Venerdì, 31 gennaio 2014 @08:45
"La precisione del cuore umano".
(Paul Eluard)
Mi piace pensare che il cuore sia preciso, anche quando si perde. E ci perde.
Il Buongiorno di oggi è in realtà il titolo, e l'incipit, di una poesia di Eluard (sempre tratta dall'antologia "Poesie" anni Settanta di Newton Compton Editore, con la traduzione di Silvano Del Missier). Ci credeva, Eluard, alla precisione del cuore umano? Forse sì, visto che la poesia continua così: "La precisione/fra baci e parole/dispensati a casaccio".
E visto che è venerdì, leggetela anche in originale. Per una volta, in francese.
Elisa | Domenica, 2 febbraio 2014 @16:51
È da tanto che ti leggo, ricordo anche l'invito che Lisa ti fece ad abbandonare casa sua e ancor oggi sei qui, presupponendo che non ci siano due persone così senza senso e quindi tu sia la stessa persona, mi chiedo allora: perchè?
Perchè continui con questi commenti così inutili e vuoti? Che problema hai?
Vai oltre la maleducazione, vai oltre la stupidità, godi dell'anonimato che ti permette ogni vigliacca parola, ma sei così infelice e cattiva/o nello stesso tempo da non aver altro spazio che rimanere qui? È triste la tua vita....
fantozzi | Domenica, 2 febbraio 2014 @13:40
come è umana lei
Fra | Domenica, 2 febbraio 2014 @11:44
Unaacaso per favore vai via
io tu egli noi | Sabato, 1 febbraio 2014 @20:17
lingiardi lingiardi abbiamo capito e per fortuna E'VERO ce lo ha fatto conoscere con o senza vocale in meno! Se avesse scritto Ecco al posto di Eco, avrei capito il fastidio e se avesse scritto Passolini o Morovia......altrettanto--------
intendo | Sabato, 1 febbraio 2014 @18:24
---ma neanche un cognome sapete copiare?
me | Sabato, 1 febbraio 2014 @17:21
tanto vale tra saretta anonimo mi me io, tutti anonimi siamo
Anonimo | Sabato, 1 febbraio 2014 @17:18
intendi la TUA critica?
saretta | Sabato, 1 febbraio 2014 @16:35
la critica poteva essere risparmiata
mi | Sabato, 1 febbraio 2014 @14:12
scuso dottor vittorio lingiardi psicologo
Saretta | Sabato, 1 febbraio 2014 @11:52
Il cognome dell'autore è Lingiardi....Vittorio Lingiardi...ma neanche un cognome sapete "copiare"?
Lilabella | Venerdì, 31 gennaio 2014 @22:39
Il cuore è in grado di farci perdere la bussola ma quando si ama si cerca sempre, con precisione, la persona che ci fa star bene!
LISA | Venerdì, 31 gennaio 2014 @11:07
Oh sì: e la cosa più bella di quel piccolo libro di poesie era il titolo. Un altro Buongiorno! Forse bisogna dar retta all'intuito dei poeti... http://www.lisacorva.com/it/view/691/
è vero | Venerdì, 31 gennaio 2014 @10:34
la confusione è precisa in amore .. dice anche Lignardi
Giovedì, 30 gennaio 2014 @09:21
"Le pietre dormono sotto la neve con sogni verdi nel cuore."
(Olav H. Hauge)
Perché il messaggio segreto dell’inverno è la primavera.
Forse qualcuno tra voi li ricorda, questi versi del poeta norvegese Hauge (tratti da "La terra azzurra", Crocetti). Il poeta giardiniere. Mi piacciono così tanto, che li ho scelti per il mio #spillo sul nuovo Gioia!, per farli viaggiare ancora nel mondo. E sono perfetti per oggi, che mi sono svegliata con la neve.
per aminta | Venerdì, 31 gennaio 2014 @09:03
anche le pietre in mare pullulano di vita , ma a me la parola pietra dà l'idea di un gran freddo e ...tristezza ma è una mia idea . buona giornata anche se piove molto .
LISA | Venerdì, 31 gennaio 2014 @08:51
Che belli quei versi di neve di Wallace Stevens. Non li conoscevo.
Aminta | Giovedì, 30 gennaio 2014 @19:19
anche le stelle alpine non fioriscono sui prati
Aminta | Giovedì, 30 gennaio 2014 @19:14
pietre rimangono pietre nulla di più vero. ma le pietre custodiscono frammenti di terra i quali a loro volta custodiscono semi che magari saranno fiori. La Sassifraga ne è un esempio.
Allegoria delle parole.
Gabriella | Giovedì, 30 gennaio 2014 @12:54
elena io ti conosco come poetessa qualche anno fa lessi "sillabario della luce" e mi piacque molto. sono andata a vedere subito il tuo blog mi piace milto. e poi sei di milano città da me adorata(io vivo a roma) e dove salgo spesso perchè ci vive la mia meravigliosa sorellina. prima o poi anch'io forse-chi lo sa?- verrò a vivere a milano.
per lisa | Giovedì, 30 gennaio 2014 @11:57
....a newly_fallen snow at the end of winter when afternoons return ....W.Stevens
le | Giovedì, 30 gennaio 2014 @11:32
pietre rimangono pietre ,con o senza neve non è meglio essere una zolla che " non si perde la primavera " ? i versi sono comunque belli e sollecitano alla speranza ...
Gabriella | Giovedì, 30 gennaio 2014 @10:39
lisa grazie di riproporci questi versi. è grazie al verso di oggi che anni fa acquistai l'antologia di hauge edita da crocetti. e contenente altre perle preziose!
Monique | Giovedì, 30 gennaio 2014 @09:57
Già... il poeta e giardiniere, che scrisse:
"Il fiume sospira nella gola, condensa in ghiaccio la nostalgia di mare / e le pietre dormono sotto la neve con sogni verdi nel cuore"
Buon week-end Lisa :-)
Fra | Giovedì, 30 gennaio 2014 @09:35
... un amore che comincia d'estate
si è perso la primavera
ma non lo si vedrà mai
pensare
all'autunno
imminente....
About love....
Mercoledì, 29 gennaio 2014 @07:49
"Ho capito che nella vita ci sono tante vite,
per quante volte in vita abbiamo amato".
(Evgenij Evtušenko)
Poter rinascere, ogni volta che mi innamoro.
Poeta russo nato nel 1932 a Zima, una cittadina sorta intorno a una stazione della Transiberiana; quasi un "ambasciatore" della Russia negli anni Settanta (anni in cui è stato pubblicata la sua antologia, "Poesie d'amore", Newton, da cui ho tratto il Buongiorno di oggi, con la traduzione di Evelina Pascucci). Ma poi dimenticato. Mi piace scoprirlo ora.
Marta | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @21:13
Grazie Lisa, del tuo post; ricambio (in una Roma avvolta da pioggia e freddo) con una piccola poesia di Eugénio de Andrade.
I FRUTTI
Così io vorrei la poesia:
fremente di luce, aspra di terra,
rumoreggiante di acque e di vento.
Lucy | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @20:17
Grazie....
Lilabella | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @17:01
Ma quanto pò esse bella questa frase? Sì, bella e tremendamente vera!
Valentina Maria Elisabetta | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @13:09
Bellissima, meravigliosa, splendida e vera.
una bella | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @11:42
riflessione su come abbiamo vissuto le nostre giovani vite ...un allegro amore estivo , uno fragile adolescenziale , uno serio maturo e doloroso ,..............i nostri amori così uguali e così diversi ... essi sono tutti lì pronti a saltar fuori dall'angolo in cui li abbiamo riposti non muoino mai .
LISA | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @11:34
Marta, ti rispondo, anche sulla parola magica - vedi il post di ieri - con un Buongiorno del 2010:
"Credevo di sapere un tuo nome per farti ritornare. Non lo so o non lo trovo forse. Sono io quello che è morto o che ha dimenticato, mi dico, il tuo segreto".
(José Angel Valente)
http://www.lisacorva.com/it/view/143/
Marta | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @10:45
Ma allora, capovolgendo il senso, si muore, o magari muore un pezzetto in noi, ogni volta (o quando) perdiamo la persona amata?
Tante vite, tante funerali del cuore, tante resurrezioni.
(E la parola -tante- non è legato al numero... ma al vestire il cuore in bianco, talvolta in nero)
Martedì, 28 gennaio 2014 @08:55
"Così partii, lasciandomi alle spalle quel che mi era necessario lasciare – cioè tutto."
(Peter Cameron)
Dedicato a tutti quelli che hanno sognato, almeno una volta nella vita, la fuga.
Esce domani il nuovo romanzo dello scrittore americano Peter Cameron, "Andorra", che ho letto in anteprima (pubblicato da Adelphi, come tutti i suoi libri e long-seller). La storia di un uomo che fugge da un dolore, o forse solo da se stesso, e arriva in un Paese che non c’è, una piccola ricca repubblica affacciata sul mare… Lo seguiamo curiosi, sognando anche noi, forse, di lasciarci tutto alle spalle e ricominciare. Lontano, molto lontano. Lo seguiamo passo dopo passo, mentre lascia l’albergo con terrazza sul mare e cerca una casa in affitto; mentre conosce una nuova donna, anzi due; mentre incontra nuovi amici, mentre forse si innamora… fino al colpo di scena finale.
Yaya | Domenica, 2 febbraio 2014 @17:45
Se non fuggissi, non avrei la forza di restare...
Lilabella | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @15:30
E se la fuga fosse stata una cosa necessaria? Ah, fuggire..
Marta | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @10:51
Cara Lisa,
Ma esiste una parola magica per il cuore degli uomini che amiamo? (compagni di vita o amici che siano)
Perché se si, semplicemente, io non l' ho trovata.
LISA | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @07:48
Marta. Ma insomma, Domo, scomparso così? Ci sarà pure una parola magica per farlo tornare?
LISA | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @07:47
Ciao Rosanna nuova, ben arrivata. Raccontami anche da dove scrivi e come sei capitata qui… Attraverso i miei libri? Ex lettrice di City? O per caso? Mi fa piacere conoscervi!
rosanna | Martedì, 28 gennaio 2014 @19:00
Anchio lo vorrei leggere........dalla tua descrizione sembra un libro molto interessante......è quel genere di libro che mi appassiona !!!! Grazie della notizia....sai sono nuova e volevo provare a scriverti.....che EMOZIONE!!!!
Devi sapere che mi piace molto leggere ,peccato che ho poco tempo a disposizione. Quando trovo un buco non è abbastanza....comunque ora ti lascio e spero più in là di avere tempo di commentare altro......
CIAO!!!!
Marta | Martedì, 28 gennaio 2014 @16:58
Domo "maledetto"!!!!!
Ho scoperto solo ora che a Roma per presentare -Dallas Buyers Club -c'era quel splendido uomo di Matthew McConaughey e che l'audio delle sue interviste è tuo!!
Quindi non solo mi ignori ma inoltre guarda che po po' di ometto non ho potuto, grazie a te, conoscere!!!
Grrrrrrr......................
LISA | Martedì, 28 gennaio 2014 @12:05
Certo che mi devi dare del tu, Lucy! Non sono forse il tuo Buongiorno? (E, se clicchi sul nome di Peter Cameron, in verde, trovi altre sue belle frasi che gli ho sfilato. Il suo romanzo che preferisco, forse, è "Quella sera dorata". Mi era piaciuto anche il film, diretto da James Ivory. Anche lì, in qualche modo, una storia di fuga).
Lucy | Martedì, 28 gennaio 2014 @11:57
Mi scusi le ho dato del tu , ma gli spilli li leggo ogni gg anche se interagisco poco .
Lucy | Martedì, 28 gennaio 2014 @11:55
Lo leggero ' poi tu dirò com e .. Un po' il sogno latente di tutti direi buona giornata
Lunedì, 27 gennaio 2014 @09:50
Oggi non un Buongiorno in poesia, ma cronache dal ballo. Sì, perché sabato sono stata all’Opernball – per l’esattezza, all’Opernredoute, a Graz_ http://www.opernredoute.com - e sono sopravvissuta. Sotto la neve e in abito lungo, ma tutto estremamente glam cheap, anzi glam kitsch.
Questa, in Austria, è la stagione dei balli. Proprio così: balli come ai vecchi tempi asburgici, con valzer ma anche disco e jazz, tutti in lungo, sfoggio di gioielli o comunque glitter e paillettes, sigari e bollicine. Balli che si chiamano Opernball, Technikerball, Jägerball… Era da tempo che volevo andarci, curiosarne almeno uno, e finalmente l’invito (già, perché i biglietti sono carissimi!), è arrivato. Quindi Opernball sabato sera, non a Vienna ma a Graz, dove potevo contare sull’accompagnamento non del recalcitrante Consorte, ma di un’amica bella, radiosa, con abito lungo tutto argento damascato (una meraviglia anni Sessanta della suocera, che andava ai balli), e come accessorio una vera tiara. Lei. E io che cosa mi sarei messa? Dilemma presto risolto con l’unico abito lungo a disposizione nel mio guardaroba: di velluto grigio chiaro, senza maniche, un vero abito glam cheap, visto che l’ho comprato una ventina di anni fa alla mitica Upim milanese (e il velluto è ancora bellissimo). Per rimanere in tema glam cheap l’ho abbinato a scarpe alte con le paillettes di Rose’s Roses - http://www.rosesroses.it - e una micro-borsa fatta di carta di caramelle. E, dimenticavo, invece di un gioiello un collare: sì, proprio un colletto-collare di vernice nera, molto fetish, da portare sulla pelle nuda, regalo di un caro amico, che non avevo mai osato mettere. Pronte? Pronte.
Così arriviamo al teatro dell’Opera, tra le fiaccole, e rimaniamo bloccate ai piedi della scalinata assiepata di gente. Bellissimo, un tripudio di luci, ma non si entra? No: evidentemente questo è il clou della serata, tutti sulla scalinata a vedere chi c’è e chi non c’è, e a farsi fotografare. Ci mettiamo in posa anche noi, io con la mia borsa di caramelle. Intorno a me, ragazze e signore con abiti color caramella, paillettes nei capelli, qualche signore ottuagenario con imperturbabile giacca bianca, medaglie e decorazioni: mi viene in mente il super-teatrale "Anna Karenina" con Keira Knightley, l’avete visto? Solo che non vedo apparire nessun Vronskij.
A proposito di Tolstoj: è da quando l’ho letto, varie vite fa, a vent’anni, che penso come sarebbe romantico svenire ed essere salvata da qualche tenebroso, aristocratico sconosciuto. Non pensavo di certo di svenire per la prima volta all’Opernball, e di essere salvata non da un fascinoso Vronskij, ma dalla mia amica-con-tiara e dalla squadra di volontari del pronto soccorso (tutti molto gentili, ma nessuno di cui innamorarsi a prima vista, nonostante lo svenimento). Sarà stato il collare troppo stretto? Non sono, evidentemente, una donna da fetish? Comunque mi sono ripresa in tempo per la seconda delusione: nel biglietto d’invito non era compresa la cena. Così, mentre tutti cenavano, con sfoggio di sigari e bottiglie, se non di champagne, almeno di prosecco, io e la mia amica-con-tiara ci siamo accontentate di un wurstel (sì, c’era un banchetto che li vendeva, e non era neppure male, nel ridotto dell’opera addobbato per l’occasione). Grazie al würstel siamo riuscite a resistere fino alle tre di notte, e a bearci del trionfo del kitsch: debuttanti tutte in bianco con tiara finta, nessun abito degno di nota, un improbabile signore in kilt "austriaco", e le più belle erano le signore anzianotte e cicciotte, tutte un volant, che volteggiavano felici. Bene, sono sopravvissuta. Io e la mia borsa di caramelle che, tra l’altro, credetemi, era la borsa più simpatica della serata.
e tu | Venerdì, 31 gennaio 2014 @12:51
scrivimi,scrivimi
se ti viene la voglia
e raccontami quello che fai .... de gregori
a noi fa piacere leggerti in queste mirabolanti avventure
LISA | Martedì, 28 gennaio 2014 @08:53
Myriam, casualmente ieri stavo rileggendo delle pagine di "Ragazze, cappelli e Hitler", di Trudi Kanter (e/o) la storia vera di una modista chic di Vienna, ebrea, e della sua fuga dalla città e dalle persecuzioni, con il marito. L'altra faccia dell'Austria, dietro i lustrini.
Myriam | Lunedì, 27 gennaio 2014 @19:30
Nulla sul giorno della memoria?
LISA | Lunedì, 27 gennaio 2014 @18:46
Grazie Nidia. Sono contenta che i luccichii siano arrivati. Io però non ho ballato, eravamo senza cavaliere… Sono solo svenuta!
LISA | Lunedì, 27 gennaio 2014 @18:44
Certo, Coco, che mi fa piacere - mi fa sempre piacere parlare, o sentir parlare, di abiti! (E no, non ho indossato il classico abito bianco da sposa. C'è stato un veto del Consorte. E mi sa che aveva ragione lui!)
coco | Lunedì, 27 gennaio 2014 @18:05
Ciao Lisa! Non sai quanto amo questi eventi e mentre mi facevi sognare con la bellissima descrizione della serata, ho pensato che nell'armadio di tutte noi dovrebbe esistere un abito lungo bellissimo in cui sentirsi sicure ed invincibili ad eventi così. E se dovessimo continuare a parlare di abiti vorrei farti una domanda. Tu hai indossato il classico abito bianco da sposa? Il tuo stile è molto diverso dal mio ma trpvo sempre spunti bellissimi. Te lo chiedo perchè, presto indosserò (no, non mi sposo è solo una sfilata) un abito da sposa molto particolare. Se ti farà piacere te lo descriverò! Un abbraccio e grazie per i tuoi racconti fantastici come sempre!
Nidia | Lunedì, 27 gennaio 2014 @10:32
Buongiorno ballerina. Che luccichìi, che atmosfera, che emozioni ci hai fatto arrivare!
Venerdì, 24 gennaio 2014 @08:37
"Se pensi di poterlo fare, fallo."
(Meryl Streep)
La possibilità è magia. Seguila.
Non so se Meryl Streep abbia pronunciato davvero queste parole: che, stavolta, non ho letto su un libro o in un'intervista, ma ho trovato su web. Però mi sembra un mantra molto Meryl Streep, attrice da tre Oscar, bella, intelligente e chic anche a sessant’anni (64 per la precisione), che ci ha conquistato romantica in "La mia Africa", sarcastica in "Il diavolo veste Prada", severa in "Iron Lady" e buffa in "Mamma Mia!"…Continuo? No: la conoscete bene. Una vita che è un esempio di forza e morbidezza. E quindi, copiamo parole ed esempio. Almeno proviamoci!
Leggetemi in inglese in Friday Lisa (il mantra Meryl suona meglio). E cercatemi in edicola: su Gioia, dove oltre allo spillo da ritagliare trovate un corvapezzo fashion su American Hustle e wrap dress anni Settanta (a proposito di abiti "empowerment", come il Buongiorno di oggi), e su Elle Decor, dove da questo mese ho una nuova rubrica, Italian is better… (E a proposito, aspetto suggerimenti!).
Monique | Sabato, 25 gennaio 2014 @15:38
Buongiorno Lisa, dimenticata di inseire il mio nome!
La frase di Clarice non l'ho letta su un libro o in un'intervista, ma l'ho trovata su un blog di cultura brasiliana davvero bello... Ti scriverò via FB :-)
LISA | Venerdì, 24 gennaio 2014 @20:12
Carla, è piaciuto molto anche a me Il capitale umano, film terribilmente reale, con uomini e donne che vivono senza saper bene quello che fanno... Ma, in un qualche modo, preferisco la sontuosità decadente, il puro cinema di La grande bellezza. Grande film.
LISA | Venerdì, 24 gennaio 2014 @20:09
Per l'anonima/o che mi ha lasciato la bellissima frase di Clarice Lispector (a proposito, sai da dove è sfilata?). Mi potete mandare dei messaggi privati su Fb. Può andar bene?
carla | Venerdì, 24 gennaio 2014 @14:50
Ho rivisto recente Meryl in "Innamorarsi" meraviglioso... invece non mi è piaciuto The Wolf of the Wall Street e a proposito di "italian is better..." Il nostro Il Capitale umano è molto più bello : è scritto meglio e Giffuni come finanziere è molto, molto più credibile di Di Caprio.Colto il suggerimento Lisa?
Anonimo | Venerdì, 24 gennaio 2014 @11:27
"Tutte le mattine lei lasciava i sogni nel letto, si svegliava e indossava i suoi vestiti di vita."
C. Lispector
Autrice straordinaria, spesso sottovalutata. Oggi mi rappresenta, ma domani inizia il week-end e lascierò che i sogni impregnino per bene i vestiti e gli accessori che indosserò...
P.S. Hai un indirizzo di posta elettronica dove scriverti?
LISA | Venerdì, 24 gennaio 2014 @10:03
Mi piace lo zenzero! Da dove mi scrivi, Monique? Racconda, dal tuo mattino.
Anonimo | Venerdì, 24 gennaio 2014 @09:53
Grazie a te, Lisa!
Ti seguo da anni e confesso che mi sei mancata molto a Natale... Mancava quel tocco di zenzero mattutino...
Monique
LISA | Venerdì, 24 gennaio 2014 @09:37
E' alla magia di Goethe che pensavo, Monique, quando ho scritto il mio commento. E forse, chissà, ci pensava anche Meryl. Che bello che hai riconosciuto la magia delle parole...
Meryl vs Wolfgang | Venerdì, 24 gennaio 2014 @09:19
Ciao Lisa, forse ha preso spunto da Goethe...
"Qualunque cosa possiate fare o sognate di poter fare, iniziatela. L'audacia ha in sè, genio, potenza e magia."
Buon fine settimana, Monique
Giovedì, 23 gennaio 2014 @10:29
"Leggi: sono questi i nomi delle cose che
lasciasti: me, libri, il tuo profumo
sparso per la stanza; sogni una
metà e dolori il doppio, baci per
tutto il corpo come tagli profondi
che non si rimargineranno mai; e libri, nostalgia,
la chiave di una casa che non è mai stata la
nostra, una vestaglia di flanella blu che
indosso, quando faccio questo elenco."
(Maria do Rosário Pedreira)
Quando, intorno a te, ogni cosa ripete un addio.
E’ una poetessa che già conoscete: la bravissima, malinconica, intensa poetessa portoghese a cui ho rubato tanti Buongiorno (e che ho incontrato l’anno scorso a Lisbona, al Museo Gulbenkian, un giorno di primavera: cliccate sul suo nome in verde, per rileggerli). I versi di oggi mi piacciono così tanto che li ho scelti per il mio #spillo su Gioia in edicola questa settimana. Compratemi: scrivo anche di wrap dress… Uno degli abiti più difficili e più sexy da indossare. Poesia e moda. E’ un buon giovedì.
Giusy | Venerdì, 24 gennaio 2014 @14:06
Gli scritti di Marta rivelano, a parer mio, un animo sensibile. Le auguro tanti brindisi con tappi che volano e lasciano un segno nella memoria...
LISA | Venerdì, 24 gennaio 2014 @08:52
Io invece nelle parole di Marta leggo una morbida tenerezza. E mi piace. (Mi piace anche pensare che chi scrive qui legga, prima di commentare, spesso ahimè in modo tristemente autistico. Leggere è ascoltare. Provateci)
Lilabella | Giovedì, 23 gennaio 2014 @23:01
Mi piacciono le parole di Marta! Sospiri, quotidianità ed emozioni..
Lisa grazie per le delucidazioni sul giaietto.
Un saluto serale al salotto verde!
Lady Chatterley | Giovedì, 23 gennaio 2014 @20:38
grande sincero piacere che marta sia innamorata e quindi felice, sono caduta in un equivoco, avevo letto di pianti davanti alla finestra e alla lavatrice dove sbagliando ho intravisto sospiri puramente letterari. non sono infastidita dalle emozioni e se non mi crede ha poca importanza. Per quanto riguarda la Marini marta saprà benissimo che la sua vita e la sua psiche è stata letteralmente divorata da un amore non corrisposto che ha prodotto mirabili poesie. Per concludere, non ravviso nessuna tenerezza nelle sue parole, ma ha ragione di arrabbiarsi con gentilezza.
Marta | Giovedì, 23 gennaio 2014 @19:39
Cara Lady Chat,
Il post it era per il suo rientro dal lavoro, visto che io sarei rientrata più tardi,
Le lacrime erano, e sono, per le parole della Marini, se non le ha mai lette provi a farlo, parlano della passione che brucia scava e rende vive.
"Dai Marta" di cosa?
Posso essere onesta? Nel pieno rispetto della sua signorile ma che si intravede vena di ironia io non mi ritrovo.
Sono innamorata, felice, emozionata.
Ma parlo per me, e qui leggo invece di donne che non lo sono, o non lo sono mai state, o non l'hanno voluto essere.
"L'amore va vissuto nella sua pienezza senza pianti o sospiri", se parla a me dove le ha intraviste?
Sembra quasi infastidita dalle emozioni, più che dall'amore e il suo sguardo amaro al passato....mah, suscita solo una profonda tenerezza.
bello | Giovedì, 23 gennaio 2014 @17:54
lady chat ....l'amore va vissuto nella sua pienezza ...con la presenza e non i ricordi lasciati fate sembrare il vostro uomo uno andato all'altro mondo come nei film
Lady Chatterley | Giovedì, 23 gennaio 2014 @17:42
che bello il post-it di Marta ma l'uomo intrigante dalla giacca di velluto sulla quale è proibito versare una lacrima o strofinare il viso con il fondotinta, perchè il velluto è delicato, che fa? c'è o non c'è? sarà un tipo mordi e fuggi o no? L'amore va vissuto nella sua pienezza senza pianti e sospiri. per quelli c'è tempo quando diremo Come Sono Stata Sciocca a spasimare inutilmente. tempo perso e il tempo è prezioso per noi, le rughette non ci donano e nemmeno i chiletti in più. piangendo ci si sciupano pure gli occhi. Dai marta!!!!
Fra | Giovedì, 23 gennaio 2014 @17:19
Unaacaso è tornata con il suo carico di amarezze e acidità.... Speriamo che il suo soggiorno qui sia breve.....
ma | Giovedì, 23 gennaio 2014 @16:33
è tanto bello condividere e non raccogliere le cose che lui lascia in giro ...tanto cìè lei .
Fra | Giovedì, 23 gennaio 2014 @15:31
Nella quotidianità domestica dico....che bello averti in giro....e non altro....
Elisa | Giovedì, 23 gennaio 2014 @14:10
Trovo così belle e semplici le parole di Marta, innamorata, con il cuore che trema. Credo che questo sia l'amore, sentimento sicuramente più profondo e sensibile degli stati d'animo simil casalinga un pò casatiello depresso (mi ricordano tanto i commenti di una donna mal-erba che girava qui dentro...), bello trovare segni della persona che ami, il suo odore, le cose di lui. Bello che ci sia l'amore....
LISA | Giovedì, 23 gennaio 2014 @13:30
Diciamo che nelle giornate buone, invece di sbuffare raccolgo il maglione e ci affondo il naso dentro. Lo faccio davvero! Su ragazze, un po' di romantico coniugale. (Giuro però che con i calzini abbandonati non lo faccio:-)
nella | Giovedì, 23 gennaio 2014 @13:23
quotidianità domestica uno dice "uffa , quante cose mi lasci in giro "
che | Giovedì, 23 gennaio 2014 @13:08
esagerazioni ....una cosa più tranquilla no? che vita a due è se si sta sempre con la paura ?
LISA | Giovedì, 23 gennaio 2014 @12:31
Marta, mi hai commosso. Perché le tue parole sono la parte luminosa dell'amore, il maglione che sa di lui e che era abbandonato sulla poltrona e rimettiamo, affondando il naso nella lana e nel suo profumo, nell'armadio; tutto quello che ci ricorda lui quando siamo a casa da sole, fino al suo ritorno. Vivere insieme. Il meraviglioso romanticismo della domesticità.
Marta | Giovedì, 23 gennaio 2014 @12:16
un post it sullo specchio del corridoio, scritto a lui:
"Ciao
Sono queste le cose che mi parlano di te, quando non ci sei e ti respiro nell'aria:
La tua giacca preferita di velluto con un fiume di cose che straripano dalla tasca,
Il tuo blocco di schizzi e tante matite, da quelle delicate a quelle più intense,
Il tuo cellulare dimenticato che singhiozzando richiede ricarica,
Il nostro letto sfatto dove ci siamo dati il buongiorno,
Il soffitto della cucina e il (nostro) segno segreto della prima bottiglia stappata insieme, la prima volta, la volta prima, quella magnifica volta,
Un pacchetto di cartine,
Un pacchetto di tabacco,
Il primo libro che mi hai donato, le poesie di Alda Merini, e le mie lacrime su di esso,
Le chiavi di casa tua, poggiate in un angolo, e il mio cuore che spera che tu rimanga con me, oggi, fino a domani.
Questo, e tant'altro, mi parla di te.
Buona giornata
Mercoledì, 22 gennaio 2014 @09:27
"L’autocommiserazione raggiunge il suo massimo quando si piange nella vasca da bagno e all’umidità dell’acqua si aggiunge quella delle lacrime".
(Nora Ephron)
La meravigliosa vertigine dell’autocompatimento. Meglio, in effetti, nella vasca da bagno.
Mi fa sempre sorridere Nora Ephron, anche e soprattutto quando racconta del lato buio della vita: come in "Affari di cuore" (Feltrinelli), un suo piccolo capolavoro di auto-ironia, e vita vera, quando il marito la lasciò per un'altra donna, con un bimbo piccolo e incinta del secondo. Il libro-sfogo divenne poi, nel 1986, un film con Meryl Streep e Jack Nicholson. E Nora Ephron si risposò, continuò a scrivere (senza di lei, non avremmo avuto il magistrale "Harry ti presento Sally"), continuò a raccontare i sorrisi e le lacrime delle donne, e insegnarci a vedere il lato tragicomico della vita. Grazie, Nora.
quei | Mercoledì, 22 gennaio 2014 @16:34
tempi moderni :una vasca , una finestra , una lavatrice e chissà quant'altro ,hanno sostituito una spalla consolatrice .
Marta | Mercoledì, 22 gennaio 2014 @14:06
I miei "muri" del pianto? In ordine di importanza:
1) in piedi difronte la finestra, sera, se piove fuori poi....
2) seduta difronte la lavatrice che gira, peró lì sono lacrime e rabbia!
Giusy | Mercoledì, 22 gennaio 2014 @13:45
Sì, Nora Ephron mi piace molto, anche se non ho mai pianto nella vasca da bagno. Potrei cominciare a farlo: di sicuro non mi manca almeno un pretesto.
Martedì, 21 gennaio 2014 @09:12
"Accarezza l’orizzonte della notte, cerca il cuore di giaietto che l’alba ricopre di carne. Popolerebbe i tuoi occhi di pensieri innocenti, di fiamme, ali ed erbe che il sole non inventa.
Non ti manca la notte, ma il suo potere".
(Paul Eluard)
Porta con te il potere della notte.
I versi di oggi sono tratti da "Poesie" di Paul Eluard (Newton), un libro vintage con il testo a fronte, con ancora il prezzo in lire stampato sopra: 3900, per l’esattezza. E con la traduzione di Silvano Del Missier, che era un amico dei miei genitori. Un regalo dal passato.
Giusy | Mercoledì, 22 gennaio 2014 @13:39
Ciao Lila, esauriente la spiegazione di Lisa. Vorrei aggiungere che il giaietto del mio ricordo veniva usato anche per "vivacizzare" accessori di color nero, proprio come la pochette della mamma. Davvero bello ritrovare le parole dimenticate!
LISA | Mercoledì, 22 gennaio 2014 @11:01
Gialetto, o "jais" in francese, è un materiale color nero brillante che un tempo veniva usato per collane, pendenti e orecchini: lo conosco dai romanzi, perché in epoca vittoriana erano di jais i "bijoux de deuil", i gioielli da lutto. Il materiale è noto anche come "ambra nera" ed è in realtà, ho scoperto, un mineraloide, un legno fossilizzato. Nella traduzione originale il jais di Eluard è reso con "gagàte", ma è una parola ancora più antiquata. Bello, vero, ritrovare parole dimenticate, come gioielli in fondo a un cassetto della memoria?
Lilabella | Martedì, 21 gennaio 2014 @21:41
Lisa e Giusy, scusate, esattamente il giaietto cosa sarebbe?
Però davvero che bello è il potere della notte! Così come il potere di queste parole di Eluard. :-)
Giusy | Martedì, 21 gennaio 2014 @15:54
...il giaietto! Me l'ero scordato, completamente,sepolto nella memoria, sotto innumerevoli cose. Solo dopo averlo trovato qui mi sono ricordata del suo luccichio discreto che ornava un "cimelio" di mia madre: pochette da sera, finita prima in fondo a un cassetto e poi, non so dove....
Lunedì, 20 gennaio 2014 @08:09
"Le sue giornate scorrono tranquille, simili alla pioggia che d’inverno le piace guardare dalla finestra, monotona eppure affascinante, dopotutto. Potrebbe sempre trasformarsi in temporale. O in diluvio."
(Marcela Serrano)
Poter essere pioggia.
Marcela Serrano, scrittrice cilena, nata a Santiago nel 1951. A volte mi piace, a volte no. Mi è piaciuta in alcuni romanzi, come "Antigua vita mia" (forse anche perché era ambientato ad Antigua, una città del Guatemala tra portici e vulcani, che mi aveva incantato). Gli ultimi racconti, "Adorata nemica mia" (anche questi Feltrinelli, come tutti i suoi libri) mi hanno un po’ deluso, ma mi hanno regalato il Buongiorno di oggi. Poter essere pioggia. Poter diventare temporale.
carla | Lunedì, 20 gennaio 2014 @09:22
Buon anno!, visto che non te lo avevo ancora augurato. No, non ce la faccio a dire che la pioggia monotona mi piace! Davvero mi piacciano i temporali e soprattutto mi piace quando il cielo si taglia in due e si vede l'arrivo del sole dietro le nuvole grigie.
Venerdì, 17 gennaio 2014 @08:50
"La mente non governa il cuore, diventa solo suo complice nel crimine."
(Mignon McLaughlin)
Crimini del cuore. Chi non.
Il Buongiorno di oggi è di una giornalista americana (anche per Vogue) che scrisse affilati, saggi aforismi negli anni Sessanta, raccolti nel suo "Neurotic’s Notebook". Già il titolo mi piace! E, visto che è venerdì, il Buongiorno in originale: Friday Lisa.
Giusy | Sabato, 18 gennaio 2014 @18:04
Chissà qual è il vero rapporto mente-cuore e la complicità che lo governa. Nemmeno l'antropologa Fisher sembra avere le idee chiare.
Preferirei un sensato equilibrio...così difficile da ottenere e, forse, così noioso...
Lilabella | Sabato, 18 gennaio 2014 @17:39
Bentornata Lisa. E così accade. Accade che per ragioni inspiegabili un forseamore se ne va e forse sta facendo posto a qualcosa di diverso. Qualcosa che ho nel cuore anche se ancora non so bene cos'è. Quella scapestrata della mia mente si agita e si riagita ma devo dire che la lotta è dura.
Lisa piace anche a me e molto questa giornalista americana. Poi vi farò sapere tra cuore e mente quale avrà il sopravvento e come andrà a finire.
Buon fine settimana a te, Lisa, e al salotto verde!
Giuliano | Sabato, 18 gennaio 2014 @16:00
Unaacaso sono felice tu abbia compreso la mia metafora. ti auguro di avere un cuore meno "incriminato" del mio ;) a tutti voi buon fine settimana..
Marta | Venerdì, 17 gennaio 2014 @17:12
Quando sono nera con lui il mio cuore avvampa e la mente diventa il perfido "braccio" che cerca mille modi per colpirlo.... Senza mai riuscirci in verità...
Aminta | Venerdì, 17 gennaio 2014 @17:10
Condivido la riflessione di Giuliano
Fra | Venerdì, 17 gennaio 2014 @16:48
Unaacaso per favore....non iniziare....
a Giuliano | Venerdì, 17 gennaio 2014 @15:39
sei messo bene !
Giuliano | Venerdì, 17 gennaio 2014 @10:51
La mente subordinata a un cuore assassino?! Piuttosto un cuore guidato da una mente criminale, spesso condannato alla reclusione a vita..
ps: bentornata lisa!
Giovedì, 16 gennaio 2014 @09:02
"Sul marciapiede mi fermo a riprendere fiato e guardo le finestre della facciata. Lui è in piedi nel bow-window, mi guarda con un sorriso malinconico. Appoggia un palmo al vetro con un gesto così pieno di desiderio, che qualcosa dentro di me si rompe".
(Barbara A. Shapiro)
Quei gesti-incantesimo che ci fanno innamorare. Quel gesto che mi ha fatto innamorare di te.
Non è forse così? Ci sono gesti minimi, lievi, impercettibili– una mano tra i capelli, un sorriso che si accende da lontano – che ci fanno innamorare. Che sciolgono qualcosa dentro di noi, come nella pagina del romanzo da cui ho tratto il Buongiorno di oggi: un thriller d’arte e sentimenti tra la Boston di adesso e quella di fine Ottocento: "La Falsaria" (Neri Pozza).
Lady Chatterley | Giovedì, 16 gennaio 2014 @16:41
quando hai posato la mano sulla mia spalla. Fu un gesto leggero e pesante insieme ora mi resta soltanto la pesantezza del ricordo di un periodo felice poi diventato pesante. Viva la leggerezza!!!
Mercoledì, 15 gennaio 2014 @07:25
"Allargò le mani sul ripiano e avvertì l’intenso odore del legno. Del teak. Appoggiò la faccia sul tavolo, inspirando profondamente, la gota premuta contro le assicelle. Il profumo era lo stesso dei mobili della sua stanza rimasta a Tollygunge, l’armadio e la specchiera, e il letto dalle colonnine sottili dove lei e Udayan avevano concepito Bela. Ordinato su un catalogo americano, scaricato da un camion delle consegne, quel profumo era tornato fino a lei".
(Jhumpa Lahiri)
Quando i mobili ci parlano.
Questo è uno dei momenti, nel nuovo libro di Jhumpa Lahiri, "La moglie" (Guanda), che mi è piaciuto di più: quando la protagonista, dopo aver ricominciato una nuova vita molto, molto lontano, tra le colline e il mare della California, ordina un mobile per la sua nuova vita solitaria, in cui non ha voluto ci fosse posto per il marito, né per la figlia. Ma improvvisamente i ricordi tornano a lei, ricordi di India e dei vent’anni, ricordi di un amore spezzato; torna tutto a lei, con il profumo di un tavolo di legno, il profumo del teak.
In Birmania, patria di alberi e di legno di teak, dove spesso le camere d’albergo sono tutte ricoperte di legno, pavimenti e pareti, mi sono ritrovata a passare anch’io la mano su quel legno liscio e paradossalmente morbido. Quando i mobili parlano.
LISA | Giovedì, 16 gennaio 2014 @09:01
Che bella la tua storia, GIusy. Grazie.
Giusy | Mercoledì, 15 gennaio 2014 @17:03
Una libreria di teak e un amore appena sbocciato: il mio! Appena entrata nell'alloggio francescano di chi sarebbe diventato mio marito, è stata la prima cosa che ho notato. Stracarica di libri, giornali, foto di un paese d'oltreoceano, oggetti vari. Ci ha accompagnato per alcuni anni e non abbiamo mai avuto il coraggio di disfarcene malgrado i vari traslochi. Giace abbandonata, ma non dimenticata, nel sottotetto. Impossibile disfarsene; ci penseranno i nostri eredi.
Martedì, 14 gennaio 2014 @09:11
"Aveva quasi smesso di nevicare. La sera era nitida come un disegno a carboncino."
(Boris Pasternak)
Quell’aria sospesa, aria di neve. Una promessa. Come quando tutto sta per cambiare.
A dire la verità, nel mio altrove in questo momento piove. Però non sono bellissime queste parole di Pasternak, che ho scelto come #spillo della settimana su Gioia? E quanta voglia di neve, che quest’anno si fa desiderare.
LISA | Mercoledì, 15 gennaio 2014 @08:11
Marta, il cuore e la pioggia. Grazie.
claudia mdg | Martedì, 14 gennaio 2014 @17:09
E' vero, Marta, ci sono gesti semplici che a volte ci emozionano, inspiegabilmente. Bellissimo il tuo modo di raccontarlo. Bentornata Lisa.
Marta | Martedì, 14 gennaio 2014 @12:41
Avete mai toccato con la mano aperta il vetro freddo, mentre fuori piove?
In quel momento parli, chiami, sussurri, tremi, ridi, piangi, ti emozioni e ti sconvolgi.
Quella mano è il ponte col cuore, segreto, che batte fortissimo,
Bentornata Lisa
Lunedì, 13 gennaio 2014 @07:10
"Prima di tutto Mandalay era un nome. Perché ci sono luoghi i cui nomi – per qualche strano caso, o storia, o felice associazione – hanno un "independent magic", una magia autonoma e indipendente, e forse un uomo saggio non dovrebbe mai visitarli, perché le aspettative che fanno nascere possono raramente essere soddisfatte".
(Somerset Maugham)
La frase di oggi, di William Somerset Maugham, scrittore e viaggiatore snob negli anni Venti, è tratta da "The Gentleman in the Parlour", un suo diario di viaggio in Asia che comincia proprio da Burma: la Birmania da dove sono appena tornata.
Prima di partire per la Birmania – ed è da tanti anni che penso e sogno questo viaggio – per me la Birmania era: pagode d’oro e Aung San Suu Kyi con la sua "grace under pressure", la grazia con cui ha resistito in tanti anni di arresti, di oppressione, fino al Nobel per la pace e alla possibilità, anche se ancora remota, di cambiare il Paese.
Le ho trovate. In modo molto diverso da quello che mi aspettavo. Ho trovato le pagode d’oro, imponenti, ma anche un po’ kitsch come l’amatissima Shwedagon a Rangoon (o Yangon, visto che il regime ha cambiato anche nome alla capitale), con un inaspettato cartello"free wifi", e sponsor. E ho trovato Aung, il suo viso e il suo sorriso dappertutto, nelle foto appese nelle case fatte di bambù, nei libri in vendita fuori dalle pagode di Bagan, persino in qualche (brutta) T-shirt; spesso insieme al padre, bello e raffinato come lei, morto assassinato quando lei aveva appena due anni.
Ma alla fine, tornata da questo lunghissimo viaggio (in cui ho preso di tutto: aerei, biciclette, canoe sui laghi, barconi sui fiumi e risciò) non ho nel cuore le pagode. Bensì i Buddha neri, scolpiti nella roccia nera, di Mrauk Oo, un’antica civiltà, un luogo remoto quasi al confine con il Bangladesh, dove si arriva con un piccolo aereo e poi un giorno di navigazione per fiumi e canali. Ho in mente i visi delle donne e dei bambini con grandi disegni di polvere gialla: polvere di Thanaka, ricavata dai tronchetti di un albero (la Limonia acidissima), che viene macinata al momento su una pietra tonda e usata come crema solare, o protettiva… Quasi un tatuaggio beauty effimero e millenario. Ho riportato con me il Lago Inle con le "stupa", piccoli templi come lance verso l’alto, che assomigliano quasi a dei trulli in variazione asiatica, e che crollano pian piano nell’acqua; ho portato una spiaggia bianca sul golfo del Bengala dove ho raccolto un sasso corallino perfettamente a forma di cuore. No, non è l’Asia che immaginavo e che amo, che ho conosciuto in Thailandia, in Cambogia, in Laos, in India... E’ qualcos’altro, di più duro, scabro, sofferente e dimenticato. Un paese che è "Cambogia meets Ddr", l’Asia che si incrocia con l’ex Germania dell’Est; un Paese sfinito da una giunta militare che sta vendendo e svendendo terre e ricchezze, dove la Cina compra giada, preme e invade il paese di paccottiglia.
Ma poi, come Somerset Maugham che viaggiava con i portatori nella giungla e si lamentava per il cibo, ci sono momenti in cui ti senti solo un viaggiatore mugugnante, sperduto e poco romantico. Quando, ad esempio, arrivi a Bagan, la valle con cinquemila pagode, e il Consorte ti dice: "Ma stai scherzando, non rimarremo mica qui una settimana? E cosa faremo? Qui dentro ogni pagoda c’è sempre lo stesso signore dipinto d’oro (ergo, il Buddha)". Quando, pazienza il tè che è solo Lipton in bustina, ma il caffè è solo ed esclusivamente "three in one": ovvero bustine spacciate dalle multinazionali, sempre le stesse anche nei mercati più sperduti, con dentro un mix tossico a base di caffeina, latte condensato, e zucchero. Tre in uno, appunto. Per me che vengo da Trieste, e che bevo solo espresso senza zucchero o, come si dice sul mio golfo, "nero in b", uno strazio. Altri momenti mugugnanti: il cibo. Io che adoro il cibo asiatico, in Birmania mi sono ridotta a mangiare riso e banane, e il più delle volte, anche nei ristorantini per strada, mi veniva solo voglia di chiedere se potevo passare io in cucina. Forse l’oppressione politica passa anche per il cibo, e per l’annullamento dei sapori (unica spezia usata: aglio). E poi, sì, ti senti un viaggiatore sperduto e divertito quando l’unica parola che riesci a imparare è "Mingalabar", ovvero "ciao, benvenuto, buongiorno", una parola multitasking, e alla fine quando te la ripetono ti scappa anche da ridere. Mingalabar, dunque. E’ bello viaggiare ma, come ben sapeva anche Somerset Maugham, anche tornare.
E a proposito: a Mandalay, forse il nome più evocativo della Birmania, non ci sono stata. Ho accuratamente evitato la città-fortezza che una volta era un sogno coloniale, e oggi solo un luogo di rumore e caos. Mingalabar a voi tutti, e buon anno. Che sia d’oro.
Lucy | Lunedì, 13 gennaio 2014 @22:45
Bentornata, ci sei mancata!
carla | Lunedì, 13 gennaio 2014 @21:53
ben trovata!!
Mircea | Lunedì, 13 gennaio 2014 @19:04
Dovrei scrivere un testo del genere sull'Indonesia...
Giusy | Lunedì, 13 gennaio 2014 @13:51
Bello poterti leggere di nuovo. Le tue Cronache Birmane mi sono piaciute tanto; c'è profondità nella leggerezza di questo "resoconto" Una lettura interessante e avvincente. Grazie!
Luigi | Lunedì, 13 gennaio 2014 @10:30
Bentornata! Buon Anno!
LISA | Lunedì, 13 gennaio 2014 @09:17
Ma no, io penso che sia bello che il viaggio ci riservi ancora delle sorprese. Che senso avrebbe partire per trovare solo quello che abbiamo immaginato? (Cibo a parte. Io, Nidia, forse sono troppo golosa. Ma in compenso ho scoperto il tamarindo - e le caramelle indigene al tamarindo…).
Nidia | Lunedì, 13 gennaio 2014 @08:53
Mi ritrovo in molte delle cose che dici, anche se il mio viaggio in Birmania è stato meno avventuroso del tuo. Io però sono tornata talmente felice di tutti i colori e sapori che avevo assaggiato, e con la consapevolezza di essere stata in un posto straordinario, per con le sue arretratezze e contraddizioni. Tra le cose positive ci ho messo anche i sapori perchè io ho mangiato sempre volentieri piatti di carni o pesci speziate, zuppe buonissime, succhi di papaia fresca...
Max | Lunedì, 13 gennaio 2014 @08:42
Aho, c'hai fatta a tornà a casa che qui era un pianto de anime perse! Bella legnata che hai preso, è come annà ai cancelli de castel porziano (il mare de Roma) e scoprì che l'acqua de mare nun è come te la ricordavi o come speravi che fosse. Pazienza Lisa, comunque sempre mejo annà che guardà fori dalla finestra. Benntornata. Max