Giovedì, 21 maggio 2015 @23:04
"Un terreno di biancheria calda dal ferro
piegata e ripiegata, una pila alta
stirata, ordinata, che emana calore, e biancore."
(Eavan Boland)
L’odore delle lenzuola appena lavate e stirate. Profumo di pulito, di casa. Il piacere della domesticità.
Vi scrivo da Venezia, dove - tra le altre cose - sono stata invitata alla presentazione di due nuove fragranze, firmate Il Profvmo: in uno di quei palazzi veneziani sul Canal Grande dove scopro ogni volta stupita lampadari, affreschi, specchi bruniti dal tempo, ho ascoltato la storia di un profumo nato da un garofano nero, pensato per un uomo ma perfetto anche per una donna, mischiato a radici di liquerizia... Mentre dalla terrazza nascosta entrava il profumo degli ultimi fiori di glicine.
Ma poi, qui davanti al mio schermo che è la mia piccola terrazza sul mondo, ecco i versi di oggi, di una poetessa irlandese, che sono anche il mio #spillo della settimana su Gioia: e che raccontano del profumo di lavatrice, di biancheria, di cassetti, di pulito. Profumo di casa.
Lo trovate su Gioia, il mio #spillo arancione da ritagliare. E su Gioia trovate anche il mio articolo sulla Biennale, questa Venezia che continuo a scoprire e che mi stupisce sempre, con la sua testarda bellezza.
LISA | Venerdì, 29 maggio 2015 @07:50
Grazie Giusy! Stella di "Glam Cheap" è sempre con me, ogni tanto mi sembra di incrociarla, nei miei viaggi da cronista fintoglam. Mi strizza l'occhio...
LISA | Venerdì, 29 maggio 2015 @07:48
Gianni: certo che puoi! I miei Buongiorno o spilli sono fatti per girare per il mondo… E poi spero che prima o poi leggerai anche i miei libri!
Giusy | Mercoledì, 27 maggio 2015 @17:24
Certo che ricordo lo stendino itinerante, non ricordo in quale dei tuoi due primi libri l'ho letto. Ogni tanto mi tornano alla mente episodi del tuo bellissssimo Glam Cheap! e potrei citarne a memoria alcuni: scusa il tono colloquiale del post...ma sono fatta così!!!.
GIANNI | Martedì, 26 maggio 2015 @22:33
CARISSIMA LUISA. NON HO LETTO IL TUO ROMANZO, PER LA SEMPLICE RAGIONE CHE SEGUO IL TUO BLOG DA POCO TEMPO. TI SEGUIVO QUANDO SCRIVEVI SU CITY. INFATTI HO UN CENTINAIO DI TUOI SPILLI CHE MI SONO RIPORTATO SU DUE QUADERNETTTI A RIGHE. STO SCRIVENDO TUTTI I TUOI SPILLI PRENDENDOLI DA QUI..LO POSSO FARE?
LISA | Domenica, 24 maggio 2015 @20:27
Ma ve lo ricordate lo Stendino Itinerante del mio primo romanzo?
GIANNI | Domenica, 24 maggio 2015 @15:51
VERISSIMO. PERO' PER LO STENDINO LE DEVI PIEGARE. PER LE ASCIUGATRICI, BELLE LENZUOLA AGGROVIGLIATE.. ADESSO FACCIO ANCH'IO COSI', MA UNA VOLTA TUTTO NATURALE. HO UN FERRO A CARBONELLA E QUELLI A PIASTRA, FATTI SCALDARE SULLA STUFA A LEGNA O SU QUELLA A GAS. ADESSO MI STIRO IO LE MIE COSE. VOGLIO ESSERE PAGATOOOOO.
Giusy d'antan | Domenica, 24 maggio 2015 @15:15
---invece a me piace stirare lenzuola. Forma masochista di una casalinga suo malgrado.
Ormai, GIANNI, la biancheria non viene più stesa in verticale. Abbiamo gli "stendini" (a Roma) e le asciugatrici al nord.
Per quanto mi riguarda, detesto i vari ammorbidenti profumatissimi e così poco veri...
Un tempo, oltre ai ferri a carbonella c'erano quelli altrettanto pesanti, fatti scaldare su un'apposita piastra, e si stirava con una spruzzata di amido sciolto in una bacinella. (niente spray) La fatica era tutta delle stiratrici, per pochi soldi.
GIANNI | Domenica, 24 maggio 2015 @12:32
QUANDO ERO GIOVANE, ANCHE A MILANO, SI ANDAVA NEI PRATI E SI STENDEVANO LE LENZUOLA AL PRATO.(MI SONO RICORDATO QUELLO CHE DICEVA MIA NONNA). LUISA MA NON C'E' BISOGNO DI STIRARE. BASTA STENDERE LE LENZUOLA IN VERTICALE E VOILA' IL GIOCO E' FATTO..
LISA | Sabato, 23 maggio 2015 @20:35
L'unico vero problema del profumo meraviglioso della biancheria appena stirata è che mi piace tanto quel profumo, ma, ops, non mi piace stirare!
Alessandra R. | Venerdì, 22 maggio 2015 @08:59
Terreno e ferro. Un binomio apparentemente slegato ma che mi ha fatto subito pensare alla pila di lenzuola della nonna che stirava con il ferro "a carbone". La brace bruciante nella stufa e quel grande tavolo di legno, elemento importante di una stanza spaziosa, che poi era l'unica - e multitasking, diremmo oggi - quando si vive in cascina. Profumo del passato. E profumo di casa. Quanto è bello tornarci dopo un viaggio, un'assenza, una trasferta più o meno lunga. Quel profumo che ti mancava innesca nuovamente la voglia di partire. Voglia di partire per ritornare. Voglia di tornare per ripartire. Buon weekend Lisa.
Martedì, 12 maggio 2015 @09:15
"Il biancospino… Capace, come l’acqua
di ridefinire il territorio. E libero di apparire –
ai pescatori, e ai viaggiatori smarriti
nelle luci indefinite di un crepuscolo di maggio –
la sola lingua che si parla da queste parti".
(Eavan Boland)
Maggio. Gli alberi ci parlano.
I versi di oggi, di una poetessa irlandese, sono tratti dalla sua antologia "Tempo e violenza", Le Lettere.
Giusy | Mercoledì, 13 maggio 2015 @13:23
...ammesso che il vigneto faccia una bella ombra. Forse in tempi biblici, quando le potature erano modeste...
Monique | Mercoledì, 13 maggio 2015 @12:23
Non per altro il sostantivo della Bibbia... è sì al plurale, ma maschile ;-)
LISA | Mercoledì, 13 maggio 2015 @11:57
Sono d'accordo con Giusy. Vedi "Donne" di Cukor, che è del 39, e che forse dovrei rivedere… Ho conosciuto donne da cui ho imparato a stare alla larga. E con cui di sicuro non vorrei stare sotto l'ombra di un vigneto!
Giusy | Mercoledì, 13 maggio 2015 @11:34
Bello e affascinante come sempre, il commento di Monique, però...però nella mia abbastanza lunga vita ho potuto amaramente sperimentare l'indicibile cattiveria femminile nei confronti stesso sesso, che a volte supera, per finezza e astuzia, quella maschile.
Monique | Martedì, 12 maggio 2015 @17:13
"La vera gioia? Stare con gli amici sotto la vigna e il cuore in pace."
E' un verso dell'Ecclesiaste, affascinante libro della Bibbia, che descrive bene gli effetti di questa relazione privilegiata. Che diventa ancora più profonda e coinvolgente tra donne. Perché per sopravvivere abbiamo sviluppato il senso dell'umorismo e, oggi, siamo più audaci e romanzesche dei maschi. Amiamo ridere e scambiarci affetto. E quando siamo tra di noi, ci sentiamo in salvo.
Monique
Venerdì, 12 luglio 2013 @08:10
"Un quartiere,
all’imbrunire.
Le cose si preparano
a succedere
lontano dagli occhi.
Stelle e falene.
E bucce che pendono dai frutti.
Ma non ancora.
Un albero è nero.
Una finestra è gialla come il burro.
Una donna si china a prendere una bimba
che le è corsa tra le braccia
in questo momento.
Le stelle salgono in cielo.
Le falene sfarfallano.
Le mele maturano al buio."
(Eavan Boland)
Le mele che maturano nel buio. E tutto quello che accade, quando hai gli occhi chiusi.
Il Buongiorno di oggi è di una poetessa irlandese, tratto dalla sua raccolta "Tempo e violenza", Le Lettere. Cliccate sul suo nome per vedere gli altri versi che lo ho sfilato. E, come ogni venerdì, Friday Lisa: le parole di oggi in lingua originale.
LISA | Domenica, 14 luglio 2013 @08:45
Marta, molto interessante un documentario sulle città di confine. I confini, uno dei miei temi preferiti. Magari, se sei ancora a Trieste o se torni, ci incontreremo o sfioreremo, in Piazza Unità, che segna un altro confine, quello tra città e mare.
Lilabella | Sabato, 13 luglio 2013 @16:47
L'intimità di questa poesia, in particolare la scena della donna che abbraccia la bimba mi fa ricordare la bellezza della notte, dell'immaginare. Le stelle che salgono e creano magia, le falene, le mele che maturano al buio e tutto quello che si può immaginare ad occhi chiusi. Un saluto a te, Lisa, ed al salotto verde.
@ Marta: che bello quello che hai descritto.
? | Venerdì, 12 luglio 2013 @11:50
è piacevole questo momento della giornata ,questa ora indecisa tra il giorno e la sera ,questa semplicità di vita domestica ,la finestra gialla che prolunga la luce del sole ,le mele che profumano le notti ,magari tutte in fila messe a maturare sopra la credenza ,come ancora fanno i nostri contadini .
Marta | Venerdì, 12 luglio 2013 @09:26
Buongiorno Lisa, buongiorno a tutti, di ho dormito al Greif per lavoro, sto curando le ambientazioni per un (speriamo) documentario importanti sulle città di confine ma la logistica è complicata, Trieste è una città dove mi è piaciuto essere sola, camminare guardando il mare, mi ha donato sensazioni simili a Venezia di mattino presto, quando tutto sembra irreale perchè avvolto dal silenzio e possibile per se stessi.
Venerdì, 21 giugno 2013 @08:03
"Mia prima figlia sei stata la mia colomba, la mia estate,
il sollevarsi dei cieli, il ritirarsi delle acque,
il mio patto d’alleanza con la terra."
(Eavan Boland)
Perché c’è sempre qualcuno per cui siamo il primo giorno d’estate.
Oggi, che è il solstizio d'estate, i versi sono di una poetessa irlandese, tratti dalla sua raccolta "Tempo e violenza", Le Lettere (traduzione a cura di Giorgia Sensi e Andrea Sirotti). Cliccando sul suo nome potete leggere gli altri Buongiorno che le ho sfilato. E, come ogni venerdì, Friday Lisa: li trovate anche in inglese. Chi mi segue su Twitter li riceve ogni mattina sul telefonino...
E a tutti, buon primo giorno d'estate!
Giusy | Sabato, 22 giugno 2013 @13:45
Ma certo,Lila,bello il collegamento e grazie per avermi riportato alla memoria La Vita Nova. Metto in programma qualche sonetto da rileggere, magari dedicato a Beatrice che infante non era. I miei ricordi di studio e lettura sono troppo lontani.
Lilabella | Venerdì, 21 giugno 2013 @22:36
Wow, grazie Max!
Sandra mi fa piacere che la canzone sia riuscita a farti sentire meno sola.
sandra | Venerdì, 21 giugno 2013 @20:05
Che belle parole....Lilabella mi son vista il video con lo smartphone..mi
sentivo sola..grazie!!
Max | Venerdì, 21 giugno 2013 @19:44
E chi parla dell'età? A me è la testa che hai che mi piace!
Lilabella | Venerdì, 21 giugno 2013 @19:34
Max vabbè vabbè ma non sono così vecchia. Non si scherza con l'età delle donne! :-)
Giusy la vita nuova è poesia! ;-)
Giusy | Venerdì, 21 giugno 2013 @15:42
Bellissimi versi. La poetessa dice "sei stata", quindi non usa il presente, quindi, tutto da interpretare.
Com'è complicato essere madre e mantenere attraverso gli anni quella strana sensazione che pervade dopo il parto.Ma ciascuna di noi ha personali e private emozioni che non è semplice raccontare. Comunque, quando mi hanno messo tra le braccia quel"cosino" che era, per me, tutto e nulla, gli ho sussurrato: Chi sei, chi sarai, mio sconosciuto? Ma questa è stata solo una piccola domanda vagamente retorica, nulla di poetico.
Max | Venerdì, 21 giugno 2013 @14:27
Lilla: adottame!
Lilabella | Venerdì, 21 giugno 2013 @09:54
Non credo riuscirò ad avere una figlia ormai, come diceva la Cinquetti, non ho più l'età anche se di questi tempi..ma hai ragione Lisa c'è sempre qualcuno per cui siamo il Tutto, come il primo giorno d'estate. Stamane mio fratello mi ha inviato un sms con scritto ti voglio bene, tre semplici parole con dentro un mondo. Questo, ora, è l'immenso per me. Un buongiorno al salotto verde e per l'occasione il link ad una canzone speciale (per me).
http://youtu.be/0CUVNTf1Lrk
Venerdì, 6 maggio 2011 @07:01
"In un paesaggio senza enfasi,
leggero, lineare, pianificato con precisione,
un emisfero di cotone a strati, arieggiato,
un terreno di biancheria calda dal ferro
piegata e ripiegata, una pila alta
stirata, ordinata, che emana calore, e biancore."
(Eavan Boland)
Il profumo tiepido del ferro da stiro che liscia tutte le pieghe della vita. Pace.
(E dire che, da vera casalinga telematica, non mi piace stirare! Ma mi piace il profumo di buono delle lenzuola appena stirate. Come, immagino, alla poetessa irlandese Eavan Boland, che ha scritto i versi che ho scelto oggi per City, e che ho tratto dalla sua raccolta "Tempo e violenza", Le Lettere)
Come ogni venerdì, trovate il Buongiorno di oggi anche in inglese, nella parte globish del sito. E mi raccomando: se vi piace, diffondete, mandate, linkate i vostri amici che parlano globish!
valentina | Venerdì, 6 maggio 2011 @15:45
ho l'asse da stiro rotto da un bel po'...sistemo meglio pensieri ed emozioni spruzzando anticalcare a ritmo di ipod.
paola | Venerdì, 6 maggio 2011 @15:30
a me piace stirare, mi rilassa. a mia madre non piace per niente, infatti quando sono tornata ad abitare con lei, tra le altre cose, ha fatto un sospiro di solievo dicendo "da oggi in poi stiri tu". un allegro saluto a tutte le stiratrici del mondo. :-)
annetta | Venerdì, 6 maggio 2011 @13:07
Calore, biancore ed odore fresco di mamma...la mia ha sempre stirato tutto, anche gli strofinacci e le canottiere di cotone, cantando davanti alla TV. Non riuscirò mai ad ottenere lenzuola e magliette bianche come lei...a 85 anni suonati mi batte ancora! Bella immagine lisa...
Carla | Venerdì, 6 maggio 2011 @11:09
A me, invece piace, proprio perchè liscia tutte le pieghe ( anche quelle della vita!
Oggi aderisco allo scipero ergo ho tempo di stirare ...
buona giornata a tutti
Lunedì, 24 maggio 2010 @08:56
"Ci credi
che il Progresso è una donna?
Uno spirito in cerca del suo opposto?
Di un matrimonio vero che le plachi i battiti del cuore?
Te l’ho chiesto
mentre seduto con un bicchiere di rosso
e il giornale del giorno prima
bevevi e leggevi, e non mi ascoltavi.
Poi ho chiuso la porta
ho lasciato la casa alle mie spalle e ho percorso
in auto l’intera distanza del nostro matrimonio,
dai sobborghi alla città."
(Eavan Boland)
E guidando, tornavo indietro negli anni…
Più leggo la poetessa irlandese Eavan Boland, e la sua antologia "Tempo e violenza" (Le Lettere), più mi piace. I versi di oggi, che ho scelto per il Buongiorno del 24 maggio, sono l’incipit di "Un matrimonio per il millennio". Non vi è mai capitato di pensare: che ci faccio qui? E lei, la moglie, prende la macchina e guida, guida all’indietro negli anni, guida verso la prima casa, dove ha abitato nei primi anni di matrimonio… Un viaggio nel tempo. "A una a una/si sono spente le finestre accese./ Gli schermi televisivi si sono raffreddati più piano./ La ceramica si è trasformata in vetro, i circuiti in transistor." E ancora: "I bambini sono spariti dai letti./ Le mogli, senza preavviso, sono diventate figlie"… Davanti alla vecchia casa si ferma solo pochi minuti. Nonostante tutto, nonostante il silenzio e le domande senza risposta, vuole tornare indietro, anzi avanti, verso "L’uomo con la sua copia spiegazzata del giornale./La giovane donna che parla con lui. Parla con lui./Il cuore in pace per questo". Non sempre succede. Non sempre un matrimonio "placa i battiti del cuore", non sempre si vuole tornare in quella stanza dove un uomo legge silenziosamente un giornale, spiegazzato o magari on line, su un laptop. Non sempre, per usare le parole di Eavan Boland, succede che "a true marriage eases a quick heartbeat". Per questo Soldini si chiede, e ci chiede, nel suo ultimo film, "Cosa voglio di più". Senza punto interrogativo.
ALEXO | Lunedì, 24 maggio 2010 @23:03
Lisa, ma non puoi espellere il mondo intero!
E poi questo Giuseppecesaropoeta mi sembra un nuovo Majakovskij:
"
Ma voi potreste? (1913)
A un tratto impiastricciai la mappa dei giorni prosaici,
dopo aver schizzato tinta da un bicchiere,
e mostrai su un piatto di gelatina
gli zigomi sghembi dell'oceano.
Sulla squama d'un pesce di latta
lessi gli appelli di nuove labbra.
Ma voi
potreste
eseguire un notturno
su un flauto di grondaie?
Giuseppe cesaro:
ieri sera mentre al circolo domenicale signore e cavalieri
giocavano
a burraca
noi del gruppo scacchistico giocavamo qualche partita a scacchi.
dovrebbe venire prossimamente anche un maestro che ho sfidato.
dono ai miei lettori una brevissima partita.gioco con il nero.1 e4
e5
2d4 exd 3 Dxd Cc6 4Dd1 Ac5 5 Ac4 Dh5 6Df3 ...il Bianco si difende
dallo scacco matto in f2 minacciando lo scacco matto in f7.
ma il mio salto in..6 Ce5 mette fine alla contesa.
Domani controllo sulla scacchiera se la poesia fila...
Saluti.
LISA | Lunedì, 24 maggio 2010 @19:35
AFERDITA, vai al 13 maggio, leggerai l'intervista a uno scrittore rumeno che mi è stato molto simpatico... Chissà, magari ci racconti qualcosa anche tu del "cozonac cu nucă", il dolce alle noci?
aferdita | Lunedì, 24 maggio 2010 @17:12
Sono passati 29 anni e siamo ancora insieme. E pensare, che siamo conosciuti quando era passato solo pochissimo tempo della rottura di una mia storia lunga e importante. Ho scelto piu con la ragione, e per fortuna mi e andata bene. Ovviamente non sono mancati momenti difficili, pero abbiamo superato tutto, e oggi sono contenta di averlo al mio fianco. Siamo appena tornati da una meravigliosa settimana a Parigi,e scoprire insieme i nuovi orizzonti ci rende felici.
Marta | Lunedì, 24 maggio 2010 @17:02
Placare i battiti del cuore? Non riesco neanche a immaginare un matrimonio che faccia questo effetto. Io vorrei semplicemente sentirmi a mio agio nel mio.
adriano | Lunedì, 24 maggio 2010 @16:15
anch'io sono passato ad una seconda vita, la prima non faceva per me. me ne sono reso conto dopo qualche anno ma ho atteso piu' di vent'anni.
e guarda caso questi versi proprio oggi: l'anniversario di matrimonio dei miei genitori, loro non ci sono piu' da tanti anni ma io non me lo sono mai dimenticato.
per Lele: non so se sia la cosa migliore. anche una persona che conosco molto bene aveva tentato una cosa del genere, poi si e' resa conto che il suo mondo di mamma non poteva essere slegato dal suo mondo di donna. nella vita o condividi tutto o niente!
Lila leoncina | Lunedì, 24 maggio 2010 @14:27
L'ho fatto anche io. Nel mio matrimonio non c'era più alcun battito di cuore anzi c'era parecchia agitazione. Con questa poesia cara Lisa mi hai fatto venire i lucciconi agli occhi mannaggia a te. Comunque sono contenta, ora riesco a vedere la mia vita in modo diverso e soprattutto riesco a sorridere! Buon inizio settimana a tutte/i
Lele | Lunedì, 24 maggio 2010 @12:41
L'ho fatto. Ho detto "che ci faccio io qui" e nonostante tutti gli anni passati insieme, ho chiuso la porta, per sempre. Non eravamo più gli stessi, io non ero più la stessa, non poteva essere quella la mia vita. Il matrimonio non ha mai placato i battiti del mio cuore. Mi sono ripresa la mia vita, oggi decido io ciò che devo fare e dire. Ho un nuovo compagno, dolcissimo e rispettoso dei miei spazi, discreto con i miei ragazzi. Vive per conto suo. Forse è la cosa migliore. Incontrarsi come se fosse sempre la prima volta. Almeno spero!
LISA | Lunedì, 24 maggio 2010 @12:30
GIUSEPPE, mi dispiace, ma la regola dell'overdose vale anche per te. I soliloqui sono pericolosi. E stancano (molto) chi li subisce.
giuseppe | Lunedì, 24 maggio 2010 @11:41
tanto lisa mi cancella...ma oggi ho scritto sul mio blog un trattato di fiosofia applicata
www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
ma la poesia è comunque il mio primo amore...

Mi chiamo Lisa Corva, e questo lo sapete. Sapete anche, se siete qui, che credo nel potere delle parole. E della poesia.
Qui troverete i miei Buongiorno: da trasformare in sms, ricopiare sull’agenda, far viaggiare via web… Talismano, oroscopo, cioccolatino, schegge di luce o di consolazione: usateli come volete. Troverete anche le mie interviste, i miei articoli di moda, i miei colpi di fulmine in giro per il mondo. E, ovviamente, i miei libri.
Mi potete anche trovare (a volte) in Piazza Unità a Trieste: la città dove sono nata, dove non ho mai vissuto, ma che continuo testardamente a considerare mia. Se vi avvicinate abbastanza, mi riconoscerete. Se non altro, dal profumo di rose.