“È così ogni sera, quando chiudo dietro di me l’uscio della mia camera per andare a dormire; compio questo gesto semplice e consueto con avida ghiottoneria, assaporandolo… Poi, adagio, mi volgo e ricerco nella penombra le cose che da anni amo vedere attorno a me; ed esse, poiché finalmente siamo sole, mi riconoscono e sorridono”.
(Alba de Céspedes)
Hai anche tu una tazza che ti sorride?
Stavolta il libro che tiro fuori dagli scaffali mi “chiama” per il titolo: “Fuga”. Anche perché è una vecchia edizione che si sta sbriciolando (un regalo di mio padre, che sapeva quanto mi piaceva, trovato probabilmente in un robivecchi a Trieste) di una scrittrice che da ragazza ho molto amato.
Alba de Céspedes, vita avventurosa. Nata nel 1911, morta nel 1997, romana, cognome che le veniva dal padre, ambasciatore cubano in Italia. Pre-femminista (e anche antifascista: il suo nome da battaglia era Clorinda), abilissima nel disegnare i chiaroscuri della vita delle donne di allora: e quell’allora sono gli anni Trenta, Quaranta… Come in “Quaderno proibito”, che avevo amato moltissimo, o “Nessuno torna indietro”, una sorta di Sex and The City in epoca fascista. La frase di oggi è tratta invece da “Fuga”, racconti pubblicati da Mondadori nel 1940. Stupita come sempre dalle parole ormai perdute (uno dei racconti, bellissimo, si intitola “Il pigionante”, ma anche nella frase di oggi, avete notato “uscio” e “ghiottoneria”?). Perduto anche, per fortuna, molto di quello che stringeva le donne alla gola. Solo un esempio: una delle protagoniste ha quarant’anni e si sente vecchissima, non più in diritto né di amare né di desiderare… Com’è cambiato il mondo. E non solo nei sentimenti: nel 1940, quando esce “Fuga”, le donne non potevano neppure votare; era vietato il divorzio, l’aborto, la pillola, decidere di sé e del proprio destino era ancora quasi impossibile. Sì, com’è cambiato il mondo. Alba, la battagliera Alba, sarebbe contenta. Per saperne di più cliccate sul suo nome, andate in biblioteca o libreria: la Mondadori ha ripubblicato i suoi romanzi, ormai introvabili, in un volume dei Meridiani. Che non amo perché hanno le pagine troppo fragili. Ma dentro c’è tutta Alba.