Martedì, 19 maggio 2020 @09:10
"Partii, lasciandomi alle spalle quel che mi era necessario lasciare – cioè tutto"
(Peter Cameron)
Ricominciare. Mi troverò per strada.
Uno degli incipit più belli (da "Andorra", Adelphi) di uno scrittore che mi piace molto: Peter Cameron. L’ho risentito adesso, lui nel suo lockdown in Vermont, per un articolo che è uscito ieri sul Piccolo di Trieste. Eccolo:
Proprio adesso, che viaggiare è impossibile, e i confini sono chiusi, è intrigante l’idea di una guida a un viaggio impossibile. È "Andorra - Una guida turistica", di Peter Cameron: ricordate i suoi longseller, veri passaparola emozionali, a partire da "Quella sera dorata" (più di dieci ristampe), o "Un giorno questo dolore ti sarà utile"? Questa piccola guida impossibile è invece uno dei nuovi Microgrammi di Adelphi, collana lanciata durante il lockdown: libri brevi, racconti, solo in digitale (l’e-book costa 1,99). Andorra esiste davvero (è un minuscolo stato nei Pirenei orientali), ma non "questa" Andorra. Che lo scrittore americano ha inventato, con tanto di piazza sul mare, e dove ha ambientato il suo romanzo con il passo di un misterioso thriller (intitolato, semplicemente, "Andorra", è uscito per Adelphi nel 2014). Con un incipit indimenticabile: "Partii, lasciandomi alle spalle quel che mi era necessario lasciare – cioè tutto".
Questo il romanzo. La guida invece è un divertissement, con disegni e foto d’epoca "fake", come se in quel paese inventato potessimo andarci davvero. E quindi, prima cosa, dove andare a dormire? All’Hotel Excelsior, come il protagonista del libro: fondato nel 1872, vanta addirittura a sette stelle, e dalle foto sembra perfetto per un film di Wes Anderson. Dentro l’albergo, spiega la guida, a parte la fastosa sala da pranzo c’è una biblioteca. Perché i libri qui sono molto importanti, e infatti c’è la Biblioteca di Andorra, che è in realtà un centro di scambio. "Il sistema è semplice: la gente vi porta i libri che non vuole più e bibliofili qualificati li valutano attribuendo loro un valore (espresso in un certo numero di punti) in base alla rarità, alla qualità e alle condizioni generali". E poi, come in ogni guida che si rispetti, ecco i consigli shopping: "La página pasada", al "numero 12 del porticato", è il negozio giusto per comprare carta artigianale, inchiostri, diari e agende fatte a mano, e ci va infatti il protagonista del romanzo. Cibo? Niente di memorabile, in un paese dove sono tutti magri, anzi "snelli", e l’obesità non esiste. E dove non c’è una lingua ufficiale, perché gli abitanti sono poliglotti. Il surreale continua: in piazza c’è una fontana in memoria dei quattro pescatori scomparsi in mare durante la tempesta del 1819: "rappresentavano l’intero settore ittico andorrano, l’industria ha ricevuto un colpo mortale dal quale non si è più ripresa". E da allora il pesce arriva dall’estero. Già, a proposito, come si arriva ad Andorra? A parte a bordo della fantasia, niente aerei, solo treni: "Ci sono due corse giornaliere: una al mattino e una alla sera. Il treno del mattino proviene da Parigi, quello della sera da Barcellona".
Grazie allora a Peter Cameron che ci porta ad Andorra. Però una curiosità ci è rimasta, e abbiamo intervistato lo scrittore che è dall’altra parte dell’oceano, nel suo personale lockdown. La nostra è una domanda di fuga: quando finirà la pandemia, dove le piacerebbe andare? "Per il momento sono felice di essere esattamente dove sono", risponde. "Sto aspettando la fine della quarantena a Sandgate, un minuscolo villaggio nel Vermont. La primavera è arrivata molto tardi quest’anno, ha nevicato appena una settimana fa. Ma ora è tutto uno sbocciare: qui ci sono piante "perenni", che tornano a fiorire anno dopo anno. E, in questo momento difficile e cupo, vedere foglie e petali che riappaiono mi dà speranza e fiducia". Dunque non ha in mente un viaggio segreto? "Sì, ma è un viaggio nel tempo: mi piacerebbe vedere l’isola di Manhattan com’era cinque secoli fa, abitata solo dai Nativi Americani, prima che arrivassero i colonizzatori europei. È difficile anche solo immaginarla, quand’era solo boschi e foreste. La terra di New York, ora ricoperta da marciapiedi e grattacieli, chissà quale bellezza e mistero ricorda… Ma in fondo, il mio modo preferito di viaggiare è leggere un libro. E in questi giorni di quarantena, siamo fortunati, perché possiamo fuggire aprendo le pagine di un romanzo". Lei è venuto a Trieste per un reading qualche anno fa. Che ricordo ha portato con sé? "Difficile scegliere, tra i momenti che mi ha regalato la vostra bella città. Ma forse direi: piazza Unità. C’è qualcosa di esaltante nelle dimensioni, e nella vicinanza all’acqua: la piazza sembra essere in parti uguali cielo, città e mare. Un giorno sono partito da lì, e sono arrivato, a piedi, al Castello di Miramare: una delle passeggiate più piacevoli della mia vita".
Peter | Sabato, 23 maggio 2020 @16:08
T.S. Eliot
PG +447818006090 | Sabato, 23 maggio 2020 @15:47
Giorni fa sul tavolino da notte di mio figlio Albert ho trovato una copia del Petit Prince. Pensavo fosse la sua o al massimo quella di sua sorella Allegra. Invece no. Fu regalata a me nel 1983 insieme a una poesia di T.S Elliot. Manca una firma, ma al suo posto c’è un smiley face circondato da una cascata di capelli ricci :)
Giovedì, 20 febbraio 2014 @10:33
"Baciare qualcuno per la prima volta è sempre una specie di miracolo, un viaggio inebriante lungo le rapide di uno strano fiume."
(Peter Cameron)
E io, io aspetto il tuo bacio, lo sai.
Questo è il mio #spillo di oggi sul nuovo Gioia in edicola, tratto dell'ultimo romanzo dello scrittore americano: "Andorra" (Adelphi). Cliccate sul suo nome, troverete altre frasi che gli ho sfilato, e la cronaca-intervista del nostro incontro a New York.
Monique | Venerdì, 21 febbraio 2014 @13:11
Perché tutto ha inizio dalle labbra...
Un bacio a Lisa e a tutte voi!
Lilabella | Giovedì, 20 febbraio 2014 @21:29
Caspita Lisa, sembra scelta su misura per me.
Anche io aspetto un bacio, magari non sarà come il primo che ho dato ma credo sarà bello quando accadrà!
Un sorriso a te e al salotto verde.
carla | Giovedì, 20 febbraio 2014 @21:03
oggi a scuola le ragazze erano tutte in agitazione perchè,finalmente, una loro compagna aveva dato il suo primo bacio! perchè tutti i baci sono una specie di miracolo, ma il primo è un vero miracolo.
grazie | Giovedì, 20 febbraio 2014 @11:44
mi piace molto quella frase , mi piace ricordare anche se il presente dice non ti scordar di me .
LiSA | Giovedì, 20 febbraio 2014 @11:22
"Il passato non è mai dove pensi di averlo lasciato." La frase è della scrittrice Cathleen Schine ed era un mio Buongiorno: http://www.lisacorva.com/it/view/1162/
un | Giovedì, 20 febbraio 2014 @11:17
bacio a labbra salate ,un fuoco e quattro risate ..... ho appena ascoltato Baglioni .....chi ha detto "i ricordi non sono mai lì dove li hai lasciati " '
Martedì, 28 gennaio 2014 @08:55
"Così partii, lasciandomi alle spalle quel che mi era necessario lasciare – cioè tutto."
(Peter Cameron)
Dedicato a tutti quelli che hanno sognato, almeno una volta nella vita, la fuga.
Esce domani il nuovo romanzo dello scrittore americano Peter Cameron, "Andorra", che ho letto in anteprima (pubblicato da Adelphi, come tutti i suoi libri e long-seller). La storia di un uomo che fugge da un dolore, o forse solo da se stesso, e arriva in un Paese che non c’è, una piccola ricca repubblica affacciata sul mare… Lo seguiamo curiosi, sognando anche noi, forse, di lasciarci tutto alle spalle e ricominciare. Lontano, molto lontano. Lo seguiamo passo dopo passo, mentre lascia l’albergo con terrazza sul mare e cerca una casa in affitto; mentre conosce una nuova donna, anzi due; mentre incontra nuovi amici, mentre forse si innamora… fino al colpo di scena finale.
Yaya | Domenica, 2 febbraio 2014 @17:45
Se non fuggissi, non avrei la forza di restare...
Lilabella | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @15:30
E se la fuga fosse stata una cosa necessaria? Ah, fuggire..
Marta | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @10:51
Cara Lisa,
Ma esiste una parola magica per il cuore degli uomini che amiamo? (compagni di vita o amici che siano)
Perché se si, semplicemente, io non l' ho trovata.
LISA | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @07:48
Marta. Ma insomma, Domo, scomparso così? Ci sarà pure una parola magica per farlo tornare?
LISA | Mercoledì, 29 gennaio 2014 @07:47
Ciao Rosanna nuova, ben arrivata. Raccontami anche da dove scrivi e come sei capitata qui… Attraverso i miei libri? Ex lettrice di City? O per caso? Mi fa piacere conoscervi!
rosanna | Martedì, 28 gennaio 2014 @19:00
Anchio lo vorrei leggere........dalla tua descrizione sembra un libro molto interessante......è quel genere di libro che mi appassiona !!!! Grazie della notizia....sai sono nuova e volevo provare a scriverti.....che EMOZIONE!!!!
Devi sapere che mi piace molto leggere ,peccato che ho poco tempo a disposizione. Quando trovo un buco non è abbastanza....comunque ora ti lascio e spero più in là di avere tempo di commentare altro......
CIAO!!!!
Marta | Martedì, 28 gennaio 2014 @16:58
Domo "maledetto"!!!!!
Ho scoperto solo ora che a Roma per presentare -Dallas Buyers Club -c'era quel splendido uomo di Matthew McConaughey e che l'audio delle sue interviste è tuo!!
Quindi non solo mi ignori ma inoltre guarda che po po' di ometto non ho potuto, grazie a te, conoscere!!!
Grrrrrrr......................
LISA | Martedì, 28 gennaio 2014 @12:05
Certo che mi devi dare del tu, Lucy! Non sono forse il tuo Buongiorno? (E, se clicchi sul nome di Peter Cameron, in verde, trovi altre sue belle frasi che gli ho sfilato. Il suo romanzo che preferisco, forse, è "Quella sera dorata". Mi era piaciuto anche il film, diretto da James Ivory. Anche lì, in qualche modo, una storia di fuga).
Lucy | Martedì, 28 gennaio 2014 @11:57
Mi scusi le ho dato del tu , ma gli spilli li leggo ogni gg anche se interagisco poco .
Lucy | Martedì, 28 gennaio 2014 @11:55
Lo leggero ' poi tu dirò com e .. Un po' il sogno latente di tutti direi buona giornata
Martedì, 2 aprile 2013 @09:06
"E’ molto difficile commemorare i morti, pensò. Evocarne il ricordo senza indulgere al proprio dolore: quasi impossibile. Non li riavremo mai indietro incontaminati dalla nostra sofferenza".
(Peter Cameron)
Riaverti, com’eri.
La frase di oggi è tratta dall'ultimo libro di Peter Cameron, "Il weekend" (Adelphi).
Peter Cameron è uno dei miei autori preferiti! | Martedì, 2 aprile 2013 @22:03
... "La grazia non esiste perchè c'è la sofferenza, ma dove c'è sofferenza, troverai la grazia" (M. Mazzantini)
Lilabella | Martedì, 2 aprile 2013 @12:28
Quanta verità in questa frase! Proprio due giorni fa è bastato ascoltare una canzone e subito mi è venuto in mente il volto ed il sorriso della mia nonnina. Con lei ho condiviso tante camminate primaverile ed ho ascoltato per lei storie sentite e risentite ma tutto questo l'ho fatto con amore. La sua mancanza ora è lieve, una carezza nel cuore. Un sorriso per te, Lisa, e a tutti i frequentatori e le frequentatrici del salotto verde.
Giusy (d\'antan) | Martedì, 2 aprile 2013 @11:45
In effetti, questa frase racchiude molta sofferenza. Per quanto mi riguarda, a volte il mio ricordo è dolce, è luce a volte, invece, è rimpianto e la chiave della mia sofferenza sta nelle parole dette o non dette, nelle cose fatte o non fatte: Poter tornare sui miei passi per riavervi così come eravate, potervi dimostrare tutto il mio affetto, tutto il mio amore.
Mercoledì, 27 marzo 2013 @09:04
"E qua, come un sasso che porto ovunque, c’è un pezzo di cuore altrui che ho conservato da un vecchio viaggio".
(Peter Cameron)
Un pezzetto del tuo cuore, sempre con me.
Anche il Buongiorno di oggi è tratto dall'ultimo libro di Peter Cameron, "Il weekend"(Adelphi).
Lilabella | Giovedì, 28 marzo 2013 @19:34
A volte mi sembra di avere in mano un talismano che mi ricorda la persona a cui tengo di più, altre volte sono le strade che prendiamo che ci danno la possibilità di incrociare altri cuori.
lucy | Giovedì, 28 marzo 2013 @06:56
acquisterò il libro...per ripercorrere il viaggio.buona pasqua a tutti e a te lisa.
Anonimo | Mercoledì, 27 marzo 2013 @21:13
Io voglio intero e solo per me...ciao
Camilla | Mercoledì, 27 marzo 2013 @12:34
Quanti pezzetti di cuore sparsi qua e là..
Mercoledì, 20 marzo 2013 @08:21
"Quando sei stato solo come lo sono stato io, sei triste, certo, senza nessuno al fianco, ma hai il controllo pressoché totale della tua vita. Poi incontri qualcuno – insomma, capita una cosa come questa, e uno si sente, ti senti… Io sento di perdere il controllo. E questo mi spaventa".
(Peter Cameron)
Lasciarsi andare, caduta libera, senza rete. Amare è il piacere di rinunciare al controllo.
Finalmente un nuovo romanzo di Peter Cameron, l’autore di "Un giorno questo dolore ti sarà utile" e "Quella sera dorata" (entrambi Adelphi, due libri che ho molto amato). Dunque grazie a Cameron, che ho incontrato e intervistato a Manhattan (cliccate sul suo nome per leggere l’intervista), per "Il weekend", da cui ho tratto questo Buongiorno, e grazie all’Adelphi che mi ha permesso di leggerlo in anteprima: il libro esce oggi. E grazie a tutti quelli che ci regalano frasi poetiche e poesie. Perché forse è vero, come mi ha scritto un’amica proprio stamattina, che la poesia ci aiuta perché ci offre un "pensiero laterale": una frase che ci regala uno sguardo diverso e obliquo sulla vita, una prospettiva improvvisamente diversa su ostacoli e problemi. O, semplicemente, su quello che confusamente viviamo. Uno sguardo obliquo di improvviso sollievo, consapevolezza e felicità. Funziona davvero? Mi piace pensarlo oggi, giornata internazionale della felicità.
Morgana | Giovedì, 21 marzo 2013 @13:38
"Italiano vero" non mi aveva mai detto nulla, ma ora devo dire un grazie a Cristicchi,che me l'ha fatta cantare battendo i piedi a ritmo,perchè la sua versione trasmette a quelle parole forza e intensa convinzione. Davvero bella. E un grazie a Domo per averla condivisa.
annetta | Giovedì, 21 marzo 2013 @09:13
Lisa: le violette credo le avesse comprate per strada, forse da qualche zingara, sicuramente non ad un banchetto; erano avvolte nella stagnola anche quelle. Romantico vero? Che bestiaccia sono stata, dovevo saltargli al collo; tutto per il timore di perdere il controllo della situazione - è stata una lezione di vita, sicuramente.
LISA | Giovedì, 21 marzo 2013 @07:48
Violette (ormai quasi introvabili), rose rosse e notturne, fiori fatti di stagnola: mi piacciono le storie di fiori che mi avete mandato!
Lilabella | Mercoledì, 20 marzo 2013 @23:11
Patry e Giusy hanno fatto sorridere anche a me ed anche tu Annetta! Per Stefania auguro orizzonti nuovi di felicità. Per quanto mi riguarda dico che preferisco spaventarmi e perdere il controllo lasciandomi andare piuttosto che rimanere una stoccafissa :)
Per Domo: passerò nel link ad un'ora diversa, diciamo che in questo momento non sono in grado di intendere e volere
Domo | Mercoledì, 20 marzo 2013 @20:34
Non c'entra molto e mi scuso per questo, però...ricordate la canzone di Toto Cotugno "l'italiano vero (anche conosciuta come lasciatemi cantare"?
Ieri negli studi di Radio2 Simone Cristicchi ne ha cantato una versione riveduta che dal vivo ho trovato bellissima, per l'intensitá e per i tempi che viviamo e volevo condividerla. Spero vi piaccia.
http://m.youtube.com/#/watch?v=rqd84SR7Ce0&desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3Drqd84SR7Ce0
annetta | Mercoledì, 20 marzo 2013 @15:42
Patri, Giusy, mi avete fatto sorridere! Da frequentatrice recidiva di uomini orso quale sono, ho ricevuto solo una volta un tenerissimo mazzo di violette dal mio ex fidanzato dei trent'anni. Quando arrivo' a casa dal lavoro in un giorno qualsiasi con le violette, io - consapevole fin troppo della sua natura selvatica - lo guardai di sottecchi e dissi: belle le viole ma cosa succede? come mai I fiori? hai qualcosa da farti perdonare o da confessarmi? Povero, ci rimase cosi' male che le viole rischiarono di appassirgli in mano. E io non ricevetti piu' fiori, ben mi sta!
Francescasièsposata | Mercoledì, 20 marzo 2013 @14:45
Secondo me funziona davvero e se non funziona, non importa... Piace pensarlo anche a me! Quanto al marito... Se sono recisi, solo rose rosse... Se sono piante, sono le mie adorate orchidee!!!
Giusy | Mercoledì, 20 marzo 2013 @13:58
è un bellissimo pensiero, Patri!. Orso gentile, mica un Grizzly!
Stefania, pensa che il consorte-pietra del Carso, per l'anniversario di matrimonio è capace di alzarsi (anziano com'è) alle sei e mezzo del mattino per arrivare fino al chiosco "non stop" per farmi trovare fiori freschi (avrà qualcosina da farsi perdonare nel passato???) Comunque, il tuo mi sembra un ottimo inizio. Va bene perdere il controllo ma...con giudizio! Un caro saluto. Giusy, vegliarda e fumatrice con sensi di colpa.
patrizia fiorista | Mercoledì, 20 marzo 2013 @11:57
La rosa di Stefania mi ha ricordato il fiore più bello che mi ha regalato il consortorso, da fidanzati fumava (abitudine che fortunatamente ha perso) è arrivato una sera con un mazzolino di fiorellini fatti con la stagnola del pacchetto delle sigarette! Non ridete sono gli unici fiori che mi ha regalato, dice che visto che ci lavoro non mi servono in regalo!!!!!! Che dire è proprio un orso. Patri
Stefania che scrive da Roma | Mercoledì, 20 marzo 2013 @11:05
Perchè i fiorai a Roma sono aperti di notte. Mi è sempre piaciuto pensare che ci fosse un uomo romantico che tardi, di ritorno a casa, comprasse dei fiori per la sua donna. Stanotte è arrivata una rosa, ho deciso che perdo il controllo, tra i rischi ci può essere la felicità.
Monica | Mercoledì, 20 marzo 2013 @09:28
uno sguardo morbidamente obliquo...di improvviso sollievo...
Martedì, 2 febbraio 2010 @07:13
"Iniziai a capire che su di lei avevo dei diritti solo lì dove era sempre stata: sulle mie pagine, negli scritti dei miei sogni".
(Peter Manseau)
Ma in sogno ti posso stringere, ti posso abbracciare; posso immaginare la vita che avremmo potuto fare, che potremmo fare. Se solo, amore mio, tu sognassi lo stesso sogno…
(Trovate la mia intervista a Peter Manseau, che ha scritto "Ballata per la figlia del macellaio", Fazi, da cui è tratta questa frase, nel post del 25 gennaio).
Livio Romano | Sabato, 6 febbraio 2010 @10:06
Ehi Lisa! Che piacere ritrovarti! Metto subito questo blog fra i preferiti. Mi piacciono queste pillole quotidiane di poesia -mi piace la poesia in generale! Dunque vivi ancora laggiù. Non so, io a volte ho proprio BISOGNO di scappare un paio di giorni a Milano o Londra, andare a sentire una città vera che pulsa, come si dice. Per poi ritornare al Sud e ricominciare ad apprezzarne odori ritmi luce.
Ti abbraccio fortissimo! E salutami Piero.
livio
Pas | Giovedì, 4 febbraio 2010 @16:43
Belle parole..
LISA | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @14:07
Stavolta sono io ad essere arrossita!!! Sai cosa mi è piaciuto di più? Essere paragonata a H&M durante i saldi. Così... glam cheap. E dunque, cara SARA STAGISTA, spero conoscerai presto Stella, la mia eroina glam cheap. Buon inizio di vita romana. Io, nel mio altrove coperto di neve, leggendoti, mi sono sentita commossa e felice. Grazie.
SARA | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @13:06
Questo è il mio primo "buongiorno" romano. Ieri mattina esco dalla metro e vedo un ragazzo con la casacca blu e la scritta enorme "CITY": devo ammetterlo, mi sono sentita a casa. Sono arrivata nella capitale domenica e ci resterò per almeno sei mesi. In questo momento condivido il mio nuovissimo ufficio piccolo piccolo con Ornella, che è molto carina e gentile. Mi ci voleva uno stage per trovare il coraggio di scrivere nel tuo blog.Come ti ha annunciato lei, divertita dal rossore delle mie guancie non pronte a saperti dall'altro capo del telefono, adoro i tuoi pezzi di poesia. A volte li leggo così lentamente, per gustarmi il momento, che mi sembra di star imparando a leggere per la prima volta. Molto spesso li ho postati sul mio space (citandoti naturalmente), e poco per volta ho attaccato questa passione alle mie amiche, che hanno cominciato a saccheggiare il tuo blog come fosse H&M durante i saldi. Tutto questo solo per dirti che sono una tua ammiratrice (ma probabilmente lo avevi già intuito).
Sognare le persone che amiamo è sentirne il calore nonostante molti chilometri di distanza. Quale magia scalda di più il cuore? :)
Buona giornata e buon lavoro. Sara
LISA | Mercoledì, 3 febbraio 2010 @08:12
Per ANONIMO: grazie, ma tu chi sei? Almeno un nickname! Per SIMONA PASIONARIA: sono d'accordo, ci vorrebbe una lunga coda blu. Altro che it-bag. (L'Autrice, nel frattempo, non è più a Madrid: è già tornata tra le nevi del suo altrove, e senza coda blu...)
Sognami | Martedì, 2 febbraio 2010 @21:06
Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono vento e nostalgia
Sono dove vai…..
Queste sono le parole di una bellissiima canzone di Biagio Antonacci. I miei sogni inoltre vengono anche interpretati e quindi nel sogno ossia nell'incosciente noi riportiamo tutto quello che il cosciente ha già visto e ha trasformato in immagini o in situazioni. Naturalmente si deve considerare il periodo di vita ossia cosa sta vivendo in quel momento la persona che fa un certo sogno. Spero di non avervi annoiato. Io, purtroppo, da vera romanticona certe volte sogno ad occhi aperti ma ho imparato che nei rapporti, specie nei rapporti uomo/donna, è meglio andarci con i piedi di piombo. Lisa grazie per questa bellissima poesia. Ad Annalisa e a sua sorella mando un abbraccio virtuale. Spero che la consapevolezza che siete in due e unite vi aiuti a combattere questo male di tua sorella e a superare questo brutto periodo. Per Xoan: vivi la vita, vivi l'amore, anche quando ti può far male altrimenti che vita è? Io non voglio mai diventare astemia sentimentale piuttosto un'ubriacona. Soffi a tutte/i. Lila
Anonimo | Martedì, 2 febbraio 2010 @18:47
Volevo farle i complimenti per la scelta e l'analisi delle poesie.
Sono fantastiche e riescono sempre a colpire! Grazie :)
Simona | Martedì, 2 febbraio 2010 @14:11
Ciao a tutti. Ho latitato a causa delle incombenze scolastiche di fine quadrimestre che si chiuderanno definitivamente il 16 febbraio. Grazie Lisa per gli auguri, i miei anni ormai sono come i gatti della canzoncina, e non posso nemmeno invertire le cifre pensando di averne 23, 24 ecc. Annalisa, per fortuna che non è stato ciò che tu temevi: coraggio, sarà lunga, ma sono sicura che da "donna erica" ce la farai e poi lei è ancora qui con te e con la tua famiglia ed è questo che conta. Anch'io ho visto "Avatar" e mi è piaciuto moltissimo: un fumettone, ma grazie al 3D mi sono lasciata coinvolgere (durante la battaglia finale ero in pieno fermento ecologista e stritolavo le mani al consorte) e anche a me è arrivata definitivamentei la passione per la coda che avevo già da un po'. Ma ve l'immaginate come sarebbe se avessimo la coda? Potremmo inserirla nel nostro modo di parlare, usarla come strumento di seduzione, farebbe parte del linguaggio non verbale, i parrucchieri si divertirebbero e gli stilisti farebbero nuovi accessori "pro coda": sarebbe bellissimo e divertente. E sempre a proposito di "code": ho visto anche "Cats". Bello, ma niente da fare: ho preferito le versioni in francese (Parigi 1989) e in inglese (Milano, alla fine dei '90). Qui Rocky Tam Tam era un po' bolso e meno pelvico, la gatta che metteva sull'attenti topi&scarafaggi anoressica, e la cantante di Memory era truccata e vestita più da yeti che da gatto. Su musica e testi nulla da dire. Scusate se sono eccessivamente critica, ma Cats è l mio musical preferito. Ultima cosa: consiglio di vedere "La prima cosa bella" di Virzì. Buon proseguimento ispanico all'Autrice.
danielle | Martedì, 2 febbraio 2010 @12:08
se tu facessi i miei stessi sogni allora la vita sarebbe una favola...
se tu leggessi i miei pensieri ti renderesti conto del male che mi hai fatto...
Manu su (H)onda | Martedì, 2 febbraio 2010 @11:37
I sogni ci regalano la speranza di un futuro migliore .
Per Annalisa : il percorso sarà lungo e faticoso, ma unite arriverete alla meta sane e salve . Intanto io tiro un sospiro di sollievo per poi ricominciare a soffiare. Un abbraccio per te e un altro per tua sorella.
Un saluto speciale a Lisa.
LISA | Martedì, 2 febbraio 2010 @11:13
Grazie di averci scritto, ANNALISA FARMACISTA, e con buone notizie! E com'è bella la strada che porta lontano dal "paese dove piove di continuo"...
Anna dalla stalla di Versailles | Martedì, 2 febbraio 2010 @10:14
Anche se sarà lunga è una strada che porterà al paese della gioia ..... prendo fiato e continuo a soffiare, un abbraccio Annalisa.
Annalisa farmacista | Martedì, 2 febbraio 2010 @09:26
Che bello quando da immaginazione l'amore diventa realtà. E allora posso vivere quello che avevo immaginato. Ancora più bello rendersi conto che anche lui/lei sognava lo stesso sogno. Eccoci dunque ad incontrarci nella vita e non più in sogno.
Aggiornamento familiare personale: l'esito che si aspettava è stato per fortuna positivo. La diagnosi è comunque di qualcosa di serio e lungo da guarire ma per fortuna è stato scongiurato il pericolo di cose veramente brutte. Per farla molto breve c'è una osteomielite (che sarebbe una infezione ossea) provocata da un'artrite settica al ginocchio che ha provocato una serie di cose (trombosi venosa, embolia polmonare) che hanno costretto mia sorella ad un ricovero molto lungo (è in ospedale dal 26 dicembre scorso e forse dovrà rimanerci ancora per un altro mese). Speriamo di prendere la strada del ritorno e lasciare questo paese. Grazie a tutti.
Venerdì, 18 dicembre 2009 @07:53
"Le mie poesie ora non sarebbero state scritte per lei o su di lei, per me sarebbero state lei. Se il mio desiderio di lei fosse stato tutto ciò che avrei conosciuto, lo avrei alimentato come se fosse stato il futuro che lei e io non avremmo mai avuto".
(Peter Manseau)
Le mie parole disegnano la città dove potremmo abitare, la casa dove potremmo entrare insieme, il letto dove potrei svegliarmi con te, ogni mattino. Vieni?
(La frase che ho scelto per City oggi è tratta da un romanzo che ho appena finito di leggere: "Ballata per la figlia del macellaio", dell'americano Peter Manseau, Fazi. Il protagonista? Un poeta yiddish all’inizio del secolo scorso, che sogna e cerca la sua "predestinata" da Odessa a New York… La cerca con il desiderio, il ricordo, la accarezza con le sue poesie. E poi - è la forza della poesia, del desiderio, del destino? - la troverà)
LISA | Domenica, 3 gennaio 2010 @13:51
Allora, Cristina, aspetto commenti sul libro di Manseau... e ovviamente su Stella, quando l'avrai conosciuta!
Cristina | Giovedì, 31 dicembre 2009 @00:38
Ah.. al mio ritorno a Milano leggerò Stella e poi ti farò sapere :)
Cristina | Giovedì, 31 dicembre 2009 @00:32
Scrivo da Milano, anche se non sono milanese.. :)
il libro di Manseau, quest'anno, è stato l'unico regalo di Natale bello e che mi si addice che mi sia stato fatto.. ovviamente da me.. e da te :)
Scusami per il ritardo, e auguri per il nuovo anno!
P.S.: Buongiorni luminosi, gli ultimi che hai lasciato.. ma basta complimenti che mi sembro stupida, anche se li hai tutti tutti meritati :)
LISA | Sabato, 19 dicembre 2009 @09:04
Per PROUDLY GAY NAPOLETANO: benvenuto. Spero che il 2010 ti porti non solo parole d'amore, ma... un amore. Per CRISTINA: e tu, invece, da dove scrivi? Mi raccomando, in libreria, cerca anche Emma e Stella, se non le hai già portate a casa! L'autrice - mi ripeto, lo so - adora essere un regalo di Natale.
Anonimo | Venerdì, 18 dicembre 2009 @22:15
Chi non ha sognato almeno una volta nella vita la casa dei i suoi desideri. Vicina al mare o sulla montagna, piccola o grande che sia, ma sempre calda e accogliente per vivere il sogno con persona amata
Cristina | Venerdì, 18 dicembre 2009 @19:44
E ti pareva che nella fretta di esprimerti la mia opinione sulle parole del City io non dimenticassi di mettere il mio nome?
L'anonima sono io :)
Anonimo | Venerdì, 18 dicembre 2009 @19:41
scelta bellissima.. ho preso il City per caso o forse per sbaglio, e queste parole mi hanno dolcemente colpita..
Comprerò il libro, ovviamente.. e ti leggerò ogni volta che potrò, perché, da quel poco che so, ammiro (e condivido) le tue "scelte letterarie"..
Grazie
proudlygay.splinder.com | Venerdì, 18 dicembre 2009 @17:35
ogni mattina la prima cosa che faccio non appena compro il City è scrivere il piccolo inserto tratto dal tuo blog...sei fantastica....complimenti dal cuore...
CLAUDIO | Venerdì, 18 dicembre 2009 @15:30
....chi cerca trova, dicono.....
Commento con due aforismi:
(Voltaire) Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi.
Questo lo dedico all'Amico Fabrizio di Torino.
(Oscar Wilde) Quando un uomo dice di aver esaurito la Vita, significa che la Vita lo ha esaurito.
Un saluto a tutti.
LISA | Venerdì, 18 dicembre 2009 @13:33
Ti racconto solo che ho intervistato l'autore, molto simpatico, che non c'entra nulla con il mondo yiddish: anzi, sempre per la serie amore e destino, lui è figlio di un ex prete e un'ex monaca, storia sulla quale ha scritto il suo primo divertente romanzo autobiografico!
Miriam | Venerdì, 18 dicembre 2009 @09:54
Cara Lisa, che gioia ritrovare queste parole! Pensa che la mia DolceMetà mi ha appena regalato questo libro - la recensione sul Domenicale del 24ore era positiva - e ora che lo ritovo qui sono ancora più curiosa al riguardo...conto di iniziarlo tra qualche giorno...ma ci puoi raccontare qualcosa di più?
MiriamRosaGialla
p.s. è propio bello quando "inseguiamo" le stesse letture, è questa la magia del tuo blog.
Lunedì, 19 ottobre 2009 @16:14
The City of Your Final Destination è il titolo di un libro, intenso e lieve insieme, di Peter Cameron (in italiano tradotto come "Quella sera dorata", Adelphi) e dell’ultimo film di James Ivory, altrettanto intenso e lieve, tratto dal romanzo (film che ho visto in anteprima!). Ho incontrato lo scrittore Peter Cameron a New York: questa è l’intervista che ho scritto per Il Piccolo di Trieste, racconto del nostro incontro.
Finalmente. Finalmente il poetico, romantico, delicato bestseller di Peter Cameron, "Quella sera dorata", è diventato un film. Ed è stato presentato in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Roma: regia di James Ivory, nel cast Charlotte Gainsbourg, Laura Linney e Anthony Hopkins (più Omar Metwally nel ruolo del protagonista, il giovane biografo di origine iraniana). Per adesso, il titolo è ancora quello del libro in originale: "The city of your final destination". Una buona notizia, soprattutto per i fan italiani del romanzo: che, uscito nel 2006, ha avuto più di dieci ristampe. Un piccolo bestseller sentimentale, un passaparola emozionale tra lettori. Io, che ho molto amato i due romanzi di Cameron, sono ancora più emozionata: perché posso parlarne direttamente con lo scrittore, che ho incontrato a casa sua, nel Village, a New York. Non solo, mentre mi prepara un caffè (ottimo, tra l’altro, e in una tazza di finissima porcellana, quasi di scura madreperla), posso anche curiosare tra gli scaffali, tra vecchie prime edizioni di libri, quadri di inizio Novecento, e ovviamente tutte le edizioni internazionali dei suoi romanzi. In bella vista, le copertine Adelphi: oltre a "Quella sera dorata", nel 2007 è uscito "Un giorno questo dolore ti sarà utile", seguito da una raccolta di racconti, "Chi ha paura della matematica". Ambientazioni diverse, e un tratto unico: l’ironica delicatezza con cui Cameron racconta, come mi dirà lui stesso, "lo spaesamento del diventare adulti, del diventare se stessi". Ma torniamo al film. "The city of your final destination", la città della destinazione finale. Di quale città stiamo parlando? Del viaggio in Uruguay, che il giovane protagonista decide d’impulso, per convincere gli eredi dello scrittore di cui si sta occupando a dare l’assenso alla sua biografia?
"In realtà è una frase che mi ha sempre colpito in aereo, quando, poco prima dell’atterraggio, vengono date le istruzioni per i passeggeri in transito o per quelli che sono arrivati alla loro "destinazione finale". L’ho sempre trovata molto poetica. Anche se - o forse proprio perché - la città della destinazione finale è la morte".
Il libro è ambientato in Uruguay. Sono quelli i paesaggi che vedremo nel film?
"No: James Ivory ha scelto, come set, l’Argentina. Tra l’altro, io in Uruguay non sono mai stato. Quando ho cominciato a scrivere il libro, ho pensato: parto. Vado. Poi ho deciso di no. Preferivo l’Uruguay della mia immaginazione".
E’ stato invece sul set del film di Ivory?
"Sì. E spero di poter andare presto sul set di un nuovo film: quello che Roberto Faenza (proprio lui, il regista italiano, quello di "Marianna Ucrìa" e "Sostiene Pereira", tanto per citare i suoi due film più famosi, ndr), dovrebbe girare dal mio secondo romanzo, "Un giorno questo dolore ti sarà utile". Ma sarà, spero, un set decisamente più vicino: il libro è ambientato a Manhattan".
Lei vive a New York da più di vent’anni. E’ questa la città che, forse, è la vera protagonista del secondo romanzo: la storia ironica di un ragazzo che lavora nella galleria d’arte della madre, il suo apprendistato sentimentale… Ma, soprattutto, "Un giorno questo dolore ti sarà utile" è una dichiarazione d’amore per Manhattan?
"Amo New York, certo. Ma non posso fare a meno di sognare altre città".
Non ha mai sognato Trieste?
"Confesso: Trieste è nella mia immaginazione, nei miei sogni, già da molto tempo. Chissà, forse semplicemente mi aspetta. O aspetta che ci ambienti il mio prossimo romanzo".
Potrebbe scriverlo proprio a Trieste, il suo prossimo libro.
"Ho un rapporto talmente privato, interno, con la scrittura, che posso davvero scrivere ovunque. Qui a casa, sul tavolo della cucina. Oppure a un caffè, per esempio da Dean & De Luca (la catena di delicatessen dove, a New York, si va con un libro in mano o con il laptop aperto, quasi come nei vecchi caffè mitteleuropei, ndr). Ma soprattutto nelle "writers’ colony": veri e propri rifugi per scrittori nella campagna americana. Niente Internet, isolamento totale; con la possibilità, la sera, di cenare e chiacchierare con artisti e intellettuali. Ci vado ogni anno: sono la MacDowell e la Yaddo. E lì, anche, che è nato il mio prossimo romanzo".
Questo invece è il Buongiorno che ho scelto per City lunedì 19 ottobre:
"Ed eccola, la tua risposta. E’ strano che di notte non brilli di luce fosforescente".
(Boris Pasternak)
Ed eccola, la tua risposta. Eccolo, il tuo sms. Ho aspettato tanto che arrivasse. Che comparisse, sul video del computer. Del mio telefonino. Adesso, mentre leggo e rileggo, mentre quello che hai scritto si incide nel mio cuore, mi sembra che le tue parole prendano luce: la luce è anche quella della mia lunga attesa.
(La frase di Pasternak è tratta da una sua lettera a Marina Cvetaeva – bè, ormai li conoscete, no? Il libro da cui attingo è sempre "Il settimo sogno", Editori Riuniti, epistolario a tre: Pasternak, Rilke, e la Cvetaeva)
Mentre il Buongiorno del 20 ottobre è:
"Francesco ha un magnifico cappotto e molta fiducia nella vita. Io lo stesso cappotto e la stessa fiducia dell’anno scorso".
(Ennio Flaiano)
Questo è il segreto degli oggetti. La sicurezza degli oggetti. Un paio di scarpe, un cappotto, una borsa. Sono nuovi: ci aspettavano. In vetrina, o sugli scaffali di un negozio. E mentre li proviamo, li compriamo, li portiamo a casa, ci crediamo. E crederemo ogni volta, alle loro promesse di felicità.
(La frase di Flaiano è tratta da "Lettere a Lilli e altri segni", Rosellina Archinto Editore)
Infine, il Buongiorno del 21 ottobre:
"Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano. Anche le cucine incredibilmente sporche mi piacciono da morire".
(Banana Yoshimoto)
Qui, dove cucino e mescolo cibo ed emozioni.
(La frase della scrittrice giapponese Banana Yoshimoto è tratta dal suo romanzo "Kitchen", Feltrinelli)
Malu63 | Giovedì, 22 ottobre 2009 @14:54
Lila,un abbraccio immenso e spero che tu possa ritrovare dentro di te tutta la forza di sperare che c'è sempre un domani, che tu sei unica fantastica e preziosa, sei Lila ti aspettiamo presto le tue pinks.
Ely | Giovedì, 22 ottobre 2009 @08:59
PER LILA: dolcissima, solare Lila, sempre pronta a regalare un sorriso a tutti, ribadisco che noi tutte ti siamo vicine e ti mando un grande abbraccio, che spero ti scaldi un po'. Appena puoi mandaci notizie, baci
LISA | Giovedì, 22 ottobre 2009 @08:00
Per LILA che vive in poesia: rileggendo il post del 22 ottobre, proprio qui sopra, ho pensato a te. Come un'ortensia, scompigliata ma con una resistenza ammirevole. Torna presto. Per ANNALISA FARMACISTA: oltre allo yoga, adoro le marmellate. Piccolo problema: non sono capace di prepararle e mi piacciono solo quelle fatte in casa. Così tormento tutte le indigene cuciniere che conosco, qui nel mio nuovo altrove, sperando che mi arrivi qualche regalo... e, alla fine, qualcosa arriva! Ora ho appena aperto quella di un amico attore, alle prugne e cardamomo (qui nel mio nuovo altrove anche gli attori fanno marmellate. Io mi sento particolarmente inetta). Ma assaggerei così volentieri la tua di ananas e mele!
Patrizia pinki fiorista | Mercoledì, 21 ottobre 2009 @21:03
dolcissima Lila,tante gardenie profumate e tutti i miei pensieri e le mie preghiere per Te.Ti abbraccio fortissimamente Patri
ierardi.v | Mercoledì, 21 ottobre 2009 @19:21
Amo cucinare ... è la mia passione, soprattutto piatti misti, tipo pasta con le verdure oppure linguine allo scoglio, piatti di legumi con tanta cipolla e un pizzico di peperoncino. Adoro la mia cucina adesso di più ... è così nuova.Ciao Lisa
Simona, la Pasionaria | Mercoledì, 21 ottobre 2009 @18:30
Mi unisco ad Anna e alle altre Pinks nella vicinanza a Lila. Pinks romane, infondetele tanto coraggio a uscire dal buio.
claudia mdg | Mercoledì, 21 ottobre 2009 @15:58
Per Francesca: Lila mi ha parlato tanto di te, di quanto le sei vicina. Mi dispiace tantissimo che stia di nuovo male, dalle un grande abbraccio, un abbraccio anche a te. claudia
Annalisa farmacista | Mercoledì, 21 ottobre 2009 @08:50
Vedo che lo yoga dilaga. Bene bene. Io sono un pezzo di legno ma vedo che mi serve per sciogliermi un po'. E poi devo dire che il rilassamento finale è la parte che mi piace di più. Concordo con Banana Yoshimoto: la cucina è il posto che preferisco dove creo e mi rilasso. Quando sono molto nervosa cucino cucino cucino. In particolare una fantastica marmellata di ananas e mele. E poi biscotti, muffin, pizze, ragù, verdure grigliate. Bè non vi è venuta l'acquolina?
viola | Martedì, 20 ottobre 2009 @21:10
Le frasi che scegli mi toccano il cuore.
Grazie.
Ma lo sai che anche per me lo yoga è una passione tanto forte che da tanti anni lo insegno?.
Ciao
LISA | Martedì, 20 ottobre 2009 @15:12
PER ANNALISA FARMACISTA: bello un Romantico Coniugale d'autunno... (Ah: sai che nella mia nuova vita sono decisamente drogata di yoga?).
Annalisa farmacista | Martedì, 20 ottobre 2009 @13:37
Mi riaffaccio per scrivere, mentre per leggere ci sono sempre. Sono stata impegnata con il lavoro ma soprattutto con l'attività fisica che mi sta rendendo quasi una malata dello sport. Mi sono iscritta a yoga, vado a correre, in piscina...insomma vita molto salutare. Questo weekend ci concediamo un romantico coniugale per festeggiare il 5° anno di matrimonio in Umbria. Leggere queste dolci parole mi fa già assaporare i bei momenti.Grazie Lisa come sempre.

Mi chiamo Lisa Corva, e questo lo sapete. Sapete anche, se siete qui, che credo nel potere delle parole. E della poesia.
Qui troverete i miei Buongiorno: da trasformare in sms, ricopiare sull’agenda, far viaggiare via web… Talismano, oroscopo, cioccolatino, schegge di luce o di consolazione: usateli come volete. Troverete anche le mie interviste, i miei articoli di moda, i miei colpi di fulmine in giro per il mondo. E, ovviamente, i miei libri.
Mi potete anche trovare (a volte) in Piazza Unità a Trieste: la città dove sono nata, dove non ho mai vissuto, ma che continuo testardamente a considerare mia. Se vi avvicinate abbastanza, mi riconoscerete. Se non altro, dal profumo di rose.