo. Alle otto in punto, Caterina arriverà col suo andamento pigro,come dice lei, e io ascolterò le sue parole che gà solo quelle mi fanno un gran bene all'anima! vediamo cara lisa se oggi qualcuno mi darà in mano una copia di City... così ti leggo ad alta voce. solo per chi vorrà,sennò lo sussurrerò!!!!!!sssssssssereni anche oggi!!
una a caso | Martedì, 29 novembre 2011 @16:57
come cambiano i tempi.....adesso andremmo tutti a farci un elettrocardiogramma !
Stefano | Martedì, 29 novembre 2011 @09:50
Uno spettacolo pirotecnico di cui nessuno può avvedersi, se non chi lo vive e chi tale meravigliosa circostana provoca...
Lunedì, 28 novembre 2011 @09:08
"Oggi il mio umore
è il bar dell’idroscalo nel mese di novembre
è una gita in torpedone con vendita di pentole
è un controviale buio invaso da rumene.
è una cosa da assoluto marciapiede.
oggi, non mi sento tanto bene".
(Francesca Genti)
Oggi, mi sento novembre.
Lo sapete quanto mi piacciono le poesie di Francesca Genti. Se cliccate sul suo nome trovate tutti gli altri Buongiorno che le ho sforbiciato, e non solo quelli di novembre.
Xy | Giovedì, 1 dicembre 2011 @20:33
Abitante idroscalo. e fattelo dì alla romana. ma tu, sei cieco? Oppure le le frequenti quelle povere disperate che essendo bellocce non vogliono andare a fare le domestiche e preferiscono il marciapiede? E guarda che i tramonti sul mare hanno come sfondo quelle donne scosciate e seminude, una vergogna per i bambini costretti a vederle, e un invito per gli adolescenti, molto molto pericoloso, e non parliamo dei trans brasiliani con le loro belle grazie messe all'asta. Che schifo!
quarteronilaria | Martedì, 29 novembre 2011 @06:27
....tre foglie colorate tengo in una mano e l'autunno novembrino mi riscalda il cuore. con l'oro nel cuore...un bacio.
Vale | Lunedì, 28 novembre 2011 @17:49
Mai sentito parlare di metafore? Non si può sviscerare e frantumare una poesia, parola per parola, andrebbe colta la sensazione e l'emozisusciterà suscita, essù...
abitante idroscalo | Lunedì, 28 novembre 2011 @16:59
sinceramente nn ho mai visto un torpedone all'idroscalo(di ostia)tanti al centro di roma si ma ad ostia all'idroscalo proprio no!marciapiede?mai visto e tantomeno rumene sopra di esso,eppure sono anni che passo e ripasso su questo "cotroviale",ho visto tanti tramonti questo si,ho sentito tanto profumo di mare questo si, ed ho sentito tanta gente che pur di parlare a sproloquio si crede testimone di questa realtà!
Giusy d\'antan | Lunedì, 28 novembre 2011 @16:26
Anche a me è piaciuta la poesia di Francesca, come le altre, del resto. Alcuni dei nostri migranti (e non solo loro)si sono"dati da fare" per svilire la nostra immagine, quella dell'Italia proba e e ricca di buone qualità: capita che anche da noi arrivino delinquenti, prosseneti e prostitute in cerca di terreno fertile, che trovano, eccome! e si aggiungono alla schiera autoctona. non sentitevi offesi, vi prego. Bella la risposta della padrona di casa.
Simona Pasionaria | Lunedì, 28 novembre 2011 @15:53
Lisa, siamo serie: nessun Carnevale e nessuna castellana reloaded anche se il termine mi piace. Come mi vestirò? Boh? Non ho nessun vintage (ricordo le scarpe "open toe" della tua mamma alla tua presentazione in Mondadori) nè quello di un'amica stilista come la tua Colomba Leddi. Metterò un tubino senza maniche color verde petrolio tagliato sotto al seno con scollo a V, sotto una blusa dello stesso colore della quale si vedranno le maniche, calze color carne e decoltè nere, trucco, parrucco e bigiotteria. Scusate questa parentesi frivola, speriamo piuttosto di trovare le giuste parole. PS Le poesie dei carcerati sono bellissime!
annetta | Lunedì, 28 novembre 2011 @14:57
@lisa..a chi lo dici quanto è brava la Genti !! Anche se per sentire appieno la desolazione del bar dell'idroscalo nel mese di novembre bisogna proprio essere di Milano. @Fra: io credo che tra poco i blogger di lisa non meneghini invaderanno il bar dell'idroscalo nelle domeniche di autunno per respirare il mood della tua poesia, e questi faranno affari d'oro. Ti consiglierei di avvisare i gestori, chiedere le provvigioni e magari organizzare un reading laggiù... :-))
francesca genti | Lunedì, 28 novembre 2011 @13:08
ciao a tutti, lisa, stefano, ultimo indiano e rumena,
ciao a tutti qualsiasi nazionalità voi abbiate, qualsiasi lavora facciate, in qualsiasi stato d'animo versiate in questo momento.
capisco i meccanismi che fanno scattare i commenti di ultimo indiano e di rumena, però li trovo fuori contesto, questa è una poesia che con immagini e giocando anche su luoghi comuni e stereotipi vuole descrivere uno stato d'animo di disagio, non c'è alcun tipo di generalizzazione descrivo un paesaggio urbano disagiato che purtroppo esiste e a cui va tutta la mia incondizionata empatia. la poesia naturalmente può non piacere o come è successo a voi suscitare una reazione di risentimento, questo secondo me è un segno di vitalità.
questo è tutto, spero sia chiaro.
p.s. anche io ho parenti rumeni (a bucarest e a giurgiu) e nessuno di loro si è offeso o risentito per la poesia!
rumena | Lunedì, 28 novembre 2011 @11:53
Sono stanca di sentire paragonare rumene e marciapiede (prostitute)
non tutte siamo cosi e mai per scelta altrimenti rispettio anche per questo
LISA | Lunedì, 28 novembre 2011 @11:25
ULTIMO INDIANO: l'immagine è dura e certamente non piacevole. Come il bar dell'idroscalo a novembre, del resto: la periferia milanese da dimenticare. Ma ti ricordo che anche gli italiani migranti sono entrati nella storia come mafiosi, mangiatori d'aglio o "makkaroni fresser" (perché mangiavano pasta). Il che non toglie che, un marciapiede dietro l'altro, i migranti migrino, e si costruiscano - faticosamente - nuove vite altrove. Calpestando se è necessario i luoghi comuni. Non tutta la migrazione è fatta di controviali bui, ma ci sono anche quelli. Non dimentichiamolo.
ultimo indiano | Lunedì, 28 novembre 2011 @11:11
Finalmente il giusto accostamento "rumene / marciapiede". Il giusto riconoscimento a mia moglie, che ogni mattina deve fare almeno 2 o 3 km di marciapiede per raggiungere le varie famiglie dove lavora, così come mia figlia per andare a scuola o mia suocera, che forse percorre anche più km. Per non parlare delle mie 2 cognate, quelle si grandi consumatrici di marciapiede. A causa delle scarse risorse economiche, sono riuscite a trovare alloggio un pochino fuori mano, per risparmiare, e così chilometri e chilometri di marciapiede "naturalmente a piedi" per andare a lavorare.
Grazie a nome di tutte loro per aver scelto proprio questa magnifica poesia , grazie.
Stefano | Lunedì, 28 novembre 2011 @09:20
Capita di sentirsi "novembre" in un giorno di novembre..
Già dal risveglio.....
Venerdì, 25 novembre 2011 @09:15
"Siamo capaci di riannodarci, di riprendere i fili della conversazione dopo un silenzio di mesi, come se fossimo un lavoro a maglia, o un ricamo non finito"
(Janet Street-Porter)
La nostra amicizia: una sciarpa, un maglione.
Dove trovo le parole del Buongiorno? Nei libri, certo. Ma a volte anche in metropolitana (in quella di Parigi, mi aspettava, scritta sui muri della Gare du Nord, una frase di Marcel Jouhandeau sul leggere i visi come romanzi), in aereo (tra i giornali distribuiti all’imbarco, ecco un articolo su un mercatino del Mozambico, federe e domestica felicità, insieme alla storia di una borsa), oppure leggendo un giornale al caffè mentre un’amica è in ritardo. La frase di oggi, infatti, è di una giornalista inglese, l’ho letta per caso sull’Independent a Londra, un mese fa, mentre ero in un ristorante super-trendy ad aspettare un’amica per il brunch. Mi piacciono i locali dove ci sono i giornali a disposizione nelle stecche di legno, come nei vecchi caffè viennesi. Mi piace trovare parole per strada, rovistare in borsa cercando una penna, e segnarle. Mi piace quando le parole sembrano aspettarci.
Ricordatevi che ogni venerdì trovate il Buongiorno in inglese, nella parte globish del sito (basta cliccare in altro a destra). Ricordatevi anche che cliccando sul nome dell'autore - vi appare in verde - trovate gli altri post correlati in archivio. E che basta iscriversi a Twitter per avere ogni mattina il mio Buongiorno sul vostro telefonino.
LISA | Lunedì, 28 novembre 2011 @08:31
Parole. Le parole dei carcerati. E quelle dei castelli abbandonati: che bella notizia, SIMONA, tienici aggiornate! Ma come ti vestirai per la presentazione? Da castellana reloaded come nella foto sul blog?
Simona | Domenica, 27 novembre 2011 @15:14
Ciao Lisa, stamattina ho assistito aun reading di poesie molto speciali: quelle dei carcerati del carcere di massima sicurezza di Opera. Un reading accompagnato da un'orchestra di fiati che mi ha parecchio commossa. I carcerati di Opera frequentano un laboratorio di poesia e di scrittura narrativa che è attivo da 15 anni ed è portato avanti da volontari. Attraverso le parole questi uomini riescono a buttare fuori la sofferenza e a dare un senso alla loro prigionia. E' stata una bellissima esperienza. Le poesie sono state pubblicate in due raccolte: "Le case da lontano" ed. Tempo Libero e "Confesso che amo -Parole d'amore dal carcere" Ed. LietoColle. Un modo inconsueto per far luce sulle condizioni delle carceri italiane.
Giò | Domenica, 27 novembre 2011 @09:14
"Le parole …
… Tutto quel che vuole, sissignore, ma sono le parole che cantano, che salgono e scendono…
Mi inchino dinnanzi a loro…
Le amo, mi ci aggrappo, le inseguo, le mordo, le frantumo…
Amo tanto le parole… Quelle inaspettate…
Quelle che si aspettano golosamente, si spiano,
finché ad un tratto cadono… Vocaboli amati…
Brillano come pietre preziose, saltano come pesci d’argento,
sono spuma, filo, metallo, rugiada…
Inseguo alcune parole… [...]
Le afferro al volo, quando se ne vanno ronzando, le catturo, le pulisco, le sguscio,
le preparo davanti il piatto, le sento cristalline, vibranti, eburnee, vegetali, oleose, come frutti, come alghe, come agate, come olive… [...]
Tutto sta nella parola… […]
Hanno ombra, trasparenza, peso, piume, capelli, hanno tutto ciò che s’andò loro aggiungendo da tanto rotolare per il fiume, da tanto trasmigrare di patria,
da tanto essere radici…
Sono antichissime e recentissime…
Vivono nel feretro nascosto e nel fiore appena sbocciato… "
(Pablo Neruda)
A tutti noi che amiamo le parole che ci chiamano dall'anima e che ci consentono di vedere la vita in un modo speciale!
ilaria | Domenica, 27 novembre 2011 @08:17
...a volte un filo di profumo... oppure un fil di lana infeltrita... ricongiunzioni sublim..... ehm... incenso! effetto domenica mattina...
Anita | Sabato, 26 novembre 2011 @04:33
mi scuso se solo adesso le rispondo, comunque sa ci manca tanto l'italia sopratutto a me e a mia mamma ogni sera ci ricordiamo del tempo transcroso lá..... mi piace tanto ricordare le persone gli avvenimenti e rivivere tutte le emozioni , l'altro giorno stavo discutendo con i miei genitori sulla idea di viaggiare.....é per questo que mi piace questo articolo, perché anche a me piacerebbe trovarmi un po da tutte le parti...e conoscere mille culture diverse anche se per adesso mi devo concentrare negli studi e finire l'universitá qua in Ecuador.
Un saluto grande da parte di mia mamma che sempre si ricorda di lei .... comunque se magari un giorno viene nel mio paese é benvenuta nella nostra casa ... anche perché noi crediamo che le piacerá molto stare qua!!!
ilaria quarteroni... | Sabato, 26 novembre 2011 @02:33
qualcuno disse:"il legame più forte non ha nodi e nessuno può spezzarlo". tutto procede nella relazione,aldilà dei contatti fisici... un pensiero a rudi,beppe, lella,cristina,cristina,gigi ,teresa,anacleto,renzo,teresa,paolo,giuseppe, giulio, luca e.............. ogni incontro risuona.grazie .ila
Simona Pasionaria | Venerdì, 25 novembre 2011 @18:47
Un saluto a tutti e un good thanksgiving alla padrona di casa. Scusate se irrompo tra questi bellissimo versi, ma è da un po' che dovevo fare un annuncio. Martedì uscirà il mio libro "Castelli fratelli . un curioso tentativo di salvataggio, Ed La Memoria del Mondo", e volevo farvi partecipi anche se non ci si conosce di persona. Volevo rendere soprattutto partecipi Lisa e le ragazze del vecchio blog. Non è un romanzo nè si tratta di poesie: per metà una commedia e per metà una cronaca di taglio giornalistico sul castello visconteo di Cusago (località campestre in provincia di Milano), un monumento nazionale dove visse Beatrice d'Este e la corte dei duchi di Milano e ora abbandonato, dimenticato e lasciato al degrado. E' una storia locale, di nicchia, nessuna velleità di "fare la scrittrice", per carità, ma un modo originale per far conoscere un monumento e la sua storia perchè solo attraverso la conoscenza del passato possiamo imparare ad amare e a conservare il presente. Il libro è illustrato con 10 tavole a colori del consorte, cosa secondaria, ma importante perchè almeno abbiamo "creato" qualcosa insieme. Se vi ho incuriosito o se qualcuna di voi volesse saperne di più, può visitare il sito www.castellifratelli.it. Scusa Lisa per questo intervallino pubblicitario.
Giusy | Venerdì, 25 novembre 2011 @15:35
Mi devo presentare, vero? Eccomi qua
Anonimo | Venerdì, 25 novembre 2011 @15:34
Sì, Lisa, in quelle parole mi ci ritrovo immersa fino al collo. Chi, come la scrivente, ha dovuto dare uno strappo ai luoghi dove ha studiato, dove ha fatto importanti esperienze di vita condivise con le amiche d'antan lo sa benissimo.
I giornali infilati nelle stecche...Caffé Specchi, Tommaseo, Stella Polare...Vero? I padri di famiglia di un tempo (quelli probi) prima di rincasare andavano "in caffé" a leggere tranquilli, come il nonno di mio marito, insinuando immotivati sospetti nella consorte, che un giorno ha affidato alla sorella la numerosa figliolanza per appostarsi, ben nascosta, vicino all'ufficio e lo ha pedinato fino al Tommaseo...Storia vera, verissima! ... prosa un po' sgangherata... spero di essermi fatta capire. Ciao!
Cristina | Venerdì, 25 novembre 2011 @10:27
Quando le parole sembrano aspettarci...
Bello.
A me è capitato con questa frase, trovata lungo il muro di un sottopassaggio ferroviario: "La solitudine non è essere soli... ma amare gli altri inutilmente".
Talvolta è un titolo di giornale a venirmi incontro, altre un'esclamazione, un'esortazione.
Accanto ad un murales di città, le parole "Don't worry be happy".
Oppure "what you waiting?".
Messaggi nella bottiglia.
Che con caparbia sfrontatezza sfidano sconosciuti sguardi attraverso le stagioni... mentre la luce e la pioggia a poco a poco ne sbiadiscono i contorni, fondendoli con le sfumature del paesaggio tutt'intorno.
E poi ci sono le attese, quei fili multicolore che rimangono sospesi nel tempo e che d'improvviso tornano a riannodarsi, trascrivendo un'asola, un punto. Un discorso mai finito, che resta così, nell'aria, come una volta stellata.
Proprio come cantava Anna Oxa, un po' di anni fa: "storie scritte sui muri, storie di ieri, oggi chissà..."
LISA | Venerdì, 25 novembre 2011 @09:38
VIP: ieri. E' vero, una delle mie feste preferite, anche per la pumpkin pie, la torta speziata e dolce di zucca! Se solo gli amici americani potessero mandarmela via mail...
Vip | Venerdì, 25 novembre 2011 @09:31
LISA, non hai dimenticato qualcosa? Oggi è anche Thanksgiving, una delle tue feste preferite...
Anonimo | Venerdì, 25 novembre 2011 @09:20
Una felpa....
Giovedì, 24 novembre 2011 @08:01
"Nei miei primi ricordi il nonno è calvo come un uovo e mi porta a vedere le tigri. Si mette il cappello, l’impermeabile con i grossi bottoni; io indosso le scarpe di vernice e il vestito di velluto. E’ autunno e ho quattro anni".
(Téa Obreht)
La mano del nonno.
(La frase di oggi è tratta dal romanzo "L’amante della tigre", Rizzoli; l'autrice, che è nata a Belgrado, ha scritto il libro, premiatissimo in America, ad appena 25 anni).
LISA | Venerdì, 25 novembre 2011 @09:53
GIO': Efraín Barquero, poeta cileno, cileno come Neruda. Come Isabel Allende e Marcela Serrano. Bellissimi quei versi, ne avevo sforbiciati un paio per un Buongiorno del gennaio del 2008. Ma è stupenda così, senza tagli: una poesia-racconto. Come i vostri ricordi.
erica | Giovedì, 24 novembre 2011 @21:44
mia nonna: ormai sono 10 anni che non c'è più, ma non dimenticherò mai il tempo che passavamo insieme.. io scrivevo e lei scriveva con me, disegnavamo fiori, cantavamo insieme, facevamo l'orto insieme..passavamo insieme tutte le estati, in campagna, e al mattino quando mi svegliavo la trovavo appisolata vicino al mio letto, sulla poltroncina, per stare vicino a me.. quando ho letto 'il libro dell'estate' che mi hai consigliato tu, Lisa, mi sono tornate in mente le estati con mia nonna..
Giusy d\'antan | Giovedì, 24 novembre 2011 @14:08
Non mi commuovo facilmente, ho solo provato un po' di emozione nel leggere questa bellissima poesia-racconto. Io, senza alcuna radice contadina, almeno quanto ne sappia, ho apprezzato e molto quel senso profondo di appartenenza che la terra dà.Grazie, Gio'
Gio\' | Giovedì, 24 novembre 2011 @13:00
Miele ereditato
Mio nonno era il fiume che fecondava queste terre.
Pieno d'innumerevoli mani e occhi e orecchie.
E, nello stesso tempo, cieco e taciturno come un albero.
Era la barba antica e la voce profonda della casa.
Era il seminatore e il frutto. Il ceppo rugoso.
L 'indice del tempo e il sangue propizio.
Mio nonno era l'inverno con le mani fiorite.
Era il fiume stesso che popolava le terre.
Era la terra stessa che moriva e rinasceva.
Mia nonna era il ramo incurvato dalle nascite.
Era il volto della casa seduto in cucina.
Era l'odore del pane e della mela conservata.
Era la mano del rosmarino e la voce della preghiera.
Era la povertà dei lunghi inverni
avvolta nello zucchero come un'umile ghiottoneria.
Quindici figli mangiarono dalle sue mani miracolose;
Quindici figli dormivano col suo sonno d'aquila.
In molti nipoti e pronipoti abbiamo continuato
a passare nelle sue braccia secche.
Ma lei è sempre la mano che mescola l'acqua e la farina.
È il silenzio delle notti pieno d'uccelli addormentati.
È il braciere dell'infanzia con la focaccia che scappava.
Mio padre era quello che assomigliava di più alla terra.
Deve essere nato insieme con il frumento o il grano.
Mio padre era bruno.. e dormiva sul cavallo.
Era come il cavaliere lento della primavera.
Gli altri miei zii assomigliavano tutti agli uccelli locali.
Tutti avevano qualcosa degli alberi e delle montagne.
Alcuni erano possenti come i cavalli normanni.
Altri avevano il volto di pietra o di grano tostato.
Ma tutti ricordavano le cose prossime alla terra.
Era uno sciame turbolento che riempiva la casa.
Era una banda di pavoncelle che preannunciava la pioggia.
Erano le cesene che rubavano le ciliege.
lo nacqui quando erano già vecchi;
quando mio nonno aveva i capelli bianchi,
e la barba l'allontanava come nebbia,
io nacqui quando ardevano i falò di maggio.
E la prima cosa che ricordo è la voce del fiume e della terra.
Efrain Barquero
Nonni, padri, zii, radici..
carla | Giovedì, 24 novembre 2011 @10:42
Che bello ricordare il nonno! Al ivello psicanalitico si dice che una donna scelga in un uomo o il porprio padre o il suo opposto, ma anche i nonni hanno una parte importante nella nostra vita... il mio la amava così tanto che mi ha insegnato a prendere le cose con leggerezza, amava la convivialità della buona tavola con gli amici, io ricordo casa sua sempre piena di amici di profumi invitanti e semplici, così come era lui.
Francesca | Giovedì, 24 novembre 2011 @10:33
In ufficio ho una foto in cui siamo vicini e abbracciati, è la prima foto che ho appeso, questo lavoro me l'ha regalato lui ed è il lavoro che ho sempre sognato quando volevo fuggire dal lavoro precedente... Io, la sua unica nipote amatissima, l'unica che lo commuoveva fino alle lacrime... La mano del nonno che tiene ancora la mia e che non la lascerà mai anche se non gli posso più dare i baci sulle guance che amava tanto... Li affido al vento ogni tanto, so che gli arrivano...
una a caso | Giovedì, 24 novembre 2011 @08:24
il nonno era burbero ,la nonna energica ,ma dolce e disponibile . ricamava spesso ed io vicino a lei . lei arrotolava il metro ed io lo srotolavo ....pura felicità ..
Mercoledì, 23 novembre 2011 @08:16
"L’unico colore che lui vedeva era la lucentezza, e quello era l’amore."
(Samar Yazbek)
E’ la luce che mi ha fatto innamorare di te. Ma ora, che sollievo pensare che mi proteggi anche nel buio.
(Samar Yazbek è una scrittrice siriana, e la frase di oggi è tratta dal suo ultimo romanzo, "Lo specchio del mio segreto", appena pubblicato in Italia da Castelvecchi. Una storia di amore, di morte, di carcere: esattamente quello che sta succedendo in Siria adesso, con il mondo - e i giornalisti, e i reporter, e la tv - chiuso fuori dai confini. Una rivoluzione affidata a Facebook)
ADOLFO | Venerdì, 2 dicembre 2011 @14:22
l'anonimo del commento precedente sono io...adolfo.
vado un pò a rilento con la ..tecnologia@)-
Anonimo | Venerdì, 2 dicembre 2011 @14:17
cosa c'è di più criptico di un ....fiore?
E' per Te Lisa..
per ringraziarTI della Tua dolce musica mattutina in un mondo così"volgarmente "...runoroso @)- tat twam asi
Laura | Giovedì, 24 novembre 2011 @15:51
Lisa: ma come fai a dire sempre le cose giuste? Tu puoi buttare i tuoi pensieri nell'universo, molte persone capiranno senza spiegazioni e senza dover trovare sempre le risposte ad ogni domanda, ma lasciando solo il cuore e la mente aperta.
ilaquarteroni | Mercoledì, 23 novembre 2011 @22:07
... abbracciata e sostenuta,nel per sempre.
LISA | Mercoledì, 23 novembre 2011 @21:23
Come invidio i poeti. Soprattutto i più ermetici e criptici, compreso il Nobel della Letteratura di quest'anno, il quasi incomprensibile Transtromer. Perché li invidio? Perché a volte scrivono, che so, di lucentezza e buio (e matrimonio), e buttano il verso nell'universo mondo. Chi capisce capisce. Senza spiegazioni o traduzioni. Per una volta lo posso fare anch'io?
Anonimo | Mercoledì, 23 novembre 2011 @16:07
Lisa tutta la vita è luce e buio quindi cosa intendi?
anche i giochi hanno alti e bassi e non credo che il matrimonio sia paragonabile a un gioco o sbaglio?
ciao
LISA | Mercoledì, 23 novembre 2011 @15:55
MARIA: forse il matrimonio è un gioco di lucentezza e di buio.
Farfalla | Mercoledì, 23 novembre 2011 @15:22
Non posso pensare a un compagno o a un marito che mi protegge nel buio. forse dal buio, non so...so che nella lucentezza dei sentimenti vedo solo le persone che mi hanno voluto bene incondizionatamente (brutto avverbio, vero?) E non sono più accanto a me. Chissà, forse mi proteggono nel buio, e anche la memoria che conservo può servirmi da protezione.
maria | Mercoledì, 23 novembre 2011 @11:44
Ciao Lisa,sono curiosa di capire-sapere come fai ad avere un rapporto cosi bello col tuo consorte (non so da quanto tempo sei sposata) ma io col mio non riesco oserei dire dire che sono quasi gelosa naturalmente in maniera affettuosa............
Ciao e buona giornata
Martedì, 22 novembre 2011 @07:29
"Ogni sera andavo a dormire senza spegnere il cellulare. La mattina seguente vedevo che non c’erano state chiamate e mi rattristavo. L’umore si faceva nero, e cominciava un’altra giornata di attesa. Attesa di qualcosa che non arrivava mai. Nelle giornate di attesa, fuori dalla finestra è sempre buio."
(Banana Yoshimoto)
Il meteo del mio cuore.
(Il Buongiorno di oggi è tratto da "High & Dry", della scrittrice giapponese Banana Yoshimoto, Feltrinelli. Il primo amore di una ragazza di 14 anni. E un dorato autunno)
Giusy d\'antan | Venerdì, 25 novembre 2011 @18:53
Scusate se mi intrometto in questa esilarante botta e risposta. Sai, Annetta, io madre di due maschi al di sopra dei trenta ho la netta impressione che la madre delle Gilde sia andata felicemente in menopausa, Vivvaddio!!!
annetta | Venerdì, 25 novembre 2011 @10:09
@LadyC...ma certo, lo sono stata io per prima; ed è per questo che ho intrapreso una crociata di DeGildizzazione collettiva, anche se purtroppo anche la mamma delle Gilde è sempre incinta :-)))) Buona giornata a te!
Lady C. | Giovedì, 24 novembre 2011 @22:54
Però Annetta, i duchi di Mantova esistono solo perchè esistono le Gilde... te lo scrivo con un sorriso e con un sorriso ti auguro buona serata e bei sogni magari con un Multiproprietarioseriale da prendere in giro! Cosa non esce da questo blog!!!
annetta | Giovedì, 24 novembre 2011 @22:15
Yesss... appena ho postato il commento mi sono resa conto che avevo sbagliato melodramma!! Pazienza: sempre di donne attaccate all'amore sbagliato si tratta. A proposito di opera consiglio a tutte le sopravvissute di Multiproprietari Seriali di ascoltarsi, libretto alla mano le splendide romanze del Rigoletto: "questa o quella" e la divertente ma anche assai tragica "bella figlia dell'amore" dove la povera Gilda si rende conto di che bastardo è il Duca di Mantova, e ciononostante gli sacrifica la vita. Di duchi di Mantova è pieno il mondo...@lisa: il copyright della multiproprietà non è mio ma di una simpaticissima amica romagnola :-))
LISA | Giovedì, 24 novembre 2011 @20:01
ANNETTA L'uomo multi-proprietà seriale, avaro di sms, è semplicemente geniale... Se penso a tutti quei telefonini in attesa nel buio! LADY CHATTERLEY: anch'io avevo pensato alla Mimì della Bohème, che forse però (anzi sicuramente) non aveva soldi per la ricarica.
Lady Chatterley | Giovedì, 24 novembre 2011 @18:01
Annetta: non era la Traviata ma la Bohème a cui mi riferivo. Mimì e Rodolfo, Ma poco importa comunque. di Mia Martini, a parte le sue canzoni e la sua bella voce che ho ascoltato distrattamente, so poco o nulla della sua tragica fine. Una pena infinita, suppongo, perché chi decide di togliersi la vita ha motivi che travalicano la sofferenza umana. Ciao e buona serata.
Vale | Giovedì, 24 novembre 2011 @17:48
Buona serata anche a te Annetta!
annetta | Giovedì, 24 novembre 2011 @17:44
Grande Vale! A proposito di sepolcri, mia madre, quando finì la storia col mio primo fidanzato importante disse: "Pazienza, se è morto un amore gli faremo un bel funerale!" :-))) buona serata
Vale | Giovedì, 24 novembre 2011 @17:19
Quello che si ricorda che esisti solo quando ha bisogno di un confronto intelligente, partecipe ed empatico, quello che non risponde agli sms e tu pensi: è in viaggio, lavora, è impegnatissimo e invece è solo un egoista. Quello che non ha nemmeno il coraggio di prendere il telefono, scrivere una dannata mail per dirti: a bella mi sto innamorando, se non ti rispondo è perchè ho voglia di impegnarmi seriamente in questa storia, non voglio dover mentire o semplicemente: mi sono stancato di sentirti, mi sono stancato di te e delle tue elucubrazioni mentali.Quello che ti dice: embè che vuoi da me? Io mica ti avevo promesso niente. Quello che magari, poi, dopo molto tempo, anche mesi, decide di uscire dal sepolcro e tu...io, deficiente senza limiti, te ripondo pure! Anzi, sono felice di sentirti!!!! Però basta, fine della dipendenza e come dice Bermi a Billa in un bellissimo film di Verdone: "Addio, però no addio che dopo me richiami. Addio nei secoli dei secoli."
annetta | Giovedì, 24 novembre 2011 @15:59
@lisa - Se ci ribelliamo è perché ci siamo cascate tutte nel tranello dell’uomo-multiproprietà seriale che lesina gli sms perché – sul momento, ma solo sul momento – impegnato altrove, salvo bombardarti anche con una certa pretenziosa arroganza quando ha deciso che oggi è il tuo turno. Cascarci è umano, venirne fuori assai difficile ma ricascarci è da idiota. Il problema è riconoscerli per tempo questi soggetti, perché sono ottimi marchettari di sé stessi, per non cadere nella pericolosissima rete dell’affetto part-time (part time loro, perché tu ti ci dedichi full time, ovviamente!) e mandarli a stendere, se non vogliono pedalare. @ lady Chatterley non mi riferivo alla Traviata, ma a Mia Martini, detta Mimi, morta suicida anche per il suo enorme bisogno di affetto negato. @ Giusy quanto mi hai fatto ridere con Forza Bartali!! :-))))
Giusy d\'antan | Giovedì, 24 novembre 2011 @12:36
Ma sì! in certi casi è meglio mandarli a pedalare, come dice Annetta e se vanno via in tandem vorrà dire che non valeva proprio la pena di tenerseli. cosa ce ne facciamo di un compagno a cui piace anche il triciclo? Io preferisco due pedali e due ruote. Forza, Bartali!
Vale | Mercoledì, 23 novembre 2011 @23:54
"Un porcellino che lesina sms" è poesia. Grazie Lady Chatterley, mi addormento ridendo come una matta.
LISA | Mercoledì, 23 novembre 2011 @21:11
Ehi! Lo sapete che mi piace questa svolta un pò "guerrilla girls"?
Lady Chatterley | Mercoledì, 23 novembre 2011 @20:44
come sono contenta, Annetta, che la mia opinione abbia avuto riscontro. Sì, pedalino, col cellulare attaccato ll'orecchio che, per giunta, è anche nocivo...Penso a Mimì, morta di polmonite e per amore, povera scemetta che andava a spiare il il suo amato sotto la neve coperta solo da uno scialletto .Rodolfo , dopo qualche opportuna lacrima, si sarà consolato presto e per bene. E noi donne emancipate, sempre a sospirare per un porcellino che lesina persino gli sms, siamo diverse dalle bohémiennes? Sveglia!
Vale | Mercoledì, 23 novembre 2011 @19:06
Giusto Annetta, pedalare!!! E se li tenga gli sms non scritti, le risposte non date.
annetta | Mercoledì, 23 novembre 2011 @18:07
Sai lisa cosa sarebbe bello? Poter mettere un "mi piace" sui commenti che gradiamo...ma questo è un blog non facebook...E allora mi piace il commento di Vale e soprattutto quello di Lady Chatterley! Donne, rifiutiamoci fare la fine di Mimì per un sms che non arriva.Chi ci ama ci seguirà, e se non ci segue che vada pure - e di corsa - per la sua strada. Pedalare prego...fa bene alla salute!
un santo | Mercoledì, 23 novembre 2011 @01:26
Grazie lisa con questo si scopre tutto grazie ancora cara lisa
Anonimo | Mercoledì, 23 novembre 2011 @01:20
La filicita si gode ma la vendetta e un altra cosa
Ho imparato di non sputare dove ho mangiato e
ho un obbiettivo e sto andando avanti non di sprimere
i mie sentimenti rispetto la persona e riguarda solo me
Anonimo | Mercoledì, 23 novembre 2011 @01:08
Sadikh jhon e la "lista"e il figlio
Susy_Anne | Martedì, 22 novembre 2011 @22:23
"Nelle giornate di attesa, fuori dalla finestra è sempre buio"...
Vale | Martedì, 22 novembre 2011 @21:13
Sì Lady Chatterley, quanto hai ragione! Hai presente la canzone "Minuetto"? Ecco,, di 'tragedie' simili basta quella.
Lady Chatterley | Martedì, 22 novembre 2011 @20:17
No e no! queste attese, queste elemosine sul cellulare non riesco ad accettarle.Ma se mi ama, se vuole sentire la mia voce e i miei racconti, se vuole volare da me per vedermi e abbracciarmi a cosa serve uno stupido sms? mi tiene il bilico solo per una notte d'amore regalata da me e gratuita per lui. Non ci sto.
Speranza | Martedì, 22 novembre 2011 @17:03
Quante volte, ferma lì a guardare il mio cellulare attendo una chiamata, un sms che non arriva... ma quando finalmente ti sento e capita sempre più di rado, come cambia la mia giornata, come sono felice di aver sentito la tua voce, di aver condiviso con te un poco della tua vita. E questo mi basta per continuare ad attendere. Lo so sono una pazza, ma anche questo poco...è meglio di niente.
Vale | Martedì, 22 novembre 2011 @15:26
Il mio, ormai, è spento e defunto. Basta attendere, basta pensare di poter o, peggio, di aver potuto condividere emozioni, ricordi, pezzetti di vita. È ora di guardare oltre le illusioni unilaterali, tanto belle nella loro firma autolesionistica di sogno, ma dolorose e forse inutili.
Angela | Martedì, 22 novembre 2011 @14:33
Quanto mi identifico in queste parole!!! :(
una a caso | Martedì, 22 novembre 2011 @10:32
per ilaria....non basta accogliere, bisogna attendere . accogliere è segno di rassegnazione . attendere è sempre segno di speranza . ciao
Anonimo | Martedì, 22 novembre 2011 @09:58
Quando si è innamorati è sempre il primo amore. A 14 come a 50 anni… E si lascia sempre il cell acceso..
E di colpo cambia l’umore… tristezza e gioia, malinconia ed euforia…
Che bello l’Amore.
Un susseguirsi di implosioni ed esplosioni di sentimenti ed emozioni uniche...
Francesca | Martedì, 22 novembre 2011 @09:47
Non voglio più aspettare il tempo che non ho, voglio crearmelo!!!
ilaquarteroni | Martedì, 22 novembre 2011 @09:40
.."lasciata lì, in attesa...".A volte qualche musichetta accompagna quella che è la domanda per un appuntamento ospedaliero... a volte anche quando qualcuno mi dice :" ti racconterò...".Mi piace stare in ascolto di ciò che si muove mentre aspetto il pullman,oppure quando il tiglio se ne sta lì con i suoi rami
Oggi ,non andrò a scuola. resto a casa in attesa di una telefonata.mi piace stare a casa,soprattutto quando c'è questo s i l e nzio che nutre il mio c u o r e.la malattia è preziosa,quando meno te lo aspetti,lei compare.la casa... è il mio corpo! oggi lentamente passerò un vello di pecora sul pavimento e osserverò il meraviglioso spostarsi della polvere.essssssssssssssi oggi anche il pavimento riprenderà luce! La nebbia avvolge la casagiallogiubbettodilaria e dentro io ilariagallàfelice.
Lunedì, 21 novembre 2011 @08:01
"Un marito è un luogo. Un luogo di solidità. E di purezza anche, se una s’impegna." (Marcela Serrano)
Mio marito.
(La frase che ho scelto per City oggi è della scrittrice cilena Marcela Serrano ed è tratta dal suo ultimo libro, "Dieci donne", Feltrinelli)
LISA | Lunedì, 28 novembre 2011 @08:55
MARTA: no, non è semplice. Non è semplice, perché per un uomo l'identità è fatta anche e ancora di lavoro, soldi, carriera. Non è semplice quando si crea un disequilibrio, quando non si riesce più a parlare. Perché lei che guadagna di più (o ancora peggio lei che lavora e lui che ha perso il lavoro, come nel mio "Glam Cheap") è ancora un indicibile tabù. Ma i tabù sono fatti anche per essere spezzati, Marta. E quello che non viene detto, anche all'interno della coppia, pesa tanto, troppo, soffoca.
Anonimo | Venerdì, 25 novembre 2011 @23:55
Quello che guadangi e per te non per me quando ho avuto dei
problemi economiche non mi hai sostenuto facevi finta anche
di non capire nulla io ti conosco bene anche benissimo quello
che cerci non esiste come si dice" l'erba voglia non cresce nemmeno
nel giardino del re" a me la richezza non conta ora sinceramente sto
bene proprio bene in tutti sensi anzi con i tuoi tanti ti soldi facevo dei
e non ti ho mai chiesto nulla e mi vieni da vomitare sentirti dire che
guadagni meglio di me ce chi di meno e piu felice basta "giocare" io
sto con una ragazza "milanese" che e abbastanza famosa!!! Come si parla. di guadangi andiamo just cavalli stasera!!
Farfalla | Venerdì, 25 novembre 2011 @21:43
TRISTEZZA DI RAPPORTO O RAPPORTO TRIST
rapporto triste o tristezza di rapporto. quanto grigiore nelle parole di Marta . Ma un rapporto fatto d'amore, di solidarietà, di progetti e prospettive può ridursi a un'unica semplice affermazione: guadagno più di Lui, ho fatto carriera, Lui no. prevedo un grigio, insipido squallido rapporto di coppia.
.
Marta | Venerdì, 25 novembre 2011 @14:44
Professionale. Abbiamo cominciato a lavorare vent'anni fa. Io ho un lavoro interessante, ho fatto carriera e ora guadagno più di lui. Non lo faccio pesare. Non parlo mai di lavoro a casa. Non ho neanche raccontanto che quest'anno ho avuto un premio. Lui omai mi parla solo di cose legalte alla quotidianità, la spesa da fare, la cena da preparare. Lascia che io mi occupi di tutto, quasi come se fosse un bambino. "l'aiuto si dà a chi ha bisogno" mi dice. Non mi lamento mai. Forse è anche questo che infastidisce. Sono dispiaciuta per lui, moltissimo; cerco di capire e di accettare sfoghi verbali pesanti. Mi ricordo com'era quando l'ho conosciuto. Ho una segreta illusione/speranza che il giorno che non lavoreremo più, tutto tornerà come prima.
LISA | Mercoledì, 23 novembre 2011 @16:55
Interessante, MARTA, ma di che tipo di competizione parli? Professionale?
marta | Mercoledì, 23 novembre 2011 @12:49
Ho letto una frase di Isabelle Allende sul marito, dal quale lei si aspetta "complicità, protezione, sesso". Mi è sembrata una bella definizione. Forse si può anche stare con due su tre (noi donne capiamo tanto) ma cosa succede quando un marito si mette in competizione? Cosa bisogna fare?
Anonimo | Mercoledì, 23 novembre 2011 @01:14
Siamo stati in un luogo da soli non ce niente di particolare
ilariaquarteroni | Martedì, 22 novembre 2011 @05:05
...anche adesso:grazie!
ilariaquarteroni | Martedì, 22 novembre 2011 @04:57
marito è:fisico,mentale,spirituale,affettivo,sensuale,d'amore,d'amare.cristallo.snifffffff...ilariain cammino....
ilariaquarteroni | Martedì, 22 novembre 2011 @04:49
... marito è: persona,maschile e femminile,singolare,plurale. marito è fratello,sorella,uomo in divenire...essere umano capace di tanto,poco ,tantissimo, pochissimo.in crescita,in arresto.in evoluzione... in cammino su percorsi diversi,paralleli,distanti quel tanto,o per quel poco che è con tatto ! contatti sereni anche per oggi .
Aminta | Lunedì, 21 novembre 2011 @23:14
penso con molta semplicità che stamattina, leggendo la tua scheggia, qualche coniugata un po' delusa, un poco arrabbiata avrà riflettuto e forse sarà tornata a casa con un sorriso. e una carezza. a volte questi piccoli gesti possono valere molto o niente. Dipende dalle situazioni.
una a caso | Lunedì, 21 novembre 2011 @20:28
anche lo scoglio ,oltre alla zattera , mi piace ...basta non sbatterci contro ....ciao
claudia mdg | Lunedì, 21 novembre 2011 @19:01
@ Stefano: per me impegno non vuol dire mancanza di spontaneità e di naturalezza: ci si impegna per le cose importanti, si ha cura delle cose preziose. Forse esagero, ma l’egoismo mi sembra molto più spontaneo e naturale dell’amore. La frase di oggi la trovo bellissima, grazie.
Giusy d\'antan | Lunedì, 21 novembre 2011 @18:07
Mi è piaciuto il commento di Annetta, tanto che rinuncio a esprimere la mia opinione (meglio per tutti)
Cara una a caso, le zattere galleggiano benissimo. con un minimo di autocritica potrei paragonare il mio a uno scoglio, ben saldo, pronto ad affrontare le onde che lo erodono un po'. ma a lui va bene così da tantissimi anni.
annetta | Lunedì, 21 novembre 2011 @14:56
Penso alla poesia di Odisseas Elitis, quella della donna-porto sicuro, casa con balcone di rose, statua, nel suo senso di esserci nel tempo. Mi piace l'idea della persona-luogo, un qual-dove, un qualc-uno verso cui si dirige l'ago della nostra bussola. Bello avere una persona-luogo, ma ancor più bello riuscire ad essere persona-luogo per qualcuno. L'impegno, va da sè, deve esserci da entrambe le parti... Bella frase, brava lisa...
una a caso | Lunedì, 21 novembre 2011 @13:24
il mio è una zattera in mezzo allle mie bufere.
Stefano | Lunedì, 21 novembre 2011 @09:47
Dovrebbe essere davvero così, per un marito e anche per una moglie
Ma non si dovrebbe ricorrere all’impegno.
Dovrebbe essere "solido e puro" in modo naturale, spontaneo
Per quante/i è così?
E se non è così, naturale, spontaneo, cos’è ?
Venerdì, 18 novembre 2011 @07:25
Ora aspetto le tue lettere
una strana flottiglia di navi cargo
che mi portano notizia di confini che cambiano, i piccoli viaggi
del cuore. Sono come reliquie di un santo.
Apro i leggeri fogli bianchi
ed è come se baciassi delle ossa"
(Maura Dooley)
E i tuoi sms, conservati uno per uno nel telefonino, briciole di te.
(Maura Dooley è una poetessa inglese, e i versi di oggi sono tratti dall'antologia "Staying alive", Bloodaxe Books. La traduzione, maldestra, è mia, ma guardate come sono belli in inglese: cliccate sulla parte "globish". Vi ricordo che con Twitter potete ricevere ogni giorno il mio Buongiorno direttamente sul vostro telefonino: Daily Lisa! Anzi, briciole di Lisa)
LISA | Lunedì, 21 novembre 2011 @08:14
UN PIZZICO DI ZENZERO: mi piace molto lo zenzero, e mi piace molto l'idea che tu abbia conosciuto la mia eroina glam cheap, Stella dallo sguardo prezzante, ora più che ma attuale! E chissà come sei capitata qui...
LISA | Lunedì, 21 novembre 2011 @08:08
ANONIMO: sms vuoti, ossi di seppia.
ilaquarteroni | Lunedì, 21 novembre 2011 @07:52
questa nebbia...così avvolgente... atmosfera invernale! io e michele percorreremo la via per raggiungere il paese. regalo natalizio.eggià il natale quando arriva arriva! e per oggi sono già felice così.I.
Un Pizzico di Zenzero | Sabato, 19 novembre 2011 @23:02
Sono capitata casualmente nel tuo sito, e ho scoperto con piacere e sorpresa che sei l'autrice di un libro che mi ha divertita moltissimo "Glam Cheap"... è un piacere girare tra queste pagine.
ilariaquarteroni | Venerdì, 18 novembre 2011 @21:29
tengo fra le mani:le chiavi!ecco,dal fondo del profondo, a fior di labbra pronuncio...grazie per questo grande dono.la mia rondine dell'anima saltella felice!ed io... anche!orpola,riesco anche a saltellare.ilaria serena.
Vale | Venerdì, 18 novembre 2011 @15:33
Esiste un simpatico aggeggio che elimina le briciole in un istante, sarà il mio regalo di Natale. Un bacio a tutti.
Giusy d\'antan | Venerdì, 18 novembre 2011 @14:53
Non sono in grado di valutare la tua bravura di traduttrice, Lisa, però a mio modesto avviso hai fatto bene a mettere il plurale a "osso". Un conto è baciare un osso o delle ossa, c'è una bella differenza, un po' macabra se vogliamo...Un saluto veramente grato per ciò che mi regali quando leggo il tuo Blog.
Anonimo | Venerdì, 18 novembre 2011 @09:01
Dimenticavo.
Sms vuoti..
Appunto .
Come quello del 3 agosto di due anni fa....
Anonimo | Venerdì, 18 novembre 2011 @08:44
E non credere al destino! Mai frase e commento più idoneo proprio stamattina! Non sono l'unico stupido allora se conservo come una reliquia tutto quello che mi riporta a te! Sms, mail, foto, frasi, commenti...
Reliquie di un santo, giusto. Anche da non credente ti ho venerato e ti venero come una santa..E' la forza dell'amore puro, vero, sincero, spontaneo, l'amore che si sprigiona fortemente dal cuore e si manifesta in tutte le sue caretterizzazioni...I confini cambiano, portano su altre strade e altri lidi, ma i confini dell'amore restano sempre gli stessi. Confini ristretti al cuore e alla mente e che in qualunque parte del mondo, in qualunque porto, saranno sempre delimitati a te..Già adesso sto aprendo quelle lettere che non arriveranno mai più,già adesso sto leggendo quegli sms bianchi che non mi saranno mai più spediti e non ho nemmeno l'illusione di baciare delle ossa che di per se sono fredde e dure...La mia illusione e la mia immaginazione fa si che io baci le tue labbra, calde e morbide. Illusione appunto, immaginazione.. E tale rimarrà. Ma l'amore, quando è sincero e leale, va anche oltre questo. E allora stamane, chiudendo gli occhi , le bacerò quelle labbra . Un bacio che volerà nel vuoto e si fermerà sulle sue labbra...
Bacio. Dal cuore
Giovedì, 17 novembre 2011 @08:10
"Da molti anni volevo scrivere un libro
di preghiere, e perché?
Perché ho imparato che ciò che è più saldo pende sul vuoto
perché ho capito che le frasi sono suppliche
e perché ho capito che tutto ciò che ho detto
e in tutto ciò che ho detto ho detto solo grazie
sicché in effetti ho scritto goccia a goccia il libro di preghiere
che oggi pesa all’incirca 90 chili
che presto compirà cinquant’anni e a cui ho comprato ieri
un paio di scarpe."
(Aaron Shabtai)
I miei anni in un grazie.
I versi di oggi sono tratti dall'antologia "Poeti israeliani", Einaudi.
monna | Lunedì, 2 gennaio 2012 @21:00
un libro da leggere per approfondire l'eterna ricerca di ogni uomo di riconoscersi nel suo passato
Carrie | Giovedì, 17 novembre 2011 @10:37
Cara Lisa,
ancora una volta la scelta di uno dei miei amati poeti israeliani: grazie!
Si può pregare anche con le poesie....
Mercoledì, 16 novembre 2011 @08:41
"Di recente ha cominciato ad avere paura che quanto desidera più di ogni altra cosa al mondo – ovvero che la sua vita cominci, che abbia un senso e si trasformi da quella sfocata monocromia in un glorioso technicolor – possa sfuggirle."
(Maggie O’ Farrell)
Vita, una nuova vita, voglio accelerare la mia vita.
Questi sono i pensieri di Lexie, una delle due protagoniste del romanzo di Maggie O’ Farrell, "La mano che teneva la mia" (Guanda): Lexie negli anni Sessanta, nel giardino di casa, in un paesino della provincia inglese, Lexie che ha paura che la sua vita non cominci più. E invece comincerà, e una volta presa la strada accelererà, veloce veloce: finendo diretta nei Roaring Sixties a Londra, tra pittori e giornalisti e minigonne. Mi è piaciuta l’autrice, quando ha dichiarato che l’idea le è venuta da una mostra di foto vista a Londra: di John Deakin, fotografo di quegli anni. Continuava a tornare e comprare cartoline, finché la sua protagonista le è venuta incontro (e una foto è diventata la copertina). Ma mi è piaciuta soprattutto quando ha raccontato che, per scrivere, per trovare ispirazione, indossava il vestito vintage di uno stilista di quegli anni, Ossie Clark. Un abito che ha più o meno la sua età. Forse perché ci sono vestiti che conservano sempre la forza e il ricordo di un giorno.
LISA | Lunedì, 21 novembre 2011 @08:11
ANITA: un pó in Italia e un pó altrove. Ma tu scrivi ancora se hai voglia, raccontaci della tua vita un Ecuador... Ti manca l'Italia? E cosa?
Anita | Giovedì, 17 novembre 2011 @18:43
noi siamo ancora in Ecuador esattamente in Quito la capitale, m lei é in italia??
Aminta | Giovedì, 17 novembre 2011 @15:02
Sì, trovo che un momento di pausa sia necessario nella vita, anche se ancora non si è varcata la soglia degli "anta" Quell'impulso a correre sempre e comunque, non mi sembra sempre salutare. Soffermarsi e porre domande a se stessi, sforzandoci di guardare al nostro vissuto con onestà e cercare di piacersi almeno un po' e pensare che possiamo farci compagnia anche se ci sentiamo soli. la solitudine è sempre in agguato ma un briciolo di fiducia in quel futuro di cui siamo solo in parte artefici serve e ci fa sperare e pensare che, in fondo, è bello camminare a braccetto con noi stessi e, se c'è, la persona che ci accompagna.
woland | Giovedì, 17 novembre 2011 @12:38
Ho improvvisamente realizzato che devo trovare un senso alla mia vita. E la scoperta mi destabilizza.
Ho chiuso una relazione di qualche anno con una ragazza molto più giovane di me e mi sto innamorando di una donna della mia età.
La situazione è complicata. C'è un figlio, c'è un ex compagno ancora da archiviare come tale (ovviamente non come padre del bambino).
Mi ritrovo, a qualche anno dai quaranta, ad avere l'impressione di non sapere qual è il mio obiettivo, in quale direzione guardare per trovare il futuro.
Di certo non è questa la vota che mi auguravo. E non sono la persona con cui volevo invecchiare.
Sono immobile. Non vado avanti e guardo spesso indietro.
LISA | Giovedì, 17 novembre 2011 @08:02
ANITA, grazie di questa mail, che viene dall'altra parte del mondo! In che città vivete adesso? Salutami tanto Grace.
ilaria quarteroni | Giovedì, 17 novembre 2011 @06:02
...passo dopo passo... ritmo a passo cadenzato, leggero,da montanara. Alternanze di: sensazioni,emozioni,situazioni,incontri,non incontri,di vita,di morte,di risate a crepapelle,di silenzi profondi,di distacchi,di persone fra persone,di persona.Io.....continuo.... e benedico le pause.
erica | Mercoledì, 16 novembre 2011 @17:50
è una paura che ho spesso anche io..
Anita | Mercoledì, 16 novembre 2011 @17:43
cara Lisa, sono anita figlia di Grace, giusto la scorsa settimana mi sono decisa a leggere tutti i libri in italiano che ho in casa, in realta sono pochi ma tra questi ho trovato il suo, mi ha fatto molto piacere leggerlo e ricordare Italia anche perché ci manca molto... comunque volevo dirle che il suo libro é davvero molto bello e simpatico gia ke mi accompagna tutte le mattine nell autobus per andare al lavoro....
Un bacione e un saluto da parte mia e di mia mamma Grace
annetta | Mercoledì, 16 novembre 2011 @13:35
...ero proprio in quel mood lì quando iniziai a leggere kerouac...
Francesca | Mercoledì, 16 novembre 2011 @11:16
Cara Lisa, vorrei sapere come fai a trovare le parole che esprimono, meglio di come so fare da sola, quello che sento adesso! Grazie!!!
Martedì, 15 novembre 2011 @08:02
"L’anno scorso, a novembre, un libro mi ha salvato la vita."
(Nicolas Barreau)
Il piccolo miracolo delle parole.
Vi è mai capitato che un libro vi salvasse la vita? A me sì. Non come nel romanzo new romantic da cui ho tratto la frase di oggi, - "Gli ingredienti segreti dell’amore", Feltrinelli – dove una ragazza, giovane chef e cuore spezzato a Parigi, in una giornata di pioggia e malinconia entra, lei che non ama leggere ma solo cucinare, in una piccola libreria. E trova un romanzo che inaspettatamente le farà di nuovo credere nell'happy end (soprattutto grazie all’autore!). Io, invece? Vi stupirò: niente poesie, niente Jane Austen o Guerra e Pace… In uno dei momenti più tristi della mia vita, mi ha salvato un romanzo degli anni Venti, un piccolo prodigio di humor britannico, di E. F. Benson. Protagonista, la snobbissima, eccentrica, anche un po’ antipatica, Lucia, e le sue peripezie come despota del paesino di Tilling. Perché proprio questo libro, che non ho mai osato consigliare né regalare? Forse perché non c’entrava nulla con la mia vita in quel momento. Forse perché credo fermamente che in certi momenti dall’abisso ci possa salvare solo l’ironia.
Nica | Lunedì, 2 luglio 2012 @03:50
Brandie Couch - Sarah,Thanks so much for posting your piuctres up on your blog. I'm a regular visitor and enjoying looking at the picture and reading about what's happening up north. You have such a great talent, and I'm amazed every time I see your piuctres!Brandie
Giusy d\'a. | Sabato, 19 novembre 2011 @15:14
Che bello, Speranza. un libro che ti ha trovato. Io sono super partes, nel senso che sono stata madre biologica, con qualche incertezza sulla procreazione, poi superata. Pensa che a me il libro di Lisa che ho letto con molto interesse tanti anni fa, ha aperto una porta, quella sulla maternità delusa. E mi sono sentita un po' a disagio per aver generato con tanti interrogativi. Spero di essere stata comunque una buona madre. Ho il loro affetto, .spero...Auguroni di buona e proficua maternità con le tue meravigliose bambine.
Susy_Anne | Sabato, 19 novembre 2011 @13:40
Sì.. i dolori del giovane Werther, Orgoglio e Pregiudizio&Persuasione, l'ombra del vento e la saga di Twilight su tutti sono stati il mio rifugio...
speranza | Venerdì, 18 novembre 2011 @22:17
un libro anni fa m'ha salvato la vita, "confessioni di un'aspirante madre". Lo trovai per caso in libreria, o forse fu lui a trovare me.
E ora invece eccomi qua a dover rubare qualche minuto di tempo libero per usare il p.c., cosi' come sono "assorbita" dalle esigenze delle mie meravigliose figlie adottive. I film li vedo su Sky, anche il cinema ha risentito dello stravolgimento familiare, e consentitemi di dire che "Io sono l'amore" dello scorso anno, se l'avete perso, va assolutamente visto.
un saluto alla scrittrice del libro.
wiki | Venerdì, 18 novembre 2011 @11:57
Salvato la vita non so, di sicuro però mi hanno aiutato a non sprofondare nel baby blues. Dopo la nascita dei gemelli, in quelle lunghe e buie giornate di novembre, tutte uguali, senza un'ora di sonno a portare ristoro, la mia migliore amica (che definizione riduttiva per colei che mi conosce di più al mondo) mi ha portato i libri di Twilight, mi ha fatto vedere il film (in inglese, chè Pattinson ha una voce di un sexy!), mi ha regalato il volume con le foto degli attori, insomma mi ha creato questa dimensione extra-mamma prettamente adolescenziale che per qualche (raro) momento mi permetteva di staccarmi dal mio ruolo e di sognare un po'. Adesso i gemelli sono cresciuti, io sono tornata me stessa e quei libri non li ho più letti, però ogni volta che li guardo, lì in fila, vicino al mio amato Murakami, a Grossman, a Hornby, beh, non posso fare a meno di sorridere.
LISA | Giovedì, 17 novembre 2011 @16:02
ANONIMO: interessante, molto... e il titolo del libro? O la scomoda storia, se hai voglia di raccontarla.
Anonimo | Giovedì, 17 novembre 2011 @15:32
leggo tutti i giorni...e tutti i giorni salvo qualcosa di me
C'è stato un lungo periodo della mia vita, in cui se mi avessero chiesto "ma tu che fai?" io avrei risposto :"leggo"
Ora leggo e faccio tante altre cose..e meno male!
comunque ho letto anche un libro che mi ha rovinato, perchè raccontava una storia simile alla mia e l'ho usato per dire una scomoda verità.
LISA | Giovedì, 17 novembre 2011 @09:30
ILARIA: aptonomia. Bella parola, non la conoscevo neppure io. E bel significato: la scienza del tocco, o del contatto affettivo. Dal greco "hapsis": toccare, prendere contatto, entrare in relazione; e "nomos", regola. Stranamente (o forse no) se ne parla soprattutto nel rapporto genitori/neonati; e nella dolce morte, per accompagnare chi sta morendo. L'alfa e l'omega della vita. Il passaggio: quando abbiamo bisogno di qualcuno che ci accarezzi, che ci tenga per mano.
ilaria quarteroni | Giovedì, 17 novembre 2011 @06:07
........... parola che tiene un sentire profondo:aptonomia......Libro letto su consiglio di Wilma nel lontano 199equalcosa.così è.
Simone RED | Mercoledì, 16 novembre 2011 @18:49
Se dovessi pensare ai libri che ho letto, ne ho davvero pochi che considero significativi, per quanto alle fine anche un semplice manuale o delle piccole citazioni su un giornale metropolitano riescono a farlo benissimo. Fu però sicuramente Osho con "Con te e senza di te" a farmi rendere conto di quanto in realtà possedevo e che dovevo avere per credere alla mia felicità. Ma, tu invece, da chi ti sei fatta salvare?
LISA | Mercoledì, 16 novembre 2011 @07:24
Grazie a tutte per aver raccontato dei libri che vi hanno salvato. Buffo pensare a Harry Potter e Twilight: ma è vero, sono saghe magiche che portano direttamente in altri pianeti, altre dimensioni. Come se un libro fosse sul binario 9 e 3/4 (SPRING sa cos'è!). Un grazie particolare ad OLGA che ha ricordato il libro rosa: sai, scrivere "Confessioni di un'aspirante madre" ha salvato un po' anche me. Forse per questo quando vedo la copertina sorrido, come quando incontri per caso una vecchia amica. E hai ancora voglia di andarci a prendere un caffè.
ilaria Quarteroni | Mercoledì, 16 novembre 2011 @06:32
Ieri sera...sono uscita di casa. nonostante lamicavoglia.Ero stanca.Mentre salivo i gradini del comune ,sorridevo.La sala consigliare aveva già accolto altre persone.mi stavo sedendo sulla poltrona,ma la sfiorai soltanto.con noncalance mi avvicinai alla parete per meglio osservare il quadro.risalutai ma nessun eco .mi sedetti sulla sedia . arrivò l'assessorA...ci chiese il nquarto d'ora accademico.orpola!!!!!!!!!!!!!!!!!! ci contò dovevamo essere centoquaranta.Eravamo in 14 adulti e una bambinache accompagnava i suoi genitori.all'uscita ho incontrato gli occhi dell'assessora e quelli di un papà.ho sceso le scale. volevo chiedere un passaggio.ho deciso che avrei percorso la strada del ritorno a casa , Avvolta dalla nebbia a passo sicuro.vicino alle scuoleelementari:mi sento chiamare! Lorena si avvicina,è entusiasta del corso di pilates.provo gioia nel cuore! riprendiamo le nostre strade.percorro la vialudovicoariosto e... salgo un'altra scala. Sono inaspettata. l'incontro non doveva esserci.un cerchio di persone conosciute sta parlando di frutta, verdura,scarpe, pesce,pasta e quantaltro.una cagnolina festosa inizia a giocare.Mi lecca la mano:mi fa morir dal ridere!! Stefano alla mia sinistra ha gli occhi a pallina! seduta alla mia destra c'é la Dotti.sono stanchissima ma riprendo verve quanto si parla di ... ottodicembre. Io ho già un impegno. affiancherò il mitico Floris che con colpi decisi spezzerà il torrone sardo.insommasiiiiiiiii anche a cologno al serio faremo la degustazione di torrone.La dotti è entusiasta! pensa ,mi dice, ci deve essere un'altra persona a cologno che fa la tua stessa cosa, l'ho sentita sul pullman! guardo la Dotti e le dico ero io quella che c'era sul pullman.lei sconcertata ...non sapevo che prendi anche il pullman! non sempre, vado a bergamo ma venerdi sia per l'andata che per il ritorno a cologno ero sul pullman.aaah!!! ho dato la mia buonanotte e giunta a casa,ho salutato michele e fabri. alla domanda ho risposto bene,nel senso che... ognuno fa quello che può. bacio della buonanotte e ...scrivo un messaggio,lo invio.mi addormento con una certezza nel cuore.Proseguo cosi anche con la voce un pò rauca,nasale...o raffreddata o semplicemente mal usata. ho un'altra certezza ora sono le seieventinove e vi auguro un bellissima giornata. A scuola mi riconoscono anche se non mi vedono.I bambini e le bambine vanno oltre,per mia fortuna.lisacorvaforever. grazie.ilariaq.
Susy_Anne | Mercoledì, 16 novembre 2011 @01:57
Sì.
carla | Martedì, 15 novembre 2011 @22:12
Piccole donne a dieci anni, Casa di Bambola di Ibsen a venti, L'infinito nel palmo della mano di Gioconda Belli tre anni fa, e in generale i libri che parlano di donne. Devo ancora capire chi sono !
Farfalla | Martedì, 15 novembre 2011 @22:06
Non so chi siano i twilight, Gisy, ma se ti hanno aiutato, è positivo! io in momenti veramente difficili ho letto quasi tutto Isaac Asimov. sapessi come mi sono estraniata da una realtà che non mi piaceva affatto. Chiusi i libri e più sollevata, mi sono sentita meglio.
Gisy | Martedì, 15 novembre 2011 @19:43
....sembrerò frivola o banale,ridicola di certo,ma mentre lottavo con mio papà la sua battaglia per la vita ho trovato riparo e conforto nella saga di Twilight..lo so farò rabbrividire chi di libri se ne intende,ma io a questo blog e a Lisa posso dire che quei libri,quella favola mi hanno aiutato in quelle ore lunghissime e forse ad oggi quasi inutili.
grazie a tutti i libri che ci aiutano a vivere.
Cristina | Martedì, 15 novembre 2011 @17:51
... sera. Ritorno qui e per un attimo mi lascio catturare dalle parole.
Riverberi d'altre vite mi raggiungono come tanti ritagli di tessuto che messi insieme formano una coperta, un quilt, nel quale avvolgersi.
Un grazie sincero e un pensiero a voi tutte.
Giusy d\'antan | Martedì, 15 novembre 2011 @14:26
Io volo basso, quindi ho sempre ben vivo nella memoria un libretto dalla copertina gialla con Paperino in prima linea. Barzellette e raccontini comici per bambini. Lo avevo regalato ai miei. Non ricordo il titolo, sono passati più di 24 anni...la chemio era durissima e io, gialla come un limone tendente al verde, avevo accanto a me sul letto il figlio minore che leggeva e rideva e mi faceva ridere. Libretto salvifico. Chissà dove lo avrò cacciato? lo devo cercare. Ah, il più grande mi allietava con Gianni Rodari. Anche nel disagio si può ritrovare il buon umore.
annetta | Martedì, 15 novembre 2011 @13:52
Certo! A 16 anni ho letto "Sulla strada" di Jack Kerouac, cui hanno fatto seguito tutte le sue opere e molte altre della Beat Generation. Dopodichè non mi sono messa né a fumare erba, né a girare il mondo senza meta in autostop, ma ho capito sin da molto giovane che avevo il pieno diritto di scegliermi una vita diversa rispetto a quella "preventivata" per le liceali delle soporifere province lombarde di fine anni ’70. E’ stato questo a salvarmi la vita... Grazie Jack, forever.
Olga | Martedì, 15 novembre 2011 @13:15
Sei anni fa, a novembre. "Confessioni di una aspirante madre". Grazie, Lisa. Grazie a tutte le pink girls.
Spring | Martedì, 15 novembre 2011 @11:23
Pensandoci può sembrar strano, a me è capitato con la saga di Harry Potter della penna magica di J.K.Rowling. In un momento di buio totale mi hanno catapultato in una realtà inesistente e fantastica, facendomi ridere, commuovere e appassionare, riaccendendo la luce della mia fantasia. Iniziai a leggere il primo e poi li ho divorati tutti nel giro di pochi giorni. Non sono un'appassionata di fantasy, ma questi libri mi hanno salvato.
Cristina | Martedì, 15 novembre 2011 @10:22
In certe circostanze i libri si fanno scialuppe di salvataggio. Zattere improvvisate. Rive insperate.
Sì, ci sono stati libri che mi hanno salvato la vita.
Incontri fatali che hanno tradotto per me ciò che la mia anima gridava in silenzio, senza trovare le parole per dirlo.
E ho visto la mia vita, lentamente rialzarsi e mutare... fondersi col respiro di parole che sapevano di un tempo antico fatto di fiabe e qualcosa d'altro d'inesprimibile che ti penetra sottopelle e diventa parte di te e di tutto ciò che ancora non sai, ma che sarà.
Paola | Martedì, 15 novembre 2011 @09:58
Anche a me "a me si".
Dopo la morte del padre ho letto "Ritratto in piedi" di Gianna Manzini.
Descrive alla perfezione l'adorazione provata per un padre scomparso prematuramente e il tormento legato al rimorso.
Non svelo oltre e consiglio la lettura, anche al di là del lutto.
Lunedì, 14 novembre 2011 @09:25
"Sul cuore ho già le impronte digitali della tua forte mano"
(Maria Luisa Spaziani)
Non stringere troppo forte, amore.
(Maria Luisa Spaziani, nata nel 1924 a Torino, fu molto legata a Montale. I versi di oggi sono tratti dall'antologia delle sue poesie, Oscar Mondadori)
ilariaquarteroni | Martedì, 15 novembre 2011 @04:48
... lo sguardo,il gesto,la parola non detta,la risata,la lacrima scivolata.Impronte nell'anima.ilaria in ascolto...
Nina | Lunedì, 14 novembre 2011 @21:56
E' passato tanto tempo e di te ricordo bene le tue mani, dita lunghe e palmi grandi, avvolgevano la mia mano come un morbido accappatoio bianco, pelle calda, sempre. Di sera mi incantavo guardandole danzare sulle pagine di un libro sulle note di mille cicale ....
Aminta | Lunedì, 14 novembre 2011 @17:50
io direi impronte impresse nella mente, nei ricordi, impronte cementificate. Lascerei il cuore a svolgere la sua funzione di pompa vitale.
Cristina | Lunedì, 14 novembre 2011 @11:11
Prendo in prestito questa frase e la scrivo nel vento, o sul dorso di una foglia... dedicata al tempo, ai ricordi, alla vita. A quel che ancora non so e che sarà.
Stefano | Lunedì, 14 novembre 2011 @11:02
Sul cuore e nel cuore non rimangono impresse solo le impronte digitali, ma il volto, il sorriso, lo sguardo, gli occhi, le smorfie, i ricordi…
Rimani impressa tu
Carrie | Lunedì, 14 novembre 2011 @10:51
Sì, sul mio cuore resteranno per sempre le impronte della tua mano dolce e forte ad un tempo, amore grandissimo, papà mio amatissimo, che te ne sei andato in tarda età, ma per noi sempre troppo presto...
Domenica, 13 novembre 2011 @11:05
Conoscete lo stile "stamattina mi sono vestita a occhi chiusi"? Particolarmente popolare nelle mattine di freddo, quando tutto si vorrebbe fuorché uscire di casa (e doverci rimanere fino a sera: ma chi ce la fa fare di essere donne multitasking?). Eppure - così almeno sostiene un’amica stilista, e se lo dice lei c’è da crederci – è uno stile che funziona. Si chiudono gli occhi e si mixa il pois con il tartan; ma anche i materiali: pizzo, tweed e maglia...
Poi c’è lo stile cupcake. Avete presente i dolcetti americani iper-decorati che piacciono tanto anche in Italia? Eccoli in versione moda: micro-abiti zuccherosi, magari in tutte le sfumature del rosa, o con pizzi (tagliati al laser però). Non li amo, anche perché ai cupcakes (belli da vedere ma immangiabili) preferisco i marrons glacés e i macarons parigini.
E infine c’è lo stile raffreddore. Quello per cui usciremmo di casa solo avvolte in un maglione oversize e tricottato, con sopra una sciarpona, anzi – possibilmente - un plaid. Uscire di casa? Che dico. Con il raffreddore, di casa non usciamo proprio, ci si avvolge in una coperta, e si legge un libro finché ci si chiudono gli occhi. Il massimo dello sforzo è giocare con l'iPad, su cui sto lasciando tutte le mie ditate cercando di capire come funziona. (E su cui ho seguito in diretta la fine - speriamo - dell'era bunga bunga, anche in quanto look moda, spero). Già, sono finalmente proprietaria di un iPad! Ora posso felicemente girare per il mondo con bagaglio leggero, quando mi deciderò a uscire dalla mia coperta cocoon, s'intende. Questo, comunque, è il look che ho adottato questo weekend. Consiglio!
Il look "stamattina mi sono vestita a occhi chiusi" è un’idea buffa di Patrizia Pieroni, stilista romana: http://www.patriziapieroni.it/
ilariaquarteroni | Lunedì, 14 novembre 2011 @05:18
...il tatto e l'olfatto ci guidano nelle scelte,anche dei vari indumenti. un lieve soffio d'autunnovembrino,ci sia gradito.iaiaq
Aria | Domenica, 13 novembre 2011 @20:06
Il look a-occhi-chiusi è un pò come dire: siamo alla frutta.
Non mi piace e mi sembra solo l'ennesima trovata per chi manca di fantasia. D'altra parte non è nemmeno una novità, basta pensare al grunge...
Però, si sa, basta cambiare nome e sembra tutto nuovo :-)
ilariaquarteroni | Domenica, 13 novembre 2011 @19:05
mi piace l'abbigliamento "a cipolla"...oggi mi sento cipolla! un avvolgente abbraccio color cipolla dorata.una buona settimana di.. salute a tutti !snif........ilaria
Giusy | Domenica, 13 novembre 2011 @15:58
Bella la tripletta, sono veramente abile nello scrivere e nel postare. (eccesso di autostima?)
Giusy d\\\'antan | Domenica, 13 novembre 2011 @15:56
ciao, Lisa. Come mi piacciono e mi divertono i tui articoli leggeri come piume ma con uno spillo conficcato tra le parole. Non vado oltre, non voglio infierire anche perchè non siamo ancor bene sicuri di come andremo a finire. quasi una rima amore-cuore come ha scritto qualcuno in questo blog, ma oggi mi sento molto ...lirica. Tornando all'abbigliamento, io, data l'età, non uso il forcone, tento pericolosamente a vestire quasi sempre gli stessi abiti, con aggiunte varie che li rendono portabili. Sai cosa mi dicono le signore più o meno amiche? Come sei chic! e non sanno che riesumo reperti archeologici dal pozzo di San Patrizio (il mio armadio- guardaroba) Ad majora! non è brocardo ma mi viene spontaneo questo augurio pieno di incertezze...
annetta | Domenica, 13 novembre 2011 @14:09
Simona, una mia simpaticissima ex collega, diceva sempre:"stamattina mi sono vestita col forcone" nel senso che infilava il forcone nel mucchio dei vestiti accumulati nell'armadio (o fuori..) e quel che ci restava attaccato se lo metteva. Il risultato in effetti era a volte un pò improbabile ma la travolgente simpatia del soggetto compensava pienamente le carenze di look...
Venerdì, 11 novembre 2011 @07:30
"Il cuore ha le sue prigioni che l’intelligenza non apre."
(Marcel Jouhandeau)
E io. Prigioniera felice.
Gisilbert | Mercoledì, 14 dicembre 2011 @08:12
una di queste prigioni certamente è l'amore.Dice a ragione la donna che amo,Rebecca:..questo fervore è chiamato amore perchè la persona che si è amata sempre si ama.
Anche io la penso così e l'ho espresso in diverse poesie
Ciao
LISA | Sabato, 12 novembre 2011 @20:17
PAOLA: sì, lo disse Pascal. Invece Marcel Jouhandeau fu uno scrittore francese del Novecento, poco o per nulla conosciuto in Italia. Questi francesi, che si fanno problemi a interrogarsi e filosofeggiare sul cuore...
Paola | Sabato, 12 novembre 2011 @14:56
"il cuore ha ragioni che la ragione non conosce" mi sembra che lo abbia detto Pascal. Un Bacio a tutti e buon fine settimana.
una a caso | Sabato, 12 novembre 2011 @08:59
ilaria grazie .devi dirci solo quando ...un salutone
ilariaquarteroni | Sabato, 12 novembre 2011 @06:55
la mia mamma diceva:"il sangue non è acqua".mi sa che vi invito tutti ...lasciatemi il tempo di organizzare...per ora posso dirvi che il kanten di frutta non è male...quello con le mele a me piace...i gusti sono gusti.non fate troppa macedonia nel week and...mah!
Susy_Anne | Venerdì, 11 novembre 2011 @23:56
Questions of science, science and progress,
Do not speak as loud as my heart.
Cole | Venerdì, 11 novembre 2011 @20:02
O il contrario. E io prigioniera infelice.
Cristina | Venerdì, 11 novembre 2011 @11:22
Ciao Anonimo,
sì, forse non mi sono spiegata bene io.
Cuore e ragione, entrambi ospiti dello stesso albergo. Anche se forse, come di cut, quando c'è uno dei due, l'altro esce di scena.
In ogni caso, entrambi, irrinunciabile sostanza del nostro essere umani.
Tuttavia, sai, io penso che il confine non sia poi così netto. Che sia un po' come nell'immagine del Tao, e cioè che il cuore contenga un pizzico di ragione e viceversa.
La filosofia e le antiche tradizioni orientali insegnano che gli opposti non posso mai esistere da soli. Che l'altro lato della luna, c'è sempre, anche se momentaneamente in ombra.
tizzi59 | Venerdì, 11 novembre 2011 @09:47
Prigionieri del cuore ma con la consapevolezza che quel che c'é fuori è molto peggio.
Anonimo | Venerdì, 11 novembre 2011 @09:40
Per Cristina
Vedi ANONIMO | Venerdì, 14 ottobre 2011 @09:19
Il cuore e la ragione sono due ospiti dello stesso albergo che non si incontrano mai: quando uno entra, l’altro esce….
Cristina | Venerdì, 11 novembre 2011 @09:30
... ma anche l'intelligenza, spesso, ha le sue ragioni che il cuore non comprende. Salvo poi ritornarci sopra, col senno di poi, sulla scia di un senso di colpa, una nostalgia, un rimpianto.
In ogni caso fragili mortali, condannati all'incertezza, alla contraddizione e all'autogiustificazione, siamo prigionieri di entrambi: cuore e ragione. Umana, inestricabile, sostanza.
Stefano | Venerdì, 11 novembre 2011 @09:15
Voglio rimanere ignorante. Perchè quella è l'unica prigione dalla quale non voglio evadere...
una a caso | Venerdì, 11 novembre 2011 @08:32
......con qualche extrasistole in meno ,non è male .
Giovedì, 10 novembre 2011 @08:28
"Alla fine se n’è andata. Ha cominciato
a cancellarmi dai messaggi
sul telefono: me la immagino mentre
lo fa, la faccia seria, le gambe incrociate, sul letto.
Io penso a lei. A un ritorno del tempo
che non può più essere tempo
se è solo materia che cambia in materia...
Così sono qui che aspetto il suo viso nel futuro.
Da questo apprendimento elementare
sfioro la mia incapacità, ma non la subisco più".
(Fabrizio Bernini)
Apprendimento elementare: la mia voglia di te.
(I versi di oggi sono tratti da "L’apprendimento elementare", di Fabrizio Bernini, Mondadori: una nuova collana di poesia, piccoli libri leggeri e colorati di giovani autori italiani, a un prezzo low cost).
Lady Chatterley | Venerdì, 11 novembre 2011 @23:43
Ah, Ah.. chiacchierato... bella Ilaria! tu non sai quanto mi fanno piacere i tuoi post e il tuo modo sibillino di raccontarti e di raccontare le tue dis...no! avventure di vita. Grazie a te, montanara dal passo lungo!
ilariaquarteroni | Venerdì, 11 novembre 2011 @22:10
sono giunta in quel di bergamo.......ma ero già felice per il viaggio in pullman.ho chiaccherato con alcune persone che era da molto che non vedevo:i piccoli piaceri della vita.sono arrivata in tempo per l'apertura dei lavori che sono comunque sempre in corso di ulteriori migliorament,approfondimenti.sono riuscita a restare ad ascoltare con piacere,a tal punto che ho deciso che frequenterò più spesso bergamo.o forse no, solitamente,quando tutto fila liscio...il gioco non mi interessa più.lunedi,riprendo a lavorare.i bambini e le bambine ogni giorno,mi aiutano a capire quanto ho ancora da imparare!ragazzi quanta strada ancora?a volte qualcuno mi chiama maestra, ilaria!grazie per avermi letto fin qui.buonanotte.
woland | Venerdì, 11 novembre 2011 @11:48
apprendimento elementare: l'amore è una bilancia mai equilibrata al centro
una a caso | Venerdì, 11 novembre 2011 @08:28
ilaria come è andata ... un piede dopo l'altro ...e si arriva ciao
Cristina | Venerdì, 11 novembre 2011 @07:30
@ Nulla accadexcaso: sottoscrivo in pieno il tuo commento delle 11.21.
E' davvero così... ad ogni lettura qualcosa muta di posto, si aggiunge o se ne va, cambiando il significato di quella poesia, allineandola all'istante, alla mutevole sostanza dell'anima che si espande e si contrae attraversata dall'alternarsi di stagioni.
ilariaquarteroni | Venerdì, 11 novembre 2011 @04:57
Oggi,proprio oggi, metterò piede nell'università ...ascolterò i vari relatori e poi andrò alla ricerca di una persona a me particolarmente cara.desidero poter bere qualcosa in sua compagnia.se per oggi non sarà possibile,di sicuro avrò altre possibilità. una cosa è certa: ilaria anche se ora ha i capelli lunghi,ha sempre la stessa caratteristica che la contraddistingue,il passo da montanara! soprattutto se la incontrate mentre tiene il ritmo da camminata veloce.semplicemente tutta colpa del dottor Berrino Franco e della Dott Anna Villarini. mi auguro di riuscire a mettere un piede dopo l'altro per giungere in quel di Bergamo per le ore 9 .Se non mi sarà possibile,P a z i e n z a. mi berrò un buon succo con Michele e resterò a casa.mi piace la casa color giallogiubbettoilaria80! che buoni odori ci accompagnino anche oggi. poi si vedrà. ilariache è felice di essere riuscita a scrivere fino qui.
Nina | Giovedì, 10 novembre 2011 @22:43
"sfioro la mia incapacità ma non la subisco piu'".... mi piace pensare che è un essere umano, non solo un essere maschile, che soffre per lei, che determinata ha chiuso con lui. E spera... nel futuro... Vi giuro che ci sono uomini cosi' , in ufficio vivo con un uomo cosi' ... questo per dire che l'essere maschile non è sempre uguale e scontato, e l'essere femminile scappa quando qualcuno "la tratta male" ... per fortuna!!!!! Buona notte a tutti
una a caso | Giovedì, 10 novembre 2011 @19:06
thank you so much , i have had it at 5 with a cake that makes life more sweet .
Lady Chatterley | Giovedì, 10 novembre 2011 @18:50
Rimpiango la rima amore-cuore... a nice cup of tea for everyone... anche per una a caso che la gradirà di certo.
una a caso | Giovedì, 10 novembre 2011 @17:54
perchè non andate tutti a prendervi un bel tè caldo?
ilariaquarteroni | Giovedì, 10 novembre 2011 @17:10
...la nebbia mi abbraccia e io : cammino con un morbido poncho nero; questo odore,mi piace un SUCCO! così è. iaiaq
Nulla accadexcaso | Giovedì, 10 novembre 2011 @15:55
"Alla fine se n’è andata. Ha cominciato
a cancellarmi dai messaggi
sul telefono: me la immagino mentre
lo fa, la faccia seria, le gambe incrociate, sul letto.
Io penso a lei. A un ritorno del tempo
che non può più essere tempo
se è solo materia che cambia in materia,
condizione assoluta delle cose
e del loro passaggio nel ventre dilatato del universo.
Così sono qui che aspetto il suo viso nel futuro.
Da questo apprendimento elementare
sfioro la mia incapacità, ma non la subisco più".
(Fabrizio Bernini) Apprendimento elementare
La poesia completa è questa non credo proprio sia un "MI RACCONTO"
Giusy d\'antan | Giovedì, 10 novembre 2011 @14:52
questi versi assomigliano a un "miniracconto" più che a una poesia. ABC dell'amore? forse. Apprendimento elementare, un po' confuso, a parer mio. Però questa poetica riflessione è incisiva e gradevole da leggere.
Nulla accadexcaso | Giovedì, 10 novembre 2011 @11:21
Perchè ci si ferma alla prima impressione?! Le poesie sono molto più di questo...bisognerebbe interpretarle come si interpreta un dipinto e non fermarsi all' apparenza, qui c'è molto più di un rapporto finito male, per capire una poesia bisogna leggerla più volte, e ancora nel tempo...perchè hanno il potere di cambiare significato ogni volta...
Stefano | Giovedì, 10 novembre 2011 @10:50
annetta:
La discussione sarebbe molto lunga a tal proposito e di certo interessante, ma non è il posto adatto questo.
Potrei replicare per ore alle tue considerazioni
Un pò di ragione ce l'ha il buon vecchio ferradini?
Certo, non è una regola matematica.
Ma nella stragrande maggioranza dei casì è proprio come racconta lui nelle prime due strofe della canzone...
annetta | Giovedì, 10 novembre 2011 @10:34
@stefano: le donne si mettono molto più in discussione deglli uomini e il più delle volte attribuiscono a sè stesse per prime la colpa del fallimento. Non è un caso se le donne rompono un rapporto che non funziona anche a costo di restare sole, mentre gli uomini possono trascinare un rapporto finito per anni e anni, o quantomeno per tutto il tempo che serve per trovarsi la ruota di scorta, ossia per uscire da un rapporto ed entrare direttamente in un altro. Poi - certo - il carovecchio ferradini un pò di ragione ce l'ha: questa non è una regola matematica, ma almeno la statistica in questo senso ci da ragione.
Vale | Giovedì, 10 novembre 2011 @10:10
Sto riflettendo se il danno peggiore l'ha fatto la canzone o il taglio di capelli che portava il buon Ferradini.
Stefano | Giovedì, 10 novembre 2011 @09:55
Per annetta
Questo quando è lei ad andare via…FANTASCIENZA
Quando invece è lui?
Cos’è per la maggior parte delle donne?
Marco Ferradini : Teorema
Sintesi esatta, precisa e inoppugnabile
annetta | Giovedì, 10 novembre 2011 @09:47
Anch'io come Vale ho il dentino un pò avvelenato sull'argomento: se il ragazzo non desidera più subire la propria incapacità, invece che stare lì a guardare nel vuoto aspettando che avvenga il miracolo del ritorno di lei (che se se ne è andata avrà avuto fior fior di buoni motivi..) farebbe meglio a darsi una mossa, mettersi in discussione, e capire cosa non ha funzionato e quali sono le sue responsabilità. Ma questa purtroppo per buona parte dei maschi si chiama FANTASCIENZA... Buona giornata a tutte
Stefano | Giovedì, 10 novembre 2011 @09:16
Si potrebbe pensare a chissà quale alchimia per riconoscere la voglia di lei...Niente di tutto questo. E' bastato averla conosciuta per avere avuto immediatamente voglia di lei...
Un apprendimento elementare appunto....
Vale | Giovedì, 10 novembre 2011 @09:13
E ha fatto bene a cancellarti!!! Tu intanto aspetta che il tempo diventi tempo. Perdonate la mia scarsa empatia poetica odierna, buona giornata a tutte!
Mercoledì, 9 novembre 2011 @07:53
"Suo figlio. Deve ancora abituarsi all’idea. Per questo bambino Ted vuole corse in slitta e rifugi nella foresta e giostre e falò… Quando lo porterà allo zoo non guarderà mai l’orologio, nemmeno una volta. Gli verrà concesso di stare scalzo nei recinti pieni di sabbia del parchetto comunale, anzi verrà incoraggiato a farlo. Potrà decorare l’albero di Natale con le palline del colore che vuole".
(Maggie O’ Farrell)
Questo bambino. Cosa sogno, per questo bambino.
La frase di oggi è tratta da un bel romanzo che ho appena finito di leggere, "La mano che teneva la mia" (Guanda). Due donne, due giovani madri; una pittrice finlandese oggi, a Londra, il neonato accanto a lei come un piccolo marziano, lo stupore della maternità, e della paternità; e una donna nella Londra vibrante dei Sixties, pittori e scrittori, la voglia di fare, di imparare, di scoprire il mondo. Due storie lontanissime che si intrecciano in un modo inaspettato.
(Lo stupore, oggi, è anche mio ma per tutt'altro motivo. Davvero ci siamo liberati di Berlusconi? Notazione poco poetica, ma ogni tanto ci vuole).
ilariaquarteroni................ | Giovedì, 10 novembre 2011 @07:18
....ogni giorno:unici,irripetibili,con tanta voglia di EsserCi... ognuno così come è. mi piace questo procedere grazie a tutti noi,che ci incontriAmo e che cogliAmo opportunità di vita. ilariaq
Fiorenza | Mercoledì, 9 novembre 2011 @20:06
Magnifico! basta deviare un tanto dalle parole amore-cuore ed è subito sera. E chi se ne importa di quello che sta succedendo qui da noi, tranne rare eccezioni? Importanti sono i sospiri di amore mal corrisposto, mica gli sfracelli di questa povera Italia. E non mi riferisco a chi ha postato qui sotto. Ciao a tutte le sospirose concentrate solo su se stesse.
patrizia fiorista | Mercoledì, 9 novembre 2011 @14:23
Speriamo sia la volta buona!!!!!
Ilaria un abbraccio enorme, anche a Maia e a Genova.
Lisa oggi hai dato voce ai miei sogni, che purtroppo rimarranno tali.
Vi mando tanto vischio che ho scoperto significa supero tutti gli ostacoli Patri
Giusy d\'antan | Mercoledì, 9 novembre 2011 @13:45
poco poetica la tua notazione? ma credi anche nel potere delle parole e della prosa, vero? Oggi ho superato ogni limite. Stop. e sono stata troppo alla consolle. mi dileguo, che è meglio per tutti.
Giusy d\'antan | Mercoledì, 9 novembre 2011 @13:32
e non posso fare a meno di "inflazionarmi" con i troppi post:hai visto, Lisa? la Borsa di Milano a picco. Quindi non si crede affatto alle dimissioni. Il nostro B&b non sembra essere credibile. Ho il fondato sospetto che vestirà il ruolo di Eminenza Grigia (laica). Se fosse vero che si dimetterà, saranno contenti, suppongo, anche i giovani piloti dell'Accademia Aeronautica, che invece di servire il vero Stato, erano obbligati al trasporto merci verso Villa Certosa...Ahi mi sono allargata. mi rimangio quasi tutto o no?
Aminta | Mercoledì, 9 novembre 2011 @11:51
si tratta appunto di un bel romanzo. Cosa sognare per i nostri o altrui figli di questa Repubblica? Speriamo che invece di sogni non siano incubi. Visto il personaggio sopra citato, la domanda di Lisa Corva lascia davvero solo un punto interrogativo.
Martedì, 8 novembre 2011 @10:22
"Quando si trovava in difficoltà sul lavoro, cercava rifugio nella poesia, un po’ come altri prendevano una pastiglia per il mal di testa o facevano una passeggiata per distrarsi. La poesia era il suo corroborante, un vademecum per lasciar depositare le emozioni e costringere i pensieri a imboccare strade diverse…"
(Björn Larsson)
La poesia, per pensare obliquo.
La frase di oggi è tratta dal thriller "I poeti morti non scrivono gialli", di Björn Larsson, Iperborea.
Susy_Anne | Giovedì, 10 novembre 2011 @01:11
Verissimo.. è la cura migliore.
LISA | Mercoledì, 9 novembre 2011 @10:39
UNA A CASO: diciamo che preferivo la parola "dimissioni", senza "posticipate"!
una a caso | Mercoledì, 9 novembre 2011 @09:42
Ilaria sei grande Maja il tuo dolore è di tutti noi morlupo ti verrò a trovare , non è poi così lontano da formello dove abbiamo una casetta .Lisa ma tu ci credi? mi riferisco al tuo stupore . buona giornata
Cristina | Mercoledì, 9 novembre 2011 @08:56
A questa non posso resistere...
@ Monica - La-libraia-di-Morlupo: un in bocca al lupo strepitoso e uno sguardo ammirato, perché le tue parole mi fanno ben sperare... e pensare che qualche volta i sogni ancora si avverano.
Per me che da ragazzina sognavo di fare la giornalista. Per la donna di oggi che vorrebbe tanto aprire o anche solo poter lavorare in una libreria, nonostante il Fato non sia dello stesso parere.
Per entrambe, la ragazzina di ieri e la donna di oggi, una matrioska di foglie che cadono con gli anni, insieme a quella scintilla di luce rappresa dentro gli occhi, affinché possa tornare a credere nel futuro.
Mi segno Morlupo. Un giorno mi piacerebbe addentrarmi in quella stanza tutta dedicata alla poesia e magari nascondere tra gli scaffali un anonimo verso sfuggito al silenzio.
LISA | Mercoledì, 9 novembre 2011 @07:50
LA LIBRAIA DI MORLUPO: un'intera stanza dedicata alla poesia? Che meraviglia. Ho googlato Morlupo, paesino arroccato in provincia di Roma, un paese che sa d'autunno.
LISA | Mercoledì, 9 novembre 2011 @07:43
ILARIA. Mi hai commosso.
Monica la libraia di Morlupo | Mercoledì, 9 novembre 2011 @07:34
ciao Lisa
da tempo inserisco sulla mia pagina di facebook le poesie o le frasi che inserisci nel tuo blog.
Mi piacciono davvero tanto, a volte sembrano il tocco finale alla sensazione della giornata.
Chissà se verrai mai dalle mie parti: ti vorrei far conoscere una giornalista che è impazzita e che ha aperto, da un anno e mezzo, una libreria in provincia con una stanza tutta dedicata alla poesia. Unica in Italia...
ti abbraccio
Monica Maggi
maggi.monica@gmail.com
ilariaquarteroni | Mercoledì, 9 novembre 2011 @07:17
... proseguiva così:varcai la soglia e mi ritrovai tra le mani un giornale, leggero.andai nel reparto di oncologia:in attesa della chiamata,i miei occhi posero l'attenzione su piccoli segni,geroglifici! presi le distanze:la nausea scatenata dall'odore aveva preso il via.essiii,non avevo fatto i conti...la carta stampata mi dava nausea:imparai a leggere tenendo la debita distanza.una volta a casa, ritagliai il piccolo quadratino. ogni volta che mi recavo in ospedale per le varie infusioni ,prima di varcare la sogli accettavo il nuovo pass per la vita: le poesie e i commenti della Lisa Corva. alcune volte lessi le poesie ad alta voce,oppure li sussurravo ai miei compagni di viaggio,altre volte qualcuna si offriva per la lettura.la stanza, perdeva,i suoi confini e noi, proseguivamo il viaggio! dacuoreacuore
Giusy | Martedì, 8 novembre 2011 @19:52
Maia, hai fatto molto bene a scrivere, i blog servono anche a questo, vero? a esternare il proprio dolore. non mi è sembrato troppo severo il tuo post, anzi, molto discreto e sommesso. tutti noi dovremmo vestire i panni coperti di fango di coloro che hanno vissuto una esperienza così devastante. Un abbraccio a te e tanta solidarietà virtuale ai tuoi corregionali e concittadini. Dopo tante parole, spero arriveranno gli aiuti concreti, per un futuro migliore e per realizzare progetti di una vita migliore. Ciao!
LISA | Martedì, 8 novembre 2011 @18:47
MAIA: vedere un fiume di fango scorrere sotto le finestre di casa, assistere impotenti a come un giorno, un'ora ci possa ribaltare la vita, annullare la vita. Grazie di aver scritto: le parole di chi è testimone fanno capire, sentire, condividere, davvero. A te, a chi c'era, i nostri pensieri.
Maia | Martedì, 8 novembre 2011 @16:22
Tutto serve Giusy, credi. Servono gli aiuti concreti, ma servono anche le manifestazioni di affetto, di solidarietà. Il mio post suonava forse un po' troppo severo. Probabilmente è che ancora non riesco a "metabolizzare" quel che mi vedo intorno. Perchè io vivo proprio qui, in quel quartiere di Marassi prima noto forse solo ai tifosi di calcio e ora tristemente conosciuto da tutta Italia. Io sono fortunata, perchè pur avendo visto quel fiume di fango scorrere sotto le finestre, ero appena rientrata in casa, sono fortunata perchè non ho perso nessuno, però è il mio quartiere, ci sono nata e cresciuta, ogni negozio allagato e distrutto fa ancora più male perchè fino a venerdì facevano parte della mia quotidianità. Questi post un po' confusi che sto scrivendo sono solo un modo per buttar fuori lo sconforto e il dolore che sento dentro. Scusatemi...
LISA | Martedì, 8 novembre 2011 @15:49
MAIA: il blog è aperto, anche per questo. E le tue parole, credimi, valgono molto, molto più delle mie.
Giusy d\'antan | Martedì, 8 novembre 2011 @14:34
Certo Maia, tutte le persone sensibili hanno visto e partecipato con "virtuale" commozione al disastro. Ho un'amica genovese Doc che vive altrove, ma la ferita è stata inferta anche a lei. Sotto silenzio non è passato nulla, credimi e non basta un blog e non serve, per vari commenti. Dolore collettivo muto e tanti interrogativi. tutta la mia solidarietà al vostro sconcerto, al vostro dolore, Un abbraccio che a poco serve...
Maia | Martedì, 8 novembre 2011 @13:44
Ho sempre amato questo blog che ho scoperto leggendo gli scampoli di poesia presentati da Lisa su City, però che delusione non leggere nemmeno un rigo, nè di Lisa, nè dei commentatori su quanto accaduto venerdì nella mia amata città! Magari l'idea è di dare un taglio un po' più leggero al blog, per farne un'oasi di tranquillità, posso capirlo, per cui apprezzo non si parli di politica o simili, ma una città in ginocchio, 6 morti, due delle quali bambine, non dovrebbero passare sotto silenzio, senza nemmeno un pensiero rivolto a loro e a chi in quel maledetto venerdì ha perso una madre, una figlia, una compagna di vita... Noi Liguri siamo chiusi, è vero, non ci piangiamo addosso nei collegamenti sui tg, ci nrimbocchiamo le maniche e ci rialziamo, ma una parola di sostegno, un abbraccio, seppur virtual, possono aiutare. Scusate questa "intromissione" e perdonate questa mia predica, forse sono solo ancora troppo colpita da quanto visto (dal vivo, non in tv) in questi giorni... Vorrei solo approfittare di questo spazio per dire un grandissimo GRAZIE agli Angeli con la maglietta sporca di fango, come si sono battezzati su FB, ovvero i volontari, spesso giovanissimi che in questi giorni si stanno facendo in quattro per aiutare. Un bacio a tutti
Cristina | Martedì, 8 novembre 2011 @10:51
Quello sguardo sulla vita, sul mondo, che solo la poesia sa dare...
Labirinti di sensazioni, parole, ove smarrirsi per ritrovarsi, poi, un po' più in là, sul confine di una riva riflessa.
Lunedì, 7 novembre 2011 @07:35
"Stinge la flora autunnale
ruggine nell’acquerello
rabbrividisce il pennello"
(Valentino Zeichen)
Raccolgo una foglia per terra: sembra quasi una rima baciata. Così dipingo l’autunno.
(I versi che ho scelto per City oggi sono tratti da "Aforismi d’autunno", Fazi).
annetta | Martedì, 8 novembre 2011 @09:49
...stamattina tra i binari dismessi di Porta Romana sono spuntati tanti grossi funghi bianchi, come quelli delle favole... :-))
Giusy d\'antan | Lunedì, 7 novembre 2011 @15:41
questa è Milano, basta un angolo, uno scorcio vestito di colori , l'androne di un palazzo che riserva sorprese. Tutto da scoprire e cercare, niente di gratuito e alla portata di tutti. Ricerca di una bellezza nascosta. Scusatemi tanto, ho milano nella testa e Trieste nel cuore. Sono bipolare? Forse sì.
annetta | Lunedì, 7 novembre 2011 @11:52
Se avessi potuto postare una foto sul blog stamattina avrei avuto quella giusta :-) Lungo il muro della stazione di Porta Romana, coperto di graffiiti colorati, ho visto una grandissima felce verde, sovrastata dai rami pendenti di vite americana con foglie rosso cardinale e giallo acceso, rese ancor più brillanti dalla pioggia appena caduta. Ho pensato che la natura sa riportare allegria laddove l'uomo ha messo solo ferro, cemento e grigiore...
ilariaquarteroni | Lunedì, 7 novembre 2011 @08:48
... acqua e colore: che alchimia! abbraccio D' autunno colorato! dacuoreacuore
Venerdì, 4 novembre 2011 @09:10
"Non faceva altro che parlare delle medicine che prendeva, di come usarle e degli effetti collaterali. Ma dire ad alta voce i nomi sembrava calmarlo, come se stesse ripetendo una formula magica, un incantesimo: lorazepam, diazepam, clorpromazina, clorodiazepossido, aloperidolo."
(Jeffrey Eugenides)
Diazepam: Valium. Lorazepam: Tavor. Se solo bastasse la parola…
Ci sono dei libri che chiudiamo e vorremmo ricominciare daccapo. O meglio: vorremmo che ci fosse un altro libro che ci aspetta, una promessa di libro almeno, una seconda puntata, per sapere cos’è successo ai protagonisti, dove sono finiti, come li ha trattati la vita. Ci sono libri così, e sono pochi. Uno di questi è "The Marriage Plot", che ho comprato a Londra (ma è appena uscito anche in Italia, per Mondadori, con il titolo "La trama del matrimonio) e che ho, purtroppo, già finito. Di Eugenides avevo già letto e amato "Middlesex", ma quest'ultimo romanzo mi ha davvero conquistato. Forse per Madeleine, la protagonista, che incontriamo nella prima pagina, il giorno della "graduation", mentre si chiede: non avrò letto troppi libri di Jane Austen e Henry James? Come sopravviverò, io Incurably Romantic, Inguaribile Romantica? Ecco: l’avete capito. E’ anche la mia storia.
E intanto, vi ricordo che, come ogni venerdì, mi trovate anche in inglese.
Simone RED | Lunedì, 7 novembre 2011 @23:23
Middlesex è piaciuto moltissimo anche a me...
..quante volte ci servirebbe comunque una sola parola.
LISA | Domenica, 6 novembre 2011 @20:58
AMINTA: i protagonisti di "La trama del matrimonio", il romanzo di Eugenides che mi è tanto piaciuto, sono tre: Madeleine, l'inguaribile romantica; Leonard, il ragazzo di cui è innamorata, che soffre di un disturbo bipolare (da qui le pastiglie-incantesimo), e Mitchell, il ragazzo che invece è innamorato di lei. Un grande libro sul diventare grandi.
Aminta | Sabato, 5 novembre 2011 @20:36
e leggerò il libro di cui parli. non so se abbia attinenza con ciò che ho esternato poco prima. Ciao e buona serata.
Aminta | Sabato, 5 novembre 2011 @20:25
Tavor, ecco, magico farmaco che ti allevia e toglie l'ansia che non ti fa vivere bene. Il Tavor! Puo' una pillola farci affrontare in modo accettabile la giornata? Io non l'ho mai preso, ma nella mia famiglia era salvifico. Nessun disturbo psichico degno di importanza, solo ansia, ansia, e tanta. Da dove venisse tanto malessere? me lo chiedo ancora io, forte e serena portatrice, forse sana, del mal di vivere. Hai aperto un cassetto tutto mio, Lisa Corva, e non mi dispiace.
carla | Venerdì, 4 novembre 2011 @18:11
Spesso i ragazzi strampalati con cui si mangia una pizza fredda si ammalano ( di una malattia viscida e insinuosa che sembra non modificare niente ma è solo un grande buio), forse perchè troppo strampalati e troppo amanti della poesia, ed dura stare vicino a loro anche solo ascoltando il nome delle medicine che pensano di aiutarli
ilariaquarteroni | Venerdì, 4 novembre 2011 @12:35
camminandomiritrovo! il ritmo sostiene il mio procedere,il mio pensare,il mio esserCi.Camminfacendo:da cosa nasce cosa... un sogno condiviso!che piacereleggere i vostri pensieri.grazie anche a te cara Lisa Corva per le tante opportunità di conoscenza!vi abbraccio ilariaq
Carrie | Venerdì, 4 novembre 2011 @10:44
Cara Lisa, un'altra incerdibile romantica!
Spero che la storia di Madeleine finisca meglio della mia...ho appena terminato una riunione di lavoro: la tensione si tagliava con il coltello, il capo, foRmalemnte calmo, ci avrebbe fatto a fettine piccole piccole, i colleghi non si guardavano neanche in faccia (io cerco di non guardarli perchè moralmente mi fanno schifo)....beh....ho usato la parola "moralmente", ma cosa sarà? Qualcosa che si mangia? Certo qualcosa in via di estinzione....come si diceva un tempo: "mala tempora currunt".
E non posso nemmeno dire, meno male che è venerdì, perchè domenica lavorerò tutto il giorno...
Ma sabato, Lisa, andrò a comprare questo libro.
Grazie per donare un pò di poesia: nella mia vita così arida ne ho davvero bisogno.
Cristina | Venerdì, 4 novembre 2011 @09:43
Scolpiscono il mondo le parole.
A poco a poco, nell'ombra della notte, divengono forma, materia.
Richiedono accortezza. Parsimonia.
Lunghi silenzi e attese.
Finali aperti ricalcati sulle orme dei puntini di sospensione.
Stefano | Venerdì, 4 novembre 2011 @09:17
Quando invece basta un nome, una voce per calmarsi....
Giovedì, 3 novembre 2011 @07:32
"Gli ho ricordato quel che mi diceva zia Sofia: non ci sono fortezze inespugnabili, ma solo fortezze che non sono state sufficientemente assediate."
(Marcela Serrano)
Sotto la tua fortezza, pazientemente, aspetto.
(La frase che ho scelto oggi per City è della scrittrice cilena Marcela Serrano, e l'ho sfilata dal suo ultimo romanzo: "Dieci donne", Feltrinelli).
ADOLFO | Venerdì, 2 dicembre 2011 @14:32
non accostarti troppo
alla dimora di uan Rosa-
Il saccheggio di una Brezza
o l'inondazione di una Rugiada
Mettono in allarme le sue Mura-
Non provare a legare la Farfalla,
Nè a scalare le sbarre dellìEstasi,
Restare nell'insicurezza
è la Garanzia della-
Gioia
Emily Dickinson
un fiore per te Lisa@)-
Lady Chatterely | Domenica, 6 novembre 2011 @23:54
Anna Karenina, solo per ricordare fortezze dalle fragili mura. Bellissimo romanzo. Da leggere.
farfalla | Domenica, 6 novembre 2011 @16:08
sotto la fortezza c'è il desiderio di conquista, non l'amore per quel territorio e quando si è riusciti a espugnarlo...solo rovine e desolazione. e mi sembra che questo valga anche per le fortezze espugnabili dei sentimenti amorosi.
ilariaquarteroni | Venerdì, 4 novembre 2011 @05:13
...L' esserci p a z i e n t e m e n t e...
annetta | Giovedì, 3 novembre 2011 @18:02
@claudio - Certo, le ragioni possono essere molteplici; la mia ipotesi è solo una delle tante, anche se non così remota. Ti faccio una domanda: se tu ad esempio stai "assediando" una donna che ti piace, ma ti resiste, e, nello stesso periodo, vieni a tua volta "assediato" da una donna alla quale piaci, pensi che la seconda abbia qualche possibilità di "espugnarti" nel momento il cui il tuo cuore è rapito dalla prima? Io penso di no...Ecco un classico caso di assedio inutile. Buona serata
Claudio | Giovedì, 3 novembre 2011 @12:42
Dissento con annetta
Masada era una fortezza fisica
Altro è una fortezza artificiale intima
Alla qual cosa penso si riferisse anche Lisa
Perchè in amore sono svariati i motivi per cui ci si protegge e non per forza perchè si è scelto altri padroni
annetta | Giovedì, 3 novembre 2011 @12:00
Molto poetico e romantico, ma mi permetto di dissentire: risale ai tempi biblici la storia di Masada, fortezza inespugnabile che fu assediata per più di tre anni dalle legioni romane e i cui abitanti, piuttosto che divenire schiavi, attuarono il primo suicidio di massa della storia. Se una persona non vuol essere conquistata meglio lasciarla perdere: avrà sicuramente i suoi ottimi motivi per farlo; o avrà già scelto altri padroni per la sua terra senza necessariamento dare spiegazioni...
Stefano | Giovedì, 3 novembre 2011 @08:09
La potenza dell’amore…trasformare una persona caratterialmente impulsiva in un novello Giobbe che assedia pazientemente quella fortezza artificiale che, in quanto tale, di sicuro scomoda….
Mercoledì, 2 novembre 2011 @09:49
"La nebbia sta velando il fiume, lascia un grigio confacente alle ipotesi.
Ancora treni che portano lontano.
Intendo dire altri treni,
dai quali si può scendere nel corso del viaggio
unirsi a chi ti attende sul marciapiede.
Appartengono a un oltre, a un altrove, ai fiumi, alla terra bagnata,
come in certi libri tradotti che leggevo una volta, a ombrelli nella pioggia…"
(Chaim Guri)
Questo grigio, questa pioggia, questa nebbia, questo altrove.
I versi di oggi sono tratti dall'antologia "Poeti israeliani", Einaudi.
Aminta | Giovedì, 3 novembre 2011 @20:09
solo ora mi accorgo, Lisa Corva! c'è stato un errore da parte mia, volevo scrivere "meminisse": hai ragione! Mi è rimasta impressa nella memoria questa frase per motivi troppo lunghi e noiosi da spiegare. Un saluto, veramente caro.
LISA | Giovedì, 3 novembre 2011 @17:11
AMINTA: "semper ero, si semper menimisse voles". Tanti anni di Liceo Classico, e non so neppure di chi sia...
Ursenna | Giovedì, 3 novembre 2011 @10:17
No, Lisa, sono tornata alle nebbie lunigianesi. Hello nebbia my old friend. Hello fango my new friend. Ma sotto alla nebbia e sotto al fango, c'è un paese da riscoprire. In attesa della prossima ri-partenza.
Cristina | Giovedì, 3 novembre 2011 @07:14
Lacerano la nebbia quei treni.
Sono scintille. Palpiti di luce. Sanno di cieli sconosciuti.
Tralasciano il ricordo. Scorrono via, quasi in attesa di sfociare in mare aperto, dove la nebbia non arriva e rimane sospesa appena sopra l'orizzonte.
Sanno di domani.
E di nomi nuovi.
ilariaquarteroni | Giovedì, 3 novembre 2011 @05:50
...dal fondo del profondo, un sussurro: namaste...
Aminta | Mercoledì, 2 novembre 2011 @19:49
la faccia di una mamma che ha perso il suo bambino ha un'espressione di grande dignità.Questo è per Patrizia che ama i fiori e le persone.
Che sforzo, Carrie: ci provo "semper ero si semper menimisse voles" Chi era costui? mi è rimasto impressa questa frase e forse è imperfetta.
patrizia fiorista | Mercoledì, 2 novembre 2011 @19:20
Ciao Giusy,grazie della rosellina, certo che la voglio. Io immagino la mia mamma e la Marta in un bellissimo giardino fiorito, con un sacco di farfalle colorate. Mi mancano tanto. In questi giorni vado al cimitero di sera, da noi è aperto fino alle 20 per 8 giorni, perchè non sopporto le persone che ti vedono vicino alla tomba di un bambino, e passano solo per capire che faccia ha una persona che ne ha perso uno.oggi vi regalo un mazzo di crisantemi rosa, che significano vita Patri
Carrie | Mercoledì, 2 novembre 2011 @18:56
Cara Aminta,
grazie delle tue parole, però, please, mettile anche in latino, adoro il latino e questa frase - o meglio, brocardo latino, come si diceva una volta - non la conosco.
Grazie.
Aminta | Mercoledì, 2 novembre 2011 @18:35
Carrie:" sempre vivrò se sempre mi ricorderai". Ti risparmio il latino...questa è una traduzione un po' approssimativa. hai fatto bene a ricordare anche coloro che non fanno parte della mia memoria personale ma di quella collettiva che non deve essere dimenticata.
Carrie | Mercoledì, 2 novembre 2011 @16:08
Cara Lisa,
ti ringrazio di cuore per questi versi del poeta israeliano Chaim (che in ebraico significa "vita") Guri...io su quei treni, quelli piombati, ho perso dei parenti...alcuni erano molto vecchi e mi auguro che siano morti durante il viaggio...altri sono morti "laggiù"...a loro il mio pensiero va oggi, ma ogni giorno, perchè li sento vicini più che mai...il Talmud dice: "Ci sono giusti che, anche se morti, saranno sempre vivi. Ci sono malvagi che, anche se vivi, è come se fossero già morti".
Giusy | Mercoledì, 2 novembre 2011 @14:53
Oggi è il giorno del ricordo collettivo, vero? Per coloro, come dice la poesia, che appartengono un oltre, a un altrove che io posso immaginare come più mi piace, senza schemi precisi. Un grande girotondo, insomma..Ciao, Patri. La vuoi una rosellina del mio giardino? E' l'ultima ma te la dedico volentieri.
Luca | Mercoledì, 2 novembre 2011 @13:42
Oggi a Milano c'è la nebbia. E' la prima di questo strano autunno: non fà freddo ma è molto umido, quell'umidità che ti entra dentro, che si mischia con la malinconia. Questo grigio, questa nebbia, questo altrove.....
Martedì, 1 novembre 2011 @11:39
I morti ci guardano sempre dall'alto, si dice,
mentre ci mettiamo le scarpe o facciamo un panino,
ci guardano dal fondo di vetro delle barche del cielo
mentre remano lenti attraverso l'eternità.
Osservano le nostre teste muoversi in basso, sulla terra,
e quando ci sdraiamo in un campo o su un divano,
intontiti forse dal ronzio di un caldo pomeriggio,
pensano che stiamo ricambiando il loro sguardo,
e questo fa sollevare loro i remi e li fa restare in silenzio
ad aspettare, come genitori, che noi chiudiamo gli occhi.
(Billy Collins)
Ma oggi, almeno oggi, vorremmo chiudere gli occhi e sentire il loro sguardo scivolarci addosso. Sapere che ci guardano. Sentire un loro abbraccio, ancora.
(No, non è un Buongiorno di City: sono i versi del poeta americano Billy Collins per ricordare chi non c'è più e naviga lento nell'eternità. Cliccate in alto a destra, su English, e leggete come sono belli in inglese).
LISA | Mercoledì, 2 novembre 2011 @10:31
URSENNA, e tu sei ancora down under?
Ursenna | Mercoledì, 2 novembre 2011 @10:11
Servirebbe una poesia anche per gli alluvionati della mia terra: Aulla Lunigiana, Val di Vara e Cinque Terre sono piene di fango, da ricostruire. A volte, anche una poesia aiuta.
Cristina | Mercoledì, 2 novembre 2011 @07:09
Quanti pensieri velati di emozioni e briciole di ricordi ci sarebbero da scrivere in coda a questa poesia.
Versi screziati di nostalgia, ma non crepuscolari. Versi che attraversano i gesti, le cose. Come le venature di una foglia in controluce.
Ne farò un origami da lasciare accanto alla lapide di mia nonna.
Un fiore di carta, tra petali veri, cercando i suoi occhi da quel fondo di vetro, mentre si fa sera e la città s'illumina di vastità e silenzio.
Isa | Mercoledì, 2 novembre 2011 @06:52
Vedere la morte come la fine della vita
è come vedere l'orizzonte come la fine dell'oceano.
David Searles
mi piace pensare che loro ci sono sempre accanto. Grazie lisa per questo bellissimo pensiero. Te lo "rubo" per il nostro social www.stayinme.com
ilariaquarteroni | Martedì, 1 novembre 2011 @19:42
tutti quelli che mi hanno preceduto :mi hanno lasciato possibilità di evoluzioni. mi tengono in un abbraccio di certezze.
Giusy d\'antan | Martedì, 1 novembre 2011 @14:37
Oggi ho raccolto le ultime rose del mio giardino per metterle accanto a diverse foto, tutte importanti per me. Sì: abbracci, consigli appena accennati, raccomandazioni disattese e via di seguito...Rimpianti, da parte mia e inutili ora. Vivono però il ricordo e l'affetto reciproco che equivalgono a una sorta di consolazione.
Sono stata poco tempo fa a Trieste e facendo un giro nel cimitero di sant'Anna sono passata davanti a una lapide sormontata da una piccola scultura in pietra carsica: un bambino nudo con le braccia e il visino protesi verso il cielo. Nessun fiore, erba secca intorno, quanto dolore sotterrato per sempre.
edw | Martedì, 1 novembre 2011 @13:24
Beh! M'hai colpito al cuore con queste parole...
Non posso andare al cimitero oggi, a commemorare i morti, mia madre, mio padre, mio fratello, tutti scomparsi prematuramente.
Oggi che non posso muovermi, per i postumi d'un intervento chirurgico, mi piace pensare che siano loro a guardarmi dall'alto.
Grazie davvero!