“È un uomo ostinato. A dispetto del tempo afferma:
Amore, poesia, luce. Costruisce su un fiammifero
una città con case, alberi, statue, piazze,
con belle vetrine, con balconi, sedie, chitarre,
con abitanti veri e vigili gentili. I treni
arrivano in orario. L’ultimo scarica
tavolini di marmo per un locale in riva al mare
dove rematori sudati con belle ragazze
bevono limonate ghiacce guardando le navi.
Soltanto questo ho voluto dire, fa niente se non mi credono.”
(Ghiannis Ritsos)
Credo in te, credo nel mondo.
Le belle notizie di giugno. In libreria sono arrivate due raccolte di Ghiannis Ritsos, uno dei miei poeti preferiti. Sono libri anche belli da toccare: bianchi, semplici, la carta della copertina quasi ruvida al tatto. Sfogliando “Molto tardi nella notte” (Crocetti Editore) ho ritrovato una delle poesie che più mi piacciono: quell’uomo, il poeta, che sa costruire un mondo intero, con i caffè in riva al mare dove bere limonate ghiacciate, presagio e felicità dell’estate. Chi era Ritsos? Cito dal risvolto di copertina, che nei libri ben fatti è sempre un piacere leggere: “Uno dei maggiori poeti del Novecento. Nasce nel 1909 a Monemvasià, nel Peloponneso, in una famiglia benestante segnata dai lutti e dalla follia. Dopo le scuole superiori si trasferisce ad Atene per frequentare l’università, ma contrae la tubercolosi e rimane per tre anni in sanatorio. Uscito, fa vari lavori, tra cui il copista per una banca, l’attore e il correttore di bozze. Militante di sinistra in una Grecia governata da dittature militari, viene a più riprese arrestato e deportato in vari campi di concentramento, i suoi libri bruciati e messi al bando, sia durante l’occupazione nazifascista della Grecia, sia durante la dittatura dei colonnelli (1967-1974)”.
Ed è nella casa di famiglia sull’isola di Samo che scrive “Molto tardi nella notte”, poco prima di morire, nel 1990. Pagine con la luna e la notte, le navi e i traghetti che partono, le statue della classicità e della bellezza, le vecchie valigie. L’ultimo viaggio.
La mia copia è già sul comodino, insieme alla nuova rivista Poesia (ora bimestrale, la troverete in libreria). E un ringraziamento a Nicola Crocetti, l’editore infaticabile, di origini greche, che ci ha fatto conoscere e ha tradotto Ritsos, e che ora, a ottant’anni, ha deciso per un passaggio di consegne: Crocetti entra nella “famiglia” Feltrinelli, una garanzia. Torniamo in libreria. Torniamo al mare, alle isole, alla luna. E a quegli uomini che sanno credere e inventare il mondo.