La mia città è un arcipelago.

Si può amare una città anche se non è più la tua? La stanza dove sono cresciuta a Milano era al decimo piano di un grattacielo, ed

“Dal balcone dell’ultimo piano ora guardi
la città notturna, l’infilata dei grattacieli che sembrano
una barriera corallina”
(Milo De Angelis)
La mia città è un arcipelago.

Il Buongiorno è ritagliato da una poesia così bella che voglio farvela leggere tutta:

“Dal balcone dell’ultimo piano ora guardi
la città notturna, l’infilata dei grattacieli che sembrano
una barriera corallina e intorno i vecchi palazzi
con i tetti impolverati, le chiese romaniche, le colonne,
un concilio segreto di secoli che si parlano sottovoce, sussurrano al tempo di fermarsi e diventano
la scorza staccata dal suo tronco, ciò che resta
dell’infinita moltitudine in cui sei immerso anche tu,
e guardi lì sotto il bar aperto, l’uomo con l’impermeabile
mentre racconta una storia sempre uguale
alla ragazza vestita di rosso che beve
dallo stesso bicchiere e sorride lievemente.”
(Milo De Angelis)

Si può amare una città anche se non è più la tua? La stanza dove sono cresciuta a Milano era al decimo piano di un grattacielo, ed aveva una grande vetrata. Da lì vedevo la città che cresceva, intuivo tutto quello che avrei poi scoperto negli anni, “i vecchi palazzi con i tetti impolverati, le chiese romaniche, le colonne, un concilio segreto di secoli che si parlano sottovoce”, e poi ancora i glicini nei cortili nascosti, le case di ringhiera, i tram arancione, le entrate della metropolitana. Forse è per questo – per questo sguardo sul mondo dall’alto – che ho sempre amato le città, le città di notte, i loro segreti. Per questo ho amato in modo viscerale e assoluto New York, sin dalla prima volta che ci ho messo piede. E si può tenere nel cuore una città anche se non è più la tua? Certo. Grazie a Milo De Angelis, nato a Milano nel 1951, per questa poesia: la potete leggere, insieme ad altre sue inedite (che usciranno a settembre per Mondadori, nella collana Lo Specchio), in una rivista-libro che vi consiglio di portare in vacanza. È “Poesia” appunto, Crocetti Editore, da questo numero bimestrale con un nuovo “abito” (progetto grafico Feltrinelli), con belle foto in bianco e nero e disegni; bella anche da tenere in mano, com’è giusto che sia con i libri che ci diventano necessari. Dentro, anche il mio amato Ghiannis Ritsos, e il suo sguardo azzurro dalla Grecia.

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