Lunedì, 8 giugno 2020 @09:39
"Qualsiasi vento è vento di mare, e qualsiasi città, anche la più continentale, nelle ore di vento – è marittima. C’è odor di mare, no, ma: c’è aria di mare, l’odore lo aggiungiamo noi. Anche il vento del deserto è di mare, anche quello della steppa è di mare. Giacché al di là di ogni steppa e di ogni deserto – c’è il mare, l’oltredeserto, l’oltresteppa… Ogni viuzza in cui tira vento è la viuzza di un porto".
(Marina Cvetaeva)
Il mare dentro.
Chi mi segue da tempo conosce già le parole con vento di mare di oggi; sono tratte da un libro che la poetessa russa scrisse sul suo incontro con la pittrice Gončarova: "Natalja Gončarova- Ritratto di un’artista", Edizioni delle donne. Ma non potevo non riscriverle dopo che, finalmente, questo weekend, dopo mesi di lockdown e di lontananza, sono tornata a Trieste. Anche se ho sempre il mare dentro, è stato bellissimo ritrovarlo.
Francy | Lunedì, 8 giugno 2020 @13:03
Il vento è tutto quello che possiamo immaginare senza avere bisogno degli occhi,al vento ogni cosa che si muove presta il corpo, il vento è disatroso, indifferente , necessario, è un demone , un folletto , una fata, una strega ed è quello che ti fa sopportare il caldo in estate!!!
Il vento è il respiro che ha il mondo per rimanere vivo! Sempre grazie Lisa per gli spunti che ci proponi. buona giornata a tutti. GWTanf
Giovedì, 2 aprile 2020 @09:44
"È primavera. Ho così sonno.
Questa lontananza, così sembra,
si ricongiunge nel sogno.
Lì ci incontreremo davvero".
(Marina Cvetaeva)
Incontriamoci in un sogno, lì dove ci si può abbracciare. (O almeno in coda al supermercato).
Marina Cvetaeva, una delle mie poetesse preferite quand’ero ragazza: selvaggia, onirica, visionaria. Nata a Mosca nel 1892, emigrò prima a Berlino, poi a Praga, a Parigi, fu amica – e scrisse lettere bellissime – di Pasternak e Rilke. Soffrì la fame e non solo la guerra, e morì poverissima, suicida, dimenticata, a Elabuga, nel Tatarstan. Ho aperto questo libro di Passigli Editore, "Scusate l’amore" (a cura di Marilena Rea), e ho trovato questi versi che portano, come lei spesso faceva, nei territori del sogno, un altro mondo, quello forse dove lei viveva davvero. Ma ricopiandoli sorridevo, perché pensavo agli amanti separati che in tempi di pandemia si vedono solo in sogno e si danno appuntamento, pare, in fila al supermercato…
Lilabella nuova | Sabato, 4 aprile 2020 @21:11
Ti ringrazio Lisa, un sorriso. Lila
Giusy | Sabato, 4 aprile 2020 @12:19
...la durezza del metallo...I triestini sono per la stragrande maggioranza "witzosi".( Lessico familiare).
LISA | Sabato, 4 aprile 2020 @10:02
Vero: man mano che si arrotolano i giorni di quarantena, scopro di avere in me, sempre più forte (speriamo almeno!) il senso del witz per i triestini. Resilienza?
Giusy | Venerdì, 3 aprile 2020 @17:39
In queste circostanze tragiche dobbiamo sdrammatizzare - come hanno sempre fatto i triestini doc. La Pietra del Carso avrebbe fatto una risata. bella, un po' sopra le righe...e la imito anch'io. Mi riferivo alla chiusa....
LISA | Venerdì, 3 aprile 2020 @09:21
Lila, se clicchi su Marina Cvetaeva (in verde, nel mio post) troverai altri Buongiorno che le ho rubato e tante altre cose su di lei. Buona lettura.
Lilabella nuova | Giovedì, 2 aprile 2020 @12:51
Mi hai fatto sognare Lisa con questo pensiero e l'importanza del sogno, di quando noi sogniamo una persona e ci sembra ancora viva, anche quando a volte non lo è più. Pensando alla fine della pandemia, si sognano i rapporti veri. A me mancano da morire i miei nipotini che oramai hanno fatto cinque anni. Ecco, quindi, non avendo un amante sorrido nel pensare di rivederli presto o almeno di vederli in sogno.
Marina Cvaeteva piace anche a me, non conosco purtroppo molte sue poesie. Credo mi piaccia perché sono onorica anche io.
Un saluto a te e al salotto verde.
D P T F | Giovedì, 2 aprile 2020 @12:29
Il Buongiorno di Oggi mi piace Lisa Te lo dico subito e perché bella sempre sogniare sopratutto un sognio che si realizzera MARINA Cvetaeva Me lo aspetavo proprio Lisa Grazie un sorriso un abraccio Forte a tutti
Giovedì, 13 ottobre 2016 @08:42
"Una migrazione cosmica è iniziata stasera:
carovane di alberi per la terra scura,
filari di grappoli pronti alla vendemmia,
cascate di stelle di casa in casa,
fiumi che risalgono i corsi – all’indietro!
Tutto questo è stasera, che dormo con te".
(Marina Cvetaeva)
Migrazioni cosmiche. Le stagioni che cambiano, il corpo che cambia, i paesaggi che cambiano, magari all’incontrario, fiumi che vanno all’indietro, città sospese. Migrazioni cosmiche in un letto, quello che dividiamo. Anche i sogni della notte sono migrazioni cosmiche; così come risvegliarsi, al mattino, su questo pianeta. Mi piacciono questi versi di una poetessa del primo Novecento che ho molto amato, una nomade dei sentimenti, ribelle, selvaggia, disinibita (se cliccate sul suo nome in verde trovate altri Buongiorno che le ho sfilato). La poesia che ho scelto è del 1917 ed è tratta da "Scusate l’amore" (Passigli Poesia), a cura di Marilena Rea; con il testo in cirillico a fronte, che mi ricorda che un tempo sapevo scrivere e leggere in russo…
Nel libro (ve l’ho già detto, vero, che la mia ultima passione sono gli erbari?), ho messo delle foglie di alloro, raccolte nel mio giardino. L’ho sempre usato per cucinare, nelle minestre di cereali in genere, ma ho scoperto che si possono far seccare, mettere in micro sacchetti, e usare come antitarme. Ci provo!
LISA | Lunedì, 17 ottobre 2016 @12:44
Io comunque li ho fatti, i sacchettini con l'alloro dentro. Ho aggiunto anche un bastoncino di cannella come suggerito da google-casalinghitudine (no, non è un nuovo sito, è che quando non so come risolvere dei banali problemi di casa chiedo a google...)
Lilabella | Sabato, 15 ottobre 2016 @21:20
Sì, cara Lisa, il mio dire era in risposta a Frrr e in effetti è bello pensare ad un battito di ali. Per l'alloro che dire? Preferisco usarlo per la carne! Un sorriso.
Giusy | Sabato, 15 ottobre 2016 @20:59
Eh, Eh..---hai le antenne cara Lisa! certo che sono io ma l'anonimato è involontario, a volte mi capita per fretta e distrazione di omettere la firma.
Per quanto riguarda l'alloro, mi dispiace. Le tarme ormai si sono fatte certi anticorpi...non conviene rischiare con l'alloro,
LISA | Sabato, 15 ottobre 2016 @10:14
Ma nessuna di voi ha mai fatto/usato dei sacchetti antitarme con l'alloro? Rinuncio?
LISA | Sabato, 15 ottobre 2016 @10:03
Frrr, a volte qui le risposte si intrecciano e diventano risposte inconsapevoli. Lilabella ha scritto, a proposito di migrazioni cosmiche: "Può succedere di tutto quando si ama e non solo una persona ma la vita". In fondo è una risposta a te, Frrr, che ami la vita, ed è per questo che il tuo cuore batte, cerca di nuovo uomini e allegria e amore, è quel battito d'ali che mi fa sorridere, molto Frrr.
LISA | Sabato, 15 ottobre 2016 @10:00
Per Giusy: credo che sia lei l'anonimo, che fa riferimento al DNA triestino.. Il russo studiato e dimenticato, ma me la cavavo, sapevo leggere qualche racconto di Cechov! Però penso al cirillico come un paese straniero che hai amato e che prima o poi ritrovi. O forse questa per me è la Russia, la Grande Madre Russia dell'Ottocento.
LISA | Sabato, 15 ottobre 2016 @09:58
Alessandra R., mi ha fatto davvero sorridere il tuo "che il cosmo sia con te"! Un po' Guerre Stellari... O forse la parola d'ordine per entrare in un club: il nostro.
Lilabella | Venerdì, 14 ottobre 2016 @21:59
Può succedere di tutto quando si ama e non solo una persona ma la vita. Stasera un piccolo pensiero per te, Lisa, e per il salotto verde.
Mi aggrappo alla luce di una stella
stasera, a te che sei notte
piccola luce riflessa
del mio corpo
che adesso riposa
insieme al tuo.
Lila
FRRRR | Giovedì, 13 ottobre 2016 @14:32
Da quando quel progetto di vita (familiare) è fallito, ovvero da quando lui se ne è andato, lasciandomi con i figli, il mio cuore è stato fermo e inerte per un anno e un po', in disperato, lacrimoso lutto.
Piano piano si sono curate le sue cicatrici, guarendo e rifiorendo, in un crescendo esplosivo. Ed ecco ora il mio cuore migrare cosmico....
Come l'ape sui fiori, esplora, si innamora, crede di innamorarsi, si ravvede, riprova. Cuore ballerino, talvolta, ma finalmente vivo...a riaccendere sentimenti ed eros. Nel ciclo vitale della migrazione cosmica.
Anonimo | Giovedì, 13 ottobre 2016 @14:04
anche il russo? non mi stupisce. Senz'altro è patrimonio del suo DNA l'inclinazione poliglotta.
Carla | Giovedì, 13 ottobre 2016 @13:30
Meravigliosi questi versi che ben rappresentano il momento di felicità suprema! Quando tutto sembra possibile, solo perché siamo felici,quando gli alberi si muovono con la forza dell' amore
Alessandra R. | Giovedì, 13 ottobre 2016 @09:06
Ma dai, anche il russo? Sei un'inesauribile fonte di sorprese e scoperte e, naturalmente, di celestiali versi.
Che il cosmo sia con te, sotto qualunque cielo tu sia.
Martedì, 2 febbraio 2016 @09:58
"Non amo l’amore. Amo l’amicizia: la montagna".
(Marina Cvetaeva)
Pigra e contemplativa, ho sempre pensato all’amore come a un rifugio davanti al mare. Una nuotata, un immergersi. Al massimo, una passeggiata sulla riva. Forse per questo mi ha colpito la frase di Marina Cvetaeva, irruente poetessa russa di inizio Novecento, una donna che vedeva le relazioni – soprattutto quelle con gli uomini, certo – come delle arrampicate in alta montagna, vette da raggiungere e conquistare, panorami inaspettati, la fatica, l’ossigeno, il mondo dall’alto. "Nell’orografia cvetaeviana il cielo della passione fraterna è sempre ripidissimo, declive: rupe scoscesa, roccia a picco", scrive Serena Vitale nell’introduzione a "Le notti fiorentine" (Voland), piccolo libro di lettere poetiche che mi aspettava nella nuova libreria milanese Verso. Vado avanti, e sorrido: la Cvetaeva, esule russa negli anni Venti a Berlino, quando lascia la città chiede agli amici, per lettera, quelle "Bergschuhe tedesche", robuste scarpe da montagna, suo sogno e desiderio. Perché per camminare verso vette impervie emozionali ci vogliono scarpe giuste, e la Cvetaeva lo sapeva. Io, per quel che mi riguarda, rimango al mare.
Carla | Martedì, 2 febbraio 2016 @14:07
Bisognerebbe avere delle buone scarpe, metaforicamente parlando, anche per camminare attraverso le vette della propria vita. Io che cerco sempre la via piana e meno dissestata, mi trovo, spesso, ad avere il fiatone quando sono in salita.
Giovedì, 13 marzo 2014 @09:51
"Qualsiasi vento è vento di mare, e qualsiasi città, anche la più continentale, nelle ore di vento – è marittima. C’è odor di mare, no, ma: c’è aria di mare, l’odore lo aggiungiamo noi. Anche il vento del deserto è di mare, anche quello della steppa è di mare. Giacché al di là di ogni steppa e di ogni deserto – c’è il mare, l’oltredeserto, l’oltresteppa… Ogni viuzza in cui tira vento è la viuzza di un porto".
(Marina Cvetaeva)
Fermati. Chiudi gli occhi: sei altrove.
Le parole di oggi forse le avete riconosciute: sono della russa Marina Cvetaeva, una delle mie poetesse preferite del Novecento. Poetessa che conosceva la steppa, le città – eppure in ogni vento, come me, ritrovava il mare. Ed io, ad ogni giornata di vento, ovunque io sia, mi sento tra le vie della città dove sono nata. Nostalgia di Trieste e della bora.
Le parole di oggi (tratte da un libro che la Cvetaeva scrisse sul suo incontro con la pittrice Gončarova: "Natalja Gončarova- Ritratto di un’artista", Edizioni delle donne, a cura e con traduzione di Luciana Montagnani) sono anche il mio #spillo della settimana su Gioia.
sempre | Giovedì, 13 marzo 2014 @14:00
bella questa frase ...te lho sfilata un po di tempo fa e lho ricopiata nel libro di ricette marinare che ho scritto per la famiglia
Martedì, 31 luglio 2012 @07:50
"Ti aspetto con gioia come se tu fossi un intero paese e completamente nuovo. "
(Marina Cvetaeva)
Ti aspetto, sul confine tra me e te.
Mi piace questa frase della poetessa russa Marina Cvetaeva: è tratta da una sua lettera a Rilke, e dall’epistolario "Il settimo sogno", Editori Riuniti (un epistolario a tre, tra lei, Rilke e Pasternak: e il sottotitolo è "Lettere 1926", perché le lettere furono scritte tutte nell'arco dello stesso anno: il 1926, appunto.). Mi piace, questa frase, perché l’amore in fondo è un viaggio – questo viaggio chiamato amore (ed era il titolo di un altro carteggio tra poeti, quello tra Sibilla Aleramo e Dino Campana, poi diventato un film). Mi piace perché è tempo di viaggi: viaggi intorno al mondo, al bar all’angolo sotto gli alberi, al libro aperto sul comodino; viaggi intorno e verso la persona che ci dorme accanto da anni, o quella che abbiamo appena incontrato, quella che arriverà… Forse l’amore allora è questo: un viaggio, certo; ma anche il non dimenticare mai che chi amiamo è un paese, un paese da guardare sempre con occhi nuovi.
LISA | Mercoledì, 1 agosto 2012 @08:59
Annetta: o forse gli uomini-continenti lontani, ancora da esplorare:-)
annetta | Martedì, 31 luglio 2012 @23:03
Lisa, ti piacciono quindi le personalita enormi, grandiose, mi verrebbe quasi da dire...Napoleoniche? Sto celiando...Buona Notte
LISA | Martedì, 31 luglio 2012 @15:40
Annetta, scelgo l'Australia: un intero continente. Down under.
LISA | Martedì, 31 luglio 2012 @15:39
Fra, però, per par condicio, il "basta grazie" era rivolto anche a te... Par condicio e pari leggerezza, giusto?
domo | Martedì, 31 luglio 2012 @15:23
Di questo stare al sud mi piace:svegliarmi senza sveglia, questo vento caldo africano sulla pelle, la mano che sa di sale quando ti asciughi, le pietruzze bianche e nere antico ricordo di massi di fiume, questo immenso e infinito mare blu dove il sole sorge e di là c'è l'Oriente
Fra | Martedì, 31 luglio 2012 @15:14
Non chiedo scusa lisa scusami, che lo facciano questi casatielli depressi e senza ritegno, uomini e donne che siano che promettono grandi dipartite e poi eroine tristi tornano a calpestare i tulipani che lo facciano questi uomini incontinenti che non vogliono capire ma stare sempre inpiena luce, che poi sia sotto un tabernacolo o un vaso ermetico a loro non importa. Che lo facciano loro che nonostante i tuoi inviti alla leggerezza trasformano gli spazi in giardini di pietre appuntite. Consci di questo e volutamente noncuranti dei tuoi inviti al punto (credo sia la prima volta che capita) che tu debba chiedere ad pseudolettore: basta così, cosa per cui se si avesse sensibilità bisognerebbe sotterrarsi dalla vergogna.Pronuncino loro se mai ci riusciranno le scuse che tu meriti e serenamente prendano il loro mare Del nulla assoluto
ANNETTA | Martedì, 31 luglio 2012 @14:36
Leggendo questa frase ho immaginato uno dei nostri borghi del sud, dalle pietre gialle, calcaree e levigate, immerso nella luce e nel sole, circondato dal mare. Amo immergermi nel groviglio di vicoli deserti al riparo dalla calura del mezzogiorno, esplorarli, cercare vecchi tesori nascosti, perdermi. E allo stesso modo mi piacciono le personalità apparentemente solari ma in realtà ombrose, apparentemente semplici ma in realtà un pò tortuose, apparentemente scarne ma ricchi di piccoli tesori nascosti. E mi piace immergermi nei loro vicoli mentali, sempre però che per vedere il cielo e il sole basti alzare lo sguardo in alto. Bella la metafora dell'amato/a come paese nuovo da esplorare...voi che luogo/paese vi immaginate? Sono curiosa...
Stefano | Martedì, 31 luglio 2012 @13:29
Figurati
Chiedo scusa a tutti.
LISA | Martedì, 31 luglio 2012 @13:21
Allora, Stefano, racconterai quando vorrai e quando potrai. Però, per favore, non più ermetismi ed ermetiche amarezze quotidiane qui sul blog: è come se tu chiudessi, ogni giorno, tutte le finestre che apro! E' stancante. E siamo tutti un po' stanchi, tutti abbiamo voglia di isole, di brina, di vento e di passeggiare sulla High Line. Non ti offendi, vero? Grazie.
Stefano | Martedì, 31 luglio 2012 @13:10
x Lisa:
No Lisa, non è come hai inteso.Purtroppo non posso, per adesso, essere meno ermetico e pertanto mi rendo conto delle difficoltà nel capirmi.
Non è mia l'amicizia di vecchia data, ma sua.
Ed è stata proprio questa sua "amicizia" , quotidianamente assillante, e per sua stessa ammissione causa della stragrande maggioranza dei nostri litigi, a far si che io diventassi oggi, per lei, l'essere più abietto di questo mondo
LISA | Martedì, 31 luglio 2012 @13:01
Stefano, solo adesso (forse) ho capito: è apparsa un'amicizia di vecchia data e lei, l'amata, si è ingelosita? Certo che a proposito di ermetismi, difficile e difficoltoso capirti... Anche a te consiglierei una bella passeggiata aerea sulla High Line.
STEFANO | Martedì, 31 luglio 2012 @12:43
Se fosse stata solo amicizia di sicuro non "rosicchierei " così
Il punto è proprio questo : "rosicchio" e non ho nessuna remora o vergogna ad ammetterlo, solo perché non riesco a capacitarmi e soprattutto non riesco a capire come, a causa di "un’amicizia di vecchia data", io sia diventato, da "uomo che tutti avrebbero sognato e desiderato e che mai nessuno avrebbe immaginato potesse esistere" all’essere più ripugnante, spregevole, turpe.
Dovessi impegnare il resto della mia vita, ma capirò...
LISA | Martedì, 31 luglio 2012 @12:13
Stefano e Fra: basta, grazie.
Stefano | Martedì, 31 luglio 2012 @12:01
x fra:
il pulpito e la predica...
Io posso tranquillamente guardarmi nello specchio.
Tu di certo arrosiresti
Per l'emozione?
Per la gioia?
Per la vergogna?
Chissà.....
Fra | Martedì, 31 luglio 2012 @11:27
Ciao cas (tiello) vedo che inondi a più non posso... A quando l'uso di uno specchio? Oppure puoi andare gioiosamente a quel paese...
LISA | Martedì, 31 luglio 2012 @11:01
Lele: l'ultimo pezzo della meravigliosa High Line, la passeggiata aerea e sopraelevata nel Meatpacking? E magari pranzo/brunch a The Standard, l'albergo design che la scavalca.
una a caso | Martedì, 31 luglio 2012 @10:54
spero che non sia un paese tipo "Rio Bo "stucchevole ,noioso ,statico quasi di plastica
Lele | Martedì, 31 luglio 2012 @10:49
Lo aspetto, ogni giorno con gioia da 16 anni a questa parte. Lui la mia isola, mio continente, ma soprattutto mia terra ferma. Lo aspetto come il primo giorno. Buongiorno, Lisa. Era da molto che non "postavo" sul tuo adorabile blog. Oggi ci ritorno... con l'animo più leggero. Fra qualche settimana torno nella mia amata New York, hai qualche dritta da darmi? Un abbraccio.
LISA | Martedì, 31 luglio 2012 @10:49
Francesca11: che bello pensare a parole, a una poesia, una frase, che sta addosso come un vestito cucito apposta per te...
LISA | Martedì, 31 luglio 2012 @10:48
Stefano, sinceramente il tuo frammento di storia è troppo ermetico per dare un consiglio. Lui e lei, anzi tu e lei, siete impegnati/sposati/liberi? Avete avuto una storia o siete stati "solo" amici? E se fosse questo il punto, che lei ti vede/vuole solo come amico? In ogni caso, ripeto: è un frammento di storia, troppo ermetico, troppo frammentato, per poterti dire qualcosa. Quello che capisco è che ti sta rosicchiando dentro. E forse è il caso di entrare "con gioia in un altro paese, completamente nuovo".
Francesca11 | Martedì, 31 luglio 2012 @10:25
Sì, che bello! Un intero paese, ogni giorno nuovo... Il viaggio di amare, che meraviglia! Grazie Lisa, sai sempre trovare le parole che mi stanno comode come un bel vestito su misura!
Stefano | Martedì, 31 luglio 2012 @10:23
x Lisa:
Secondo te è un comportamento lineare, comprensibile, giustificabile e condivisibile che mi scrivi, mi messaggi, mi parli in qualsiasi circostanza, anche la più complicata e soprattutto rischiosa (!), ma se solo immagini, sbagliandoti alla fine,che ti possa avvicinare all’improvviso una persona cui sei legata da "una vecchia amicizia " e che è stata causa, in 4 anni, per tua stessa ammissione, del 70% dei nostri litigi, ti lasci prendere dal "panico" e immediatamente stacchi qualsiasi conversazione addirittura incavolandoti della mia incavolatura e mandandomi a quel paese?????
Stefano | Martedì, 31 luglio 2012 @09:34
Stesso, uguale, identico paese.
Quotidianamente….succube di esso
Mercoledì, 15 giugno 2011 @08:37
"Il tipo di rapporto che preferisco è ultraterreno: vedere in sogno. Il secondo è la corrispondenza."
(Marina Cvetaeva)
Ed è per questo che, quando ti sogno, ti scrivo… E quando non ti sogno, ti scrivo, sperando di sognarti.
Ricordate il Buongiorno del 14 ottobre 2009? ""Qualsiasi vento è vento di mare". Sono parole della poetessa russa Marina Cvetaeva. Anche la frase che ho scelto oggi per City è sua, tratta da una delle (tantissime) lettere che scrisse a Boris Pasternak (proprio lui, quello del "Dottor Živago"). Si scrissero per anni senza incontrarsi. Se non per lettera, e in sogno.
LISA | Mercoledì, 15 giugno 2011 @23:22
Eclissi lunare ultraterrena! Alla Cvetaeva sarebbe piaciuta...
erica | Mercoledì, 15 giugno 2011 @19:57
anche io la voglio vedere! buona eclissi, e buoni sogni a tutte :)
Giusy | Mercoledì, 15 giugno 2011 @13:34
E sono recidiva, e doppie scuse per il "postaggio" (che brutto neologismo, tutto mio, per giunta) Stasera, eclissi di luna, spettacolo non ultraterreno ma, forse, extraterrestre. Io la voglio vedere questa Luna Rossa.
Venerdì, 29 gennaio 2010 @08:42
"Il tuo nome – ah, non si può! –
Il tuo nome è un bacio sugli occhi,
sul tenero freddo delle palpebre immobili.
Il tuo nome è un bacio dato alla neve.
Un sorso di fonte, gelato, turchino.
Con il tuo nome il sonno è profondo".
(Marina Cvetaeva)
Dico piano il tuo nome: è la più dolce buonanotte.
(Marina Cvetaeva: poetessa russa di inizio Novecento. Amica intensa e appassionata di altri due poeti: Pasternak – spesso ho messo dei brani della loro corrispondenza - e di Blok. Questi versi sono tratti da una poesia a lui dedicata)
Sapete da dove vi scrivo oggi? Da Madrid! Sono arrivata qui per un invito glam cheap che ho accettato molto volentieri, anche perché non sono mai stata nella capitale spagnola… Il mio obiettivo segreto? Mangiare "churros y chocolate", di cui ho letto per la prima volta nei libri di Almudena Grandes. Riferirò presto.
Intanto, per chi è a Milano e dintorni, un invito glam cheap per domani: dalla "mia" stilista, ovvero Colomba Leddi , che ha disegnato per me l’abito glam cheap che ho indossato per il lancio del mio secondo libro, e che è un vestito nero quasi uguale a quello della copertina (con ricamato davanti, sulla scollatura, in filo e perline rosse, il titolo; e dietro… "l’autrice").
Colomba Leddi infatti apre le porte del suo atelier per una vendita speciale che ha chiamato "Occasioni rare" (fa sempre la spiritosa…). La svendita inizia domani, dalle 11 alle 19; e sarà aperta fino al 5 febbraio. Via Revere 3, proprio vicino alla Triennale di Milano. Buoni acquisti!
Potete intanto curiosare qui:
http://www.colombaleddi.it/index1.html
LISA | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @07:57
PAOLA da Bari dunque. Bellissima città. (E vogliamo parlare della purea di fave con cicoria?)
Paola | Martedì, 2 febbraio 2010 @16:04
Si, scusa :) andavo un pò di fretta.. Scrivo da Bari :D
LISA | Lunedì, 1 febbraio 2010 @08:20
Per GIORGIA: anni e anni fa ho letto tutti, dico tutti, i libri della Pilcher. Veri comfort books. Effetto consolatorio pari a un pomeriggio a casa con plaid e tazza di tè. (Immaginati leggerli con plaid e tazza di tè!). Ora però non so che effetto mi farebbero... Per PAOLA: ben arrivata tra noi! Hai voglia di raccontare da dove mi scrivi, da dove ci leggi? Presentatevi quando scrivete! L'autrice è curiosa.
Paola | Lunedì, 1 febbraio 2010 @07:41
Una poesia bellissima, una tappa bellissima.. e un verso altrettanto stupendo: ''Dico piano il tuo nome: è la più dolce buonanotte''..
:)
giorgia | Venerdì, 29 gennaio 2010 @22:25
Non ho calzoni tigrati (e davvero non mi piacciono), ma nel mio passato ci sono calzoni in pelle... veramente in ecopelle, me li cucivo da sola, su misura e devo dire che erano bellissimi e comodissimi. Anche molto caldi, ora che ci penso. Mi piacerebbe che tornassero di moda... ma, non so, certo indossati non farebbero lo stesso effetto di 15 anni fa... oddio, 15 anni!
Comunque, lo scoglio in Cornovaglia mi ha fatto ricordare un romanzo che ho amato tantissimo, "I cercatori di conchiglie" della Pilcher, mi piacerebbe, se ne hai tempo e voglia, sentire il tuo parere.
la "Carmen" | Venerdì, 29 gennaio 2010 @21:34
Che bella questa poesia Lisa. Anche per me il nome della persona amata rimane una cosa importante, da proteggere. Per quanto riguarda i tuoi viaggi, posso solo dirti di divertirti (attenzione alla movida spagnola!). Lila p.s. mi dispiace non poter avere una casa a Milano e curiosare nelle vetrine della tua stilista. Lila
JeSuiSLaTrilli | Venerdì, 29 gennaio 2010 @18:53
WOW lisa!! Madrid!!
il pezzo è molto bello!!
mi ricorda lui... ogni volta il suo nome è un dolce brivido, qualcosa che ti fa volare lontano.
la cosa strana è che magari non ci penso in quel momento ma basta che qualcuno dica quel nome.. per Farmi girare di scatto, per cercare il suo volto. Ma non c'è in giro è solo in me.
LISA DIVERTITI!!
supersimo86 | Venerdì, 29 gennaio 2010 @17:46
quello nome con un suono cosi dolce.. dolce a volte cos' tanto da far male ..grazie lisa e salutami madrid città molto accogliente e vivace
Manu | Venerdì, 29 gennaio 2010 @15:55
Cara Lisa, provo un po' di invidia per la tua gita a Madrid, città che ancora non sono riuscita a vedere. La poesia di oggi riprendere una riflessione che facevo ieri con un'amica. A chi non è mai capitato di sentire un tuffo al cuore solo ascoltando il nome della persona amata...a me è successo l'altro giorno e sono ancora incredula....peccato che lui non sia quello giusto...ma del resto...esiste quello giusto? Ti abbraccio
Venerdì, 30 ottobre 2009 @08:13
"Lettera come un modo ultraterreno di comunicazione, meno perfetto del sogno, ma regolato dalle stesse leggi. Né lettera né sogno vengono a comando: si sogna e si scrive non quando noi ne abbiamo voglia, ma quando ha voglia: la lettera - di essere scritta; il sogno – di apparirci".
(Marina Cvetaeva)
Per questo ti scrivo. Per questo sono così contenta quando ti sogno. Quando, nel sogno, mi appari.
(Così scrisse la poetessa russa Marina Cvetaeva a Pasternak, nel 1922. La frase che ho scelto per il Buongiorno di City del 30 ottobre è tratta da un epistolario a tre - tra la Cvetaeva, Rilke e Pasternak - che ormai ben conoscete, visto quanto lo sto saccheggiando: "Il settimo sogno", Editori Riuniti)
Nina | Martedì, 25 maggio 2010 @17:49
Ciao Lisa ! Per gli amici sono Nina e ti scrivo da Perugia. Per purissimo caso ho trovato il tuo Libro " Glam Cheap : una vita in offerta speciale " e ho iniziato a leggerlo. Mi ha appassionato molto perché mi sono immedesimata nella protagonista non solo per capire come si può arrivare a fine mese con stipendi da fame, anche acosto di vendere i tuoi oggetti più cari e pieni di ricordi, ma anche perché io lavoravo in un ufficio stmpa e sono stata licenziata da una di quelle " Tacchettine " di cui parli nel libro. Io non voglio rinunciare al giornalismo ma non so come fare. Sapresti consigliarmi ? A Presto.
LISA | Lunedì, 2 novembre 2009 @07:44
GIORGIA: ex aspirante, ora mamma delle gemelline. Non sai che piacere mi fa vedere che sei sempre qui con noi, anche stanchissima, anche con doppio biberon. Ti abbraccio. PATRIZIA STAZIONE ROGERS: fatalità, Via Katalin, il libro credo più triste della Szabò, parla (anche) di questo: di chi non c'è più, di chi vorremmo tornasse, di quello che poteva essere e non è stato. Via Katalin è una via a Budapest; sono due case, due famiglie, è lo scoppio della guerra, è l'amore che non torna. Troppo dolore, troppo rimpianto. Leggi Elizabeth von Arnim!
giorgia | Lunedì, 2 novembre 2009 @00:03
Ciao cara Lisa, non ho più il tempo di sprofondare nella lettura, mi piaceva tanto immergermi in un bel libro come in una vasca d'acqua calda, profumata di schiuma alla vaniglia, nelle fredde sere invernali.
Ma preferisco così, è ovvio... Ho dato l'ultima poppata della giornata alle bimbe, le ho messe a nanna, ho riordinato la cucina e messo i biberon a sterilizzare. E prima di andare a letto passo a farti un saluto, e leggere ciò che tu hai scelto per me, per noi. Te ne sono grata
Patrizia Rogers | Domenica, 1 novembre 2009 @22:04
No, non sono andata ancora a vedere la mostra di Petrus, spero nei prossimi giorni. Fatalità, oggi ho acquistato "Via Katalin", stasera prima di addormentarmi lo inauguro. Da psicologa-quasi psicoterapeuta (un paio di mesi), posso dire che si sogna sempre, ma l'inconscio è dotato di un ottimo guardiano. Ho notato che molte volte le persone che iniziano una terapia non sono in grado di ricordare alcun sogno, poi man mano che si prosegue comincia a emergere qualcosa, in genere di pregnante: quindi non ci si deve sentire in colpa o sbagliati se non si sogna, magari qualcuno che non c'è più, dipende dalle difese che ognuno di noi adotta, e da come si è in grado di affrontare la situazione. La caratteristica che mi ha sempre affascinato del sogno è il momento del risveglio: magari ancora con gli occhi chiusi si cerca di ripeterlo mentalmente per fissarlo, ma sembra sciogliersi in pochi istanti come neve al sole, le immagini scivolano via e per quanto ci si sforzi non si riesce a ricordarle più. Come un'altra vita della quale non siamo a conoscenza, e gioca a nascondino con noi.
LISA | Domenica, 1 novembre 2009 @21:09
Per PATRIZIA STAZIONE ROGERS: che bello che anche tu stia leggendo Magda Szabò, la scrittrice ungherese che ho consigliato spesso qui sul blog... La ballata di Iza è la storia di un corpo a corpo madre e figlia, del passaggio dalla campagna alla città degli anni Sessanta. Duro. Bello. Non fa sconti la Szabò, come in La porta. Io ho letto anche Via Katalin, struggente, forse troppo! Ma tu, invece della passeggiata struggente sul Molo Audace, sei andata a vedere i quadri di Petrus in Pescheria? A Trieste fino al 29 novembre. Poi dimmi cosa ne pensi! ANNALISA FARMACISTA: perché non sogniamo, a volte, le persone che non ci sono più, e che vorremmo tornassero, almeno in sogno? Io non so rispondere, Annalisa. Forse le risposte le hanno solo gli psicanalisti. E i poeti. CARRIE: Laura, la Sex and the City dipendente, amica di Emma e di Stella, se non sbaglio dovrebbe essere appena diventata mamma... Non più aspirante, ma finalmente mamma. Quanto a Tolstoj, anch'io ho letto Guerra e Pace la prima volta a quindici anni, ma ricordo solo la scena di Nataša che guarda la luna e sogna, sogna l'amore. Forse sarebbe il caso di rileggerlo? A questo, in fondo, servono i classici!
giuseppe | Sabato, 31 ottobre 2009 @18:33
belle le parole della Valduga.
penso di non disturbare più questo bellissimo sito.
esiste però un poeta cos' ineludibilmente0 presente nel proprio tempo...quasifa far paura.
una specie di Peter Pan estremista e sensibile condannato vita naturaldurante a vivere tutti i i misteri d'italia
vedi blog
7°sogno | Venerdì, 30 ottobre 2009 @21:05
l'ho letta stamattina sul city.
Prendere quel giornale è sempre 1 lotta....oggi è stata 1 conquista e ne è davvero valsa la pena...
ottima scelta..!
Per Te Lisa | Venerdì, 30 ottobre 2009 @19:20
Mucchi di mondi,grappoli di stelle..
Sfoggio di universo mica per noi..
Siamo vicini..pelle contro pelle..
e poi,mia vita,salvati se puoi!
Cara Lisa ,questa piccola poesia è della Patrizia Valduga.
E' stata per me una folgorazione.
Le sue parole sono dardi infuocati.
Per quanto si cerchi di evitarle, pure trafiggono:il cuore-il corpo-l'anima
Un abbraccio adolfo daniado@gmail.com
Carrie | Venerdì, 30 ottobre 2009 @18:45
Lisa, qualche riga solo per dirti che Carrie viene sì da Sex&theCity(sono una fan scatenata, dov'è finita la pink che si firmava Laura-la-sex&the-city-dipendente?), ma è anche il nick name (vero) che ho avuto in una mia permanenza all'estero, in un paese di lingua inglese (anche) e che ho adottato perchè altrimenti il mio complicato nome italiano risultava un pò ostico.
Quanto ai libri consigliati al mio capo, lui era deciso ad affronatre Tolstoj: poichè evidentemente Guerra&pace o Anna Karenina erano impensabili (non potevo certo dirgli che il li avevo letti tra i 14 ed 15 anni), ha scelto La morte di Ivan Ilic, che è un libro piccolo, ma denso, risultato, non ne abbiamo parlato più.
Beh, come diceva qualcuno: ai posteri l'ardua sentenza.
Miriam | Venerdì, 30 ottobre 2009 @18:38
Cara Lisa e cara Andrea,
rimando alla settimana prossima qualche commento e ricodo su Budapest, che volentieri condividerò con voi, per intanto, a tutte buon w-end!
Maurizio | Venerdì, 30 ottobre 2009 @17:34
Lisa, ogni mattina prendo City all'ingresso della metropolitana. Giusto il tempo di timbrare, scendere a destra della scala mobile, ovviamente, mai sia stare a sinistra, sempre di corsa, con quello che dietro ti vuole superare.Perchè le scale mobili non le fanno a 3 corsie, e bene, giusto il tempo di dispiegare City, mi imbatto, tra le ventate, quasi gelide dell'autunno inoltrato che filtra dai soffitti, nella copertina e ... ti leggo, sul ciglio della banchina della metro, prima che il treno passi a falciare quello che trova davanti. Un pugno di mosche, ogni volta.Ma il sabato e la domenica, City, non esce? Allora ho un appuntamento con il mio destino. EVA TREMILA, ciao ti saluto mia salvatrice.
danielle | Venerdì, 30 ottobre 2009 @12:19
oggi è il compleanno del mio grande amore.. AUGURI MAURO.. questo buongiorno è proprio perfetto per lui.. grazie Lisa perchè riesci sempre a scegliere le frasi giuste..
Annalisa farmacista | Venerdì, 30 ottobre 2009 @11:12
Per Carrie. RD2T6 in realtà sono io.Non so perchè è venuto fuori così. Scusami non volevo farmi i fatti tuoi, ma quell'accenno di rimpianto nel tuo messaggio mi faceva male. Se però il consorte ritieni sia il tuo destino bè allora hai fatto la SCELTA giusta. Anzi la sola che ci fosse. Io ho per tanto atteso che un altro ragazzo fosse il mio destino ma lo è stato. Lo è diventato invece il Consorte e dal primo momento che l'ho visto non c'è stato altro. E pensare al tempo buttato prima mi fa dispiacere ancora adesso. Almeno in questo ambito non credo si debbano avere dubbi: io mi sentirei malissimo se sapessi che chi ho accanto ha dei rimpianti o dei dubbi su un'altra scelta. Tutto qui. A proposito di sogni: perchè dopo una perdita, un lutto alcuni sognano chi se n'è andato e altri no? Mi sono sempre fatta questa domanda. Chi non sogna ha in qualche modo risolto il lutto o il contrario? Mi ci ha fatto pensare la mia vicina di casa, giovane mamma che ha perso il figlio nemmeno ventenne. Lei non l'ha mai sognato mentre i nonni si. E avrebbe tanto voluto, ma non arrivava. Le auguro che arrivi a farle una carezza.
patrizia rogers | Venerdì, 30 ottobre 2009 @08:55
Come sempre belle parole, propiziatorie per un buon fine settimana, nonostante il momento non sia esattamente dei migliori. Ora non l'ho sottomano ma sto leggendo "La ballata di Iza", dell'ungherese Magda Szabò, ieri in attesa dal medico l'ho quasi finito e mi sono fermata su una frase che, mi son detta, starebbe bene su questo blog. Comunque è una scrittrice che consiglio (oltre a questo ho letto "La porta"), è bravissima nell'indagare e descrivere le relazioni tra le persone, soprattutto per tutto quello che tra due persone esiste e non passa attraverso le parole, ma per canali sotterranei e misteriosi. Buona giornata a Lisa e a tutti voi. (p.s. oggi è una giornata da tramonto sul moto, impossibile evitare anche se il cuore ancora fa male per tutti i tramonti visti insieme da lì)
Mercoledì, 14 ottobre 2009 @09:49
"Qualsiasi vento è vento di mare, e qualsiasi città, anche la più continentale, nelle ore di vento – è marittima. C’è odor di mare, no, ma: c’è aria di mare, l’odore lo aggiungiamo noi. Anche il vento del deserto è di mare, anche quello della steppa è di mare. Giacché al di là di ogni steppa e di ogni deserto – c’è il mare, l’oltredeserto, l’oltresteppa… Ogni viuzza in cui tira vento è la viuzza di un porto".
(Marina Cvetaeva)
Fermati. Chiudi gli occhi: sei altrove.
(La frase di oggi è tratta da un libro che la poetessa russa Cvetaeva scrisse sul suo incontro con la pittrice Gončarova: "Natalja Gončarova- Ritratto di un’artista", Edizioni delle donne)
LISA | Domenica, 15 novembre 2009 @13:06
Questo è il Buongiorno che ho scelto per City il 30 giugno di quest'anno; fa parte dei mesi che non sono ancora stati caricati nell'archivio. Dimmi se stavolta ci siamo!
"Davanti al mare, come davanti alla morte, non ho segreti.
La terra e la luna diventano il mio corpo.
L’amore trapianta i miei pensieri
nei giardini dell’eternità".
(Vesna Parun)
Il mare mi conosce, il mare promette e mantiene. Mi dice: spingi lo sguardo, spingi il cuore più in là. Mi sussurra: abbi il coraggio di vivere. E io, io scopro di non avere paura, davanti al mare.
TIZ | Martedì, 10 novembre 2009 @08:22
Grazie per la risposta, ma non è quello che cercavo.
Riproverò anch'io.
LISA | Giovedì, 29 ottobre 2009 @19:18
Per TIZ: prova a rileggere il Buongiorno del 31 agosto (lo trovi nell'archivio, devi cliccare in alto a sinistra). Altrimenti riscrivimi e cerco ancora.
tiz | Mercoledì, 28 ottobre 2009 @14:29
il vento e il mare insieme sono una cosa meravigliosa per me. sono le cose che amo di più.
avevo letto su city un altro testo che riguardava il mare con inserito qualcosa come : starei a guardarlo per ore ma non ricordo il giorno...mi puoi aiutare?
Ilaria | Giovedì, 15 ottobre 2009 @11:50
Grazie! é bellissima questa frase specie per chi è amante del mare
LISA | Giovedì, 15 ottobre 2009 @07:17
Per CARLA: bello il vento che porta in montagna; ma io, che sono nata in una città di mare, sono d'accordo con la Cvetaeva: ogni via in cui tira vento è la via di un porto. E, come dice URSENNA, magari con qualche gabbiano urbano!
Carla | Mercoledì, 14 ottobre 2009 @17:05
Non sono d'accordo! Proprio ieri a Torino spirava un bel vento di montagna fresco, puro e cristallino. Che bello! La poetessa russa non pensava che ogni vento ti porta dove vuole lui e il mio mi porta in montagna, anche perchè dopo ogni mare c'è sempre una montagna, dipende dai punti di vista!
www.giuseppecesaropoeta.splinder.com | Mercoledì, 14 ottobre 2009 @11:29
ho scriito anch'io qualcosa su marina cvetaeva
..l'ardente brace..il tuo nome sulla neve bacio.
dei versi pare dedicati a block
Ursenna | Mercoledì, 14 ottobre 2009 @10:33
Eppoi per aria c'è sempre l'ala di un qualche gabbiano urbano.
:-)
(l'Autrice mi permetta un sorrisino virtuale)
Giovedì, 8 ottobre 2009 @08:11
"Boris, ti scrivo lettere sbagliate. Quelle vere non toccano la carta. Oggi, ad esempio, spingendo per due ore la carrozzina di Murka per una strada sconosciuta – accarezzando lungo il cammino degli arbusti spinosi in fiore come si accarezza un cane altrui – ecco, oggi, io ho parlato ininterrottamente con te, in te... Quando diventavi troppo pensieroso, ti prendevo con entrambe le mani la testa e te la voltavo: guarda!".
(Marina Cvetaeva)
Guardami.
(Anche questa frase, come quella che ho scelto per l'1 di ottobre, è tratta da un epistolario: quello incrociato di Rilke, Pasternak e la poetessa russa Marina Cvetaeva. Si intitola "Il settimo sogno", e, come vi ho già raccontato, il sottotitolo è "Lettere 1926", perché le lettere furono scritte tutte nell'arco dello stesso anno: il 1926, appunto. La frase di oggi è tratta da una lettera che Marina scrisse a Boris Pasternak, proprio lui, quello del "Dottor Živago". Lei era esule in un paesino della Francia, lui viveva a Mosca. Si scrissero per anni senza mai incontrarsi…)
LISA | Martedì, 13 ottobre 2009 @16:27
OLGA! Olga con kalashnikov, Olga amica di Emma, Olga mamma adottiva... Mi ricordavo, eccome, di Wislawa, ma non della Cvetaeva, forse perché non ne abbiamo mai parlato qui sul blog. Ancora più prezioso saperti sempre all'ascolto!
olga | Martedì, 13 ottobre 2009 @11:05
Lisa, carissima, sono sempre la tua Olga, e sai benissimo che quando scrivi di Marina o di Wislawa, riemergo dal silenzio. un abbraccio
LISA | Lunedì, 12 ottobre 2009 @08:18
Per IL /LA SENZA NOME CHE LEGGE LA CVETAEVA: hai ragione. La memoria mi ha tradito (e ho subito corretto il post qui sopra). La Cvetaeva e Pasternak si erano incontrati a Mosca, ma fuggevolmente, prima che lei emigrasse; è solo nella corrispondenza - "non abbiamo altro che parole", come gli scrisse Marina - che si sono veramente trovati... Si rividero, è vero, nel 1935, a Parigi, a un congresso di scrittori contro il fascismo. E fu una delusione. Ma, dicono certi storici della letteratura, fu comunque probabilmente a Marina che Pasternak pensò quando creò Lara, nel suo Dottor Živago... Grazie di aver scritto, di avermi corretto e di avermici fatto ripensare. (E a proposito, tu chi sei?)
lettore | Sabato, 10 ottobre 2009 @15:44
la stupidità dei suoi post mattutini mi sorprende sempre. ogni volta credo sia impossibile fare di peggio, ma lei continua a farlo.
un bel talento.
Anonimo | Venerdì, 9 ottobre 2009 @14:57
si sono scritti per 13 anni,la prima lettera risale al 1922,l'ultima al 1935. il loro incontro avvenne nel 1935 quando ormai nessuno dei due ne aveva più bisogno. il 31 agosto 1941 Marina si impiccò ad una trave.
LISA | Venerdì, 9 ottobre 2009 @08:11
Per SIMONA PASIONARIA: la mia clone francese, amica stretta di Emma... Grazie di avermela presentata. Quanto alle scarpe-tortura, sì, anch'io ho l'impressione che le vetrine quest'anno ci propongano un look escort. Ma (posso citare pasionariamente la Bindi?), non siamo donne a disposizione! Per S.: bellissima la storia che hai raccontato. Emozionante pensare che dei versi di Keats - o comunque dei versi, delle schegge di poesia - diventino all'improvviso un flash sulla propria vita... Grazie, davvero, di aver scritto e condiviso.
Simona pasionaria | Venerdì, 9 ottobre 2009 @07:26
Lisa, ho trovato la tua clone francese. Riemergo da una lettura senza fiato di 142 pagine in salsa parigina sulla questione aspirantato: "Le cicogne hanno perso il mio indirizzo" di Laurence Boccolini, Piemme. E come nel 2005 con Emma, ho riso&pianto; per fortuna che il consorte era a Bologna. Qui Emma viene superata (non certo l'autrice) perchè non c'è più l'aspirantato bensì "la consapevolezza" tardiva del fatto che la cicogna non ha proprio il GPS. Altro che missioni suicide, qui ci sono le cene dei cretini, i ricordi d'infanzia (la protagonista è orfana di madre) che fanno stringere il fazzoletto, le solite domande poste da un odioso moccioso, le cameriere greche e tutte le riflessioni di chi non ha più mezzo ovulo decente, ma deve andare avanti ugualmente. E' una testimonianza un po' camuffata, non c'è una trama vera, ma sono racchiuse le riflessioni tragicomiche (lo stile deve essere per forza quello se no si scade nel patetico) della Boccolini sul suo dramma stemperato da una "colazione amicale" che non fa sconti alla classifica dei dolori. Di Emma ho ritrovato il piumone sotto al quale sgranocchiare patatine e lo sguardo rivolto alle punte delle scarpe (scenetta del moccioso). Certo, non è un capolavoro letterario, ma nella mia biblioteca "troppo personale" ha trovato posto vicino a Emma e al libro di Cristiana.
E mentre facevo il "pick-up" dallo scaffale, da dietro si è materializzata la solita carrozzina con neonato incorporato.
PS Io sono ancora ai sandali, ma sto cercando disperatamente i tronchetti da pantalone: possibile che quest'anno siano tutti modello "escort sadomaso", Don Gnocchi o Peter Pan incrociato con Toro Seduto? Qualcosa più "bon ton"?
S. | Giovedì, 8 ottobre 2009 @21:20
Lisa, volevo dirti che grazie alla poesia del 23 settembre e al tuo commento, ho aperto gli occhi e ho finalmente realizzato che il mio ex, di cui ero ancora profondamente innamorata dopo 5 anni di convivenza, non mi aveva mai amato davvero. Mi è bastato riflettere sulla tua domanda finale. "Ne sei capace?" La risposta è stata No.
Jason | Giovedì, 8 ottobre 2009 @18:06
non potrai mai sapere quanto adoro le tue poesie , mi rispecchiano SEMPRE ovviamente quando metti il femminile e quando parlasti dei tacchi e le scarpe io non centro XD
Serio parlando sei davvero brava ^^
se magari ti va di darmi lezioni puoi contattarmi qui v.v www.myspace.com/gianlucore_needs_to_love v.v scherzo eh v.v xD

Mi chiamo Lisa Corva, e questo lo sapete. Sapete anche, se siete qui, che credo nel potere delle parole. E della poesia.
Qui troverete i miei Buongiorno: da trasformare in sms, ricopiare sull’agenda, far viaggiare via web… Talismano, oroscopo, cioccolatino, schegge di luce o di consolazione: usateli come volete. Troverete anche le mie interviste, i miei articoli di moda, i miei colpi di fulmine in giro per il mondo. E, ovviamente, i miei libri.
Mi potete anche trovare (a volte) in Piazza Unità a Trieste: la città dove sono nata, dove non ho mai vissuto, ma che continuo testardamente a considerare mia. Se vi avvicinate abbastanza, mi riconoscerete. Se non altro, dal profumo di rose.