Lunedì, 30 settembre 2013 @10:15
"Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l’amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno"
(Bertolt Brecht)
Ci sono mesi che hanno un colore. Settembre è stato azzurro.
I versi di oggi sono tratti dall'antologia "Poesie d’amore del Novecento", Mondadori. Ma la poesia di Brecht è così bella che ve l'ho ricopiata tutta. La traduzione è di Roberto Fertonani.
Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l'amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d'estate
c'era una nube ch'io mirai a lungo:
bianchissima nell'alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.
E da quel giorno molte lune
trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
Tu chiedi che ne è di quell'amore?
Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so cosa il tuo pensiero.
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento: l'ho baciato un giorno.
Ed anche il bacio avrei dimenticato
senza la nube apparsa su nel cielo.
Questo ricordo e non potrò scordare:
era bianca e scendeva giù dall'alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna ha forse sette figli,
ma quella nuvola fiorì solo un istante
e quando riguardai sparì nel vento.
LISA | Mercoledì, 2 ottobre 2013 @19:23
Ciao Olga ex Kalashnikov! Pensa che mi era molto piaciuto "Le vite degli altri", il film tedesco ambientato nell'ex DDR che prese l'Oscar nel 2007 come miglior film straniero. Ma non mi ricordavo assolutamente ci fosse la poesia di Brecht.
Giusy | Martedì, 1 ottobre 2013 @14:22
Errata corrige: si comincia. Meglio rettificare, c'è sempre qualcuno pronto a darti della scema...
Anonimo | Martedì, 1 ottobre 2013 @14:20
Eh si' Lisa, a volte la memoria fa cilecca...era Kurt Weill. E forse era Valentina Cortese invece della Lazzarini...in Giovanna dei Macelli (peccato veniale, vero?) Davvero speciali i tuoi genitori. E' dall'infanzia che si cominnelcia... ( Anch'io ricordo una splendida Milva nell'Opera da tre soldi, ma '70 ero già grandina: "tutta vele e cannoni la nave pirata...." Lo sai che conserviamo ancora un vinile comprato al Piccolo dopo la rappresentazione? Sempre un piacere leggerti, bella mia....
Olga | Martedì, 1 ottobre 2013 @11:16
sentii questa poesia per la prima volta nel film "le vite degli altri". E più di qualsiasi opera teatrale rimasi colpita dalla semplicità della tomba di Brecht a Berlino. Un caro saluto
LISA | Martedì, 1 ottobre 2013 @10:39
Giusy: io ricordo Milva diretta da Strehler nell'Opera da tre soldi al Piccolo Teatro di Milano. Musica di Kurt Weill. Ero piccola ma i miei genitori mi facevano respirare la Milano anni Settanta, cosa di cui sarò sempre grata. "Mostra i denti il pescecane / e si vede che li ha / Mackie Messer ha un coltello / ma vedere non lo fa...". Milva sulla scena, indimenticabile.
carla | Lunedì, 30 settembre 2013 @17:29
Quando la leggo con i miei ragazzi cala un silenzio e un "oh" di meraviglia alla fine della lettura...
Giusy | Lunedì, 30 settembre 2013 @13:51
Mi ha stupito questa poesia, così romantica e lieve. Pensare che di Brecht ho forte ricordo dell'Opera da tre Soldi, musicata Kurtweiler,(?) (non sono sicura di aver scritto bene, però) Madre Coraggio (forse), Ricordo Giovanna dei Macelli interpretata da una magnifica Giulia Lazzarini. Chiedo scusa per le eventuali imprecisioni, vado così, a spanne nei ricordi d'antan. Non ho tempo per googleare e anche se sbaglio...almeno sono spontanea. Grazie davvero per avermi fatto conoscere un lato di Brecht che ignoravo.
Danae | Lunedì, 30 settembre 2013 @11:50
Per me settembre è il rosso acceso della foglie che iniziano a cadere.. E la pioggia che rende tutto lucido! La poesia è davvero molto bella! Conoscevo Brecht solo per il teatro ma questa è proprio un bella sfumatura! Grazie Lisa!
Domenica, 29 settembre 2013 @21:34
Di cosa sa l’autunno? Di mosto, forse: che ho bevuto tutto il weekend, in Austria, a Graz. Dove sono stata per la festa dei dieci anni della Kunsthaus, uno dei miei musei preferiti (come architettura: lo metto insieme al Guggenheim di New York e al Guggenheim di Bilbao). Mosto, dunque, che in Austria si chiama "Sturm" ed ha un color rosso lampone (ma dà leggermente e allegramente alla testa).
Graz è una citta che mi piace molto: piccola, romantica ma non troppo, e piena di piccole sorprese. La Kunsthaus, innanzitutto, il museo-oloturia, o astronave spaziale, sul bordo del fiume Mur, che è stato costruito esattamente dieci anni fa, quando Graz è stata capitale europea della cultura (e adesso ospita, oltre ad una festa di compleanno, due belle mostre: una di architettura in giro per il mondo, e una super-ironica e colorata di Romuald Hazoumè, un artista del Benin che raccoglie soldi "per i poveri bianchi"…). Guardatelo qui: http://www.museum-joanneum.at/en/joanneum/universalmuseum-joanneum-1
Ma a Graz c’è anche uno shopping center in pieno centro, il K&O, con una terrazza su cui sedersi a bere Sekt (le bollicine locali), guardando i tetti rossi della città; c’è un’isola di vetro in mezzo al fiume, costruita da un artista, VIto Acconci. C’è una piazza con, adesso che è autunno, un mercato con zucche e uva fragola e un piccolo caffè tra i banchetti di fiori e frutta; si chiama "Die süße Luise", la dolce Luisa, è stato aperto da un gruppo di ragazze, e ci si siede a bere caffè, tè e mangiare, per l’appunto, dolci (il mio era una cheesecake con cioccolato bianco e mirtilli, decisamente non dietetica).
A Graz ci sono palazzi con decorazioni barocche, panetterie che vendono Bretzel (il pane croccante a forma di fiocco che adoro), e oltre alla Wienerschnitzel puoi ordinare i Gebackene Leber, bocconcini di fegato impanati e fritti, o la Leberknödelsuppe, il brodo con gnocchi di fegatino (a me l’arte fa venire fame, a voi no?).
Venerdì, 27 settembre 2013 @09:33
"Perché ci sono rossetti, e creme, e profumi, che hanno questo potere, pensa la ragazza dalle unghie blu. Li tiriamo fuori dalla scatola luccicante, li proviamo per caso, perché sono un regalo, perché li troviamo nel bagno di un’amica. E poi, come un amore, entrano nella nostra vita – e non ce ne siamo neanche accorte. Come un amore, più di un amore. Il rossetto diventa il piccolo gesto antidepressivo nelle giornate buie, quelle in cui non si ha il coraggio di affrontare niente: la pioggia, il freddo dentro e fuori, il traffico, un capo collerico. Giornate buie: illuminate all’improvviso da un lampo di rosso, e quante volte l’ha fatto anche lei: quel lampo di luce che ci passiamo sulle labbra, e che ci rende immediatamente più belle, potenti, determinate, impermeabili alla pioggia e alle pozzanghere della giornata... Poi ci sono i profumi, aromaterapia portatile; le creme, carezze sulla pelle quando nessuno ci accarezza. E infine i disastri imprevedibili, quando il talismano che ci accompagna da anni – quello che ci ha tenuto compagnia, accarezzato, consolato – non si trova più. Fuori produzione, dice la commessa della profumeria, soavemente inconsapevole della ferale notizia. Provi magari in un’altra città, una città più grande, una città più piccola; provi in un magazzino, provi on line, provi a chiedere alla profumeria all’angolo o quella in centro. Ma il rossetto è introvabile, la crema ha variato composizione, il profumo è stato ritirato dal commercio, persino il deodorante ha cambiato elementi attivi e, semplicemente, non sa più di noi. E adesso come faremo? Come faremo ad alzarci al mattino, a uscire di casa senza la sicurezza di quel gesto – il rossetto sulle labbra, qualche goccia di profumo sui polsi – che ci rende forti, sicure, protette?".
L'avete riconosciuto? Oggi il Buongiorno è una pagina dal mio ultimo libro, "Ultimamente mi sveglio felice": uscito un anno fa. L'ho scelta come Buongiorno di oggi (e quindi, niente Friday Lisa, perché non ho il coraggio di tradurla), perché esattamente tra una settimana, venerdì 4 ottobre, alle 18, parleremo di rossetti e profumi perduti in un posto speciale: Drogheria 28, a Trieste. Una vecchia drogheria trasformata in libreria antiquaria, dove tra volumi e stampe sono state messe in vetrina anche le confezioni di ciprie e rossetti trovate nella drogheria abbandonata... Con me ci sarà Arianna Boria, amica e giornalista de Il Piccolo, ad ascoltare le vostre storie, a pensare a tutto quello che può raccontare un semplice rossetto. Dunque, vi aspetto: venerdì 4 ottobre, a Trieste, Drogheria 28, via Ciamician 6. E' in Cavana, una delle mie zone preferite a Trieste, proprio sopra piazzetta Hortis.
Lilabella | Domenica, 29 settembre 2013 @18:42
Non mi trucco molto ma il rossetto è il mio trucco preferito. Per me che non trucco gli occhi credo sia il mio punto di forza. Mi dispiace, Lisa, di non poter essere a Trieste. Spero tu possa venire anche a Roma molto presto. :-)
jane | Venerdì, 27 settembre 2013 @17:02
Lisa, ti aspetto a Milano e, intanto, grazie per i tuoi ''buongiorno'' che illuminano le mie giornate, che leggo come un oroscopo, che ritaglio e conservo nei miei diari, che regalo in occasioni speciali. Ciao.
Marinella | Venerdì, 27 settembre 2013 @13:46
Grande Lisa! Se potessi essere in due posti contemporaneamente, venerdì 4 sarei ad Assisi e a Trieste... come fare? Papa Francesco non ripeterà facilmente la giornata di Assisi, ma tu potrai riorganizzare questo evento, magari vicino a Milano...vero?
LISA | Venerdì, 27 settembre 2013 @12:54
Jane: lipstick power! Verrai il 4, sei a Trieste o dintorni?
LISA | Venerdì, 27 settembre 2013 @12:53
Stavolta, Lis@, niente unghie blu, ma un reperto storico e una storia, se ce l'hai... Io ho davvero una storia di rossetto perduto. Ve la racconterò il 4.
Lis@ | Venerdì, 27 settembre 2013 @12:34
Aspettavo questo piccolo e prezioso evento da quando me lo preannunciasti in Stazione Rogers! A presto!!
Marta | Venerdì, 27 settembre 2013 @12:06
Rossetto come penna con cui lasciare dei "ti amo" o dei "ti odio" la mattina dopo sul vetro smerigliato del porta piatti in cucina...
jane | Venerdì, 27 settembre 2013 @11:05
Wow, Lisa, il potere del rossetto lo subisco anch'io: entrare in un negozio e trovarmi davanti ad un espositore, scegliere un colore, annusare il profumo, rimirare la confezione bella, piccola ma potente e' un lusso che mi concedo e al quale non so resistere. Sono proprio donna in quel momento e ho fatto una cosa tutta per me, solo per me. Buon rossetto a tutte.
Giovedì, 26 settembre 2013 @08:54
"S’innamorò come s’innamorano sempre tutte le donne intelligenti: come un’idiota."
(Angeles Mastretta)
Ma del resto, è possibile innamorarsi in modo intelligente?
Questo è uno dei miei Buongiorno preferiti, ed è anche il mio #spillo su Gioia! di questa settimana. E' tratto da un vecchio libro di racconti della scrittrice messicana: "Donne dagli occhi grandi" (Giunti).
Lilabella | Domenica, 29 settembre 2013 @18:38
Non è proprio possibile innamorarsi in modo intelligente, si perde la testa e si corre tra le nuvole. E' triste quando un amore finisce ma la vita è bella perché si può sempre sperare in qualcosa di nuovo!
Grazie Lisa. Un sorriso al salotto verde!
Noemi | Domenica, 29 settembre 2013 @00:50
Niente unghie blu, purtroppo, ma spero che anche il mio finale sia simile a quello di Benedetta ;)
LISA | Venerdì, 27 settembre 2013 @12:32
Noemi, mi hai fatto tenerezza. Sembri la ragazza dalle unghie blu, uscita direttamente dal mio libro!
Noemi | Venerdì, 27 settembre 2013 @09:59
Ieri ho aperto la pagina, sperando in un tuo buongiorno che m fosse da presagio. Avevo esami, e volevo un segno che sarebbe andato tutto bene. Durante il tragitto, però, ho visto qualcuno che desideravo tanto vedere, in una situazione che non avrei mai desiderato osservare. Triste, una volta al parcheggio, ho aperto il tuo sito. E ho visto questo. L'esame non è andato, ma non importa, andrà meglio la prossima volta. In compenso, questa frase mi ha fatto un gran bene.
LISA | Venerdì, 27 settembre 2013 @09:23
Claudia mdg: bello quello che hai scritto. Sento quasi il fruscìo degli abiti.
claudia mdg | Giovedì, 26 settembre 2013 @18:25
ho spedito il messaggio prima di completarlo. Scrivevo che ci sono dei pomeriggi a Roma in cui passando per S.Lorenzo in Lucina, vicolo S.Biagio o via di Pallacorda ti sembra quasi che potresti vederle affacciarsi per un attimo a un finestra o entrare, sollevando un po' la gonna, in un portone
claudia mdg | Giovedì, 26 settembre 2013 @18:21
Cara Lisa, grazie per la segnalazione del libro su Lena. Purtroppo stasera non ce la faccio ad andare alla presentazione, ma prenderò il sicuramente libro. Quanto sarebbe bello sentire davvero la voce di Lena, ma anche di Fillide e delle altre modelle di Caravaggio raccontare la loro storia. Ci sono pomeriggi a R
Marta | Giovedì, 26 settembre 2013 @12:05
si rinsavisce solamente quando finisce l'amore? Allora....aiuto....
carla | Giovedì, 26 settembre 2013 @09:58
quando si dice che di fronte a certe situazioni siamo tutti uguali...
buona giornata a tutti!
Mercoledì, 25 settembre 2013 @09:35
"No, ti prego, non farlo. Ascoltami.
Non chiamarmi madonna pure tu che stai leggendo queste parole, perché mi guardasti nei quadri suoi e pensi di sapere già chi io sia.
Ascoltami.
Io ho un nome: Lena. Et una vita vera, che ti vorria raccontare.
Stanotte.
Perché stanotte non voglio e non posso dormire. Domani, il giorno appresso, o magari solo tra poche ore, torna a casa l’uomo che ho amato, e che amo et adoro. Ancora, per sempre".
I quadri parlano? Sì. Anche i quadri del Seicento. I quadri di Caravaggio, ad esempio, hanno parlato e sussurrato per anni alla mia amica Alessandra Masu, storica dell’arte e curiosa di donne, che ha raccontato – basandosi su ricerche d’archivio – la storia di Lena, modella e, forse, amante di Caravaggio. Il Buongiorno di oggi, senza firma e un po’ diverso dal solito, è proprio la voce di Lena, ed è l’incipit del libro di Alessandra, che presenterà domani a Roma, accanto alla sua eroina: ovvero nella sagrestia della chiesa di Sant’Agostino, dove è custodita la tela della Madonna dei Pellegrini. Per cui posò, appunto, Lena. Il libro si intitola "Lena che è donna di Caravaggio", EtGraphiae Editrice: http://www.etgraphiae.it . Domani, alle 19.30. Romani e romane, siete invitati.
Francescasièsposata | Mercoledì, 25 settembre 2013 @09:47
Cara Lisa, che fortunati i romani ad avere a due passi il mio adorato Caravaggio e a godersi la presentazione di questo libro così vicini alla splendida Madonna dei Pellegrini!!! Un libro che leggerò sicuramente, colleziono i libri che parlano di questo pittore tanto incompreso, tanto travisato...
Martedì, 24 settembre 2013 @07:46
"Forse era così la gioia, vista da dentro: una valle di luci, un vento etereo".
(Barbara Kingsolver)
La luce che cerco con te.
Vi ho già detto, vero, che "La collina delle farfalle" (Neri Pozza, con la bella traduzione di Massimo Ortelio), da cui ho tratto la frase di oggi, è uno dei migliori romanzi che io abbia letto negli ultimi mesi? Una giovane donna imprigionata in una vita troppo stretta, mutamenti climatici e una pacifica invasione di farfalle arancioni. La vita, la vita che ci sorprende.
Giusy | Giovedì, 26 settembre 2013 @11:29
Bella analisi, Domo, mi piace!
domo | Mercoledì, 25 settembre 2013 @18:15
Che bella e forte la definizione "ipocrita solitudine", fa pensare alle solitudini che vengono forzate nel loro accadere ma poi piante e auto commiserate come se fossero accadute per disgrazia, fato, circostanze sfavorevoli
Max | Mercoledì, 25 settembre 2013 @14:48
Giusto, inutile sparà sulla croce rossa...
Giusy | Mercoledì, 25 settembre 2013 @14:17
Terapeuta va ascoltata: la sua analisi mi convince e mi invita alla riflessione quindi mi chiedo come si possa arrivare agli insulti, e non solo da parte di una a caso della quale non condivido il comportamento. Siamo tanti qui, ciascuno col proprio pensiero e le proprie ansie, delusioni e - a volte - sofferenze celate dietro esternazioni scomode che possono ferire o aiutare, non saprei...non sono del "mestiere". Considero questo Blog bello, vivo, curioso, interessante. Manteniamolo così, senza inutili, offensivi giudizi. Le opinioni altrui, quando sono esposte con la dovuta educazione, vanno - se non capite - rispettate e controbattute senza ricorrere a a inutili epiteti.
Lisa: sai quanto ti apprezzo e con quanto piacere ti seguo e seguo chi interviene qui, a volte infastidita, a volte contenta...non sempre ci si affaccia alla finestra per vedere ciò che piace!
? | Mercoledì, 25 settembre 2013 @13:49
mo ce mancava pure questo
Terapeuta | Mercoledì, 25 settembre 2013 @13:32
Si evidenzia un problema psichiatrico profondo, la cui analisi richiederebbe tempo e costanza del soggetto . All'aumentare dello stress corrisponde una grammatica imperfetta, uno scrivere rabbioso, quasi incontrollato. Il far riferimento alla famiglia ideale, alla scuola come lavagna dove esporre le altrui vergogne corrisponde all'assenza della famiglia, all'idealizzazione della scuola dove fare, forse il sogno di un insegnamento, chissà.
Solitudine, rabbia, spazi virtuali creati da persone vere con una visibile collocazione sociale e occupati senza il rispetto dei limiti e dei confini nella quasi disperata necessità di essere, senza mai riuscirci.
Il mio invito è di rivolgersi ad uno specialista, nei tempi e modi che Lei riterrà opportuni ma, se posso dire, senza far trascorrere altro tempo.
Distinti saluti
LISA | Mercoledì, 25 settembre 2013 @11:59
E dico soprattutto a te, ?, ex una a caso, ex eccetera eccetera. Non ti rendi conto che è come se tu andassi a casa d'altri a insultare, strillare o dire stupidaggini? Questo blog è casa mia e ti prego - con le buone maniere, o con le cattive, come vuoi - di smetterla. Sono allibita dal tuo comportamento. E sono molto, molto seria.
LISA | Mercoledì, 25 settembre 2013 @11:52
Per favore, basta. Jane Austen o no, i prossimi commenti-mosca verranno cancellati.
? | Mercoledì, 25 settembre 2013 @11:27
SSSSSSSSS lo dici a te stessa chi sei per dirlo ?
Elisa | Mercoledì, 25 settembre 2013 @11:21
....sssssss....e ora sparisci, nel tuo immenso e senza orizzonte nulla......
? | Mercoledì, 25 settembre 2013 @09:30
Ma chi ti conosce ...pensa a fare il tuo lavoro e bene , se ne hai uno ....nervosetta la signora ... come ti permitti ...ma dove sono capitata
Elisa | Mercoledì, 25 settembre 2013 @09:23
Nervosetta la signora... Problemi? Ancora non appaiono le tue scuse....problemi con la tastiera? Attendiamo fiduciosi...
? | Mercoledì, 25 settembre 2013 @09:05
una famiglia come la mia neanche te la sogni ...e basta parlare di me commentate i versi abbaio alla luna . ipocrita solitudine ,ma di chi parli ?, HO DETTO BASTA
Elisa | Mercoledì, 25 settembre 2013 @08:41
Risibile quello che scrivete e impregnato della solita maleducazione, del vostro continuo calpestare fiori erba le parole e le sfumature.
Siete ospitate qui e continuate ad insultare ad abbaiare senza che mai una finestra si apra per gettarvi un tozzo di pane, per darvi un pò della considerazione che tanto anelate.
Questo rende il vostro abbaiare ancor più insistente, fastidioso, per tentare di farvi notare.
Non vi importa nè di Lisa nè di nessun altro, cieche nella solitudine che vi avvolge e convinte di essere "vere" perchè abbaiate alla luna, ma è solo una immensa ed ipocrita solitudine.
E allora meglio lasciarvi qui, così tristemente solitarie, ad abbaiare...
? | Mercoledì, 25 settembre 2013 @08:12
Adesso vi offendo anche io ...max è di una stupidaggine travogente , Domo senza attori è prduto ,Fra è da vomito ,tutte non fanno che dire :che bella frase Lisa . ma non vanno oltre. si salvano due o tre i cui nomi tengo per me e tu Lisa basta con la pubblicità ... scusate ... sono antipatica ,ma sono vera
? | Mercoledì, 25 settembre 2013 @07:54
scusate io vorrei sapere che cosa ho fatto di grave e quale offesa ti ho arrecato ,Lisa ,per avere quella risposta da te e dagli altri .grazie .
Aminta | Martedì, 24 settembre 2013 @22:03
ho sperimentato la pesantezza di alcuni commenti ho trovato la sensibilità di LisaCorva nel disapprovare senza offendere/ferire. Vogliamo imparare da lei? Franchi tiratori o tiratrici mossi da motivi poco chiari, qualunque sia il vostro scopo non credo che possiate turbare questo blog né la stima di chi la segue e apprezza.
Fra | Martedì, 24 settembre 2013 @21:13
Leggerezza, non maleducazione, non questo eterno dover sopportare l'altrui pesantezza. Se leggi, se ti va e lo comprendi, la cronaca di questa giornata forse potrai capire meglio.
carla | Martedì, 24 settembre 2013 @20:48
c'è aria di bufera nel salotto verde, in questi giorni? Ma lisa non ci aveva insegnato che il bello della vita è la leggerezza ( non superficialità non banalità) ma la leggerezza.
Max | Martedì, 24 settembre 2013 @19:51
Punto interrogatì, magari sò ignorante e nun sò fa le traduzioni però a me me pare che nun c'entra er latino o aiuta' la creatura er punto è che la Signora Corva t'ha detto:mo hai rotto, e te voi pure ave' ragione? Allora...nun ce sei, ce fai. E mi sa che è peggio pure... E poi che vor dì, che siccome dai dù ripetizioni te sei assicurata er mantello che copre le cavolate che fai? No punto interrogatì, pure i laziali dopo er derbi se stanno zitti...e tu no.... Insisti!
? | Martedì, 24 settembre 2013 @19:06
avevo scritto che avevo appena finito di tradurre dal latino una versione con mia nipote (liceo classico) e mi devo sentir dire pensa di più ,leggi di più e poi gli insulti da parte tua fra .... la scuse le vorrei io ma ,ti dirò , mi dispiace di più per la figura che fate voi ma adesso lisa cancellerà subito prima che qualcuno possa leggere ma a me basta che legga lei
Fra | Martedì, 24 settembre 2013 @18:44
"lo farò senz'altro"...... lo volesse il cielo....ma poi riapparirà con un altro nick, la stessa malaerba nell'anima e lo stesso casatiello da distribuire....
Non hai neanche chiesto scusa alla padrona di casa per i modi e per averla costretta ad usare, in casa sua, parole e toni che mai aveva usato prima-
Ma hai dovuto chiudere con l'ennesima frase inutile...."amici come prima".
Almeno, chiedi scusa.
Adios casatiello depresso
? | Martedì, 24 settembre 2013 @17:15
lo farò senz'altro ....amici come prima mi pare si dica in questo caso .
LISA | Martedì, 24 settembre 2013 @15:05
Chissà, magari è un gatto... O una mosca fastidiosa, come sono (spesso) le tue osservazioni, che a me sembrano sempre fuori luogo! Non offenderti, ma preferirei (e non è la prima volta che te lo dico) che tu scrivessi molto, molto di meno. E pensassi di più. O leggessi di più. Grazie!
? | Martedì, 24 settembre 2013 @14:36
allora non ho capito "con te" lui o lei è la stessa cosa
LISA | Martedì, 24 settembre 2013 @14:13
E chi ha detto che è un lui?
? | Martedì, 24 settembre 2013 @14:09
Lisa perchè ti riferisci sempre a un lui o lei quando la gioia può venire da tante altre cose ?
Giusy | Martedì, 24 settembre 2013 @13:14
Vero, la vita che ci sorprende a volte ci sorprende come le istantanee dei vecchi tempi: negativo-positivo. Pellicole da sviluppare, studiare, riderci sopra o rattristarci. (il freddo piacere di parlare...vero ?)
? | Martedì, 24 settembre 2013 @10:54
vado a comperare il libro ... e se non è interessante guai a te Lisa ....ciao buona giornata
Lunedì, 23 settembre 2013 @08:30
"Il sole ci aveva sfiancati, resi febbrosi; ora la nebbia ci placa, ci fa rientrare in noi. Le finestre aperte sono come finestre chiuse, non offrono visioni ma solo tende di grigio. E’ tempo di chiuderle e riscoprire la casa… Autunno di silenzio ritrovato, di concentrazione densa, di solitudine calda, di meditazione, di preghiera, di te."
(Adriana Zarri)
E’ autunno. Chiudo la porta. Il piacere caldo di stare a casa.
Il Buongiorno autunnale di oggi è tratto da "Quasi una preghiera" (Einaudi), della teologa Adriana Zarri. Cliccate sul suo nome per leggere altre sue meditazioni stagionali.
Danae | Lunedì, 23 settembre 2013 @11:30
È arrivata l'ora di chiudersi al caldo di un abbraccio che non ha bisogno di parole... :-)
Domenica, 22 settembre 2013 @12:13
E dire che a Facebook non volevo neppure iscrivermi. Mi è sempre sembrata una perdita di tempo, una cosa per ragazzini… Ed io non ho più l’età. Né Facebook, né Twitter, né Instagram: è già tanto se sono su Linkedin, pensavo, e anche lì, perché è utile dal punto di vista professionale. Ma chi ha tempo per i social network, se non riesco quasi a vedere gli amici "live", con la vita complicata che faccio, che facciamo tutti… Poi, l’inverno scorso, quando sono stata una settimana a casa con una brutta influenza, mia figlia mi ha creato un profilo (già: sono abbastanza vecchia da avere una figlia su Fb, primo; e non sono molto tecnologica, secondo), e mi ha insegnato un paio di cose. Con un avvertimento: "non chiedermi l’amicizia, mamma, ti dico già di no!". Mi ha fatto ridere: mia figlia ha le idee chiare, molto più di me alla sua età. E’ sveglia e determinata: il più bel regalo che mi abbia fatto mio marito. Perché sì, gli assomiglia tantissimo.
E allora: Facebook. E l’influenza. Accasciata a letto, non riuscivo a leggere, né a guardare un film. Mal di testa, cattivo umore. Però c’era Facebook… Mi ci è voluto poco per diventare una vera "addicted". Ho cominciato ad aggiungere tutti. Le mie amiche (ma guardala, che foto mette sulla bacheca), i musei che più mi piacciono (lo sapevate che c’è anche il Louvre?). Poi, emersa dall’influenza, ho cominciato a postare foto anch’io. No, non di gattini o di piedi al mare con le unghie dipinte (in primavera mi sembrava ci fossero solo quelli, su Facebook, come un’epidemia), ma di… caffè. Mi piace tutto, del rito del caffè. Mi piacciono quelli delle vecchie pasticcerie, con il nome del locale sopra la tazzina; mi piacciono i bar Sport, quelli design, pesino i bicchieri di carta di Starbucks. E mi piace fotografarli. Avete presente quei matti che ormai, anche a cena, fotografano il piatto col cellulare, prima di mangiarlo? Bè, io fotografo caffè. E cappuccini. E li posto sul mio profilo. Lo so, lo so. Non sono più un’adolescente. Ma ho capito una cosa dei social network, in questi pochi mesi di Facebook: che ci fanno sentire come se avessimo quindici anni ancora, e per sempre.
E, per la serie quindici anni, ovviamente è arrivato un lui. E’ apparso nella lista delle "persone che potresti conoscere". Io in realtà non lo conoscevo (avevamo cinque amici in comune, ma io ero sicura di non averlo visto prima in vita mia). Però la sua foto di profilo era un’immagine meravigliosa di cibo. Come resistere? Ho cliccato. Pensando: sarà un "food addicted" come me. Probabilmente trovo qualche ricetta da provare. E invece ho trovato lui, l’uomo che mi ha sconvolto la vita.
E’ successo tutto pian piano e velocemente insieme, come è Facebook, del resto. Prima: la richiesta accettata. Poi, le foto: tante, le mie e le sue, fatte con Instagram, di cibo e soprattutto di vino, bottiglie di vino con sotto tutti i commenti dei suoi amici. Io, non mi vergogno di dirlo, passavo ore a cercare qualcosa di spiritoso da scrivere, ero contenta se lui metteva "like" sotto il mio commento, postavo foto sempre più artistiche di caffè e tazze… Folle? Lo so. Ma su Facebook siamo tutti un po’ folli; e poi, non lo diceva anche Steve Jobs? "Be hungry, be foolish". Siate affamati, siate folli. E questo è stato un pessimo, lungo, freddo inverno; le preoccupazioni sul lavoro, la rata del mutuo sempre più pesante, la crisi, i clienti… E io avevo voglia di giocare, di dimenticarmi, almeno per mezz’ora al giorno, della mia sostenibile pesantezza dell’essere.
Poi, lui mi ha chiesto di uscire. Così, quasi per caso. Sotto la foto di un cappuccio con una stella disegnata col cacao, mi ha scritto: "Bello questo. Domattina?". Lì ho capito che non sapevo quasi niente di lui. Che stavo giocando con un uomo che non avevo mai visto in faccia. Ma di cui mi piacevano le battute, lo spirito ludico, la leggerezza: abbastanza per prenderci un innocuo caffè. Solo che quel caffè non è stato innocuo... Ho bevuto il mio cappuccio al banco, stordita da questo conosciuto/sconosciuto; da quest’uomo che è entrato e mi ha conquistato, solo sorridendomi. Abbiamo parlato; poco. In fondo sapevo già così tante cose di lui: che gli piace la Ribolla gialla e odia il Gewürztraminer… Scherzo. In realtà è stato come se lo conoscessi già. Diabolica intimità digitale. Da lì è scivolato tutto a velocità irrefrenabile. Sms, e poi altri appuntamenti; per il caffè del mattino, per un bicchiere di vino alla sera… Parlavamo. Di cibo, di lavoro, della recessione, molto; delle nostre famiglie, poco (io sposata, lui pure, certo).
Poi una sera mi ha invitato a cena. E io ho detto di no. Ho capito che stava per succedere qualcosa, che volevo che succedesse qualcosa; e allo stesso tempo, non volevo. Ho capito che quest’uomo di cui mi sono piaciute prima le foto, poi le parole, poi il profumo; quest’uomo che sentivo vicino, sempre più vicino, non mi era indifferente. Ma che non volevo tradire mio marito.
Ho smesso di flirtare, perché d’accordo, era un flirt, un corteggiamento, una cotta da teenager; ma se succede a 45 anni e non a 15, ti manca la terra sotto i piedi. Ho smesso di rispondere ai suoi sms e di cliccare sotto le sue foto. Lui deve aver capito. Volevo toglierlo dalla lista degli amici, poi non ho avuto il coraggio… E mi manca, tantissimo, ancora. Perché? Semplice, banale: con lui mi sentivo viva.
Ora sono qui in un caldissimo pomeriggio estivo, nella mia settimana di vacanza, e sento mia figlia che dice al padre: "Ma la mamma non smette mai di giocare con il telefonino? È peggio di me". E mio marito risponde: "Lasciala stare, sta controllando le mail…". Forse sa, forse sospetta. La verità è che non controllo le mail di lavoro, né gli sms che lui non mi manda più; apro Facebook per guardare lui cosa fa, dov’è. Mi manca terribilmente. Perché la vita senza di lui ha meno colori. Perché forse dovrei uscirci, a cena. Perché forse potrei passarci una notte, una notte soltanto. Perché lui era il mio sogno dentro un cellulare; e adesso che non c’è più, mi sembra di non avere più niente da aspettare. Neppure un clic.
Questa è una delle storie che ho scritto per Gioia!, e che è uscita alla fine di agosto. Mentre in edicola, su Gioia! di questa settimana, trovate la storia di una ragazza di 17 anni. E di un abbandono: quello del padre. Sono storie ispirate a vite vere, le vite di tutti noi. Così, se avete una storia da raccontarmi, scrivetemi... Raccoglierò la vostra.
Susy Anne | Martedì, 1 ottobre 2013 @02:40
E' da un pò che manco ma rileggerti mi sembra di non essere mai mancata da qui.. leggendo queste tue parole volevo salutarti con questo: http://www.youtube.com/watch?v=FQukl9vXfz4 .."MI HA FATTO SENTIRE VIVA"... per te cara Lisa, un abbraccio.
? | Martedì, 24 settembre 2013 @10:50
sei forte , come dicono a roma ciao e buona giornata
Giusy | Martedì, 24 settembre 2013 @09:55
Ciao ?-una a caso, ti rispondo "parafrasando" il post della nostra brava giornalista e scrittrice: è autunno, chiudo la porta. Il piacere caldo di tacere...
? | Lunedì, 23 settembre 2013 @19:40
Giusy mi manchi
Noemi | Lunedì, 23 settembre 2013 @11:26
La donna fatua, cattivissima me, è uno dei cliché più vecchi e ritriti che viene tirato fuori spesso da pseudofemministe o donne cosiddette "impegnate" per parlare di ciò che è diverso da loro e che proprio non tollerano. Sei libera di vivere le chat come una stupidita, ma non esistono solo le tue opinioni, Lisa è altrettanto libera di raccontare dei modi di vedere diversi dai tuoi, ti pare? O esiste solo una verità, una realtà, una direzione? Mi chiedo poi, visto che dai così poca importanza ai contatti virtuali, perché tu abbia scritto un commento pubblico. Se il confronto con altri non ti interessa e volevi solo criticare lo scritto, perché non farlo a tu per tu con l'autrice? Non è che magari sei anche tu alla ricerca di un briciolo d'attenzione da parte di sconosciuti digitali?
? | Lunedì, 23 settembre 2013 @11:05
....hai bevuto la birra di max
fra | Lunedì, 23 settembre 2013 @10:42
?=cattivissima me=una a caso= casatiello depressi riuniti....
? | Lunedì, 23 settembre 2013 @10:37
il tuo racconto mi ricorda un pò "quando soffia il vento del nord " ma qui oggi si è scatenata una bufera .... da una favoletta ....
LISA | Lunedì, 23 settembre 2013 @10:14
Mi sa che l'unica risposta sensata è quella di Max. Jane (Austen, con tanto di galline piumate) proteggici tu!
Cattivissima me | Lunedì, 23 settembre 2013 @09:59
Mamma mia quanto prevedibilità e quanto vecchiume nei vostri commenti!
Comunque, per chi me lo chiedeva:
no, non sono stata scottata da una chat, anche perché trovo le chat una grandissima stupidaggine. Io le amicizie le voglio vivere davvero, non da dietro lo schermo di un pc.
Elisa: io frustrata? E da dove lo deduci? Da quello che ho scritto? Guarda secondo me è frustrato chi trova in fb e luoghi simili ciò che nella realtà non trova.
All'autrice di questo post: d'accordo non è la tua storia. . In ogni caso leggendo quello che hai scritto la donna ne esce come una gallina fatua. Mi domando dove siano le donne che per una volta provano a concentrarsi su qualcosa di diverso dai soliti clichè. E' esattamente lo stesso gioco della moda. Dapprima se ne criticano i canoni, ma poi alle sfilate continuano a sfilare modelli di donna tanto falsi quanto vuoti. Oppure la tv col suo uso indiscriminato del corpo della donna. Fino a quando ci saranno donne che scriveranno solo di questo, di donne vanesie, eterne Madame Bovary (personaggio che detesto) niente cambierà. E non c'è bisogno di andare a scomodare Jane Austen. Per lo meno lei denunciava il triste teatrino della società in cui viveva. Io in questo racconto, non vedo ombra di denuncia sociale. Provo solo pena per quel finale in cui una donna si dimostra identica allo stereotipo più squallido e facile.
? | Lunedì, 23 settembre 2013 @09:32
ma una volta non c'era la libertà di parola ?
Domo | Lunedì, 23 settembre 2013 @09:03
Vorrei citare, credo fosse Fra, che coniò questa spettacolare definizione:"casatielli depressi". Ecco...a volte tornano, ma non lasciano mai traccia....
elisa | Lunedì, 23 settembre 2013 @08:45
Per cattivissima: ci racconti come si vive così frustrata?
max | Lunedì, 23 settembre 2013 @08:42
A cattivissima, te sei scottata co quarche chat....daje, se beccamo alla garba e te offro na birretta e du recchie pe ascortà li guai tanti che hai. Namo!
Elisa | Lunedì, 23 settembre 2013 @08:39
Lisa...ho letto e riletto il tuo racconto...ma certo, parla(anche) di me! L'età non combacia, i figli adolescenti ancora non ci sono...ma per il resto, la tua sensibilità e il tuo intuìto hanno fatto bingo! Quel senso di attesa...sai, al principio mi mancava tantissimo, ora non più, anzi, lo vivo come una liberazione. Ho adorato risentirmi viva, mi è piaciuto pensare di poter essere nuovamente...non lo so? Desiderabile? Speciale? Notata tra le tante? Eppure, non mi manca niente, sono contornata da affetti veri, non ho bisogno di amicizie virtuali da Facebook. Però, mi è successo. È capitato a me, mamma iper presente e compagna affidabile.
La cosa buona è che dopo quest'avventura da tastiera mi sono iscritta in palestra, mi sono messa a dieta e mi sono sentita effettivamente molto più carina. Quindi, qualche merito ce l'ha avuto, questo compagno di chat! Chissà se anche la sua vita ha avuto qualche minimo cambiamento dopo avermi conosciuta? Vorrei chiederglielo, ma come puoi immaginare l'ho tolto dai miei contatti di FB...
LISA | Lunedì, 23 settembre 2013 @08:13
Perbacco, Cattivissima me: sei così trascinata dalla foga antiFb che hai , decisamente, travisato. La storia che hai letto non è la mia storia (non solo non ho mai incontrato un uomo su Facebook, ma non ho neppure una figlia adolescente); è, come ho scritto, una delle storie che raccolgo e che scrivo per Gioia. Quanto ai miei libri, indovina?, posso scriverci quello che voglio. Jane Austen ti avrebbe rovesciato il calamaio in testa o ti avrebbe fatto sposare, per vendetta, a un uomo incontrato su Fb. Medita, medita...
Cattivissima me | Lunedì, 23 settembre 2013 @07:54
Per la serie la grandissima banalità di Fb e delle sue più ovvie conseguenze. Nonchè, la grandissima prevedibilità e banalità, oh sì, banalità, delle donne.
Per non parlare dell'illusione di sentirsi come a 15 anni.
Ma quando le donne impareranno qualcosa dagli uomini?
P.s.: pessimo perfino lo struggimento finale in confronto alle parole di tuo marito.
Torna con i piedi per terra.
Ed evita di scriverci sopra un libro.
Noemi | Lunedì, 23 settembre 2013 @00:29
Non ci credo più a questi incontri / scambi digital culturali. Ho già dato, in più occasioni. E in mano non mi resta neppure il bicchiere di carta del caffè, solo la certezza che spesso ci si nasconde dietro bit per evitare di sentire battiti. Quelli autentici, quelli faccia a faccia senza monitor di mezzo. La tua storia è, comunque, davvero molto bella :)
Venerdì, 20 settembre 2013 @13:28
"Perché la nebbia dell’estate è romantica, e quella dell’inverno è solo triste?"
(Dodie Smith)
Meteo-sentimenti.
Nel mio altrove, c'è già un po' di bruma al mattino. Non a Roma, dove sono per lavoro, e dove ho trovato sole, la meraviglia sempre intatta della fontana dei fiumi del Bernini a Piazza Navona illuminata a mezzanotte, pasta e cacio e pepe mangiata per strada vicino a Campo dei Fiori (ero così entusiasta che ne ho chiesto, al cameriere allibito, una seconda porzione: la trattoria è Da Fortunata, via del Pellegrino, un mito) e stamattina, invece del caffè, una granita di caffè e panna di Tazza d'Oro mangiata sui gradini della fontana davanti al Pantheon. Decisamente, Roma.
Il Buongiorno di oggi è tratto da un libro che ho letto quest'estate e che ho amato molto: "I capture the castle", ovvero "Ho un castello nel cuore", di Dodie Smith. Poco conosciuto in Italia (ma lo trovate pubblicato da Rizzoli), libro cult invece nei paesi di lingua inglese, è il capolavoro della creatrice di "La carica dei 101". La protagonista è Cassandra: con i suoi tre diari, vi conquisterà anche se non avete i suoi meravigliosi, ironici, malinconici 17 anni.
E come ogni venerdì, il Buongiorno di oggi anche in inglese.
LISA | Domenica, 22 settembre 2013 @20:34
Pia?
Aminta | Domenica, 22 settembre 2013 @20:29
LisaCorva, non sono più di tanto forte in storia. Ho una zia nata il xx settembre e si chiama..indovini? Comunque una data da ricordare con illuso piacere.
LISA | Domenica, 22 settembre 2013 @14:06
Grazie di aver ricordato, Aminta. Sono un po' debole in storia, ammetto. Persino a Roma, dove le pietre parlano.
? | Sabato, 21 settembre 2013 @09:41
roma è una città strana ,ti svegli con la nebbia ,specialmente lungo gli argini del tevere , poii mprovvisamente scoppia il sole
carla | Sabato, 21 settembre 2013 @09:22
sarà che sono lombarda, vivo da sempre e solo nella Pianura Padana, ma ame la nebbia invernale piace! Al mattino è come fare la caccia al tesoro perché non sai esattamente cosa troverai... ma ormai non esistono più i nebbioni di una volta. Anche questa può essere nostalgia.
? | Sabato, 21 settembre 2013 @08:08
prchè in estate dietro le nebbia c'è sempre il sole , basta aspettare un pò . in inverno dietro la nebbia una giornata uggiosa . ...e si guarda sempre il cielo .. sperando
? | Sabato, 21 settembre 2013 @08:03
brava Lisa che sai gustare i sapori e gli umori anche di questa città
Aminta | Venerdì, 20 settembre 2013 @20:24
20 settembre 1870 breccia di Porta Pia a Roma. nessuno ricorda o commemora ma quella data ha sancito la fine del potere temporale dello Stato della Chiesa. (il potere temporale ha preso altre vie meno cruente ma altrettanto efficaci)
Marinella | Venerdì, 20 settembre 2013 @14:27
Brava Lisa, ho letto il tuo articolo su Gioia e ne sono rimasta colpita. Sono sempre commoventi le storie che ognuno porta con sé e a 17 anni si è ancora troppo giovani per portare il peso di una storia simile sulle spalle. Buon fine settimana e...buona degustazione!
Giovedì, 19 settembre 2013 @08:09
"Questo giorno
come una foglia staccata
solo il silenzio,
l’aria e tu…"
(Irena Vrkljan)
Questo giorno, un giorno perfetto. Un giorno di luce, di vento, anche se piove: vento di settembre, vento di cambiamento. Perché settembre è voglia di cambiare, certo. Ma con questo giorno, questa foglia nel cuore.
Questo è lo #spillo che ho scelto per Gioia di questa settimana. I versi di una poetessa croata, ora che si avvicina l'autunno.
Francescasièsposata | Venerdì, 20 settembre 2013 @14:33
Ciao Giusy,
Francescaprimoanniversario mi piace un sacco! E devo dire che la scelta di ieri sera è stata una buona scelta! ;-)
Giusy | Venerdì, 20 settembre 2013 @12:30
...anonima, come a volte mi capita.
Anonimo | Venerdì, 20 settembre 2013 @12:28
E brava Francescaprimoanniversario che si toglie la "rabbia da ufficio" e indossa il sorriso...
Lilabella | Giovedì, 19 settembre 2013 @22:02
Solo il silenzio, l'aria e tu. Fantastico. Anche io in questo mese ho voglia di cambiare. Intanto ci sarà un viaggetto la prossima settimana. Andrò a Procida con la mia amata sorella. Spero in grandi cose.
p.s. Francescasièsposata bello il tuo spirito ottimista :-)
Francescasièsposata | Giovedì, 19 settembre 2013 @18:36
Sempre la parola giusta al momento giusto... Oggi a lavoro mi hanno fatto arrabbiare (per non essere volgare) all'inverosimile... Potrei portare tutto a casa e invece no, finisco quello che devo fare e chiudo la porta della rabbia e dell'ufficio perchè quello che resta di questo giorno sia devvero un giorno perfetto...
? | Giovedì, 19 settembre 2013 @12:00
" se io preferisco tanto l'autunno alla primavera è perchè inautunno si guarda il cielo ,in primavera la terra " s. kierkegaard
Paola | Giovedì, 19 settembre 2013 @08:47
sono versi bellissimi e richiamano l'autunno davvero, la mia stagione preferita. per i colori, per i sapori, quella dolce malinconia lieve che mi accarezza sempre.. Settembre è anche il mese in cui sono nata, fa assolutamente parte di me in tutto e per tutto. E quel cambiamento che provo ad attuare sempre, lottando ogni giorno! Buona giornata Lisa! :)
Mercoledì, 18 settembre 2013 @06:55
"Era l’infanzia, che non torna più -
le more così nere da fare invidia alla notte"
(Adam Zagajewski)
Una manciata di more, una manciata di anni.
Sto scoprendo un nuovo poeta: polacco, nato a Leopoli (ora Ucraina, per la serie confini che si muovono), Zagajewski sarà a Pordenonelegge il 22 settembre. E i versi di oggi sono tratti da "Dalla vita degli oggetti", Adelphi.
Alessandra | Venerdì, 20 settembre 2013 @18:27
September more...
Laura | Giovedì, 19 settembre 2013 @14:30
I rovi, io e la mia bambina che raccogliavamo insieme le more, tra racconti e chiacchere. Che bei ricordi. Ora la mia bambina è diventata grande, ma raccolgo ancora le more e faccio per lei una squisita marmellata scura che profuma di boschi.
Lilabella | Mercoledì, 18 settembre 2013 @23:02
Le more mi fanno ricordare proprio la mia infanzia-adolescenza quando andavo in campagna, al paese di mia nonna, ed insieme a mia madre e mia sorella ci arrampicavamo alla ricerca delle more migliori. Ora i roveti si sono rovinati e l'età è diversa..quindi grazie Lisa per avermi fatto ricordare questi momenti!
Buona serata al salotto verde.
LISA | Mercoledì, 18 settembre 2013 @10:21
Io a Leopoli non ci sono mai stata, Marinella, ma nel libro Adelphi c'è una poesia di Zagajewski, intitolata proprio Leopoli, che è da brivido. Il brivido del passato e dell'esilio. Dovresti regalare il libro alla tua amica... Ma raccontami di più di Svetlana. Da quanto tempo manca? Cosa racconta della città? Vive in Italia adesso? Mi piacciono le storie di confini oltrepassati.
Marinella | Mercoledì, 18 settembre 2013 @09:04
Leopoli, la città della mia amica Svetlana...
Leggerti oggi è stato come sentire parlare della mia città: un brivido di emozione e una lacrimuccia di nostalgia (anche se, io, a Leopoli, non ci sono mai stata, ma è come se la conoscessi davvero attraverso i racconti di Sveta...)
Buona giornata, Lisa....
? | Mercoledì, 18 settembre 2013 @08:05
le più belle le più lontane ed alte nel rovo spinoso . le raccoglievamo cantando Haidi ,le mani e i piedi graffiati . sembra ieri ...
Martedì, 17 settembre 2013 @09:53
"Se reputo infantile l’idea di una coppia aperta a tutte le correnti d’aria, non nutro neppure molta stima per le coppie che sanno di chiuso; e provo solo disprezzo per la coppia all’antica, basata sulla sottomissione della donna all’uomo, o sulla castrazione dell’uomo a opera della donna. Se dovessi enunciare le mie convinzioni in materia, direi: la complicità, la tenerezza e il diritto all’errore".
(Amin Maalouf)
Un buon matrimonio, un matrimonio che dura: complicità, tenerezza e diritto all’errore.
Il Buongiorno di oggi è tratto dal romanzo "I disorientati", Bompiani, del libanese Maalouf. Mi ha fatto pensare che una coppia, per resistere nel tempo, non ha bisogno solo di amore. Ma anche di complicità, tenerezza, e quell'inaspettato, verissimo, diritto all'errore.
Lilabella | Martedì, 17 settembre 2013 @19:06
Non sono la più adatta a dare indicazioni in materia ma credo la complicità ed una serie di interessi in comune possa aiutare una coppia e naturalmente non devono mancare tenerezza e diritto all'errore.
Un sorriso serale al salotto verde!
Michela | Martedì, 17 settembre 2013 @14:31
Disorientata ma sulla retta via, eccomi qui! Proprio oggi mi sento strana: ieri ho realizzato di non poter abbandonare una carriera universitaria per un esame (l'ultimo esame) tralasciato 3 anni fà e mai più toccato. L'entusiasmo del lavoro, del primo lavoro, serio, fisso, fatto di terre, frutti e persone mi ha coinvolto subito...ma quando guardavo dentro di me, sentivo di non aver completato per bene tutte queste prime tappe di vita. Mi sembra di aver spostato un sasso gigante dentro di me riaffrontando questo capitolo...eppure quotidianamente mi trovo davanti a sfide e responsabilità ben più grandi. Che strano l'essere umano... Ecco il mio diritto all'errore.
Giusy | Martedì, 17 settembre 2013 @14:04
Ah, dimenticavo: amore ed entusiasmo
Giusy | Martedì, 17 settembre 2013 @14:02
Anch'io "vanto" tantissimi anni di matrimonio ma oggi mi va di guardarli dal basso: dagli inizi (visto che tra un mese ci sarà l'anniversario: 46 per la precisione + 3 di apprendistato). Complicità, sicuramente, comunione di idee e gusti, quasi ci siamo...tenerezza,tanta (0ra q.b.) e che dire del diritto all'errore? Vorrei che quel tipo di diritto fosse Solo mio. Bello il commento di Andrea Rényi; se non ricordo male, ho visto una sua breve intervista in Tv ma non ricordo l'argomento.
carla | Martedì, 17 settembre 2013 @11:56
Parole sante!!
Andrea Rényi | Martedì, 17 settembre 2013 @10:00
Dall'alto dei miei tantissimi anni di matrimonio posso confermare: Maalouf ha ragione.
Lunedì, 16 settembre 2013 @08:47
"Le giovani cassiere del supermercato l’avrebbero guardata dall’alto in basso, battendo con le unghie laccate sul registratore; avrebbero guardato con aria di commiserazione la farina d’avena e i piselli surgelati di una famiglia rovinata, scambiandosi un’occhiata eloquente: è quella lì. Com’erano orgogliose della loro normalità. Ma forse un giorno anche loro avrebbero esaurito le scorte di speranza, insieme ai suoi surrogati più scadenti, e si sarebbero ritrovate nel cuore un unico comando: scappa".
(Barbara Kingsolver)
Quei giorni in cui hai nel cuore un unico comando: scappa.
Come mettere in un libro una giovane mamma intrappolata in una vita che le sta stretta, e un cataclisma climatico? Come parlare d’amore, di matrimonio, e di riscaldamento globale? C’è riuscita Barbara Kingsolver in "La collina delle farfalle", Neri Pozza, il romanzo appena uscito da cui ho tratto il mio Buongiorno di oggi. Quattrocento pagine a ritmo incalzante, su e giù dalla collina della provincia americana dove arrivano milioni di farfalle arancioni in fuga dal Messico… E dove una giovane mamma pensa di scappare, almeno per un mattino: la aspetta un uomo, in un capanno tra i boschi, un uomo che non è suo marito. Ma poi, incontra le farfalle. E capisce, pagina dopo pagina, che ci sono molti modi di ribaltare la propria vita, non necessariamente tra le braccia di un uomo. Bravissima Barbara Kingsolver, che non conoscevo. Il suo libro è come una scia luminosa e inaspettata di farfalle.
Paola | Martedì, 17 settembre 2013 @11:59
segnato! ti ho fra i miei contatti e a modi surprise ti scriverò! :)
Francescasièsposata | Martedì, 17 settembre 2013 @11:05
perchè no? farebbe piacere anche a me! se vuoi scrivermi anche via mail mi trovi qui: cielostellato11@yahoo.it
Paola | Martedì, 17 settembre 2013 @09:57
spero un giorno ci sarà occasione di conoscersi di persona. incontrarsi in un bar, una passeggiata, anche solo un sorriso e un saluto veloce. Sarebbe un'emozione unica e da provare e mi farebbe super piacere!
Francescasièsposata | Martedì, 17 settembre 2013 @09:50
Cara Paola, così mi commuovi però!!! ;-)
Paola | Martedì, 17 settembre 2013 @09:02
Lisa, Francesca, siete sempre carinissime con me davver tanto tanto. E a te francesca, buon quasi anniversario, primo, di matrimonio! :) che bello! Vi considero un pò amiche del mio cuore, consigliere del mio cuore e perchè no anche sorelle maggiori, sempre del mio cuore! Buona giornata! :D
? | Martedì, 17 settembre 2013 @08:40
giornataccia ...mi piacerebbe oggi restare qui con le mie cose confortevoli e diventare invisibile per qualcuno ... comodo vero?
Noemi | Lunedì, 16 settembre 2013 @19:10
Oggi scappo anche io. Ci provo da stamattina. Cerco di svicolarmi dalle opinioni che mi vengono buttare sopra come fossero cappotti. Che non mi servono, mi fanno soffocare. Si può scappare in molti modi, è vero. Devo solo trovare la mia personale via di fuga
Francescasièsposata | Lunedì, 16 settembre 2013 @17:09
Cara Paola,
che meraviglia, io tra poco festeggio un anno di matrimonio... E anche la nostra, di storia, è cominciata con un carpe diem! Buone farfalle anche da parte mia!!!
LISA | Lunedì, 16 settembre 2013 @12:03
Per la serie: i comandi del cuore. E sapere quali seguire...
LISA | Lunedì, 16 settembre 2013 @11:55
Paola, certo che mi ricordo! A volte val la pena di osare. E consegnare un bigliettino a uno sconosciuto in metropolitana... Buone farfalle.
Paola | Lunedì, 16 settembre 2013 @11:42
una scia luminosa di farfalle, come quelle che volano vicino a me e nello stomaco dopo un anno che ho conosciuto l'uomo misterioso in metropolitana. ricordi Lisa (ricordate francesca che si sposa e chi mi ha seguita)? Quel bigliettino che consegnai a quell'uomo misterioso ha portato frutti e oggi festeggiamo insieme un anno. Ecco perchè penso alle farfalle e come immagine oggi ci sta benissimo! Grazie a voi tute per il tifo che facevate per me un anno fa. Buon inizio settimana! :)
Sabato, 14 settembre 2013 @19:15
Oggi, su D di Repubblica, un mio articolo su architettura e vino: e su una cantina che è quasi un taglio estremo sulle colline del Chianti, quella di Antinori, raccontata dall'architetto che l'ha immaginata e progettata. Mi piace seguire le tracce di architetture visionarie intorno al mondo: ecco qualche "viaggio", sempre su D, degli ultimi mesi. Voyages autour de ma chambre, ma sempre bellissimi viaggi.
MUSEI CHE BALLANO. Un museo sulla spiaggia, che balla a ritmo di samba e bossanova. E’ il nuovo Museum of Image and Sound che si regala il Brasile, sulla spiaggia di Copacabana. E il progetto è di Diller, Scofidio + Renfro, ovvero lo studio americano che ha immaginato la visionaria High Line, la passeggiata sopraelevata e design a Manhattan, nonché l’Ica, l’Institute of Contemporary Art, di fronte all’oceano, a Boston. La samba però stavolta sembra perdere il ritmo. L’apertura del museo era prevista per la fine del 2013, ma i ritardi si sono accumulati, e soprattutto i costi sono lievitati. Un altro segno del Brasile che vacilla tra crisi e sogni grandiosi (la costosissima Coppa del mondo di calcio del 2014, nonché le Olimpiadi del 2016). Il museo peraltro è pensato in grande: non solo è sulla spiaggia, ma prevede un cinema open air sul tetto, e un ristorante panoramico in terrazza. Sulla facciata, un motivo decorativo a zig zag che cita i motivi portoghesi della "passeggiata a mare" proprio di fronte. Dentro, piani interi dedicati alla musica brasiliana e ai riti del Carnevale, ma anche alle telenovelas: l’ultima, "Avenida Brasil", ha raccolto 80 milioni di persone davanti agli schermi, e per la sera della puntata finale, la "presidenta" Dilma Rousseff ha preferito spostare un appuntamento politico. Riuscirà il museo a ballare la sua samba di fronte al mare? Gli architetti sono quelli giusti: perché, tutto sommato, sono riusciti a costruire una nuvola. L’hanno fatto in Svizzera, nel 2002, con Le Nuage; ovvero Blur Building, un’installazione sul lago di Neuchâtel, creata per l’Expo.02, dove si arrivava camminando su una passerella sospesa. Il trucco? Più di 30mila augelli che vaporizzavano l’acqua lacustre, creando una specie di effetto nebbia. Per cui l’impressione era proprio quella di entrare dentro ad una "nuvola mobile". Il segreto? "Ci piace flirtare con quello che ci circonda", risponde la serissima Liz Diller, che ha fondato lo studio con il marito, Ricardo Scofidio. Crediamole. Ci ha fatto entrare in una nuvola, sarà ben capace di costruire un museo che balla. Qui i "rendering": http://www.dezeen.com/2009/08/14/museum-of-image-and-sound-by-diller-scofidio-renfro/
EDIFICI MAGNETICI. Tre gatti romani a Shangai. Anzi uno: si chiama così lo studio 3Gatti fondato nel 2004 da Francesco Gatti. "Ho aggiunto un 3 davanti", spiega, "perché è il mio numero preferito. E perché cerco due soci". Ma anche senza soci, lo studio del quarantenne italiano a Shangai è in rapida crescita, mixando ispirazioni d’arte contemporanea all’architettura. Così è nato il museo dell’automobile a Nanjing, un origami in scala urbana; i Twin Magnets a Xian, quasi luminescenti; mentre il progetto per la nuova facciata del Madrid Pavillion, all’Expo di Shangai, ha una copertura che sembra fatta di ombrellini, con un meccanismo interno che li fa aprire o chiudere a seconda della luce. Ombrellini che, spiega Francesco Gatti, qui le donne usano davvero per proteggersi dal sole. Ma perché la Cina? "Nel 2004 ero in fuga", dice l’architetto. "Cercavo il posto più lontano e il più diverso possibile da Roma: la mia città mi ricordava un amore finito". Un motivo inaspettatamente romantico… E della Cina, adesso, cosa ti piace? "Per un architetto stare qui è fantastico. Perché, purtroppo o per fortuna, si sta costruendo tantissimo. E i clienti sono sufficientemente ingenui da permettere disastri o opportunità creative meravigliose". Dell’Italia cosa ti manca? "I romani". Un architetto che per te è fonte di ispirazione? "Scelgo un artista, più che un architetto: il cinese Ai Weiwei. Lo ammiro anche per il suo impegno etico, in un Paese difficile come questo". Tra i tuoi progetti, quello che ti sta più a cuore? "Non è sempre l’ultimo lavoro, quello a cui teniamo di più? Per me è il "Bubble Building". Una proposta forse un po’ troppo bizzarra che abbiamo fatto a un nostro cliente, per ristrutturare un vecchio palazzo nel centro di Shangai. Abbiamo pensato a una nuova facciata con dei gonfiabili in corrispondenza di ogni locale, che si gonfiano/sgonfiano interattivamente a seconda delle persone presenti in ogni ambiente, e del conseguente aumento/decremento del sistema di ventilazione". Se volete curiosare: http://3gatti.com
FAVOLE DA UN GOLFO ALL'ALTRO. Da Trieste all’Iran: gli architetti Waltritsch A+U, in collaborazione con Rndr Studio, hanno vinto un concorso internazionale per un complesso di ville private sul Mar Caspio, a nord di Teheran. Il progetto? La monumentale, e allo stesso tempo aerea, Reyhan Gate: la porta d’entrata. Sembra l’entrata del castello di una fiaba: da dove viene l’ispirazione? "Forse dalle favole che leggo a mia figlia Greta", dice Dimitri Waltritsch. "Abbiamo appena visto "Azur e Asmar" di Ocelot, cartoni animati che insegnano la tolleranza e il mix di culture, con un bimbo arabo e uno biondo che crescono insieme. Un buon augurio per il nostro progetto". Un progetto che è stato un po’ una sfida. "Sì: provarci a quattromila chilometri di distanza, in una cultura che non è la tua, ed avendo a disposizione, come punto di partenza, solo poche righe in inglese (tutto il resto in persiano), è stata una sfida positiva. Non hai familiarità con usi e costumi, ma nemmeno pregiudizi". Mai stati in Iran? "Mai, purtroppo. Ci siamo concessi di reinterpretare liberamente l’architettura e la tradizione iraniana e islamica. Ci interessavano le forme e la luce dell’architettura persiana, così come la tradizione tessile della regione". Avete scelto, come materiali, cemento bianco e acciaio corten: perché? "Il primo forma un parallelepipedo di base, il secondo svetta ad instaurare un dialogo con l’orizzonte, le montagne e il cielo. Un unico elemento di decorazione, liberamente tratto dalla tradizione persiana, si propone in rilievo sulle colonne di cemento, e perfora le pale di corten producendo un gioco di forme, motivi, ombre e riflessi". Per l’architetto Waltritsch, che è nato a Gorizia, ha studiato allo Iuav di Venezia e si è specializzato al Berlage Institute di Rotterdam, è il primo progetto oltreoceano. Ma si sa, per chi è nato in zone di frontiera (anche a Gorizia, unica città italiana, c’era un muro, quasi come quello di Berlino, a dividerla da Nova Gorica nell’ex Jugoslavia), i confini esistono innanzitutto per essere superati. Ed ecco il sito: http://www.wapu.it
Giusy | Martedì, 17 settembre 2013 @13:40
E sì, manca una elisione.....scusa tanto... ma la fretta è cattiva consigliera, per fortuna ho controllato!
Giusy | Martedì, 17 settembre 2013 @13:39
Grazie architetto Waltritsch per lattenzione e, soprattutto, per avermi permesso un'incantevole passeggiata attraverso i progetti del tuo Studio. ho "studiato" Reyhan Gate in tutti i particolari, e che dire della bressanone City, Glass Canopy e Children Library?? Non mi resta altro che augurarvi tutto il bene possibile per vostra professione(ed oltre...)
Dimitri Waltritsch | Lunedì, 16 settembre 2013 @18:21
Gentile Giusy, qui è l'architeto dal cognome fiorentino... grazie per le gli apprezzamenti al progetto in Iran, se vuoi vedere altre immagini vai sulla pagina dedicata al progetto del nostro sito http://www.wapu.it/projects.php?cat=37 oppure sulla pagina fb https://www.facebook.com/pages/WAPU/541545925891068.
E grazie a Lisa per il bellissimo articolo!!
Giusy | Domenica, 15 settembre 2013 @14:44
Avevo già letto i tuoi pezzi, l'ultimo ieri sul no. 857. Francamente, la Cantina Antinori mi sembrata un filino inquietante; opinione da profana che non desidera profanare.Curiosi gli animaletti cinesi della presentazione dello Studio 3 Gatti, che ho trovato oggi leggendoti.. Perfettamente uguali a quello che aveva il mio figliolo (dono di una ex. Dove sarà finito il gatto dorato? aveva anche una vocetta azionata da non-so-cosa). Straordinario, magico, il progetto dell'architetto Goriziano dal chiaro cognome fiorentino (come quello originale della Pietra carsica)
Che dire? belli, interessanti i tuoi articoli su D (donna)
Domo | Domenica, 15 settembre 2013 @11:27
Ieri a Roma ho lavorato al junket di Rush, il nuovo film di Ron Howard. Mi ha colpito incontrarlo perchè al di là della sua bravura nella regia nella mia mente è associato a RichieCunningham, il ragazzo buono a volte un pò tonto di happy days. È un pezzetto di infanzia quando dall'America iniziavano ad arrivare le prime serie televisive che raccontavano l'american dream, che da lì a poco il Vietnam avrebbe iniziato ad incrinare levando al buon Richie il suo sguardo pulito e sognatore....
Venerdì, 13 settembre 2013 @08:29
"La mia vita è disseminata di errori. Sono come ciottoli che, alla fine, diventano una buona strada".
(Beatrice Wood)
Non odiare i tuoi errori. Semplicemente, camminaci sopra.
Per il Buongiorno di oggi devo ringraziare un’amica. Mi ha regalato questa frase di un’artista americana della ceramica, che arrivò a 105 anni. Quindi, sulla saggezza, crediamole.
E, come ogni venerdì, Friday Lisa: il Buongiorno di oggi in inglese.
? | Domenica, 15 settembre 2013 @18:29
you are right ,Giusi , sono sempre critica .... ma tengo vive lle conversazioni . in questo caso incrociare gli errori degli altri ci serve ad imparare .. ciao mi fa piacere sentire le tue opinioni ...
Giusy | Domenica, 15 settembre 2013 @14:10
Sempre affilata come un coltello, ? o una a caso che dir si voglia...tanto so che non ti offenderai, vero?, Acuto commento il tuo, devo ammetterlo.
Lilabella | Sabato, 14 settembre 2013 @19:33
Grazie Lisa! Auguri di buon compleanno a Stefania che scrive da Roma ed un saluto ad Heidi66.
Buona serata al salotto verde!
LISA | Sabato, 14 settembre 2013 @19:19
Direi che per camminare sugli errori va bene tutto: ballerine per chi usa le ballerine, tacco 12 per chi non inciampa con gli stiletto, e se i ciottoli sono piatti e lisci come certe spiagge, ci si può anche camminare scalze...
claudia mdg | Sabato, 14 settembre 2013 @19:10
Buon compleanno Stefania che scrive da Roma, ti auguro di arrivare a 105 anni con la stessa meravigliosa saggezza e serenità di Beatrice Wood (e spero di vederti presto). Ben tornata Heidi66! Un saluto a tutti
? | Sabato, 14 settembre 2013 @18:02
chissà se queste stradesi incrociano e qualcuno cammina sugli errori degli altri ?
Giusy | Sabato, 14 settembre 2013 @14:22
Cara Lila, io penso (opinione molto personale quindi non condivisibile ai più) che le ballerine andranno bene perché hanno la suola giusta, adatta per percepire morbidamente i ciottoli sotto la pianta dei piedi, permettendo sicura stabilità. Forse il tacco dodici non la permette e rischia di rimanere incastrato tra un ciottolo e l'altro...Buon fine settimana radioso a tutti e, in special modo a Stefania che scrive da Roma.
Lilabella | Venerdì, 13 settembre 2013 @22:09
Bellissima frase e bellissimo commento. Solo che anche io mi chiedo: andranno bene le mie ballerine per camminare sopra i ciottoli? Beh tanto io sul tacco dodici non ci so stare! :-)
Noemi | Venerdì, 13 settembre 2013 @17:28
Mi chiedo...per camminare sopra i propri errori acciottolati, meglio un tacco dodici o una sneakers?
Buongiorno
Giusy | Venerdì, 13 settembre 2013 @13:15
Come mi piace questo pensiero! Per quanto mi riguarda, ho camminato e continuo a farlo, a piedi nudi sui ciottoli della mia strada. Non credo proprio di poterla percorrere fino ai 105 km. ma va bene, benissimo così! ne ho percorsi abbondantemente più della metà.
carla | Venerdì, 13 settembre 2013 @12:33
io amo profondamente i miei errori perchè li ricordo, perchè mi hanno modellato, perchè mi hanno resa indulgente verso gli errori altrui. Ecco io credo che gli errori servano anche per gli altri.
marg | Venerdì, 13 settembre 2013 @12:33
grazie!!!
heidi66 | Venerdì, 13 settembre 2013 @11:36
:-)
LISA | Venerdì, 13 settembre 2013 @11:34
Heidi66: le belle frasi esistono per essere rubate:-)
heidi66 | Venerdì, 13 settembre 2013 @11:27
Bellissima frase, Lisa. E molto adatta a questo periodo della mia vita.
Posso rubartela?
Bacetti
Giovedì, 12 settembre 2013 @09:12
"Nessuna lettera d’amore è stata mai scritta invano".
(Nicolas Barreau)
Nessuna. Neppure la tua. Perché in fondo, quando scrivi, scrivi sempre un po’ anche per te.
Ricordate la frase di oggi? E’ diventata il mio #spillo su Gioia! in edicola. Perché, da vera grafomane nonché Incurably Romantic, io ci credo.
Noemi | Venerdì, 13 settembre 2013 @17:26
Davvero? Davvero è cosi? Perchè in questi giorni non faccio altro che pentirmi e ripentirmi di certi scritti. E penso siano stati uno spreco...di fiato, cuore, tempo. Come gettare un pugno di sale in un lago sperando si trasformi nel mare.
Marta | Venerdì, 13 settembre 2013 @09:24
Per i miei amici, nel mio cuore, sempre.
– Io, – dissi, – non ti stacco mai da me. Ti tengo là, fra le mie cose. Se no certe volte, la mia cornice, non potrei sopportarla.
– Pure la sopportavi, – lui disse, – quando non esistevo ancora, io, per te.
– Sì, la sopportavo, – dissi. – Mi pesava, ma la sopportavo. Ma non sapevo, allora, che la vita potesse avere un altro passo. Lo immaginavo, così, vagamente, ma non lo sapevo.
– Non sapevo, – dissi, – che la vita potesse andare di corsa, suonando il tamburo.
Natalia Ginzburg, "Le voci della sera"
Lilabella | Giovedì, 12 settembre 2013 @22:05
Lisa ricordo bene questa frase. Beh speriamo che la stessa cosa valga anche per l'amicizia.
Max bentornato!
Marta e Max sì..fate la magia!
Marta | Giovedì, 12 settembre 2013 @19:53
«È un inferno essere amati da chi non ama né la felicità, né la vita, né se stesso, ma soltanto te»
Elsa Morante, "L’isola di Arturo"
Max! Sei tornato.....che bello....fai la magia....
Oggi un mio ex fidanzato si è fatto risentire, e sempre oggi mi donavano questa frase della Morante e capivo che con lui era proprio così....
Max | Giovedì, 12 settembre 2013 @19:43
Tornò, da quelle terre strane colme di gente sconclusionata e ritrovo un mare che era unito diviso.....che pazienza che c'è vò.....me tocca armarme de attackkkk e fà art attackkkk.... Piglia dù amici....poi 4 stecchini....poi un bicchiere de plastica....attacca tutto e o risaldi n'amicizia o fai er ponte sullo stretto....
? | Giovedì, 12 settembre 2013 @17:26
bentornato Max ,contagiaci con la tua allegria !
? | Giovedì, 12 settembre 2013 @17:23
E i figli sono una lunga lettera d'amore ...
Max | Giovedì, 12 settembre 2013 @13:59
Però qualche femmina la legge....invano.... Ahò, sò tornato dalla ridente terra belga,un saluto a tutte/i
Mercoledì, 11 settembre 2013 @09:40
"Con lei sua madre non aveva mai simulato. Le trasmetteva una tristezza costante, un segnale di sottofondo che rimaneva stazionario. Lo diffondeva in modo furtivo, senza parole. Eppure lei lo percepiva, come si può percepire la presenza di una montagna. Inamovibile, insormontabile".
(Jhumpa Lahiri)
La solitudine delle madri.
Ci sono libri di cui è difficile raccontare la trama. Ma che ti catturano e che ti portano nel loro mondo, che entra a far parte di te, anche se è lontanissimo, e non solo geograficamente. Così è per "La moglie" di Jhumpa Lahiri (Guanda), che esce domani. I mondi sono due: l’oceano di Rhode Island, in America; e una "lowland" (era questo il titolo originale del romanzo), una pianura paludosa e acquitrinosa vicino a Calcutta.
Due mondi e due fratelli, che nascono accanto a quella palude con i rifiuti ma anche i gigli, a Calcutta, crescono insieme, studiano insieme, costruiscono insieme la prima radio per captare i segnali di un mondo lontano. E all’improvviso quel mondo arriva, sono gli anni Settanta e ci sono i Naxaliti, dei rivoluzionari comunisti, e una protesta soffocata nel sangue di cui noi, in Occidente, non abbiamo mai saputo niente. C’è un fratello che resta, e uno che parte per l’America, per studiare gli oceani. E c’è una moglie, una ragazza che rimane intrappolata tra loro due: quella che è nel titolo italiano. Perché in fondo la protagonista è lei, e il suo segnale di tristezza, come un sonar.
Jhumpa Lahiri, che è brava e bella, bellissima (perché non dirlo? è davvero stupenda), ha saputo raccontare lo spaesamento e l’essere in bilico tra i Paesi. Forse perché lo è lei stessa: bengalese, nata a Londra, vive a New York, dove ha sposato un giornalista del Guatemala ed ha avuto con lui due bambini. Non solo: questo libro è stato scritto a Roma, dove ha vissuto nell'ultimo anno. Una donna che cammina nel mondo, senza rimanere intrappolata nelle paludi. La seguo dal suo debutto, un toccante libro di racconti, "L’interprete dei malanni". Brava Jhumpa. Leggetela.
? | Giovedì, 12 settembre 2013 @17:02
un nipote di 5 anni :" quando la mamma mi sgrida, urla così forte che mica capisco cosa dice ." mamme ....
Sarà | Giovedì, 12 settembre 2013 @14:03
Per Aminta: non so se hai figli, forse no se parli così o se si cerca subito aiuto, è la strada -la tua in quel che scrivi - che racconta depressione, buio, buio profondo che fa male a chi ci sta vicino
LISA | Giovedì, 12 settembre 2013 @09:10
Aminta, penso che sia impossibile alle madri - o a chiunque - nascondere la tristezza, o il mal di vivere. Che rimane sempre, anche se, nel caso migliore, tenti di camuffarla col coraggio e l'allegria: rimane sempre, come un segnale di sottofondo.
? | Giovedì, 12 settembre 2013 @08:50
una madre è come tutte le altre persone , ma con un cuore più grande e mani carezzevoli .
elisa | Mercoledì, 11 settembre 2013 @21:09
@aminta: pura follia quel che pensi...
Aminta | Mercoledì, 11 settembre 2013 @20:25
le madri dovrebbero sempre nascondere la loro tristezza e simulare una sorta di serenità da trasmettere ai figli che non hanno chiesto di nascere. Curiosa di leggere questo romanzo,
Giusy | Mercoledì, 11 settembre 2013 @13:15
Anch'io leggerò il suo ultimo libro, hanno tanto da dire e raccontare queste "penne" sradicate ed erranti.
Marianita | Mercoledì, 11 settembre 2013 @12:35
Non conosco l'autrice..è una buona occasione per leggere il romanzo. Grazie! Mi piacciono le storie che raccontano "spaesamenti" e l'essere in bilico tra i Paesi...quest'estate ho fatto un bellissimo viaggio itinerante negli States e ho conosciuto molte persone che hanno saputo fare dello "spaesamento" un incredibile fonte di ricchezza e di "crescita"...
Andrea Rényi | Mercoledì, 11 settembre 2013 @09:51
Adoro i romanzi di Jhumpa, leggerò anche questo. Grazie.
Martedì, 10 settembre 2013 @09:41
"Mia madre si vestiva di chiaro. Sul suo abito da spiaggia, bianco e senza maniche, erano impresse delle navi, velieri, intonate al mare. Il bolero aveva lo stesso motivo. Mi piaceva contare quelle navi…"
(Ilma Rakusa)
Ci sono abiti, nella memoria, che per sempre ti ricorderanno il mare. Qual è il tuo?
L’aria ormai sa di pioggia e del sole dolce di settembre. Sabato e domenica ero a Trieste, e oltre a vedere una spettacolare mostra di Kounellis nell’ex Pescheria (relitti di barche appoggiate sui vecchi banconi di marmo e pietre appese al soffitto, la poesia e il senso della fine), sono andata al mare. Per questo mi sono piaciute le frasi di oggi, tratte dalla breve autobiografia "mitteleuropea" "Il mare che bagna i pensieri", Sellerio; anche perché sono i ricordi di estati nel mio mare, a Trieste. Di quando l'autrice era piccola, negli anni Cinquanta, e c'erano "gli abiti da spiaggia", prima, molto prima, di parei e caftani.
E tra poco bisognerà mettere via gli abiti che sanno di estate: per me, è un "little white dress", un leggerissimo abito corto di cotone indiano, con le maniche a pipistrello, che mi ha regalato anni fa un’amica indiana, e che metto sempre e solo sull’isola. Un abito che sa di estate, come altri che non ci sono più. Alcuni me li ricordo ancora: ricordo il colore e la sensazione del tessuto, un lino color aragosta, un lino bianco con i bottoni rivestiti di stoffa. Gli abiti dell’estate. E il vostro, qual è?
Anonimo | Mercoledì, 11 settembre 2013 @13:07
Grazie Lisa! riuscirò a visitare la mostra a novembre(almeno spero). E aggiungo: dove mai si può trovare altrove un siffatto Mercato coperto del pesce con tanto di campanile, seppur di minime proporzioni? ( ma non tanto). TS è unica!
LISA | Mercoledì, 11 settembre 2013 @09:21
Grazie a tutte per le belle foto dal passato... Adoro quel che raccontano gli abiti.
Elisa | Martedì, 10 settembre 2013 @18:25
Il mio abito da sposa che si gonfia leggero, ai miei piedi il mare di Sicilia, un blu infinito dove persa nell'amore mi perdevo dentro esso.
Noemi | Martedì, 10 settembre 2013 @16:09
La prima estate in vacanza col fidanzato, in un'assolatissima Sicilia. Il mio abito in cotone fresco era senza spallina, dal taglio a impero, e lungo sino ai piedi nel quale terminava con un leggero volant. Ed era di uno splendido verde acqua. Ricordo che dentro mi ci sentivo una regina, che mi piaceva perchè mostrava le spalle sporche di lentiggini, e che quel frusciare allegro di stoffa tra le gambe, in mezzo a tutta quella sabbia, quella luce, bastava a farmi sentire felice, bella, serena.
Laura | Martedì, 10 settembre 2013 @14:41
Ricordo la mia mamma con un prendisole a piccola fantasia, spalline sottili e con un volant in fondo. Bella e sorridente come sempre
Giusy | Martedì, 10 settembre 2013 @13:51
Sull'onda di Carla e Lia, per via di una vecchia foto scattata su un lungomare ligure, l'abito che allora (anni '50 credo) indossava mia madre, alta e snella, più che snella, magra. (la scrivente ne ha ereditato solo una parte..) Foto in bianco e nero ma il ricordo è a colori.. tessuto forse di lino, corpetto scollato e quadrato, gonna a larghe pieghe che finiva con una serie di decorazioni azzurre somiglianti alle onde del mare. Era sorridente, lei, appoggiata al braccio di mio padre. La figlia, ieri e oggi, usa copricostume al ginocchio, etnici e delicatamente colorati.
Lisa, chissà se riuscirò a raggiungere "Santa maria del Guato" prima che la mostra chiuda. Mi piacerebbe.
lia.mo | Martedì, 10 settembre 2013 @13:14
Bello Lisa questo ricordo di vacanze al mare in tempi lontani....mia mamma aveva un vestito bianco con bolle colorate a vita e gonna a ruota....bellissimo...fatto dalla sarta. Erano gli anni cinquanta. *-*
LISA | Martedì, 10 settembre 2013 @10:45
Che bel ricordo, Carla. E' vero, a un certo punto, credo negli anni Settanta, andavano di moda gli "chemisier" (da "chemise", camicia), dritti e semplici come delle camicie lunghe, con i bottoni davanti e una cintura. La memoria degli abiti.
carla | Martedì, 10 settembre 2013 @10:31
Il mio è l'abito di mia madre un chemizie ( non sono se si scrive cosi) blu con i bottoni dorati che mi mamma metteva d'estate quando usciva a bere il caffè con mio padre con dei gioielli d'avorio acquistati in un viaggio...
Lunedì, 9 settembre 2013 @08:47
"I sentimenti si nutrono di segreti. Si tace perché la passione possa sopravvivere e dirsi tutto è il tradimento più imperdonabile. Per questo scrivere una storia d’amore significa scrivere una Storia del silenzio."
(Nicoletta Polla Mattiot)
Oggi ti regalo il mio silenzio.
Il Buongiorno di oggi è di un’amica, ed è anche l’incipit di un articolo che Nicoletta ha scritto sull’ultimo D di Repubblica, intorno a un romanzo, Storia del silenzio, di Pedro Zarraluki. Non è un caso: Nicoletta si occupa da anni – tenacemente, silenziosamente – dell’importanza del sottovoce, del senza parole. E ha fondato l’Accademia del silenzio, che sta facendo anche un censimento delle oasi acustiche nel mondo. Per scoprirne di più: www.ascoltareilsilenzio.org/ e www.lua.it/accademiasilenzio/
Io, che sono una chiacchierona, ogni tanto vengo conquistata dalla tenacia e dal mistero di chi tace: ne parlo insieme a Nicoletta, con le immagini delle splendide architetture e installazioni del silenzio, su Elle Decor di settembre, adesso in edicola.
Lilabella | Mercoledì, 11 settembre 2013 @22:46
Lisa a me manca la magia dell' amicizia di Domo, Marta e Max però hai ragione: non sempre succede che i silenzi si trasformino in altro.
Un sorriso a te Lisa ed al salotto verde!
LISA | Mercoledì, 11 settembre 2013 @14:18
Penso, Elisa, che mi piacciono i silenzi e le assenze che portano ad avvicinarsi ancora, in modo diverso. Mi piacciono i silenzi che portano in sé una scoperta: la nostalgia dell'altro e delle sue parole. Ma non sempre succede.
Elisa | Mercoledì, 11 settembre 2013 @12:41
Per Lisa: però, Lisa, manca un tuo commento alle parole di domo-che-ha-raccontato...
Noemi | Martedì, 10 settembre 2013 @12:26
Chiacchiero molto anch'io, ma devo ammettere che di tanto in tanto il bisogno di silenzio arriva, sin troppo prepotente. Silenzio anche nei pensieri, che spesso fanno più rumore delle mie stesse parole.
? | Martedì, 10 settembre 2013 @11:16
no ,marianta , è bello sentire i rumori della città che mano a mano si affievoliscino , si allontanano e fanno sentire meno la solitudine a chi è solo
domo | Martedì, 10 settembre 2013 @11:02
Trovo sempre difficile, ma non perché tu lo abbia chiesto cara Lisa, parlare dei silenzi che nascono tra due amici specialmente quando le parole scritte su un muro segreto (quello dove appoggiano le spalle gli amici quand'è sera) vengono trasportate dal vento e si appoggiano sulla bacheca di una piazza, bella come questa, dove si passeggia, si guarda il mare e si leggono le ultime notizie appunto in bacheca...
Tra amici e colleghi possono nascere dei disaccordi, differenze a volte incolmabili, esasperati da situazioni lavorative sempre complicate. Le navi che hanno la stessa destinazione a volte hanno rotte diverse, e possono non navigare a vista. Fa male ma serve a crescere, ad affrontare il mare da soli, a provarsi oltre quel limite che l'amicizia ha sempre allungato o accorciato a secondo dei momenti. Per me alcuni deserti vanno affrontati in solitaria, altrimenti non si cambia mai, non si muta mai. Non credo che la storia di due amici debba annoiare troppo, il silenzio ha valore, almeno per me, perché non impone mai un perenne saluto, un continuo spiegare quello che il cuore e la mente già sa, già conosce, già ha capito e che invece la paura della solitudine e dell'abbandono tendono ad allontanare il più possibile fino a far diventare il tutto sfocato, silenzioso non per scelta ma per stanchezza. Tutto qui e....perdono per questo troppo lungo parlare...
LISA | Martedì, 10 settembre 2013 @09:38
Marianita: è vero, che difficile, certe sere, quando il rumore del giorno ci risuona ancora nelle orecchie.
LISA | Martedì, 10 settembre 2013 @09:28
Però, Domo, sul silenzio tra te e Marta continui a rimanere in silenzio...
domo | Lunedì, 9 settembre 2013 @18:21
Qualche anno fa al cinema uscì "the artist", per me una maledizione nella mia professione, però in quel splendido film muto l'intensità degli sguardi, ogni singolo sguardo, era già mille incredibili dialoghi. Nel silenzio di quel film c'è già tutto.
lucy | Lunedì, 9 settembre 2013 @17:32
...ssshhhhh....
Marianita | Lunedì, 9 settembre 2013 @17:31
è bella questa frase sul silenzio...mi è piaciuta molto. In questo periodo faccio molta fatica a "SENTIRE" il silenzio...anche prima di addormentarmi sento i rumori della giornata che mi assillano e che mi impediscono quel dialogo con me stessa che ha bisogno di SILENZIO. E' faticoso! Buon pomeriggio
Paola | Lunedì, 9 settembre 2013 @09:38
Mi trovo d'accordissimo. Anche i silenzi in amore parlano, comunicano! e sono capace di dire e trasmettere alle volte più delle parole.. Buona settimana Lisa e a tutte/i coloro che ti seguono. :*
Andrea Rényi | Lunedì, 9 settembre 2013 @09:02
Bellissimo pensiero, molto vero. Grazie, anche per il link.
Venerdì, 6 settembre 2013 @08:36
"E qualche volta trova il tempo di andare a ovest,
verso County Clare, lungo Flaggy Shore,
a settembre o ottobre, quando il vento
e la luce si azzuffano così che da una parte
l’oceano è selvaggio di schiuma
e bagliori, e all’interno fra le pietre
la superficie di un lago color ardesia è illuminata
dal lampo terrestre di uno stormo di cigni,
le piume scompigliate, bianco su bianco,
le teste dall’aria testarda
sommerse o affioranti o indaffarate sott’acqua.
Ma non pensare di parcheggiare e cogliere la scena
più completamente. Non sei né qua né là,
una fretta per cui passano cose note e ignote
mentre forti morbide raffiche colpiscono l’auto di sbieco
e sorprendono il cuore all’improvviso
e lo aprono con un soffio".
(Seamus Heaney).
Il cuore all’improvviso.
Non sono mai stata in Irlanda, non ho mai letto nulla di Seamus Heaney. Ma quando il poeta irlandese, settimana scorsa, è scomparso, ho cominciato a leggere qualche suo verso. Mi piace questa poesia, "Postscript"; mi piace il vento, il mare burrascoso dell’autunno, e quel cuore che all’improvviso.
Come ogni venerdì, Friday Lisa: trovate il Buongiorno di oggi in lingua originale in Lisa globish. E seguitemi su Twitter per avere il mio Buongiorno ogni mattina sul vostro telefonino…
Noemi | Mercoledì, 11 settembre 2013 @16:36
Lisa ha capito. Fiorenzaccia, quando si ha sete non si cercano cocktail, diet coke o sofisticati long drink. Si ha sete d'acqua. Che nella sua essenziale semplicità, è inimitabile, irriproducibile, è fonte di vita. Sazia e appaga come nient' altro, e quando avverto la sete come un bisogno e non come un capriccio, in genere è all'acqua, che penso. Spero che il mio paragone ti sia più chiaro, adesso :)
LISA | Martedì, 10 settembre 2013 @09:27
A me piace il paragone con un bicchier d'acqua. Quando si è assetati - assetati di parole e storie - a volte è meglio di un bicchiere di vino.
Fiorenzaccia | Lunedì, 9 settembre 2013 @21:47
dicono che la stesura di un un romanzo assomiglia a un parto. Non so cosa sia un parto ma... noemi... paragonare un romanzo pur leggero che sia a un bicchiere d'acqua...per quanto fresca.....però ammiro li stile dell'autrice...........
LISA | Lunedì, 9 settembre 2013 @09:18
Domo, sono molto curiosa del film che ha vinto, il film-documentario sul raccordo anulare romano (e anche di due altri film italiani premiati: quello palermitano di Emma Dante, e quello ambientato in un'osmiza del Carso: osmize, le trattorie della mia infanzia). Grazie dunque per la cronaca da Venezia. (E infine, Domo e Marta: ci sono silenzi che uniscono e silenzi che pesano. Però, senza saper niente, trovo così tenere le parole di Marta dedicate a te. "These are private words, addressed to you in public". E' Eliot, ma siete anche voi).
LISA | Lunedì, 9 settembre 2013 @08:40
Noemi, grazie della presentazione. Mi piace essere un libro che viaggia in borsa...
Marta | Domenica, 8 settembre 2013 @20:42
Devo a Domo l'avermi fatto scoprire questo giardino incantato, da buon calabrese i suoi silenzi pesano immensamente ma sono one way only... e conoscendolo così sarà. E allora gli dico che ci sono sempre e che se capitasse di incontrarci in qualche aeroporto le sliding doors siano clementi e mi lascino il tempodi un sorrism
Noemi | Domenica, 8 settembre 2013 @08:33
Diamoci del tu, si. RIspondo. con un pò di ritardo, ma rispondo! E' vero, il buongiorno di oggi mi è molto piaciuto. Ho 25 anni (ok, quasi 26, questione di mesi) e scrivo dall'estrema punta della Calabria, da Reggio, città che amo con intensa passione. Capita, però, vuoi per amore vuoi per amicizia, che si viaggi spesso su e giù per lo stivale e in uno di tali viaggi, per ingannare il tempo sul treno, mia sorella ha acquistato il tuo libro. Io me lo sono ritrovato sullo scaffale, assieme agli altri, quando dal divano del soggiorno il mio occhio impigrito di noia ha scorto il frontespizio sconosciuto. Qualche ora dopo ero ancora sul divano che leggevo, ma toccava uscire. Pazienza, mi sono detta, il libro verrà con me. Mi ha accompagnato durante la giornata ben al calduccio nella mia borsetta. Finito come si può finire solo un bicchiere d'acqua. A proposito...Buongiorno, Lisa ;)
Domo | Sabato, 7 settembre 2013 @21:32
Grazie Giusy!
Domo | Sabato, 7 settembre 2013 @20:22
Che gioia il leone d'oro a "Sacro G.R.A" di Rosi, la vittoria di un documentario, girato esclusivamente dal regista, al di là della nazionalità. E che particolare il filo che lega Alina Marazzi, di cui avevamo parlato mesi fa in questo luogo bello, a Dario (suo compagno) produttore creativo di "Sacro G.R.A.", fili che si intrecciano, colorati, pieni di arte e talento. Invito tutti ad andare a vederlo il documentario, personalmente adoro Cesare, il barcarolo uomo di fiume che avevo raccontato mesi fa sempre qui e che scoprirete nel suo fiume, nelle sue rughe e che non è voluto venire a Venezia perchè doveva pescare, con semplicità. Ancora complimenti a Gianfranco e grazie a Lisa che mi permette di ospitare un applauso a lui è ai suoi personaggi veri e belli per questo.
Giusy | Sabato, 7 settembre 2013 @14:59
Mi è piaciuto tanto il resoconto di Domo sul Festival. Non ne ho letti di migliori, forse perché non ci dedico molta attenzione. Questo, invece, letto riga dopo riga. Complimenti!
Domo | Sabato, 7 settembre 2013 @08:27
Buongiorno Lisa e buongiorno a tutti, oggi è giorno di partenze da Venezia, i set televisivi ospitati nel padiglione di una nota (e costosissima.....) casa automobilistica hanno spento i proiettori e staccato i microfoni. La mia Venezia è iniziata con un set dedicato a Mr. Clooney in una suite del Cipriani, charmant e molto dimagrito ha dialogato per circa un'ora con una giornalista molto (troppo) embedded, alle sue spalle vaporetti gabbiani che volteggiavano nel e sul mare; ho proseguito poi con la di lui comprotagonista nel film "gravity ", Miss Bullock che ho trovato molto simpatica e innamoratissima di Louis, il suo bimbo.
Ma questo è stato, per me, il festival di "Sacro G.R.A." Di Rosi, di Stephen Frears, del film "la jalouise" con due attori così intensi e così belli, del corto d'autore "the audition"con Bocci e Solarino, e un Kim Ki Duk che turba con il suo modo profondo di raccontare un passione incestuosa.
Ma è la Venezia che di notte si confonde in sussurri e bisbigli, di attori e registi che incontri sulla spiaggia all'alba con scarpe in mano e piedi a bagno cercando sollievo da scarpe troppo strette, del piccolo bus londinese parcheggiato dopo (tanto dopo) il red carpet che sforna i panini dai nomi più improbabili ma dai sapori più buoni e che, lontano dai buffet molto alcool poco cibo, fa incontrare attori tecnici registi e nascere le conversazioni più divertenti multilingue ( la mia è stata in francese inglese italiano giapponese) sul modo più appropriato di inquadrare il "morso" dato al panino.
La mia simpatia va sempre al maestro Mollica del Tg1, e a quei (pochissimi) giornalisti che il cinema lo amano veramente e trasformano le interviste in momenti di pura alchimia con l'intervistato.
Lascio a Malamocco, il quartiere nel Lido di Venezia che ci accoglie, un pezzetto di cuore nella piazzetta dove si beve lo spritz a fine giornata e dove ancora i bambini giocano a nascondino .
LISA | Venerdì, 6 settembre 2013 @13:14
Grazie a te, Noemi. Che bello che tu abbia incontrato Benedetta, e che tu l'abbia sentita così simile a te. Ma ci diamo del tu, vero? Ben arrivata sul blog. (A proposito: torna, e raccontami, se hai voglia, da dove scrivi, quanti anni hai. E com'è successo che "Ultimamente mi sveglio felice" sia finito tra le tue mani. Una recensione su un giornale, un regalo, o semplicemente ti aspettava in libreria? L'autrice, come sempre, è curiosa).
Noemi | Venerdì, 6 settembre 2013 @09:33
Questa è una lettera di ringraziamento anche se, lo ammetto, sin'ora mi è capitato di scriverne ben poche e non so bene come dovrei iniziare.Tra l'altro, non mi è mai capitato di ringraziare qualcuno per aver scritto un libro quindi comprenderà bene la mia perplessità su come far iniziare questo scritto. Mi sarebbe piaciuto mandarle una lettera vera, come si usava una volta, ma ho pigramente pensato che sarebbe stato difficile rintracciare il suo indirizzo e, francamente, la mia scrittura lascia molto, molto a desiderare. Cosi eccomi qui, a ringraziarla di tante, numerose, cose. Per aver creato Benedetta cosi attuale, e per averle dato tanti, piccoli, adorabili difetti. Molti io e lei li abbiamo in comune, e queste somiglianze hanno contribuito a rendermela più cara, più vicina. Indulgentemente ho perdonato anche a lei gli sbagli che perdono a me stessa e il vederla soffrire in situazioni analoghe alle mie ha fatto riaffiorare lividi non troppo vecchi, e cicatrici non del tutto guarite. Ma non importa, davvero...l'unica cosa a dispiacermi, realmente, mentre leggevo era il non poterle dire "Ti capisco, sai? E' successo anche a me...è vero, è vero, ci si sente cosi, fa male proprio cosi". Ma penso che lei lo avrà sentito ugualmente, mentre divoravo il libro pagina dopo pagina e ritrovavo in quelle file ordinate e nere di parole le mie sensazioni, i miei pensieri, i miei modi di dire. Mi ha fatto sentire meno sola, un pò meno stanca, un pò meno strana. Oddio, forse la passione per il calore confortante dei phon non può comunque definirsi normale ma...tralasciando questi dettagli si, Benedetta mi ha fatto compagnia. La ringrazio per gli sprazzi di poesie di cui è, disseminato, il libro. Frasi corte e incisive, morbide come carezze, tremolanti di tristezza, vibranti di vita. Assieme a loro ho ricordato fotogrammi di una felicità passata, lo stupore che sentivo nell'accorgermi di quanta luce vi fosse in quei momenti, la completezza, la pienezza..con enorme disappunto ho appurato che, nonostante l'indifferenza con la quale mi ostino a trattare la tematica dell'amore nella mia vita, in realtà tutto ciò mi manca. Grazie, di cuore, per il contorno allegro e triste di personaggi, i panorami acquarellati di città che conosco solo per sentito dire ma che sono nella mia lista di posti da visitare, i buffi interrogativi esistenziali quali "I gay, sono reversibili?". Sentivo, solamente, di volere e dovere omaggiare chi, in un periodo non proprio luminoso della mia vita, tra i bagliori dei glitter, l'odore sferzante dell'aria dopo il maltempo, il ticchettare di cuori & tacchi, ha riportato anche per poco nella mia bocca il sapore della commozione, della comprensione, della speranza. Di nuovo, e per un'ultima volta, grazie.
Giovedì, 5 settembre 2013 @08:10
"Nel mezzo dell’inverno ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate."
(Albert Camus)
Tieni quest’estate stretta dentro di te, non lasciare che finisca. Portala dentro il tuo inverno.
Forse la ricordate, questa frase sfolgorante di Camus. Ma mi piace così tanto che l’ho scelta come #spillo di Gioia di questa settimana, oggi in edicola.
Lilabella | Giovedì, 5 settembre 2013 @22:03
In un certo modo è la sensazione che ho sempre sentito anche io, dentro me, quando tutto sembrava impossibile, credere che, sì, vi era in me un'invincibile estate!
Grazie, Lisa, per questa frase stupenda ed un saluto serale al salotto verde.
? | Giovedì, 5 settembre 2013 @16:16
ma che bello il tuo commento lo preferisco alla frase
Hermione | Giovedì, 5 settembre 2013 @10:14
Rileggere queste parole di Camus è sempre una grande emozione: l'invincibile estate che è dentro di noi . . . . ( le stagioni ed i sentimenti: basta pensare a " l'inverno del nostro scontento " del Riccardo III ). Buongiorno e grazie Lisa!
Mercoledì, 4 settembre 2013 @09:39
"A volte si apre un abisso tra martedì e mercoledì, ma ventisei anni possono passare in un istante. Il tempo non è una linea diritta, è piuttosto un labirinto, e se stai vicino al muro nel posto giusto puoi sentire i passi affrettati e le voci, puoi sentire te stesso camminare dall’altra parte".
(Tomas Tranströmer)
Quella voragine del tempo tra un martedì e un mercoledì.
Tranströmer, ovvero l’ermetico poeta svedese, Nobel nel 2011. Avevo letto qualcosa di suo subito dopo il Nobel, e non mi aveva catturato. Ma poi, sull’isola baltica da cui sono appena tornata, avevo un libro sul comodino, sfilato dallo scaffale della mia amica: le poesie e le prose di Tranströmer appunto, tradotte in inglese. Mi sono piaciute. Come queste frasi che sono il Buongiorno di oggi, tratte da "Answers to letters": intorno a una lettera arrivata ventisei anni prima e ritrovata in un cassetto. Mi piace perché è questo in fondo il tempo: non lineare, ma un misterioso imprevisto labirinto. Dove a volte, tra un qualsiasi martedì e un mercoledì, si spalanca un abisso.
Lilabella | Mercoledì, 4 settembre 2013 @19:20
Molto bella questa storia. E' vero, a volte tra un giorno ed un altro, tra un anno ed un altro ci può essere un abisso! Un sorriso, Lila
LISA | Mercoledì, 4 settembre 2013 @12:28
Marta, bentornata! Mi mancavano le vostre storie dal set. Ma cos'è successo sul red carpet di Venezia? E tu, Domo, ci sei?
Marta | Mercoledì, 4 settembre 2013 @12:18
Il mare è lontano, le mie terre di confine esplorate per lavoro quest'estate chiuse nella cartella porta documenti Gucci del produttore il quale non legge file ma carta e poi Max in Belgio e domo che non parla più con me al festival di venezia
Hermione | Mercoledì, 4 settembre 2013 @09:50
Verissimo!
Martedì, 3 settembre 2013 @08:56
"Profonda estate è quando la pigrizia diventa rispettabile".
(Sam Keen)
Il piacere legalizzato dell’estate: hai il permesso di oziare!
Questo era il mio ultimo #spillo su Gioia. (Giovedì in edicola, il prossimo). Lo so, lo so: sono i primi giorni di settembre, siamo già – quasi tutti – tornati al lavoro… Ma non possiamo concederci il permesso di oziare? Tutto sommato è ancora estate!
Lilabella | Martedì, 3 settembre 2013 @22:35
Dolce fare niente, dolce rimandare..così recita in una canzone il mitico Jovanotti (Lisa perdonami ma non ho resistito). La pigrizia a volte serve e poi hai ragione: è ancora estate!
Un sorriso serale al salotto verde.
Francescasièsposata | Martedì, 3 settembre 2013 @14:47
Bentornati a tutti! Ricordiamoci che possiamo oziare, anche solo un pochino, in qualunque stagione dell'anno! ;-)
carla | Martedì, 3 settembre 2013 @14:26
uno degli ultimi giorni mi sdraiavo sul sul letto dicendomi di assaporare il piacere di non avere niente da fare!
? | Martedì, 3 settembre 2013 @13:57
...che dire dei giorni di pigrizia in cui amo indulgere,quando la mia unica attività è sdraiarmi sull'erba a guardare le nuvole? da "una estate da sola " che sto appunto finendo di leggere ... niente male .
Lunedì, 2 settembre 2013 @09:06
"L’odore del verde dopo la pioggia a Ferragosto è amaro come la seta del papavero stropicciata fra le dita."
(Goliarda Sapienza)
Stropicciala come seta, senti che profumo ha: la fine dell’estate.
E' settembre, e insieme alla pioggia (nel mio pezzettino di mondo stanotte ha piovuto), ecco tornare i Buongiorno: la frase di oggi è tratta "Il vizio di parlare a me stessa" (Einaudi). Il libro che raccoglie i taccuini degli anni Settanta e Ottanta della scrittrice e pensatrice, riscoperta da poco, Goliarda Sapienza.
LISA | Martedì, 3 settembre 2013 @09:00
Bentornati a tutti voi. Che settembre, davvero, ci sorprenda!
vittorini | Lunedì, 2 settembre 2013 @22:48
momenti evocativi.
piacevolissimi riscoprirli
Giusy | Lunedì, 2 settembre 2013 @16:15
E va bene! anonima recidiva...
Anonimo | Lunedì, 2 settembre 2013 @16:14
Bella l'immagine del papavero stropicciato. Lisa sceglie sempre bene, per tutti noi che la leggiamo. Per esempio, io ho appena stropicciato (ma poco) la pagina di Rumiz, ancora oggi, su Rep. E mi sono venuti in mente i mille papaveri rossi della Guerra di Piero. Che piacere mi dà questa "Riapertura!
Lilabella | Lunedì, 2 settembre 2013 @14:01
Perdindirindina ecco!
Lilabella | Lunedì, 2 settembre 2013 @14:00
Magnifica! Bentornata Lisa e come al solito grazie! :-)
p.s. che settembre ci stupisca perdindirina.
Stefania che scrive da Roma | Lunedì, 2 settembre 2013 @10:26
bentrovato salotto verde... e che settembre ci sorprenda!
Marinella | Lunedì, 2 settembre 2013 @09:56
Fantastica Lisa! Leggerti è sempre un piacevole Buongiorno!
Hermione | Lunedì, 2 settembre 2013 @09:43
Bentornata Lisa!