Venerdì, 28 febbraio 2014 @07:26
"L’inchiostro verde crea giardini, selve, prati,
fogliami dove cantano le lettere,
parole che son alberi,
frasi che son verdi costellazioni.
Lascia che le mie parole scendano e ti ricoprano
come una pioggia di foglie su un campo di neve,
come la statua l’edera,
come l’inchiostro su questo foglio.
Braccia, cinture, collo, seno,
la fronte pura come il mare,
la nuca di bosco in autunno,
i denti che mordono un filo d’erba.
Segni verdi costellano il tuo corpo
come il corpo dell’albero le gemme.
Non t’importi di tante piccole cicatrici luminose
guarda il cielo e il suo verde tatuaggio di stelle".
(Octavio Paz)
Leggo in te la primavera.
Grazie a Hermione, lettrice del blog e vera fan dei miei libri, che mi ha spedito, tempo fa, questa poesia, in risposta a un mio Buongiorno. Mi è tornata in mente adesso, che dappertutto leggo i segni di una timida primavera. Octavio Paz è stato uno scrittore e diplomatico messicano, Nobel per la Letteratura nel 1990. In Friday Lisa, le sue parole in originale.
E intanto ricordatevi di comprare Gioia, con il mio reportage-pagode dalla Birmania!
LISA | Venerdì, 28 febbraio 2014 @12:24
Di Elizabeth von Arnim - grazie per esserti ricordata, Carla, di una delle mie scrittrici preferite - mi chiedo quale possa essere il più "esistenziale". Forse "Il giardino di Elizabeth" o "Un'estate da sola", pensare alla propria vita in mezzo a un giardino. Ma il mio preferito come humor rimane, credo, "Elizabeth a Rügen", un viaggio o una fuga su un'isola nel Mar Baltico ai primi del Novecento. Tutti Bollati Boringhieri. E infine, "Perchè essere felice se puoi essere normale?" (Mondadori), ovvero la risposta lapidaria della madre adottiva a Jeanette Winterson quando, a 16 anni, le disse di quando una Jeanette sedicenne le confessò di essere lesbica. Ma è soprattutto un libro dolente sulla scoperta di sé e sul rapporto madre/figlia. No, continuo a preferite "Memorie di Adriano" della Yourcenar e "Il giunco mormorante" della Berberova.
LISA | Venerdì, 28 febbraio 2014 @12:10
Carla, è vero, sono tre libri che ho - in modo diverso - molto amato. Però non so se "La casa di vetro", di Simon Mawer (Neri Pozza, posso aggiungere: ma quanti bei libri pubblica, Neri Pozza?) è quello che Alessandra cerca. E' più la storia straordinaria di una casa - ispirata a una casa che esiste davvero, Villa Tugendhat di Mies Van der Rohe. Forse ti potrebbe interessare, Alessandra che vivi e lavori in mezzo ai nuovi grattacieli di Milano, per un altro motivo: per capire cosa può raccontare una casa. Dal cantiere...
Alessandra da Milano | Venerdì, 28 febbraio 2014 @11:57
In Friday Lisa - and followers - We Trust! Grazie per i consigli... Appuntare nuove ispirazioni di lettura son soddisfazioni!
Hermione | Venerdì, 28 febbraio 2014 @09:40
Buongiorno Lisa e grazie per esserti ricordata di questa bellissima poesia!
carla | Venerdì, 28 febbraio 2014 @09:15
Lisa è una straordinaria "consigliera di libri", io suggerirei la Von Airm , La casa di vetro, infine, Perchè essere felice quando puoi essere normale? Naturalmente ce ne sono molti altri, ma per adesso iniziamo da questi.
LISA | Venerdì, 28 febbraio 2014 @07:47
E avresti potuto incontrarmi davvero, alla Red Feltrinelli di Piazza Gae Aulenti. Quando torno a Milano, ci vado spesso. E' un piccolo luogo della Milano che cambia, velocemente, e mi colpisce ancora di più, visto che nella mia vita milanese abitavo proprio lì accanto. Grazie per le tue parole, Alessandra. E ho già un titolo per te: un piccolo libro Adelphi, di Nina Berberova. "Il giunco mormorante". Un libro che ho molto regalato. Sembra una storia d'amore, ma parla di no man's land e libertà individuale. Aggiungo: "Memorie di Adriano" della Yourcenar, Einaudi, e "Il genio nell'occhio d'usignolo", di Antonia Byatt, anche questo Einaudi. Ma magari nel blog c'è chi ha qualche libro del cuore?
Alessandra da Milano | Venerdì, 28 febbraio 2014 @07:40
Buongiorno Lisa (posso darti del tu, vero?).
Ho letto l'Eleganza del Riccio e mi è piaciuto molto. Una lettura un pò a rilento, soprattutto la prima parte, ostica non tanto per via della lingua (mi piace leggere i libri in lingua originale) ma per quel "filosofeggiare" sulla vita che richiede (credo) una base di studi filosofici che io non ho. Potresti consigliarmi un libro simile?
Ad ogni modo ne approfitto per rinnovare ancora le mie più sentite congratulazioni: il tuo spazio, il tuo blog, i tuoi spilli, sono, con il tè e la poesia, le mie ancore di salvezza quotidiane. Tra l'altro ieri ero di passaggio alla RED in Piazza Gae Aulenti a Milano. Diciamo che mi piace tornare nel luogo in cui, fino a qualche tempo fa, era tutto in fase di progetto e perfezionamento (professionalmente sono legata al progetto di porta nuova) e sono contenta abbiano aperto uno spazione come il sopraccitato. E lì, in quello spazio che evoca loft newyorkesi, tra i libri, mi è sembrato di vederti. Semplicemente avrei voluto incontrare te in un posto così.
Una tua affezionata lettrice.
Giovedì, 27 febbraio 2014 @07:16
"Non vedevo l’ora di fuggire dall’infelicità di mia madre".
(Ruth Reichl)
L’infelicità è contagiosa? Forse, a volte, quella della madre. E allora, per una figlia, è un corpo a corpo serrato. La voglia disperata di essere un’altra: un’altra donna, non come lei.
Forse avete riconosciuto Ruth Reichl, a cui avevo già sfilato dei Buongiorno. E' stata una delle più famose food writers americane: spiritosa e brillante, ha scritto, una decina di anni fa, libri di ricette, e di critica gastronomica, da leggere come romanzi ("La parte più tenera" e "Confortatemi con le mele"). Ma c’è un suo libro che non parla di cibo: parla di sua madre, che non era assolutamente una cuoca – anzi era famosa per cercare di avvelenare i figli con budini di cioccolato ammuffiti - e di tutto quello che le ha insegnato. Con un contro-esempio. Spingendo sua figlia a ribellarsi, a non assomigliarle, a non commettere gli stessi errori. "Mai come mia madre" (Ponte alle Grazie), mi ha commosso e colpito: un atto d’amore, un grazie a una madre che non c’è più.
Questo è il mio #spillo su Gioia di questa settimana. Compratemi, c’è anche il mio reportage in Birmania: con una foto dell’autrice avventurosamente in barca sul fiume, verso le pagode!
coco | Giovedì, 27 febbraio 2014 @13:51
Mi leggi dentro!
Che belli questi buongiorno che ti catturano l'anima.
Buona giornata Lisa. E buona giornata a tutti i lettori.
Un abbraccio.
nostra | Giovedì, 27 febbraio 2014 @10:16
madre il nostro primo amore .
carla | Giovedì, 27 febbraio 2014 @09:59
Mai come mia madre... oppure si ha la fortuna di avere una figlia che da appena è nata cerca di correggere i tuoi difetti : la mia mamma da me ha sicuramente ha imparato a non essere timorosa(come le avevano insegnato tanto tempo fa) e mia figlia corregge continuamente la mia imprecisione, essendo lei una super precisa( pure troppo!!)
Mercoledì, 26 febbraio 2014 @09:28
"A te capita spesso di osservare le cose immobili in attesa che ti rivelino il loro segreto."
(Julia Deck)
Fermati, prova a guardare.
Alla fine l’ho letto pure io. Dopo che, nelle ultime settimane, continuo a sentire di amiche fidate (nelle letture almeno!), che leggono rapite "Viviane Élizabeth Fauville" (Adelphi, con la traduzione di Lorenza Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco), libro d’esordio della parigina Julia Deck, mi sono decisa. E l’ho letto anch’io. Velocemente, perché è vero che è un libro che ti prende: a partire dalla coltellata che la protagonista assesta al suo psicanalista, stufa di lacrime (sue) e di sorrisini (dello psicanalista). Non preoccupatevi, non vi rovino la trama, perché l’omicidio è nelle prime pagine. Il noir comincia dopo, quando la protagonista si muove per una Parigi grigia, quasi in trance, in metropolitana, con la sua bambina (già, è mamma di una bimba di pochi mesi). Consigliato soprattutto a chi ama i noir. O forse a chi vorrebbe accoltellare il proprio psicanalista...
Martedì, 25 febbraio 2014 @09:29
"C’era un presagio di pioggia nel vento, folate lievi che le soffiavano in faccia, e lontano, in mare, la sirena di una nave".
(Margaret Forster)
Presagio di primavera.
Questa frase mi ha fatto pensare alla mia città, Trieste. Certi giorni di incerta primavera, il mare in lontananza, le sirene delle navi nel porto. E invece è il mare inglese, e il libro da cui è tratto è "Lasciando il mondo fuori" (La Tartaruga), che ho cominciato qualche giorno fa. La storia di un quadro, dalla pittrice che l’ha dipinto a inizio Novecento, mentre passa di mano in mano. Sono arrivata al terzo proprietario, e mi piace moltissimo. Un ritmo pacato, un’incerta primavera.
Monique | Martedì, 25 febbraio 2014 @17:48
Amo aprire ogni mattina questa finestra che lascia entrare aria buona...
"Ti cammino sul cuore
ed è un trovarsi d'astri
in arcipelaghi insonni."
(Salvatore Quasimodo)
Questo pensiero vada a Lisa e voi tutte!
Giusy | Martedì, 25 febbraio 2014 @14:25
Condivido tutto ciò che ha scritto(e pensa) Gabriella. Una sola cosa non è veritiera:la prima delle tre ragazze citate è settuagenaria...comunque ringrazio commossa. E' stato bello conoscere Gabriella di persona, esattamente come lo è stato con Lila e Claudia.
Ed è vero che, anche avanti con gli anni, a volte resta questa voglia di "rinnovamento" Basta metterla in pratica!
Gabriella | Martedì, 25 febbraio 2014 @13:17
msg per monique. mi sto riaccostando alla grande etty hillesum nel centenario della sua nascita. ho recuperato un tuo post di mercol. 19 febbraio 2014 in cui etty sente finalmente che tra la vita "di fuori" che spesso la frastorna e la vita silenziosa alla sua scrivania coi suoi studi c'è un unicum, una continuità. e ne è felice. io sono nella fase in cui cerco di contemperare queste 2 realtà. tu me le hai esplicitate. GRAZIE! come anche le altre indicazioni di libri e i tuoi preziosi post. da lisa e da voi tutti ho da imparare. e da stare bene assieme. il 25 gennaio ho incontrato le 3 ragazze romane del salotto verde:giusy, claudia e lila:deliziose!
LISA | Martedì, 25 febbraio 2014 @10:24
E' bellissimo, Monique. Ed è bello pensare - sempre che sia vero, ma io penso di sì - che anche avanti con gli anni ci siano momenti in cui ci apriamo e sbocciamo, come gemme in primavera.
Monique | Martedì, 25 febbraio 2014 @10:18
A Lisa e tutte voi, dedico oggi questa gemma di una delle scrittrici che amo di più...
«Ci resta sempre in fondo al cuore il rimpianto di un’ora, di un’estate, di un fuggevole istante in cui la giovinezza si schiude come una gemma».
Irène Némirovsky, "Jezabel"
un | Martedì, 25 febbraio 2014 @09:45
libro per passare qualche ora nella vita degli altri in modo pacato ? grazie del consiglio ...in quanto alla primavera if the wind of winter is here , can spring be far behind ? P.B.Shelley
Lunedì, 24 febbraio 2014 @08:21
"Ho sempre usato la pittura come un’ispirazione di antipittura, è un desiderio di contraddizione."
(Carla Accardi)
Ispirazioni, e contraddizioni.
Femminista e astrattista, due parole che non sentivo da tempo. Le ho rilette ieri insieme alla notizia della morte di Carla Accardi, che tra poco avrebbe compiuto 90 anni. Nata a Trapani, arrivò a Roma nel dopoguerra, e diventò una delle pioniere dell’astrattismo in Italia. Fu anche una delle prime femministe: insieme a Carla Lonzi (che, forse non a caso, era una critica d’arte), scrisse nel 1970 il Manifesto di Rivolta Femminile. Sulla copertina, un pugno chiuso dentro il simbolo del sesso femminile (e del pianeta Venere); sembrano passati secoli. E invece no. Ma se tornano di moda i wrap dress, o i pantaloni a zampa d’elefante, perché non possiamo riappropriarci di queste parole – astrattista, femminista – farle di nuovo nostre? E ricominciare a pensare? O meglio: non avere paura di pensare?
Gabriella | Lunedì, 24 febbraio 2014 @09:10
non sapevo fosse morta carla accardi..ieri non ho letto giornali nè guardato TV; era una grande.mi dispiace tantissimo. l'ammiravo tanto come altre "grandi vecchie" dell'arte-ancora viventi- giosetta fioroni e carol rama.
Venerdì, 21 febbraio 2014 @09:43
"Sopra lo stagno bianco
sono emigrati gli uccelli selvatici.
A sera soffia dalle nostre stelle un vento ghiaccio.
Sopra le nostre tombe
si curva la fronte fracassata della notte.
Sotto le querce noi ci culliamo
su un battello argenteo.
Sempre ancora risuonano i muri bianchi della città.
Sotto archi di spine,
o mio fratello, ci arrampichiamo noi, cieche lancette, verso mezzanotte".
(Georg Trakl)
Il vento freddo delle stelle.
Georg Trakl, un poeta austriaco di inizio Novecento, che leggevo prima dei vent’anni. Bello riscoprirlo adesso, con la traduzione di Gilberto Forti, in un piccolo volume Adelphi, "Sebastian in sogno". Trovate il vento freddo delle stelle, in tedesco, in Friday Lisa.
susanna | Lunedì, 24 febbraio 2014 @09:21
pasticceria Sorarù, piazzetta Palladio.. ma se vieni ci sono altre chicche..buona settimana
LISA | Sabato, 22 febbraio 2014 @18:27
Susanna: sì, è vero, per le vie di "Rosso Istanbul", ovvero il primo libro di Ozpetek, mi aggiravo anch'io… Sei stata brava a riconoscermi! E spero di venire, prima o poi, nella pasticceria di legno del salotto vicentino. Mi vuoi dire come si chiama, così comincio a sognare? Adoro le vecchie pasticcerie nelle piccole città.
susanna pivetti | Sabato, 22 febbraio 2014 @10:57
Ti seguo da molto tempo nel blog e nelle riviste.. Ho ripreso per mano autori e poeti che tu segnali, ho comprato libri di cui parli e anche il tuo "Ultimamente mi sveglio felice".. Adoro le descrizioni che fai di città, musei, luoghi, eventi.. Parlo del salotto palladiano perchè la basilica è fresca di restauro, vi è un nuovo museo sul Palladio di impronta multimediale..palazzi restaurati che parlano di Palladio..Fernando Bandini, il nostro poeta Vicentino, mancato a Natale, ha scritto belle cose su Vicenza..Mi piace il tuo modo di incontrare lettrici e lettori nei caffè, guardando una piazza...Immagino di essere seduta di fronte a te mentre parliamo e ci estasiamo sotto la basilica in una bellissima pasticceria antica, tutta di legno. Nel tempo mi hai dato molti spunti di scrittura, di lettura, di sguardi. E l'altra sera sentivo che ti aggiravi nelle vie di Rosso Istanbul e alla fine scopro che c'eri davvero!!!!!
LISA | Venerdì, 21 febbraio 2014 @19:07
Mi piace Vicenza e lo straordinario Teatro Olimpico, ma il salotto palladiano cos'è? O è semplicemente un invito a fermarsi nella vostra bella piazza? E tu come mi hai conosciuto? Racconta, racconta...
susannapivetti@email.it | Venerdì, 21 febbraio 2014 @16:56
Buongiorno, sono una tua fan da tempo.. inebriata da spilli, poesie, sforbiciate, balenii che aspetto ogni mattina come la novità del giorno... Perchè di ritorno da Trieste non ti fermi a Vicenza a sentire qualche poesia che aleggia anche qui?? nel salotto palladiano!!
Simona | Venerdì, 21 febbraio 2014 @13:57
Ieri è partita una coppia di miei carissimi amici, per l'India per andare a prendere il loro bimbo. Dopo 3 anni di attese, speranze, illusioni finalmente potrà adottare.
E' stato come se un camion di emozioni mi avesse travolto.
E mi avesse riportato indietro nel tempo, ho ripercorso tutto e mi sei venuta in mente.
La mia bimba fa la seconda elementare, è una peperina, contestatrice, impegnativa come tutti i contestatori, ma anche tanto dolce (quando vuole).
LISA | Venerdì, 21 febbraio 2014 @10:38
Dunque dunque… Sì, mi ricordo il nickname: eri una delle pink girls, una delle amiche di Emma, l'aspirante madre del mio primo libro. Se non sbaglio, "miracolata a Rodi" perché mamma di una bambina. Ma mi racconti di nuovo la tua storia e… come sei ricapitata qui oggi?
Simona | Venerdì, 21 febbraio 2014 @10:30
Ciao Lisa, quanto tempo.
Chissà se ti ricordi di me, sono passati ormai 8 anni.
"Simona, la miracolata di Rodi".
Che emozione ritrovarti.
Ti mando un grossissimo abbraccio
Giovedì, 20 febbraio 2014 @10:33
"Baciare qualcuno per la prima volta è sempre una specie di miracolo, un viaggio inebriante lungo le rapide di uno strano fiume."
(Peter Cameron)
E io, io aspetto il tuo bacio, lo sai.
Questo è il mio #spillo di oggi sul nuovo Gioia in edicola, tratto dell'ultimo romanzo dello scrittore americano: "Andorra" (Adelphi). Cliccate sul suo nome, troverete altre frasi che gli ho sfilato, e la cronaca-intervista del nostro incontro a New York.
Monique | Venerdì, 21 febbraio 2014 @13:11
Perché tutto ha inizio dalle labbra...
Un bacio a Lisa e a tutte voi!
Lilabella | Giovedì, 20 febbraio 2014 @21:29
Caspita Lisa, sembra scelta su misura per me.
Anche io aspetto un bacio, magari non sarà come il primo che ho dato ma credo sarà bello quando accadrà!
Un sorriso a te e al salotto verde.
carla | Giovedì, 20 febbraio 2014 @21:03
oggi a scuola le ragazze erano tutte in agitazione perchè,finalmente, una loro compagna aveva dato il suo primo bacio! perchè tutti i baci sono una specie di miracolo, ma il primo è un vero miracolo.
grazie | Giovedì, 20 febbraio 2014 @11:44
mi piace molto quella frase , mi piace ricordare anche se il presente dice non ti scordar di me .
LiSA | Giovedì, 20 febbraio 2014 @11:22
"Il passato non è mai dove pensi di averlo lasciato." La frase è della scrittrice Cathleen Schine ed era un mio Buongiorno: http://www.lisacorva.com/it/view/1162/
un | Giovedì, 20 febbraio 2014 @11:17
bacio a labbra salate ,un fuoco e quattro risate ..... ho appena ascoltato Baglioni .....chi ha detto "i ricordi non sono mai lì dove li hai lasciati " '
Mercoledì, 19 febbraio 2014 @09:53
"Era consapevole di un cambiamento in se stessa, non soltanto nel tempo. Voleva stare dentro, voleva un interno da fare proprio. Quattro pareti e un pavimento. Essere di nuovo al chiuso e avere ordine e certezza per escludere la distrazione."
(Margaret Forster)
Una stanza tutta per me.
Ci sono libri che ci aspettano. L’altro giorno, ho trovato per terra, nel mio studio, nella pila abbandonata di "libri che aspettano" una copia già un po’ polverosa di "Lasciando il mondo fuori" (La Tartaruga), scritto nel 2006 dall’inglese Margaret Forster, e tradotto nel 2011 (ora credo che sia già introvabile). L’ho preso, spolverato, ho cominciato a leggere… Ed eccomi qui, dentro il libro, dentro altri mondi.
E’ la storia di un quadro e di sei donne, nel tempo. Nella frase di oggi è Gwen John che parla, la prima protagonista, la ragazza che l’ha dipinto, nei primi del Novecento (un’artista che visse davvero, tra Londra e Parigi, quando le donne non avevano ancora l’autorizzazione sociale per diventare artiste). Poi il quadro passerà di mano in mano… Per ora sto seguendo le tracce di Gwen, i suoi carnet di viaggio, la sua voglia, appassionata, totalizzante, di dipingere, e imparare a dipingere. Lascia Londra con pochissimi soldi, e con un’amica artista, Dorelia; dormono prima nei campi, nei fienili, poi, quando il vento si fa freddo, prendono in affitto una stanza a Bordeaux. Il sogno è arrivare fino a Roma, ma si fermeranno a Parigi, dove Gwen, per mantenersi, comincia a posare per Rodin (poi diventerà la sua amante). Mi piace il tono pacato del libro (Margaret Forster è nata nel 1938, è una scrittrice vecchio stile, e ha già guardato nelle pieghe dei vestiti e della vita delle donne, ad esempio della poetessa Elizabeth Barrett Browning). E mi piacciono, nel libro, queste ragazze di inizio Novecento che cercano una loro strada, un loro posto nel mondo, o magari – semplicemente – una stanza tutta per sé, in cui dipingere, come fa Gwen. Già. Un tempo le ragazze, certe ragazze, disegnavano, per capire il mondo. Ora magari sono Instagram girls, fotografano e postano subito su Twitter. Ma la voglia di capire, di scoprire - credo - è la stessa.
LISA | Giovedì, 20 febbraio 2014 @11:01
Che belle cose avete scritto. Le leggo nel mio altrove, nella mia no man's land, come spero che sia per voi, sempre, questo blog.
fin | Giovedì, 20 febbraio 2014 @10:09
dai primi anni della mia giovinezza pensavo che ognuno di noi ha la propria "no man's land "in cui è totale padrone di se stesso .senza nulla togliere alla vita visibile n.berberova
Monique | Giovedì, 20 febbraio 2014 @09:39
Prima, quando stavo seduta alla mia scrivania, mi sentivo sempre molto in ansia, come se stessi perdendo qualcosa della vita. Così, non sapevo concentrarmi bene sui miei studi. E quando ero nella "vita vera", tra la gente, avevo sempre molto desiderio di tornare alla scrivania, e non ero per nulla felice tra la gente. Questa separazione innaturale tra lo studio e la "vita vera", ora è scomparsa. Adesso, alla scrivania ci "vivo" davvero. Lo studio è diventato un'autentica "esperienza di vita" e ha smesso di essere qualcosa che riguarda soltanto la testa. Alla scrivania sono immersa totalmente nella vita, e nella "vita" porto la pace interiore e l'equilibrio che ho acquisito dentro di me. Prima, ero obbligata a ritirarmi ogni volta dal mondo perché le sue troppe impressioni mi confondevano e mi rendevano infelice. Dovevo fuggire in una stanza silenziosa. Adesso, porto con me questa che possiamo chiamare "stanza silenziosa", e posso rifugiarmi là in qualsiasi momento, anche se mi trovo se un tram affollato o su un treno che si ferma con tutto il suo peso. (...)
9 gennaio 1942
Etty Hillesum nella traduzione di Lorenzo Gobbi
Il bene quotidiano
Breviario dagli scritti (1941-1942)
bello | Mercoledì, 19 febbraio 2014 @19:59
uno spazio proprio per sentire meglio "le voci di dentro " e de filippo
Giusy | Mercoledì, 19 febbraio 2014 @13:06
Credo proprio che andrò alla ricerca del romanzo-diario suggerito da Monique. Sono molto contenta di ritrovare garbo, intelligenza, cultura su questo blog, ultimamente un po' bistrattato.
LISA | Mercoledì, 19 febbraio 2014 @11:13
Pensa, Monique, che di Alicia Giménez-Bartlett (di cui ho letto tempo fa, divertendomi, i gialli con Petra Delicado), mi incuriosisce molto questo piccolo libro Sellerio. Che è, probabilmente, tra i libri che mi aspettano. Solo che non era nella pila polverosa!
Monique | Mercoledì, 19 febbraio 2014 @11:04
... O anche: "Una stanza tutta per gli altri", di Alicia Giménez-Bartlett
A metà tra il romanzo e il diario, tra il saggio e l'invenzione letteraria questo libro offre una prospettiva davvero interessante per comprendere l'ambiente di Virginia Woolf e del circolo di Bloomsbury. Nelly è stata a servizio dei Woolf per oltre 16 anni, annotando su un diario le impressioni, gli umori, le incomprensioni e l'ammirazione che hanno accompagnato questa difficile convivenza. Quello che ne esce è un ritratto a volte crudo della scrittrice e di tutta un'epoca, con il mondo edulcorato degli intellettuali e degli artisti in primo piano e sullo sfondo una Londra segnata dalla Guerra, dalle difficoltà economiche, dagli scioperi e dal desiderio di riforme da parte della classe operaia. Interessante punto di vista quello di una donna così semplice eppure così capace di cogliere le più piccole sfumature.
Martedì, 18 febbraio 2014 @08:55
"Oh, le piccole parole interrogative della mia vita, saltellanti
e capriolanti, volanti, elusive e cinguettanti sin dall’infanzia
come uccellini, come tenui grilli.
Ma ne feci maturando pesanti parole di risposta
come pesanti anatre e bene ingrassate galline
accoccolate, che mai più potranno sollevarsi e volare.
Essenza, qualità, quiddità. E gallinacei ancora più pesanti:
dovità, percheità, coscienza, eterninquisire e morire."
(Yehuda Amichai)
Datemi delle parole che mi facciano volare.
l Buongiorno di oggi sono dei versi tratti dall’antologia "Poeti Israeliani", Einaudi (a cura di Ariel Rathaus). Yehuda Amichai nacque in Germania, fuggì nel 1935 dalle persecuzioni razziali con i genitori, e morì a Gerusalemme nel 2000.
Francescasièsposata | Venerdì, 21 febbraio 2014 @09:05
Cara Monique, ti leggo ora, bella questa frase, copio, copio! Grazie!
Monique | Martedì, 18 febbraio 2014 @11:11
Chesterton è una garanzia, Franscescasièsposata ;-)
Io aggiungo:
"Amo la mia anima impossibile, quella i cui piedi sono ignoti alla terra."
Joumana Haddad
Francescasièsposata | Martedì, 18 febbraio 2014 @09:46
Perchè gli angeli sono capaci di volare? Perchè si sanno prendere alla leggera. (G. K. Chesterton) Biglietto di mio marito attaccato allo schermo del pc, a lavoro! ;-)
carla | Martedì, 18 febbraio 2014 @09:16
leggerezza... una parola che mi fa volare
Lunedì, 17 febbraio 2014 @08:34
"Ricordò che aveva paura di innamorarsi proprio per questo struggente dolore dell’attesa".
(Orhan Pamuk)
Amare, aspettare.
Il Buongiorno di oggi è tratto da "Neve", Einaudi. Un libro che sto leggendo, piano, da più di un anno. Capita anche a voi, con certi libri? Li tenete sul comodino e leggete ogni tanto qualche pagina. Mi piace riprenderlo in mano, oggi che nel mio altrove nevica.
Aminta | Domenica, 23 febbraio 2014 @19:20
Giusto Lisacorva. Cosa diceva Pascal a proposito della lettura? Cito con molta approssimazione: chi legge troppo in fretta o troppo adagio non capisce niente. ma io non sono completamente d'accordo. Sono stata qui per vedere se Domo aveva ricevuto il mio ultimo post. Contenta che sia stato così.
LISA | Domenica, 23 febbraio 2014 @18:05
Secondo me sono i Pensieri di Pascal. Giusto?
Domo | Domenica, 23 febbraio 2014 @16:59
@Aminta. "I notissimi pensieri", che libro è? Ho fatto una ricerca ma non l'ho trovato.
Sulla traballante estensione del mio letto invece albergano una guida sugli itinerari fantastici e nascosti di Corto Maltese a Venezia e un piccolo libro: la luce della follia, di Daniel Picouly
LISA | Sabato, 22 febbraio 2014 @19:40
Anais: della Némirovsky ho letto, e mi è piaciuto, "Suite francese", e poi un paio di altre cose che non mi hanno convinto. Ma ho l'impressione che il vero straordinario romanzo sia la sua vita. Parigi, la fuga, il campo di concentramento. Il manoscritto perduto e ritrovato. E' una vita che ha in sé mille romanzi.
LISA | Sabato, 22 febbraio 2014 @19:37
Aminta, bene. In effetti anch'io non ti riconoscevo nella battuta e aspettavo curiosa i tuoi titoli… Tra i miei libri da comodino, oltre a quelli che leggo lentamente e spezzettati (e poi magari abbandono del tutto), ci sono anche delle antologie di poesia. Per quando ho voglia di leggere solo una pagina. Solo mezza pagina. E portare le parole nel sonno.
Aminta | Sabato, 22 febbraio 2014 @18:34
Domo: ciao, forse non leggerai il mio post. volevo solo dirti che no, non ho letto sarcasmo o ironia! volevo essere spiritosa e non ci sono riuscita!!! Sai, i miei libri da comò-dino sono molto ovvi: Le città invisibili, i notissimi Pensieri, Conversazioni con Carlo Maria Martini. Buona serata, contenta di averti rivisto sul blog che mio malgrado leggo sporadicamente.
Anais | Mercoledì, 19 febbraio 2014 @15:57
... io, nonostante gli altri libri li abbia divorati, è da gennaio 2013 che ho nel cassetto "Due" della Nemirowsky... pian piano lo finirò, ma per ora è lì, sospeso...
Domo | Mercoledì, 19 febbraio 2014 @15:31
@Aminta: ciao, non c'era sarcasmo o ironia nelle mie parole ma, oltre la curiosità di conoscere i tre titoli, solamente un gioco di parole evidentemente poco riuscito.
Aminta | Martedì, 18 febbraio 2014 @17:52
Domo; è chiaro che anche tu conosci l'idiota filastrocca quindi ti confido che i miei tre libri da comò sono Ambarabà Ciccì Coccò
Francescasièsposata | Martedì, 18 febbraio 2014 @09:44
Cara Marta, che bello il tuo pensiero, ti ho immaginata e mi sono emozionata... Sono questi momenti che rendono questo salotto verde un cioccolatino, una coccola, un bel posto in cui stare, grazie!
LISA | Martedì, 18 febbraio 2014 @08:47
Anch'io voglio sapere i titoli dei tre libri sul comodino… E vorrei anche sapere dov'è quel confine del mondo per cui è partita Marta!
Domo | Martedì, 18 febbraio 2014 @08:08
@aminta: per curiosità, posso sapere i titoli dei tre libri - civetta sul tuo comò-dino?
Grazie in anticipo
Marta | Martedì, 18 febbraio 2014 @04:40
Tra qualche ora ho un aereo, che mi porterà per lavoro ai confini del mondo.
E, allora, tra il primo caffè della notte (vista l'ora), l'attesa della chiamata del radio taxi che estrarrà un nome geografico e un numero che saranno la matricola del cocchio destinazione aeroporto, uno sguardo ad una Roma ancora addormentata dalla finestra ho riletto un DiLui-Biglietto attaccato al frigo con una frase che mi è sempre piaciuta, perchè (mi) calza bene:
"I sogni dei bambini non muoiono mai" (S. Bambarén.)
Credo sia necessario continuare a sognare, a credere, a quello per quello che più ostinatamente abbiamo nel cuore, che desideriamo, che magari in quel momento ci fa soffrire o è ricoperto da una leggerissima coltre di neve che piega i fiori più leggeri che vorrebbero o che vorremmo far sbocciare, quella coltre di neve-malinconia che le amiche sorelle quasi gemelle hanno l'istinto di cogliere e per cui fanno sentire la loro magica presenza.
Essere come bimbi i cui sogni, e aggiungo desideri, non muoiono mai.
E' quasi l'alba, il cocchio sta per arrivare, un sorriso a te Lisa e a tutte le compagne di viaggio.
Marta
Aminta | Lunedì, 17 febbraio 2014 @20:01
ho tre libri sul comodino e nessuno che possa interessare chi sta seguendo il blog. Direte per quale motivo scrivi? parole al vento, sono belle le parole affidate al vento
Venerdì, 14 febbraio 2014 @09:42
"Tutto quello di cui hai bisogno è amore. Ma qualche cioccolatino ogni tanto non potrà certo farti male".
(Charles M. Schulz)
Se non è amore, almeno oggi sia cioccolato.
San Valentino: ma secondo i Peanuts! La frase di oggi è del meraviglioso mondo di Lucy e Charlie Brown, ed è, ovviamente – Friday Lisa! – anche in inglese.
coco | Lunedì, 17 febbraio 2014 @06:57
È bellissimo! Me ne ero scordata quel buongiorno. Grazie! :)
per coco | Domenica, 16 febbraio 2014 @16:19
se puoi leggi il buongiorno di Lisa di mercoledi 14 ott.2009.
coco | Domenica, 16 febbraio 2014 @14:36
Vi svelo anch'io un mio vizio segreto. Il mio cioccolatino è un pasticcino lungomare nelle giornate in cui riesco a prendere un pò di tempo solo per me prima d'iniziare a lavorare. Il mio cioccolatino è il caffè, un pasticcino e l'odore del mare ovunque io sia. ;)
LISA | Sabato, 15 febbraio 2014 @22:17
Marta, la mia lista per fortuna è lunghissima… Ci metto dentro anche il cioccolato, certo, che mi piace bianco; e la cioccolata calda, che mi piace scura e densa con la panna. Ma non solo una golosa di cioccolato. Sono una golosa delle piccole cose che rendono felici, che sia uno scorcio di luna piena tra i grattacieli o il profumo dei giacinti; e molte di queste cose finiscono nei miei Buongiorno. In fondo anche il Buongiorno è un cioccolatino, giusto?
Lilabella | Sabato, 15 febbraio 2014 @10:44
Cara Lisa e Marta, quello di cui si ha bisogno di questi ultimi tempi è di amore e di un sorriso di una persona cara. Con un sorriso ogni giorno è un giorno nuovo pieno di energia. Oh però ad un cioccolatino non dico mai di no! ;-)
Marta | Venerdì, 14 febbraio 2014 @12:54
Quello che mi può aiutare a star bene,(in caso di voglie....):
1) le mandorle tostate al ghetto ebraico
2) il maxi cappuccino dalle signore vicino campo de fiori
3) il cous cous fuori la moschea il venerdì
4) le luci gialle sul Tevere
5) il freddo del motorino e il suo abbraccio quando rientro
6) un pezzetto di pizza da "Ringo" a viale Marconi
E a te Lisa, e voi, compagne di viaggio?
carla | Venerdì, 14 febbraio 2014 @12:11
A proposito di cioccolato vai a vederti il bolg di dolci saperi..
Monique | Venerdì, 14 febbraio 2014 @10:51
"Sono affascinata dal caos del desiderio", spiega la scrittrice Ashley Warlick, "dal modo in cui le persone cercano di combaciare tra loro, si dilaniano l’una con l’altra, per il bisogno dell’altro, per il bisogno di una parte dell’altro". Love Lisa!
Giovedì, 13 febbraio 2014 @09:40
"E quando trovi il coraggio di raccontarla, la tua storia, tutto cambia. Perché nel momento stesso in cui la vita si fa racconto, il buio si fa luce e la luce ti indica una strada. E adesso lo sai, il posto caldo, il tuo posto al sud sei tu."
(Ferzan Ozpetek)
Ricordati. La forza per camminare, per ricominciare, per cambiare strada, è sempre, sempre dentro di te.
Il mio Buongiorno di oggi, che è anche lo #spillo di Gioia in edicola, è tratto da "Rosso Istanbul" (Mondadori), il primo libro, o forse racconto "su carta" del regista Ferzan Ozpetek. E tra poco, il 6 marzo, esce il suo nuovo film, "Allacciate le cinture". Che ho visto in anteprima…
E a proposito: su Gioia di questa settimana trovate anche la mia piccola intervista a Peter Cameron, sul suo nuovo libro, "Andorra" (Adelphi). Uno scrittore che conoscete, credo, anche dai tanti bellissimi Buongiorno che gli ho sfilato.
carla | Giovedì, 13 febbraio 2014 @11:06
Il coraggio di raccontare la nostra storia... è la possibilità che ci dai con il tuo blog! Buona giornata
Mercoledì, 12 febbraio 2014 @10:11
"In mattinata si manifestarono
due o tre malinconie
a cui nel pomeriggio
sopraggiunse una terza,
a sera quando si temeva
che le malinconie si tramutassero
in tristezza irreversibile,
la memoria senza nostalgia
cominciò a produrre anticorpi".
(Vito Riviello)
Antidoti per la malinconia.
Ieri ero triste, proprio come in questa poesia: anzi, malinconica. Attraversata da malinconie come nuvole di pioggia. Succede, vero? E poi ci sprofondiamo dentro, come in una tempesta: la maliconia di quello che non è stato e non sarà mai più, di quello che non abbiamo avuto e non avremo più. Ma poi, a fine giornata, un’amica mi ha mandato una poesia. Questa, che è diventata il Buongiorno di oggi (così ho scoperto un nuovo poeta, Vito Riviello, nato a Potenza ma di fatto romano; la poesia è tratta da "Animalità diffuse", di una piccola casa editrice, Pulcino Elefante). L’ho letta e riletta e solo adesso mi sembra di aver capito la chiusa finale: è la memoria senza nostalgia, che ci salva. La memoria di tutto quello che abbiamo vissuto, e avuto; ma senza nostalgia, che è il dolore dell’impossibile ritorno. La memoria e la gratitudine. (Grata anche di avere delle amiche che a distanza hanno le antenne per capire e accogliere la malinconia). E poi, certo, la speranza. Che è il mio Buongiorno.
LISA | Mercoledì, 19 febbraio 2014 @11:16
Sono d'accordo, Woland: nostalgia per quello che è stato, malinconia per quello, forse, che non abbiamo vissuto. Anche se l'etimologia di "malinconia" mi ha sempre un po' spaventato. Come un sottile veleno. Ma forse i greci avevano ragione.
woland | Martedì, 18 febbraio 2014 @10:26
Dovremmo provare a differenziare i concetti di malinconia e di nostalgia. Seguendo il tuo esempio, malinconia deriva dal greco melancholía, composto di mélas, mélanos (nero), e cholé (bile), quindi bile nera, uno dei quattro umori dalle cui combinazioni dipendono, secondo la medicina greca e romana, il carattere e gli stati d'animo delle persone. Potrei azzardare che la nostalgia presuppone il dolore del ritorno di qualcosa che è stato. La malinconia forse può nascere anche per qualcosa che non si è mai vissuto.
LISA | Martedì, 18 febbraio 2014 @08:47
Woland, quando parlo della nostalgia come dolore, mi riferisco soprattutto al suo significato etimologico, e quindi al nucleo stesso della parola: dal greco νόστος (ritorno) e άλγος (dolore): " dolore del ritorno". Il ritorno impossibile. Poi certo, la nostalgia è onesta, sincera. Non è un sentimento negativo, non distrugge. Ci accompagna, ci fa voltare lo sguardo, a volte semplicemente con tenerezza. Ma poi, per non cadere, bisogna guardare avanti.
woland | Lunedì, 17 febbraio 2014 @19:01
ma perchè parli della nostalgia come di un dolore?
Per me è sempre stato un sentimento sincero, semplice, onesto.
Con la nostalgia non puoi barare, non puoi bluffare... la riconosci subito: rende gli occhi lucidi e le persone più belle.
LISA | Giovedì, 13 febbraio 2014 @18:25
Oppure, Monique, nei graffiti sui muri per strada. Bellissimo il pensiero di vento di Mann.
Monique | Giovedì, 13 febbraio 2014 @15:56
"Quando un pensiero ti domina lo ritrovi espresso dappertutto, lo annusi perfino nel vento."
(Thomas Mann)
LISA | Giovedì, 13 febbraio 2014 @09:42
In effetti, visto che sono nata in una città di vento, anzi di bora, forse la soluzione è proprio questa: vento. Correre e camminare nel vento di cambiamento. Con un'altra colonna sonora, però!
Marta | Mercoledì, 12 febbraio 2014 @14:00
@Lisa, nuvole sul tuo cuore o sopra di te? Provo a soffiarci, just in case, so che non serve ma......magari sorridi....
Chiara | Mercoledì, 12 febbraio 2014 @11:24
Pulcino Elefante, una casa editrice mitica a cui devo molti ricordi dei miei anni trascorsi a Brera. Anche a me capita di essere pervasa dalla malinconia...l'antidoto che preferisco è quello di andare in palestra e correre una ventina di minuti con Natasha Kahn alias Bat for Lashes al massimo nelle cuffie. Pulcina, scrollati le gocce di dosso e rimettiti a volare!
Martedì, 11 febbraio 2014 @08:02
"Pensavo alle cose che mi erano successe negli anni e a quanto poco avessi fatto succedere io".
(Julian Barnes)
Ma oggi no. Oggi voglio pensare a quello che posso ancora far accadere.
Dopo "Stoner", un altro libro passaparola che mi ha lasciato abbastanza fredda: "Il senso di una fine" (Einaudi). Ma la frase di oggi è bella, fa pensare. E forse, fa agire.
Francescasièsposata | Mercoledì, 12 febbraio 2014 @15:13
Grazie Lisa e grazie Giusy!
Auguri, nuvole e baci non sono mai in ritardo... Che bello, me lo scrivo!!! ;-)
LISA | Mercoledì, 12 febbraio 2014 @10:44
Auguri, Francescachesièsposata. Auguri, nuvole e baci non sono mai in ritardo, mi ha scritto una volta un'amica - e aveva ragione.
unaacasovera | Martedì, 11 febbraio 2014 @17:21
ho la porta spalancata sono già fuori ma non abusate del mio nick name mi dispice di tanto rumore per nulla o meglio per un grazie.
Giusy | Martedì, 11 febbraio 2014 @14:26
Vedo che i fulmini sono stati scatenati...meglio tenere la propria indignazione per fatti ben più gravi e poi sono abituata a una certa forma di comprensione, di perdono che non è esattamente da "mercatino di beneficenza". (anche quello ha comunque la sua utilità). Che senso avrebbe avuto mettere altra carne al fuoco? Inoltre avevo ben altro di cui occuparmi. Buon pomeriggio a Fra l'indignata, ma si tratta di un augurio davvero sincero.
Fra | Martedì, 11 febbraio 2014 @14:16
Per Giusy.
Perdonami Giusy ma tu dov'eri quando in questo bel luogo si spandevano cattiverie inutili? Non ho mai letto una tua parola che esprimesse protesta verso quel che qui succedeva. E ora te ne esci con questo buonismo last minute da mercatino di beneficenza? Ora ti dispiace "vederla sparire"? Beh, esprimo i miei complimenti, ma sono veramente indignata al vedere sia i tuoi paraocchi che la tua corta memoria. È questa muta e sorda accettazione senza mai reagire che permette a persone così di agire vigliaccamente.
Buona giornata.
Giusy | Martedì, 11 febbraio 2014 @13:18
Quando unaacaso scrive così, mi dispiace vederla sparire....per favore, tenete i fulmini ben chiusi nella borsetta: qui se ne sono già visti fin troppi! Mi riferisco al tempaccio su Roma. E non solo...
Giusy | Martedì, 11 febbraio 2014 @13:10
Auguri FrancescaAcquario e...dolce armonia. Domani li farò al mio primogenito.
Monique | Martedì, 11 febbraio 2014 @11:16
E non ci si ferma mai...
Che sia per amore.
Che sia per coraggio.
Francescasièsposata | Martedì, 11 febbraio 2014 @09:57
Che bella frase per il mio compleanno, grazie Lisa!!!
unaacasoquellavera | Martedì, 11 febbraio 2014 @09:51
scusa se oso affacciarmi ma ti voglio ringraziare per la frase di oggi e soprattutto per il tuo commento che mi arriva al momento giusto e mi dà una spinta in più grazie . sparisco.
Lunedì, 10 febbraio 2014 @08:36
"Ho così vestito di vestigia ceramiche, mobili e cose e ho così riposto in ogni opera un messaggio, un piccolo racconto certe volte ironico, senza parole evidentemente, ma udibile da chi crede nella poesia".
(Piero Fornasetti)
I racconti di piatti, mobili, ombrelli e città. Ascoltiamoli.
Il Buongiorno di oggi l’ho raccolto in una mostra, "Cento anni di follia pratica", alla Triennale di Milano: un omaggio ai cent’anni dalla nascita di Piero Fornasetti http://www.fornasetti.com/it/ , designer visionario di quando ancora non si usava la parola designer, di cui mi ricordo i piatti con visi di donne onirici, metafisici, inquietanti, nel suo negozio di Brera. Andavo a scuola al Parini, molte mie amiche abitavano lì vicino, e io ci passavo sempre davanti, anche se non credo di essere mai entrata: in quegli anni l’attrazione magnetica erano le palmette e i fiori di Naj Oleari.
Ci sono voluti anni per apprezzare la "follia pratica" di Fornasetti, quell’humor anni Cinquanta e Sessanta di una Milano che si scopriva nuova e creativa. Un po’, forse, come sta succedendo adesso, o almeno così sembra – mi voglio illudere? – a me che non ci vivo più. Potenza dei grattacieli di Porta Nuova, forse, della nuova Feltrinelli Red in piazza Gae Aulenti, dove vado a curiosare tra i libri (peccato, i miei non ci sono) e a bere caffè. E dei nuovi locali glam cheap: ad ogni giro milanese ne scopro qualcuno di nuovo. Ceresio 7, ad esempio, il nuovo ristorante-con-piscine (due, addirittura), in stile anni Settanta, sul tetto dell’ex edificio Enel che era proprio dietro la mia vecchia casa, e che ora ospita la showroom di moda dei Dsquared. Sono salita sul tetto, a prendere un caffè (il menu sembrava invitante, ma non esattamente a portata di tasche recessioniste), e ho pensato a tutto quello che è successo da quando non vivo più a Milano, non solo a me, ma anche alla città. E poi, in via Solferino, accanto a Pisacco, in questo momento il mio ristorante preferito, ecco Zazà Ramen, http://zazaramen.it/it/ , piccolo ristorante design e low cost, almeno per Milano: dove si mangiano solo i "ramen", spaghetti giapponesi in brodo, deliziosi, con verdure, uova o carne… E il tartufo low cost, possibile? Sì: da Tartufotto, in pieno centro; http://www.tartufotto.it , aperto da un pool di piccoli golosi produttori toscani, dove ho mangiato un uovo di Paolo Parisi con crumble di patate, fonduta di pecorino e tartufo bianco. Slurp. Il tutto guardando fuori dalla vetrata i tram e la pioggia di Milano.
E poi, ancora: il boom di California Bakery http://www.californiabakery.it che negli ultimi mesi ha aperto ancora nuove sedi; ho provato quella accanto a Sant’Ambrogio, dove alle dieci del mattino ho divorato, senza vergogna, un’intera bagel calda e croccante con uovo e avocado sentendomi a Manhattan, con caffè all’americana, chiacchierando con un’amica (la stessa che, nei ritagli di tempo, cuce con ritagli di stoffa bellissime pochette hand-made, e me ne ha regalata una con una peonia, quella che c’è sulla copertina del mio ultimo romanzo; scopritela qui http://plazadelavirgen.blogspot.com ). Borse e borsette che parlano… Ce ne sono, a Milano: una l’ho trovata da 10 Corso Como, lo store superchic che forse vi ricordate dai miei primi libri, dove ormai è impossibile comprare qualcosa, ma dove si può andare a curiosare. Io ho trovato la borsetta metallica e silver di Benedetta Bruzziches, la giovane ragazza-imprenditrice che ha costruito, senza arrendersi, un piccolo impero di borse. Dentro la sua, nel negozio più scintillante di Milano, una frase altrettanto scintillante: "Remember to dream big". (Peccato per il prezzo, c’era uno zero di troppo). Dal glam al cheap, anzi al free: la mostra Wunderkammer http://www.gallerieditalia.com/it/eventi/wunderkammer alle Gallerie d’Italia (ovvero la collezione d’arte, da Canova a Boccioni, della ex Banca Commerciale Italiana: Wunderkammer chiude il 2 marzo; le gallerie invece sono sempre aperte, e con ingresso gratuito, in piazza della Scala).
Continuo? Certo, potrei continuare. Ma questi sono gli indirizzi glam cheap che volevo passarvi. Fino al prossimo giro milanese. Fino ai prossimi oggetti e alle prossime storie cucite dentro un piatto o una borsa.
coco | Giovedì, 13 febbraio 2014 @13:58
Ciao cara Lisa! Come leggo con entusiasmo e felicità euforica i tuoi appuntamenti glam n cheap! Sono questi i post che adoro e mi piace anche quando parli di moda. Ma ovviamente adoro i buongiorno e tutto il blog!! :))) Ti ricordi quando ti ho scritto della sfilata di abiti da sposa? Mi ha conquistata l'abito più originale (credo!) in assoluto. Pantaloni e giacca di un eleganza d'altri tempi e credo per una sposa che abbia davvero carattere. Da sognatrice romantica ho sempre voluto un abito stile guns n roses nel video november rain cortissimo davanti e lunghissimo dietro. Ma se dovessi immaginarmi davanti all'altare e non per sfilare credo che potri davvero stupire tutti con una scelta poco convenzionale. Del resto, quando i vestiti rispecchiano il carattere...che male c'è? :) baci Lisa. A presto.
LISA | Martedì, 11 febbraio 2014 @07:52
Quando vuoi, Gabriella, indirizzi glam cheap anche per Berlino! Per quanto riguarda invece la Feltrinelli Red, Carla e Gabriella, è vero: più che una libreria è una caffetteria. Però mi piace lo stesso, mi piacciono i tavoli nell'angolo, dove ci si può fermare a lavorare al computer; mi piace l'idea che anche chi viene per brioche e caffè, o per pranzo, possa uscire con un libro.
Gabriella | Lunedì, 10 febbraio 2014 @18:21
che bello lisa che mi dai tutte queste indicazioni anche su milano! come ti ho detto già-scusa mi ripeto-io sono romana ed ho una sorella amatissima che poco più di 2 anni fa si è trasferita nella città meneghina per amore!quindi io circa ogni 2 mesi salgo su a milano. dietro tua indicazione sono stata alla RED è vero non ci sono i tuoi libri e a diirla tutta ci sono pochi libri in genere però l'atmosfera che si respira è bellla.mi scarico questa tua guida di oggi e me la porto nel prossimo viaggetto (a marzo, chissà!) un abbraccio.
carla | Lunedì, 10 febbraio 2014 @16:10
Sai, vero, che ormai sei la mia tour-operator-glam-cheap per eccellenza? Pensa che durante le vacanze di Natale ho organizzato una gita ( stile gruppo gita) proprio nella zona della Milano, e devo dire che per la prima volta il quartiere mi è piaciuto: certo stona ancora un po' con il resto ma la Piazza è davvero bella e anche la Feltrinelli è già diventato il nostro luogo ( mio e del consorte). Le Gallerie di Italia le ho visitate a settembre...
Mi sa che tra un po' ti chiedo la guida glam cheap di Berlino...
spero davvero di andarci!
Giusy | Lunedì, 10 febbraio 2014 @14:28
Piero Fornasetti...aveva anche un negozietto in via Manzoni (come avevo già ricordato tanti "salotti" fa) Guardavamo le piccole vetrine o entravamo incuriositi. Era, forse, verso la metà degli anni sessanta. E ricordo un signore con i baffi che guardava divertito il nostro "lèche-vitrine". Già all'epoca ci aveva affascinato. Ricordo di aver acquistato un posacenere per uno dei nostri amici...osé...peccato non aver preso niente per noi!
Monique | Lunedì, 10 febbraio 2014 @09:50
Portrait of a sheer Lady :-)
Venerdì, 7 febbraio 2014 @10:20
"I fiori e la solitudine e la natura non ci deludono mai, pensò; non chiedono nulla e ci confortano sempre."
(Stella Gibbons)
Le piccole cose che.
Questo è il mio Buongiorno oggi: il silenzio della mattina nella casa vuota; una passeggiata nella neve; comprarmi dei giacinti d’inverno. Piccole cose che non chiedono nulla e ci confortano sempre. E un libro, certo. Come quello di Stella Gibbons da cui ho tratto il Buongiorno di oggi: "Westwood", Vintage Books. Stella Gibbons. Ovvero una scrittrice inglese, una di quelle scrittrici inglesi anni Trenta che adoro; l’ho scoperta anni fa, per caso, guardando un film che vorrei tanto rivedere: "Cold Comfort Farm", tratto dal suo bestseller, "La fattoria delle magre consolazioni" (lo trovate anche in italiano, tradotto da una piccola casa editrice al femminile, Astoria: http://www.astoriaedizioni.it/autori/gibbons.html ).
Ho poi letto, con grande piacere e divertimento, "I segreti di Sible Pelden" (sempre Astoria), e adesso, in inglese, "Westwood", che è il nome di una casa, nella Londra dei raid aerei e dei bombardamenti, ma anche il nome di un sogno. Quello di una ragazza, la protagonista, iper-sensibile e iper-passionale, che cerca di capire, di crescere, di amare. Leggetelo in inglese, in Friday Lisa, il Buongiorno di oggi. E se vi capita, leggete il libro. Delicato, completamente diverso dai suoi altri romanzi e dal tono ironico e auto-ironico per cui lei era famosa. Una riflessione sul diventare adulti, anche, magari, grazie ai fiori.
LISA | Sabato, 8 febbraio 2014 @16:29
Ciao Giovanna, e grazie. Mi vuoi anche raccontare qualcosa in più su di te, da dove scrivi e come mi hai scoperto? Attraverso i miei libri, o ex lettrice dei miei Buongiorno su City, oppure? Racconta… Mi fa piacere conoscervi.
giovanna | Sabato, 8 febbraio 2014 @08:45
buongiorno Lisa, è da qualche tempo che ti seguo e ti trovo oltre che profonda, sagace e mille altre qualità anche di compagnia perchè grazie ai tuoi post e alla mia fortissima cuoriosità corro a scoprire i libri che leggi e dai quali trai le tue righe di presenza per noi.Grazie e un'ottima giornata con tanti sorrisi e traessi anche il mio.
LISA | Venerdì, 7 febbraio 2014 @18:55
Monique, non conoscevo le parole della Beauvoir. La letteratura "mette in gioco delle eventualità"… Forse è vero. A volte, dei possibili scenari. Anche per noi. Grazie delle tue parole, è un piacere vero leggerti.
LISA | Venerdì, 7 febbraio 2014 @18:53
A me la proposta intimissima piace un sacco! Ma niente calze: come sa chi ha letto il mio primo libro, e si ricorda forse del Mutanda Day con le amiche, la mia passione sono le mutande… Le mie preferite: quelle di cotone a piccoli disegni, a fiorellini, fantasia, un po' Liberty, che compravo negli store americani di Anthropologie e che non trovo più. Che dici, Nicoletta Ratti, ci pensiamo? Ti scrivo comunque in privato.
Aminta | Venerdì, 7 febbraio 2014 @17:46
Sono sicura che Lisacorva è donna di spirito e di acutezza di buon calibro. sono sicura che la bizzarra proposta, e il post di max l'hanno divertita e abbia fatto matte risate. Credo nella sincerità della signora dell'intimo. Divertiamoci tutti.
Max | Venerdì, 7 febbraio 2014 @14:28
'giorno Lisa, me chiamo arfredo e faccio l'oste si la sera nun tenesse da fà si appizzi all' osteria, je leggo du poesie e quelli avojia à beve! E me scusi se me arivoggo in pubblico co sta bella proposta d'affari, ma li sordi so sempre sordi! Me faccia sapè. Suo, arfredo.
ratti.nicoletta@gmail.com | Venerdì, 7 febbraio 2014 @13:08
Buongiorno Lisa
La ammiro molto e da anni la seguo con i suoi "Buongiorno" sempre toccanti! Brevemente oso proporle un'idea di collaborazione! Ho una piccola attività in proprio e realizzo calze, collant e intimo in esclusiva.
Se volesse creare una calza o un accessorio moda con suo logo da proporre alle sue lettrici ed ammiratrici, io potrei aiutarla nello sviluppare un articolo "ad hoc". Se vuole visionare il mio sito eccone i riferimenti: www.intimatti.it. La ringrazio comunque per le "gocce" di gioia e riflessione che ogni giorno ci regala. Con stima la saluto cordialmente.
Monique | Venerdì, 7 febbraio 2014 @10:57
Aveva ragione Virginia Woolf. Quando diceva: "Un romanzo? E' come una tela di ragno attaccata, sia pure per un filo, in tutti e quattro gli angoli della vita". Sì, un romanzo, ci aiuta a crescere. Riesce a far emergere parti di noi sconosciute. A volte, un romanzo è perfino premonitore, come sosteneva un'altra famosa scrittrice, Simone de Beauvoir, in quanto "mette in gioco delle eventualità". Ma soprattutto, la letteratura sviluppa l'empatia, la capacità di entrare in contatto con gli altri, quasi fino a leggerne i pensieri e le emozioni...
Grazie dei fiori, Lisa :-)
Giovedì, 6 febbraio 2014 @08:28
"Nella sua mente, seppure in modo confuso, immaginò una casa sua. Inspiegabilmente la vedeva in autunno. Pioveva, i vetri delle finestre erano appannati e lui aveva acceso il fuoco per scaldarsi.
Decise di cercarla".
(James Salter)
Quanta voglia di casa.
Il Buongiorno di oggi - che è anche il mio spillo su Gioia - è tratto da un libro che mi ha incuriosito perché è, pare, tra quelli regalati da Obama lo scorso Natale: "Tutto quel che è la vita" (Guanda). La storia di un uomo in America subito dopo la seconda guerra mondiale; il suo mondo di libri e scrittori, le case che ha sognato, le donne che ha amato. La storia di una vita.
Giusy | Giovedì, 6 febbraio 2014 @11:17
Sulla traccia scherzosa di Carla, io, oggi, ho voglia di una casa su palafitte, con una romantica barchetta a remi ancorata sotto.
Monique | Giovedì, 6 febbraio 2014 @09:19
Mi apri un mondo nuovo ogni giorno, Lisa!
Non troverò mai una tazza di tè grande abbastanza o un libro lungo abbastanza da bastarmi... (C.S. Lewis)
carla | Giovedì, 6 febbraio 2014 @09:18
si vede che l'autore non si è mai scontrato con le banche per la richiesta di un mutuo!! :) scherzo, naturalmente, anch'io però immagino sempre una nuova casa, nonostante ne abbia già una.
buona giornata!
Mercoledì, 5 febbraio 2014 @08:26
"Avrebbe voluto disegnarle una mappa della propria vita, mostrarle dov’era stato e com’era fatto. Avrebbe voluto raccontarle cose che non aveva rivelato a nessun altro."
(Diane Wei Liang)
La mappa del mio cuore.
Il Buongiorno di oggi viene in realtà da un giallo, una scrittrice cinese che dopo Tien An Men vive in Inghilterra, e una donna detective nella Pechino di oggi: "La casa dello spirito dorato" (Guanda). Mi è molto piaciuto.
Martedì, 4 febbraio 2014 @08:06
"Stoner si accorse che stava tremando. Imbarazzato com un ragazzino, girò intorno al tavolo e si andò a sedere accanto a lei. Incerte, impacciate, le loro mani si strinsero nervose e per un lungo istante restarono seduti e immobili, come se il più piccolo gesto potesse sottrarli a quella cosa strana e terribile che tenevano insieme in quella stretta".
(John Williams)
Quella cosa strana e terribile e meravigliosa. L’amore.
Il Buongiorno di oggi è tratto da un libro passaparola che, come vi ho già raccontato, mi ha fatto piangere malgré moi, ma che nonostante tutto non raccomanderei: "Stoner", di John Williams (Fazi). La storia di un uomo, un docente di letteratura in un'America di provincia negli anni Cinquanta, la sua vita imperfetta, i suoi rimpianti. Un libro dimenticato e improvvisamente ripubblicato, che in pochi anni sta conquistando migliaia di persone, tra l’America e l’Italia.
pioricciardi | Martedì, 25 febbraio 2014 @22:51
"Come tutti gli amanti, parlavano molto di sé, perché così facendo gli sembrava di comprendere anche il mondo che li aveva creati" Stoner
Lamaggi | Venerdì, 7 febbraio 2014 @19:03
Amo leggere. Ogni libro è' vivere tante vite. Vedere con occhi diversi. Stoner mi ha annoiato e innervosito con il suo non vivere. Lasciar che la vita faccia il suo corso senza mai prendere posizione. Le pagine che più mi sono piaciute? Il suo addio.
Giusy | Giovedì, 6 febbraio 2014 @11:14
La spiegazione di Monique mi ha letteralmente incantato.
LISA | Giovedì, 6 febbraio 2014 @08:38
È bellissimo quello che hai scritto, Monique. Hai reso la magia dei libri, certi libri, quando ci toccano e cambiano per sempre.
Monique | Mercoledì, 5 febbraio 2014 @09:46
Perché è raccontata con garbo penetrante e leggero di chi nasce nel bel mezzo della sua adolescenza. Nasce nella rivelazione della letteratura. E lì rimane, salvato dalla letteratura, aggrappato alla letteratura, come un sasso (stone) nel greto di quella terra "grigia, arida e infinita", poco distante dalla campagna dove sono le sue origini. E la vita gli agisce intorno, e dentro, le due guerre comprese, con tutte le opportunità, le passioni, i drammi di una vita, una qualsiasi.
A Williams, che ci ha regalato un personaggio splendido,va il merito, e la grande rivincita dopo quasi cinquant'anni di oblìo, di aver saputo regalare l'eternità a un personaggio autentico, forse un calco parziale della sua esistenza, ma soprattutto quello di aver saputo raccontare con leggera profondità una vita disarmata.
LISA | Mercoledì, 5 febbraio 2014 @08:19
Infatti, c'è chi l'ha amato tantissimo "Stoner". Ma a te, Monique, perché è piaciuto?
Giada | Mercoledì, 5 febbraio 2014 @01:03
Non credere a chi ti dice "Ti amo", ma credi a chi trema e tace.
Marta | Martedì, 4 febbraio 2014 @10:24
È proprio vero che qualche volta le nostre mani unite hanno tenuto serrato l'amore che ci lega, impauriti noi che il liberarle lo facesse volare via. Ci sono gesti che sorpassano le parole, gesti cisì naturali, così profonde. Da piccola la mia mano in quella calda e grande di mio padre mi dava sicurezza, amore, calore.
Da grande le mie mani che avvolgono le tue mi donano passione, mi spingono a guardarti, ad avvicinarmi a te, alle tue labbra.
Monique | Martedì, 4 febbraio 2014 @09:31
Ho amato molto "Stoner", Lisa... nulla potrebbe mai riuscire anche solo lontanamente ad avvicinarsi alla strabiliante seppur pacata bellezza di uno dei più bei romanzi che io abbia letto...
Lunedì, 3 febbraio 2014 @08:24
"Il pomeriggio è il tempo intermedio.
Coloro che amano non hanno il coraggio di annunciarsi.
Coloro che sono amati si fanno aspettare.
L’attesa dilata innaturale le sedie,
schiaccia il telefono come un’alta temperatura,
i muri divengono pneumatici, tanto che invano
ci sbatti la testa, nessun dolore ti risveglia;
l’universo intero è anestetizzato".
(Nina Cassian)
L’arte dell’attesa.
I versi di oggi sono di una poetessa rumena, quasi novantenne, che ora vive in America, ed è la raccolta di poesie che più mi ha incuriosito ultimamente: "C’è modo e modo di sparire", a cura e con traduzioni di Ottavio Fatica (Adelphi).
per Lisa | Martedì, 4 febbraio 2014 @20:59
Ricordi il tuo buongiorno ho disegnato una porta ?molto meno intenso di questo
Nidia | Lunedì, 3 febbraio 2014 @17:15
Bellissima. Come si dilata o si restringe il tempo a seconda dei nostri umori!
Valentina Maria Elisabetta | Lunedì, 3 febbraio 2014 @13:34
Stupenda Lisa. Mi ricorda una canzone dei Radiohead: True Love Waits. un abbraccio!
Gabriella | Lunedì, 3 febbraio 2014 @11:22
sì lisa anch'io ho scoperto nina cassian ultimamente(quest'autunno) e devo dire che la trovo molto interessante. una piacevole scoperta!
non | Lunedì, 3 febbraio 2014 @10:33
basta accogliere :bisogna attendere .Accogliere è segno di rassegnazione,attendere è sempre segno di speranza