“Il buco che ho nel cuore ha la tua forma.”
(Jeanette Winterson)
Il buco che ho nel cuore sei tu.
In questi mesi di pandemia ogni tanto mi tornano in mente delle frasi, delle schegge di romanzo o di poesie. Che magari erano dei miei Buongiorno su City o degli Spilli su Gioia. Mi risuonano e le cerco. Ecco, allora, oggi, la scrittrice inglese Jeanette Winterson, di cui ho letto – per ora – un solo libro: “Perché essere felice se puoi essere normale?” (Mondadori), titolo ironico per la sua autobiografia, il corpo a corpo con una madre difficile, il complicato coming out come omosessuale. Buchi nel cuore, dunque. Persone che abbiamo perduto, o che ci hanno ferito; persone che non vogliono o non possono tenerci vicino. Buchi e graffi nel cuore. Chi non ne ha?